pagina 7 21 dicembre 2012 Ovini, sono 18 i casi accertati del virus di Schmallenberg NUORO In Sardegna sono 18 i focolai finora confermati del micidiale virus di Schmallenberg che colpisce i ruminanti, ma secondo l’Istituto zooprofilattico della Sardegna non si può parlare di vera e propria emergenza perchè il sistema sanitario ha contrastato in modo efficace la nuova epidemia. Del virus di Schmallenberg si è parlato in un convegno organizzato a Nuoro dall’Istituto zooprofilattico in collaborazione con l’Asl 3 e l’Ordine dei veterinari. Dal primo caso, diagnosticato il 22 novembre a Tertenia in Ogliastra, seguito poi da altri tre focolai accertati e sei sospetti, il virus si è poi esteso alle province di Cagliari e Nuoro e focolai sono stati accertati in Gallura, in Logudoro e nella Nurra, mentre non sono stati registrati contagi nell’Oristanese e nel Sulcis. «La sanità veterinaria ha dimostrato di saper rispondere in modo efficace – ha sottolineato il direttore generale dell’Istituto zooprofilattico, Antonello Usai – perchè appena sono stati riscontrati i primi sintomi è stato lanciato l’allarme e i nostri laboratori hanno dato risposte diagnostiche veloci». Giovanni Savini, virologo del Cesme (Centro di referenza nazionale delle malattie esoti- che) di Teramo, ha evidenziato come l’esperienza della blue tongue abbia permesso di mettere a punto un meccanismo rapido di allerta e comunicazione a livello internazionale. Ma a fronte di un sistema di controllo all’altezza, c’è ancora molto da fare per evitare i fattori di rischio che favoriscono la circolazione del virus. Il virus di Schmallenberg può colpire tutti i ruminanti e in Sardegna ha trovato terreno fertile grazie al clima favorevole per la diffusione del vettore: un insetto del genere Culicoides, responsabile anche della trasmissione di blue tongue e febbre del Nilo. «La possibilità di contagio è maggiore quanto più alta è la presenza degli insetti – hanno sottolineato gli entomologi e i veterinari degli Istituti zooprofilattici –. Le strategie di lotta non possono prescindere dall’ambiente in cui il vettore prolifera, soprattutto nelle aziende dove permangono ambienti umidi e ricchi di rifiuti organici, come fango e feci». Il virus di Schmallenberg provoca lesioni al sistema nervoso centrale e osteoarticolare degli agnelli. Le pecore, invece, non si ammalano ma l’insorgenza della patologia determina malformazione e morte dei feti con danni economici agli allevamenti e drastica riduzione della produzione di latte.