ANNO In questo numero 9 • N°1 • GENNAIO 2013 NOTIZIARIO PERIODICO DELLA SEZIONE DI SALERNO DELLA LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB - Salerno ( 2.00) EDITORIALE PARLIAMO DI QUALITÀ DI VITA LA LILT DI SALERNO SEMPRE UN PASSO AVANTI LA PAGINA DELLA PREVENZIONE SCUOLA MEDICA SALERNITANA: MALATTIE DIGESTIVE ED ERBE MEDICINALI I DANNI PER LA SALUTE DEL FUMO “ATTIVO” E “PASSIVO” “L'IMPERATORE DEL MALE” ANCORA SULL'ALIMENTAZIONE RITA LEVI-MONTALCINI: UNA VITA PER LA SCIENZA GIOCARE (ANCHE) A GOLF PER MODIFICARE IL PROPRIO STILE DI VITA! IL TUMORE NEL CINEMA: TRA MITO E REALTÀ IL PROGETTO MARTINA NELLE SCUOLE NOTIZIARIO LILT EDITORIALE Parliamo di qualità di vita La prima difficoltà che ho incontrato nel pensare a come impostare questo articolo è “cosa si intende per qualità di vita?”, per cui ho cominciato a consultare vari articoli, vari siti web per arrivare a quella che è la conclusione logica e che non può esistere un concetto unico, dal momento che la Qualità di Vita è un qualcosa di soggettivo, legato al benessere della persona dove vanno considerati molti fattori tra cui uno solo dei tanti ha a che fare con la salute, valore che invece è l’unico considerato dalla Medicina (Campbell 1976). Tutto ciò spiega il fiorire negli ultimi 20/25 anni dei vari strumenti e in particolar modo questionari che soprattutto in medicina hanno il compito di valutare il “percepito” dal paziente, in oncologia particolarmente sull’efficacia dei trattamenti. La mia percezione è che la soggettività della definizione di qualità di vita è oltremodo complicata e variabile anche nello stesso soggetto, o nel nostro caso paziente, in base a parametri quali il momento della somministrazione del questionario, il luogo, il personale che somministra. Mi piace anche riportare una definizione pubblicata qualche anno fa sul British Medical Journal della qualità di vita di una persona malata come lo scollamento tra ciò che il paziente immagina e la realtà che si ritrova a vivere. Certamente qualità di vita intesa solo come costo-beneficio tra effetti collaterali di un farmaco - risoluzione dei sintomi della malattia - ripresa di attività quotidiana anche lavorativa, rappresenta uno dei cosiddetti hard end-points cioè quegli elementi che si devono assolutamente considerare nel giudicare l’efficacia di un farmaco e che dal 1966 sono stati inseriti dall’ASCO (Società Americana di Oncologia Clinica) negli elementi indispensabili per giudicare l’efficacia di un farmaco. La LILT ha sempre avuto come obiettivo la qualità di vita dei pazienti in un concetto olistico che in quanto tale non può limitarsi al solo stato di NON MALATTIA o ASSENZA DI SINTOMI. Paradossalmente abbiamo raccolto testimonianze di pazienti che passando attraverso l’esperienza di un cancro, della chemioterapia e addirittura di pazienti che sapevano di NON AVER SUPERATO la malattia, riferivano di stare meglio perché avevano recuperato dei rapporti con un compagno, con i figli, con sé stessi e che avevano vissuto il tumore come una catarsi, una purificazione dello spirito e del corpo arrivando a una gerarchizzazione dei valori completamente rovesciata rispetto al “PRIMA”. È quello che, con tutti i DISTINGUO del caso, può capitare al personale che lavora in oncologia e che vede ri- Campagna di tesseramento 2013 Quota sociale per socio ordinario € 15,00 Quota sociale per socio sostenitore € 150,00 C/C postale n. 12578845 Bonifico bancario: Banca Monte Paschi Siena - AG. 2 Salerno Cod. IBAN: IT08 Z 01030 15202 000003382961 Ricordati del 5x1000 Sulla dichiarazione dei redditi puoi donare alla LILT apponendo il Codice Fiscale 95079970653 nella casella “Organizzazioni non lucrative” 12LT1713.indd 1 Conclusione del progetto Martina baltare il SUO CONCETTO di qualità di vita con riscoperta del valore e del significato della bellezza degli occhi, del tatto, dell’ascoltare una voce o sentire un profumo. Si può immaginare cosa si prova quando un bimbo reso cieco da un glioblastoma ti dice ”ho sentito l’odore del chewing-gum che hai in bocca”. Puoi cambiare il tuo concetto di qualità di vita! In collaborazione con il DH oncologico dell’A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno la LILT di Salerno sta sperimentando un progetto appena agli albori sulla definizione di qualità di vita intesa come sintomatologia (dolore, nausea, vomito, disturbi dell’alvo, ansia, insonnia), rapporti con la famiglia e la società, con un questionario somministrato in tre riprese a distanza di due mesi (tempo O – due mesi – quattro mesi) da tre soggetti (medicoinfermiere- volontario LILT) in tre spazi (sala attesa DHsala somministrazione chemioterapia- sala accettazione DH), perché reputiamo che l’enorme variabilità della definizione di cui si parlava all’inizio dell’articolo possa essere nettamente influenzata da fattori ambientali e temporali. Lo scopo non è quello di creare confusione ma è quello di enfatizzare l’elemento umano e la personalizzazione della cura. Se la target therapy o la tailored therapy presuppone l’esatta conoscenza biomolecolare della malattia, l’elemento umano rappresentato dal paziente, dal care-giver (personale medico-paramedico-familiare) può essere determinante nel trattamento. Giuseppe Pistolese LUNEDÌ 21 GENNAIO 2013 Annuale appuntamento con i soci e simpatizzanti della LILT, presso IL CIRCOLO CANOTTIERI IRNO alle ore 20,30. L’occasione giusta per ripercorrere il cammino compiuto nell’anno trascorso e tracciare le linee programmatiche per il nuovo anno, con immutato entusiasmo e dedizione. Nell’occasione saranno consegnati riconoscimenti ad alcuni soci e sostenitori particolarmente distintisi nell’azione in favore della nostra sezione provinciale: EDMONDO CIRIELLI, EDUARDO SCOTTI, MARIA BRUNA SANTONI, PAOLO CICATELLI. Anfitrione della serata il Presidente Provinciale della Lega, nonché consigliere Nazionale GIUSEPPE PISTOLESE. 16/01/2013 09:25:52 2 GENNAIO 2013 La LILT di Salerno sempre un passo avanti Lo sforzo nel campo della prevenzione oncologica e della promozione di stili di vita piu sani, non può riguardare solo la sanità pubblica. Malattie sistemiche croniche, come le cardiopatie ed il diabete, ma anche patologie del cavo orale, e patologie molto più drammatiche quali il cancro, sono oggi purtroppo in costante aumento. Parlare ai cittadini, ma anche sottoporre gli stessi a visite e screening di prevenzione, informare dei danni di alcol e fumo, è un compito che non può essere demandato solo alle strutture pubbliche, ma per forza di cose deve prevedere l’intervento di cliniche e studi privati, e l’impegno di medici che lavorano come liberi professionisti. Ed è in questo contesto che si inserisce l’immane mole di lavoro svolto dalla LILT sul territorio nazionale e, per quanto ci riguarda, nella provincia di Salerno attraverso diversi progetti, tra cui “sorridere fa bene, cambia il tuo stile”, per la prevenzione del carcinoma del cavo orale. Tale progetto ha interessato negli anni scorsi diverse fasce sociali, ed in particolare nel 2011, con un'informazione capillare sui danni di alcol e fumo rivolta ai giovani. Negli Stati Uniti in un rapporto del National Institute of Aging si è rilevata la necessità di 6000 odontoiatri con competenze in odontoiatria geriatrica entro l’anno 2020, e di altri 2000 12LT1713.indd 2 ri, dal consiglio direttivo ai medici che di volta in volta affiancano e collaborano materialmente con