Bevagna al “Chiaro di luna”. Esecuzione magistrale di Michael Tsalka Può darsi che non tutti conoscano la Sonata “Quasi una fantasia” n.14 Op.27 di Beethoven, ma tutti, senza dubbio, riconoscono l’Adagio sostenuto “Al chiaro di luna”, tra le composizioni più celebri del genio tedesco, una di quelle maggiormente conosciute anche a chi di musica classica è totalmente profano. Il titolo non è voluto dal compositore, che non amava così identificare le sue opere, ma attribuito postumo dal poeta Ludwig Rellstab, che riconosceva l’evocazione magica e suggestiva della luna riflessa nell’acqua cheta del lago nelle linee beethoveniane del primo movimento, e che per estensione ha dato il nome a tutta la sonata. Ma c’è di più: in precedenza l’opera era nota come Sonata del pergolato (Lauben Sonata), in quanto si racconta che Beethoven la scrisse immerso nella natura e col cuore in palpito rivolto alla contessa Giulietta Guicciardi. Amore e passione, notturni e atmosfere sospese, intreccio di storie e leggende, sono tra i temi che hanno ispirato il genio romantico e la magistrale interpretazione pianistica di Michael Tsalka (www.michaeltsalka.com) sabato sera 12 settembre, al Teatro Torti di Bevagna, nel programma intitolato “Dancing in the moonlight”. E’ questo il secondo degli appuntamenti di Adopt a Theatre, l’inedito progetto dell’Ass.Culturale OperaExtravaganza (www.operaextravaganza.com) che ha fatto parlare di sé numerose testate internazionali (basta dare un’occhiata alla rassegna stampa sul suo sito www.adoptatheatre.com) e che la cittadina umbra ha accolto fin da subito con largo interesse. Il progetto propone in streaming a tutti i suoi sostenitori i suoi eventi realizzati nei teatri storici italiani, in questo caso nello splendido Teatro Torti di Bevagna. E Tsalka si è unito alla schiera degli artisti che ha aderito al progetto di divulgazione delle bellezze d’Italia. Noto per la sua intensa attività concertistica, discografica e di docente, il pianista olandese-israeliano, dal tocco leggero e incisivo al contempo, ha tenuto l’intera platea del Torti col fiato sospeso evocando appieno le atmosfere vibranti del chiaro di luna. Ha spaziato con garbo e profondo respiro in un repertorio antico e moderno, dalla Fantasia con variazioni sull’aria “Au clair de la lune” per pianoforte Op. 48 di Muzio Clementi, a due Notturni di Chopin, dalla già citata Sonata “Quasi una fantasia” di Beethoven, alla struggente Suite bergamasque di Debussy e all’accesa “Danza rituale del fuoco” di Manuel de Falla, con inserti di autori contemporanei come Vraa, Toia e SanGregory. Hanno fatto da contrappunto alla musica dei deliziosi Pierrot di scena, in particolare durante i bis concessi ad un pubblico colto e attento. La scenografia di Isabel Pascolo ha poi coronato l’atmosfera di sogno intensificando il gioco di luci e colori, di note rincorse come avvolte da una folata di vento. © Violetta Valery, blogger