Luci rosse al Litta: il Censore

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Luci rosse al Litta: il Censore
Giovanni Bertuccio - 05.07.2012
Giuro su Dio che era un film pornografico come altri centinaia che avevo visto. No, c’erano delle
differenze, il montaggio e certe strane inflessioni, ma io ho pensato che fosse per la povertà dei
mezzi. No, sarò sincero con voi, ho pensato che fosse così perche l’aveva fatto una donna”. (il
Censore)
Irriverente, mordace e scandalosamente reale è lo spettacolo che chiude il palinsesto del Teatro
Litta. Pièce del drammaturgo scozzese Anthony Neilson - tra i principali esponenti, insieme a
Sarah Kane e Mark Ravenhill, della corrente britannica in-yer-face-theatre - il Censore arriva a
Milano con la regia di Antonio Syxty e in scena i protagonisti hot Giovanna Rossi, Gaetano
Callegaro, Marianna de Pinto. Al Litta fino al 7 luglio.
Opera vincitrice del Time Out Award for Best Fringe Production e del Writers Guild Award
for Best Fringe Play nel 1997, lo spettacolo é la storia immaginata, un'iperbole che racconta un
incontro fra una donna, Shirley Fontaine, regista di film erotici, e un fantomatico Censore, addetto
alla valutazione artistica e morale dei contenuti filmati. Tutto ruota attorno al film porno che Miss
Fontaine propone al Censore e già i diverbi dalla prima scena: lui vede soltanto la consumazione di
un amplesso, lei nota gli sguardi, percepisce il ritmo, nota anche che il pene non è sempre in
erezione.. e secondo lei come mai, signor Censore?
Questa, la prima provocazione di una lunga serie, apre la via ad un labirinto di parole e desideri, di
istinti che si palesano ma che vengono subito repressi. La carica erotica viene attutita, al meno nel
suo nascere, dallo scontro di due mondi, il maschile ed il femminile - ed è interessante notare come
la moglie sia molto simile a Miss Fontaine - il quale non decreta vincitori ma solo vittime: entrambi
i protagonisti, una volta sondato a fondo la loro perversioni soccomberanno ad esse.
In perfetto stile in-yer-face il dramma vuole sbattere, se non tirare bruscamente in faccia agli
spettatori la condizione su cui versano l'uomo e la donna di oggi. La donna è sempre più gatta, é una
Lewisky che gioca col sua sessualità per fare carriera, smaniosa nel dare sfogo ai suoi appetiti, e
così l'uomo, meno furbo forse della donna, anche lui guarda al mondo dal punto di vista privilegiato
della zona pelvica, una volta che qualcuno ha fatto breccia nella sua zona oscura e volutamente
nascosta. L'uomo di oggi e la società di cui sono composte vivono ancora lo sfasamento che
Durkeim aveva denunciato: lo sfasamento fra io collettivo e io individuale, e questo produce attori
sociali più che persone che convivono, ruoli più che essenze... e mancando riti pubblici in cui le
comunità potevano dare libero sfogo al loro dionisiaco come in passato, le perversioni, nell'evo
contemporaneo sono demandate tutte alla sfera privata e al soddisfacimento all'interno della società
dei consumi: clubs, locali scambisti, chat, pornografia, sesso virtuale, saune e orgia party..
Un trio d'attori esemplari mette in scena quanto detto attraverso dialoghi scarni e risposte brevi.
Tutto è lasciato al potere evocativo delle tonalità vocali e del linguaggio non verbale e quando
questi erano muti subentravano le affascinanti atmosfere cromatiche di Fulvio Melli. I tre si
muovono in scenografie oniriche dall'aspirazione artistica, opera di Guido Buganza, creando
spaesamento nel pubblico e ponendo la storia allo stesso tempo in un non luogo o in tutti i luoghi
possibili. Perchè la loro storia è la nostra, insieme condividiamo desideri, sporcizia, lussuria, sesso
legato alla violenza, tradimento.
Fino al 7 luglio 2012
ore 20.30 - Sala Teatro Litta
Corso Magenta 24
Il Censore
(THE CENSOR)
di Anthony Neilson
traduzione Imogen Kusch
con Giovanna Rossi, Gaetano Callegaro, Marianna de Pinto
regia Antonio Syxty
scene e costumi Guido Buganza
luci e immagini Fulvio Melli
staff tecnico Alessandro Barbieri, Ahmad Shalabi
foto di scena Federico Cambria
direzione di produzione Gaia Calimani
produzione LITTA_ produzioni
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