la LILT (il prof. Massimo Mirra, la dott.ssa Sisalli, la dott.ssa Napoli), a chi sempre in maniera completamente gratuita stampa tutto il materiale informativo (Momento Medico nella persona di Enzo Falcone) per avermi dato la possibilità di conoscere, visitare e qualche volta aiutare, da aprile a giugno e da ottobre a novembre 2012 più di cento amici della terza età. Non possiamo fare a meno di ringraziare, per il suo fattivo e inesausto sostegno, il nostro Presidente Nazionale, Dr. Prof. Francesco Schittulli, sotto la cui guida la LILT da anni promuove iniziative per una sempre migliore prevenzione della malattia tumorale. Ed in attesa del nuovo progetto 2013 ricordiamo a tutti che IIa giornata salernitana - sorridere fa bene: cambia il tuo stile odontoiatri senza curriculum specifico ma con esperienza clinica nel trattamento delle persone anziane. Certamente la sfida sanitaria per il prossimo futuro, sarà quella di programmi di prevenzione e di cura di pazienti allettati o che faticano a spostarsi, e che devone essere, dunque, trattati, nelle loro abitazioni o nell’istituto di cura in cui si trovano. Ed è altresì evidente Malattie neurologiche, incluse demenza e malattia di Parkinson • Carie frequenti • Perdita di elementi dentari • Malattia parodontale/igiene orale ridotta o assente • Dolore • Difficoltà nella masticazione • Ridotta funzionalità delle protesi Difficoltà visive • Carie • Sanguinamento gengivale • Ridotta capacità di mantenere l’igiene orale Xerostomia associata a malattie sistemiche, radiazioni alla testa o al collo, o assunzione multipla/regolare di farmaci • Carie/carie radicolare • Candidosi • Difficoltà nel masticare, deglutire e parlare • Alterata percezione del gusto • Secchezza delle fauci • Dolore • Cancro orale Perdita di peso corporeo • Edentulismo Patologie respiratorie - Malattia polmonare cronica ostruttiva - Polmonite da aspirazione • Igiene orale insufficiente • Malattia parodontale • Difficoltà nella deglutizione Patologie cardiovascolari - Cardiopatia coronarica - Ictus • Perdita di elementi dentari • Malattia parodontale di grado severo (perdita di tessuto osseo, tasche parodontali profonde) Diabete mellito (tipo 1 e 2) • Malattia parodontale di grado severo che la situazione sanitaria attuale, almeno per la nostra amata regione, vive problematiche assistenziali importanti già per gli ammalati che presentano patologie non legate all’età avanzata Così, nel 2012, in collaborazione con i servizi sociali del comune di Salerno e dell’assessorato del dott. Savastano alle politiche sociali, l’attenzione della LILT Salerno si è rivolta agli anziani, con una campagna informativa, ma anche e soprattutto con un capillare screening sul cancro del cavo orale con visite presso i centri in cui gli anziani stessi sono presenti. Quindi, in perfetta sintonia con gli studi di cui sopra, ma anticipando di molto i tempi di attuazione previsti negli Stati Uniti, la LILT di Salerno, grazie alla lungimiranza del dott. Pistolese e di tutta la LILT sezione di Salerno, ha fornito e fornisce agli anziani un servizio di prevenzione domiciliare, con strumentazioni all’avanguardia ed in modo del tutto gratuito. Questo è un ulteriore fiore all’occhiello di cui possiamo fregiarci, tenendo conto di quanto l’O.M.S. nel 2006 ha pubblicato in un lavoro, in cui si mettono in relazione le malattie più frequenti nell’anziano alle patologie orali più comuni (vedi tabella). Dunque, l’incontro con le persone che si sottopongono a questo screening, non è più solo distrettuale, nel senso clinico, ma diventa una visita che prende in considerazione l’intero stato di salute e di benessere dell’individuo, riuscendo spesso ad intercettare patologie legate non solo al cavo orale ma connesse con esso. Al sottoscritto, in qualità di responsabile e coordinatore di questo progetto, corre l’obbligo di ringraziare anche attraverso questo articolo, l’intero staff della LILT, dal presidente ai collaborato- Sorridere fa bene: cambia il tuo stile Antonio Fresa Notiziario periodico edito da MOMENTO MEDICO s.r.l. via Terre Risaie, 13 - Zona Ind.le 84131 Salerno Tel. 089/3055511 (8 linee PBX) Fax 089/302450 E-mail: [email protected] Autoriz. Tribunale di Salerno n. 1005 del Novembre 2004 Periodico Trimestrale Direttore Responsabile: Francesco Falcone Direttore Editoriale: Vincenzo Falcone Coordinamento Editoriale, Grafica, Videoimpaginazione e Stampa MOMENTO MEDICO Allestimento Legatoria Industriale Mediterranea Per le immagini di cui, nonostante le ricerche eseguite, non è stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’editore si dichiara pienamente disponibile ad assolvere i propri doveri. LEGATUMORI è una testata periodica di proprietà di MOMENTO MEDICO. Tutti i diritti di copyright sono riservati. È vietata la riproduzione di qualsiasi parte del giornale. 12LT1713 - 01/13 16/01/2013 09:25:54 GENNAIO 2013 3 La pagina della prevenzione CANCRO DEL FEGATO 12LT1713.indd 3 Esistono due tipi di tumori maligni del fegato (cancro epatico): il cancro epatico primitivo (epatocarcinoma), che origina cioè primariamente nei tessuti del fegato, e il cancro epatico metastatico, che ha invece origine in altri organi e in seguito si diffonde anche al fegato. In Italia si registra la maggiore incidenza a livello europeo dell’epatocarcinoma, con 5-20 individui colpiti su 10 mila abitanti. Fra le principali cause che favoriscono lo sviluppo di un epatocarcinoma vi sono l’epatite da virus B e l’epatite da virus C, in particolare se queste infezioni hanno dato origine ad una malattia cronica e alla cirrosi epatica; quasi il 70% dei pazienti con epatocarcinoma è infatti portatore di una di queste due epatiti croniche. Per questo motivo, viene raccomandato ai pazienti positivi al virus dell’epatite B o dell’epatite C di sottoporsi a controlli medici periodici, grazie ai quali è possibile scoprire tumori epatici di piccole dimensioni potenzialmente curabili. Per quanto riguarda il cancro metastatico del fegato, quello più frequente è secondario al cancro del colonretto; le metastasi al fegato vengono sviluppate dal 20-40% dei pazienti affetti da cancro del colon-retto. Il tumore del fegato viene anche chiamato “tumore silenzioso” poiché, soprattutto nelle prime fasi, non presenta alcun sintomo evidente. Nelle fasi più avanzate, invece, iniziano a PER LUI & comparire sintomi aspecifici, quali dolore alla parte superiore dell’addome (in alcuni casi irradiato anche alla schiena e alle spalle), perdita di peso e di appetito, nausea, vomito, sensazione di sazietà, stanchezza, ittero (colorazione gialla della cute e delle sclere), urine di colore scuro e febbre. Alcuni di questi sintomi potrebbero essere legati anche ad altre patologie; in ogni caso, specie se si è soggetti “a rischio”, ad esempio perché portatori di virus dell’epatite B o C, è opportuno rivolgersi al proprio medico per le visite di controllo. La cura dell’epatocarcinoma può essere differente a seconda della presenza o meno di un’epatopatia cronica (epatite cronica o cirrosi epatica); le terapie maggiormente impiegate comprendono l’intervento chirurgico, la radioterapia e/o la chemioterapia. Attualmente vi sono delle discrete possibilità per la cura del tumore epatico, ma nella maggior parte dei casi il successo terapeutico è legato alla diagnosi precoce. PER LEI CANCRO DEL CORPO DELL’UTERO Il cancro del corpo dell’utero origina dall’endometrio, ossia