News2_08_OK 9-09-2008 15:44 Page 28 pubblicazioni Dagli Stati Uniti: sette consigli legali per una pratica infermieristica sicura di Sally Austin - tratto da Nursing 2008, marzo 2008, Volume 38 Numero 3, pagine 34-39. traduzione di Elisa Crotti - revisione di Paola Gobbi A ssicurare un’assistenza conforme agli standard della pratica infermieristica significa tutelare noi stessi e i nostri pazienti. Dal punto di vista legale, gli infermieri hanno la responsabilità di fornire un’assistenza in linea con quella garantita da un qualsiasi infermiere diligente in circostanze simili o identiche, cioè secondo la legge dell’arte, quel complesso di regole e prescrizioni tecniche che la scienza e l’esperienza professionale hanno elaborato per effettuare un determinato trattamento nell’interesse della persona. Gli standard dell’assistenza infermieristica sono basate sulle più recenti prove di efficacia tratte dalla letteratura. In tal senso, negli Stati Uniti entrano in gioco le leggi federali e nazionali, gli atti della pratica infermieristica, le sentenze della Corte, le organizzazioni come l’American Nurses Association e la Joint Commission e quelle che rilasciano le certificazioni di specialità, le procedure e le politiche delle organizzazioni in cui si opera e le job description. Dal momento che gli standard infermieristici cambiano per adeguarsi alle innovazioni in ambito medico, infermieristico e legale, tenersi aggiornati e stare al passo non è sempre facile. Al fine di mantenere elevati gli standard e tutelarsi dai problemi legali correlati all’assistenza infermieristica, verranno di seguito indicati sette “principi chiave” che l’infermiere dovrebbe seguire durante l’assistenza al paziente. Verranno altresì forniti esempi che illustrano come eventuali errori e mancanze possano esporre i professionisti a responsabilità legale. Attenersi al processo infermieristico Le cinque fasi del processo infermieristico 28 ADN, BGS, CPC-A, JD. sono universalmente riconosciute. I problemi possono sorgere durante ciascuna di queste fasi: Valutazione infermieristica - raccolta di dati e informazioni in merito ai segni e ai sintomi del paziente. Diagnosi infermieristica - identificazione adeguata dei problemi del paziente. Pianificazione - individuazione degli obiettivi dell’assistenza e degli outcome desiderati, nonché delle azioni infermieristiche appropriate. Implementazione - attuazione delle azioni infermieristiche identificate in fase di pianificazione. Valutazione - valutazione degli obiettivi raggiunti e degli outcome conseguiti e rivisitazione dei piani di assistenza in base ai risultati. La maggior parte delle azioni legali intraprese nei confronti degli infermieri prendono avvio quando un paziente, o il suo avvocato difensore, lamentano il mancato rispetto dello standard assistenziale, causa di pregiudizio per il paziente. Sebbene la nostra preoccupazione principale sia la sicurezza del paziente, attenersi ai seguenti sette principi chiave ci consentirà di tutelare da un punto di vista legale anche noi stessi. 1. Somministrare i farmaci correttamente Gli errori nella somministrazione dei farmaci mettono a repentaglio la sicurezza del paziente e sono decisamente frequenti. Tendono inoltre ad avere significative ricadute economiche: oltre a nuocere, possono portare a costose assistenze di follow-up, a controversie legali e a risarcimenti dei danni subiti. Conoscere il farmaco da somministrare è un aspetto di cruciale importanza con riferimento alla terapia farmacologica. IO INFERMIERE - N.2 /2008 News2_08_OK 9-09-2008 15:44 Page 29 Prima di somministrare un farmaco prescritto, occorre conoscerne lo scopo e le azioni, il dosaggio appropriato per le condizioni del nostro paziente, la via di somministrazione, le possibili reazioni avverse e le eventuali controindicazioni. Come ultima linea di difesa, prima che l’errore coinvolga il paziente, bisogna inoltre prestare massima attenzione a tutti gli aspetti