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DAL MONDO BIPOLARE
a quello
MULTIPOLARE
Processi di lungo periodo:
1) Perdita di influenza di Usa e Urss
2) Crescita del ruolo di nuovo attori globali: Europa comunitaria, Cina, India, Giappone
3) Affermazione di nuove potenze regionali: Iran, Iraq, Egitto, Israele, Sudafrica, Brasile, Argentina, Messico
Stati Uniti ed Europa dal 1968 alla
fine del XX secolo
Gli Stati Uniti
USA: Presidenza NIXON (repubblicano) 1968-76
La dottrina Nixon in politica estera: • 1) impossibilità di un confronto fra superpotenze
• 2) sfruttamento dei contrasti fra Urss e Cina
• 3) ricorso a concessioni reciproche
• 4) maggior indipendenza degli alleati, soprattutto in Asia
Il Vietnam: escalation della violenza militare con invasione di Cambogia e Laos
Normalizzazione dei rapporti con la Cina e visite di Nixon in Romania e a Mosca (firma dei trattati SALT per la limitazione delle armi strategiche)
POLITICA INTERNA: 1) conservatorismo moderato; 2) rallentamento del processo di integrazione delle minoranze
Il SECONDO MANDATO: Crisi del KIPPUR: mediazione americana (Kissinger) fra Egitto e Israele
Scandalo del Watergate (attività di spionaggio verso il Partito democratico): dimissioni di Nixon il 9 agosto 1974 sostituito dal vicepresidente Gerald Ford
Presidenza CARTER (democratico, 1976-1980)
Politica estera idealistica caratterizzata da 1) firma dei trattati SALT II con Urss, 2) normalizzazione con la Cina, 3) accordi di Camp David del 1978 fra Egitto ed Israele
4) disastro diplomatico in occasione dell’occupazione dell’Ambasciata americana a Teheran
Politica interna: tentativo di risolvere la crisi economica interna caratterizzata dal crescere del debito pubblico, dalla disoccupazione e dall’aumento dell’inflazione. Scarsi risultati.
Presidenza REAGAN (repubblicano, 1980-1988)
Netta vittoria di Reagan contro Carter
REAGANOMICS: politica di risanamento di tipo
neoliberista
• a) riduzione del ruolo dello stato
• b) limitare la legislazione sociale
• c) riduzione delle tasse parallela alla riduzione della spesa statale
• d) attacco al welfare state considerato come la causa della crisi economica e della scarsa produttività dei lavoratori
• e) deregulation, ovvero concorrenza pienamente svincolata dal controllo dello stato
Presidenza Reagan (1980-1988)
Risultati favorevoli dovuti a
1) diminuzione del prezzo delle materie prime
2) diminuzione del prezzo del petrolio
Effetti:
1) aumento significativo dei posti di lavoro
2) ristrutturazione industriale a) trasferimento delle produzioni mature (tessile, meccanica, siderurgia)
b) focus sull’innovazione con sviluppo dell’informatica, dell’elettronica e della biotecnica
Presidenza Reagan (1980-1988)
Risultati sociali della reaganomics:
1) perdita di potere contrattuale dei sindacati
2) accentuazione rapida della forbice fra i redditi alti e bassi
3) fine del sistema di protezione sociale creato da Roosevelt
4) alto costo sociale della ristrutturazione sociale con perdita di posti di lavoro nell’industria
5) aumento del debito pubblico
6) crollo del mercato azionario nel 1987 e fallimento di numerose banche
La politica estera di Reagan:
1) dalla denuncia dell’Impero del male ai trattati con Gorbaciov a Ginevra (1985), Reykjavik (1986) e a Mosca (1988)
2) linea della fermezza con interventi diretti in Libia (1981 e 1986), Golfo Persico (1987) e il lancio delle cosiddette “guerre stellari” (Strategic Defense Initiative, SID) nel 1983.
