L’atomo di idrogeno Il problema dell’atomo di idrogeno é un problema esattamente risolubili ed i suoi risultati possono essere estesi agli atomi idrogenoidi, in cui solo c’é solo un elettrone sottoposto all’interazione di un nucleo di carioca +Ze (es. He+ , Li++ ). Il potenziale di interazione tra il nucleo (protone) dell’atomo di idrogeno di carica +e e l’elettrone di carica −e, rispettivamente nelle posizioni ~r1 e ~r2 é il potenziale coulombiano tra due particelle e2 (1) V (|~r1 − ~r2 |) = − |~r1 − ~r2 | La trattazione del problema a due corpi si puó ricondurre al problema di un corpo in presenza di un potenziale colulombiano. Infatti la hamiltoniana di un sistema a due corpi sottoposti ad una interazione dipendente dalla loro distanza reciproca é data dalla somma delle energie cinetiche e dell’energia potenziale p~22 p~21 + + V (|~r1 − ~r2 |) (2) HT = 2m1 2m2 Definiamo le nuove variabili: 1. La massa totale M M = m1 + m2 (3) ~ = m1~r1 + m2~r2 R M (4) ~ 2. La coordinata del centro di massa R 3. La quantitá di moto o impulso totale P~ P~ = p~1 + p~2 4. La massa ridotta µ (5) m1 m2 M (6) ~r = ~r1 − ~r2 (7) µ = Se m1 >> m2 , allora µ ≈ m2 . 5. Il vettore distanza relativa ~r 6. L’impulso relativo p~ p~ = m2 p~1 − m1 p~2 M (8) Cambiando variabili la hamiltoniana si scrive HT = P~ 2 p~2 p~2 + + V (r) = HCM + + V (r) = HCM + H 2M 2µ 2µ (9) dove abbiamo indicato con HCM la hamiltoniana libera (solo energia cinetica) del sistema totale che ~ mentre gli altri due termini descrivono la hamiltoniana di descrive il moto del centro di massa R 1 una particella di massa µ in presenza del potenziale centrale V (r). La quantizzazione dell’eq.(9) si effettua con l’introduzione degli operatori P~ e p~ P~ −→ p~ −→ ~ R = −ih̄ ~eX ∂ + ~eY ∂ + ~eZ ∂ −ih̄5 ∂X ∂Y ∂Z ! ~ r = −ih̄ ~ex ∂ + ~ey ∂ + ~ez ∂ −ih̄5 ∂x ∂y ∂z ! (10) (11) Si dimostra immediatamente che (gli indici greci denotano la particella: α, β = 1, 2; gli indici latini la componente del vettore: i, j = 1, 2, 3) [rα,i , pβ,j ] = ih̄δαβ δij −→ [ri , pj ] = ih̄δij [Ri , Pj ] = ih̄δij ~ p~] = 0 [~r, P~ ] = [R, (12) L’equazione stazionaria di Schrödinger si scrive 2 2 ~ 2 − h̄ 5 ~ 2 + V (r) Ψ(R, ~ ~r) = − h̄ 5 ~ ~r) = ET Ψ(R, ~ ~r) H Ψ(R, R 2M 2µ r ! (13) Essendo, per l’eq.(12), [H, HCM ] = 0 si ha ~ ~r) = Ψ(R)ψ(~ ~ Ψ(R, r) con ET = ECM + E (14) h̄2 ~ 2 − 5 + V (r) ψ(~r) = E ψ(~r) 2µ r ! ~ = ECM Ψ(R) ~ HCM Ψ(R) (15) Lo spettro di HCM é uno spettro continuo positivo e tutte le informazioni fisiche interessanti sul sistema legato delle due particelle si deducono dalla soluzione di H. Ci interessiamo ai valori di E negativo che ci danno lo spettro (discreto) degli stati legati. Per l’atomo di idrogeno quindi l’equazione stazionaria di Schrödinger diventa h̄2 ~ 2 e2 5 − H ψ(~r) = − 2m r r ! ψ(~r) = E ψ(~r) (16) dove abbiamo sostituto la massa ridotta µ con la massa dell’elettrone m, essendo la massa del nucleo circa 1838m. Essendo il potenziale centrale, possiamo scrivere ψnlm (~r) = unl (r) Ylm (θ, ϕ) r (17) dove la funzione unl (r) é la soluzione dell’equazione radiale di Schrödinger " d2 + dr2 2me2 l(l + 1) ε+ 2 − r2 h̄ r !