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Rosmarino, un amico fedele
Fitoterapia - I grandi tesori racchiusi da sempre in una comunissima pianta
/ 27.03.2017
di Eliana Bernasconi
Quando ci si sente stanchi o esauriti, magari indeboliti da fastidiosi ma indefiniti piccoli disturbi, si
può facilmente correre alla ricerca di qualche rimedio esotico e portentoso senza accorgersi che può
essere inutile cercare lontano: sulla soglia di casa cresce una pianta dalle straordinarie proprietà,
generosa e onnipresente, umile e preziosa. Può essere ospitata sul balcone, nell’orto, in giardino, ai
bordi delle aiuole, ovunque. Forse per questo abbiamo cessato di apprezzarla.
Derivato dal latino ros (rugiada) e marinus (marino), il rosmarino è originario del bacino del
Mediterraneo, (uno dei suoi habitat preferiti è ad esempio la Liguria, ma non solo) cresce sino a
1500 m s.l.m., ha un arbusto legnoso, ramificazioni con tipiche foglie resinose e aghiformi, inserite
due a due, e l’aroma è assolutamente unico, immediatamente riconoscibile. Questa pianta necessita
di calore e luminosità per crescere, per maturare il prezioso olio essenziale che racchiude.
Innumerevoli le applicazioni e le virtù terapeutiche del rosmarino. Grazie ai suoi principi attivi, ha
proprietà eccitanti e toniche, digestive e diuretiche: è utile negli stati di depressione, esaurimento
psicofisico, stanchezza generale. L’olio essenziale contiene tannino, pinene, borneolo, canfora,
cineolo, acido rosmarinico e altre componenti antiossidanti che contrastano l’invecchiamento delle
cellule. Come tutte le piante, racchiude dosi più o meno elevate di calcio, potassio, ferro, sodio,
fosforo e molti altri minerali.
Il modo migliore per utilizzare il rosmarino è la tisana, come decotto o infuso. A differenza
dell’infuso che si prepara semplicemente versando acqua bollente sulla droga (il termine tecnico che
in fitoterapia indica la parte della pianta medicinale fresca o essiccata) il decotto si ottiene con la
breve cottura di 10-15 minuti in acqua bollente di un cucchiaio di fiori e foglie freschi o essiccati.
Bevuti prima o dopo i pasti, sia il decotto e sia l’infuso sono digestivi, drenanti e sgonfianti.
Esiste poi la Tintura madre idroalcolica (la macerazione della pianta fresca o essiccata in acqua e
alcol) che è impiegata come diuretico e tonico negli stati di astenia e debilitazione, nelle cefalee,
nelle emicranie, nei disturbi della digestione e del fegato. È stata dimostrata la sua azione stimolante
dell’attività della corteccia surrenale e una migliore reattività alle condizioni di stress. (Driope –
Trattato di Fitoterapia, di Gabriele Peroni). Distillando l’essenza vegetale in corrente di vapore si
estrae invece l’olio essenziale, da usarsi con prudenza perché in forti dosi diventa tossico.
A tal proposito non si smetterà mai di insistere: le erbe sono prodotti della natura ma non per questo
sono prive di rischi, mai quindi farne uso senza aver consultato un farmacista esperto, un erborista,
un fitoterapeuta.
L’olio essenziale è indicato ad esempio nei casi di astenia, stanchezza, reumatismi. Per uso esterno
ha molte applicazioni: in soluzione alcolica viene usato per massaggi antidolorifici contro dolori
muscolari e nevralgie. Con l’olio essenziale siamo nel grande regno dell’aromaterapia: una ricerca
australiana (dal «Corriere del Ticino» del 5 gennaio 2016) ha esaminato su vasta scala gli effetti dei
diversi odori e aromi sul comportamento umano dimostrando come questi possano evocare ricordi
profondi, addirittura modificare il modo in cui le persone pensano.
Questa rinnovata credibilità verso l’aromaterapia apre strade potenziali nel trattamento di stress,
aggressività, perdita di memoria e sintomi di demenza. Gli antichi da sempre bruciavano il
rosmarino come un’essenza sacra nelle cerimonie funebri o nuziali al pari dell’incenso; e in
particolare i romani lo utilizzavano nei templi. Ancora oggi si può diffonderne l’aroma negli ambienti
riscaldando l’essenza negli appositi bruciatori, restano eternamente attive le sue proprietà
balsamiche, rigeneranti e purificanti.
Rami di rosmarino possono essere immersi nell’acqua bollente per un bagno stimolante e tonico per
la circolazione; indicato anche per i bambini. Uno dei rimedi più forti per rinforzare i capelli e
favorirne la crescita si ottiene bollendo gli aghi e lasciandoli riposare: il decotto andrà poi
massaggiato sui capelli senza sciacquarli. Superfluo, poi, è il dilungarsi sul ben noto uso del
rosmarino come spezia in cucina, mentre in cosmetica entra a livello industriale nella fabbricazione
di dentifrici, profumi, collutori.
Nel 1522 un Herbolario così si rivolgeva alle donne: «Per provocare i mestrui e generare fare
fomenti ai genitali con decotto di rosmarino e melissa», mentre in un Codice miscellaneo in latino
volgare conservato a Genova e raccolto sul finire del 400 troviamo scritto: «Il vino di rosmarino cura
l’umor nero, il fiato puzzolente, sana le donne sterili e tiene lontane le pestilenze, guarisce le ferite e
aguzza l’appetito, è ottimo contro il catarro, la febbre quartana e quotidiana. Se qualcuno ha assunto
un veleno faccia un bagno nel rosmarino fiorito e si risanerà. Il rosmarino è utile anche contro le
tigne di abiti e manoscritti».
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