relativi al processo di somministrazione del farmaco come la gestione, la preparazione e la distribuzione, nonché l’etichettatura. Se non si conosce un farmaco bisogna consultare la farmacopea o chiedere al farmacista. Quando si somministra un farmaco, assicuriamoci di seguire i “cinque giusti” della somministrazione: Paziente giusto Farmaco giusto Dose giusta Tempo giusto Via giusta (metodo o sito) Uno “sbagliato” in uno qualsiasi di questi punti base può ledere o uccidere il paziente. Gli esperti in materia di sicurezza dei farmaci affermano che quelli presentati sono solo la punta dell’iceberg. Altri errori potenzialmente pericolosi consistono nel mancato controllo del registro di somministrazione dei farmaci in seguito alla prescrizione, nell’uso di abbreviazioni non standardizzate a livello aziendale o proibite - che possono portare alla somministrazione di farmaci errati o a uno scorretto dosaggio, negli errori di interpretazione di calligrafie difficilmente leggibili, nell’impossibilità di ottenere i chiarimenti necessari e negli errori di trascrizione. Pensiamo a quanto spesso e in quanti modi a un paziente non viene somministrato un farmaco o, al contrario, ne viene somministrata una dose in eccedenza. Facciamo un esempio: al paziente non viene somministrata la dose quando la prescrizione non è stata trascritta, il farmaco non è disponibile al momento opportuno, la prescrizione non viene considerata per una svista o la dose viene somministrata a un altro paziente. IO INFERMIERE - N.2 /2008 Sull’altro fronte, se l’infermiere dimentica di registrare la somministrazione e un secondo infermiere interviene, il paziente riceve un doppio dosaggio. Ciò è molto più frequente nelle pause o all’ora dei pasti, quando un altro infermiere deve temporaneamente occuparsi dell’assistenza al paziente. Gli ospedali possono adottare alcune misure di sicurezza, come ad esempio i doppi controlli indipendenti, per prevenire gli errori associati a farmaci pericolosi in alte dosi, soprattutto con riferimento ai pazienti pediatrici. In base alla politica delle strutture in cui si opera è possibile realizzare un doppio controllo indipendente, in cui un infermiere procede con il trattamento, mentre l’altro indipendentemente verifica che il farmaco, la dose e la via di somministrazione siano corretti. Entrambi, poi, annotano la somministrazione nel registro dei farmaci o inseriscono i dati nel registro clinico informatizzato. Sono le stesse organizzazioni a determinare quali siano i farmaci che richiedono queste precauzioni aggiuntive; alcuni esempi comuni riguardano i farmaci intravenosi ad alto rischio, come l’eparina e l’insulina. Il seguente caso illustra un errore dovuto a inesattezze nella prescrizione, distribuzione e somministrazione del farmaco. Un medico prescrive un antibiotico a base di doxiciclina scrivendo “Vibramycin, 100 mg I.M. b.i.d.”. Ma la Vibramycin parenterale può essere somministrata solo per via intravenosa, non intramuscolare. Il farmacista che controlla l’ordine si accorge dell’errore e inserisce nella confezione una nota sulla fiala indicando che il farmaco deve essere somministrato per via intravenosa. L’infermiere non si accorge della nota del farmacista e si attiene all’ordine scritto. Risultato: il paziente riceve il farmaco giusto per via sbagliata. Alla base di questo errore c’è il medico che ha compilato la prescrizione. Il farmacista avrebbe dovuto contattare il medico per chiarire la prescrizione e avrebbe dovuto avvisare l’infermiere in merito alla via di somministrazione del farmaco. L’infermiere, non conoscendo la 29 News2_08_OK 9-09-2008 15:44 Page 30 via corretta di somministrazione del Vibramycin, avrebbe dovuto consultare una farmacopea aggiornata. Invece, in questa caso, il farmaco è stato somministrato sulla base di una prescrizione errata 1. 