la mucosa che riveste l’utero; poiché si sviluppa all’interno dell’utero, di solito la sua presenza non si evidenzia al Pap test, a differenza di quanto accade per il cancro del canale cervicale (collo dell’utero). Il cancro del corpo dell’utero (anche detto carcinoma endometriale) colpisce prevalentemente donne in età menopausale o post-menopausale (l’età più comune di comparsa è compresa tra i 60 e i 70 anni). Poiché gli estrogeni svolgono un ruolo determinante nello sviluppo di tale neoplasia, tutte le condizioni che aumentano i livelli estrogenici nell’organismo favoriscono l’insorgenza della malattia. Fattori di rischio sono pertanto rappresentati da obesità (il tessuto adiposo può produrre estrogeni), menarca precoce o menopausa tardiva (aumento di esposizione agli estrogeni), infertilità o nessuna gravidanza (in gravidanza l’azione degli estrogeni è infatti bilanciata da quella del progesterone), terapia ormonale sostitutiva, tumori ovarici. Ulteriori fattori di rischio sono il diabete mellito e il cancro della mammella. I segni ed i sintomi che richiedono la consulenza medica, in quanto potenziali indicatori di cancro del corpo dell’utero, sono i seguenti: sanguinamento diverso dalle mestruazioni o perdite vaginali anormali; difficoltà ad urinare o dolore durante la minzione; rapporto sessuale doloroso; dolore localizzato alla parte inferiore dell’addome. La diagnosi si basa sul prelievo di un campione di tessuto endometriale e sulla sua analisi al microscopio per rilevare l’eventuale presenza di cellule tumorali. Se si conferma la diagnosi di cancro dell’endometrio, è necessario effettuare ulteriori indagini per stabilire se il tumore si è diffuso ad altri organi; questo processo, detto stadiazione, è importante per stabilire la terapia più indicata al singolo caso. In realtà, il trattamento e le probabilità di guarigione dal cancro del corpo dell’utero dipendono, oltre che dallo stadio della malattia, anche da vari altri fattori, tra cui dimensioni del tumore, condizioni generali della paziente, caratteristiche presentate dalle cellule tumorali al microscopio e loro sensibilità agli ormoni (progestinici). Un dato sicuramente incoraggiante consiste nel fatto che il cancro dell’endometrio si dimostra curabile in buona parte dei casi. 16/01/2013 09:25:55 4 GENNAIO 2013 Scuola Medica Salernitana: malattie digestive ed erbe medicinali La Scuola medica di Salerno costituisce una delle manifestazioni più rilevanti dello spirito scientifico del Medioevo. Fiorita tra l’XI e il XIII secolo, si distingue quale primo centro d’insegnamento della medicina nel mondo occidentale in epoca preuniversitaria. Nel suo periodo più luminoso si caratterizza non solo per la schietta impostazione pratica data all’esercizio medico, ma quale tramite ideale tra il più puro pensiero classico ippocratico e l’età moderna. Nel XII secolo i Maestri salernitani sono apprezzati come i migliori clinici del mondo occidentale, scarsamente teorici, ma decisamente operativi, concreti, dotati di una perspicacia tutta meridionale, in grado di soddisfare le esigenze più imperiose dell’esercizio medico. Realismo clinico e semplicità terapeutica sono le loro doti migliori, influenzate solo in un secondo momento dallo spirito dialettico-analitico degli arabi e dalla loro polifarmacia. Il coacervo scientifico del sapere è racchiuso in un’unica disciplina onnicomprensiva: la clinica medica. Le specialità sono appena tre: chirurgia, oculistica e uroscopia. La gastroenterologia salernitana rientra quindi nell’alveo della clinica medica, di cui costituisce branca integrante. Le relative conoscenze sono ampiamente svolte nel De Aegritudinum curatione, un trattato scritto a più mani, scoperto da Teodoro Henschel nella Biblioteca universitaria di Breslavia nel 1837 e consegnatoci dal De Renzi nella Collectio Salernitana. Le patologie espostevi sono descritte, a capite ad calcem, non per singole malattie, ma per sintomi, nell’ambito dei quali sono illustrate le ipotesi etiopatogenetiche, la diagnosi differenziale e più dettagliatamente la condotta terapeutica. Riportiamo alcuni brani tratti dalle espressioni cliniche riferite alla gastroenterologia per offrire ai lettori un’idea sulle acquisizioni scientifiche raggiunte dai nostri predecessori e sulle relative condotte terapeutiche fondate sull’empirismo e sul consenso a quanto scritto dall’antica medicina. Li ritroviamo nel De Aegritudinum curatione, attribuiti a Plateario (gli stessi peraltro presenti nel suo trattato più famoso: Practica brevis, manoscritto di cui una preziosa copia è conservata nella Biblioteca provinciale di Salerno). A proposito della gastralgia è scritto: “Il dolore di stomaco riconosce molte cause, da calore, da freddezza, da meteorismo. Il dolore da umore freddo si riconosce per il dolore gravativo, i cibi freddi e pesanti sono male digeriti, i cibi caldi e leggeri meglio, frequente la stipsi e le eruttazioni acide e acetose, le feci e il vomito sono talvolta acquose, talvolta viscose”. Contro il dolore di stomaco da cibo eccessivo è consigliato il vomito, pratica a tutt'oggi ritenuta la più efficace, eventualmente favorito dall’assunzione di ebbio (Sambucus ebulus), le cui radici e più ancora i frutti maturi, somministrati in dosi elevate sotto forma di decotto o infuso, hanno proprietà emetiche. Le droghe dell’ebbio contengono infatti tra i vari principi attivi delle saponine, nonché un alcaloide: la sambucina, ad azione irritante sulla mucosa gastrica e quindi fortemente emetizzante (BENIGNI, R., CAPRA, C., CATTORINI, P. E., Piante medicinali, chimica farmacologica e terapia, 2 voll., Inverni della Beffa, Milano, 1962). Se poi il dolor di stomaco si accompagna a vomito, è suggerito il succo di menta (Mentha piperita o Mentha pulegium), la cui azione antispasmodica sull’apparato gastrointestinale, dovuta alla presenza di un olio essenziale, è stata dimostrata da una serie di ricerche (HAGINIWA, HARATA e MORISHITA, 1963; LIS-BALCHIN, DEANS e HART, 1994; HILLS e ARONSON, 1961; TAYLOR, LUSCOMBE e DUTHIE, 1983). M. TAYLOR e al. hanno osservato tra l’altro che il mentolo inibisce gli spasmi della muscolatura liscia gastrointestinale. In occorrenza invece di dolore intestinale Plateario sostiene: “Il dolore degli intestini riconosce 12LT1713.indd 4 molte cause: da un ampio meteorismo a una raccolta infetta di umori caldi e freddi che li distende, da compressione o ostruzione del collo della vescica, per cui questa, distesa e ripiena, comprime il colon e quindi le feci, non potendo transitare, ristagnano; la ritenzione e il meteorismo provocano distensione intestinale, da cui il dolore”. Viene quindi proposta l’applicazione di un mattone caldo sul ventre per l’azione spasmolitica del calore ed eventualmente decotti o infusi di Mentha pulegium per le proprietà antispasmodiche anzidette, oppure di sommità fiorite della Centaurea minore per la loro azione coleretica, colagoga e antidispeptica (MENICHINI e al., 1994) o meglio ancora di Origanum vulgare, le cui sommità essiccate svolgono un’azione antispasmodica, antisettica e sedativa sul tratto intestinale, legata ai due principi attivi in esse presenti: timolo e carvacrolo (BRAGA, Roma 2007). Proseguendo l’excursus e a proposito della diarrea è ricordato: “La diarrea è un flusso di ventre semplice, con emissione di cibi digeriti e senza la presenza di sangue commisto. Si verifica per un