15 giugno 2015 Una campagna alimentare per contrastare la carenza di iodio durante l'estate. E' l'obiettivo del progetto promosso della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp), che ha informato circa un milione di bambini in 3.500 scuole. I consigli per una tavola salutista indicano come ottime fonti di iodio alcuni alimenti in particolare: yogurt biologico, mirtilli rossi, fagioli e alghe. Attenzione a soia, spinaci e cavoli, che invece bloccano l'assunzione del prezioso elemento. In Italia sono circa sei milioni le persone che si ammalano di gozzo - malattia legata alla carenza di iodio che produce un ingrossamento della tiroide -, pari a oltre il 10% della popolazione totale. Ma i dati indicano una situazione ancora più allarmante fra i giovanissimi: ne viene colpito almeno il 20%, cioè un bambino su cinque. La carenza di iodio può provocare anche gravi deficit cognitivi e psicomotori. Il metodo migliore per prevenire questo rischio è optare per una dieta che includa pesce di mare, crostacei e molluschi durante tutto l'anno. L'indagine nelle scuole di 10 città: iodio sconosciuto, si mangia poco pesce - Nell'ambito del Progetto italiano contro la carenza di iodio in pediatria è stata realizzata un'indagine a mille bambini delle scuole primarie e secondarie di I grado di 10 città italiane (Milano, Torino, Genova, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Potenza, Bari e Cagliari). I risultati evidenziano che non sono molti i bambini che conoscono lo iodio. Se 1 su 5 (22%) sa che ce ne è molto nel pesce e in minima quantità nel formaggio (9%), sono diversi a credere che ce ne sia nella carne e nelle verdure. In mensa, come previsto per legge, viene servito regolarmente il pesce, anche se piuttosto di rado: 1-2 volte nel 12% dei casi e 2-3 volte alla settimana solo il 5%. A casa quasi tutti mangiano il pesce saltuariamente e solo il 14,7% lo mangia più volte alla settimana. I nuovi alimenti per combattere la carenza di iodio in estate 1. Mirtilli rossi - Questa frutta, tipica della stagione estiva, è particolarmente ricca di iodio. 2. Yogurt biologico - Anche se lo yogurt è più noto per il suo contenuto di calcio e proteine, questo alimento è sorprendentemente ricco di iodio. Una tazza, infatti, fornisce 90 microgrammi di iodio (60% del fabbisogno giornaliero). 3. Fagioli - I fagioli sono un alimento che, in generale è altamente nutriente ma è anche ricco di iodio. Una tazza di fagioli bianchi cotti, per esempio, ci fornisce il 42% del fabbisogno quotidiano. 4. Le alghe – Questo alimento è un concentrato di iodio. Una porzione da 50 grammi di alcuni tipi specifici (ad esempio bladderwrack essiccata) contengono oltre il 100% del fabbisogno giornaliero. Consumare solo sale iodato - Il sale marino non contiene di per sé iodio, come non lo contiene quello nero, quello rosa dell'Himalaya e quello delle Hawaii. Serve assumere sale iodato, cioè sale cui viene aggiunto lo iodio, che è un minerale naturale. Attenzione a soia, spinaci, cavoli e farmaci - Attenti invece a soia, spinaci, cavoli, ravanelli, spinaci, mandorle, pinoli, nocciole ed arachidi: bloccano l'assunzione di iodio e limitano la capacità della tiroide di regolare il metabolismo. Farmaci antiaritmici, a base di ferro, oltre ad alcuni antiepilettici, interferiscono con il funzionamento della tiroide. Vegetariani, vegani e intolleranti, i rischi legati a diete, allergie e intolleranze - La carenza di iodio può essere dovuta anche all'adozione di diete "di esclusione", dettate da una scelta oppure in caso di allergie e intolleranze. "Gli stili alimentari che escludono il pesce possono essere carenti di iodio" spiega il professor Mohamad Maghnie, presidente della Siedp. E aggiunge: "Nel caso dei vegani, poi, il rischio aumenta notevolmente dato che la loro dieta esclude qualsiasi cibo di derivazione animale compresi latte, latticini e uova che contengono comunque una buona quantità di iodio". Anche gli allergici, naturalmente vanno incontro agli stessi rischi. Secondo uno studio pubblicato nel 2013 sul World Allergy Organ Journal, in Italia, il 10% dei genitori dichiara che il proprio figlio è allergico. In realtà solo il 3% lo è, negli altri casi spesso di tratta di intolleranze anche temporanee.