3) scandalo Iran-contras connection: la fornitura illegale di armi all’Iran per favorire la liberazione degli ostaggi e ai guerrigliere antisandinisti in Nicaragua
Presidenza George BUSH (repubblicano, 1988-1992)
1) mantenimento delle politiche economiche liberiste
2) politica antiabortista e decisamente conservatrice
3) Politica estera: 1) ruolo attivo nella caduta del governo sandinista in Nicaragua e del regime di Noriega a Panama, 2) I guerra del Golfo come risposta all’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq
Le presidenze di Bill Clinton (1993-2001)
• Politiche economiche: riduzione del deficit; sgravi fiscali alle famiglie con redditi bassi e alle piccole e medie imprese
• Politiche sociali: tentativo fallito di riforma del sistema sanitario con estensione della copertura sanitaria a tutti i cittadini; creazione di un programma sanitario per i bambini
• Politica estera: interventi in Somalia, Ex Jugoslavia; tentativo di risolvere la questione palestinese
• Impeachment: messa in stato di accusa per il caso Lewinsky L’Europa occidentale
LA FINE DELLE DITTATURE IN EUROPA OCCIDENTALE
GRECIA
• 1974: crisi di Cipro e fine della dittatura dei colonnelli. Tentativo di annessione di Cipro alla Grecia con conseguente invasione dell’isola da parte della Turchia. Abolizione della monarchia e governo moderato guidato dal conservatore Karamanlis. Alternanza con i socialisti guidati da Papandreu.
PORTOGALLO
• 1970: morte di Salazar
• 25 aprile 1974: rivoluzione dei garofani ad opera dei militari più liberali. 1974-1975: periodo di forti tensioni e di incertezza politica
• 1975: elezioni per l’Assemblea costituente con netta vittoria dei socialisti guidati da Mario Soares, vittoria replicata nel 1976
• 1986: il Portogallo entra nella CEE
LA FINE DELLE DITTATURE IN EUROPA OCCIDENTALE
SPAGNA
• 1975: morte di Franco che nel 1969 aveva designato come successore il principe Juan Carlos di Borbone
• 1976-1977: ritorno alla democrazia con prime elezioni vinte dall’Unione del centro democratico guidata da un franchista moderato (Adolfo Suarez)
• 1978: nuova costituzione con Spagna che diventa una monarchia costituzionale
• 1981: tentativo di colpo di Stato, fallito per opposizione del re e dell’esercito lealista
• 1982-1990: governi del socialista Felipe Gonzales 1) modernizzazione economica, 2) entrata nella Nato e nella CEE, 3) contrasto del terrorismo basco (Eta)
GRAN BRETAGNA
Governo del conservatore Heath (1970-1974): 1) forte crisi economica
Governi laburisti 1974-1979 (Wilson e Callaghan): 1) verso la risoluzione della crisi economica con a) attenuazione crisi petrolifera, b) accordi con le Trade Unions per moderare la conflittualità sul lavoro
2) grave crisi in Irlanda del Nord; 3) referendum del 1975 favorevole alla permanenza della GB nella CEE
Aspetto politico nuovo: crescita del Partito liberale
GRAN BRETAGNA
1979: vittoria dei conservatori (Margaret Thatcher)
1) crisi economica e difficoltà del governo
2) guerra delle Falkland fondamentale per la popolarità della Thatcher 3) dal 1982 nuova ripresa economica guidata dall’industria petrolifera (pozzi nel Mare del Nord)
RIVOLUZIONE CONSERVATRICE: 1) politica liberista contro il welfare state 2) esaltazione del mondo dei ricchi e dell’iniziativa privata 3) smantellamento della politica sociale
