PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO scuola biblica KOINONIA CONCETTI DI BASE PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO • NASCE NEGLI ANNI 70 • Dall’incontro di diverse aree di ricerca: psicologia generale dello sviluppo, psicologia cognitiva e clinica, neuropsicologia, etologia • Si occupa dello sviluppo e delle sue deviazioni • Studia l’origine e l’evoluzione dei pattern individuali di comportamento disadattato • Correlare le manifestazioni sintomatologiche con i cambiamenti nel ciclo di vita PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO E MULTIFATTORIALITA’ NELL’EVOLUZIONE DEI DISTURBI INFANTILI Greenberg (1999) la teoria dell’attaccamento può informare gli studi sulla psicopatologia evolutiva in due modi: 1. Certi pattern di attaccamento atipici della prima infanzia possono essere considerati disordini primari o incipienti forme di psicopatologia 2. Qualità dell’attaccamento come possibile fattore predisponente allo sviluppo di successive forme di disturbo psichico Per comprendere lo sviluppo di un individuo dobbiamo osservare sia il cambiamento che la continuità attraverso tutto il corso della vita Nello sviluppo infantile si distinguono diverse linee di evoluzione: - Sviluppo neuro – motorio (linguistico, autonomie personali e sociali, apprendimenti scolastici) -Sviluppo cognitivo/intellettivo, -Sviluppo affettivo/relazionale. I cambiamenti durante il corso della vita: • Ogni linea evolutiva procede per tappe, variabili da bambino a bambino sia costituzionalmente sia ad opera dei fattori ambientali in cui l’individuo si trova a svilupparsi, di conseguenza i cambiamenti nello sviluppo possono essere: • Cambiamenti individuali; • Cambiamenti condivisi; • Cambiamenti comuni in una cultura. I cambiamenti condivisi • Cambiamenti determinati biologicamente (ad es. quando si passa dall’andare carponi al camminare); • Le esperienze condivise (ad es. andare a scuola a 6 anni); • I cambiamenti interni (ad es. sposarsi e formare una famiglia innesca un cambiamento psicologico profondo). I cambiamenti comuni in una cultura • La condivisione di schemi culturali (ad es. sposarsi a 12-13 anni); • La condivisione di esperienze storiche negli stessi periodi di vita . • Gli schemi culturali sono nettamente diversi da cultura a cultura, la cultura occidentale spesso viene considerata come “maggioritaria”, ma in realtà è condivisa da un numero minore di popolazione, la cultura musulmana è quella maggiormente rappresentata da un punto di vista di numero di individui I cambiamenti individuali Lo sviluppo di ogni individuo è regolato da una combinazione unica di eventi. Si parla di “multifattorialità” sia nel costituirsi di una personalità “normale” sia di una personalità “patologica”. Gli eventi riguardano un temperamento costituzionale e i “life events” con i loro fattori protettivi e i loro fattori di rischio Sviluppo motorio Sviluppo percettivo sviluppo psicomotorio insieme delle acquisizioni del bambino dalla nascita all’età scolare Sviluppo cognitivo L’esame dello sviluppo psicomotorio consiste nell’osservazione del comportamento spontaneo e dell’interazione del bambino con il mondo circostante. Lo sviluppo psicomotorio è un processo lungo e complesso, concetto insito nella “crescita” stessa. Isaia 66: 8 e 9 “…un paese nasce egli in un giorno? Una nazione vien essa alla luce in una sola volta? Ma Sion, non appena ha sentito le doglie, ha subito partorito i suoi figli. Io che preparo la nascita non farei partorire? Dice l’Eterno; Io che fo partorire chiuderei il seno materno?...” ” In un secondo tempo si adottano semplici manovre che permettono di valutare alcuni schemi motori ed evocare atteggiamenti e