SEDATIVO-IPNOTICI E ANTICONVULSIVANTI Sistema GABAergico acido gamma-amino-butirrico Attività inibitoria Localizzazione cervello e midollo spinale Modulatore delle risposte del SNC “valium endogeno” Due tipi di recettori: Rec. A aumenta la permeabilità a Cl- in entrata Rec. B al K+ in uscita Comuque con lo stesso risultato: iperpolarizzazione della membrana post-sinaptica Il sistema gabaergico non è definibile in termini di circuiti neuronali perché è diffuso in tutto il sistema nervoso, esercitando un’azione di sedazione sull’attività elettrica neuronale. I farmaci che migliorano l’azione neurotrasmettitoriale del GABA sono detti ansiolitici. I farmaci che, al contrario, inibiscono l’azione del GABA sono i convulsivanti. RECETTORI GABAERGICI GABAA: mediano l’azione inibitoria veloce (100 millsecondi). Canale permeabile al Cl-. Si apre in seguito al legame di due molecole di GABA. Sito di legame di Benzodiazepine e Barbiturici. GABAB: mediano l’inibizione lenta, accoppiati a Gi. Attivati selettivamente da baclofen. Nella retina i GABAA non presentano il sito di legame a benzodiazepine e barbiturici. Il recettore A del GABA (GABAA) è un recettore-canale, sia presinaptico che postsinaptico, appartenente alla classe I (insieme al recettore colinergico nicotinico, al recettore serotoninico di tipo 3 e al recettore glicinergico di tipo A), quindi è un pentamero, costituito da subunità raggruppate in sette famiglie (alfa1-6, beta1-3, gamma13, delta, epsilon, rho e teta), che si combinano variamente; ogni subunità del pentamero è costituita da 4 domini transmembrana ad α-elica. Struttura chimica delle benzodiazepine Metabolismo delle benzodiazepine. EPILESSIA Definizioni Epilessia Sindrome cronica caratterizzata dalla ricorrenza di crisi epilettiche spontanee e ricorrenti (due o più) Crisi epilettica Per crisi epilettica si intende la manifestazione clinica parossistica (sintomi motori, sensitivo/sensoriali, psichici, associati o meno a perdita di coscienza) dovuta ad una scarica anomala, ipersincrona di una popolazione più o meno estesa di neuroni corticali, generalmente di tipo eccitatorio che riescono a superare la barriera dei neuroni inibitori. A- neurone “normale” B- neurone “epilettico” Sintomatologia Abbiamo un concatenarsi di eventi che possono andare da una mancanza di attenzione a delle convulsioni tonico-cloniche. La mancanza di attenzione può essere caratterizzata da intangibili assenze mentre sindrome più severa è quella convulsiva (fino alle tonico-cloniche). L’epilessia può generarsi in qualsiasi punto del sistema nervoso centrale (SNC) tramite focus epilettogeni. ➢Se il focus coinvolge la corteccia cerebrale, fondamentale per la memoria immediata, i movimenti, il linguaggio, la vista, l’udito, l’attivazione determina una convulsione. ➢Se il bersaglio è l’ipotalamo le ripercussioni si avranno sul sistema autonomo periferico, con alterazioni a livello simpatico e parasimpatico. ➢Scariche sul midollo allungato, infine, producono perdita di coscienza. Focus diffusi a tutti e 3 questi livelli, determinano un grave quadro epilettico. CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE CRISI EPILETTICHE • Parziali - Semplici - Complesse Secondariamente generalizzate • Generalizzate - Assenze - Miocloniche - Atoniche - Toniche e/o cloniche • Non classificabili - Tipi di Epilessie Accessi Parziali: interessano piccole aree del SNC, sono