Stagione 2008/2009 Sovrintendente e Direttore Artistico Prosa Michele Mirabella Direttore Artistico Musica e Danza Daniele Spini 30 gennaio venerdì ore 17.45 Sala Fantoni 1 febbraio domenica ore 17.00 A TEATRO DA GIOVANNI 3 febbraio martedì ore 20.45 28-31 gennaio 2009 - ore 20.45 SI RACCONTA una sera d’inverno un narratore MICAELA ESDRA legge: Natalia Ginzburg Mio marito Elsa Morante La signora giovane ROMANZO D’INFANZIA Michele Abbondanza e Antonella Bertoni coreografia e interpretazione Letizia Quintavalla e Bruno Stori regia e drammaturgia spettacolo consigliato a partire dai 6 anni NOVECENTO ITALIANO Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea degli allievi del Conservatorio “Jacopo Tomadini” di Udine Virginio Zoccatelli direttore Gianfrancesco Malipiero Tre danze antiche Goffredo Petrassi Sonata da camera Bruno Maderna Serenata per un satellite Luciano Berio Folk Songs 7 febbraio sabato ore 18.00 AIDA di Giuseppe Verdi Conversazione con Daniele Spini Direttore Artistico Musica e Danza del Teatro Nuovo LA CONTESSINA MIZZI ingresso libero febbraio sabato ore 20.00 LIRICA Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste AIDA Opera in quattro atti su libretto di Antonio Ghislanzoni musica di GIUSEPPE VERDI Tiziana Marfisi Aida; Mariana Pentcheva Amneris; Walter Fraccaro Radames; Paolo Rumetz Amonasro; Nikolaj Didenko Ramfis; Alessandro Svab Il re d’Egitto; Gianluca Bocchino messaggero; Elisabetta Martorana sacerdotessa Nello Santi maestro concertatore e direttore Hugo de Ana regia, scene, costumi e luci Orchestra, Coro, Corpo di Ballo e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste Civica Orchestra di Fiati “Giuseppe Verdi - Città di Trieste TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE Udine, via Trento, 4 tel. 0432 248411 - fax 0432 248452 www.teatroudine.it - [email protected] Direzione centrale istruzione, cultura, sport e pace Servizio attività culturali Provincia di Udine Grafica S. Conti - Stampa La Tipografica srl 7 Associazione Culturale Gianni Santuccio in collaborazione con le Cattedre di Letteratura germanica delle Università di Bari, Roma-La Sapienza e Udine, dell’Istituto Austriaco di Cultura a Roma e dell’Istituto Italiano di Cultura a Vienna LA CONTESSINA MIZZI di Arthur Schnitzler traduzione di Giuseppe Farese con Micaela Esdra, Roberto Bisacco, Antonio Zanoletti, Martina Carpi, Diego Florio, Giampiero Mannoni, Ilario Grieco, Giovanni Scacchetti regia di Walter Pagliaro scene e costumi di Luigi Perego INCONTRI CON IL PUBBLICO giovedì 29 gennaio ore 18.00 Tutta l’opera di Schnitzler è brillante dal punto di vista psicologico. Stanley Kubrick Noi miseri mortali non possiamo mai pretendere di sapere come si giudichi lassù una vicenda umana. Arthur Schnitzler Scritta fra il 1906 e il 1907, e adesso portata in scena da Walter Pagliaro con la raffinata complicità del traduttore Giuseppe Farese, La contessina Mizzi vede puntare l’acuto sguardo di Schnitzler sul mondo dell’aristocrazia e sul rigido codice che ne regola (ne snatura) l’esistenza. Tutto l’impatto satirico della commedia, peraltro sapientemente contrappuntato e sorvegliato da «un senso di umana comprensione», è racchiuso nel sottotitolo: il giorno in famiglia non allude, infatti, alla quiete degli orizzonti domestici ma fa leva, ironicamente, sulle rivelazioni che si scambieranno i protagonisti. Rivelazioni a volte dolorose, a volte grottesche, sullo sfondo storico di «una classe che un tempo ha retto con dignità le sorti dell’Austria felix» e che ora, all’inizio del Novecento, è ormai soltanto l’ombra di se stessa. Foyer del Teatro - ingresso libero “LA CONTESSINA MIZZI” di Arthur Schnitzler conversazione tra Giuseppe Farese professore ordinario di Lingua e Letteratura Tedesca, Università di Bari Walter Pagliaro regista Luigi Reitani professore ordinario di Letteratura Tedesca, Università di Udine «La voce del sangue è solo una fandonia» Il Principe