posture Cosa potremmo vedere in una classe culla? Riflessi neonatali Sono reazioni automatiche del neonato, espressione di immaturità del sistema nervoso; scompaiono in sequenza durante i primi mesi di vita con la progressiva maturazione della corteccia cerebrale. La loro assenza o persistenza oltre il periodo fisiologico può essere segno di sofferenza neurologica. Riflesso di suzione Scompare a 4 mesi di vita, talvolta permane nel sonno fino a 7 mesi Riflesso di prensione palmare e plantare Il riflesso di prensione palmare scompare entro il secondo-terzo mese di vita Il riflesso di prensione plantare permane fino al nono-decimo mese di vita Riflesso di Galant Incurvamento omolaterale del tronco dopo stimolazione dell’area paravertebrale in regione dorso-lombare Riflesso di Moro Scompare all’età di 6 mesi Riflesso della marcia automatica Scompare a sei settimane di vita Riflesso di raddrizzamento Compare a 28 settimane di età gestazionale e si attenua progressivamente entro i due- quattro mesi di vita. Lo sviluppo psicomotorio • Con questo termine ci riferiamo ad un percorso di crescita che coinvolge il corpo ed i 5 sensi del bambino, esiste una stretta relazione tra le diverse azioni che il bambino impara a svolgere ed i progressi della sua psiche. • Il neonato non riesce a controllare volontariamente il suo corpo, si muove in modo automatico, eppure proprio nel periodo della prima infanzia il suo cervello “lavora continuamente” nel senso che si modifica ed apprende dai genitori e/o da chi si occupa di lui e dalle proprie esperienze personali Lo sviluppo psicomotorio 2 • Ogni età è caratterizzato da un diverso desiderio di muoversi che è innato in ogni bambino: il neonato istintivamente sgambetta nel fasciatoio e sguazza nel bagnetto (movimenti di flesso estensione e di motricità spontanea) • Il lattante vuole girarsi nel lettino, rotolare ed afferrare gli oggetti (la prova del rotolamento da prono a supino e viceversa, l’aggancio e l’inseguimento visivo….) • Poi crescendo tenta di mettersi seduto od in piedi (controllo del tronco, controllo della testa…) Periodo critico Ci sono periodi specifici dello sviluppo in cui un organismo è particolarmente sensibile alla presenza (o assenza) di un preciso tipo di esperienza- Il criterio epigenetico significa che se quell’esperienza non viene sperimentata nel periodo di età appropriato anche se verrà effettuata nelle età successive non comporterà più lo stesso risultato ottimale. (ad es. Lo sviluppo dell’attaccamento negli anatroccoli, o la sensibilizzazione della corteccia cerebrale occipitale da parte di stimoli visivi o la discriminazione uditiva nei sordi protesizzati in ritardo) Periodo sensibile E’ il periodo durante il quale il bambino può essere particolarmente ricettivo a uno specifico tipo di esperienza. (ad es. Lo sviluppo di un attaccamento stabile da 6 a 12 mesi) Questo sta a significare che se un bambino è esposto ad una figura materna che non è in grado di fornire dei modelli di cura “sufficientemente buoni” non solo garantendo una presenza fisica, ma anche una prevedibilità ed una attendibilità nella risposta al bambino, il bambino porterà nelle sue relazioni successive lo stesso tipo di pattern relazionale disfunzionale che ha appreso. IPOTESI SULLO SVILUPPO: interazione dinamica tra fattori favorevoli e fattori sfavorevoli • Considerando il grado di adattamento e integrazione sociale di un individuo nelle fasi del ciclo di vita, la persona/bambino può essere considerato come il risultato momentaneo e transitorio di un processo dinamico interattivo tra fattori di rischio e protettivi • A seconda del prevalere tra fattori, il soggetto potrà essere vulnerabile, non integrato e