limitatamente estese e spesso non determinano contrazioni tonico-cloniche ma soltanto contrazioni muscolari involontarie con esperienze sensoriali anomale, della durata di pochi secondi. Accessi Generalizzati: •Assenze (piccolo male) – caratterizzate da scariche elettriche a breve durata, che determinano fugaci perdite di coscienza (per alcuni secondi) senza generare convulsioni. L’effetto è una perdita di interazione con la realtà (simile elettroshock). •Accessi Tonico-Clonici (grande male) – caratterizzati da scariche abnormi a tutto il SNC. Si manifestano contrazioni della muscolatura striata di tipo tonico-cloniche, dolorose (ma non avvertite dal soggetto che è incosciente). Si hanno ripercussioni anche sul sistema nervoso simpatico e parasimpatico: scialorrea (bava), perdita del controllo degli sfinteri viscerali. L’esito può essere addirittura infausto o per soffocamento (per la chiusura dell’epiglottide dovuta alla retrazione dell’ipoglosso) o fibrillazione (per la scarica abnorme sui recettori ß1 cardiaci). Status epilepticus o stato di male epilettico • Crisi epilettica che dura più di 30 minuti, oppure due o più crisi durante un periodo di 30 minuti, senza un completo recupero tra le crisi • Si tratta di una grave emergenza medica, che può condurre a ipossia, ipotensione, acidosi e ipertermia. La terapia deve risolvere la crisi entro 60 minuti. Focus epilettico E’ il punto di partenza della scarica elettrica patologica (non sempre individuabile). L’attività elettrica anomala può poi diffondersi a tutta la corteccia. La diffusione (spreading) avviene quando la scarica elettrica del focus oltrepassa la soglia per cui i neuroni circostanti vengono a loro volta attivati (recruitment). Possono essere reclutati: - neuroni in aree contigue al focus - neuroni coinvolti in circuiti associativi brevi - neuroni appartenenti a lunghi circuiti associativi. ORIGINI PATOLOGICHE DEL FOCUS: ➢ genetica, spesso nell’ambito di sindromi complesse ➢ traumatica ➢ flogistica ➢ neoplastica ➢ ischemica ➢ … sconosciuta FATTORI SCATENANTI L’ATTACCO: ➢ variazioni di glicemia, pH plasmatico, equilibrio elettrolitico ➢ anossia ➢ alterazioni metaboliche o endocrine ➢ affaticamento ➢ stress ➢ carenze nutrizionali ➢ intossicazioni da farmaci o brusche sospensioni di farmaci ➢ … indeterminati Meccanismi di epilettogenesi Modificazioni dell’attività di canali ionici Evidenze: elettroshock sperimentale modificazioni dell’equilibrio elettrolitico canalopatie (alterazioni genetiche di canali al Na+,Ca2+,K+) Diminuzione dei meccanismi di inibizione sinaptica Evidenze: pentilentetrazolo, picrotossina, bicucullina, ß-carboline stricnina alterazioni genetiche di subunità dei recettori GABA Aumento dei meccanismi di eccitazione sinaptica Evidenze: kainato, NMDA, quisqualato alterazioni genetiche sperimentali dei recettori o trasportatori del glutammato autoanticorpi anti-GluR3 ANTIEPILETTICI Terapia dell’Epilessia • MONOTERAPIA iniziale • BI-POLITERAPIA successiva (2-3-4 farmaci in associazione) Scelta del farmaco: -TIPO DI EPILESSIA !