2. Monitorare e segnalare i peggioramenti Secondo il processo infermieristico, gli standard assistenziali richiedono una valutazione costante del paziente. Una volta realizzata la valutazione iniziale, fatta la diagnosi infermieristica e avviato il piano di assistenza, è necessario continuare a monitorare le condizioni del paziente e a comunicare l’efficacia del trattamento. I segni di peggioramento e i sintomi di una inadeguata risposta al trattamento ci suggeriscono di modificare il piano di assistenza. Molte delle azioni legali condotte contro gli infermieri sono basate sull’incapacità di monitorare o riconoscere i cambiamenti nelle condizioni del paziente. Il nostro compito va oltre l’attento monitoraggio e la pronta documentazione di qualsiasi cambiamento. Anche se ben realizzati, non riconoscere l’importanza del cambiamento, o non comunicarlo chiaramente e tempestivamente al medico, potrebbe mettere a repentaglio il paziente e lasciare la porta aperta alla nostra responsabilità. In alcune azioni legali gli infermieri sono stati accusati di carenze nella comunicazione o negli interventi salvavita (per non aver reagito adeguatamente al peggioramento delle condizioni del paziente). Il seguente esempio mostra perché. Una donna giunge in ospedale lamentando un intenso dolore all’addome e alla parte inferiore della schiena. Basandosi sui risultati del test diagnostico, il suo medico sospetta una polmonite al lobo sinistro inferiore. Somministra quindi alla paziente un antibiotico ad ampio spettro. Le condizioni della donna migliorano. In breve tempo però il battito cardiaco della paziente aumenta e la signora incomincia ad avvertire angustia, mancanza di respiro e dolore diffuso. L’infermiera non avvisa il medico. Due ore dopo, la paziente va in arresto cardiaco e muore 2. 30 3. Comunicare con efficacia Oltre a informare il medico in merito allo stato attuale o ai cambiamenti nelle condizioni del paziente, è necessario comunicare chiaramente con i pazienti e i colleghi in ogni fase del processo assistenziale. Le buone competenze comunicative sono essenziali quando: l’assistenza del paziente viene affidata a un’altra persona; si sta parlando e si sta educando il paziente; si sta interagendo con la famiglia del paziente o con altri visitatori. La comunicazione è un passaggio di informazioni a due vie, che richiede pertanto una buona capacità di ascolto. Ascoltiamo attentamente i familiari: potrebbero essere i primi a capire che qualcosa non va nel bambino o nella persona amata. Una sfida emergente per le professioni sanitarie negli Stati Uniti è rappresentata dal fatto che sempre più pazienti dimostrano una conoscenza limitata dell’inglese. Affidiamoci a un interprete professionista esperto in ambito sanitario per tradurre le istruzioni o le domande rivolte al paziente, nonché le sue risposte. Gli ospedali hanno il dovere, se necessario, di fornire gli interpreti. Se non è disponibile un interprete competente in area sanitaria possiamo essere accusati di aver prestato un’assistenza infermieristica al di sotto degli standard. La Joint Commission ha individuato uno standard della comunicazione da rispettare nel momento in cui un caregiver affida il paziente a un altro caregiver. In base a quanto previsto dalla Joint Commission, l’infermiere che demanda l’assistenza deve fornire all’infermiere che riceve in carico il paziente tutte le informazioni necessarie sul suo stato attuale, sulle risposte al trattamento durante il turno, su qualsiasi cambiamento nella sua condizione o nel piano del trattamento, oltre a tutte quelle informazioni che possono contribuire alla pianificazione dell’assistenza. Gli standard prevedono che la comunicazione durante il trasferimento sia interattiva, al fine di IO INFERMIERE - N.2 /2008 News2_08_OK 9-09-2008 15:44 Page 31 consentire a entrambe le parti di porre domande e minimizzare le interruzioni 3. Il seguente caso dimostra come una comunicazione non efficace possa comportare problemi di tipo legale. A un neonato viene somministrata un’infusione di gluconato di calcio per via intravenosa nel