disadattato oppure resistente, scarsamente vulnerabile, integrato e adattato socialmente Sviluppo neuropsicomotorio e relazionale alla 4° settimana • Fissa lo sguardo • Segue gli oggetti fino a 90° • Normale trasparenza degli occhi • Fase orale (tutte le esperienze di esplorazione dell’oggetto avvengono attraverso questa zona del corpo – zona erogena) • Tenta di sollevare la testa • Risponde ai sorrisi • Si aggrappa Sviluppo neuropsicomotorio e relazionale a 3 mesi • Sorride spontaneamente • Cerca di afferrare gli oggetti • Regge il capo (controllo tonico del collo) • Si solleva sui gomiti posto in posizione prona • Emette suoni di piacere • Risponde al parlare mediante vocalizzi Sviluppo neuropsicomotorio e relazionale al 5°-6° mese • Avverte la presenza della madre • Flessione del capo (sollevamento consensuale) • Punta i piedi • Passa un oggetto da una mano all’altra • Afferra e porta alla bocca • Emette suoni gutturali e sillabazioni Sviluppo neuropsicomotorio e relazionale al 9° mese • • • • • • • • • • • Movimenti ripetuti patologici (stereotipie) Segue la caduta di un oggetto Si sposta a gattoni Sta seduto senza appoggio in modo stabile Afferra oggetti a pinza Dice mamma e papà Dice ciao Ha paura degli estranei Dice sillabe riferite a persone Passa dall’allattamento all’alimentazione razionale, gradualmente perderà l’identificazione cibo = madre , questo periodo sarà fondamentale per le abitudini alimentari della vita adulta Si può valutare quanto il bambino sia incline alle nuove esperienze ( gusti, intensità), la tendenza minore o maggiore di proiettarsi verso il nuovo e verso l’avventura, o al contrario un attaccamento tenace ai piaceri già sperimentati ( il nuovo è potenzialmente minaccioso) Sviluppo neuropsicomotorio e relazionale a 18 mesi • • • • • • • • • • • • • • Mette insieme alcune parole Chiede il vasino (si sposta la zona erogena dalla zona orale alla zona anale) Mangia da solo Inizia a vestirsi e a spogliarsi Indica tre parti del corpo Indica gli oggetti che si nominano Getta ancora oggetti Comprende ordini semplici Si passa dall’incontinenza al controllo sfinteriale, si passa dalla fase orale precedente alla fase anale I prodotti del corpo sono molto importanti, rappresentano un dono d’amore per la madre, ma anche veicolono l’ aggressività del bambino, possono divenire armi potenti grazie alle quali la rabbia, la collera e la delusione si scaricano nel rapporto con la madre I desideri sono “ambivalenti” e lo rimarranno per tutta la vita, l’importante è che non siano fuse Maturano le capacità di trattenere, svuotare, accumulare,dominare, distruggre Mediazione tra le esigenze di “pulizia” dell’ambiente esterno e le esigenze del bambino Maturano il disgusto, il senso dell’ordine e della pulizia, puntualità, coscienziosità, il risparmio Sviluppo neuropsicomotorio e relazionale a 24 mesi • • • • • • • • • • Cammina da solo da quando? Indica 4 parti del corpo Associa alcune parole Frasi semplici 2 – 3 parole Obbedisce a semplici ordini. Si assume la responsabilità o l’irresponsabilità della cura e della difesa del proprio corpo Cambiamento di direzione dell’aggressività dal proprio corpo verso il mondo esterno Capacità do orientarsi nel mondo esterno, comprensione del rapporto fra causa ed effetto, controllo dei desideri pericolosi in funzione del principio di realtà Adesione volontaria alle regole di pulizia e di cure, alcuni bambini continuano a ritenere loro diritti mettere in pericolo la propria vita lasciando alla madre il compito di proteggerla, può durare sino all’adolescenza come ultimo residuo della simbiosi originaria tra madre e bambino Caso clinico • Emiliano 4 anni e 6 mesi encopresi , si sporca o trattiene