TALENT SCOUT Date ad un uomo uno specchio magico in cui possa vedere i suoi pensieri: comunicati, interrotti e di nuovo lasciati cadere, simili ad una nave naufragata. Brandelli, schegge di alberi spezzati, chiodi che fuoriescono da scatole galleggianti, uomini pigiati su scialuppe, rottami, vestiti sparpagliati e così via. A tutto ciò assomigliano i pensieri di un principiante che non sa concentrare l’attenzione né tenerla fissa interamente su un oggetto". L’iniziativa CREARTI: Giovani ed Arte è organizzata dallo staff operativo “ Talent Scout “ che nasce dall’esperienza di servizio civile ideata da Giuseppe Marletta, in qualità di Responsabile dell’Ufficio di Servizio Civile della Provincia di Bergamo. Il progetto di massima,già presentato all’UNSC (UFFICIO NAZIONALE SERVIZIO CIVILE), nasce da una specifica esperienza e dalla precisa volontà di rivolgersi al mondo giovanile ed al loro variegato universo fatto di sogni, ma anche di tante incertezze, nella consapevolezza che la loro esigenza è la ricerca di punti di riferimento, forti e stabili, che possano aiutarli nel loro percorso di crescita personale. Tra le tante idee, Marletta ha pensato di realizzare un progetto , che prevede la concretezza di dare spazio a giovani artisti che di possibilità non ne hanno e si propone di trovare luoghi fisici ,divisi nelle diverse discipline, per chiunque abbia qualcosa da proporre nel variegato mondo artistico. Il progetto si è scritto da solo, sulla base di un interesse comune tra giovani e vecchie generazioni , dove il linguaggio dell’espressione artistica e di conseguenze le idee che nascono in un clima di collaborazione ricco di intuizioni stimolanti, di felici incontri tra diverse personalità artistiche, ha creato humus per svilupparsi al meglio. Lo spirito di volontariato non promette assolutamente nulla e non chiede nulla chiede solo rispetto per il lavoro fatto, che nasce dal desiderio di aiutare sé e gli altri, sperando che un giorno possa uscire qualcosa di nuovo e di veramente interessante per il panorama artistico italiano. Ed qualcosa in effetti è già successo.. Realtà come la nascita del Gruppo Musicale di Percussioni ANIMAL DJEMBE SOUL ed la successiva creazione del laboratorio di teatro Talent Scout ma anche la valorizzazione di singoli artisti come Josse Procino, Stefano Alberino e Simone Gavazzi solo per citarne alcuni si è sempre ispirato al principio etico che sta alla base del volontariato. Le iniziative organizzate quale la serata al CAFFè LETTERARIO DI Bergamo di giorno 15 maggio 2007, seguita dalla quella in programmazione 8 Dicembre 2007, le successive all’Open Space di Curno, le esibizioni dei giovani nelle piazze di Selvino, Lizzola, in riva al Lago a Monasterolo al Castello,intrattenimento musicale eseguito in occasione dell’inaugurazione del prestigioso Caffè Bergamo ed altre iniziative con Bergamo-moda, sono state un susseguirsi di eventi e di riconoscimenti che hanno dato un apporto fondamentale ed un sostegno morale a proseguire per questa strada visti i risultati raggiunti. Idea vincente è stata non l’improvvisazione o il puro divertimento ma una vera e propria ricerca e di studio sulle diverse forme artistiche attivate . Nel settore della musica lo studio dei suoni e del loro valore psico/acustico è servita da base per lo sviluppo di nuove esperienze concettuali sonore. Partendo dai moduli di base, archetipi sonori, si possono comprendere le motivazioni che hanno portato al fenomeno così per meglio indirizzarlo ed adattarlo ai gusti personali. Perché fare e ascoltare musica e perché utilizzare uno strumento piuttosto che un altro ecco la motivazione di base. Quindi se vogliamo conservare e creare, come stiamo facendo nuovi suoni, strumenti musicali e musiche, dobbiamo meglio considerare le reali necessità acustiche, biologiche, sociali e astratte che ci spingono a questo. L’ elaborazione del repertorio tradizionale che basa la propria specificità su un allargamento del materiale fonico comprendente suoni e rumori già esistenti in natura con introduzione