MIASTENIA GRAVE, TRATTAMENTO COMPLESSO PER FREQUENTI COMORBILITÀ E COMEDICAZIONI 26 aprile 2014 I pazienti affetti da miastenia grave (MG) sono spesso trattati con farmaci prescritti non per il trattamento della MG rispetto ai controlli, a dimostrazione di una frequente condizione di comorbilità e un comune ricorso alla comedicazione. Lo rivela uno studio di coorte basato sull’intera popolazione norvegese, apparso online sull’European Journal of Neurology. «Nel trattamento immunosoppressivo a lungo termine della MG, l’obiettivo di controllare i sintomi minimizzando gli effetti collaterali è un problema complesso» sottolineano gli autori, guidati da Jintana B. Andersen, della sezione di Neurologia del Dipartimento di Medicina clinica dell’Università di Bergen. Inoltre – sostengono gli estensori della ricerca - non sono state abbastanza studiate le implicazioni di altri fattori, come gli anticorpi anti-muscolo cardiaco, la funzionalità respiratoria, l’uso di farmaci che possono peggiorare il blocco neuromuscolare, le comorbilità autoimmune e psichiatrica. «Il nostro studio, basandosi su una coorte nazionale per la valutazione della gestione farmacologica totale di casi sintomatici di MG, offre una nuova visione del carico totale di malattia in questi pazienti» proseguono gli autori. «Poiché la comorbilità nella MG è importante ai fini diagnostici, terapeutici e prognostici, il nostro scopo è stato quello di valutare la complessità della malattia attraverso l’esame del trattamento farmacologico totale, del ricorso all’immunoterapia e della presenza di comorbilità». Il team ha fatto uso del Norwegian Prescription Database (NorPD), in cui dal 2004 è obbligatorio registrare tutte le prescrizioni delle farmacie norvegesi, pratica che copre l’intera popolazione nazionale (poco più di 5 milioni di persone). Sono stati inclusi nell’analisi tutti i pazienti che hanno ricevuto prescrizioni specifiche di piridostigmina per il trattamento di MG dal 2004 al 2010 (87.556 prescrizioni a 830 pazienti con MG). Questi soggetti sono stati poi messi a confronto con la popolazione generale norvegese. Solo 19 individui (2,3%) non hanno ricevuto altri farmaci oltre la piridostigmina. I pazienti con MG hanno ricevuto una comedicazione più spesso dei controlli in quasi tutti i gruppi di medicazione: insulina (frequenza 3 volte superiore), ormoni tiroidei (4 volte superiore o 2 volte superiore, rispettivamente nei pazienti di sesso maschile e sotto i 50 anni oppure di sesso femminile e sopra i 50 anni), antidepressivi (2 volte superiore), antiepilettici (2 volte superiore) antinfettivi, ipolipemizzanti, antipertensivi e agenti immunomodulatori» affermano Andersen e colleghi. In particolare, aggiungono, «i trattamenti per il diabete, le patologie tiroidee e i disturbi psichiatrici sono risultati frequenti nei pazienti con MG». «In questo studio» precisano gli autori «gli ormoni tiroidei sono stati prescritti più frequentemente a pazienti con MG di età <50 anni e agli uomini rispetto ai controlli. Una recente revisione sistematica ha stimato come le malattie autoimmuni concomitanti nella MG si attestino al 13%, e di queste le malattie della tiroide sono le più frequenti». Inoltre, in pazienti identificati prospetticamente come affetti da MG, si è riscontrato diabete di tipo 1 e 2 rispettivamente nel 10% e 8% dei casi. «Tutti gli antidiabetici nel nostro studio sono stati maggiormente prescritti in pazienti di età =/>50 anni». Anche l’uso di antidepressivi è risultato più comune nei soggetti con MG rispetto ai controlli, in accordo con precedenti studi che testimoniano la presenza di disturbi affettivi in questa popolazione di pazienti. «Nel nostro studio» riprendono i ricercatori «un’età =/>50 anni e il sesso maschile si sono rivelati fattori predittivi per trattamenti immunosoppressivi. I farmaci immunosoppressivi e la timectomia hanno costituito i mezzi principali per trattare le forme di MG da moderate a gravi, spesso nei casi a insorgenza tardiva e nei timomi». «Solo il 6% di tutti i pazienti MG ha avuto una patologia grave da richiedere farmaci immunomodulatori di seconda linea, evidenziando che il prednisolone e l’aziatoprina da soli o in combinazione sono sufficienti per il controllo dei sintomi in quasi tutti i pazienti affetti da MG». I pazienti identificati come interessati da MG grave erano prevalentemente di età =/>50 anni e di sesso femminile. «Questo studio» commentano gli autori «rivela la reale complessità della MG e offre un contributo alla comprensione dell’impatto di questa patologia sulla salute. La consapevolezza delle comorbilità e la conoscenza delle pratiche di trattamento dovrebbe aiutare i medici nello scegliere la migliore strategia terapeutica». Arturo Zenorini Andersen JB, Owe JF, Engeland A, Gilhus NE. Total drug treatment and comorbidity in myasthenia gravis: a population-based cohort study. Eur J Neurol, 2014 Apr 9. [Epub ahead of print]