MUSICA Giuseppe Verdi, nome completo Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, nacque a Roncole Di Busseto (PR) che oggi porta il suo nome (Roncole Verdi), il 10 ottobre del 1813. Fu un compositore italiano, considerato uno dei massimi operisti della storia, autore di melodrammi che fanno parte del repertorio dei teatri di tutto il mondo. Sposò Margherita Barezzi, da cui ebbe due figli, Virginia e Icilio. Verdi simpatizzò il movimento risorgimentale che perseguiva l'Unità d'Italia: per un breve periodo partecipò anche alla vita politica, assumendo una carica elettiva presso il proprio comune di residenza. Questi ideali si riflessero in parte nelle sue opere, come il Nabucco e altre opere, che manifestavano molti caratteri propri dello spirito del movimento di unificazione. La sua prima opera "Oberto Conte di San Bonifacio", fu commissionata del Teatro alla Scala di Milano, dall’impresario Bartolomeo Merelli: andò in scena con successo il 17 novembre del 1839, ma la sua seconda opera, "Un giorno di regno", opera comica, rappresentata il 5 settembre dell‘anno dopo, cadde rovinosamente, fu duramente fischiata e non ebbe neppure una replica, aggiungendo così sconforto a Verdi, già triste per la scomparsa della moglie e dei due figli. Tra il 1853 e il 1871, nonostante avesse già ormai raggiunto e consolidato il proprio successo, Verdi ridusse notevolmente il suo lavoro, curando la sua attività di proprietario terriero nella regione natale. Infatti, mentre negli undici anni precedenti aveva composto sedici opere, nei seguenti diciotto scrisse solo sei opere. L'influenza musicale di Verdi nei suoi successori è stata limitata, tuttavia le sue opere rimangono ancora oggi tra le più popolari, in particolare la cosiddetta "trilogia popolare": Rigoletto, Il trovatore e La traviata. Giuseppe Verdi morì il 27 gennaio del 1901 a Milano. Giuseppe Verdi collaborò molto con il celebre librettista Arrigo Boito, la loro amicizia nacque nel 1880 e permise a Verdi di aggiungere tre opere al suo repertorio: “Simon Boccanegra” (tratto dal dramma Simón Bocanegra di Antonio García Gutiérrez), “Otello” (penultima opera di Giuseppe Verdi. Il libretto di Arrigo Boito fu tratto dalla tragedia di Shakespeare. La prima ebbe luogo a Milano nell'ambito della stagione di Carnevale e Quaresima del Teatro alla Scala, il 5 febbraio 1887) e “Falstaff” (l'ultima opera di Giuseppe Verdi. Il libretto di Arrigo Boito fu tratto da Le allegre comari di Windsor di Shakespeare, ma alcuni passi furono ricavati anche da Enrico IV, il dramma storico nel quale per la prima volta era apparsa la figura di sir John Falstaff). All’inizio della collaborazione tra i due, non correva buon sangue, perché quando Boito era un militante, aveva offeso Verdi: lo accusava di aver imbrattato (= sporcato) con le sue opere l’altare dell’arte. I due si riavvicinarono quando a Verdi venne proposto di musicare l’Otello; l’editore disse che in Italia non vi era nessun altro letterato che conosceva Shakespeare quanto Boito, così lui, che nel frattempo era passato dal disprezzo alla stima per Verdi, accantonò l’opera di cui si stava occupando per servire al meglio il Maestro. Se “Falstaff” esiste lo dobbiamo ad Arrigo Boito: egli era convinto che Verdi, nonostante l’età (stava per raggiungere gli ottant’anni), potesse ancora creare una partitura scintillante. “Falstaff” nacque il 9 febbraio del 1893 al Teatro alla Scala: una commedia lirica che entusiasmò anche musicisti tedeschi, tra cui Richard Strauss e Ferruccio Busoni, il quale scrisse a Verdi: “il Falstaff ha suscitato in me una tale rivoluzione dello spirito e del sentimento, che con pieno diritto posso datare da questo momento un’epoca nuova della mia vita artistica.”