Lezione 1. Sistemi ad un grado di libertà: l’oscillatore elementare Federico Cluni 26 febbraio 2015 1 Richiami e nozioni comuni Si richiamano in questa sezione concetti di dinamica di una massa isolata e nozioni comuni utili nel seguito. 1.1 Equazione fondamentale della dinamica dell’elemento libero L’equazione fondamentale della dinamica, o seconda legge di Newton, afferma che: −−→ m~a = f~(OP , ~v , t) (1) dove: m è la massa dell’elemento, ~a è l’accelerazione dell’elemento, f~ è la forza totale agente −−→ −−→ dOP e dal tempo sull’elemento, che dipende dalla posizione dell’elemento OP , dalla velocità ~v = dt −−→ t. La (1) è un’equazione differenziale vettoriale del 2◦ ordine con incognita le componenti di OP . −−→ Le componenti di OP , ~v e ~a rispetto al sistema di riferimento cartesiano sono indicate rispettivamente con (x, y, z), (ẋ, ẏ, ż) e (ẍ, ÿ, z̈). Proiettando sugli assi del sistema di riferimento si ottiene quindi: mẍ = fx (x, y, z, ẋ, ẏ, ż, t) mÿ = fy (x, y, z, ẋ, ẏ, ż, t) (2) mz̈ = fz (x, y, z, ẋ, ẏ, ż, t) per cui si ha un sistema di equazioni differenziali del 2◦ ordine nelle funzioni x(t), y(t) e z(t) la cui soluzione generalmente esiste ed è unica assegnando le condizioni iniziali per le funzioni incognite e le loro derivate prime. 1.2 Energia cinetica Si definisce l’energia cinetica, T , come: 1 1 T = m |~v |2 = m ẋ2 + ẏ 2 + ż 2 2 2 L’energia cinetica è una quantità scalare non negativa. 1.3 (3) Lavoro −−→ Il lavoro elementare compiuto dalla forza f~ a seguito di uno spostamento infinitesimo dOP = (dx, dy, dz) compiuto in un istante infinitesimo dt è dato dalla seguente espressione: −−→ dL = f~ · dOP (4) Il lavoro, L , compiuto dalla forza nell’intervallo [t1 , t2 ] è quindi: Z t2 −−→ L = f~ · dOP t1 1 (5) 1.4 Teorema del lavoro Il teorema del lavoro afferma che la variazione subita dell’energia cinetica di un elemento in un qualsiasi intervallo di tempo eguaglia il lavoro effettuato dalla forza totale agente sull’elemento durante il medesimo intervallo, ovvero: L = T (t2 ) − T (t1 ) (6) Infatti procedendo in componenti cartesiane si ha: −−→ dẋ dẏ dż dL = f~ · dOP = fx · dx + fy · dy + fz · dz = m · dx + m · dy + m · dz = dt dt dt dy dz dx + mdẏ · + mdż · = mdẋ · ẋ + mdẏ · ẏ + mdż · ż = mdẋ · dt dt dt 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 m d ẋ + m d ẏ + m d ż = d m ẋ + ẏ + ż = dT 2 2 2 2 (7) Dalla precedente si ha che: Z t2 1 −−→ 1 f~·dOP = m ẋ(t2 )2 + ẏ(t2 )2 + ż(t2 )2 − m ẋ(t1 )2 + ẏ(t1 )2 + ż(t1 )2 = T (t2 )−T (t1 ) L = 2 2 t1 (8) 1.5 Forze conservative e potenziale Si abbia una forza posizionale, ovvero che dipende solo dalla posizione dell’elemento e non dalla sua velocità o dal tempo: −−→ f~ = f~(OP ) = (fx (x, y, x), fy (x, y, x), fz (x, y, x)) (9) in tal caso il lavoro elementare è dato da: dL = fx (x, y, z) · dx + fy (x, y, z) · dy + fz (x, y, z) · dz (10) La precedente è una forma differenziale lineare in x, y e z. Se le fx , fy e fz sono funzioni continue in un dominio (aperto e connesso) e se esiste una funzione (scalare) U = U (x, y, z) continua e tale che: ∂U = fx , ∂x ∂U = fy , ∂y ∂U = fz ∂z (11) allora si dice che la forza f~ è conservativa, e U si indica come potenziale della forza. In tal caso il membro di destra della (10) rappresenta il differenziale esatto di U : dU = fx (x, y, z) · dx + fy (x, y, z) · dy + fz (x, y, z) · dz (12) Quindi nel caso di forza conservativa il lavoro elementare eguaglia il differenziale esatto del suo potenziale, ovvero: dL = dU (13) Perciò, nel caso di forza conservativa il lavoro non dipende dal percorso seguito ma solo dalla posizione iniziale e finale, e il lavoro totale effettuato è pari alla differenza di potenziale fra tali punti. L = U (x2 , y2 , z2 ) − U (x1 , y1 , z1 ) (14) In particolare, il lavoro totale per percorsi chiusi è nullo. Si noti che la condizione che f~ sia posizionale è necessaria ma non sufficiente perché la stessa sia conservativa. Perché ciò sia verificato si deve avere: 2 • fx , fy e fz sono funzioni continue insieme con le loro derivate prime nel dominio; • deve essere: 1.6 ∂fy ∂fx = , ∂y ∂x ∂fy ∂fz = , ∂z ∂y ∂fz ∂fx = ∂x ∂z (15) Teorema di conservazione dell’energia Si definisce energia potenziale la quantità: Π = −U (16) e energia totale di un elemento soggetto a forza conservativa la quantità: E =T +Π (17) Il teorema di conservazione dell’energia afferma che l’energia totale di un elemento soggetto a forza conservativa si mantiene costante durante il moto, ovvero: dE = 0 ⇒ E = cost (18) e la dimostrazione è immediata considerando la (7) e la (13). 