dell’elettronica si fondono con suoni nuovi. Suoni e rumori, tratti dalla quotidianità o anche da strumenti tradizionali, con le nuove tecniche, danno nuove sonorità prodotte artificialmente grazie a generatori di frequenza di impulsi e di onde. La nostra ricerca in questo campo ha portato il gruppo,in particolare specializzarsi nelle percussioni, in una dimensione difficile ma stimolante. Dal timbro, agli impasti sonori, fino all'utilizzo di microintervalli, le strade da percorrere, alla ricerca di nuovi linguaggi e di nuove strutture formali, diventano illimitate ed in questa strada il gruppo ANIMAL DJEMBE SOUL ha indirizzato il suo impegno sperimentale ottenendo dei lusinghieri risultati. La sorpresa è giunta nel momento in cui si concretizzavano gli spazi aperti alla nuova avventura della performance dal vivo ecco che il rapporto con il pubblico diveniva il luogo dove far convergere tutta l’esperienza vissuta e uno stimolo a continuare a condividere con gli spettatori una ricerca sui linguaggi dell’arte. La gente ha capito e ci ha costantemente incoraggiato e il percorso è andato avanti. Con apertura al laboratorio teatrale , che attualmente si sta cimentando nella preparazione di un lavoro che si ispira al viaggio di Ulisse tratto dai testi letterari e dalle riflessioni filosofiche che vanno da Omero a Joyce, il campo si è aperto alla messa in scena dei propri vissuti, all’interno di un gruppo, con l’aiuto di seri professionisti che pur impartendo alcuni principi di presenza scenica derivati dall’arte dell’attore, in effetti implica lo sforzo di rendere armonico il rapporto tra corpo, voce, mente nella relazione con l’altro, gli altri, sé stesso e la propria creatività interpretativa. L’attenzione è posta sull’azione, l’incontro fra interiorità corporea e comunicazione. Nell’azione fisica ed emotiva, attraverso il processo dell’improvvisazione, non c’è manipolazione, né finzione, non c’è costruzione di artificiosità. Il teatro delle passioni artificiali è abolito per un processo di creazioni le cui tappe sono: * L’improvvisazione libera * La formalizzazione dell’azione * L’applicazione del testo all’azione Le "storie che si raccontano diventano allora storie che si vivono. Attraverso la finzione, la simulazione, la recitazione in cui esse prendono esistenza, possiamo portare all'estremo un complesso di sentimenti, valutarne le infinite diramazioni e possibilità, fino a scoprire che il problema conteneva già in se stesso la sua soluzione. Le passioni dell'animo, dunque, rappresentate nella loro veste scenica drammatica, comunicate e socializzate, vengono sfrondate dell'elemento "selvatico", "anarchico", "autarchico", che le accompagna, divenendo così passioni estetiche e civili. Nella progettualità di base non sono necessarie precedenti esperienze o competenze di tipo artistico; non è questo il contesto in cui possano emergere giudizi di tipo estetico, poiché ogni espressione dell’anima e della propria umanità, fosse anche solo un semplice segno o un insieme caotico di linee e colori, è manifestazione autentica di un sentire profondo e come tale, di valore inestimabile. Con la collaborazione di uno psicologo-sociologo Giuseppe Ferraro che ha posto la sua professionalità in maniere disinteressata e volontaristica si è percorsa anche la strada dell’arte-terapia. L'arte-terapia è una disciplina che si va imponendo come uno fra i metodi più originali di conoscenza e cura di se stessi Nell’orientamento di Edith Kramer (artista e arteterapeuta,) l’arte come terapia viene concepita come mezzo di sostegno dell’Io, ed espressione del Sé, in grado di favorire lo sviluppo di un senso di identità e promuovere una generale maturazione ed integrazione La creazione artistica avviene, infatti, perlopiù secondo modalità impulsive, talvolta improvvisate e comunque senza il controllo di persone esperte nelle dinamiche sane e patologiche della psiche. e il processo della creazione artistica abbia virtù terapeutiche è un dato di fatto incerto e contestabile Il processo artistico rimette all'opera il fondamento