Anno II - Numero 209 - Giovedì 5 settembre 2013
Direttore: Francesco Storace
ACCELERAZIONE NELLA CRISI POLITICA
I contatti delle ultime ore riaprono il cuore alla speranza
I MINISTRI PDL HANNO
LE
DIMISSIONI
PRONTE
Decadenza di Berlusconi: prevalgono i “falchi”
E al Senato già si profila il tutti contro tutti
di Robert Vignola
ncontri, telefonate. Spedizioni,
ambascerie. E conta, continua,
dei voti. Non solo, e non più, alla
giunta per le elezioni: anche, e
soprattutto dentro il Senato. Il mosaico della scena politica nazionale,
quando il 9 settembre bussa alle porte,
sarà insomma complesso: ma i tasselli
cominciano ormai ad andare al loro posto. E disegnano un quadro in base al
quale difficilmente gli equilibri parlamentari resteranno gli stessi.
Ieri un’altra giornata drammatica. Ad
aprirla le indiscrezioni pubblicate da
La Stampa in merito ad una telefonata
di fuoco: nel ruolo del ricevente Gianni
Letta, noto zio del premier ed eminenza
grigia berlusconiana; dall’altra parte
della cornetta un Napolitano infuriato
per il pressing del Cav sul Colle. Oggetto
del contendere: la grazia e le tirate per
la giacca de Il Giornale, a maggior ragione dopo la nomina dei quattro senatori
a vita col “tatuaggio” del Pd. Tutto lascia
capire quindi che la linea del Quirinale
sia ormai segnata: che, per la verità,
non si sia mai smossa di un millimetro
rispetto alla “nota” del 13 agosto scorso.
Ricapitolando: l’atto di clemenza è nell’aria, qualora sia chiesto, ma niente agibilità politica, che non è né nelle possi-
I
bilità né (presumibilmente) nella volontà
di Re Giorgio.
Berlusconi, dal suo quartier generale
ad Arcore, ordina quindi un’altra offensiva.
E le colombe hanno poco da tubare
sussurranti contestazioni: i falchi volano
alto e bombardano ogni obiettivo sensibile, presidente del Senato compreso.
D’altronde, il Pdl soffrirà pure di conflitti
interni, ma è quello che meno ha problemi, al momento, tra le tre maggiori
forze del Parlamento italiano. Il Pd è
prossimo alla deflagrazione, perché sa
che il solo annunciare di metter fuori
L E FA C C E D E L L A C R I S I
Senza lavoro:
in Italia
più suicidi
a crisi economica continua
inesorabilmente a mietere
le sue vittime in tutta Italia
(solo ieri l’ultima tragedia, in
Abruzzo, come riferiamo a pagina
8). Sono molte, infatti, le persone
che versano in difficoltà a causa
della perdita del lavoro. O dell’accumulo di debiti. O dell’imminente fallimento delle proprie
attività. Ed in tutto ciò, i metodi
a volte troppo insistenti delle
agenzie di riscossione, non fanno
altro che aggravare una situazione
già di per sé delicata e precaria.
Fino a poco tempo fa non avevamo dati precisi. Ma ora una
revisione dell'analisi degli ultimi
anni conferma un aumento del
12% dei suicidi, dal 2009 al
20011, nelle persone di 25-64
anni, dunque in età lavorativa,
rispetto al periodo 2006-2007.
Un fenomeno presumibilmente
collegato proprio alla crisi finanziaria. E' il quadro drammatico raccontato da Maurizio
Pompili, direttore del Servizio
per la prevenzione del suicidio
dell'ospedale Sant'Andrea di
Roma, alla vigilia della XI Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio che si celebra
C.P.
il 10 settembre.
In Grecia
perdono solo
Topolino
L
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Berlusconi da Palazzo Madama significa
infliggere colpi potenzialmente letali al
Governo Letta. Chi, come Violante, predica ragionevolezza, viene fischiato alle
feste dell’Unità. Il premier ostenta fiducia:
ma (proprio lui che ama i paragoni calcistici) pare l’allenatore della squadramaterasso che sta per giocare sul capo
della capolista. E sotto il planetarium a
Cinque Stelle, Grillo sa perfettamente
che il suo cielo sta per dividersi in due,
con truppe pronte ad alimentare il sogno
proibito di un Letta-bis, pur di mantenere
il seggio che in caso di elezioni non rivedrebbero più.
