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PRIMO PIANO
Venerdì 4 Giug
Giugno 2010
5
Pronto un ddl delega. Ecco cosa succederà al settore non profit entrato nel mirino dei tagli della manovra
Fondazioni, arriva la rivoluzione
Riforma di Alfano e Sacconi. Toccati anche gli enti dei politici
DI
STEFANO SANSONETTI
V
engono in mente i 232
enti, tra cui molte fondazioni, a cui il ministro
dell’economia, Giulio
Tremonti, avrebbe voluto tagliare i finanziamenti pubblici.
E vengono in mente anche le numerose fondazioni e associazioni «politiche» germogliate negli
ultimi anni, dalla Farefuturo di
Gianfranco Fini all’Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo. Lo stesso discorso,
con qualche distinguo, potrebbe
valere anche per le fondazioni
bancarie, enti un po’ particolari, visto il loro peso nel controllo
delle banche, ma pur sempre
fondazioni. Su tutto questo variegato mondo del non
profit sta per arrivare una riforma che
si annuncia come
una sorta di rivoluzione. A lavorarci,
secondo quanto è
in grado di rivelare ItaliaOggi,
è il ministro
della giustizia,
Angelino Alfano, in collaborazione
con quello
del welfare,
Maurizio
Sacconi.
È già in fase di discreto avanzamento un bozza di legge delega al governo che grosso modo
ricalca iniziative tentate in legislature passate. L’obiettivo è
quello di riformare il titolo secondo del primo libro del codice
civile, di fatto ancora fermo alle
disposizioni del 1942 e quindi
non
più al passo
con i tempi.
L’articolato, ancora
in fase di
definizione, è stato
messo a
punto da
un gruppo
tec-
Angelino Alfano
nico coordinato da Salvatore
Mazzamuto, ordinario di diritto privato all’università di Roma
Tre e consigliere giuridico dello
stesso Alfano.
Uno degli obiettivi della riforma è quello di disciplinare
in modo più rigoroso, e vigilato,
l’esercizio di attività di impresa
da parte di fondazioni e associazioni, che sono enti non profit e in quanto tali non possono
perseguire fini di lucro. Ormai
sono anni, però, che si è diffusa
la pratica di costituire società
controllate dagli stessi enti. Gli
esempi sono tanti. Si pensi a realtà come la fondazione Farefuturo del presidente della camera
o la Magna Carta del vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello. O ancora,
si prenda l’Arel, l’associazione
animata da Enrico Letta, che
ne è segretario generale.
Come ha documentato
ItaliaOggi (vedi il numero del 26 gennaio
2010), si tratta di
enti che nel corso
del tempo hanno
costituito, e che
oggi si trovano
a controllare,
società attrezzate per
un business
variegato:
prodotti editoriali, organizzazione di eventi, ricerche e via
dicendo. Ma il pensiero può andare anche alle fondazioni che
gestiscono musei, ospedali e
università. Uno dei punti su cui
insisterà la riforma sarà appunto l’applicazione a queste realtà
dello statuto dell’imprenditore
commerciale, che tradotto vuol
dire ammettere al fallimento, o
ad altre procedure concorsuali,
gli enti le cui imprese doves-
Maurizio Sacconi
sero andare male. Altro punto
affrontato dalla riforma sarà la
velocizzazione del riconoscimento della personalità giuridica di
fondazioni e associazioni, operazione da cui dipende la limitazione della responsabilità dell’ente
al suo patrimonio. E ci sarà anche un’evoluzione di quella che
oggi è l’Agenzia delle onlus, a cui
verranno attribuiti poteri di censimento degli enti, di richiesta di
informazioni, con la possibilità
di emettere pareri vincolanti,
anche di concerto con l’Agenzia delle entrate. Sotto questa
sorta di Autorità, però, almeno
per il momento non dovrebbero
rientrare le fondazioni bancarie,
anche se la legge 153 del ‘99 (la
normativa di settore) prevede
che gli stessi enti ex bancari siano sottoposti alla vigilanza del
Tesoro fino a quando non verrà
istituita un’Autorità ad hoc su
fondazioni e associazioni. Chissà, forse è proprio la preparazione della riforma Alfano-Sacconi
che, tra gli altri motivi, ha indotto Tremonti a inserire in
manovra una norma con cui
il ministero dell’economia
rivendica la vigilanza sulle
fondazioni bancarie (che
controllano una banca)
anche dopo l’istituzione di
questa Autorità.
© Riproduzione riservata
È CON QUESTA FASCETTA CHE L’EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PRESENTA IL SUO ULTIMO LIBRO
Tenere fuori Cossiga dalla portata degli idealisti
In politica, dice cinicamente, contano solo il denaro, i rapporti di forza e il carattere
DI
DIEGO GABUTTI
genere (di cui uno storico delle religioni,
è a chi piace il giardinaggio e a
Ioan Couliano, scrisse che «se il principe di
chi piacciono le spie». A FranceMachiavelli è l’antenato dell’avventuriero
sco Cossiga, ex presidente della
politico, il mago del De vinculis in genere
repubblica, che con Andrea Candi Giordano Bruno è il prototipo dei sistemi
gini ha scritto Fotti il potere, Aliberti, pp.
impersonali dei mass media, della manipo306, € 17,00, «piacciono le spie», l’intrigo,
lazione globale e della censura indiretta»).
le cospirazioni, la doppiezza, le congiure.
