Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena Civiche Raccolte d’Arte ROTARY CLUB MILANO LINATE EUGENIA LITTA ATTENDOLO BOLOGNINI E LA COLLEZIONE LITTA Nel 1899 la duchessa Eugenia Litta Visconti Arese nata Attendolo Bolognini donava all’Ospedale Maggiore di Milano l’oratorio di Santa Maria delle Selve a Vedano al Lambro, a fianco del quale aveva raccolto una sorta di museo di famiglia, nonché una rendita annua di 2000 lire, ultimo degli atti di beneficenza che nel tempo avevano legato la nobildonna all’istituzione milanese. Eugenia nacque il 12 febbraio 1837, figlia di Eugenia Vimercati Sanseverino e del conte Gian Giacomo Attendolo Bolognini, raffinato collezionista cui si deve l’impulso decisivo alla nascita dei musei Civici di Milano. La “bella Bolognina”, come veniva designata Eugenia nei salotti ottocenteschi andò sposa nel 1855 al duca Giulio Litta. Quest’ultimo, secondogenito del duca Pompeo, discendeva da una delle casate più nobili di Milano; fervente patriota partecipò ai moti rivoluzionari del ’48, musicista dilettante fu compositore di alcune operette. Sensibile, come molti altri Litta, al fascino delle arti, commissionò a Vincenzo Vela nel 1846 la famosa Preghiera del Mattino, vero e proprio manifesto della scultura romantica. La duchessa Litta, donna splendida come mostrano anche i numerosi ritratti pervenuti, fu una vera protagonista della vita mondana degli ultimi decenni dell’Ottocento, spesso al centro di cronache rosa per il suo legame con Umberto di Savoia. Ebbe due figli, Pompeo e il prediletto Alfonso, che nel 1891, a distanza di pochi giorni dalla morte del padre Giulio, scomparve prematuramente. Il legame tra Eugenia Litta Bolognini e l’Ospedale Maggiore, consacratosi nella munifica donazione del 1899, risaliva però già al decennio precedente: oltre all’erezione del Padiglione Litta (1891), il primo dell’attuale Policlinico, la duchessa è ricordata anche come sostenitrice della Commissione Visitatori e Visitatrici dell’Ospedale. Se grazie alla magnanimità di Eugenia Litta si diede inizio alla costruzione dei nuovi padiglioni ospedalieri, non meno importante risultò per l’Ospedale la donazione da parte della duchessa della collezione artistica e di un prezioso archivio, beni ufficialmente acquisiti dall’ospedale alla sua morte (1914), ma definitivamente presi in carico soltanto nel 1945. Il “museo di famiglia”, come veniva designata nei documenti la raccolta, comprendeva una ristretta selezione di opere che Eugenia aveva ereditato dal marito, proprietario della Villa di Vedano presso la quale si trova l’oratorio di Santa Maria delle Selve, trasformato in famedio della famiglia proprio per volontà di Giulio Litta.