eccesso di cibo o bevande, per flusso di umori dal capo, per flegma o bile alterati per quantità”. Si consiglia in questo caso il miele rosato, cioè miele puro in cui è mescolato un estratto di petali di rose: tanto per le proprietà astringenti della composizione. Ma soprattutto è indicato il decotto di corteccia di quercia per la presenza di acido tannico e derivati, provvisti di una energica attività astringente ed antidiarroica. L’effetto astringente, che condensa l’attività terapeutica, si caratterizza per una riduzione dell’iperemia della mucosa intestinale da vasocostrizione arteriolare e capillare, diminuzione della permeabilità cellulare, ottundimento della sensibilità dolorifica delle terminazioni nervose, effetto emostatico da riflesso vasocostrittore, coagulante le proteine ematiche e trombizzante i vasellini sanguinanti. Per il dolore che si accompagna alla diarrea è consigliato anche un bagno tiepido in acqua di coclearia (Coclearia officinalis) per l’effetto blandamente rubefacente e antalgico di tipo derivativo metamerico dell’isosolfocianato di butile contenuto nelle foglie (AIAZZI MANCINI, DONATELLI, 1957). In merito al tenesmo questa la definizione del magister salernitano: “Il tenesmo è un imperioso, volontario tentativo di espellere, compiuto con difficoltà. È dovuto all’umore bilioso, che si raccoglie in gran quantità nel retto, lo mordicchia e lo titilla, inducendo il bisogno di espellere”. Contro tale fastidiosissimo sintomo: clisteri di fiori e foglie di Verbascum thapsus (tasso barbasso) per la presenza di mucillagini e flavonoidi, ad azione demulcente la mucosa rettale e sedativa degli stimoli; fumigazioni con foglie di Marrubium vulgare, contenenti tannini, mucillagini e flavonoidi, ad azione astringente e decongestionante, e con fiori e foglie di Malva silvestris ad identica azione per la presenza di mucillagini. Concludiamo con le emorroidi: “Emorroidi son dette le venuzze presenti nell’ano, dalle quali nascono diversi stati morbosi come la tumefazione, la ritenzione, il flusso di sangue”. Tra i vari rimedi vegetali consigliata l’apposizione locale di una cipolla cotta (Allium cepa). COREA e coll. dell’Università di Napoli hanno isolato nel bulbo della cipolla delle saponine steroidee di tipo furostanolo ad azione antispasmodica elettiva sulla mucosa intestinale. Il ricorso alle piante medicinali a scopo terapeutico riscuote particolare favore nel Medioevo anche per la serie di avverse condizioni socioeconomiche e politiche che lo attraversano. Guerre e carestie non conoscono sosta e con esse dilagano le pestilenze, favorite dalla pratica inesistenza di effettive barriere sanitarie e dall’impotenza dei medici nell’affrontarle. Gli unici detentori delle conoscenze fitoterapeutiche sono i monaci, che praticano l’assistenza sanitaria alla luce della parola evangelica. È l’epoca della fioritura della medicina monastica e con essa degli horti claustrali e degli herbari sanitatis, di cui restano celebri l’Hortulus di Walafrido Strabone, Virtù delle erbe di Macer Florido, il Libello di medicina di Benedetto Crispo. L’utilizzazione delle erbe a scopo medicamentoso in questo lungo periodo dell’età di mezzo è condotta sulla scorta di principi pratici basati sull’esperienza e alla luce dei non mai tramontati presupposti dottrinari ippocratici, che vedono nell’alterazione dei quattro umori cardinali presenti nel corpo umano (sangue, flegma, bile rossa e atrabile) la causa d’insorgenza delle malattie. La scelta terapeutica delle piante riposa sulla loro intrinseca proprietà di favorire l’eliminazione dell’umore alterato o in eccesso: materia peccans, attraverso le varie vie escretrici dell’organismo (vomito, feci, urine, espettorato, sudore, salasso): un convincimento rimasto inattaccato per oltre venti secoli. I monaci delle numerose infermerie abbaziali benedettine e successivamente i maestri salernitani, forti dell’eredità ippocratica e scettici di fronte al meraviglioso, si presentano come pazienti e saggi osservatori dei fatti, generalizzando l’esperienza positiva e, non paghi dell’osservazione passiva, ricercano con avvedutezza i segni fisici delle malattie, in particolar modo l’esame del polso e delle urine. Le piante medicinali, impiegate sin da epoche remote per la cura delle malattie, in quanto unico mezzo terapeutico fornito dalla natura per alleviare le sofferenze, sono testimoniate dai trattati pervenutici dall’antichità, fonte di studio e di applicazione della medicina claustrale e dei maestri di Salerno anche perché unica eredità empirica in loro possesso. La Storia delle piante di Teofrasto (371-286 a.C.), la Storia naturale di Plinio (23 a.C.-79 d.C.), la Materia medica di Dioscoride (I sec.), le Composizioni medicinali di Scribonio Largo (I sec.), gli Hortuli di Gargilio Marziale (III sec.), il Libro dei farmaci di Sereno Sammonico (III sec.) sono i testi sacri dei nostri predecessori, esaminati, studiati e messi in pratica con prudenza ed acume e non senza il vaglio di esperienze personali. Accade intanto che noi lontani epigoni, avvezzi e sedotti dalle conquiste della moderna chimica farmaceutica, siamo spesso portati ad avere un’immagine distorta della razionalità dei nostri padri, riducendo i loro farmaci a fantasiose astruserie di bassa medicina popolare e sminuendo con ingenerosa sottovalutazione le loro capacità professionali. A fare giustizia di tali infondati preconcetti è intervenuta la stessa chimica farmaceutica a ricercare i principi attivi contenuti nelle piante salutari di obsoleto impiego, a studiare la loro farmacodinamica sulla materia vivente e ad indagarne la sede d’azione, riabilitando così la condotta clinica e terapeutica dei nostri predecessori. Con l’intervento dell’odierna farmacologia, le piante medicinali dell’armarium salernitano, scientificamente validate, riacquistano dignità terapeutica. L’OMS a Pechino nel 1980 ne codifica la definizione: “Pianta medicinale è ogni vegetale che contiene in uno o più dei suoi organi sostanze utilizzabili ai fini terapeutici” e identifica come “droga vegetale” quella parte della pianta medicinale impiegata a scopi terapeutici, auspicando la promozione delle ricerche sulla loro utilizzazione e la collaborazione alla migliore utilizzazione di esse. Alla luce di tali premesse, alcuni assunti dei sacri testi medievali, pur se empiricamente proposti, potrebbero anche essere accettati e condivisi come scientificamente adeguati. Giuseppe Lauriello Direttore del Museo “Roberto Papi” dello strumentario chirurgico e di storia della medicina 16/01/2013 09:25:56 GENNAIO 2013 Il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio per cancro del polmone I danni per la salute del fumo “attivo” e “passivo” Il fumo è una delle principali minacce per la salute umana e soprattutto il principale fattore di rischio per uno dei tumori più gravi, ossia quello del polmone. Secondo dati relativamente recenti, il fumo di tabacco è responsabile della morte di mezzo milione di persone nella sola Unione Europea e si stima inoltre che il 25 per cento di tutte le forme tumorali abbiano un legame con il consumo di tabacco. Solo in Italia, a causa del fumo muoiono ogni giorno 250 persone. Il fumatore sviluppa nel tempo il cosiddetto “polmone del fumatore”, una condizione di infiammazione cronica delle vie respiratorie che aumenta la produzione di muco e che può danneggiare seriamente la funzionalità