le feci da sempre, conflitto tra la regressione (si sporca) e l’autonomia (si trattiene) • Padre “figlio dei fiori”, madre new-age…tutti fanno finta che la rabbia non esiste, • Sorella di 7 anni, perfetta in ogni attività, pensa come una 12 enne…enuresi notturna • Tutto può essere discusso, “bisogna far comprendere”….. • La paura di essere “cattivi” nella mente dei bambini, essere autorevoli non significa essere autoritari La fase di latenza • • • • • • • La fase di latenza : il quarto periodo di sviluppo psicosessuale del bambino, entro un periodo compreso dai 6 anni alla pubertà . La fase di latenza non rientra tra le fasi psicosessuali, in quanto in essa la libido è "dormiente" . Se la rimozione stata eseguita correttamente le pulsioni , vengono sublimate verso altri scopi. Vengono “canalizzate” nelle regole dei giochi, nel collezionismo, nella raccolta delle figurine… Questa fase serve al bambino per incrementare la socializzazione e sviluppare rapporti amichevoli con i membri dello stesso sesso, focalizzando la sua attenzione sulle attività che caratterizzeranno il suo sviluppo fisico (scuola e atletica). Il gioco diviene più realistico e meno caratterizzato da fantasie e sentimentalismi, sebbene di sovente appaiano sogni ad occhi aperti e ritiri nel mondo interiore. I compiti della fase di latenza comprendono lo sviluppo di un notevole senso di dominio e di competenza, di moralità e di stabile autostima. Inoltre, avviene un ulteriore sviluppo dell'identità di genere, attraverso la piena identificazione con il genitore del medesimo sesso. Dall’egocentrismo alla socievolezza • • • Se il bambino rimane isolato o eccessivamente timido significa che gli altri bambini sono percepiti come elementi di disturbo nel rapporto madre-bambino (madri ansiose, padri assenti) Proverbi 4: 3” Quand’ero ancora fanciullo presso mio padre, tenero ed unico verso mia madre,…” indica il diverso modo di immaginare il figlio nella mente dei due genitori Solo se il bambino accede alla considerazione di compagni come persone a sé stanti, che possono essere accettate potrà in seguito stabilire dei rapporti di cameratismo Gioco madre - bambino • • • • All’inizio della vita il bambino si concentra sullo sviluppo lungo quelle linee evolutive che sollecitano nel modo più evidente l’amore e l’approvazione della madre, cioè provocano in lei un piacere spontaneo ai progressi del bambino, mentre, in proporzione, il bambino ne trascura altre che non suscitano tale approvazione. Di conseguenza le attività che sono gradite alla madre vengono ripetute più frequentemente, investite di desiderio e perciò stimolate ad un ulteriore sviluppo. Ad esempio se una madre stabilisce un contatto attraverso la parola piuttosto che sullo scambio fisico, questo sembra influenzare una precocità del linguaggio e un ritardo delle tappe motorie, naturalmente ciò è vero anche viceversa Alcune madri non provano piacere ai continui imprevisti e alle nuove avventure del bambino (problemi di ansia ed esigenza di eccessivo controllo). E la moralità ? • • • • • • • La moralità nasce con il senso di colpa Il senso di colpa nasce quando abbiamo maturato di essere individui separati da nostra madre Abbiamo avuto accesso ad una relazione triadica (ingresso della figura del padre) L’oggetto amato può essere intensamente amato e intensamente aggredito, QUESTO SIGNIFICA CHE NON NASCONO BAMBINI GENETICAMENTE BUONI E CATTIVI Nelle situazioni di deprivazione ambientale si deve modulare la richiesta facendo sempre vincere l’amore sull’aggressività del bambino Considerare che un bambino con problematiche ambientali e familiari è deluso e arrabbiato e “giustamente” richiede sempre un risarcimento alle figure