Tutto ciò sembra assolutamente suggerire
a Berlusconi di continuare sulla linea
dura. Già venerdì potrebbe essere ordinato ai ministri del Pdl di vergare le proprie dimissioni: di qui la “conta”, che
avverrebbe in Senato, a scrutinio segreto:
una evidente tagliola per il Pd.
Ecco perché persino la riunione di ieri
della Giunta per le elezioni, che doveva
calendarizzare il percorso per il voto
sulla decadenza del leader Pdl, non è
arrivata ad alcuna decisione. Come dire:
lunedì si potrebbe anche discutere ad
oltranza. Un evidente colpo di acceleratore. Bisognerà vedere chi, tra il Governo
Letta-Alfano o il Pd, finirà investito.
Grazia Bontà a pag. 2
S’ODE A DESTRA
QUALCHE SEGNALE
Forse le prime novità dalle manifestazioni
in programma a Orvieto e a Mirabello
di Francesco Storace
orse si diradano le nubi, le
preoccupazioni che abbiamo espresso apertamente
e in maniera trasparente sul
Giornale d'Italia in queste settimane, cominciano a fare breccia.
Nelle ultime ore una girandola
di colloqui riapre il cuore alla
speranza: si comincia a comprendere che il percorso iniziato
a Lecce e che ha avuto momenti
importanti al nostro comitato
centrale di Orvieto e poi alla
convention di Manfredonia può
portare a conclusioni positive.
Venerdì e sabato andrò di nuovo
ad Orvieto e ho la sensazione
che Gianni Alemanno sia pronto
a lavorare assieme al progetto
politico per la costruzione della
nuova forza di destra che manca
da troppo tempo nel nostro Paese. Se farà quel che si comprende anche leggendo i documenti che sono in circolazione,
finalmente si tornerà a parlare
di contenuti. E di contenuti seri,
forti, culturalmente "nostri".
Nella stessa giornata di sabato,
poi andrò nel pomeriggio a Mirabello, su invito di Roberto
Menia, con il quale ci siamo
scambiati molte opinioni durante
le vacanze estive, dopo le ruvidezze degli anni scorsi.
F
L’azienda non lascia l’Italia. Ma investe in Piemonte e dimentica Cassino
Futuro Fiat: serve un po’ di chiarezza
di Igor Traboni
U
C
i dispiace davvero tanto per
i bambini della Grecia, senza
ironia, ma quando diventeranno grandi, capiranno che ci
sono guai peggiori della perdita
di Topolino. Sì, perché in Grecia,
dopo 48 anni di pubblicazioni ininterrotte, l’editore che manda in
edicola i fumetti del simpatico topastro, ha deciso di interrompere
la stampa e la commercializzazione
degli albi. C’è la crisi economica
ad Atene e dintorni, il potere d’acquisto è calato a dismisura, e figuriamoci quindi se i genitori greci
hanno soldini per i giornaletti dei
figlioli. Ma la notizia di per sé è
addirittura confortante per la stessa
Grecia: da lì infatti fino a poco
tempo fa arrivavano notizie di suicidi record (ora ce l’abbiamo noi
italiani, come scriviamo qui accanto), di ospedali senza medicine,
negozi senza cibo. Ora in Grecia
stanno recuperando e al massimo
tagliano sui fumetti. Lasciando a
noi italiani i veri personaggi dei
fumetti: quelli al governo.
I.T.
Ciascuno ha vissuto in maniera
diversa il rapporto con la politica
del centrodestra negli ultimi
anni; ma tutti coltiviamo il sogno
di ridare all'Italia una forza politica originale, innovativa, coerente. Gli scettici restino a casa,
chi vuol lavorare si rimbocchi
le maniche per dimostrare talento e consenso.
Sarà un fine settimana importante, che precederà un altro
evento significativo, caratterizzato da Atreju 2013, con i suoi
ospiti e i messaggi che la formazione di La Russa, Meloni e
Crosetto vorrà mandare alla politica nazionale e a quanti si richiamano ai valori della destra.
Ascolteremo senza pregiudizi.
Ma poi, chi ci sta ci sta, perché
non intendiamo più restare fermi.
Avanti per una nuova destra,
senza egemonie. Ognuno con
la propria storia a preparare
unitariamente la destra di domani. Con persone e idee.
Tutti con il massimo dell'umilta',
ma anche con l'orgoglio di rappresentare comunità che in questi anni hanno lottato nel nome
di valori incancellabili.