polmonare. Inoltre, i fumatori sono più predisposti a infezioni delle vie respiratorie, che richiedono il trattamento con antibiotici. Oltre al “fumo attivo”, però, non va dimenticato il problema del cosiddetto “fumo passivo”: fumatori passivi sono tutti coloro che per lavoro o per vita familiare o sociale sono costretti a respirare il fumo altrui. Inoltre, non va sottovalutata la funzione di “modello negativo” degli adulti fumatori nei confronti dei minorenni. Particolarmente sensibili al danno da fumo passivo sono i bambini, gli anziani, le persone affette da malattie cardiache e gli asmatici. La complicanza più grave del fumo di sigaretta è il tumore maligno primitivo del polmone (carcinoma polmonare): infatti, la causa accertata della maggior parte dei casi di carcinoma polmonare è il fumo di sigaretta. I principali sintomi del carcinoma polmonare sono: tosse persistente o modificazione di una tosse cronica, dispnea, tracce di sangue nell’espettorato, dolore toracico sordo o acuto che si accentua con gli atti respiratori profondi o con i colpi di tosse, perdita di appetito e dimagrimento. Se un fumatore o un ex-fumatore presenta uno o più di questi sintomi, deve sollecitamente recarsi dal proprio medico per gli accertamenti e le cure del caso. 5 Oggi la salute nasce a scuola e a tavola "L'imperatore del male" I numeri sulla mortalità per alcuni tumori, in Italia, sono in costante diminuzione. Le guarigioni nell’anno 2012 risultano essere in miglioramento, con sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del 61% nelle donne e del 52% negli uomini, specie per le forme più frequenti come quello del seno e della prostata. I “numeri” su elencati sono di certo i frutti dell’informazione, della prevenzione, dell’anticipazione diagnostica e della sempre maggiore efficacia della terapia a cui l’intera comunità scientifica medica, e non solo, dedica tempo, attenzione intellettuale e risorse. Siamo convinti che la “battaglia“ da combattere insieme richiede la prosecuzione di un continuo e costante sforzo da parte di tutti, iniziando dalla famiglia, per proseguire poi nella scuola sino ad arrivare al mondo dell’informazione e del lavoro. È fondamentale ricordare che oggi la Salute nasce a tavola ed a scuola. La scelta di cibi giusti, la loro appropriata cottura e conservazione, la quantità e frequenza di assunzione rappresentano una via di svolta “affidabile” per rallentare la possibile carcinogenesi. La scelta più appropriata è deducibile dalla consultazione delle molteplici “piramidi alimentari“ raccomandate da nutrizionisti, endocrinologi ed oncologi. Attenzione inoltre bisogna rivolgere alla scelta oculata e provata dei cosiddetti “functional foods“, alimenti che oltre a possedere un adeguato potere nutrizionale, sono in grado di svolgere azioni benefiche sull’organismo o influenzarne il benessere psicofisico. Necessario, indispensabile, integrare l’attività fisica, che migliora la sopravvivenza e potenzia il sistema immunitario. Camminare a passo veloce almeno 30 minuti al giorno, meglio se in gruppo, tra i noti benefici sul metabolismo e sullo stato di salute cardiovascolare, consente la liberazione di un fattore nutrizionale del cervello, che ne contrasta demenza e depressione. “È la mente che dirige il corpo verso la salute o verso le malattie, come verso tutto il resto“, così il filosofo greco Antifone; pertanto riteniamo atto necessario, per ciascuno di Noi, avere una mente allenata e sana, grazie anche all’interesse per l’arte, all’ascolto della musica ed alla lettura nelle sue forme varie. Alla luce di quanto scritto si evince il ruolo “guida” della Scuola, dei suoi dirigenti e docenti, interlocutori privilegiati delle Nuove Generazioni, a cui insegnare lo “Stile di Vita“ nel senso più ampio del concetto. Concludiamo ricordando che una sana e corretta sessualità non fa male, perchè aumentando il livello del testosterone migliora la qualità della salute maschile e riduce il rischio d’insorgenza del tumore della prostata. Grazie per l’attenzione e buona salute a tutti. Antonio Brando La LILT ha promosso e promuove campagne di educazione alimentare Ancora sull’alimentazione L’OMS considera una nutrizione adeguata un diritto umano fondamentale. Oggi assistiamo a una discrasia tra una parte del mondo che ha problemi di carenze alimentari e di vera e propria fame e una parte che si scontra con alterazioni legate a obesità o comunque patologie connesse a “cattiva alimentazione“ per disinformazione o distorte informazioni. Basta vedere quante diete vengono propagandate e purtroppo seguite, molte delle quali rappresentano la negazione di quelli che sono i concetti elementari di un mangiare sano. Mi piace riportare un neologismo “globesity”, coniato per indicare una “globale e crescente epidemia di sovrappeso e obesità” che minaccia la salute della popolazione mondiale. L’alimentazione corretta è stata da sempre uno dei temi proposti dalla LILT sottolineando, come nelle campagne contro il fumo, che non bisogna pensare solo al cancro ma a tutte le malattie che sono comunque originate dal cibo (o dal fumo), da quelle metaboliche a quelle cardiovascolari. L’errore alimentare più comune risiede nello squilibrio tra assunzione di calorie e consumo. Tipico lo stile alimentare del fast food: porzioni abbondanti a basso prezzo ma soprattutto scarsa qualità e pressoché assenza di frutta e alimenti freschi. Un altro elemento importantissimo è la scarsa consapevolezza (iperconsumo passivo) del consumo fuori pasto di cibi altamente energetici o bevande zuccherate che vengono propinate in sale da giochi dove già la se- 12LT1713.indd 5 dentarietà gioca un ruolo negativo. Due società scientifiche americane (AICR e WRF) hanno messo a punto un decalogo da raccomandare per prevenire il cancro a tavola: 1. Mantenersi magro ma evitare il sottopeso 2. Praticare attività fisica per almeno 30’ al giorno 3. Evitare bevande zuccherate 4. Consumare ortaggi, frutta, cereali e legumi 5. Limitare il consumo di carne rossa ed evitare le carni conservate 6. Limitare il consumo di alcool a due unità alcooliche al giorno per l’uomo e una unità alcoolica per la donna 7. Limitare il consumo di sale e di alimenti conservati sotto sale 8. Non usare integratori/supplementi per la prevenzione del cancro 9. Proseguire l’allattamento al seno fino al VI mese e poi passare ad altre bevande e alimenti 10. Chi ha una storia di cancro deve, dopo il trattamento, seguire le raccomandazioni per la prevenzione oncologica. Una informazione corretta, richiamata anche dal decalogo su riportato, deve essere sottolineata sull’utilizzo di integratori che vengono utilizzati per correggere diete ipocaloriche molto rigide e che sono invece fattori di rischio per neoplasie e malattie cardiache. La LILT ha promosso e promuove campagne di educazione alimentare soprattutto nelle scuole perché è scientificamente provato che abitudini alimentari sbagliate acquisite nei primi anni di vita restano radicate. Purtroppo a questo proposito bisogna rilevare che solo il 68% delle scuole possiede una mensa e il 38% distribuisce per merenda alimenti salutari quali frutta o yogurt e che il 34% delle classi svolge meno di 8 ore di attività motoria a settimana. Non ci meraviglia, quindi, ma ci preoccupa il dato che il 29,3% dei maschi e il 19,5% delle donne a 11 anni è sovrappeso od obeso. Clementina Savastano 16/01/2013 09:25:56 6 GENNAIO 2013 