-INTERAZIONI: · INDUZIONE · INIBIZIONE · SPIAZZAMENTO METABOLISMO – CYP 450 AVVERTENZE : SOSPENSIONE -> sempre alto rischio di rebound GRAVIDANZA -> ! di teratogenicità con tutti gli antiepilettici. Importanti i supplementi di folati e vitamina C ALLATTAMENTO -> permesso con terapie a dosi normali (tranne barbiturici, etosuccimide) CARATTERISTICHE FARMACOCINETICHE COMUNI ❖ La maggior parte è attiva per os e tutti devono entrare nel SNC ❖ L’assorbimento è in genere buono (80-100 %) ❖ La maggior parte si lega in alta percentuale alle proteine plasmatiche tranne: Fenitoina, BZD, acido valproico ❖ Sono metabolizzati principalmente dal fegato (spesso metaboliti attivi) ❖ Frequenti interazioni con altri farmaci ❖ La maggior parte ha emivita lunga (>12 h) Meccanismi d’azione dei farmaci antiepilettici Blocco dei canali del Na+ voltaggio-dipendente (Carbamazepina,Fenitoina,Ac Valproico..) Blocco dei canali Ca2+ voltaggio –dipendenti (Etosuccimide, Ac Valproico..) Potenziamento dei sistemi inibitori GABA-mediati: • Sinergismo allosterico con il GABA (barbiturici e benzodiazepine) • Inibizione del riassorbimento del GABA (tiagabina) • Inibizione della degradazione del GABA (vigabatrina) • Aumento della liberazione del GABA (gabapentina) Antagonismo dei recettori di aminoacidi eccitatori (Felbamato, Topiramato) Bromuro di K e Na (non più usato in medicina umana a causa dei notevoli effetti collaterali – resta di largo impiego nel cane e nel gatto sia in mono sia associato a fenobarbital) - iperpolarizza le membrane neuronali (il Br penetra attraverso i canali del Cl) - potenzia l’attività GABAergica PSICOANALETTICI CONVULSIVANTI E STIMOLANTI RESPIRATORI STIMOLANTI PSICOMOTORI ❖ I primi sono sostanze a diversa struttura chimica, i cui meccanismi d’azione sono, per la maggior parte, non ancora completamente chiariti e che agiscono su cervello e midollo spinale dove determinano: ipereccitabilità dei riflessi, aumento dell’attività dei centri respiratori e vasomotori e, a dosaggi maggiori convulsioni (scarsa attività sulle funzioni mentali) ❖ I secondi esercitano effetti considerevoli a carico delle funzioni mentali e del comportamento, determinando eccitazione, resistenza alla fatica ed aumento dell’attività motoria. L’effetto dura generalmente poche ore ed è seguito da depressione ed ansia STIMOLANTI RESPIRATORI E CONVULSIVANTI Impiegati per contrastare l’insufficienza respiratoria acuta Stricnina (antagonista della glicina) Picrotossina (blocco non competitivo Doxapram • • • • • Stimola il centro della respirazione (bulbo) Stimola i chemocettori aortici e carotidei Efficace sulla gran parte delle specie animali seppure con qualche differenza (suino, coniglio, ovino e pollo risultano più resistenti) EV, IM, SUBLINGUALE nella depressione respiratoria indotta da barbiturici e anestetici inalatori A dosaggi più alti di quelli terapeutici provocano: ipertensione, convulsioni e iperventilazione dell’azione del GABA sui canali del Cl-) Entrambe scarsamente maneggevoli (convulsivanti) quindi impiegati esclusivamente a fini sperimentali STIMOLANTI PSICOMOTORI ❖ Metilxantine ❖ 4-aminopiridina ❖ Antagonisti 2-adrenergici (yoimbina e talazolina impiegate per contrastare gli effetti della xilazina e, associate alla 4-aminopiriddina per accorciare l’anestesia indotta da ketamina) ❖ Amfetamine, Cocaina METIL- XANTINE MECCANISMO D’AZIONE Raramente impiegate come stimolanti SNC ma per ridurre la sensazione di fatica ed aumentare la capacità di lavoro muscolare; azione diuretica; broncodilatazione REGOLATORI DEL COMPORTAMENTO PSICOFARMACOLOGIA VETERINARIA DISTURBI COMPORTAMENTALI NELL’ANIMALE esempi ANSIA: risposta emotiva ad uno stimolo che presagisce una situazione potenzialmente pericolosa o imprevedibile. L’animale anticipa