piede destro. Durante il trattamento, l’infermiere nota una scoloritura e un edema nel sito dell’iniezione. Dal momento che il bambino sta per essere trasferito in un’altra unità, la nota di trasferimento indica il momento in cui è stato rilevato l’edema e il fatto che l’infermiere abbia controllato l’area prima del trasferimento; comunque, questi dettagli non compaiono nella cartella clinica. Qui infatti vi sono fogli sui quali alcuni degli scritti originali sono stati scarabocchiati e riscritti. Quando i genitori del bambino giungono in ospedale e chiedono al personale informazioni in merito alla ferita, si sentono rispondere che si tratta di una vescica. Con il tempo, però, si genera una grande cicatrice e il bambino ha difficoltà di movimento. I genitori citano in giudizio l’infermiere che ha assistito il piccolo 4. Quando discutete dell’assistenza ricordate la formula SBAR Per garantire una comunicazione efficace e comprensibile nel momento in cui riportate le condizioni del paziente o lo trasferite, ricordate l’acronimo SBAR: S sta per situazione (identificate il paziente e i motivi che hanno portato al ricovero). B sta per background (fornite una breve e significativa storia medica, con analisi e trattamenti completati). A sta per assessment – valutazione (descrivete la condizione attuale del paziente). R sta per raccomandazione (discutete il piano assistenziale del paziente). Se ricevete un nuovo paziente assicuratevi di ottenere tutte queste informazioni dal caregiver che vi ha preceduti. Per ulteriori informazioni e per scaricare una copia dei due strumenti SBAR dal sito dell’Institute for Helthcare Improvement visitate il sito http://www.ihi.org IO INFERMIERE - N.2 /2008 4.Attribuire compiti responsabilmente In generale, oggi i pazienti ospedalizzati sono più acuti rispetto al passato. Dal momento che gli infermieri esperti non sono numerosi, stanno ricomparendo i team infermieristici che si avvalgono di personale non abilitato. In qualità di infermieri, dovete capire chi ha le competenze necessarie e le conoscenze per far fronte alle esigenze del paziente ogni volta che attribuite mansioni assistenziali a qualcun altro. Quando assegnate un compito, siete comunque responsabili dell’assistenza e dovete attribuire adeguatamente, supervisionando la persona che svolge il compito. Per far ciò in sicurezza, dovete sapere cosa il vostro Board of Nursing statale (profilo professionale) vi permette di attribuire ad altri. Vi sono Stati che non specificano quali siano i compiti delegabili, altri invece lo fanno. Alcuni esempi di compiti comunemente attribuibili negli Stati Uniti sono l’igiene o l’inserimento di un catetere urinario permanente. I “5 giusti” per attribuire ad un altro caregiver forniscono una guida facile da ricordare: persona giusta, compito giusto, circostanze giuste, direzione giusta, supervisione giusta. La persona giusta si riferisce sia all’infermiere sia a colui che svolgerà il compito al suo posto. Per dirigere e supervisionare con adeguatezza, dovete essere infermieri abilitati e dovete conoscere le qualifiche e le competenze del vostro staff. Il compito giusto è quello che può essere attribuito in sicurezza per uno specifico paziente. Solitamente si tratta di compiti routinari (procedure invariate e standard) e che presentano il minimo rischio e risultati prevedibili. Non attribuiamo compiti complessi che richiedono una valutazione o un giudizio di tipo infermieristico. Per determinare le circostanze giuste, consideriamo tutti i fattori rilevanti, fra cui l’appropriatezza del contesto e le risorse disponibili. I compiti che si adattano al criterio “compiti giusti” potrebbero non essere appropriati se le circostanze (fra cui le condizioni del paziente) non consentono l’attribuzione. Ad esempio, non deve essere consentito asse31 News2_08_OK 9-09-2008 15:44 Page 32 gnare ad un operatore di supporto la deambulazione di un paziente a elevato rischio di caduta. Dare la direzione