adulte presenti che funzioneranno comunque come controfigura Il monitore deve sempre considerare il vissuto del bambino che ha di fronte Le problematiche emotive affettive in età adulta • Se le tappe dello sviluppo non sono maturate in un modo “sufficientemente buono”, in età più matura si struttureranno delle problematiche più o meno gravi, dai semplici disturbi alle patologie vere e proprie Il modo migliore di comunicare nelle diverse età di sviluppo • • • • Nella classe culla: privilegiare il gioco senso-motorio, giochi semplici come il cucù riportano alla sperimentazione delle fasi di permanenza dell’oggetto in senso psichico; Canzoncine e filastrocche, meglio se in rima , favoriscono l’instaurarsi del linguaggio; Fare attenzione all’ansia da separazione, ricordiamoci che ad 8 mesi circa si ha una fisiologica “angoscia all’estraneo”; Tollerare fin che è possibile i bisticci tra bambini, se riescono da soli a trovare un punto di incontro senza il vostro intervento, è meglio, hanno imparato a condividere un gioco…è una grande lezione di vita in un mondo di figli unici (spesso), questo vale anche per i fratelli (finchè non scorre il sangue) PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO E MULTIFATTORIALITA’ NELL’EVOLUZIONE DEI DISTURBI INFANTILI “disturbi reattivi dell’attaccamento nell’infanzia”: gravi e anomale modalità di relazione con le figure che si prendono cura del bambino. • Sottotipo inibito: ipervigilanza e paura, ritiro, ambivalenza o contraddittorietà nei comportamenti • Sottotipo disinibito: attaccamento diffuso e non selettivamente orientato, tendenza ad aggrapparsi agli altri, comportamento indiscriminatamente confidenziale. IPOTESI SULLO SVILUPPO: interazione dinamica tra fattori favorevoli e fattori sfavorevoli • Evoluzione a lungo termine dell’individuo dipende dall’interazione tra fattori di rischio e fattori protettivi (Rutter, 1995) • Essi vanno considerati come poli opposti di un processo di oscillazione tra vulnerabilità <---> protezione • dove la persona si trova o si muove da una direzione all’altra durante il ciclo di vita. IPOTESI SULLO SVILUPPO: interazione dinamica tra fattori favorevoli e fattori sfavorevoli • Considerando il grado di adattamento e integrazione sociale di in individuo nelle fasi del ciclo di vita, la persona/bambino può essere considerato come il risultato momentaneo e transitorio di un processo dinamico interattivo tra fattori di rischio e protettivi • A seconda del prevalere tra fattori, il soggetto potrà essere vulnerabile, non integrato e disadattato oppure resistente, scarsamente vulnerabile, integrato e adattato socialmente Fattori protettivi Caratteristica dell’individuo o circostanza che riduce l’impatto dei fattori di rischio e incrementa la probabilità di esiti evolutivi desiderabili I FATTORI DI RISCHIO (Greenberg, 1999) • Per la maggior parte dei disturbi non esiste un’unica causa – E’ improbabile che l’attaccamento insicuro da solo porti allo sviluppo di un disturbo, sebbene ne possa incrementare la probabilità di occorrenza (Sroufe, 1983, 1990) – Quindi, anche quando sia fortemente presente una causa biologica (es. autismo) l’intervento sulla relazione genitore-bambino rappresenta un obiettivo importante di trattamento I FATTORI DI RISCHIO • Equifinalità: diverse combinazioni di fattori di rischio possono portare allo stesso tipo di disturbo (Cicchetti e Rogosh, 1997) • Multifinalità: L’effetto di ogni singolo fattore di rischio dipende dal momento in cui interviene e dalla combinazione con altri fattori I FATTORI DI RISCHIO • I fattori di rischio da considerare possono essere sia individuali che familiari e più in generale “ecologici”: possono in un certo grado