La riabilitazione nelle lesioni della cartilagine

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La riabilitazione nelle
lesioni della cartilagine
Claudio Gavioli, Poliambulatorio Riacef,
Modena - Spezzano
Cartilagine

Tessuto complesso con
funzioni specifiche di
resistenza al carico e alle
forze di taglio priva di vasi e
di nervi e dotato di scarsa
capacità di rigenerazione in
vivo
Cartilagine

La cartilagine possiede una
particolare disposizione delle
fibre che le conferiscono una
diversa resistenza alle forze a
seconda della direzione di
applicazione con minore
resistenza alla deformazione
tensile quando le forze sono
perpendicolari alla sua
superficie e maggiore quando
le forze sono parallele
Punto cruciale

In ambito riabilitativo è
di fondamentale
importanza la
determinazione e la
quantificazione degli
stimoli corretti per
prevenire e trattare la
patologia cartilaginea
Stimoli eccessivi:

Rischio di necrosi dei condrociti. Negli
esperimenti da laboratorio si è visto
alcuni condrociti sono più forti di altri e
che una parte va incontro a necrosi
per apoptosi.
Relazione tra stimolazione
meccanica e omeostasi della
cartilagine

Gli stimoli meccanici
vengono infatti trasdotti
in eventi biologici
intracellulari e sono in
grado di modulare la
sintesi della matrice
extracellulare o la sua
degenerazione attraverso
l’espressione genica.
Tipo di carico applicato


I carichi ciclici provocano una
maggiore formazione di matrice
I carichi statici la diminuiscono
Importanza dell’esercizio


Gli esercizi, il movimento passivo
continuo e la mobilizzazione
sembrano avere quindi effetti
benefici
L’immobilizzazione viceversa,
provoca un’alterazione della
sintesi dei proteoglicani, un
assottigliamento e una minor
consistenza del tessuto
cartilagineo.
Fattori predisponenti
l’insorgenza di osteoartite:

Età

Peso

Sesso femminile

Familiarità

Attività lavorativa

Precedenti traumi o lesioni
legamentose e meniscali

Ginocchio varo e valgo

Malattie reumatiche e metaboliche
Di ciò bisognerà tener conto nel
suggerire lo svolgimento
dell’attività fisica più appropriata.
Ekstein F, Faber S, Muhlbauer R: Functional adaptation
of human joints to mechanical stimuli. Osteoarthritis
Cartilage 10: 44 – 50, 2002
In uno studio condotto su giovani
adolescenti si è visto come
durante la fase evolutiva e di
crescita gli stimoli possano
favorire una maggiore
superficie articolare totale e
una migliore qualità della
cartilagine negli sportivi
rispetto ai non sportivi sia negli
uomini che nelle donne
Come capire se gli stimoli
applicati sono corretti?
Prima di tutto occorre
osservare il morfotipo del
paziente, individuare
eventuali fattori di rischio
tipo obesità, male –
allineamenti.
Raccogliere un’attenta
anamnesi alla ricerca di
un’eventuale storia di
traumatismi importanti
Bisogna indagare:
Metodi d’allenamento
Periodizzazione degli allenamenti
Frequenza degli impegni agonistici
Stato di forma fisica generale
Osservazione clinica del paziente
Osservazione diretta della deambulazione
Analisi dinamica del passo alla ricerca di anomalie del pattern motorio che
possano accelerare i processi degenerativi articolari
Progetto riabilitativo
Recupero della flessibilità
articolare
Rinforzo muscolare
Recupero della flessibilità
muscolare
Ricondizionamento atletico
Recupero della coordinazione e
del controllo motorio
Costante monitoraggio clinico
Fatica muscolare:
Porta a modificazioni del
pattern motorio che causa a
sua volta alterazioni della
cinematica del ginocchio al
momento del contatto del
tallone con il suolo con
conseguente diminuzione
della capacità di
ammortizzare i carichi.
Metodo di selezione del tipo degli
esercizi di rinforzo muscolare
Bisogna tenere conto della
sede, estensione
profondità della lesione
per selezionare l’attività
più idonea, l’angolo
articolare al quale
lavorare, il numero e la
tipologia delle sedute
riabilitative in piscina in
palestra e sul campo.
Adattare i carichi in base
alle risposte del paziente
E’ fondamentale adattare in
tempo reale il lavoro di rinforzo,
di ricondizionamento e di
recupero del controllo neuro –
motorio in relazione ai sintomi
che il paziente descrive e alle
reazione delle articolazioni
Rinforzo in catena
cinetica aperta o chiusa?
Entrambe queste metodiche sono
complementari e non ci sono significative
differenze nelle forze generate durante
l’allenamento.
E’ più importante determinare la velocità con
la quale svolgere gli esercizi, il numero si
serie e di ripetizioni e selezionare i gradi
di lavoro più sicuri evitando ad esempio i
gradi elevati di flessione quando si hanno
problemi prossimali della rotula.
Patologia femoro rotulea
Ottimizzare il rinforzo dei
rotatori dell’anca, dei
glutei e dei muscoli del
tronco che intervengono in
modo significativo nella
fase di decelerazione
durante la corsa
diminuendo in questo
modo i carchi sull’apparato
estensore del ginocchio
Scambio d’informazioni
E’ fondamentale uno scambio
d’informazioni tra l’equipe
riabilitativa, il medico
sociale, l’allenatore e il
preparatore atletico in modo
da definire l’attività di
mantenimento modificando i
carichi a seconda dei casi.
Ad esempio evitando o
limitando i balzi in modo da
prevenire sovraccarichi
articolari che possano
causare degenerazione
cartilaginea.
Rieducazione del gesto
atletico sul campo
I pazienti hanno superato con successo
la progressione riabilitativa che
prevede il trattamento in piscina e in
palestra e presentano:
- Gestualità della vita quotidiana senza
disturbi
- Soddisfacente recupero di forza
documentato con isocinetica, corsa
lenta sul nastro trasportatore senza
disturbi
Vad V, Hong HM, Zazzali M, Agri N: Exercise
Recommendations in Athletes with Early Osteoarthritis of
the Knee. Sports Med 32: 729 – 39, 2002
Per passare alla fase sul campo devono essere
soddisfatti i seguenti requisiti:
- 120 gradi di flessione del ginocchio
-
Normale dinamica del passo
-
Salita e discesa dalle scale senza disturbi
-
Corsa senza deviazioni assiali di compenso
-
Forza, velocità di reazione e resistenza della muscolatura del lato affetto = a
quello sano
Velocità di reazione
muscolare
E’ importante la “readiness”
muscolare anticipatoria
dell’appoggio plantare al fine
di evitare elevate forze di
impatto della corsa e del
cammino e spiacevoli
sensazioni soggettive
Veloshin D, Wosk J Influence of
artificial shok absorbers on human
gait
Negli individui affetti da osteoartrosi di
ginocchio è presente una capacità di
assorbimento dell’impatto (shok
attenuation) del 30% inferiore
rispetto a quelli sani
American Orthopedic
Society for Sports Medicine
E’ importante educare gli atleti a tecniche
di atterraggio dai balzi più sicure
Importanza di un allenamento
neuromuscolare ed esercizi pliometrici
per ridurre i movimenti di abduzione e
adduzione del ginocchio che si verificano
nelle ricadute dai salti
Importanza di rendere flessibile la catena
muscolare posteriore
Concetto di gradualità che deve
tenere conto delle risposte del
paziente
Simulare con gradualità,
dosando intensità e
frequenza di carico, le
situazioni tipiche dello sport
specifico in cui la fase più
delicata per le superfici
cartilaginee è l’atterraggio e
la capacità di attenuare gli
impatti della corsa, dei balzi,
dei salti
Segnali di sovraccarico
Idrarto
Comparsa di dolore
Sedute sul campo
Frequenza variabile in base
alle caratteristiche del
paziente – atleta: da 1 a
6 sedute settimanali a
seconda che si tratti di
uno sportivo occasionale
o di un atleta
professionista.
Test di soglia aerobica e
anaerobica
Permette di calcolare l’intensità
ideale, ovvero quella che
permette di al soggetto di
migliorare la sua condizione
aerobica, di ridurre la
percentuale di grasso corporeo
e di evitare i rischi legati ad un
eccessivo affaticamento
durante le sedute favorendo
un valido
ricondizionamento fisico
Obiettivi della
rieducazione sul campo
Completare il recupero di forza e flessibilità
Migliorare il controllo neuromuscolare
Correggere deficit posturali e compensi
scorretti
Migliorare la qualità tecnica del gesto sportivo
Effettuare il condizionamento fisico
Stilare un programma di mantenimento sport
specifico finalizzato alla prevenzione del
reinfortunio
Grazie per l’attenzione
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