4) lotta contro i sindacati (sconfitta del potente sindacato dei minatori nel 1984)
5) privatizzazione nei servizi, nella sanità e nell’istruzione
GRAN BRETAGNA
1987: terzo governo Thatcher con forte perdita dei
consensi
1) crisi dell’Irlanda del Nord
2) riforma della sanità finalizzata alla riduzione della spesa
3) introduzione della POLL TAX che sostituiva quella sulla proprietà e che doveva essere pagata in maniera uguale da tutti i cittadini. La legge scatenò una vera e propria ribellione sociale che causò le dimissioni della Thatcher
4) 1990: sconfitta della Thatcher al congresso del partito conservatore e sue dimissioni da primo ministro, sostituita da John Major (in carica fino al 1997)
GRAN BRETAGNA
1997-2007: governi laburisti di Tony Blair
1) Fine di 18 anni di governi conservatori
2) New Labour: trasformazione in senso moderato e favorevole all’economia liberista
3) Devolution: concessione di ampia autonomia alla Scozia e, in misura minoria, al Galles e all’Irlanda del Nord
4) 1998: accordo di pace in Irlanda del Nord
5) Politica estera: appoggio agli Usa nelle guerre in Afghanistan e Iraq
6) 2007: dimissioni anticipate per calo di consensi
FRANCIA
1969-1974: Presidenza di Georges Pompidou
1974-1981: Presidenza di Valery Giscard d’Estaing
caratterizzata da governi moderati ma riformatori (abbassamento della maggiore età a 18 anni, facilitazione del divorzio, legalizzazione dell’aborto, sovvenzioni ai disoccupati, sostegno agli anziani)
1981-1995: presidenza Francois Mitterand (socialista)
1) politiche keynesiane in netta contro-tendenza rispetto a GB e USA
2) forte attivismo verso Europa dell’Est e URSS
3) creazione di un leadership europea con la Germania a favore di una maggiore intesa politica fra gli stati aderenti alla CEE
La presidenza di Jacques Chirac (1995-2007)
• Coabitazione con i governi del socialista Lionel Jospin
• Sconfitta dei tentativi di riforma del sistema pensionistico e del mercato del lavoro
• Riduzione del mandato presidenziale da 7 a 5 anni (su proposta del governo Jospin)
• Secondo mandato 2002: ottiene oltre l’82% al ballottagio contro il presidente del Front National
Jean Marie Le Pen (quasi 17% al primo turno)
GERMANIA FEDERALE
1969-1974: cancellierato di Willy Brandt (SPD)
1) politica di distensione verso l’Est (riconoscimento all’Onu di entrambe le Germanie)
2) politiche a favore dei lavoratori
3) lotta al terrorismo. 4) Caduta nel 1974 in seguito allo scandalo Guillaume (uno stretto collaboratore di Brandt accusato di essere una spia a favore della DDR)
1974-1982: cancellierato di Helmut Schmidt (SPD) 1) efficace politica economica basata sulla cogestione
delle aziende e sul ruolo dello stato per stimolare lo sviluppo delle imprese private
2) dura lotta al terrorismo
GERMANIA FEDERALE
1982-1990: cancellierato di Helmut Kohl (CDU)
1) mantenimento della linea economica di Schmidt, 2) efficace politica estera volta a stabilire una solida alleanza con USA, 3) riunificazione della Germania
1990-2005: cancellierato di Gerhard Schroder (SPD)
1) Svolta moderata e neoliberista all’interno della SPD
2) Politiche sociali vicine all’impianto neoliberista
3) Riforma della cittadinanza, per favorire le politiche di integrazione
4) Opposizione alla guerra in Iraq
ITALIA
Esaurimento del centro-sinistra: Strategia della tensione alimentata dall’eversione di destra. Terrorismo delle Brigate Rosse