Il ricordo di una grande italiana, luminoso esempio di una esistenza interamente dedicata alla ricerca e alla conoscenza scientifica Rita Levi-Montalcini: una vita per la Scienza 12LT1713.indd 6 3 Queste pagine ospitano apprezzabili contributi che affrontano il tema della prevenzione in campo oncologico. Come tanti studi epidemiologici ci insegnano, la modifica dello stile di vita (alimentare, ambientale ecc) può contribuire a diminuire l’effetto delle concause che promuovono lo sviluppo neoplastico. Ovviamente, le cause etiologiche primarie (biologiche, genetiche, ecc.) restano comunque gli “imputati” maggiori. Anche in altri ambiti della Medicina la modifica dello stile di vita è un plus importante nella prevenzione di molte patologie. Si pensi ad esempio alle malattie cardiovascolari, alle patologie osteoarticolari, al diabete. I due capisaldi di un corretto lifestyle sono l’alimentazione e l’attività fisica. Lasciando da parte la prima “sfida” (correzione degli aspetti qualitativi e quantitativi dell’alimentazione, correzione del sovrappeso ecc) che già ci vede spesso in lotta ....con noi stessi, sicuramente è più accessibile a tutti il secondo aspetto, quello del dedicare tempo allo svolgimento di un’attività fisica. Il contributo che offro su queste pagine alla riflessione dei lettori è la possibilità di praticare oggi, anche a Salerno, una piacevole e rilassante attività sportiva: il GOLF. È importante, infatti, sottolineare che tale pratica sportiva possiede i perfetti requisiti psicologici e fisici per apportare benefici immediatamente MISURABILI sulla propria salute. Il golf è uno degli sport più attivamente giocati al mondo; in Italia, anche se con un pò di ritardo, il golf ha raggiunto ben 100.000 praticanti. Nell’Europa Settentrionale, malgrado i climi freddi, il golf è molto diffuso ed i ricercatori medici, avendo intuito i benefici apportati da questo sport ai praticanti, hanno voluto misurarli oggettivamente mediante un apposito studio scientifico. Per questo motivo, l’epidemiologo Anders Ahlbom ha coordinato una ricerca del prestigioso Karolinska Institut Svedese, pubblicandone i risultati nel 2009 (Scand J Sci Sport, 2009 Jun;19(3):419-24) . Ebbene, questa ricerca ha dimostrato che giocare a golf regala ben cinque anni in più di vita! I ricercatori del Karolinska hanno infatti esaminato 300 mila praticanti di golf, scoprendo che questi ultimi hanno un rischio di morte ad ogni età del 40% inferiore rispetto ai coetanei non giocatori. Un dato che, secondo gli studiosi, “corrisponde a un aumento di cinque anni dell’aspettativa di vita”. Il motivo? Il golf produce un esercizio a bassa intensità, senza sforzi eccessivi o limiti d’età, permette di camminare per alcune ore, su distanze di alcuni chilometri, senza contare l’allenamento che si fa spingendo il carrello con la sacca porta-bastoni da gioco. Un utile training per tutti i muscoli, le articolazioni e per il coordinamento neuromotorio; ma a guadagnarci sono anche il cuore, la pressione arteriosa, il metabolismo (sovrappeso, diabete ecc). Non è possibile scindere i vari aspetti che rendono il golf tanto amico della salute: dona relax, regala tante ore di moto a contatto con la natura, sviluppa doti di concentrazione e crea occasioni per socializzare, con buone ricadute psicologiche. Sono scientificamente provati, poi, gli effetti positivi del camminare sui fattori di rischio cardiovascolare e nella riduzione dei livelli di colesterolo. Benefici senza distinzioni di censo, di sesso e di età! Insomma, il golf si è rivelato un vero elisir di lunga vita, indifferentemente tra uomini e donne, giovani e anziani e appartenenti alle più diverse classi sociali. Il Golf Club Salerno (il campo pratica è sito al “Quadrifoglio Village”, Litoranea Magazzeno) per incentivarne la pratica ha in atto una campagna di presentazione di questo sport. Coloro che fossero interessati a conoscerlo e ad assistere ad una presentazione possono liberamente partecipare a LEZIONI COLLETTIVE GRATUITE che si tengono ogni sabato alle ore 16,15 presso il Campo Pratica. Basterà ritagliare il coupon qui allegato e presentarsi in Campo. Vi aspettiamo, buon lifestyle a tutti! Carlo Giurbino Presidente Golf Club Salerno 2 Giocare (anche) a Golf per modificare il proprio stile di vita! 1 crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Per circa un trentennio, proseguì le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d’azione, e nel 1986 le venne conferito il Premio Nobel per la Medicina, congiuntamente allo statunitense Stanley Cohen, “per le loro scoperte e l’individuazione di fattori di crescita cellulare”. Dal 1961 al 1969 ha diretto il Centro di Ricerche di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Roma), in collaborazione con l’Istituto di Biologia della Washington University, e dal 1969 al 1979 il Laboratorio di Biologia cellulare. Dopo essersi ritirata da questo incarico “per raggiunti limiti d’età” continuò le sue ricerche come ricercatore e Guest professor dal 1979 al 1989, e dal 1989 al 1995 TESSERA GRATUITA per n. 3 lezioni collettive di Golf presso il: “Quadrifoglio Village” La cerimonia di premiazione del Premio Nobel 1986 lavorò presso l’Istituto di Neurobiologia del CNR con la qualifica di “Superesperto”. Le indagini scientifiche della Levi-Montalcini, negli ultimi anni della sua attività, si concentrarono sullo spettro di azione del NGF, utilizzando tecniche sempre più sofisticate. Studi recenti hanno, infatti, dimostrato che l’NGF ha un’attività ben più ampia di quanto si pensasse: non si limita ai neuroni sensori e simpatici, ma si estende anche alle cellule del sistema nervoso centrale, del sistema immunitario ematopoietico e alle cellule coinvolte nelle funzioni neuroendocrine. Dal 1993 al 1998 Rita Levi-Montalcini presiedette l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. È stata membro delle più prestigiose accademie scientifiche italiane ed internazionali, quali l’Accademia Nazionale dei Lincei, l’Accademia Pontificia, l’Accademia delle Scienze, la National Academy of Sciences statunitense e la Royal Society inglese. Nel 1987 ricevette dal Presidente Ronald Reagan la National Medal of Science, l’onorificenza più alta del mondo scientifico statunitense. Nel 2001 venne nominata Senatrice a Vita dal Presidente della Repubblica Ciampi. Oltre alle intense attività scientifiche, Rita Levi-Montalcini è stata a lungo molto attiva in campagne di interesse sociale. Nel 1992 istituì, assieme alla sorella gemella Paola (deceduta nel 2000), la Fondazione Levi-Montalcini, rivolta alla formazione e all’educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse a livello universitario. L’obiettivo della Fondazione è quello di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del proprio Paese. ✁ La recente scomparsa di Rita Levi-Montalcini, Premio Nobel per la Medicina e Senatrice a Vita, ha privato il mondo scientifico italiano di una delle sue figure più note e rappresentative; proprio per la celebrità del personaggio, che ha dato lustro per moltissimi anni al nostro Paese, ci sembra giusto e doveroso dedicarle un ricordo, sebbene l’ambito dei suoi studi sia stato principalmente incentrato sul Sistema Nervoso Centrale piuttosto che nel settore oncologico. Rita Levi-Montalcini nacque nel 1909 a Torino e si laureò in Medicina nel 1936; nel 1938, dopo l’emanazione delle cosiddette “ leggi razziali”, si