# unl (r) = 0 ε=− 2mE h̄2 (18) Come abbiamo visto per potenziali centrali la soluzione di questa equazione, per E < 0, nei limiti r → 0 e r → ∞ . si comporta, rispettivamente, come unl (r) → rl+1 e unl (r) → e−kr (k = 2 (−ε)1/2 ). Per risolvere l’eq.(18) conviene effettuare un cambio di variabile ed introdurre il parametro adimensionale ν e2 1 = ν= ka h̄c ξ = 2kr s mc2 −2E a= h̄2 me2 a ≡ raggio di Bohr (19) In termini di xi e di ν l’eq.(18) si scrive " d2 l(l + 1) ν 1 unl (ξ) = 0 − + − 2 dξ ξ2 ξ 4 # (20) Cerchiamo una soluzione dell’eq.(20) della forma unl (ξ) = ξ l+1 vnl (ξ) e−kξ (21) dove vnl (ξ) é una funzione incognita che deve soddisfare le condizioni seguenti, per non mopdificarfe il comportamento di unl (ξ) nei limiti ξ → 0 e ξ → ∞ vnl (ξ)ξ→∞ −→ ≈ ξ n vnl (ξ)ξ→0 −→ cost. (22) Sostituendo l’eq.(21) nell’eq.(20) si ottiene " d d2 ξ 2 + (2l + 2 − ξ) − (l + 1 − ν) vnl (ξ) = 0 dξ dξ # (23) Questa equazione differenziale é una equazione di Laplace e la soluzione si trova scrivendo vnl (ξ) come una serie di potenze in ξ vnl (ξ) = 1 + a1 ξ + . . . + ap ξ p + . . . (24) Tale serie puó divergere per ξ → ∞ , ma meno rapidamente di e+kξ in modo che unl (ξ)ξ→∞ −→ 0. (abbiamo omesso di scrivere gli apici nl nelle costanti ai ) Sostituendo l’eq.(24) nell’eq.(23) e ponendo a zero i coefficienti dei monomi di ordine p in ξ si ha una serie di identitá (2l + 2)a1 2(2l + 3)a2 ... p(2l + 1 + p)ak = = = = (l + 1 − ν) (l + 2 − ν)a1 ... (l + p − ν)ak−1 (25) che permettono di esprimere tutti i coefficienti ai in funzione di a1 . Per studiare l’andamento della serie eq.(24) per ξ → ∞ studiamo l’andamento del rapporto dei coefficienti per n → ∞ . Si ha 1 ak k −→ ≈ 2 = ak−1 k k (26) La serie i cui coefficienti per k → ∞ hanno questo comportamento é l’esponenziale ξ e = ∞ X ξk k=0 k! =⇒ 3 ak 1 = ak−1 k (27) Quindi la soluzione che abbiamo trovato sotto forma di serie infinita distrugge la sommabilitá di |unl (ξ)|2 . Sono accettabili solo le soluzioni in cui la serie eq.(24) si tronca ad una potenza ξ q , cioé tale che aq−1 6= 0, ma aq = 0, che implica aq+j = 0, j > 0. Dalle relazioni eq.(25) aq si annulla se (l + q − ν) = 0 ν = q0 + l + 1 −→ l, q 0 ∈ Z+ , ν ∈ R −→ ν ∈ Z> (28) Definito il numero intero positivo n = l + q 0 + 1 ≥ l l’equazione precedente implica, usando l’eq.(19), la quantizzazione dei livelli energetici dell’atomo di idrogeno e4 m 1 E0 En = − 2 2 = 2 n h̄ n (29) dove abbiamo indicato con E0 (E0 = -13.6 eV) l’energia dello stato fondamentale per n = 1. n e q 0 sono chiamati, rispettivamente il numero quantico principale ed il numero quantico radiale in quanto q 0 é uguale al numero di nodi della parte radiale della funzione d’onda. L’eq.(29), che é esattamente la formula trovata con le regole di quantizzazione di Bohr, mostra che lo spettro degli stati legati dell’atomo di idrogeno é infinito e discreto. Inoltre mostra che l’energia non dipende dal valore del momento angolare l, ma solo da n. Calcoliamo quali valori di l corrispondono ad un fissato valore di n. Si ha, dalla definizione di n • n=1 =⇒ l = q0 = 0 • n=2 =⇒ l = 0, q 0 = 1; l = 1, q 0 = 0 =⇒ l=0 =⇒ l = 0, 1 • in generale l = 0, 1, 2, . . . , n − 1 Fissato l il numero quantico m varia tra −l e l. Ne segue che per n > 1 il sistema presenta una degenerazione in quanto il valore dell’energia non determina completamente la funzione