una situazione negativa Disturbi correlati all’ansia: • Ansia generalizzata • Aggressività (su base ansiosa) • Atteggiamenti compulsivi IL CANE E L’ANSIA ANSIA DA SEPARAZIONE (tra le forme di ansia più frequenti) quando separati dai membri della famiglia, i cani possono andare incontro a comportamenti di stress ed incappare in problemi comportamentali connessi all’assenza o alla percezione dell’assenza dei membri del proprio gruppo (diagnosticata nel 20-40% dei cani che vengono visitati presso le cliniche comportamentali) Definizione più utilizzata: «patologia comportamentale, motivata dall’ansia, che si presenta unicamente durante l’assenza del proprietario» (anche se il proprietario è in casa ma non può venire in contatto con il suo padrone) Trattarla è fondamentale: • Benessere dell’animale che si trova in situazione di stress • Rappresenta una delle principali cause di rottura del legame tra proprietario e animale (canile!) ANSIA DA SEPARAZIONE SINTOMI COMUNI SINTOMI MENO COMUNI ❖ Eliminazioni inadeguate ❖ Anoressia ❖ Atteggiamenti distruttivi in casa ❖ Diarrea ❖ Eccessive vocalizzazioni ❖ Auto-traumatismi ❖ Vomito granuloma da leccamento (es. di auto-traumatismo) Con il termine di "auto-traumatismi" si indicano le lesioni che il cane od il gatto si auto-infliggono e che vanno da una banale alterazione del colore del pelo, dovuta alla diluizione effettuata dalla saliva, a lesioni ben più importanti che arrivano alle automutilazioni (coda in primis) Normalmente nel cane sono localizzate ai carpi o tarsi (soprattutto sinistri) e alla coda, ma ad esempio nel dobermann è frequentemente interessato il fianco. Nel gatto le aree maggiormente interessate sono addome, fianchi e coda. Qualsiasi tentativo di risolvere il problema con bendaggi, collari elisabettiani ed altri accorgimenti che limitano semplicemente la presa di contatto, da dei risultati parziali e/o temporanei. (il problema deve essere affrontato dal punto di vista comportamentale per poter dare risultati permanenti) AGGRESSIVITÀ: uno dei problemi comportamentali più diffusi, In natura si distinguono due tipi di aggressività - predatoria e affettiva o emozionale. La prima, che porta alla disponibilità di cibo, conferisce all’animale una piacevole sensazione, mentre l’aggressione rabbiosa, al contrario dà delle sensazioni negative. Rientrano in questo tipo di aggressività motivata dalla rabbia (offensiva o difensiva): ❖ ❖ ❖ ❖ ❖ Aggressività Aggressività Aggressività Aggressività Aggressività da paura e da dolore territoriale da dominanza intrasessuale tra maschi patologica (cause organiche) ognuna di esse richiede uno specifico iter terapeutico DEPRESSIONE Segnali tipici: • • • • • • Dorme più del solito Mangia poco e rifiuta il cibo Non ha interesse per i suoi giochi preferiti Tende ad isolarsi Esce svogliatamente per la passeggiata quotidiana Non reagisce se chiamato ❖ MODIFICAZIONE AMBIENTALE ❖ TERAPIA COMPORTAMENTALE ❖ TERAPIA FARMACOLOGICA RELAZIONI TRA DISTURBI COMPORTAMENTALI E NEUROTRASMETTITORI I disturbi comportamentali sono così eterogenei che i ruoli dei vari e probabili causali possono differire molto da caso a caso. Il comportamento può, infatti, influenzato da molteplici cause: ormonali, patologiche, ambientali In generale, la probabilità di sviluppare disturbi comportamentali è correlata combinazione delle comuni esperienze di vita e delle caratteristiche individuali anche