1972: governo centrista guidato da Giulio Andreotti. Governi Moro e la politica del “compromesso storico”. Forte crescita del consenso per il Pci che arriva a quasi il 35% nel 1976. Rapimento di Aldo Moro nel 1978
1979: elezione di Sandro Pertini a Presidente della Repubblica
1981: presidenza del consiglio a Giovanni Spadolini
(repubblicano)
1983-1987: governo a guida socialista (Bettino Craxi)
1990: affermazione del fenomeno leghista e crisi dei partiti determinato dallo scandalo di Tangentopoli
Concordato 1984
IL TERRORISMO
LE ORIGINI DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE
1) Commistioni fra mafia siculo-americana e politica tramite lo sbarco alleato del 1943
2) Esplosione della guerra fredda e organizzazione di strutture STAY BEHIND. Nascita nel 1946 dell’Organizzazione O e della Gladio volte alla repressione di ipotetiche insurrezioni comuniste
3) Presenza di un DOPPIO STATO sottratto al controllo parlamentare e dell’opinione pubblica in grado di condizionare la politica italiana. Sistema caratterizzato da intrecci fra ambienti neofascisti, militari e dei servizi segreti
4) Attivismo dei paesi ancora fascisti (Spagna, Portogallo e poi Grecia) e fondazione di due movimenti quali Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale: loro obiettivo è l’azione contro la sinistra
5) La minaccia del colpo di Stato: minaccia di una svolta autoritaria per bloccare un processo riformatore e impedire un eccessivo avvicinamento del PCI all’area di governo
IL TERRORISMO ROSSO
La scomposizione del movimento di protesta:
1) una parte confluì nei gruppi extraparlamentari
(Manifesto, Lotta Continua…) accettando il confronto politico
2) una larga parte si rifugiò nel privato (riflusso)
3) una parte largamente minoritaria ritenne che il solo sbocco rivoluzionario fosse rappresentato dalla lotta armata
Il documento di Chiavari del 1969 elaborato dal
Collettivo Politico Metropolitano: 1) critica allo spontaneismo di Lotta continua e delle assemblee studenti-operai
2) considerava le aree metropolitane pronte per il passaggio al comunismo
3) reazione alla strategia della tensione
IL TERRORISMO ROSSO
Il documento di Orvieto del 1971 delle Brigate
Rosse: 1) giudizio duro sui gruppi della sinistra extraparlamentare
2) teoria delle due fasi del processo rivoluzionario (preparazione politica e agitazione seguite dall’insurrezione armata)
3) obiettivo era quello di far nascere un potere alternativo nelle fabbriche e nei quartieri popolari attraverso mobilitazione unitaria di operai, giovani ed emarginati. 12 dicembre 1969, Piazza Fontana Milano
22 luglio 1970, Strage di Gioia
Tauro
17 maggio 1973, Strage Questura di Milano
28 maggio 1974, Piazza della Loggia, Brescia
Strage Treno Italicus, 4 agosto 1974
Contestazione Lama, 1977, Roma
Giuseppe Memeo, 1977, Autonomia Operaio
Lotta continua
Lotta continua
Democrazia è il fucile in spalla agli operai
Potere Operaio
Sequestro Moro
Stazione di Bologna
23 dicembre 1984, Strage Rapido 904
La «seconda repubblica»
1) 1989, svolta della Bolognina (il Pci decide di cambiare la denominazione in PDS, scissione di Rifondazione comunista)
2) Scandalo di Tangentopoli, 1992
3) Crisi del sistema dei partiti: la Lega entra in parlamento, nascono Forza Italia e Alleanza
Nazionale. Scompaiono la DC e il PSI, oltre ai partiti minori.
