La fine del Medioevo - Scuola Dame Inglesi

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ISTITUTO BEATA VERGINE MARIA – SCUOLA DAME INGLESI
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
VICENZA
ANNO SCOLASTICO 2014-2015
STORIA
LA FINE DEL MEDIOEVO (XIV-XV SECOLO)
La crisi del XIV secolo
Intorno al 1300 l’eccessivo sfruttamento dei terreni e un generale peggioramento climatico
determinarono una diminuzione della produzione agricola. Ci furono così anni di carestia: il prezzo delle
derrate alimentari salì alle stelle, con il costo del grano aumentato di quattro volte. La crisi toccò anche
l’artigianato (riduzione richiesta manufatti), il commercio con numerosi fallimenti bancari (Lucca, Siena,
Firenze).
In questa situazione di crisi e di carestie, esplose il flagello della peste, facilitato dalle condizioni igienicosanitarie ancora molto arretrate. La peste è una malattia infettiva dei topi, causata da un bacillo che viene
trasmetto anche all’uomo. Questa malattia giunse dall’Asia in Europa: la peste arrivò in Italia nel 1347.
La mortalità raggiunse picchi del 50-60% della popolazione europea, soprattutto nelle città. La peste si
diffuse in Europa in questi tre periodi: 1347-1350, 1360-1390, 1397-1402. Alla fine del XIV secolo in Europa
i morti erano stati venticinque milioni, circa 1/3 dell’intera popolazione.
Poiché la scienza del XIV secolo non era ancora capace di spiegare le ragioni della peste; alcuni erano
convinti che la pestilenza sia causata dall’ira di Dio per i peccati degli uomini mentre altri accusavano gli
ebrei. Venivano spesso organizzate processioni itineranti di flagellanti che si laceravano le carni per
espiare i propri peccati; furono fatte violenze contro gli ebrei e le streghe.
La crisi dell’agricoltura e la scarsità della manodopera causata dalle epidemie determinarono l’inizio di una
crisi economica molto grave. Ciò determinò una serie di rivolte sociali: nelle Fiandre (1323-1328), in
Francia (1358) con la rivolta della jacquerie, in Inghilterra (1381) con il sacerdote John Ball, in Italia con la
rivolta dei Ciompi di Firenze del 1378.
La Guerra dei Cento anni 1337-1453
La causa di questo conflitto tra Inghilterra e Francia era il dominio degli inglesi su territori francesi come la
Guascogna e l’Angiò e l’influenza sulle Fiandre. La Francia voleva riappropriarsi dei suoi vecchi territori. Il
pretesto per l’inizio della guerra arrivò nel 1328, quando con la morte del re di Francia Carlo IV, si
concludeva la dinastia dei Capetingi; gli succedeva il cugino Filippo VI della dinastia dei Valois. Ma il re
d’Inghilterra Edoardo III rivendicò il trono vista la parentela con la famiglia reale francese.
La guerra si combatté tutta nel suolo francese e si può dividere in quattro fasi: 1337-1360, con una serie di
vittorie inglesi; 1369-1380, una ripresa francese; 1415-1420, periodo caratterizzato dalla sconfitta francese
di Azincourt (1415); 1429-1453, ultima fase caratterizzata dalla figura della giovane francese Giovanna
d’Arco, che guidò parte della guerra.
La guerra si concluse con la vittoria dei francesi: nel 1453 gli inglesi vennero espulsi dalla Francia, anche se
mantennero il controllo della città costiera di Calais. Nell’esercito francese erano presenti anche i contadini,
e questo fenomeno determinò un forte risveglio nazionale.
La Guerra delle Due Rose 1455-1485
Dopo aver perso la Guerra dei Cento anni l’Inghilterra conobbe una guerra civile per la conquista del trono:
lo scontro era tra la dinastia dei Lancaster (simbolo rosa rossa) e degli York (simbolo rosa bianca). Al
termine dopo anni di massacri, salì al trono la dinastia dei Tudor, imparentata con Lancaster e York.
L’Italia nel XIV secolo
Mentre in Europa si formavano le monarchie nazionali con un unico sovrano, come in Inghilterra e in
Francia, l’Italia non costituiva uno stato unitario. Nel centro-nord avevamo i comuni, al centro lo Stato
della Chiesa e nel sud il Regno di Napoli. Nacquero così nel XV secolo le signorie, dove a capo avevamo un
signore che concentrava nelle sue mani il potere. Nacquero così importanti dinastie come i Medici a
Firenze, i Bentivoglio a Milano, i Savoia in Piemonte, i Montefeltro a Urbino, gli Sforza a Milano, gli Este a
Ferrara, i Della Scala a Verona, i Gonzaga a Mantova.
La crisi dell’Impero e della Chiesa
Il Sacro Romano Impero Germanico durante il regno di Federico II divenne una sorta di federazione di
piccoli stati regionali con molta autonomia. Inoltre era difficile procedere all’elezione dell’imperatore:
Carlo IV di Boemia tentò di rinnovare le procedure ma non ci riuscì.
Il Papato viveva una fase di crisi: nel 1294 papa Bonifacio VIII voleva riedificare un forte potere politico
della chiesa (teocrazia). Iniziò così un conflitto con il re di Francia Filippo IV il Bello. Nel 1300 il papa
proclamò il primo Giubileo: chi si recava in pellegrinaggio a Roma avrebbe ottenuto l’indulgenza plenaria.
Fu un grande successo. Il papa così impose la proibizione ai sovrani europei di esigere tributi dagli
appartenenti del clero; il re di Francia Filippo IV il Bello mantenne la tassazione così Bonifacio VIII lo
minacciò di scomunica. Il re francese decise di arrestare il papa: l’oltraggio di Anagni con lo schiaffo del
1303. Dopo poco il popolo insorse e il papa fu liberato.
Il nuovo papa, Clemento V, nel 1309 proclamò sede provvisoria del pontificato nella città francese di
Avignone, obbedendo alla volontà di Filippo IV il Bello. Iniziò così la Cattività avignonese (1309-377): in
questa fase i papi, tutti di origine francese, erano asserviti al regno di Francia senza alcuna autonomia. Il
ritorno a Roma fu voluto anche con importanti personalità, come santa Caterina da Siena.
Quanto però la sede pontificia ritornò a Roma, il conflitto con la Francia riprese: il nuovo papa, di origine
italiana, fu rifiutato dal clero francese, che fece eleggere un secondo pontefice con sede ad Avignone. Ci fu
così una frattura: lo Scisma d’Occidente (1377-1417). I cattolici si divisero in due schieramenti fino al
Concilio di Costanza del 1414 con l’elezione di un unico papa, Martino V.
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