Ravenstein fa visita all’amico conte Pazmandy e gli rivela di avere un figlio, che ha appena fatto l’esame di maturità. Il conte è sorpreso ma ha anche lui qualcosa da rivelare: è stato appena lasciato dall’amante che sta per sposare un cocchiere. Il vecchio conte non sa però, non saprà mai che la madre di Philipp, il figlio del principe, è in realtà sua figlia Mizzi. Il principe chiede a Mizzi di sposarlo, ma la contessina rifiuta, non accetta riparazioni in ritardo, non può dimenticare i giorni dolorosi seguiti alla nascita del figlio che fu costretta ad abbandonare dopo la nascita e la presunta impossibilità del principe di sposarla. Adesso è ormai troppo tardi, Mizzi ha pagato un altissimo prezzo alla convenzione, ha sofferto, si è emancipata ed è ora in grado di affrontare senza emozione l’arrivo del figlio, poiché «la voce del sangue è solo una fandonia». La simpatia di Schnitzler per i personaggi femminili emerge in questo caso con particolare decisione: Mizzi è una delle grandi figure del suo teatro, una donna che con aristocratico contegno ha sofferto in silenzio, lasciando che la sua vicenda umana restasse nell’ambito della commedia, senza interferire tragicamente nel destino degli altri. Il finale, la gita ad Ostenda, con il previsto incontro di tutti i protagonisti e forse, chissà, con un ripensamento di Mizzi, non va tuttavia visto in chiave di happy end ma resta, come sempre in Schnitzler, aperto per la riflessione dello spettatore. Arthur Schnitzler nasce da famiglia ebraica a Vienna, dove frequenta le scuole superiori dal 1871 al 1879. Successivamente s’iscrive alla facoltà di Medicina e consegue la laurea nel 1885. Già durante gli studi universitari emerge la sua inclinazione letteraria, ma la sua prima opera è del 1888: l’atto unico L’avventura della sua vita. In essa compare per la prima volta il personaggio di Anatol che darà il nome ad un ciclo di atti unici. Alla morte del padre, nel 1893, lascia l’impiego ospedaliero e apre uno studio medico privato. Nel 1895 viene rappresentato al Burgtheater di Vienna Amoretto che dà subito notorietà e successo all’autore. Nel 1900 pubblica Sottotenente Gustl che provoca la sua radiazione da tenente medico dell’esercito, a seguito dell’impietosa rappresentazione della vita militare fatta nel romanzo. Nel 1902 nasce il figlio Heinrich, avuto dalla cantante Olga Gussmann, con cui si sposa nel 1903. Nello stesso anno va in scena a Monaco di Baviera Girotondo, scritto tre anni prima e mai pubblicato, provocando un notevole scandalo per il presunto cinismo con cui vengono rappresentati i rapporti tra cinque uomini e altrettante donne che sono uniti da un filo comune. Il testo teatrale viene pubblicato dopo pochi mesi dalla rappresentazione, riportando un successo di vendite strepitoso (Girotondo è tuttora un lavoro molto rappresentato). Nel 1905 debutta Intermezzo con cui otterrà il Premio Grillparzer per la commedia. Nel 1909 nasce la figlia Lili. Nel 1913 pubblica Beate e suo figlio. L’anno successivo esce un film tratto dalla commedia Amoretto, con sceneggiatura dell’autore. È l’inizio di un filone di opere cinematografiche basate, più o meno strettamente, sull’opera di Schnitzler che arriva fino ai giorni nostri con Eyes Wide Shut (1999) di Stanley Kubrick (rilettura di Doppio sogno). Nel 1917 pubblica Il dottor Gräsler medico termale e nel 1918 Il ritorno di Casanova. Schnitzler era molto attratto dalla vita dell’avventuriero veneziano e ne fece il protagonista di opere di pura invenzione che riuscivano però a rendere con grande precisione introspettiva il carattere del personaggio. Nel 1924 pubblica La signorina Else. Tra il 1925 e il 1926 esce, pubblicato su una rivista, Doppio sogno. Il 26 luglio del 1928 la figlia Lili si suicida. È un atto inspiegabile e per il padre un durissimo colpo dal quale non si riprenderà più. Tre anni dopo, Schnitzler, muore nella sua Vienna. Testi a cura di Gianmatteo Pellizzari