Relazione a cura di Cavallo Luca PALAZZO LITTA Palazzo Litta (o conosciuto anche come Palazzo di Porta Vercellina) fu la residenza ufficiale dei Conti Litta, nobile e ricchissima famiglia Milanese. Dal 1600 fino al 1800 furono dei personaggi di grande rilievo nella storia milanese. Il Palazzo di Porta Vercellina è situato in Corso Magenta 24, la sua costruzione va dal XVII secolo fino al XIX. Durante il dominio degli Asburgo su Milano Palazzo Litta raggiunse il suo massimo splendore, venne soprannominato “la seconda corte della città” tanto l’edificio fosse fastoso e ricco; di fatto nel palazzo soggiornarono molti artisti, musicisti e imperatori come Mozart, Johann Christian Bach (figlio di Johann Sebastian Bach), Napoleone Bonaparte, Carlo Goldoni (che dedicò alcune opere ai membri della casata Litta) e l’Imperatore d’Austria Giuseppe II. Il Palazzo Litta è l’esempio più eclatante dello stile barocchetto lombardo molto in voga durante l’epoca di Maria Teresa d’Austria. Gli elementi che caratterizzano la facciata dell’edificio sono: gli imponenti omenoni sul portone d’ingresso che sorreggono la balconata e il frontone posto sul tetto dell’edificio dove vi sono scolpiti lo stemma a scacchiera dei Litta, il biscione dei Visconti e l’aquila degli Arese. Percorrendo il piano nobile, posto al primo piano, si possono notare tutti gli stili architettonici che si sono susseguiti all’interno del palazzo, dal barocco fino al neoclassico. Il Palazzo Litta è caratterizzato dalla presenza di due corti interne, entrambe molto sobrie, che rispecchiano di più la caratteristica di palazzo nobiliare milanese. La prima corte è in parte porticata e dà l’accesso all’interno del palazzo, mentre la seconda è caratterizzata dalla presenza della settecentesca Torre dell’Orologio e dà l’accesso al teatrino di corte, fatto edificare nel 1700 smantellando la precedente cappella. Entrando all’interno del palazzo ci si imbatte nel monumentale scalone d’onore, ricostruito nel dopoguerra, a causa del crollo da parte del soffitto, caratterizzato dalla vasta tipologia di marmi utilizzati e dalla struttura della scalinata stessa, la quale si può ritrovare in molte corti d’Europa come il Palacio Real a Madrid o la Reggia di Caserta. Proseguendo all’interno del palazzo si susseguono gallerie e stanze in stile rococò, caratterizzate da splendidi damaschi, decorazioni dorate e pavimenti intarsiati a simboleggiare la ricchezza della casata Litta, lo stemma della nobile famiglia è ovunque, dagli orologi ai camini e lo stesso Napoleone Bonaparte rimase così colpito dalla bellezza del Palazzo da passarci molto tempo durante i suoi soggiorni a Milano. Una delle sale più famose di Palazzo Litta è la Sala Rossa caratterizzata da una tappezzeria color rosso e un bellissimo affresco sul soffitto. Un giorno Napoleone si recò in visita a Barbara Barbariano di Belgioioso Litta la quale lo accolse commossa; la leggenda vuole che una sua lacrima di gioia cadde sul pavimento. In seguito una perla verrà incastonata al centro del secondo fiore del mosaico, in ricordo dell’avvenimento. Il corpo centrale del Palazzo di Porta Vercellina è occupato dal Salone degli Specchi, una sala lunga circa otto metri che occupa quasi due piani in altezza ed è decorata con un affresco sul soffitto e un lampadario di Murano posto al centro della sala. Alle pareti del salone sono collocati degli specchi, molto in voga nel XVIII secolo per rendere le stanze più grandi di quanto fossero realmente; un’altra caratteristica della sala sono gli affreschi di balconate, gli archi a sesto acuto e le finestre realizzati secondo la tecnica del Trompe l’oeil che consiste nel dare una profondità al dipinto creando una sorta di rilievo illudendo così chi lo guarda. Verso la fine del piano nobile si può notare che alcune sale furono ristrutturate nel tardo 1700 e nel 1800 in stile neoclassico, caratterizzato da colonne e capitelli classici, da soffitti decorati con forme geometriche precise; uno stile totalmente diverso da quello che caratterizzò l’Ancienne Regime (antico regime) considerato ormai superato da molti architetti dell’epoca. Il Palazzo Litta all’epoca della sua costruzione era situato ai confini della città, di conseguenza i Litta avevano a disposizione molto spazio per espandersi; infatti sul retro dell’edificio è presente una scuderia e un giardino (ora in stato di abbandono), che nel 1700 arrivava fino al Castello Sforzesco. Nel giardino erano presenti molte fontane con sculture e giochi d’acqua, siepi intagliate e roseti di cui oggi non rimane nulla a causa della costruzione del Foro Bonaparte e della urbanizzazione della zona. Un altro aneddoto legato alla storia del Palazzo Litta narra che uno degli alberi secolari che sono sopravvissuti fino ai giorni d’oggi, sia stato piantato da Napoleone Bonaparte in persona.