Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 Punti critici dell’olivo Saponari M.1, Nigro F.1, Vovlas N.2, Cariddi C.1, Grieco F.3, Trisciuzzi N.4, Savino V.3, Martelli G. P.3 1 3 Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata, Università degli Studi di Bari 2 Istituto di Nematologia Agraria, CNR, Bari Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata, Università degli Studi di Bari e Centro di Studio sui Virus e le Virosi delle Colture Mediterranee, CNR, Bari 4 Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”-Locorotondo (BA) Riassunto Le difficoltà nell’interpretazione di alcuni passaggi del .DM. 14/04/1997 hanno motivato anche per l'olivo la definizione dei punti critici, ossia di quei parametri chiave, indispensabili per la produzione di materiale conforme ai requisiti minimi previsti dallo stesso decreto. A tale scopo sono state valutate le condizioni fitosanitarie della specie nel nostro ambiente, l’epidemiologia dei patogeni che la interessano e in relazione al ciclo produttivo utilizzato dai vivaisti. Il primo obiettivo è stato la definizione dello stato sanitario delle fonti iniziali e dei materiali di propagazione. Tenendo conto dei dati emersi dalle mappe di distribuzione, dall'epidemiologia e dalle notizie bibliografiche riportate per i diversi patogeni dell'olivo si è ritenuto opportuno ridefinire l'elenco degli organismi di qualità riportato nell'allegato II del decreto Altro obiettivo è stata la definizione, in base al ciclo produttivo e alla epidemiologia dei patogeni considerati, delle caratteristiche tecniche dei campi (esenza da Verticillium dahliae, Meloidogyne javanica, M. incognita, Pratylencus vulnus, Xiphinema diversicaudatum) delle fonti iniziali, delle strutture e dei substrati utilizzati nella produzione del materiale di propagazione, al fine di garantirne la conservazione in sanità. Pertanto, sono state definite le distanze dei campi delle fonti iniziali e delle parcelle utilizzate a semenzaio e a vivaio in pieno campo. Un altro punto critico individuato è stato quello dei controlli sanitari sulle fonti iniziali e sul materiale di propagazione, al fine di garantire lo stato sanitario dalle fonti iniziali al materiale commercializzato. Oltre ai rilievi visivi previsti sulle fonti iniziali e in vivaio vengono date delle precise indicazioni sul campionamento e sulle tecniche di diagnosi di laboratorio. Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 Premessa L’olivo pur se apparentemente poco gravato da problemi fitosanitari ascrivibili a patogeni trasmissibili con il materiale di propagazione, è affetto da malattie di origine fungina, batterica, virale e fitoplasmica di più o meno rilevante importanza economica (Martelli, 1981). Tali agenti causali persistendo nel materiale di propagazione assumono un ruolo epidemiologico di primaria importanza. Come è noto, allo stato attuale, per questi patogeni non sono disponibili efficaci mezzi di lotta diretti, ma possono essere adottati solo interventi preventivi: l'utilizzo di materiale di propagazione esente e l'adozione di interventi che consentono il mantenimento dello stato sanitario di partenza. Condizioni indispensabili per conseguire questo obiettivo sono norme legislative adeguate, di facile interpretazione ed applicabilità, che definiscano la stato sanitario dei materiali di moltiplicazione, le caratteristiche del ciclo produttivo e delle strutture utilizzate per la produzione, nonché i controlli sanitari e di corrispondenza varietale a cui il materiale di propagazione deve essere sottoposto per poter essere commercializzato. In tal senso il DM 14/04/1997 ha fornito un primo concreto contributo introducendo una nuova categoria di materiale di propagazione, C.A.C (Conformitas Agricola Comunitatis), dando alcune indicazioni sulle caratteristiche dei materiali di moltiplicazione, sui punti critici del processo