costituire fattori di rischio il gruppo dei pari, i vicini di casa, le istituzioni scolastiche e sociali, la legislazione corrente (Kellam, 1990; Bronfenrenner, 1979; Weissberg e Greenberg, 1979) • La relazione tra fattori di rischio ed esito non sembra essere lineare. La probabilità del disturbo può aumentare anche in modo esponenziale con l’incremento del numero di fattori di rischio (Rutter, 1979; Sameroff, Seifer, Barocas, Zax e Greenspan, 1987); I FATTORI DI RISCHIO • La maggior parte dei fattori di rischio non è legata regolarmente con disturbi specifici, ma può condurre ad una varietà di esiti psicopatologici infantili. Questo vale anche per la qualità dei legami di attaccamento, anche se alcune forme di insicurezza possono essere legate a specifiche forme di disturbo (Carlson e Sroufe, 1995); I FATTORI DI RISCHIO • Alcuni fattori possono avere una influenza o azione differenziata in diversi periodi dello sviluppo: – prima infanzia:qualità attaccamento – fanciullezza:abilità cognitive – adolescenza:norme educative genitoriali I FATTORI DI RISCHIO • Quasi tutti i fattori di rischio (attaccamento compreso) possono variare nella loro influenza interagendo con molti altri fattori quali genere, etnia, cultura • E’ possibile che un singolo fattore possa essere di rischio per una condizione e di protezione per un’altra – l’attaccamento evitante è considerato un fattore di rischio riguardo a diverse difficoltà comportamentali e sociali, ma in certe condizioni potrebbe ridurre il rischio di suicidio (Adam, Sheldon-Keller e West, 1995). MODELLO DI GREENBERG Evidenzia quattro generali domini di rischio: 1. Caratteristiche interne del bambino: vulnerabilità biologica, funzioni neurocognitive, temperamento. 2. Qualità delle relazioni primarie di attaccamento. 3. Stile educativo parentale e strategie di socializzazione. 4. Ecologia familiare: eventi vitali critici, stress e traumi della vita familiare, risorse organizzative familiari, rete sociale. EVIDENZE SPERIMENTALI • Gli indicatori relativi ad 1,2 e 3 hanno maggior rilievo nel prevedere esiti patologici, il fattore 4 non fornisce dati certi sul piano previsionale. • Studi lo • ngitudinali su popolazioni di classi sociali medio-alte a basso rischio di stress familiari e fattori educativi: no correlazione tra pattern di attaccamento primario (sicuro e insicuro) e successivo sviluppo sintomi esternalizzanti (disturbi del comportamento). • Spiegazione del risultato: un attaccamento insicuro, se isolato, non costituisce fattore certo di psicopatologia. AD ESEMPIO… • Pattern sicuro: buon inserimento in scuola materna, buona autonomia nel lavoro in classe e buona interazione sociale coi pari; in ambulatorio pediatrico appaiono tranquilli, a loro agio e collaboranti. • Pattern evitante: in ambulatorio collaboranti ma in scuola materna sia nel lavoro in classe che nelle relazioni coi pari tendono ad isolarsi. • Pattern ansioso-resistente: in scuola materna sono poco autonomi e dipendenti dalla figura adulta; in ambulatorio appaiono impauriti, non collaboranti e mantengono uno stretto contatto fisico con la madre. La classificazione dimensionale di Achenbach Achenbach e colleghi chiesero a genitori e insegnanti di valutare molte centinaia di bambini osservando una serie di tratti Le valutazioni relative a numerosi aspetti potenzialmente problematici furono riconducibili a 2 fattori: sintomi internalizzanti: problemi su cui il bambino ripiega, senza esibirli in direzione degli altri (per es. ansia, fobie, eccessivo autocontrollo, preoccupazioni, timidezze, somatizzazioni); sintomi esternalizzanti: problemi diretti verso l'ambiente e altre persone (per es. aggressività, disobbedienza, oppositività, iperattività). PATTERN