LICEO CLASSICO STATALE “GIULIO CESARE” FACOLTÀ DI FILOSOFIA “LA SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA” Della giustizia Letture filosofiche Martedì 13 febbraio 2007 HANNAH ARENDT a cura del Prof.ssa IRENE KAJON Docente di Antropologia filosofica Lunedì 26 febbraio 2007 PLATONE a cura del Prof. EMIDIO SPINELLI Docente di Storia della Filosofia antica Mercoledì 7 marzo 2007 HOBBES a cura del Prof. STEFANO Docente di Filosofia politica PETRUCCIANI Venerdì 16 marzo 2007 HEGEL/MARX a cura del Prof. PAOLO VINCI Docente di Filosofia pratica Liceo Classico Statale “Giulio Cesare” Corso Trieste 48 - Roma - ore 15 - Aula Magna LICEO CLASSICO STATALE FACOLTÀ DI FILOSOFIA “GIULIO CESARE” “LA SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA” Della giustizia Letture filosofiche Martedì 13 febbraio 2007 HANNAH ARENDT a cura del Prof.ssa IRENE KAJON Docente di Antropologia filosofica Testi: Hanna Arendt, Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil, New York 1963, trad. it.: La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 2006 Lunedì 26 febbraio 2007 PLATONE a cura del Prof. EMIDIO SPINELLI Docente di Storia della Filosofia antica Testi: Platone, La Repubblica Platone, La Repubblica, traduzione e commento a cura di M. Vegetti, vol. III, libro IV, Bibliopolis, Napoli 1998 Platone, La Repubblica, tr. di F. Sartori, intr. di M. Vegetti, note di B. Centrone, Laterza, Roma-Bari 1997 Platone, La Repubblica, a cura di M. Vegetti, BUR-Rizzoli, Milano 2007 Mercoledì 7 marzo 2007 HOBBES a cura del Prof. STEFANO Docente di Filosofia politica PETRUCCIANI Testi: T. Hobbes, Leviatano, trad. it. di M. Vinciguerra, Laterza, Bari 1974 Venerdì 16 marzo 2007 HEGEL/MARX a cura del Prof. PAOLO VINCI Docente di Filosofia pratica Testi: G.F.W., Hegel, Lo spirito certo di se stesso, pp. 404-415 in Fenomenologia dello spirito, La Nuova Italia 1998. G.F.W. Hegel, Prefazione, Introduzione, pp. 3-45, in Lineamenti di filosofia del diritto, Laterza. 2000. G.F.W.Hegel, Platone, 3. Filosofia dello spirito, pp. 248-275, in Lezioni sulla storia della filosofia, vol. II, La Nuova Italia 1973. K. Marx, Il lavoro estraniato, pp. 66-82 e Proprietà privata e comunismo, pp. 103-120 in Manoscritti economico-filosofici del 1844, Einaudi. K. Marx, Ideologia tedesca, pp. 20-40 in K.Marx-F.Engels, Opere V, Editori Riuniti 1972. K. Marx, Cap. I, La merce, pp. 67-115 in Il Capitale, Editori Riuniti, 1967. Liceo Classico Statale “Giulio Cesare” Corso Trieste 48 - Roma - ore 15 - Aula Magna Primo incontro: Irene Kajon Facoltà di Filosofia Università di Roma “La Sapienza” Letture filosofiche presso il Liceo classico “Giulio Cesare” - Roma Il problema della giustizia in “La banalità del male” di Hannah Arendt Lettura di brani da Hannah Arendt, Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil, New York 1963, trad. it.: La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 2006, “Saggi - Universale Economica Feltrinelli” (1. ed. it., Milano 1964), riguardo al problema della giustizia. Nel presente schema sono indicati alcuni temi di riflessione – articolati e precisati in domande – attinenti al problema della giustizia e le pagine del libro, nella ristampa it. del 2006 citata, in cui essi vengono esposti e discussi. 