conflittuale dell'identità, la storia (il dramma) del proprio io, la forma compromissoria del proprio equilibrio, e va alla ricerca di un equilibrio formale e psicolo. Attraverso l’arteterapia si ha la possibilità di attivare risorse che tutti possediamo: la capacità di elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma, e di trasmetterlo creativamente agli altri. Condividere l’esperienza di un laboratorio espressivo di arteterapia offre ai partecipanti l’opportunità di godere del piacere di creare con materiali artistici, di esprimere e rielaborare sentimenti, pensieri, vissuti, attraverso il linguaggio non-verbale dell’arte visuale e plastica. Non essendo finalizzata alla produzione di un “bell’oggetto”, aspetto più ricreativo ed artigianale relativo ad altri ambiti e metodologie d’intervento, l’arteterapia rende possibile comunicare e scambiarsi impressioni, ricordi, stati d’animo, immagini reali o fantastiche. In arteterapia, il fulcro è legare gestualità, espressività, immaginazione, emozioni, attraverso esperienze di pittura, danza, musica nella forma della produzione diretta; oltre a ciò, il lavoro arteterapeutico non può essere indipendente da un lavoro sul "contatto personale" che anima tutte le esperienze effettuate con i diversi linguaggi. Anche nella poesia e nella scrittura "Arte come Terapia" può venire a supporto di realtà diverse dal singolo poeta emergente; pensiamo a realtà, come carceri o centri di recupero, in cui la poesia e la musica possano avere un ruolo terapeutico e quindi sociale. Generalmente si pensa che la riabilitazione della persona, e quindi il suo inserimento sociale, sia effettivo solo quando gli si dia la possibilità di un lavoro. Tuttavia l'uomo è tale non perché sia atto solo a "produrre", ma perché possa essere l'espressione di una globalità di umanità e dignità. Se la persona è aiutata in un percorso di crescita, può modificare quei vissuti negativi che lo hanno condizionato e recuperare sia la sua umanità sia la sua dignità in quanto persona. La persona in difficoltà deve, innanzi tutto, riscoprire se stesso con tutte le emozioni e riscoprire l'altro con cui poter interagire. All'azione pedagogica, educativa, rieducativa si devono unire anche quelle attività che abbiano come obiettivi la relazione, la socializzazione e la progettualità. Scrivere poesie e scoprire, grazie ad artiMiste, la musica che è in loro sono, appunto, alcune di quelle attività che possono, fra gli innumerevoli campi di applicazione, raggiungere specifici obiettivi miranti al recupero del sé come persona, con i suoi relativi valori e con la sua dignità. Inoltre, in realtà di questo tipo, la poesia e la musica possono sollecitare la ripresa di una comunicazione interrotta causata dall'isolamento delle emozioni e stimolare il senso della socializzazione. "Arte come Terapia" intesa quindi come quell'importante momento del processo educativo o rieducativo che viene chiamato dilatazione del campo di esperienze, costituito di azioni e di forme di comunicazione volte essenzialmente a rendere dinamica la vita del soggetto per indurlo a superare quella certa fissazione dei suoi interessi e dei suoi atteggiamenti che tende a costringerlo entro schemi di comportamento tendenzialmente univoci o asociali. Moltiplicare le esperienze di vita, giocando sulla loro disomogeneità, è uno strumento per far sì che il soggetto sperimenti la figurabilità del reale, ossia la sua disponibilità ad essere variamente significato. Diversificare i tipi di incontro con il mondo, può essere del resto un'importante segno tangibile della molteplicità dei punti di vista possibili e dunque uno strumento per cominciare a capire che la realtà può essere in molti modi e che al di là delle più immediate costrizioni, un individuo possiede comunque uno spazio di attribuzione autonoma di senso Dove va la mano là seguono gli occhi Dove guardano gli occhi là si dirige la mente Dove posa la mente là nasce l’emozione Dove palpita l’emozione là si realizza l’essenza dell’arte Abhy Naya Darpana, Trattato Indiano