vide costretta, per potere proseguire la sua carriera accademica come assistente e ricercatrice in neurobiologia e psichiatria, ad emigrare in Belgio. Dopo lo scoppio della IIa Guerra Mondiale, ritornata in Italia, dovette vivere in clandestinità a Firenze, fino alla liberazione della città da parte degli Alleati. La passione per la sua materia comunque le diede la forza per andare avanti, continuando le sue ricerche in un laboratorio casalingo. Poco dopo la fine della guerra, ricevette un’offerta di lavoro dal Dipartimento di Zoologia della Washington University (St. Louis, Missouri), che accettò, dopo essersi assicurata di poter proseguire le stesse ricerche che aveva cominciato nel laboratorio casalingo in Italia. Per Rita gli USA diventeranno una sorta di seconda patria; vi visse infatti per oltre trent’anni, ricevendo incarichi accademici prestigiosi in importanti istituti americani. I suoi primi studi scientifici (risalenti agli anni 19381944) furono dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Nel 1951-1952 scoprì il fattore di crescita nervoso, noto come NGF, che svolge un ruolo essenziale nella 16/01/2013 09:25:58 GENNAIO 2013 7 Il tema del tumore compare in numerosi film, di successo e non, ma spesso viene trattato in maniera non consona alla realtà Il tumore nel cinema: tra mito e realtà Il rapporto fra le malattie tumorali e la loro rappresentazione cinematografica è stato oggetto di uno studio presentato da un gruppo di ricercatori italiani nel 2012 al congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) e che ha avuto una certa risonanza anche sui mezzi di comunicazione di massa. Da tale ricerca, in cui sono stati “censiti” ben 82 lungometraggi (alcuni celebri, altri meno noti), usciti nelle sale cinematografiche tra il 1939 e il 2012, emerge che nei film la malattia tumorale viene rappresentata spesso in maniera lontana dalla realtà, affetta da pesanti stereotipi e relativamente fuorviante. Nella maggior parte dei casi, infatti, i personaggi dei film sono più giovani rispetto alla media, appartengono per lo più a classi agiate e muoiono quasi inevitabilmente. Il Cinema, quasi sempre condizionato da questo schema stereotipato (“cancro=malattia incurabile”), solo raramente si è curato di rappresentare i progressi intervenuti nelle cure antitumorali, sempre meno tossiche, i miglioramenti della sopravvivenza e l’importanza della prevenzione. Il lato negativo di questa rappresentazione risiede essenzialmente nel fatto che può instillare, nei pazienti e nei familiari, convinzioni sbagliate in merito alla malattia tumorale e alla sua possibile evoluzione. Del resto il Cinema, come le altre forme di espressione artistica, ha le sue peculiari “regole” e modalità di comunicazione, a cui deve conformarsi per una migliore resa artistica e commerciale: questo è probabilmente anche il motivo per cui, come sottolineato dalla suddetta ricerca, solo di rado vengono rappresentate realisticamente nei film le sofferenze fisiche e psicologiche dei malati di tumore, preferendo una narrazione per lo più “tra le righe” della malattia. Storicamente, il primo film in cui si narra di una neoplasia maligna sembra essere stato “Dark Victory” del 1939, in cui la protagonista (la famosa Bette Davis) muore di un tumore al cervello. Il primo lungometraggio di successo incentrato sul tema del tumore maligno, peraltro innestato su una sto- ria d’amore tipicamente hollywoodiana, è stato “Love Story” (1970), tratto da un romanzo best-seller di Erich Segal e diretto da Arthur Hiller. La vicenda, romantica e strappalacrime, è ben nota: un figlio di miliardari WASP (bianco, anglosassone, protestante), interpretato da Ryan O’Neal, incontra la figlia di un modesto negoziante italiano (la bellissima Ali McGraw) in un’università del New England; sboccia l’amore e i due si sposano, ma lei muore di leucemia. All’epoca, il successo della pellicola fu strepitoso, con 48 milioni di dollari d’incasso soltanto nel Nord America e 6 nomination agli Oscar (ma con solo una statuetta vinta, per le musiche del francese François Lai), sebbene la critica cinematografica avesse espresso più di una perplessità sul valore artistico del film. Nel 1983 esce nelle sale cinematografiche “Voglia di tenerezza”, diretto da J.L. Brooks ed interpretato da Jack Nicholson, Shirley McLaine e Debra Winger. Nel film, a metà tra il melodramma e la commedia, il cancro rappresenta una sorta di “deus ex machina”, che viene a modificare i complessi rapporti familiari tra la madre (McLaine) e la figlia (Winger) e rappresenta anche la scintilla, da parte dei protagonisti, per una migliore presa di coscienza della propria condizione umana. “Voglia di tenerezza” venne premiato con ben cinque Oscar (film, regia, sceneggiatura, miglior attore e migliore attrice). Mescola la commedia al dramma anche il film “Le invasioni barbariche” (2003), i cui personaggi sono Remy, professore cinquantenne ricoverato per malattia tumorale in fase terminale, l’ex moglie Louise, che gli è sempre rimasta vicino, e il figlio Sébastien, con il quale invece non ha mai condiviso nulla. Quest’ultimo, spronato dalla madre in pena, organizza al capezzale del padre una memorabile rimpatriata, tra amici, colleghi, amanti, alunni e tanti altri personaggi, che diventa anche un’occasione per un bilancio della propria vita e dell’epoca in cui si è vissuti. Il film, diretto dal regista canadese Denis Arcand, fornisce una riflessione sul rapporto tra individuo e società, dai toni amari ma priva di cinismo e umanamente densa, grazie anche alla superba interpretazione del protagonista (un memorabile Remy Girard). Il tema del tumore maligno compare, sia pure accennato, anche in film più recenti, come “Gran Torino”, di e con Clint Eastwood (2008), in cui da alcuni sintomi può evincersi che il protagonista è affetto da neoplasia polmonare, e “Miracolo a Le Havre” di A. Kaurismaki (2011), dove la malattia tumorale della moglie del protagonista è l’occasione che induce quest’ultimo a prodigarsi per aiutare il prossimo in difficoltà. Numerosi sono, inoltre, i film di registi italiani dedicati al tema del cancro. Merita di essere ricordato in particolare “Anonimo Veneziano” (1970), diretto da E.M. Salerno, che narra una vicenda per certi versi analoga a quella di “Love Story”, film pressoché contemporaneo, ma viene caratterizzato da toni e atmosfere ben più raffinati. Il protagonista (interpretato da Tony Musante), un musicista che sta per morire, presumibilmente per cancro (anche se nel film non viene ben chiarito di quale malattia si tratti), decide di dirigere un concerto d’addio a Venezia e chiama in suo aiuto la moglie (una splendida Florinda Bolkan). Questo film rimane nella memoria soprattutto per la stupenda fotografia, che fa risaltare in maniera altamente suggestiva l’ambientazione lagunare, e per le bellissime musiche di accompagnamento, di ispirazione settecentesca. Progetto Martina nelle scuole Con un convegno finale, che ha visto la partecipazione del prof. Giulio Tarro, virologo di fama internazionale e Presidente della Fondazione T. & L. De Beaumont Bonelli per le ricerche sul cancro, si è concluso l’iter del “Progetto Martina; parliamo ai giovani dei tumori – lezioni contro il silenzio”. L’obiettivo del Progetto, attuato nella città di Salerno per volere di Giuseppe Pistolese, Presidente della sezione provinciale della LILT e di Tommaso De