Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001
Punti critici dell’olivo
Saponari M.1, Nigro F.1, Vovlas N.2, Cariddi C.1, Grieco F.3,
Trisciuzzi N.4, Savino V.3, Martelli G. P.3
1
3
Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata, Università degli Studi di Bari
2
Istituto di Nematologia Agraria, CNR, Bari
Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata, Università degli Studi di Bari e
Centro di Studio sui Virus e le Virosi delle Colture Mediterranee, CNR, Bari
4
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”-Locorotondo (BA)
Riassunto
Le difficoltà nell’interpretazione di alcuni passaggi del .DM. 14/04/1997 hanno motivato
anche per l'olivo la definizione dei punti critici, ossia di quei parametri chiave, indispensabili per
la produzione di materiale conforme ai requisiti minimi previsti dallo stesso decreto. A tale
scopo sono state valutate le condizioni fitosanitarie della specie nel nostro ambiente,
l’epidemiologia dei patogeni che la interessano e in relazione al ciclo produttivo utilizzato dai
vivaisti.
Il primo obiettivo è stato la definizione dello stato sanitario delle fonti iniziali e dei
materiali di propagazione. Tenendo conto dei dati emersi dalle mappe di distribuzione,
dall'epidemiologia e dalle notizie bibliografiche riportate per i diversi patogeni dell'olivo si è
ritenuto opportuno ridefinire l'elenco degli organismi di qualità riportato nell'allegato II del
decreto
Altro obiettivo è stata la definizione, in base al ciclo produttivo e alla epidemiologia dei
patogeni considerati, delle caratteristiche tecniche dei campi (esenza da Verticillium dahliae,
Meloidogyne javanica, M. incognita, Pratylencus vulnus, Xiphinema diversicaudatum) delle
fonti iniziali, delle strutture e dei substrati utilizzati nella produzione del materiale di
propagazione, al fine di garantirne la conservazione in sanità. Pertanto, sono state definite le
distanze dei campi delle fonti iniziali e delle parcelle utilizzate a semenzaio e a vivaio in pieno
campo.
Un altro punto critico individuato è stato quello dei controlli sanitari sulle fonti iniziali e
sul materiale di propagazione, al fine di garantire lo stato sanitario dalle fonti iniziali al materiale
commercializzato. Oltre ai rilievi visivi previsti sulle fonti iniziali e in vivaio vengono date delle
precise indicazioni sul campionamento e sulle tecniche di diagnosi di laboratorio.
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Premessa
L’olivo pur se apparentemente poco gravato da problemi fitosanitari ascrivibili a patogeni
trasmissibili con il materiale di propagazione, è affetto da malattie di origine fungina, batterica,
virale e fitoplasmica di più o meno rilevante importanza economica (Martelli, 1981). Tali agenti
causali persistendo nel materiale di propagazione assumono un ruolo epidemiologico di primaria
importanza. Come è noto, allo stato attuale, per questi patogeni non sono disponibili efficaci
mezzi di lotta diretti, ma possono essere adottati solo interventi preventivi: l'utilizzo di materiale
di propagazione esente e l'adozione di interventi che consentono il mantenimento dello stato
sanitario di partenza. Condizioni indispensabili per conseguire questo obiettivo sono norme
legislative adeguate, di facile interpretazione ed applicabilità, che definiscano la stato sanitario
dei materiali di moltiplicazione, le caratteristiche del ciclo produttivo e delle strutture utilizzate
per la produzione, nonché i controlli sanitari e di corrispondenza varietale a cui il materiale di
propagazione deve essere sottoposto per poter essere commercializzato.
In tal senso il DM 14/04/1997 ha fornito un primo concreto contributo introducendo una
nuova categoria di materiale di propagazione, C.A.C (Conformitas Agricola Comunitatis), dando
alcune indicazioni sulle caratteristiche dei materiali di moltiplicazione, sui punti critici del
processo produttivo in vivaio, sulla professionalità dei vivaisti ed affermando il dovere dei
vivaisti di produrre e commercializzare solo materiale di propagazione di cui è garantito lo stato
sanitario minimo e la corrispondenza varietale ed il diritto-dovere degli agricoltori di utilizzarlo.
