Comunicare l’immigrazione Un progetto di in-formazioneper giornalisti professionisti e pubblicisti Complesso Santa Maria del Carmine, Milano, 15 marzo 2017 Movimenti migratori a livello europeo, mondiale e italiano: dati e statistiche Quando gli immigrati si trasformano in cittadini Laura Zanfrini Università Cattolica di Milano - Fondazione ISMU [email protected] Il processo di costruzione sociale e istituzionale della figura del migrante (1) Le moderne comunità statuali, eredi delle dottrine nazionalistiche, definiscono gli immigrati internazionali attraverso la fondamentale linea di demarcazione che distingue nazionali e non-nazionali L’immigrazione costituisce dunque il limite dello Stato, che per esistere si è dato delle frontiere nazionali L’immigrazione ha l’effetto di perturbare l’ordine nazionale, di “denaturalizzare” ciò che si considera naturale La riflessione sull’immigrazione conduce così a re-storicizzare lo Stato, ovvero a ricordarsi delle condizioni storiche e sociali della sua genesi Il processo di costruzione sociale e istituzionale della figura del migrante (2) Nelle comunità statuali contemporanee, a definire il migrante internazionale è dunque la sua non appartenenza alla comunità dei cittadini, dei nazionali La migrazione non rimanda tanto a una mobilità geografica, ma a una mobilità sociale e istituzionale, che implica l’attraversamento di un confine Per questa ragione essa è emersa come un problema politico solo quando gli Stati hanno maturato la capacità amministrativa e l’esigenza politica di controllare i confini Per poi divenire l’oggetto di un’attenzione “speciale”, costituendo un’antinomia rispetto all’idea stessa di Stato e di società e al principio di isomorfismo tra la popolazione di un paese, l’esercizio della sovranità e l’appartenenza definita dalla cittadinanza La Cittadinanza La storia dei processi di democratizzazione delle società politiche occidentali coincide con la storia della progressiva affermazione dei diritti di cittadinanza, attraverso un duplice movimento: L’aumento del numero e del tipo di diritti riconosciuti e garantiti ai cittadini La progressiva estensione della classe dei cittadini, di coloro cioè che hanno titolo a godere di tali diritti Nei sistemi politici moderni e contemporanei occidentali l’ideale di eguaglianza è strettamente connesso alla nozione di cittadinanza: la cittadinanza è un attributo giuridico-politico universale, la cui titolarità è indipendente dalle peculiarità che differenziano i singoli cittadini Immigrazione, Cittadinanza e Democrazia Questo processo di “democratizzazione” trova il suo principale limite di fronte agli immigrati stranieri, il cui accesso ai diritti di cittadinanza è: Parziale, e in generale circoscritto ai diritti civili e ad (alcuni) diritti sociali Modulato sulla base di diversi sistemi di stratificazione civica Garantito dai cittadini, “proprietari dello Stato” e in teoria sempre revocabile Le democrazie contemporanee possono continuare a definirsi tali se un’ampia componente dei loro residenti (e contribuenti) sono (parzialmente) esclusi dai diritti di cittadinanza? Come l’immigrazione sfida la cittadinanza L’immigrazione sta al cuore dei tre principali “attacchi critici” alla concezione tradizionale della cittadinanza democratica perché: In quanto stranieri, “temporaneamente” residenti in un dato Stato, i migranti sono parzialmente esclusi dai diritti di cittadinanza, ponendo in questione i confini dello Stato In quanto appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose, gli immigrati e i membri delle minoranze etniche richiedono di essere riconosciuti e rispettati come “diversi”, e richiedono trattamenti e diritti differenziati, ponendo in discussione il principio di uguaglianza davanti alla legge In quanto concentrati nei gradini più bassi della stratificazione sociale, i migranti sono percepiti come “consumatori di welfare”, ponendo in questione i sistemi di protezione sociale e il modello della