d’onda. Calcoliamo la degenerazione degenerazione = n−1 X l X l=0 m=−l m= n−1 X (2l + 1) = n(n − 1) + n = n2 (30) l=0 Lo spettro energetico trovato non tiene conto degli effetti relativistici. Inoltre l’equazione che abbiamo risolto non tiene conto dell’effetto dello spin. Trascurare lo spin non modifica i risultati per lo stato fondamentale in quanto, essendo in tale stato il momento angolare nullo, non c’é momento magnetico orbitale. Per gli stati eccittati questo non é vero e dobbiamo prendere in conto gli effetti dell’interazione tra momento magnetico orbitale m omento magnetico di spin. Entrambi gli effetti possono essere calcolati come effetti perturbativi sulla hamiltoniana H che abbiamo risolto e vengono presi in conto nella trattazione relativistica basata sull’equazione di Dirac. Abbiamo giá notato che n = 1, stato fondamentale, il valore del momento angolare é nullo, risultato paradossale in un modello classico tipo atomo di Rutherford. In questo caso la funzione d’onda é a simmetria sferica perché dipende solo da r. 1 Autofunzioni degli stati legati Lo spazio della autofunzioni corrispondenti ad uno livello energetico En é composto da n2 autofunzioni, ciascuna corrispondente ad una autofunzione Ylm del momento angolare. Una autofunzione 4 normalizzata corrispondente al n-mo livello si scrive (n ∈ Z+ ,l = 0, 1, . . . , n − 1, −l ≤ m ≤ l) ψnlm (r, θ, ϕ) = a −3/2 Nnl Fnl 2r na Ylm (θ, ϕ) (31) Dove a = h̄2 /me2 é il raggio di Bohr e la costante di normalizzazione vale v u Nnl 2 u (n − l − 1) = 2 t n! [(n + l)!]3 (32) La funzione radiale Fnl si puó esprimere in termini dei polinomi di Laguerre L2l+1 n−l−1 (ρ = 2r/na) Fnl (ρ) = ρl e−ρ/2 L2l+1 n−l−1 (ρ) (33) Per azione della paritá P, siccome r é invariato. si ha P ψnlm (r, θ, ϕ) = (−1)l ψnlm (r, θ, ϕ) Le prime autofunzioni χnl (ρ) = Nnl Fnl n = 1 n = 2 n = 3 2ρ n (34) sono date da (s ≡ l = 0, p ≡ l = 1, d ≡ l = 2) χ1s (ρ) = 2 e−ρ √ ρ 1 6 −ρ/2 −ρ/2 1− e , χ2p (ρ) = ρe χ2s (ρ) = √ 2 12 2 √ ! 2 3 2ρ 2ρ2 χ3s (ρ) = 1− + e−ρ/3 , 9 3 27 √ √ ! 2 ρ 2 30 3 −ρ/3 8 6 −ρ/3 ρ+ e , χ3d (ρ) = ρ e χ3p (ρ) = 27 6 955 (35) L’equivalente del raggio classico é il valore medio dell’operatore r. Sullo stato fondamentale si ha < r >0 = (ψ100 , r ψ100 ) = 3 a 2 (36) Si noti che l’energia del livello energetico n-mo é la somma dell’energia cinetica e dell’energia potenziale, ma siccome il termine di energia cinetica non commuta con quello di energia potenziale, non é possibile attribuire un valore esatto ai due termini. Si ha e2 p~2 ψnlm , ψnlm + ψnlm , − ψnlm 2m r ! En = < Ecin > + < Epot > = 1.1 ! (37) Polinomi di Laguerre I potenziali di Laguerre Lkn (ρ) sono definiti da Lkn (ρ) = (−1)n Lk0 (ρ) = eρ dk k+n L (ρ) dρk 0 dk −ρ k (e ρ ) dρk 5 n, k ∈ Z+ (38) Lkn é un polinomio di grado k in ρ la cui forma esplicita é Lkn (ρ) = k X (−1)p p=0 [(k + n)!]2 [(k + n)!]2 ρp = F (−k|n + 1|ρ) (k − p)!(n + p)!p! (k)!(n)! (39) dove abbiamo indicato con F (−k|n + 1|ρ) la serie confluente ipergeometrica. La funzione generatrice dei polinomi di Laguerre é data da. k X e−ρq/(1−q) qp Lkn (ρ) = (1 − q)n+1 (n + p)! p=0 (|q| < 1) (40) I polinomi soddisfano la seguente relazione di ortonormalitá Z 0 ∞ e−ρ ρk Lkn (ρ) Lkm (ρ) dρ = δnm 6 [(k + n)!]3 n! (41)