La non univoca interpretazione di alcuni degli allegati (allegato II e VII) di detta
normativa ha spinto anche per l’olivo a definire nell’ambito di questo Progetto un protocollo dei
punti critici nella filiera vivaistica, evidenziando alcune possibili integrazioni relativamente
all’elenco dei patogeni, ai controlli sanitari ed alla individuazione degli interventi da adottare per
consentire la conservazione dello stato sanitario delle piante madri (fonti di approvvigionamento
o iniziali) e la produzione di materiale di moltiplicazione conforme a detta normativa. Per piante
madri si intendono le fonti di approvvigionamento o iniziali di olivo derivanti da piante
capostipiti dotate di buona vigoria, con i caratteri tipici della varietà ed asintomatiche,
individuate in impianti commerciali, che hanno superato la fase giovanile e sottoposte a controlli
di corrispondenza varietale ed accertamenti sanitari per l’esenza da patogeni pregiudizievoli la
qualità.
Circa lo stato sanitario dei materiali di moltiplicazione di olivo di categoria C.A.C., come
riportato in Tabella 1, è prevista l'esenzione da infezioni di Verticillium dahliae, da
Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi e da tutti i virus ed agenti virus simili (Allegato II D.M.
del 14 aprile 1997).
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Relativamente al batterio Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi si propone di
considerare l’esenza, per i materiali di moltiplicazione (iniziali e di propagazione), dai sintomi
della malattia che esso causa (rogna), e non dall’agente patogeno che spesso è presente come
epifita sull’olivo e quindi isolabile anche in assenza di sintomi della malattia. Per la stessa
motivazione i controlli sanitari proposti sono solo di tipo visivo (Tab.4), con l’obbligo però di
eseguire dopo un qualsiasi evento biotico o abiotico causante ferite e prima di ogni prelievo di
materiale di propagazione un trattamento con composti rameici.
Altro punto discutibile dell’elenco dei patogeni riguarda i virus e gli agenti virus-simili.
Infatti, sembra alquanto improponibile sotto il profilo sia economico per il vivaista che tecnico
per il laboratorio accreditato essere in grado di certificare l'esenza da tutti i virus. Inoltre, anche
qui si parla di agenti virali e non di virosi da essi causate. È da considerare a tal proposito la
latenza e lo scarso impatto economico sulla specie di molte delle infezioni virali accertate su
olivo, tanto che alcuni dei virus segnalati proprio perché isolati da piante asintomatiche sono stati
denominati virus latenti dell’olivo (es. OLV-1, OLV-2), e rare sono le segnalazioni di gravi
sintomatologie di campo associate ad agenti virali (Martelli, 2000).
Il miglioramento e la messa a punto di tecniche di diagnosi molecolare (Grieco et al.
2000), ha inaspettatamente rilevato in diverse zone di coltivazione della specie un’elevata
percentuale di infezioni virali in impianti commerciali anche in assenza di sintomatologie. Perciò
considerare tutte le
infezioni virali comporterebbe, per alcune varietà, l’impossibilità di
commercializzazione del materiale di propagazione.
Tenendo conto di questo e di protocolli di importazione proposti da parte di Paesi
extraeuropei, al fine di rendere più efficaci ed operative i risultati del progetto, si propone di
considerare tra gli agenti virali finora segnalati su olivo quelli che, per la loro epidemiologia
(trasmissione per polline, seme) o per la loro ubiquitarietà (ArMV, SLRV, CLRV) potrebbero
rappresentare una sorgente di inoculo per la stessa specie o per altre specie ospiti sulle quali
causano gravi danni (Roca et al., 1986), nonché quelli che sono associabili a sintomatologie di
campo ben evidenti (OLYaV), si propone l’elenco riportato nella Tabella 1, dove vengono
indicate le singole specie patogene da cui il materiale di moltiplicazione di categoria C.A.C deve
essere esente.
In riferimento agli agenti virali, per garantire lo stato sanitario delle fonti di
approvvigionamento, si è ritenuto indispensabile prevedere dei controlli sanitari periodici
mediante accertamenti di laboratorio, accompagnati a rilievi visivi, tali che da escludere
reinfezioni mediante trasmissioni per polline e/o nematodi.