cittadinanza passiva Le soluzioni possibili • Ampliare la categoria dei cittadini, facilitando la trasformazione degli stranieri in cittadini La soluzione “tradizionale”: Adottare legislazioni basate sullo jus soli (eventualmente integrato dallo ius culturae o dallo ius domicilii) Facilitare il processo di naturalizzazione (dal punto di vista normativo e procedurale) à tensione tra le istanze inclusive e il rischio di “svalutare” la cittadinanza La soluzione tradizionale Quanti saranno i nuovi italiani ogni anno? Ipotesi di trend costante 2002 12.267 2005 28.659 2010 64.000 2013 100.712 2014 130.000 2015 178.000 Ipotesi di trend in crescita 2020 151.567 197.564 2025 172.963 241.606 2030 184.944 265.535 Fino a 4.898.546 nuovi italiani tra oggi e il 2035! La soluzione tradizionale Il disegno di legge in discussione in Parlamento I nati in Italia saranno italiani per nascita se almeno uno dei genitori è cittadino UE o ha il permesso per soggiornanti di lungo periodo potranno diventare italiani dopo aver frequentato la scuola per almeno 5 anni I minori arrivati in Italia entro i 12 anni: potranno diventare italiani dopo aver frequentato la scuola per almeno 5 anni I minori arrivati in Italia entro i 18 anni di età: potranno diventare italiani dopo sei anni di residenza regolare e dopo aver frequentato e concluso un ciclo scolastico o un percorso di istruzione e formazione professionale. Fino a 700mila i bambini e ragazzi che potranno diventare italiani! Le soluzioni possibili • Disconnettere la nazionalità dalla titolarità dei diritti di cittadinanza, ampliando il paniere dei diritti garantiti agli stranieri residenti La denizenship: Introduzione di uno status speciale (privilegiato) per i migranti lungo residenti, legando la titolarità dei diritti al principio di residenza àtensione tra la logica delle pari opportunità e le aspettative di un trattamento differenziale da parte dei “proprietari” dello Stato fondate sull’esclusiva titolarità dei diritti politici La denizenship I soggiornanti di lungo periodo in Italia (1° gennaio 2015) Europa non UE 761.382 di cui Albania 348.317 Africa 735.765 di cui Nord Africa 528.038 Asia 536.605 di cui Cina 140.757 America 214.158 di cui America 207.656 Oceania 743 Apolidi 94 Totale 2.248.747 centro-meridionale I denizens sono la maggioranza (57,2%) del totale degli stranieri titolari di un permesso di soggiorno Le soluzioni possibili • Costituire comunità politiche sovra- nazionali La cittadinanza europea: Introduzione di una nuova forma di cittadinanza sovra-nazionale che garantisce diritti supplementari ai cittadini degli Stati membri; “europeizzazione” della cittadinanza secondo i principi dettati dalle direttive europee à tensione tra le istanze di democratizzazione delle società europee e il processo di esclusione “dal di dentro” dei cittadini di paesi terzi residenti in uno Stato europeo La cittadinanza europea I cittadini dell’UE residenti in Italia (1° gennaio 2015) Romania 1.131.839 Ungheria 7.708 Slovenia 2.574 Polonia 98.694 Grecia 6.585 Danimarca 1.953 Bulgaria 56.576 Austria 6.139 Finlandia 1.586 Germania 36.749 Rep. Ceca 5.776 Estonia 1.125 Francia 27.696 Portogallo 5.614 Malta 664 Regno Unito 25.864 Belgio 5.421 Lussemburgo 240 Spagna 21.286 Lituania 4.875 Cipro 185 Croazia 18.259 Svezia 2.968 Slovacchia 8.351 Lettonia 2.689 Paesi Bassi 7.849 Irlanda 2.598 Totale 1.491.863 Le soluzioni possibili • Disconnettere la titolarità dei diritti dall’appartenenza a una specifica comunità politica, basandola sul mero fatto di essere una persona La cittadinanza post-nazionale: Arricchimento del paniere dei diritti riconosciuti a tutte le persone indipendentemente dalla loro nazionalità; crescente porosità dei confini statuali à tensione tra la logica dei diritti umani universali e le pretese di sovranità statuale; asimmetria tra il diritto ad emigrare e il diritto ad immigrare La cittadinanza post-nazionale Diritto/dovere all’istruzione per tutti i minori stranieri, indipendentemente