giusta significa fornire una descrizione chiara e coincisa del compito che state attribuendo, in cui siano esplicitati i limiti obiettivi e le aspettative. Un esempio in tal senso potrebbe essere il seguente: “Quando misuri la pressione del signor Rossi, il range accettabile varia fra 80/120 e 80/140. Se leggi un valore al di fuori di questo range, per favore segnalamelo immediatamente”. Per garantire la supervisione giusta è necessario conoscere le qualifiche e le competenze del vostro staff, i risultati dei compiti attribuiti e quindi attuare un’accurata valutazione. A volte è opportuno intervenire personalmente: in qualità di infermieri supervisori, siamo comunque responsabili del paziente e dobbiamo valutare la sua condizione e la risposta ai trattamenti. Di seguito si riporta un esempio di attribuzione inadeguata che mette seriamente a repentaglio il paziente. Un’infermiera chiede a una operatrice di supporto (OSS) di rilevare il livello di glucosio di un paziente. L’OSS si reca nella stanza del paziente e apparentemente fa quanto richiesto. Al cambio del turno, l’infermiera le chiede quali siano le misure rilevate. L’OSS risponde che durante il test sullo schermo è apparso “EEEEE”. L’infermiera le domanda se ha ripetuto il test, e questa risponde di no, precisando di aver riportato la lettura nel grafico del paziente. Un successivo test indica che il livello di glucosio è superiore a 800 mg/dL. Il paziente viene trasferito in terapia intensiva. La violazione dei “cinque giusti” nell’attribuzione è evidente in questo scenario. L’operatrice non era adeguatamente formata all’uso del glucometro e non era la persona giusta, in quelle circostanze, per svolgere il compito. Il livello di glucosio del paziente era stabile prima che l’infermiera assegnasse l’incarico? Anche la giusta direzione e la giusta supervisione erano carenti in questo esempio. Bisognava al contrario specificare il range di glucosio ammissibile e richiedere la segnala32 zione immediata qualora non fosse all’interno di tale range. Aspettare fino alla fine del turno per chiedere il risultato è un altro serio errore di valutazione. 5. Documentare in modo accurato e tempestivo Registrare nella cartella clinica (e/o infermieristica) in modo accurato e tempestivo è fondamentale per queste ragioni: La cartella clinica è un documento legale previsto dalle leggi e dai regolamenti dello Stato È un mezzo di comunicazione fra caregiver che assicura la continuità dell’assistenza. È usata per la ricerca e la formazione. È impiegata per dare fondatezza alle richieste di rimborsi da parte dell’assicurazione. Può essere usata come prova nei processi legali, al fine di stabilire se l’assistenza prestata ha risposto agli standard legali di assistenza. Un regola base per una corretta documentazione consiste nell’attenersi alle politiche e alle procedure della struttura in cui operate. Le politiche organizzative generalmente dettagliano quali forme vadano impiegate, come registrare successivamente un dato e come correggere un errore. Non seguire le procedure dell’organizzazione può generare incoerenze, in grado di compromettere la sicurezza del paziente e creare problemi legali quando si è citato in giudizio. Per quanto professionale possa apparire un infermiere nel corso di un processo, una documentazione trascurata può dare alla giuria un’impressione molto negativa. La situazione seguente dimostra i pericoli insiti in una documentazione distratta. Un uomo si ferisce alla gamba sinistra cadendo da un camion. In pronto soccorso viene ingessato, quindi ricoverato in ospedale per il trattamento delle ferite. Il giorno dopo inizia ad avvertire una sensazione di intorpidimento al piede sinistro. Il medico esamina il paziente e annota che “le dita dei piedi sono fredde e diventano sempre più intorpidite”; perciò rimuove la parte superiore del gesso. Il giorno seguente il paziente lamenta un forte dolore al piede sinistro e l’infermiere allerta un altro medico. Esaminando il paziente e notanIO INFERMIERE - N.2 /2008 News2_08_OK 9-09-2008 15:44 Page 33 do che ha una sindrome compartimentale, il secondo medico svolge una fasciotomia, ma i problemi circolatori del paziente permangono fino all’amputazione. Viene intentata un causa per malpractice nei confronti del medico, dell’ospedale e del personale infermieristico. Dal momento che i controlli orari non sono stati registrati nella cartella clinica, la corte deve decidere se la negligenza dell’infermiere sia stata parzialmente responsabile dell’amputazione 5. 