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Anche per V. dahliae, sulle fonti di approvvigionamento oltre ai rilievi visivi, si
propongono controlli mediante accertamenti di laboratorio sia ai fini di una diagnosi precoce
(prima della comparsa dei sintomi) che per escludere infezioni asintomatiche. Si prevede
l’assenza di tale patogeno dai terreni utilizzati per la realizzazione dei campi delle fonti di
approvvigionamento, dei semenzai e dei vivai, nonché dei substrati utilizzati durante tutto il ciclo
produttivo.
Per quanto riguarda i nematodi, oltre a definire nel genere Meloidogyne due specie M.
incognita e M. javanica, si è ritenuto utile inserirne altre due: Pratylencus vulnus e Xiphinema
diversicaudatum, quest’ultimo quale vettore di alcuni nepovirus.
Tali tipi di controlli insieme alle caratteristiche tecniche dei campi, delle strutture e delle
attrezzature proposte nel protocollo che segue, dovrebbero garantire la conservazione in sanità
delle fonti di approvvigionamento e la produzione di materiale di propagazione con le
caratteristiche rispondenti ai requisiti minimi del D.M. 14/04/1997.
In Allegato 2 sono indicate le caratteristiche tecniche dei campi delle fonti di
approvvigionamento. Oltre ai requisiti di idoneità agronomica, l’isolamento da acque superficiali
e sotterranee, una adeguata fascia di bordo, l’esenza del terreno da V. dahliae e da X.
diversicaudatum accertata mediante analisi micologica e nematologica prima dell’impianto, sono
i requisiti fondamentali per escludere possibili fonti di contaminazione mediante propaguli di
detti patogeni. I terreni in cui sono stati osservati in precedenza attacchi di V. dahliae dovranno
essere scartati a priori.
Nell’allegato 3 sono invece riportate le caratteristiche delle strutture impiegate durante il
ciclo produttivo per assicurare che dal materiale prelevato dalle fonti di approvvigionamento si
arrivi a produrre materiale vivaistico con le stesse caratteristiche sanitarie. Pertanto, se alcune
fasi della produzione avvengono in pieno campo, questo deve possedere gli stessi requisiti di
idoneità agronomica e sanitaria dei campi delle fonti approvvigionamento. Se invece la
produzione avviene in contenitori, questi devono essere nuovi o lavati con apposite soluzioni tali
da evitare ogni possibile contaminazione da residui di terreno o substrato infetto e, durante
l’allevamento delle piante, devono essere tenuti isolati dal terreno mediante un substrato inerte.
I substrati colturali utilizzati non devono essere riciclati e devono essere, al pari dei
terreni in pieno campo, esenti dagli stessi agenti patogeni.
Come già precisato, le fonti di approvvigionamento devono essere periodicamente
sottoposte ad accertamenti di laboratorio, mentre il materiale allevato e prodotto in vivaio deve
essere sottoposto nei rispettivi periodi di massima espressione sintomatologica a rilievi visivi, i
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quali insieme al rispetto di tutte le suddette norme tecniche dovrebbero garantire lo stato
sanitario minimo stabilito dal D.M. 14/04/1997.
Bibliografia
Grieco F., Alkowni R., Saponari M., Savino V., Martelli G.P. 2000. Molecolar detection of
olive viruses. Bulletin OEPP/EPPO, 30, 469-473.
Martelli G.P. 1981. Le virosi dell’olivo: esistono? Informatore Fitopatologico, 31 (1-2), 97-100.
Martelli G.P., 2000. Infectious diseases and certification of olive: an overview. Bulletin
OEPP/EPPO , 29, 127-134.
Roca F., Savino V., Mancini G., Lamberti F., Moretti F., Cotroneo A. 1986. Ulteriori indagini
sulla malattia della “Rosetta a foglie saliciformi” del pesco in Piemonte. Nematol. medit.,
14, 41-53.
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PROTOCOLLO DEI PUNTI CRITICI
PER LA PRODUZIONE DI MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE DI OLIVO CATEGORIA
“C.A.C.” (CONFORMITÀ AGRICOLA COMUNITARIA)
PUNTI CRITICI
1.