1.7 Impulso e quantità di moto Si definisce impulso elementare della forza f~ nell’intervallo di tempo [t, t + dt] la quantità: dI~ = f~dt (19) ~ è quindi: L’impulso della forza f~ nell’intervallo di tempo [t1 , t2 ], I, I~ = Z t2 f~dt (20) t1 La quantità di moto, p~, di un elemento di massa m avente velocità ~v all’istante t è definita da: p~ = m~v 1.8 (21) Teorema dell’impulso Il teorema dell’impulso afferma che la variazione subita dalla quantità di moto di un elemento in un qualsiasi intervallo di tempo eguaglia l’impulso della forza totale agente sull’elemento durante il medesimo intervallo, ovvero: I~ = p~(t2 ) − p~(t1 ) (22) La dimostrazione segue immediatamente dalla (1) f~ = m~a ⇒ f~dt = m~adt = md~v da cui: I~ = Z t2 t1 f~dt = Z (23) t2 t1 md~v = m~v (t2 ) − m~v (t1 ) = p~(t2 ) − p~(t1 ) 3 (24) 1.9 Principio di D’Alembert Il principio di D’Alembert consente di interpretare il problema dinamico come se fosse un problema statico, introducendo fra le forze agenti sulla massa anche le forze inerziali date da f~i = −m ~a. Il principio di D’Alembert in sostanza afferma che in ogni istante, in condizioni di quiete o di moto, la somma di tutte le forze agenti sulla massa, comprensive di quelle di inerzia, è uguale a zero. f~ + f~i = 0 (25) L’identità con la (1) è evidente. 2 L’oscillatore elementare L’oscillatore elementare rappresenta il più semplice sistema dinamico, essendo dotato di un solo grado di libertà. Esso è di fondamentale importanza in quanto: • consente di introdurre alcuni concetti fondamentali di dinamica delle strutture; • i risultati ottenuti possono essere utilizati per la risoluzione di strutture più complesse. L’oscillatore elementare è costituito da: • una massa che può traslare secondo una sola direzione; • un dispositivo che fornisce una forza di richiamo, ovvero che a fronte di uno spostamento esercita una forza che tende a far ritornare la massa nella posizione iniziale. La forza dipende dal solo spostamento. Il valore della massa è indicato con m, gli spostamenti si valutano rispetto ad un sistema di ascisse x con origine, in genere, nella posizione di riposo del sistema. In una prima fase il dispositivo che fornisce la forza di richiamo si può considerare a comportamento elastico lineare, schematizzabile quindi come una molla, per cui esercita sulla massa una forza di richiamo proporzionale secondo una costante di rigidezza k allo spostamento: fx = −k x (26) 1 1 Il potenziale della forza vale U = − k x2 e l’energia potenziale Π = k x2 . 2 2 Figura 1: Schema dell’oscillatore elementare. L’equazione fondamentale della dinamica ci fornisce: m ẍ = −k x (27) perciò: m ẍ + k x = 0 La (28) è una equazione differenziale ordinaria, lineare, a coefficienti costanti, del nea. Si può riscrivere come: ẍ + ω12 x = 0 4 (28) 2◦ , omoge(29) dove r ω1 = k m (30) è definita come la pulsazione propria (o naturale) del sistema. L’integrale generale della (29) su può scrivere come: x(t) = B1 sin ω1 t + B2 cos ω1 t (31a) x(t) = C sin (ω1 t + ϕ) (31b) Si noti che è sempre possibile passare da B1 , B2 a C, ϕ e viceversa: q B2 tan ϕ = con ϕ ∈ (−π, +π] , C = B12 + B22 B1 B1 = C cos ϕ, B2 = C sin ϕ Le costanti si determinano imponendo le condizioni iniziali, ovvero la posizione e la velocità nell’istante iniziale: x(0) = x0 (32) ẋ(0) = ẋ0 (33) da cui si ottiene: B1 = x0 tan ϕ = ω1 ẋ0 ẋ0 , ω1 B2 = x0 (34a) ẋ20 ω12 (34b) s C= x20 + Si noti che per poter prendere sempre positiva la radice, deve essere ϕ ∈ (−π, +π]. Le oscillazioni libere sono quindi oscillazioni armoniche con pulsazione ω1 . Con in mente la (31b), la x(t) può essere interpretata come l’ascissa di un punto che si muove su una circonferenza di raggio C con velocità angolare ω1 a partire dall’angolo ϕ, per cui la ω1 è anche detta frequenza circolare o velocità angolare. Si noti che la ω1 dipende solo da k e m. Altre grandezze di interesse sono le seguenti: • Periodo proprio: è l’intervallo di tempo impiegato per compiere un’oscillazione completa: r 2π m T1 = = 2π (35) ω1 k • Frequenza: è il numero di oscillazioni complete nell’unità di tempo: r 1 ω1 1 k f1 = = = T1 2π 2π m (36) Due casi particolari sono i seguenti: • la massa viene spostata dalla sua posizione di riposo e quindi abbandonata con velocità nulla: x(0) = x0 , ẋ(0) = 0 x(t) = x0 cos ω1 t 5 x(t) x0 0 −x0 0 1T1 2T1 3T1 t Figura 2: Oscillazioni libere con x(0) = x0 e ẋ(0) = 0. • la massa viene sottoposta ad un impulso pari a m ẋ0 : x(0) = 0, ẋ(0) = ẋ0 ẋ0 x(t) = sin ω1 t ω1 x(t) ẋ0 /ω1 0 −ẋ0 /ω1 0 1T1 2T1 t Figura 3: Oscillazioni libere con x(0) = 0 e ẋ(0) = ẋ0 . 6 3T1