Il ruolo delle università nell’ Europa della conoscenza La necessità di un dibattito La comunicazione intende avviare un dibattito circa il ruolo delle università (o piuttosto, di tutti gli istituti d'istruzione superiore, quali le "Fachhochschulen", i politecnici e le "Grandes Ecoles") nell'ambito della società e dell'economia basate sulla conoscenza in Europa. Il dibattito si concentrerà sulla modalità in cui tali istituti saranno in grado di svolgere in modo efficace il loro ruolo chiave. L'Unione europea conta circa 3300 istituti d'istruzione superiore, che salgono a 4000 nell'intera Europa se si contano gli istituti presenti negli altri paesi dell'Europa occidentale e nei paesi candidati. Essi accolgono un numero di studenti sempre maggiore: oltre 12,5 milioni nel 2000 rispetto a meno di 9 milioni un decennio prima. Perché lo sforzo a livello europeo? Il panorama universitario europeo è organizzato essenzialmente a livello nazionale e regionale ed è caratterizzato da un elevato livello di eterogeneità, che si riflette nell'organizzazione, nella direzione e nelle condizioni di funzionamento. Le università europee, tuttavia, devono affrontare difficoltà comuni e condividono l'esigenza di adattarsi a un contesto in evoluzione. Visto il ruolo centrale da esse svolto, la creazione di un'Europa basata sulla conoscenza rappresenta una fonte di opportunità per le università, ma costituisce anche una sfida impegnativa. In realtà le università agiscono in un ambiente in costante trasformazione e sempre più globalizzato, caratterizzato da un'aspra concorrenza per attrarre e mantenere al proprio interno i migliori talenti, nonché dalla comparsa di nuove esigenze che esse devono soddisfare. Nonostante ciò, le università europee hanno in generale meno da offrire e dispongono di risorse finanziarie inferiori rispetto agli istituti omologhi di paesi terzi, in particolare degli Stati Uniti (cfr. allegato). In tale contesto, le riforme strutturali ispirate dal processo avviato dal Consiglio europeo di Bologna nel 1999 sono volte a organizzare la diversità entro un quadro europeo più coerente e compatibile. Questa è una delle condizioni per l'accessibilità e la competitività delle università europee sia all'interno dell'Europea che nel resto del mondo. La dimensione europea L'economia e la società della conoscenza sono basate su quattro elementi interdipendenti: la produzione della conoscenza, in particolare attraverso la ricerca scientifica; la sua trasmissione attraverso l'istruzione e la formazione; la sua diffusione attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione; il suo utilizzo nell'innovazione tecnologica. Le università sono uniche in quanto partecipano a tutti questi processi, grazie al ruolo chiave da esse svolto nei campi della ricerca e dell'utilizzo dei suoi risultati. Ciò è dovuto, in parte, alle applicazioni industriali e allargate, derivanti dalle attività universitarie orientate al mercato; all'istruzione e alla formazione, in particolare la formazione dei ricercatori, e allo sviluppo regionale e locale al quale esse contribuiscono in misura significativa. Invito a un dibattito con le università e le autorità pubbliche La comunicazione individua numerosi ambiti che necessitano di riflessione e di azione e solleva una serie di domande quali: • • come assicurare che le università possano disporre di entrate sufficienti e sostenibili e come garantire che i fondi siano spesi nel modo più efficace; come garantire l'autonomia e la professionalità nell'ambito accademico e in quello dirigenziale; • • • come concentrare sufficienti risorse sull'eccellenza e creare condizioni che consentano alle università di conseguire e sviluppare l'eccellenza; come fare in modo che le università contribuiscano maggiormente alle esigenze e alle strategie a livello locale e regionale; come promuovere, attraverso tutti gli ambiti elencati in precedenza, lo spazio europeo dell'istruzione superiore coerente, compatibile e concorrenziale propugnato dalla dichiarazione di Bologna; e come promuovere lo spazio europeo della ricerca stabilito quale obiettivo per l'Unione dal Consiglio europeo di Lisbona nel marzo 2000. Le prossime tappe La Commissione rivedrà lo stato del dibattito nell'estate 2003, prima del vertice dei ministri europei dell'Istruzione superiore che si terrà a Berlino in settembre. I ministri dell'Istruzione e della ricerca individueranno e studieranno iniziative adeguate. Allegato Università europee: risorse insufficienti Gli Stati membri dell'UE spendono in media il 5% del loro PIL dedicato alle spese pubbliche per l'istruzione nel suo insieme. Tale cifra è comparabile a quella degli Stati Uniti e superiore a quella del Giappone (3,5%). Negli ultimi anni, tuttavia, in Europa la spesa pubblica non è cresciuta di pari passo con il PIL e si è addirittura ridotta nel corso dell'ultimo decennio. La spesa totale per la sola istruzione superiore non è cresciuta in alcuno Stato membro in modo proporzionale alla crescita nel numero di studenti. Con gli Stati Uniti si è aperto un divario sostanziale. L'Unione ha visto una spesa dell'1,1% del PIL rispetto a quella doppia (2,3%) degli Stati Uniti. Tale divario deriva principalmente dal basso livello di finanziamenti privati in Europa che ammontano ad appena lo 0,2% del PIL europeo, rispetto allo 0,6% in Giappone e all'1,2% negli Stati Uniti. Le università americane dispongono di mezzi ben superiori rispetto alle università europee: in media una spesa per studente da due a cinque volte superiore. Le risorse apportate dagli studenti stessi, compresi numerosi studenti stranieri, spiegano in parte tale divario. Le università americane, tuttavia, possono beneficiare di un elevato livello di finanziamenti pubblici, compresi crediti di ricerca e di difesa, e di sostanziosi finanziamenti privati, in particolare per la ricerca pura, forniti da imprese e da fondazioni filantropiche. Le grandi università di ricerca private godono spesso di una ricchezza notevole, costruita nel tempo grazie a donazioni private, in particolare da parte delle associazioni di laureati. Il crescente deficit di finanziamento delle università europee compromette la loro capacità di attrarre e mantenere al proprio interno i migliori talenti e di rafforzare l'eccellenza della ricerca e delle attività d'insegnamento(1). Dato che è estremamente improbabile riuscire a colmare il divario sempre crescente ricorrendo esclusivamente a ulteriori fondi pubblici, è necessario trovare nuovi modi per aumentare e diversificare le entrate delle università. La Commissione intende condurre uno studio sul finanziamento delle università europee al fine di esaminare le principali tendenze in questo campo ed individuare esempi delle pratiche migliori. Durante il Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002, l'Unione si è data come obiettivo l'aumento dello sforzo di ricerca dell'Europa al 3% del suo PIL(2). Ciò comporta uno sforzo particolare per quanto riguarda le risorse umane per la ricerca, anche all'interno delle università. Per ulteriori informazione è possibile visitare il sito Web: http://europa.eu.int/comm/education/education_fr.html http://europa.eu.int/comm/research/consultations/list_en.html (1) La Commissione presenta idee da valutare e discutere circa la questione del finanziamento alle università nelle sue comunicazioni "Investing efficiently in education and training: an imperative for Europe" (non disponibile in lingua italiana) (COM(2002)779 del 10 gennaio 2003) e "Più ricerca per l'Europa: obiettivo 3% del PIL" (COM(2002) 499 dell'11.9.2002). (2) Commissione europea, comunicazione "Più ricerca per l'Europa: obiettivo 3% del PIL", COM(2002) 499 dell'11.9.2002. ( Commissione europea-Comunicazione IP/03/194 del 5 febbraio 2003)