1. Il senso del giusto e dell’ingiusto: a. vi è la coscienza morale? [pp. 103; 111-112; 124-125; 142-144] b. l’etica si fonda sulla ragione o sul sentimento o su ambedue queste facoltà umane? [pp. 40-41; 70-71; 101; 113-114; 142-144; 168] c. può una buona intenzione non manifestarsi nell’azione? [pp. 134-135; 138-139; 238-240] d. che rapporto vi è tra etica e religione? [pp. 133; 296] 2. Il giudizio morale, ovvero valutare un’azione come giusta o ingiusta: a. può un essere umano giudicare un altro essere umano dal punto di vista morale? [pp. 122; 258-259] b. che relazione vi è tra il giudizio morale e la comprensione storica, sociologica, psicologica di certe azioni? [pp. 27-28; 291-292] c. nel giudicare un’azione si tiene conto o no dell’intenzione che la ispira? [pp. 282-284; 290-291] d. la giustizia si accorda o è in conflitto con la carità (l’amore, il perdono)? [pp. 290; 297] 3. La giustizia in riferimento alla società e allo Stato: a. che rapporto vi è tra il senso del giusto e dell’ingiusto e il linguaggio? [pp. 56-57; 59-61; 92-94] b. vi è una “normalità” in campo etico che funge da criterio di misura per ciò che “non è normale”, oppure vi sono diverse od opposte “norme” vigenti nelle varie società? [pp. 34-35; 77-78; 107; 114-116; 118-119; 178-182; 227] c. ciò che è “legale” coincide con ciò che è “legittimo”? [pp. 29-30; 32-33; 153-157; 294-295] 4. La giustizia internazionale: a. si può compiere un’azione che trasgredisce il diritto internazionale allo scopo di esercitare la giustizia? [pp. 216-217; 246-247; 270-272] b. può il giudice essere anche il rappresentante della parte lesa? [pp. 215216; 265-270] c. che rapporto vi è tra il crimine di “genocidio” e il crimine “contro l’umanità”? [pp. 14-15; 251-253; 261-264; 274-277] d. vi è una “colpa collettiva” o solo una “colpevolezza individuale”? [pp. 297-299] Nota bibliografica: Una bibliografia degli scritti di H. Arendt e della letteratura critica su H. Arendt è stata curata da Simona Forti (Bibliografia, in appendice a H. Arendt, La vita della mente, Il Mulino, Bologna 1987, trad. it. di The Life of the Mind, New York-London 1978). Importanti, per valutare le sue idee sulla giustizia, la colpa, il diritto internazionale, espresse in riferimento al processo a Eichmann, sono le sue risposte a obiezioni sollevate da Karl Jaspers (H. Arendt-K. Jaspers, Carteggio 1926-1969, Filosofia e politica, a cura di Alessandro Dal Lago, Feltrinelli, Milano 1989, trad. it. di una scelta delle lettere raccolte in Briefwechsel 1926-1969, a cura di L. Köhler e H. Saner, München 1985) e da Gershom Scholem (scambio epistolare di quest’ultimo con H. Arendt in appendice a H. Arendt, Ebraismo e modernità, Feltrinelli, Milano 1986). H. Arendt ha analizzato in The Origins of the Totalitarianism, New York 1966, 2. ed. (trad. it. Le origini del totalitarismo, Milano 1978) le cause dell’antisemitismo, i fondamenti dell’ideologia nazista, risalendo fino all’età dei nazionalismi e dell’imperialismo di fine Ottocento, la struttura della società totalitaria e i suoi meccanismi di consenso. Le opere di H. Arendt, The Human Condition, London-Chicago 1958 (trad. it. Vita activa, Bompiani, Milano 1964), The Life of the Mind, cit., Lectures on Kant’s Political Philosophy, a cura di Ronald Beiner, London-Chicago 1982, espongono il suo pensiero sui presupposti antropologici di una vita associata diversa non solo da quella tipica del “totalitarismo”, ma anche da quella caratteristica della civiltà incentrata sull’homo faber, ovvero sull’agire tecnico-pragmatico. Il disinteresse, il mettersi l’uno al posto dell’altro, la libera parola persuasiva, la capacità umana di pensare secondo misure comuni, per quanto non fondate su alcuna verità assoluta, la diversità degli individui, la novità che ciascun essere umano rappresenta, sono alcuni di tali presupposti. Il peculiare liberalismo di H. Arendt ha come suo punto di riferimento non Locke o Montesquieu, ma il Kant della Critica del Giudizio.