MATERIALI
MOLTIPLICAZIONE
INIZIALI
REQUISITI E CONTROLLI
DI
-
2. CARATTERISTICHE DELLE PIANTE MADRI
INIZIALI
O
DI
(FONTI
APPROVVIGIONAMENTO) E DEI MATERIALI
PRODOTTI
3. CAMPI
DI PIANTE MADRI, STRUTTURE E
ATTREZZATURE
4. CONTROLLI
SANITARI
Approvvigionamento presso terzi
Autoproduzione
Requisiti di identità varietale
Stato sanitario (Tab. 1)
Età e durata degli impianti
-
Caratteristiche tecniche dei campi delle piante
madri (allegato 2)
- Caratteristiche dei semenzai e dei vivai
(allegato 3)
• in campo (allegato 3A)
• in cassone (allegato 3B)
- Caratteristiche dei contenitori, degli attrezzi e
delle acque di irrigazione (allegato 4)
-
Terreno e Substrati colturali (allegato 4, Tab. 2)
Fonti di approvvigionamento (allegato 4, Tabb.
3A, 3B, 3C)
Vivaio (allegato 4, Tab. 4)
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1. MATERIALI INIZIALI DI MOLTIPLICAZIONE
Approvvigionamento
presso terzi
I materiali di moltiplicazione devono essere acquistati solo da
fornitori accreditati.
Autoproduzione
I materiali di moltiplicazione devono provenire da piante madri
(fonti di approvvigionamento o iniziali) ubicate in appositi campi
ben identificate e sottoposte a regolari controlli, atti a garantire
l'identità varietale e lo stato sanitario.
2. CARATTERISTICHE DELLE PIANTE MADRI (FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO O INIZIALI)
E
DEI MATERIALI PRODOTTI
a) Requisiti di identità varietale
Il materiale di moltiplicazione deve essere commercializzato con l’indicazione della varietà
cui appartiene. Le varietà cui viene fatto riferimento possono essere:
Varietà brevettate
devono possedere i requisiti indicati per la varietà nella
documentazione allegata al brevetto
Varietà
comunemente devono possedere i requisiti della varietà descritti nel Registro
note (diffuse a livello nazionale di cui all’art. 5 del DPR n. 697 del 1996
nazionale)
Varietà a diffusione locale iscritte in un apposito elenco tenuto dal fornitore e nel quale ogni
varietà deve essere descritta conformemente a quanto indicato
nell'allegato III del D.M. del 14/4/1997
b) Stato sanitario dei materiali di moltiplicazione
Le fonti di approvvigionamento e i materiali di propagazione prodotti devono risultare
esenti dagli organismi pregiudizievoli la qualità dei materiali di moltiplicazione (Tab. 1).
L'esenza deve essere accertata con osservazioni visive e saggi di laboratorio come riportato
nell’allegato 5.
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Tabella 1. Malattie ed organismi pregiudizievoli la qualità previsti dall'allegato II del DM
14/04/1997 e proposta del progetto POM A32
PROPOSTA
ALLEGATO II
DM 14/04/1997
PROGETTO POM A32
FUNGHI
Verticillium dahliae
Verticillium dahliae
BATTERI
Pseudomonas savastanoi pv.
Rogna
savastanoi
VIRUS ED ORGANISMI PATOGENI VIRUS-SIMILI
Tutti
SLRV (Virus della maculatura latente
della fragola)
ArMV (Virus del mosaico dell'Arabis)
CLRV (Virus dell’accartocciamento
fogliare del ciliegio)
OLYaV (Virus associato al giallume
fogliare dell'olivo)
NEMATODI
Meloidogyne javanica
Meloidogyne spp.
M.incognita
Pratylenchus vulnus
Xiphinema diversicaudatum
c) Età e durata dell'impianto
Il materiale di propagazione (marze) potrà essere prelevato dai campi delle fonti di
approvvigionamento a partire dal 3° anno dall'impianto. Da tali piante il materiale potrà essere
prelevato per un massimo di 30 anni.