produttivo in vivaio, sulla professionalità dei vivaisti ed affermando il dovere dei vivaisti di produrre e commercializzare solo materiale di propagazione di cui è garantito lo stato sanitario minimo e la corrispondenza varietale ed il diritto-dovere degli agricoltori di utilizzarlo. La non univoca interpretazione di alcuni degli allegati (allegato II e VII) di detta normativa ha spinto anche per l’olivo a definire nell’ambito di questo Progetto un protocollo dei punti critici nella filiera vivaistica, evidenziando alcune possibili integrazioni relativamente all’elenco dei patogeni, ai controlli sanitari ed alla individuazione degli interventi da adottare per consentire la conservazione dello stato sanitario delle piante madri (fonti di approvvigionamento o iniziali) e la produzione di materiale di moltiplicazione conforme a detta normativa. Per piante madri si intendono le fonti di approvvigionamento o iniziali di olivo derivanti da piante capostipiti dotate di buona vigoria, con i caratteri tipici della varietà ed asintomatiche, individuate in impianti commerciali, che hanno superato la fase giovanile e sottoposte a controlli di corrispondenza varietale ed accertamenti sanitari per l’esenza da patogeni pregiudizievoli la qualità. Circa lo stato sanitario dei materiali di moltiplicazione di olivo di categoria C.A.C., come riportato in Tabella 1, è prevista l'esenzione da infezioni di Verticillium dahliae, da Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi e da tutti i virus ed agenti virus simili (Allegato II D.M. del 14 aprile 1997). Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 Relativamente al batterio Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi si propone di considerare l’esenza, per i materiali di moltiplicazione (iniziali e di propagazione), dai sintomi della malattia che esso causa (rogna), e non dall’agente patogeno che spesso è presente come epifita sull’olivo e quindi isolabile anche in assenza di sintomi della malattia. Per la stessa motivazione i controlli sanitari proposti sono solo di tipo visivo (Tab.4), con l’obbligo però di eseguire dopo un qualsiasi evento biotico o abiotico causante ferite e prima di ogni prelievo di materiale di propagazione un trattamento con composti rameici. Altro punto discutibile dell’elenco dei patogeni riguarda i virus e gli agenti virus-simili. Infatti, sembra alquanto improponibile sotto il profilo sia economico per il vivaista che tecnico per il laboratorio accreditato essere in grado di certificare l'esenza da tutti i virus. Inoltre, anche qui si parla di agenti virali e non di virosi da essi causate. È da considerare a tal proposito la latenza e lo scarso impatto economico sulla specie di molte delle infezioni virali accertate su olivo, tanto che alcuni dei virus segnalati proprio perché isolati da piante asintomatiche sono stati denominati virus latenti dell’olivo (es. OLV-1, OLV-2), e rare sono le segnalazioni di gravi sintomatologie di campo associate ad agenti virali (Martelli, 2000). Il miglioramento e la messa a punto di tecniche di diagnosi molecolare (Grieco et al. 2000), ha inaspettatamente rilevato in diverse zone di coltivazione della specie un’elevata percentuale di infezioni virali in impianti commerciali anche in assenza di sintomatologie. Perciò considerare tutte le infezioni virali comporterebbe, per alcune varietà, l’impossibilità di commercializzazione del materiale di propagazione. Tenendo conto di questo e di protocolli di importazione proposti da parte di Paesi extraeuropei, al fine di rendere più efficaci ed operative i risultati del progetto, si propone di considerare tra gli agenti virali finora segnalati su olivo quelli che, per la loro epidemiologia (trasmissione per polline, seme) o per la loro ubiquitarietà (ArMV, SLRV, CLRV) potrebbero rappresentare una sorgente di inoculo per la stessa specie o per altre specie ospiti