Bilancia commerciale

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08/12/2014 |
Bilancia commerciale
La bilancia commerciale è la parte della Bilancia dei pagamenti che registra annualmente le importazioni e le
esportazioni di merci; le esportazioni sono indicate con valori fob (free on board), o franco a bordo (valore
della merce al confine doganale del Paese esportatore), le importazioni con valori cif (cost, insurance, freight),
cioè costo, assicurazione e nolo: valore della merce sommato ai costi di trasporto, assicurazione e imbarco al
confine doganale del Paese importatore. Il saldo si definisce in eccedenza (bilancia commerciale positiva o
attiva) quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni; in caso contrario si ha un
disavanzo (bilancia commerciale negativa o passiva). Considerando solo transazioni fra soggetti economici
domiciliati in Svizzera (comprese dunque le filiali di ditte straniere) da un lato e all'estero dall'altro, la bilancia
commerciale è una statistica del solo Commercio estero, che non include il Mercato interno.
1 - Aspetti storici
Il termine bilancia commerciale sembra sia comparso attorno al 1610 in concomitanza con lo sviluppo del
Mercantilismo. I mercantilisti misuravano la ricchezza di un Paese in base alle riserve di oro e argento, che
secondo loro erano più facili da accrescere in presenza di una bilancia commerciale attiva. Lo Stato doveva
favorire le esportazioni e limitare le importazioni. Questa concezione fu combattuta già all'epoca del
mercantilismo da esponenti della Fisiocrazia, e in seguito soprattutto dalle dottrine di Adam Smith e dei suoi
seguaci (Libero scambio). Oggi l'attenzione non è più rivolta al saldo, ma alla struttura della bilancia
commerciale, le cui modifiche, anche a livello quantitativo, possono essere seguite grazie ai progressi della
statistica.
Autrice/Autore: Heinz Hauser, Andrea Martel / vfe
2 - La statistica commerciale svizzera
Sin dal tardo ME in Svizzera le esportazioni hanno assunto un ruolo importante, anche se non documentato
sul piano statistico, per l'equilibrio della bilancia commerciale. Decisivo per l'apparizione delle Statistiche del
commercio estero sviz. fu lo sviluppo delle Dogane, che fino al 1848 dipesero per lo più dai cant. La creazione
nel 1816 dei diritti fed. d'entrata a favore del fondo fed. di guerra fu all'origine delle prime statistiche globali
del commercio estero sviz. La Costituzione fed. del 1848, che assegnò alla Conf. le competenze in materia di
dogane, introdusse un nuovo sistema doganale dotato di una statistica più completa; la neoistituita divisione
di statistica commerciale in seno alla direzione generale delle dogane entrò però in funzione solo nel 1885.
Oggi l'art. 10 della legge sulla tariffa delle dogane (9.10.1986) e l'ordinanza sulla statistica del commercio
estero (5.12.1988) costituiscono le basi giur. della statistica commerciale sviz.; un ruolo decisivo, inoltre,
hanno la convenzione intern. concernente le statistiche economiche (14.12.1928, emendata il 9.12.1948) e la
convenzione intern. sul sistema armonizzato di designazione e di codificazione delle merci.
La statistica commerciale fornisce ragguagli sulla situazione economica della Svizzera che aiutano a prendere
decisioni di politica commerciale (Commercio). La bilancia commerciale, messa in relazione con il prodotto
interno lordo (PIL), è un indicatore dei rapporti economici fra il Paese e l'estero: dal 1948 (primo rilevamento
statistico del Prodotto nazionale lordo) l'aliquota del commercio estero rispetto al PIL è salita costantemente
fino al 1977 e si é poi fermata fino alla metà degli anni 1990-2000. Dal 1996 il commercio estero ha avuto
uno sviluppo molto più marcato del PIL. A causa della stagnazione economica a livello mondiale, il commercio
estero dal 2001 ha subito un calo. Nel 2003 43 centesimi di ogni franco guadagnato da una persona
domiciliata in Svizzera sono stati guadagnati all'estero. L'economia sviz. dipende quindi dalla domanda estera
e ha approfittato, dalla fine della seconda guerra mondiale, della crescita economica nei Paesi industrializzati:
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per ogni punto percentuale di crescita nei Paesi membri dell'OCSE, le esportazioni sviz. sono aumentate ogni
anno dell'1,5%. L'importazione di merci dipende spec. dall'evoluzione economica interna: a un aumento
dell'1% della domanda totale corrispondono, in media, importazioni maggiori nella misura dell'1,6% ca.