4) Approvazione della nuova legge elettorale
maggioritaria nota come Mattarellum (75% seggi uninominali; 25% proporzionali)
5) Alternanza fra centro-destra (governi Berlusconi) e centro-sinistra (governi Prodi)
Il processo di integrazione
europea
La CEE a nove
Ø1 gennaio 1973: GB, Irlanda e Danimarca aderiscono alla CEE
Ø1974: si decide l’elezione a suffragio universale diretto del Parlamento europeo; i capi di Governo iniziano a incontrarsi regolarmente come Consiglio della Comunità (Consiglio Europeo)
Ø1978: tutti gli stati membri (con l’eccezione della GB) aderiscono al Sistema monetario europeo
Ø1979: elezioni europee e formazione dei partiti europei (Partito popolare europeo, Unione dei partiti socialisti, Federazione dei partiti liberali)
Tensioni e allargamento
Ø Dottrina Thatcher: sottolineatura della differenza britannica. Contro le cessioni di sovranità a favore di un potere estraneo. GB più libera e più globale del resto d’Europa
Ø 1981: CEE a 10, adesione della Grecia
Ø 1986: CEE a 12, adesione di Spagna e Portogallo
Ø 1986. Riforma dei Trattati. L’ATTO UNICO
1) avvio dell’integrazione politica e completamento dell’unione economica entro il 1992
2) ambiente, ricerca, istruzione integrati nelle politiche comunitarie
3) introduzione del dibattito sulla capacità monetaria: cooperazione in materia economica e monetaria
L’UNIONE EUROPEA. Il Trattato dell’Unione
I TRE PILASTRI
Ø Le tre comunità (CEE, ECA, EURATOM) Ø Politica estera e di sicurezza comune
Ø Cooperazione in materia di polizia e giustizia
Ø Debolezza: l’Unione non ha personalità giuridica e quindi non dispone di capacità giuridica internazionale
Politica monetaria comune
Ø dal 1990: liberalizzazione finanziaria
Ø dal 1994: Istituto monetario europeo, rafforzamento dell’ECU (entrano Austria, Svezia, Finlandia, UE a 15)
Ø fra 1997-1999: creazione della Banca centrale europea, entrata in vigore della moneta unica dopo una fase intermedia in cui l’Euro doveva convivere con le monete nazionali
L’UNIONE EUROPEA. Il Trattato dell’Unione
I CRITERI DI CONVERGENZA
Ø Debito pubblico annuo sotto il 3% del PIL
Ø Debito pubblico entro il 60% del PIL
Ø BASSA inflazione: quella massima può superare dell’1,5% MASSIMO quella dei paesi membri meno inflazionisti
Ø Tasso di interesse a lungo termine non può superare di più del 2% il tasso medio degli stessi tre paesi membri
Ø OBIETTIVO: stabilità dei prezzi, priorità storica della politica monetaria tedesca. Politiche dei governi influenzate dal vincolo monetario
L’allargamento: Quale Europa?
Ø Problema: possibile guerra fra poveri per le risorse del Fondo di coesione. I paesi dell’est rischiavano di tagliare fuori Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna
1) Europa a più velocità: itinerario verso obiettivo comune, ma con tempi e modi diversi da paese a paese. Problema: tensioni nelle situazioni divergenti.
2) Europa à la carte: ogni stato libero di decidere se aderire o non aderire ai programmi di integrazione. Problema: la necessità di un nocciolo duro, ovvero un nucleo di paesi aventi la funzione di guida per tenere unita l’Unione.
L’allargamento: Quale Europa?
Europa a geometria variabile (proposta tedesca, Wolfgang Schauble). 5 priorità:
1) sviluppo costituzionale secondo il modello federalista con chiara divisione delle competenze europee, nazionali e regionali
2) riconoscimento del nocciolo duro composto da Francia, Germania, Benelux
3) rafforzamento rapporti Francia-Germania
4) rafforzamento di una politica estera comune
5) apertura ai paesi dell’Est
Ø Problema: Europa viene divisa in una Prima e
Seconda classe. Ø Fatto inaccettabile per Italia, Spagna e GB
L’allargamento: Quale Europa?
Europa a cerchi concentrici (Eduard Balladur):
Ø Un primo cerchio di stati impegnati a far crescere l’Unione rispettando Maastricht (nocciolo duro)
Ø Una serie di altri cerchi a cui avrebbero partecipato paesi associati per la realizzazione di progetti particolari. PROBLEMA: rischio di una parcellizzazione.
PROBLEMA GENERALE: q tutte le proposte distinguevano fra PAESI DI SERIE A e PAESI DI SERIE B destinati a subire le iniziative dei primi
q BIVIO EUROPEO: a) o si realizza l’integrazione politica, b) o si diluisce l’Unione in una aggregazione eterogenea il cui obiettivo è un mercato libero interno e protetto verso l’esterno.
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