3. CARATTERISTICHE DEI CAMPI DELLE FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO, DELLE STRUTTURE
E DELLE ATTREZZATURE UTILIZZATE DURANTE IL CICLO PRODUTTIVO
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Allegato 2. Caratteristiche tecniche dei campi di piante madri dei materiali iniziali di
moltiplicazione
L'impianto deve essere realizzato su terreni che rispondano ai normali requisiti di idoneità
agronomica, laddove necessario dotati di un sistema drenante che eviti il ristagno idrico
superficiale e/o sotterraneo ed isolato dall'afflusso di acque superficiali. I terreni non devono
aver ospitato colture suscettibili a V. dahliae (solanacee, carciofo, ecc.) da almeno 10 anni e
devono essere scartati a priori gli appezzamenti nei quali sono stati osservati sulle colture
precedenti attacchi da parte dello stesso patogeno. Prima dell'impianto il terreno deve essere
sottoposto ad analisi nematologica per accertare l’assenza di V. dahliae e dal nematode vettore
di virus X. diversicaudatum. Il campo deve contemplare una fascia di bordo di almeno 10 metri
e costantemente lavorata, da campi coltivati a colture arboree o da specie ortofrutticole ospiti
degli patogeni riportati in Tabella 1.
Allegato 3. Caratteristiche tecniche dei semenzai e dei vivai
3a. Semenzai e vivai in pieno campo
Il terreno dei campi utilizzati per realizzare i semenzai e/o i vivai in pieno campo deve
rispondere ai normali requisiti di idoneità agronomica, laddove necessario dotati di un sistema
drenante che eviti il ristagno idrico superficiale e/o sotterraneo ed isolato dall'afflusso di acque
superficiali. I terreni non devono aver ospitato colture suscettibili a V. dahliae (solanacee,
carciofo, ecc.) da almeno 10 anni e gli appezzamenti nei quali sono stati osservati sulle colture
precedenti attacchi di V. dahliae devono essere scartati a priori. Prima dell'impianto il terreno
deve essere sottoposto ad analisi nematologica per l'esenza dai nematodi galligeni: Meloidogyne
javanica, M. incognita e Pratilenchus vulnus e dal fungo V. dahliae. Il campo deve contemplare
una fascia di bordo costantemente lavorata e di almeno 10 metri da colture di specie ospiti dei
patogeni riportati in Tabella 1 o 3 metri da colture di altre specie.
3b. Semenzaio in cassoni e vivaio in contenitori
I cassoni o i contenitori interrati, devono essere isolati dall’afflusso delle acque
superficiali e subsuperficiali. Nel caso di semenzai in cassoni fuori terra, questi non deve essere a
diretto contatto con il suolo e possibilmente devono essere sollevati, così come i contenitori
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(fitocelle, vasi, ecc.) in cui sono allevate le piantine devono essere poggiati su materiale che
assicuri l’isolamento dal suolo (ad es., brecciolino di almeno 10 cm di spessore).
Il substrato colturale utilizzato nei cassoni per i semenzai o nei contenitori per
l'allevamento delle piante in vivaio non deve essere riciclato o, nel caso di terriccio rigenerato,
deve essere sterilizzato. Prima dell'uso il substrato deve essere sottoposto ad analisi nematologica
per l'esenza dai nematodi del M. javanica, M. incognita e P. vulnus e micologica per l'esenza dal
fungo V. dahliae. Le miscele di terriccio vanno preparate e conservate su piazzole di cemento
preventivamente trattate con ipoclorito di sodio al 2%.
Inoltre, i fertilizzanti devono essere conservati su supporti o in ambienti che escludono
il contatto diretto con il suolo.
Allegato 4. Contenitori, attrezzature ed acqua di irrigazione.
I contenitori utilizzati devono essere nuovi o lavati con soluzioni sterilizzanti
(immersione per 20-30 minuti in ipoclorito di sodio) e abbondantemente risciacquati, così come
tutte le attrezzature (attrezzi da taglio, indumenti, ecc.). L’acqua da impiegare deve essere di
idonea qualità, controllata o trattata in modo da escludere ogni possibilità di contaminazione da
parte di organismi nocivi.
Allegato 5. Controlli sanitari
I controlli consistono in:
-
analisi nematologica e micologica per il terreno e i substrati colturali. La modalità di
campionamento e il tipo di saggio da adottare sono indicate in tabella 2;
-
rilievi visivi e saggi di laboratorio per quanto riguarda le piante madri e solo rilievi
visivi sul materiale presente in vivaio. L’epoca per i controlli visivi, la periodicità e le
tecniche per gli accertamenti di laboratorio,
per ciascun gruppo di patogeni, sono
riportati nelle tabelle 2, 3 e 4.