sulle quali causano gravi danni (Roca et al., 1986), nonché quelli che sono associabili a sintomatologie di campo ben evidenti (OLYaV), si propone l’elenco riportato nella Tabella 1, dove vengono indicate le singole specie patogene da cui il materiale di moltiplicazione di categoria C.A.C deve essere esente. In riferimento agli agenti virali, per garantire lo stato sanitario delle fonti di approvvigionamento, si è ritenuto indispensabile prevedere dei controlli sanitari periodici mediante accertamenti di laboratorio, accompagnati a rilievi visivi, tali che da escludere reinfezioni mediante trasmissioni per polline e/o nematodi. Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 Anche per V. dahliae, sulle fonti di approvvigionamento oltre ai rilievi visivi, si propongono controlli mediante accertamenti di laboratorio sia ai fini di una diagnosi precoce (prima della comparsa dei sintomi) che per escludere infezioni asintomatiche. Si prevede l’assenza di tale patogeno dai terreni utilizzati per la realizzazione dei campi delle fonti di approvvigionamento, dei semenzai e dei vivai, nonché dei substrati utilizzati durante tutto il ciclo produttivo. Per quanto riguarda i nematodi, oltre a definire nel genere Meloidogyne due specie M. incognita e M. javanica, si è ritenuto utile inserirne altre due: Pratylencus vulnus e Xiphinema diversicaudatum, quest’ultimo quale vettore di alcuni nepovirus. Tali tipi di controlli insieme alle caratteristiche tecniche dei campi, delle strutture e delle attrezzature proposte nel protocollo che segue, dovrebbero garantire la conservazione in sanità delle fonti di approvvigionamento e la produzione di materiale di propagazione con le caratteristiche rispondenti ai requisiti minimi del D.M. 14/04/1997. In Allegato 2 sono indicate le caratteristiche tecniche dei campi delle fonti di approvvigionamento. Oltre ai requisiti di idoneità agronomica, l’isolamento da acque superficiali e sotterranee, una adeguata fascia di bordo, l’esenza del terreno da V. dahliae e da X. diversicaudatum accertata mediante analisi micologica e nematologica prima dell’impianto, sono i requisiti fondamentali per escludere possibili fonti di contaminazione mediante propaguli di detti patogeni. I terreni in cui sono stati osservati in precedenza attacchi di V. dahliae dovranno essere scartati a priori. Nell’allegato 3 sono invece riportate le caratteristiche delle strutture impiegate durante il ciclo produttivo per assicurare che dal materiale prelevato dalle fonti di approvvigionamento si arrivi a produrre materiale vivaistico con le stesse caratteristiche sanitarie. Pertanto, se alcune fasi della produzione avvengono in pieno campo, questo deve possedere gli stessi requisiti di idoneità agronomica e sanitaria dei campi delle fonti approvvigionamento. Se invece la produzione avviene in contenitori, questi devono essere nuovi o lavati con apposite soluzioni tali da evitare ogni possibile contaminazione da residui di terreno o substrato infetto e, durante l’allevamento delle piante, devono essere tenuti isolati dal terreno mediante un substrato inerte. I substrati colturali utilizzati non devono essere riciclati e devono essere, al pari dei terreni in pieno campo, esenti dagli stessi agenti patogeni. Come già precisato, le fonti di approvvigionamento devono essere periodicamente sottoposte ad accertamenti di laboratorio, mentre il materiale allevato e prodotto in vivaio deve essere sottoposto nei rispettivi periodi di massima espressione sintomatologica a rilievi visivi, i Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 quali insieme al rispetto di tutte le suddette norme tecniche dovrebbero garantire lo stato sanitario minimo stabilito dal D.M. 14/04/1997. Bibliografia Grieco F., Alkowni R., Saponari M., Savino V., Martelli G.P. 2000. Molecolar detection of olive viruses. Bulletin OEPP/EPPO, 30, 469-473. Martelli G.P. 1981. Le virosi dell’olivo: esistono? Informatore Fitopatologico, 31 (1-2), 97-100. Martelli G.P., 2000. Infectious diseases and certification of olive: an overview. Bulletin OEPP/EPPO , 29, 127-134. Roca F., Savino V., Mancini G., Lamberti F., Moretti F., Cotroneo A. 1986. Ulteriori indagini sulla malattia della “Rosetta a foglie saliciformi” del pesco in Piemonte. Nematol. medit., 14, 41-53. Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 PROTOCOLLO DEI PUNTI CRITICI PER LA PRODUZIONE DI MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE DI OLIVO CATEGORIA “C.A.C.” (CONFORMITÀ AGRICOLA COMUNITARIA) PUNTI CRITICI 1. MATERIALI MOLTIPLICAZIONE INIZIALI REQUISITI E CONTROLLI DI - 2. CARATTERISTICHE DELLE PIANTE MADRI INIZIALI O DI (FONTI APPROVVIGIONAMENTO) E DEI MATERIALI PRODOTTI 3. CAMPI DI PIANTE MADRI, STRUTTURE E ATTREZZATURE 4. CONTROLLI SANITARI Approvvigionamento presso terzi Autoproduzione Requisiti di identità varietale Stato sanitario (Tab. 1) Età e durata degli impianti - Caratteristiche tecniche dei campi delle piante madri (allegato 2) - Caratteristiche dei semenzai e dei vivai (allegato 3) • in campo (allegato 3A) • in cassone (allegato 3B) - Caratteristiche dei contenitori, degli attrezzi e delle acque di irrigazione (allegato 4) - Terreno e Substrati colturali (allegato 4, Tab. 2) Fonti di approvvigionamento (allegato 4, Tabb. 3A, 3B, 3C) Vivaio (allegato 4, Tab. 4) Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 1. MATERIALI INIZIALI DI MOLTIPLICAZIONE Approvvigionamento presso terzi I materiali di moltiplicazione devono essere acquistati solo da fornitori accreditati. Autoproduzione I materiali di moltiplicazione devono provenire da piante madri (fonti di approvvigionamento o iniziali) ubicate in appositi campi ben identificate e sottoposte a regolari controlli, atti a garantire l'identità varietale e lo stato sanitario. 2. CARATTERISTICHE DELLE PIANTE MADRI (FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO O INIZIALI) E DEI MATERIALI PRODOTTI a) Requisiti di identità varietale Il materiale di moltiplicazione deve essere commercializzato con l’indicazione della varietà cui appartiene. Le varietà cui viene fatto riferimento possono essere: Varietà brevettate devono possedere i requisiti indicati per la varietà nella documentazione allegata al brevetto Varietà comunemente devono possedere i requisiti della varietà descritti nel Registro note (diffuse a livello nazionale di cui all’art. 5 del DPR n. 697 del 1996 nazionale) Varietà a diffusione locale iscritte in un apposito elenco tenuto dal fornitore e nel quale ogni varietà deve essere descritta conformemente a quanto indicato nell'allegato III del D.M. del 14/4/1997 b) Stato sanitario dei materiali di moltiplicazione Le fonti di approvvigionamento e i materiali di propagazione prodotti devono risultare esenti dagli organismi pregiudizievoli la qualità dei materiali di moltiplicazione (Tab. 1). L'esenza deve essere accertata con osservazioni visive e saggi di laboratorio come riportato nell’allegato 5. Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 Tabella 1. Malattie ed organismi pregiudizievoli la qualità previsti dall'allegato II del DM 14/04/1997 e proposta del progetto POM A32 PROPOSTA ALLEGATO II DM 14/04/1997 PROGETTO POM A32 FUNGHI Verticillium dahliae Verticillium dahliae BATTERI Pseudomonas savastanoi pv. Rogna savastanoi VIRUS ED ORGANISMI PATOGENI VIRUS-SIMILI Tutti SLRV (Virus della maculatura latente della fragola) ArMV (Virus del mosaico dell'Arabis) CLRV (Virus dell’accartocciamento fogliare del ciliegio) OLYaV (Virus associato al giallume fogliare dell'olivo) NEMATODI Meloidogyne javanica Meloidogyne spp. M.incognita Pratylenchus vulnus Xiphinema diversicaudatum c) Età e durata dell'impianto Il materiale di propagazione (marze) potrà essere prelevato dai campi delle fonti di approvvigionamento a