La certezza dell`incertezza: lo stupore della meccanica quantistica

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Dialogo di Monza - 17 gennaio 2014
http://www.ildialogodimonza.it/la-certezza-dellincertezza-lo-stupore-della-meccanicaquantistica/!
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La certezza dell’incertezza: lo stupore
della meccanica quantistica!
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La certezza dell’incertezza, al Teatro Binario 7. Recensione di Camilla
Mantegazza. Servizio fotografico di Paolo Terraneo!
E’ una platea gremita quella del Teatro Binario 7. “Il Principio dell’Incertezza”,
già andato in scena per due sole serate (11 e 12 gennaio), richiama un pubblico
ampio, variegato e curioso. L’autore-attore protagonista, Andrea Brunello, si aggira per
la sala, camminando tra i suoi spettatori: un completo nero, occhiali da sole e tante
monetine in tasca. Il suo alter ego musicale, Enrico Merlin, è già posizionato sul palco,
pronto a creare quel classico, ma pur sempre magico, connubio di musica e parole che
andrà a caratterizzare tutto lo spettacolo.!
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Come qualsiasi altro Fisico non può che rimanere stupito di fronte alla calda
accoglienza di un pubblico chiaramente molto lontano da ciò che andrà a mettere in
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scena. Ma questo è l’effetto della Meccanica Quantistica, che lascia sempre stupiti,
sebbene in pochi sappiano cosa sia realmente. Un mito della scienza, inarrivabile ai più.
Rivoluzionario e stravolgente. Chissà perché persone che non si interessano mai del
misterioso -e non per tutti accessibile- universo della Fisica, quando si nomina la MQ
diventano immediatamente entusiaste? Poche altre cose, in materia, godono dello
stesso successo.!
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Ma il pubblico non vuole una seria e rigorosa lezione, e Andrea Brunello deve averlo
capito. Con volto e voce accesi dalla passione e dall’infinita curiosità per la materia,
propone una coinvolgente e a tratti toccante lezione sull’amore per la scienza, sulla sua
capacità di “riempire il mondo di idee”, di farci meravigliare dinnanzi al più semplice
oggetto o al più banale dei movimenti, capace di soddisfare ogni guizzo della nostra
curiosità: “La scienza ci porta a vedere cose meravigliose, perché l’immaginazione della
natura è più grande di quella dell’uomo”. E qui si coglie la piccola distinzione tra lo
scienziato e l’artista, paragonati da Brunello.!
L’autore percorre con il suo pubblico alcuni passi dell’insegnamento canonico della MQ:
l’esperimento della doppia fenditura, l’ambivalenza del comportamento onda-particella,
il principio di Indeterminazione di Heisenberg. Non è importante capire tutto, le
domande non giovano a ciò che è inspiegabile -rassicura i visi perplessi - Brunello. Si
arriva, accompagnati passo a passo, a sbirciare la portata e l’innovazione della
rivoluzione quantistica. Una Fisica che abbandona il determinismo e descrive un mondo
dove tutti gli eventi sono governati dalla legge di probabilità, dove ad ogni scelta
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corrisponde una ramificazione degli universi possibili. E la parola, qui, passa ad ogni
singolo individuo che Brunello si trova dinnanzi. Lancia provocazioni, spunti di
riflessioni, intensi e profondi. Un principio di incertezza che dalla meccanica si sposta
alla vita, alla nostra vita più intima. Un mondo affannoso, alla ricerca di uniformi, di
certezze, di definizioni e di sicurezze contrapposto a un inimmaginabile numero di
universi dove i nostri morti non sono morti, dove i nostri desideri sono avverati, dove i
nostri problemi perdono di consistenza, dove i sogni sono realtà.!
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Toni fiabeschi, parole già sentite, ora -quasi- fisicamente giustificate. Brunello nomina
una moglie e una figlia, ed il muro che divide l’attore dagli spettatori sembra
momentaneamente cancellarsi per instaurare un rapporto pressoché personale con il
suo pubblico. Una figlia –o un figlio, oppure un parente caro- da cui nasce l’idea di
mettere in scena la sua scienza, la sua meraviglia, la sua sicurezza dell’insicurezza, la
sua certezza dell’incertezza.!
Laurea in fisica e matematica presso la Cornell University di New York, Ph.D. in fisica
teorica alla State University di New York. Parallelamente corsi di spettacolo, a spasso
per il mondo. Poi la scelta definitiva, nel 2001, di abbandonare l’assegno di ricerca
all’Università di Trento, per permettersi, paradossalmente, di potersi riavvicinare alla
fisica, ma lontano da quegli ambienti privi di veri stimoli. E Brunello è teatro, è passione
per la fisica, è voglia di meravigliarsi e incentivare a cogliere lo stupore, che sta dentro
ad ogni cosa, incertezza compresa. Ci guida, così, in questo percorso accostando ad
ogni contenuto scientifico un racconto, brevi cenni aneddotici ripescati dalla sua
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infanzia, dalla sua vita, con una forte connotazione emozionale ed instaurando una forte
empatia con il suo pubblico.!
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Ed è grazie a questa empatia che riesce a trasmettere la bellezza, il fascino del saper
leggere la natura con gli occhi della scienza, a scagliarsi contro il dogmatismo tipico
della metodologia di insegnamento scientifico, così rigido, così sterile, fine a se stesso
con le sue definizioni, “incapace di insegnare la meraviglia”, così concentrato sulla sola
conoscenza. Brunello scende così tra il pubblico, pronto a rispondere a qualsiasi tipo di
domanda, con la voglia di far capire il perché di questo suo spettacolo. Il tutto, in una
cornice di applausi.!
Camilla Mantegazza!
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