Normalmente la Svizzera importa più beni di quanti ne esporti. Dal 1885 al 2005 la sua bilancia commerciale
è risultata positiva solo 16 volte, e per lo più in periodi straordinari: nel 1916 (prima guerra mondiale), 1945
(fine della seconda), 1953 (fine della crisi coreana), 1976 (recessione dopo la crisi petrolifera), 1993-99 e dal
2002 (adeguamento strutturale). In generale, quanto migliore è la congiuntura interna, tanto peggiori sono i
risultati della bilancia commerciale. In periodi di alta congiuntura inflazionistica il deficit commerciale in
genere aumenta, perché a un forte bisogno di importazioni si uniscono condizioni sfavorevoli per le
esportazioni; una recessione interna, viceversa, fa calare le importazioni e salire le esportazioni. A livello di
importazioni il commercio sviz. si è rivelato particolarmente sensibile alla Congiuntura; poiché infatti gran
parte delle importazioni è costituita da merci indispensabili alla produzione (materie prime, semilavorati),
l'importazione è notevolmente influenzata dalla creazione o dallo smantellamento di depositi. Utili ragguagli
vengono forniti anche dalla struttura merceologica della bilancia commerciale.
La struttura del commercio estero sviz. è rimasta relativamente stabile anche in periodi recenti. Le
esportazioni sono state contraddistinte negli ultimi 30 anni da due chiare tendenze: da un lato, un calo della
quota dell'Industria tessile dal 10 al 2,6% tra il 1970 e il 2005, dall'altro un aumento di quella dell'Industria
chimica dal 21 al 33,6%. Altro fenomeno visibile, che si spiega con una sempre più accentuata
mondializzazione economica, è la maggiore concentrazione delle esportazioni risp. alle importazioni: nel 2005
i cinque gruppi più importanti di beni d'esportazione sviz. hanno realizzato insieme l'80% del valore globale
delle esportazioni. L'Industria delle macchine era al primo posto sia nelle esportazioni sia nelle importazioni;
ma non è un caso unico in quanto gran parte delle importazioni avviene in settori in cui la Svizzera stessa
dispone di un'industria molto efficiente. Ciò è sintomo di alta specializzazione delle industrie sviz. e di un forte
inserimento strutturale della Svizzera nel commercio fra Paesi industrializzati. Le stesse osservazioni possono
essere fatte sulla struttura geografica del commercio estero sviz.: esistono rapporti radicati con l'Europa
occidentale, ancora più evidenti sul versante delle importazioni che su quello delle esportazioni. Dalla fine
degli anni '50 almeno il 30% delle importazioni sviz. è provenuto dalla sola Repubblica fed. ted. (vecchia e
nuova), il 10% ca. dalla Francia e il 10% ca. dall'Italia; nel 2005 l'82,3% delle importazioni sviz. è giunto da
Paesi dell'Unione europea. Gli acquirenti di merci sviz. erano anch'essi fortemente concentrati in Europa
occidentale, sebbene in misura minore: nel 2005 la quota delle esportazioni verso questo territorio è stata del
62,9% (19,9% verso la Germania); altri mercati importanti erano gli Stati Uniti, l'Estremo Oriente e i cosiddetti
Paesi emergenti.
Autrice/Autore: Heinz Hauser, Andrea Martel / vfe
Riferimenti bibliografici
Fonti
– HSVw, 2, 365-367
– HistStat, 655-733
Bibliografia
– J. Deiss, Economie politique et politique économique de la Suisse, 19885
– AA. VV., Die schweizerische Volkswirtschaft, 19934
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