Martino, Presidente del Lions Club Salerno Host, è stato quello di informare i giovani sulla necessità della prevenzione dei tumori, ossia conoscerli per poterli evitare. Infatti, la lotta ai tumori si basa su tre pilastri : 1) evitare che il tumore insorga eliminando i fattori di rischio (prevenzione primaria), 2) diagnosticare in tempo utile una sua comparsa (diagnosi tempestiva) e 3) applicare un’opportuna terapia (terapia efficace). Coordinato dal dott. Mario Colucci, il Progetto si è svolto con gli studenti di tre scuole di vario grado, trattando argomenti diversi a seconda del target a cui erano diretti. In particolare, il ciclo di incontri è iniziato con la Scuola Elementare “M. Mari”, diretta dalla prof.ssa Liliana Dell’Isola, dove ai piccoli alunni la dott.ssa Mariangela 12LT1713.indd 7 Rossi, nutrizionista, con la collaborazione dell’insegnante prof.ssa Giuseppina Pucciarelli, ha spiegato come una corretta alimentazione rappresenta il primo mezzo più naturale di prevenzione. Infatti, limitare l’assunzione di grassi e mangiare ogni giorno frutta e verdura fresca, accompagnati ad una attività fisica quotidiana, così come indicato nelle raccomandazioni del codice europeo contro il cancro, riducono sicuramente il rischio e determinano l’attuazione di cure più efficaci. Successivamente, presso la Scuola Secondaria di I grado “Torrione Alto”, diretta dalla prof.ssa Anna Maria Grimaldi, lo pneumologo dott. Natalino Barbato, con la collaborazione dell’insegnante di scienze prof. Alfredo Alfano, ha parlato dei danni che il fumo da tabacco, comportandosi come una vera e propria droga, può determinare all’apparato broncopolmonare – e non solo a questo apparato – e della possibilità di disassuefarsi dal fumo una volta iniziata tale abitudine. Infine, il dott. Antonio Brando, urologo, con l’ausilio dell’insegnante prof. Gaetano Negri, ha esposto agli studenti dell’Istituto ISIS “Giovanni XXIII” il rischio oncologico delle malattie sessualmente trasmesse ed in particolare della prevenzione del tumore della prostata. L’interesse degli studenti e l’entusiasmo dei docenti, nonché la passione dei medici che hanno reso possibile tale esperienza, hanno dimostrato come si può tranquillamente parlare ai giovani in modo chiaro di tumori, come saperli affrontare sapendo che ci si può difendere. Con l’intento di ridurre i fattori di rischio con un coerente stile di vita, ci sembra opportuno continuare su tale cammino intrapreso che vede nell’educazione sanitaria nelle scuole un momento importantissimo. Mario Colucci 16/01/2013 09:25:58 8 GENNAIO 2013 ORGANIGR AMMA ... Un anno da raccontare... 2011-2012 Consiglio Provinciale “La prevenzione“ Presidente: Giuseppe Pistolese Vice Presidente: Vincenzo Falcone Consiglieri: Antonio Brando, Mario Colucci, Anna D’Auria, Gaetano De Angelis, Donato De Santis, Antonio Fresa, Gaetano Pellegrino, Clementina Savastano, Vincenzo Villari. Revisori dei conti: Roberto Celano, Luigi Pirolo, Bruno Coscioni • Sostegno psicologico: 37 ANNO 2011 • Esami strumentali relativi alle specializzazioni: 1596 • Visite: 3774 controlli complessivi • Soci anno 2012: 2201 • Esami strumentali relativi alle specializzazioni: 1709 Comitato Scientifico • Soci anno 2011: 2186 Coordinatore: Catello Polito ––Nel 2011 è partita la campagna della prevenzione del • Visite al 30 novembre 2012: 3.417 controlli Ufficio di Presidenza: Giovanni Babino, Anna Maria Cascone, Frank Romeo. cavo orale. complessivi Componenti: Giancarlo Accarino, Ermanno Albano, – – Screening per la prevenzione della prostata appunta• Cavo orale: 131 Marcello Barbarisi, Patrizia Borgheresi, Carlo mento annuale. Budetta, Antonio Calandriello, Michele Califano, • Dermatologia: 513 Alessandro Conforti, Enrico Coscioni, Giovanni – – Nastro rosa campagna nazionale prevenzione ai tumori • Ematologia: 35 D’Angelo, Massimo D’Antonio, Giovanni D’Arena, al seno annuale. • Endocrinologia: 82 Raffaele Fiorillo, Raffaele Fristaghi, G. Maria Gaeta, Pietro Gioiello, Emilio Greco, Enrico Indelli, Antonio ––La percentuale associativa in generale, escluse le cam• Epatologia: 54 Miniaci, Giustina Napoli, Francesco Orio, Marisa • • pagne nazionali di screening, risulta del 4,3%. Ginecologia: 490 Pastore, Luisa Pellegrino, Pasquale Petronella, Luigi Pizza, Salvatore Raele, Matteo Rispoli, Laura Sisalli • Otorinolaringoiatria: 30 • Senologia: 1674 Comitato d’onore • Paola Adinolfi • Urologia: 371 • Alfonso Andria Comitato Etico • Presidente: Stefano Pignataro Vice Presidente: Franco Fiore • Componenti: Elvio Fores, Franco Mainenti, Matteo Pistolese, Catello Polito, • Mario Sangiovanni, Clementina Savastano • Consulta Femminile Ufficio di Presidenza: Carmelina Calvanese, • Clorinda D’Ascoli, Donatella De Riso Componenti: Giuseppina Arcaro, Stefania De Rosa, • Marina Elefante, Giuseppina Errico, Anna Ferrara, Francesca Gallotta, Antonietta Longo, • Annamaria Scarano, Emilia Vaccaro • Struttura Poliambulatoriale per la Prevenzione, Informazione • e Assistenza Oncologica Discipline Specialistiche • Ginecologia - Dott. Carlo Budetta • • Senologia - Dott.ssa Carolina Fiorillo, Dott.ssa Fortuna Lombardi, Prof. Pasquale Petronella, Dott. Marco Scorzelli Urologia - Dott. Antonio Brando, Dott. Michele Califano Dermatologia - Dott.ssa M. Bruna Santoni, Dott. Carlo Marino O.R.L. - Dott. Ciro Russomando Prevenzione Oncologica Cavo Orale Dott. Antonio Fresa, Dott.ssa Laura Sisalli, Dott.ssa Giustina Napoli • Ematologia - Dott. Giuseppe Pistolese Oncologia Generale - Dott. Clementina Savastano • Radiologia - Dott. Luca Concilio, Dott. Gaetano Pellegrino • Anatomia Patologica - Dott. Gerardo Botti Epatologia - Dott. Mario Colucci • ESTRAZIONE LOTTERIA • • • • • Raffaele Calabrò Tonino Cantalamessa Antonio Giordano Tonino Pedicini Mariano Ragusa Medicina di Laboratorio • Dott. Alessandro Conforti • Dott. Ciro Palmieri • Dott. Paolo Cicatelli • Dott. Paolo Gargiulo Delegazioni Comunali (Referenti) Roccapiemonte - Gaetano Fasolino S. Cipriano Picentino - Attilio Naddeo Palinuro - Giuseppina Errico Pagani - Michele Califano Nocera Inferiore - Marisa Schiavo Sala Consilina - Eugenio Farsetti Polla - Sant’Arsenio - Antonio Calandriello Albanella - Antonio Miniaci Sarno - Girolamo Adiletta, Carmela Calvanese Battipaglia - Virginia Polisciano, Mario Festa • • • • • • • di BENEFICENZA LILT 13 dicembre 2012 La Sezione Provinciale della LILT di Salerno, ringrazia tutti coloro che con impegno ed abnegazione, hanno contribuito alla riuscita dell’evento. www.legatumori.sa.It Premi non ritirati: entro il 16.03.2013 saranno trattenuti dalla LILT e utiliz zati per donazioni o come nuovi LEGA ITALIANA PER LA LOTTA premi. CONTRO I TUMORI •1 - Premio: 7 gg. Villaggio Turistico per 2 persone • 6 - Premio: Telefono cellulare N. 00041 SEDE DI SALERNO all inclusive N. 05401 Via Pio XI - Dist. San. ASL SA2 • 7 - Premio: Trolley / Borsone N. 07726 Sala Conferenze “A. Polizio” Via S. Domenico Savio, 8 Tel 089/2758678 Tel/Fax 089/220197-331/6487548 E-mail: [email protected] [email protected] - www.legatumori.sa.it Orari. 8.30 -12.30 • 16.00 - 18.00 12LT1713.indd 8 •2 - Premio: Bicicletta elettrica N. 12971 •3 - Premio: Pc Notebook N. 12109 •4 - Premio: Multitouch Tablet N. 05818 •5 - Premio: Videocamera digitale N. 06101 • 8 - Premio: Macchina da caffè per capsule N. 01601 • 9 - Premio: 10 litri Olio Extravergine N. 06201 •10 - Premio: Cornice digitale N. 01927 16/01/2013 09:26:00