In politica, secondo l’ex presidente della
rrepubblica, le idee
A Cossiga piacciono
v
cioè «gli arcana della
vanno a un soldo la
Non è una filosofia molto
d
politica e dell’umadozzina e gli uomini
incoraggiante
anche
se,
purp
na natura», come si
pubblici, in privato,
troppo,
è
vera.
Cossiga
cerca
p
vanta il libro, scupossono farne benisdi
renderla
più
presentabile,
ssimo a meno. In polilettando un po’, nel
ti
sottotitolo. Dimena le
tica, spiega Cossiga,
imbellettandola con dotte
ccontano soltanto il
parti morbide, come
citazioni di autori sapienti.
d
una sciantosa, anche
denaro, i rapporti di
Questa filosofia è vera solo
fo
la fascetta rossa che
forza e il carattere.
se
ci
si
accontenta
d’una
A
inghirlanda Fotti il
Anche lui, come il
verità smargiassa, che ricorV
potere. Sulla fascetta
Vecchio della Monda per vanagloria le storielle
ttagna, Capo degli
trovate scritto: «Avgrasse che si sentono racconA
vertenze per l’uso:
Assassini, potrebbe
d
tenere fuori dalla
dire: «Niente è vero,
tare, nel bar sotto casa, dai
ttutto è permesso».
portata degli ideaconsumatori di caffè
S
listi». Cossiga, che
Senza offesa, ma non
corretto grappa
è una filosofia molto
pure agitò il piccone
in
nel tentativo di sfaincoraggiante (bentico ormai obsoleto
ché Cossiga, per rende
sciare un sistema politico
renderla più appetibile,
e fuori corso, rivelandone gli arcana, non
la inghirlandi di dotte citazioni dalle opere
è Niccolò Machiavelli e neppure Giordano
Carl Schmitt, Tommaso Moro, Vilfredo PaBruno. Non di meno, affascinato com’è dareto, Sant’Agostino, Paul Claudel, Gustave
gli arcana mundi, cioè dalle segrete cose
Le Bon, Emile Cioran, Tommaso d’Aquino,
del potere, persino del potere nanerottolo
Montaigne, Toni Negri e John Le Carré, per
esercitato dai leader italiani, parla come un
non citarne che alcuni, a caso, come fa del
trattato politico rinascimentale: Il Principe,
resto anche lui). Sarà almeno una filosofia
naturalmente, ma anche il De Vinculis in
vera? Ahimè, sì. Ma solo a patto che ci si
C’
sotto sotto, sia una tale chiavica, e vorrebbe
accontenti d’una verità smargiassa, che
svegliarci a questa nuova consapevolezza:
ricorda per vanagloria le storielle grasse
la politica è sangue e merda, come diceva
che si sentono raccontare, dai consumatori
Rino Formica, ministro socialista di rango,
di caffè corretti grappa, nel bar sotto casa.
nel crepuscolo della prima repubblica. Ma
Cossiga, con tutte le sue picconate e il suo
pecoroni come sono, dominati dagli animali
cinismo ha l’aria d’essere un brav’uomo, al
alfa che popolano le assemblee legislative
punto che «personalmente», ci tranquillizza,
e le segreterie di partito, i cittadini comuni
«sono sempre stato contrario alle uccisioni».
(c
(cioè voi e me) non
Snobba killer e sicav
vogliono conoscere
ri, poiché, dopotutto,
Cossiga gongola quando
««gli arcana della poè un politico cristiaspiega
che
la
classe
politica
li
litica e dell’umana
no, mica un leader
democratica è, in realtà,
n
natura». Mica è fasatanista, tuttavia
una
oligarchia
malamente
ccile dare loro la svesi compiace della
g
glia. Cossiga invece
natura malefica del
mascherata da democrazia.
la sa lunga. Per lui è
potere. A differenza
E dipinge il potere a forti
tu
tutto chiaro: una podei maître à penser
tinte, compiacendosi, come
li
litica disinteressata,
alla cui autorità, una
un
regista
dei
fi
lm
horror
««idealista», generopagina dopo l’altra,
che vanta il realismo dei suoi
ssa, che si svolge alla
l’ex presidente della
zombies, licantropi e vampilu
luce del sole, senza
repubblica e il suo cori. Insomma anche Cossiga è
b
bombe, senza killer
autore si richiamano,
n
né tangenti, cioè la
Cossiga non si limita
covinto, al pari di Formica,
p
politica che viene
a descrivere il mondo
che «la politica sia
p
praticata da elettori
(come faceva il sociosangue e merda».
e contribuenti ogni
logo Roberto Michels,
v
volta che sono chiada lui citato, e come
ro di «Segretissimo»).
mati alle urne, è qualco
qualcosa di ridicolo e d’infa anche l’ultimo numero
sensato. Peggio: è una chimera. Non è così,
No, Cossiga dipinge il potere a tinte forti,
naturalmente, qualunque cosa ne pensino
psichedeliche, compiacendosene come un
(per istinto più che per incoraggiamento
regista di film horror vanta il realismo dei
alle buone letture da parte del picconatosuoi zombies, licantropi e vampiri. Cossiga
re) i politici italiani. Lasciamoli, poverini,
gongola quando spiega che la classe politica
alle loro fantasie d’onnipotenza. Chi siademocratica è, in realtà, un’oligarchia, anzi
mo noi per dare loro la sveglia?
«un’aristocrazia» malamente mascherata da
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democrazia. È felice che la storia del mondo,
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