partire dal 3° anno dall'impianto. Da tali piante il materiale potrà essere prelevato per un massimo di 30 anni. 3. CARATTERISTICHE DEI CAMPI DELLE FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO, DELLE STRUTTURE E DELLE ATTREZZATURE UTILIZZATE DURANTE IL CICLO PRODUTTIVO Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 Allegato 2. Caratteristiche tecniche dei campi di piante madri dei materiali iniziali di moltiplicazione L'impianto deve essere realizzato su terreni che rispondano ai normali requisiti di idoneità agronomica, laddove necessario dotati di un sistema drenante che eviti il ristagno idrico superficiale e/o sotterraneo ed isolato dall'afflusso di acque superficiali. I terreni non devono aver ospitato colture suscettibili a V. dahliae (solanacee, carciofo, ecc.) da almeno 10 anni e devono essere scartati a priori gli appezzamenti nei quali sono stati osservati sulle colture precedenti attacchi da parte dello stesso patogeno. Prima dell'impianto il terreno deve essere sottoposto ad analisi nematologica per accertare l’assenza di V. dahliae e dal nematode vettore di virus X. diversicaudatum. Il campo deve contemplare una fascia di bordo di almeno 10 metri e costantemente lavorata, da campi coltivati a colture arboree o da specie ortofrutticole ospiti degli patogeni riportati in Tabella 1. Allegato 3. Caratteristiche tecniche dei semenzai e dei vivai 3a. Semenzai e vivai in pieno campo Il terreno dei campi utilizzati per realizzare i semenzai e/o i vivai in pieno campo deve rispondere ai normali requisiti di idoneità agronomica, laddove necessario dotati di un sistema drenante che eviti il ristagno idrico superficiale e/o sotterraneo ed isolato dall'afflusso di acque superficiali. I terreni non devono aver ospitato colture suscettibili a V. dahliae (solanacee, carciofo, ecc.) da almeno 10 anni e gli appezzamenti nei quali sono stati osservati sulle colture precedenti attacchi di V. dahliae devono essere scartati a priori. Prima dell'impianto il terreno deve essere sottoposto ad analisi nematologica per l'esenza dai nematodi galligeni: Meloidogyne javanica, M. incognita e Pratilenchus vulnus e dal fungo V. dahliae. Il campo deve contemplare una fascia di bordo costantemente lavorata e di almeno 10 metri da colture di specie ospiti dei patogeni riportati in Tabella 1 o 3 metri da colture di altre specie. 3b. Semenzaio in cassoni e vivaio in contenitori I cassoni o i contenitori interrati, devono essere isolati dall’afflusso delle acque superficiali e subsuperficiali. Nel caso di semenzai in cassoni fuori terra, questi non deve essere a diretto contatto con il suolo e possibilmente devono essere sollevati, così come i contenitori Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 (fitocelle, vasi, ecc.) in cui sono allevate le piantine devono essere poggiati su materiale che assicuri l’isolamento dal suolo (ad es., brecciolino di almeno 10 cm di spessore). Il substrato colturale utilizzato nei cassoni per i semenzai o nei contenitori per l'allevamento delle piante in vivaio non deve essere riciclato o, nel caso di terriccio rigenerato, deve essere sterilizzato. Prima dell'uso il substrato deve essere sottoposto ad analisi nematologica per l'esenza dai nematodi del M. javanica, M. incognita e P. vulnus e micologica per l'esenza dal fungo V. dahliae. Le miscele di terriccio vanno preparate e conservate su piazzole di cemento preventivamente trattate con ipoclorito di sodio al 2%. Inoltre, i fertilizzanti devono essere conservati su supporti o in ambienti che escludono il contatto diretto con il suolo. Allegato 4. Contenitori, attrezzature ed acqua di irrigazione. I contenitori utilizzati devono essere nuovi o lavati con soluzioni sterilizzanti (immersione per 20-30 minuti in ipoclorito di sodio) e abbondantemente risciacquati, così come tutte le attrezzature (attrezzi da taglio, indumenti, ecc.). L’acqua