Inoltre, oltre a tali controlli sanitari, per la prevenzione dalla "Rogna", devono essere
effettuati trattamenti con prodotti rameici ogni qualvolta si verificano eventi biotici e abiotici
causa di ferite e prima di ogni prelievo di materiale di propagazione.
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Tabella 2. Controlli sanitari sul terreno dei campi delle fonti di approvvigionamento e dei vivai e sul substrato colturale per la produzione
di materiale di propagazione di categoria C.A.C.
ACCERTAMENTI SANITARI
CAMPIONAMENTO
MALATTIE E/O
PATOGENO
Campione
Funghi
N°/Ha
Meloidogyne
javanica,
M. incognita
Pratylenchus vulnus
Modalità di
conservazione
Terreno: 5 campioni,
costituiti ciascuno da 10
subcampioni, per un
peso complessivo di
1Kg.
Substrati colturali:
un campione, costituito
Terreno e
da 10 subcampioni,
radici
ogni 5 m3di terriccio.
Xiphinema
diversicaudatum
(*) prima di qualsiasi lavorazione profonda
Tecnica
Periodicità
natura
Isolamento su terreni
di coltura
semiselettivi
terreno
Verticillium dahliae
Nematodi
Epoca
Intero
anno
I campioni,
raccolti in
sacchetti di carta,
devono essere
analizzati
nell’arco di 4 -7
giorni.
Estrazione mediante
setacci di Cobb e/o
mediante
centrifugazione a
bassa velocità
Terreno:
All'impianto
(*)
Substrati
colturali:
Prima dell'uso,
ogni qualvolta
si prepari una
nuova miscela
a partire da
componenti
non sterili per i
substrati
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MALATTIE E/O
Tabella 3. Controlli sanitari da eseguire sulle fonti di approvvigionamento di categoria C.A.C
RILIEVI VISIVI
ACCERTAMENTI SANITARI
PATOGENO
organo
sintomo
epoca
Periodicità
Campionamento
organo
epoca
Virus
SLRV
ArMV
CLRV
OLYaV*
Ingiallimenti
In primavera
Apparato
fogliari e
Annuale
e
fogliare e
malformazioni
all’invaiatura
frutti
dei frutti
FUNGHI
Verticillium
dahliae
Chioma
Defogliazioni
e
da aprile a
disseccamenti
settembre
dei germogli
e/o rami
Annuale
10-15 rametti per
pianta da
ciascuna delle
branche principali
secondo le usuali
tecniche di
campionamento
10-15 rametti per
pianta da
ciascuna delle
branche principali
secondo le usuali
tecniche di
campionamento
N° di
campioni
Saggio
Organo/
tecnica
tessuto
10% delle
Tessuto
piante ogni
corticale di
Marzo3 anni
rami
giugno
lignificati
10% delle
Marzo- piante ogni Tessuto
xilematico
giugno 3 anni
Chioma
Tubercoli
In primavera Annuale
BATTERI
ed in
Pseudomonas
NON PREVISTI
savastanoi
pv
autunnoinverno
savastanoi
* Il saggio di laboratorio per questo virus va fatto solo sulle piante madri portamarze e non sulle piante madri portaseme
Amplificazioni
geniche (PCR)
e/o Ibridazioni
molecolari
- Isolamento su
terreni di coltura
semiselettivi
- ELISA
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Tabella 4. Controlli sanitari da eseguire in vivaio
CONTROLLI SANITARI
MALATTIE E/O
Rilievi visivi
PATOGENO
organo
sintomo
Periodicità
epoca
Virus:
ArMV, CLRV, SLRV,
OLYaV
Funghi:
Verticillium dahliae
Batteri:
Rogna
Nematodi:
Meloidogyne
javanica,
M. incognita
Pratilencus vulnus
Ingiallimenti
fogliari,
disseccamenti
presenza
di
Vegetazione tubercoli sulla durante la
primavera
parte aerea
ed in
autunnoinverno
Presenza
di
galle
sulle
radici
annuale