al fattori genetici) fattori essere ad una (legate Nell’uomo, fenomeni impulsivi aggressivi hanno assunta una connotazione negativa, che rimanda a condizioni reattive disturbate o pscicopatologiche. Negli animali, comportamenti di tipo agonistico-aggressivo conservano il significato di comportamenti specie-specifici (es. aggressività predatoria) in quanto favoriscono la sopravvivenza degli individui e dei gruppi sociali I circuiti neurologici coinvolti sono molteplici e non ancora ampiamente studiati. Nonostante i dati abbiano dato risultati a volte contrastanti, sembra ipotizzabile una relazione tra alterate concentrazioni di alcuni neurotrasmettitori e disturbi comportamentali su base ansiosa in numerose specie. Nell’instaurare e mantenere atteggiamenti e comportamenti ansiosi e aggressivi su base ansiosa sembra che siano implicate variazioni dei livelli centrali di serotonina e di GABA (neurotrasmettitori che calmano la risposta di stress) e di catecolamine, in particolare dopamina e noradrenalina (hanno azione facilitante risposte di tipo ansioso). L’interazione tra questi neurotrasmettitori è talmente complessa che i cambiamenti in un sistema inevitabilmente producono cambiamenti su un altro. Alterazioni a carico del sistema centrale serotoninergico, in particolare bassi, sono risultate essere un comune denominatore in letteratura (insufficiente controllo dell’impulso aggressivo piuttosto che un’aumentata motivazione aggressiva) In uno studio (Reisner TL et al. «Comparison of cerebrospinal fluid monoamine metabolite levels in dominant-aggressive and non aggressive dogs», 1996) è stata misurata la concentrazione liquorale dell’acido 5-idrossiendolacetico (5-HIAA), un metabolita della serotonina, indicatore indiretto della concentrazione centrale della stessa serotonina RISULTATI SOGGETTI CON DIAGNOSI DI AGGRESSIVITÀ: bassi livelli liquorali di 5-HIAA SOTTOGRUPPO (cani aggressivi con un passato di episodi di morsicatura non preceduti da segnali di avvertimento - es. ringhi percettibili): livelli più bassi rispetto al sottogruppo di cani che utilizzano questi segnali di avvertimento ALTRI DISTURBI COMPORTAMENTALI OSSERVATI e PROBABILI BASI NEUROBIOLOGICHE ❖ Disturbi dei comportamenti di pulizia del corpo – sistema dopaminergico, serotoninergico e degli oppioidi ❖ Disturbi del comportamento sessuale – fattori ormonali ❖ Disturbi del comportamento alimentare – sistemi serotoninergico e degli oppioidi ❖ Disturbi della locomozione – sistema dopaminergico FARMACI REGOLATORI DEL COMPORTAMENTO ANTIDEPRESSIVI AGONISTI DEL RECETTORE GABA AGONISTI DEL RECETTORE SEROTONINERGICO ANTAGONISTI β-ADRENERGICI TRANQUILLANTI MAGGIORI ANTICONVULSIVANTI STIMOLANTI FITOTERAPICI FERORMONI PROGESTINICI AGONISTI R DEL GABA: BZD (diazepam, alprazolam, oxazepam, lorazepam, clorazepato dipotassico, clordiazepossido, clonazepam) – GABAA (sito allosteriico) IMPIEGHI CLINICI: marcatura urinaria, paura situazionale, attacchi di panico e di ansia acuti, aggressività predatoria AVVERTENZE: evitare di somministrare al gatto le BZD che danno metaboliti attivi (alprazolam e oxazepam) poiché a maggior rischio di sviluppare necrosi epatica fulminante AGONISTI R SEROTONINA (5-HT1A): BUSPIRONE HCl (ansiolitico non sedativo «ansioselettivo» molto ben tollerato) il sottotipo recettoriale regola l’umore e il comportamento Latenza d’azione (>7 gg) Breve emivita (3 volte/die!) IMPIEGHI CLINICI: marcatura urinaria, paure lievi Serotonina • Serotonin (5-hydroxytryptamine,5-HT) is a monoamine neurotransmitter. • Biochemically derived from tryptophan, serotonin is primarily found in the • gastrointestinal (GI) tract, • platelets, and the • central nervous system (CNS) of animals, including humans Distribuzione fisiologica della serotonina 5% SNC 95% tratto GI di cui: 90% cellule EC 10% neuroni RECETTORI SEROTONINERGICI individuati 7 tipi (5-HT1-7) e svariati sottotipi ma solo per i primi quattro tipi si hanno buone conoscenze Sottotipo 5-HT1A,1B,1D Funzione Neuronal inhibition of central nervous system (CNS) neurons, smooth muscle relaxation, contraction of some vascular smooth muscle (BUSPIRONE agisce su 5-HT1 A presinaptici : effetti ansiolitici) 5-HT2 Neuronal depolarization; vasoconstriction of most blood vessels, bronchoconstriction, contraction of gastrointestinal smooth muscle, platelet aggregation (5HT2C responsabili del senso di sazietà) 5-HT3 Neuronal depolarization leading to activation of autonomic reflexes, neuronal excitation in the CNS 5-HT4 Gastrokinetic action (cholinergically mediated ileal contraction) myocardial stimulation, esophageal relaxation (in animal studies) Recettore 5-HT1 5-HT2 Sottotipo Meccanismo di trasduzione del segnale 5-HT1A Gi/o cAMP 5-HT1B Gi/o cAMP 5-HT1D Gi/o cAMP 5-HT1E Gi/o cAMP 5-HT 1F Gi/o cAMP 5-HT2A Gq/11 IP3/DAG 5-HT2B Gq/11 IP3/DAG 5-HT2C Gq/11 IP3/DAG 5-HT3 5-HT3 5-HT4 5-HT4 Gs 5-HT5A ? 5-HT5B ? 5-HT6 Gs cAMP 5-HT7 Gs cAMP 5-HT5 5-HT7 Recettore canale cAMP Localizzazione dei recettori 5-HT • 5-HT1: SNC, vasi meningei • 5-HT2: SNC, muscolatura liscia • 5-HT3: SNC, afferenze vagali, chemoreceptor trigger zone (antagonisti usati come antiemetici) • 5-HT4: SNC, tessuto cardiaco, GI FATTORI CHE INFULENZANO I LIVELLI CORPOREI DI SEROTONINA • Stress • Mancanza di sonno • Mancanza di esercizio • Alimentazione scorretta (dieta povera di triptofano) • Mancanza di luce Melatonina Ormone prodotto dall’epifisi Agisce sull’ipotalamo e regola il ciclo sonno-veglia Attenzione all’uso improprio! (aumento GH, riiduzione GnRH) ANTAGONISTI β-ADRENERGICI: CARAZOLOLO (l’effetto ansiolitico probabilmente deriva dal blocco dei β1 centrali e periferici – utile anche la riduzione degli effetti cardiovascolari e dei tremori associati all’ansia) IMPIEGHI CLINICI: stress da trasporto e da costituzione di nuovi gruppi nei bovini, stati ansiosi, paure situazionali STIMOLANTI: METILFENIDATO, PEMOLINA, AMFETAMINE risposta paradossale in pz affetti da disturbi da iperattività e deficit dell’attenzione (ADHD) nei quali si assiste ad un recupero della calma! FITOTERAPICI: HYPERICUM PERFORATUM (azione antidepressiva –rilascio monoamine) VALERIANA OFFICINALIS (azione tranquillante) risposte variabili IMPIEGHI CLINICI: non indicati per trattamenti di lunga durata FERORMONI: sostanze biochimiche volatili escrete a basse concentrazioni dagli animali (dalle ghiandole sudorpare, salivari, lacrimali, etc.), con la funzione di inviare segnali e, quindi, in grado di influenzare il comportamento e la fisiologia (sviluppo e riproduzione) degli altri individui della stessa specie generano comportamenti e reazioni fisiologico-comportamentali in altri individui della stessa specie che vi vengono a contatto es. i feromoni sessuali che vengono scambiati per contatto o per stimolo olfattivo e che provocano interesse sessuale in un altro