dal loro status giuridico Regime di cittadinanza speciale per chi rischierebbe di essere apolide Diritto all’assistenza sanitaria esteso ai migranti irregolari Permesso di soggiorno per motivi umanitari ex Art. 18 Clausola di non refoulement Le soluzioni possibili • Riconoscere una situazione di “doppia appartenenza”, ammettendo la possibilità di godere dei diritti in più di uno Stato La cittadinanza transnazionale: Permettere la doppia cittadinanza e la fruibilità dei diritti, anche politici, in più paesi à tensione tra la dimensione strumentale e quella identitaria-patriottica La membership transnazionale In caso di naturalizzazione: Ammettono la doppia cittadinanza Impongono la rinuncia alla cittadinanza d’origine Belgio Portogallo Austria Repubblica Ceca Cipro Romania Bulgaria Slovenia Finlandia Slovacchia Croazia Spagna Francia Svezia Danimarca Grecia Regno Unito Estonia Ungheria Germania Irlanda Lettonia Italia Lituania Lussemburgo Paesi Bassi Malta Polonia La membership transnazionale Cittadini italiani iscritti all’AIRE (2014) Argentina 868.265 Spagna 149.074 Germania 721.604 Australia 145.134 Svizzera 594.899 Venezuela 142.636 Brasile 431.847 Canada 135.446 Francia 382.832 Uruguay 110.017 Belgio 268.807 Cile 63.293 Regno Unito 248.262 Paesi Bassi 39.806 Stati Uniti d’America 241.109 Altri paesi 460.877 Totale 5.003.908 Le soluzioni possibili • Riconoscere, a livello legislativo, politico e giuridico, la “diversità” degli individui con un background migratorio La cittadinanza multiculturale: Introduzione di diritti e trattamenti “speciali” riservati alle minoranze; riconoscimento di diritti etnici/ comunitari à tensione tra il principio di uguaglianza e la previsione di trattamenti speciali, tra la logica dei diritti individuali e quella dei diritti collettivi La cittadinanza multiculturale Una società sempre più “plurale” In Italia, grazie all’immigrazione: Si parlano 70 nuove lingue (oltre a quelle parlate dalle minoranze storiche) È cresciuto il numero di adepti a tutte le confessioni religiose minoritarie, in particolare a quella islamica (oltre 655 i luoghi di culto islamici) È cresciuta la presenza/visibilità delle minoranze etniche e religiose nei media e nell’industria della produzione culturale Sono (ri)comparse nuove forme di vita familiare e nuovi comportamenti familiari (es. matrimoni combinati) Si riduce progressivamente la percezione di una distanza sociale nei confronti dei gruppi minoritari Le istituzioni della società italiana sono state costrette a confrontarsi con una serie di questioni “identitarie” e “religiose” (es. burqua, mutilazioni genitali, crocifisso a scuola, precetti alimentari, ecc.) I significati della cittadinanza Complesso dei diritti riconosciuti ai cittadini e dei doveri cui essi sono tenuti Dimensione partecipativa, costituita dalle forme di mobilitazione e di attivismo di cui la società civile si rende protagonista Esperienza d’identità e solidarietà che una persona sperimenta nella vita pubblica o collettiva Ripensare la cittadinanza nella società dell’immigrazione La cittadinanza non è solo uno strumento attraverso il quale accedere a determinati diritti e opportunità, ma è anche una modalità attraverso la quale una comunità politica: Riafferma i principi che regolano la vita sociale Esprime la propria identità culturale e i propri valori fondamentali Riafferma il dovere di rispettarli e l’impegno a trasmetterli alle nuove generazioni Per approfondire: Zanfrini, L., Cittadinanze. Appartenenza e diritti nella società dell’immigrazione, Laterza, Roma-Bari, 2007 Zanfrini, L., Costruire cittadinanza per promuovere convivenza, Atti della III edizione della summer school “Mobilità umana e giustizia globale”,“Studi Emigrazione/ Migration Studies”, L (2013), n. 189 Zanfrini, L., The Diversity Value. How to Reinvent the European Approach to Immigration, McGraw-Hill Education, Maidenhead, UK (scaricabile gratuitamente all’indirizzo: http://www.ateneonline.it/zanfrini/)