1. Ricavo totale, ricavo medio e ricavo marginale per un monopolista. Giustificare la scelta del
monopolista che eguaglia costo marginale e ricavo marginale.
Il ricavo totale è il prodotto tra la quantità prodotta e il prezzo a cui questa viene venduta.
Il ricavo medio è il rapporto tra il ricavo totale e la quantità totale prodotta.
Il ricavo marginale è la variazione del ricavo dovuto all’incremento di un’unità in più di produzione.
Nel caso di un monopolista il ricavo medio coincide con la curva di domanda di mercato e rappresenta
anche il prezzo. Questo si presenta sempre maggiore rispetto al ricavo marginale e ciò si può spiegare col
fatto che tutte le unità sono vendute allo stesso prezzo, compresa l’ultima (se l’impresa decidesse di
abbassare il prezzo da 6€ a 5€ l’ultima unità comprese le precedenti sarebbero vendute a 5€): l’ultima unità
venduta incrementa il ricavo nella misura del prezzo, ma sulle precedenti si perde ricavo rispetto a quanto
incassato precedentemente, per cui l’effetto complessivo è inferiore al prezzo.
Si può affermare inoltre che quando il ricavo marginale è positivo, il ricavo è crescente con la quantità,
quando il ricavo marginale è negativo anche il ricavo è decrescente.
Il monopolista per ottenere il massimo profitto sceglierà quindi il livello di produzione al quale il costo
marginale eguaglia il ricavo marginale. Oltre questo punto il ricavo marginale sarebbe inferiore al costo
marginale e questo comporterebbe una perdita di profitto dovuto ad un prezzo di vendita troppo basso e
una produzione eccessiva; a sinistra del punto di massimo profitto l’impresa perderebbe profitto a causa di
una produzione troppo bassa e un prezzo di vendita troppo alto (potrebbe ottenere ancora profitti).
Il monopolista sceglie la condizione C’-R’=0 perché è quella che massimizza il profitto.
Bene, ma veda la mia precisazione sopra
2. Determinare il profitto del monopolista in condizioni ottimali; qual è la parte sottratta alla
rendita dei consumatori? Qual è la perdita secca?
Il profitto del monopolista in condizioni ottimali viene raggiunto ad un livello di produzione tale per
cui il ricavo marginale uguaglia il costo marginale. Osserviamo graficamente:
(c)
Nella figura (a) si può notare come il massimo profitto venga raggiunto nel punto in cui si ha la
massima distanza tra il ricavo totale e i costi totali, qui le rette del costo marginale (c’) e ricavo
marginale (r’) tangenti rispettivamente alle curve di costo e di ricavo hanno la stessa inclinazione. In
questo punto l’inclinazione della curva di profitto è zero. Sì, ma è molto più importante il
ragionamento intorni a: che cosa succederebbe se R’>C’ o R’<C’, veda la slide 11 del capitolo 10.
Nella figura (b) è evidenziata l’area di profitto dell’impresa, l’area che sta al di sotto del prezzo 15
fino al livello di produzione Q* rappresenta l’area dei costi e l’insieme delle due, profitto e costi,
misura il ricavo totale.
Nella figura (c) è evidenziata la variazione di surplus del produttore e del consumatore
conseguentemente all’applicazione di Pm (prezzo nel caso di monopolio) e Pc (prezzo nel caso di
concorrenza). In un mercato monopolistico il prezzo è più alto rispetto a quello di concorrenza e a
questi corrispondono rispettivamente livelli di produzione più bassi nel primo caso rispetto al
secondo. A causa del prezzo più alto i consumatori perdono un surplus pari all’area A+B della figura
(c) e i produttori guadagnano un surplus pari all’area A-C della figura (c). La perdita secca è
rappresentata dall’area B+C.
Gli economisti considerano infatti il monopolio come un mercato che porta ad un benessere
inferiore rispetto a quello concorrenziale.
Bene, ma anche in questo caso veda la precisazione sopra.
3. Discutere la relazione sotto riportata, come interpretazione dell’azione del monopolista.
P  C'
1

P
Ed
Dalla relazione sopra riportata si può giungere alla determinazione del prezzo in un mercato
monopolistico.
La parte sinistra della relazione P-C’ detta markup misura il potere di mercato dell’impresa.
P
Questa viene messa in relazione al reciproco dell’elasticità della domanda - 1
Ed
Quanto più la domanda è elastica, quanto più il prezzo si avvicina al ricavo marginale, viceversa
quanto più la domanda è anelastica, quanto più il ricavo marginale è lontano dal prezzo e l’impresa
ha un potere di mercato elevato. In quest’ultimo caso quindi l’impresa può fissare un prezzo al di
sopra del costo marginale, ma di un importo inversamente proporzionale all’elasticità della
domanda. Nel caso di domanda elastica si presenta un vantaggio molto limitato nell’essere
monopolista in quanto il prezzo applicato avvicinandosi maggiormente al ricavo marginale è di poco
superiore al costo marginale (è una situazione che si avvicina ai mercati concorrenziali).
Bene
Valutazione complessiva D, quasi E.