individuo MECCANISMO D’AZIONE: in parte ancora sconosciuto. Mediato dalle innervazioni dell’organo vomero-nasale (organo di senso olfattorio ausiliario - vestigiale nell’uomo) dell’animale che li annusa, il quale è correlato al bulbo olfattorio, all’amigdala, all’area preottica e all’ipotalamo In tutti i settori dell'attività umana è sviluppato un "gergo" o linguaggio tecnico in cui ad una semplice parola corrisponde un concetto complesso. Gli animali «sociali» usano odori, ossia i feromoni, come "linguaggio tecnico«. Sono sostanze importanti nella comunicazione sociale e sessuale intraspecifica nella maggior parte degli animali, dagli insetti ai mammiferi, uomo compreso (seppur meno importante, soprattutto in età adulta) I ferormoni più famosi sono quelli sessuali ma ne esistono di varia natura ❖ ❖ ❖ ❖ ❖ feromoni sessuali feromoni di aggregazione feromoni di dispersione feromoni di aggressione o di allarme (molto più volatili perché devono diffondersi rapidamente) feromoni di traccia (molto più stabili per consentire maggiore persistenza del messaggio che rappresentano) I feromoni dell’ape regina inibiscono lo sviluppo degli organi riproduttori delle operaie I feromoni appaganti del cane e del gatto sono fisiologicamente secreti dal solco intermammario della femmina nel corso dell’allattamento ed hanno il compito di rassicurare i poppanti e di indurre stabilità emotiva e sicurezza. Sembra che tali proprietà persitano anche in età adulta regolando lo stato emozionale del cane e del gatto per tutta la vita. La sintesi di queste molecole a scopo terapeutico ha fornito un'arma in più. Sono preparazioni non soggette a prescrizione medica. L’efficacia dei feromoni è confermata da numerose pubblicazioni internazionali Questi prodotti si presentano sotto forma di collari e diffusori ambientali nel cane, che consentono la liberazione costante dei feromoni per un effetto prolungato e continuo di 1 mese; sotto forma di nebulizzatore e diffusore ambientale nel gatto Le possibilità di impiego nel cane sono: - favorire la corretta socializzazione del cucciolo nei confronti di estranei, altri cani e nuove situazioni; può essere impiegato dal 3°-4° mese fino al 6° mese di età - controllare le paure nell’ambiente esterno (rumori forti, estranei) - fobie post-traumatiche - adozione del cucciolo ed adattamento a nuovo ambiente Gli utilizzi nel gatto sono: - marcature urinarie in casa. - graffiature verticali. - mal di trasporto (miagolii, agitazione, ...). - adozione del cucciolo ed adattamento a nuovo ambiente ANTIDEPRESSIVI (TIMOANALETTICI) Ipotesi monoaminergica Secondo quest'ipotesi, la depressione sarebbe causata da un deficit di serotonina, noradrenalina e dopamina. A supporto di questa teoria sta il fatto che i farmaci antidepressivi aumentano la trasmissione di queste monoamine. Tuttavia, gli antidepressivi alterano molto rapidamente le concentrazioni di monoamine, ma l'effetto terapeutico s'instaura solo a distanza di settimane. Inoltre, non vi è una relazione fra la potenza dell'effetto sulla concentrazione extracellulare delle monoamine e l'efficacia antidepressiva; in altre parole, non è detto che un farmaco in grado di aumentare molto la concentrazione di monoamine nel vallo sinaptico abbia migliori proprietà antidepressive Pertanto, appare evidente che il deficit di serotonina, noradrenalina e dopamina non può essere l'unica causa scatenante la depressione