6. Conoscere e seguire le politiche e le procedure della struttura Le politiche e le procedure istituzionali aiutano a stabilire gli standard assistenziali nel caso si venga portati in giudizio. Le politiche e le procedure di assistenza al paziente devono essere basate su una pratica attuale e riconosciuta; devono essere aggiornate regolarmente e devono altresì essere realistiche. Qualsiasi minima deviazione dalla procedura che arrechi danno al paziente può rendere responsabili gli infermieri e la struttura; pertanto è necessaria un po’ di flessibilità. Per esempio, invece di stabilire che i segni vitali del paziente devono essere rilevati ogni 4 ore, è meglio affermare “entro le 4 ore” o “ogni 4 ore con un margine di più o meno 30 minuti”. Ciò consente di avere un certo margine. L’infermiere del seguente caso viene citato per non aver seguito le indicazioni e le procedure dell’ospedale. Un infermiere di area acuta applica un costrittore al polso di un paziente prima di lasciare brevemente la sua stanza. Quando ritorna, il paziente è accanto al letto e pende agganciato per il polso. A causa del dolore lamentato viene sottoposto ai raggi x, che mostrano la presenza di una frattura. Il paziente cita in giudizio l’infermiere, affermando che è stato il costrittore a causare la frattura. Un testimone afferma nel corso del processo che l’applicazione dei costrittori ai polsi non rientra nelle procedure dell’ospedale. In ogni caso il paziente non ha potuto provare che sia stato il costrittore a causare la frattura 6. IO INFERMIERE - N.2 /2008 7. Usare correttamente le attrezzature In qualità di infermieri, dobbiamo assicurarci di essere stati addestrati all’uso corretto delle attrezzature impiegate per l’assistenza al paziente. Occorre comprenderne la finalità e come utilizzarle, rispettando le politiche e le procedure. Non bisogna mai di tirare a indovinare. Il seguente caso dimostra come un paziente possa venir danneggiato da un uso scorretto delle attrezzature mediche. Una paziente sta per essere sottoposta a isteroscopia. Alla macchina manca una clip e gli infermieri collegano impropriamente le linee. La paziente muore e la famiglia cita in giudizio l’ospedale. Le prove indicano che l’attrezzatura era perfettamente funzionante al momento dell’acquisto. Dimostrano inoltre che due degli infermieri deputati all’assistenza della paziente non erano stati addestrati all’uso dell’attrezzatura. Quest’ultimo aspetto potrebbe aver causato l’incidente 7. Gli standard nella pratica Aderendo ai sette principi dell’assistenza infermieristica indicati, possiamo contribuire alla tutela dei nostri pazienti, rispettando gli standard dell’assistenza infermieristica nella pratica quotidiana ed evitando problemi di natura legale. Riferimenti bibliografici: 1. Gasson v. East Jefferson General Hospital, 628 So. 2d 256 (LA 1993) and 687 So. 2d 120 (1996). 2. Flores v. Cyborski, 629 N.E. 2d 74 IL (1993). 3. The Joint Commission. 2007 National Patient Safety Goals. http://www.jcrinc.com/26813/newsletters/13469/. Accessed November 2, 2007. 4. Federico F. Responding to a medication error. Forum (Risk Management Foundation, Harvard Medical Institutions). 23(2):18, May 2003. 5. Dillon v. Medical Center Hospital, 648 N.E. 1375 (1993). 6. Lyons v. Hahnemann University Hospital, 03-2022 (3rd Cir., 2004). 7. Chin v. St Barnabas Medical Center, 711 A.2d 352-NY (1998) 33