INSICURO ASSOCIATO AD ALTRI FATTORI DI RISCHIO: ITINERARIO DI SVILUPPO CON POSSIBILI USCITE PSICOPATOLOGICHE ESTERNALIZZANTI (COMPORTAMENTALI) O INTERNALIZZANTI (EMOZIONALI) • Livelli diversi di flessibilità, integrazione di sé e competenza nelle funzioni metacognitive possono esprimere su uno stesso pattern d’attaccamento, uscite psicopatologiche diverse, come tipologie e come gravità del quadro sindromico. • Stesse categorie descrittive possono essere sostanziate da itinerari di sviluppo e organizzazioni del sé diverse. • I diversi pattern d’attaccamento possono esprimersi sul piano dei sintomi con accentuazioni diverse delle loro componenti comportamentale, emotiva, ideativa, somatica, in funzione dei sistemi rappresentativi prevalenti nel bambino e della loro efficacia nel mantenere la relazione col genitore. LIVELLI DIVERSI DI FLESSIBILITA’ • Pattern ansioso-resistente: ha diverse forme, intensità e modulazioni con cui si manifesta all’osservazione. Ci sono bambini in grado di modulare in forma sufficientemente articolata e flessibile le loro strategie di controllo coercitivo sul genitore, oscillando dal versante seduttivo a quello tirannico, senza che la regolazione affettivo-emotiva le capacità di negoziazione vengano perse e senza che i loro schemi interpersonali acquisiscano carattere ossessivo. MODELLI RAPPRESENTATIVI DI SE’ E ALTRO DEI DIVERSI PATTERN: considerati in base ai contenuti e alla coesione interna che li caratterizza. • Liotti (1994): nel bambino sicuro c’è una coesione unitaria, che permane nel corso dello sviluppo, dei modelli operativi interni di sé-con-altro. • All’estremo opposto del continuum c’è l’attaccamento disorganizzato • l’attaccamento evitante e quello ambivalente sono intermedi. • Parallelo al continuum dei modelli operativi (coerenza/unitarietà dell’attaccamento B – incoerenza/molteplicità dell’attaccamento D) c’è il continuum della coscienza (normalità dell’attaccamento B – seri disturbi dell’attaccamento D). i fattori di rischio aumentano la probabilità che da una condizione di equilibrio si passi ad uno stato di sofferenza psichica 15/02/2015 55 i fattori di protezione mentre aumentano la resistenza delle persone agli eventi stressanti e concorrono al mantenimento dello stato di benessere. 15/02/2015 56 fattori di rischio i momenti critici del ciclo vitale (i passaggi da un’età all’altra, in particolare l’adolescenza) i momenti critici e di passaggio della vita familiare (fidanzamento, matrimonio, gravidanza, nascita dei figli, separazione, divorzio, allontanamento dei figli, presenza di anziani da sostenere, morte di uno dei coniugi) 15/02/2015 57 fattori di rischio eventi di vita stressanti disagio sociale (disoccupazione, emigrazione, difficoltà abitative, malfunzionamento dei sistemi scolastici) assenza o malfunzionamento del servizio sanitario 15/02/2015 58 fattori di protezione presenza della rete sociale figure familiari di riferimento accesso all’istruzione sistema sanitario funzionante capacità individuali di risposta allo stress (RESILIENZA) 15/02/2015 59 il modello vulnerabilità-stress FATTORI CHE INDUCONO LE CONDIZIONI MENTALI E cologia Clas se s oc iale Carenz e fis ic he, s oc iali, ambientali Limitaz ioni c ulturali S is tema sanitario A MB IENTA LI 15/02/2015 A PP RE NDIME NTO S tili delle relaz ioni familiari Com portam enti maladattativi Incapac ità vers o s tres s S VILUP PO S toria e valori familiari S oc ializ z az ione: s cuola, amic iz ie, maturaz ione P SICOS OCIALI GENETICA A mbiente interno P roc es s i bioc himic i e virali Funz ioni c erebrali, neurops icologic he, neurofis iologiche B IOLOGICI 60 modelli di malattia decorso ed esito 15/02/2015 61