da impiegare deve essere di idonea qualità, controllata o trattata in modo da escludere ogni possibilità di contaminazione da parte di organismi nocivi. Allegato 5. Controlli sanitari I controlli consistono in: - analisi nematologica e micologica per il terreno e i substrati colturali. La modalità di campionamento e il tipo di saggio da adottare sono indicate in tabella 2; - rilievi visivi e saggi di laboratorio per quanto riguarda le piante madri e solo rilievi visivi sul materiale presente in vivaio. L’epoca per i controlli visivi, la periodicità e le tecniche per gli accertamenti di laboratorio, per ciascun gruppo di patogeni, sono riportati nelle tabelle 2, 3 e 4. Inoltre, oltre a tali controlli sanitari, per la prevenzione dalla "Rogna", devono essere effettuati trattamenti con prodotti rameici ogni qualvolta si verificano eventi biotici e abiotici causa di ferite e prima di ogni prelievo di materiale di propagazione. Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 Tabella 2. Controlli sanitari sul terreno dei campi delle fonti di approvvigionamento e dei vivai e sul substrato colturale per la produzione di materiale di propagazione di categoria C.A.C. ACCERTAMENTI SANITARI CAMPIONAMENTO MALATTIE E/O PATOGENO Campione Funghi N°/Ha Meloidogyne javanica, M. incognita Pratylenchus vulnus Modalità di conservazione Terreno: 5 campioni, costituiti ciascuno da 10 subcampioni, per un peso complessivo di 1Kg. Substrati colturali: un campione, costituito Terreno e da 10 subcampioni, radici ogni 5 m3di terriccio. Xiphinema diversicaudatum (*) prima di qualsiasi lavorazione profonda Tecnica Periodicità natura Isolamento su terreni di coltura semiselettivi terreno Verticillium dahliae Nematodi Epoca Intero anno I campioni, raccolti in sacchetti di carta, devono essere analizzati nell’arco di 4 -7 giorni. Estrazione mediante setacci di Cobb e/o mediante centrifugazione a bassa velocità Terreno: All'impianto (*) Substrati colturali: Prima dell'uso, ogni qualvolta si prepari una nuova miscela a partire da componenti non sterili per i substrati Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 MALATTIE E/O Tabella 3. Controlli sanitari da eseguire sulle fonti di approvvigionamento di categoria C.A.C RILIEVI VISIVI ACCERTAMENTI SANITARI PATOGENO organo sintomo epoca Periodicità Campionamento organo epoca Virus SLRV ArMV CLRV OLYaV* Ingiallimenti In primavera Apparato fogliari e Annuale e fogliare e malformazioni all’invaiatura frutti dei frutti FUNGHI Verticillium dahliae Chioma Defogliazioni e da aprile a disseccamenti settembre dei germogli e/o rami Annuale 10-15 rametti per pianta da ciascuna delle branche principali secondo le usuali tecniche di campionamento 10-15 rametti per pianta da ciascuna delle branche principali secondo le usuali tecniche di campionamento N° di campioni Saggio Organo/ tecnica tessuto 10% delle Tessuto piante ogni corticale di Marzo3 anni rami giugno lignificati 10% delle Marzo- piante ogni Tessuto xilematico giugno 3 anni Chioma Tubercoli In primavera Annuale BATTERI ed in Pseudomonas NON PREVISTI savastanoi pv autunnoinverno savastanoi * Il saggio di laboratorio per questo virus va fatto solo sulle piante madri portamarze e non sulle piante madri portaseme Amplificazioni geniche (PCR) e/o Ibridazioni molecolari - Isolamento su terreni di coltura semiselettivi - ELISA Progetto POM A32 – Risultati di due anni di attività – Termoli (CB), 1 e 2 Marzo 2001 Tabella 4. Controlli sanitari da eseguire in vivaio CONTROLLI SANITARI MALATTIE E/O Rilievi visivi PATOGENO organo sintomo Periodicità epoca Virus: ArMV, CLRV, SLRV, OLYaV Funghi: Verticillium dahliae Batteri: Rogna Nematodi: Meloidogyne javanica, M. incognita Pratilencus vulnus Ingiallimenti fogliari, disseccamenti presenza di Vegetazione tubercoli sulla durante la primavera parte aerea ed in autunnoinverno Presenza di galle sulle radici annuale