Jacques ovvero La sottomissione

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Persinsala Teatro
Marco Di Nardo
novembre 16, 2011
Scegliere di non scegliere è a suo modo una scelta. Al Teatro
dell’Orologio l’opera di Eugène Ionesco sull’inaccettabilità del
rifiuto delle convenzioni
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È una dura condanna della società borghese quella portata in scena nella
Sala Grande dello storico Teatro dell’Orologio di Roma. Jacques decide di
non conformarsi al pensiero comune, ma questa scelta viene vissuta dalla
sua famiglia alla stregua di un pericoloso atto sovversivo e come tale non
può essere accettata: ha inizio quindi un rituale di convincimento che si
concluderà in maniera tanto estrema quanto imprevedibile. La messa in
scena di Alan Bianchi è tutta giocata sul piano dell’estremo e dell’eccesso;
lo spettatore si ritrova infatti proiettato in una dimensione onirica dove le
proporzioni del reale sono totalmente distorte: musica, luci, suoni, ritmo
delle battute, tutto contribuisce a creare un clima di surrealtà in cui il
pubblico deve districarsi cercando degli appigli di concretezza. Jacques
ovvero La sottomissione è uno spettacolo dove il piano estetico vince
su quello scenico. L’inizio è sorprendente, costruito con perizia: una sorta
di tableau vivant che via via prende vita, accendendosi di suoni e luci
stranianti, con un contrappunto incalzante di effetti sonori e “rumori
scenici”, in cui vanno a incastonarsi le battute degli attori, un’ouverture
magmatica che vede al centro Jacques, incatenato e alla mercé della sua
famiglia, costretto a subirne gli attacchi e il malcontento. Il resto dello
spettacolo procede con modestia senza riuscire a reggere la tensione
scenica dell’inizio, fino ad arrivare al finale anch’esso purtroppo non
all’altezza delle aspettative create. Il rischio che si corre nel portare in
scena testi del cosiddetto “teatro dell’assurdo” è proprio questo: perdersi
nella ricerca di un’estetica a discapito del senso e della razionalità scenica
finendo per restare schiacciati da una drammaturgia ingenuamente
scollata dal senso intimo delle parole. La sensazione che si prova
nell’assistere alla messa in scena di Alan Bianchi è quella di vedere un
lavoro tratteggiato e abbozzato in superficie, in cui è mancata la forza, o il
coraggio, per scendere in profondità: una grande attenzione ai costumi,
alla dizione e alla bellezza in generale cui non corrisponde altrettanta cura
per il sottotesto e la drammaturgia delle emozioni che dovrebbero
muovere da dentro i singoli attori. Il non-sense non ha senso solo in
apparenza; l’apparenza non ha senso mai, soprattutto in teatro.
http://teatro.persinsala.it
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Lo spettacolo continua:
Teatro dell’Orologio – Sala Grande
via dei Filippini, 17/a – Roma
fino a domenica 20 novembre
orari: da martedì a sabato ore 21.15, domenica ore 17.30
novembre 16, 2011
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Jacques ovvero La sottomissione
di Eugène Ionesco
regia Alan Bianchi
con Simone Veltroni, Cristina Cubeddu, Sergio Lucchetti, Helene Olivi Borghese, Carlo Reali, Ughetta
d’Onorascenzo,Giovanni Caravaglio, Ilaria Giorgino
da un progetto di Alan Bianchi e Helene Olivi Borghese
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