Lo sentiamo come un dovere.
Per questo non ci interessano
le pretese personali. Lo facciano tutti e noi aiuteremo chi
lo merita.
n giorno prepara il trasloco (in buona parte già
avvenuto, almeno a livello
amministrativo, sul triplice fronte
Detroit-Londra-Olanda), il giorno dopo per fortuna ci ripensa.
Per non parlare poi del colpo
al cerchio (stavolta quello accontentato è il governatore del Piemonte, Cota) lasciando invece la botte
piena di problemi (lo stabilimento di
Cassino è sempre più tristemente candidato a seguire la sorte di Termini
Imerese).
Insomma: alla Fiat non dispiace giocare
a rimpiattino, complice anche una certa
latitanza dell’attuale governo, incapace
di pretendere risposte certe (il ministro
Zanonato annuncia incontri a raffica,
ma poi l’esito vattelo a pesca, mentre
Enrico Letta pare avere altre priorità).
Un fondo di buone novità comunque è
arrivato dall’incontro di ieri mattina, a
Roma,
tra l'amministratore delegato della Fiat,
Sergio Marchionne e i sindacati. Sul
tavolo il tema degli investimenti, a partire dalle fabbriche piemontesi. E su
Mirafiori l’accordo è stato raggiunto,
così da dare ''inizio immediatamente
al piano di investimenti necessario ad
assicurare il futuro produttivo ed occupazionale dello stabilimento'', ha
detto lo stesso lad della Fiat, Sergio
Marchionne.
Per Mirafiori la Fiat fara' investimenti
appena sotto 1 miliardo. Il suv Maserati,
che sarà prodotto a Mirafiori, uscirà
nel primo semestre 2015 e sarà destinato al mercato mondiale, hanno affermato i sindacati dopo l'incontro con
Marchionne. Altri due modelli Maserati,
la Quattroporte e la Ghibli, vengono prodotti nello stabilimento
di Grugliasco.
Se qualche nube sembra diradarsi, dopo l'ennesimo annuncio
della Fiat dei giorni scorsi di lasciare l'Italia, altre invece tornano
minacciose, soprattutto per il futuro Fiat nel Meridione. E' infatti
ripresa ieri l'attività nello stabilimento Fiat di Cassino, vicino Frosinone. I 3900 operai sono tornati in fabbrica dopo un mese esatto di stop tra
ferie e una settimana di cassa integrazione. La ripresa della produzione è
accompagnata dai molti dubbi e incertezze sul futuro della fabbrica, la
più importante della Ciociaria e del
Lazio. L'azienda ieri, durante un incontro
con le Rsu, ha infatti comunicato altri
giorni di cassa integrazione dal 30 settembre al 7 ottobre e poi ancora il
giorno 11. E di rilanciare questa fabbrica, che oramai sforna solo auto fuori
mercato, se ne parla solamente – soprattutto da parte del centrosinistra –
sotto campagna elettorale.
Attualità
Economia
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Cronaca
Pastificio Amato:
altro crac a sinistra
La benzina aumenta,
lo Stato ci guadagna
Primo via libera
all’attacco in Siria
Sanità nel Lazio
ancora sotto attacco
Federico Colosimo a pag. 2
Cristina Di Giorgi a pag. 3
Federico Campoli a pag. 4
Bruno Rossi a pag. 6
2
Giovedì 5 settembre 2013
Attualità
INTANTO LA LOMBARDI “BOMBARDA” DI MAIL I PARLAMENTARI CHE DECIDERANNO DELLE SORTI DEL CAV
Braccio di ferro Schifani-Grasso
L’ex numero uno del Senato: “La giunta per le elezioni va cambiata”. Secca replica del titolare di Palazzo Madama: “Non è nei miei poteri”
di Grazia Bontà
enato Schifani contro Piero Grasso.
L’ex numero uno
di Palazzo Madama contro l’attuale
titolare del più alto scranno
del Senato. Il motivo del contendere? La giunta delle elezioni. Per il presidente dei
senatori del Pdl, i membri che la
compongono “hanno violato i principi di riservatezza” e vanno sostituiti. Più precisamente, Schifani
ha specificato: “la violazione degli
elementari principi di riservatezza
da parte di alcuni membri della
Giunta, i quali hanno a mezzo stampa dichiarato come voteranno, prima degli adempimenti previsti, richiede la valutazione del presidente
Grasso sulla esigenza di procedere
alla loro sostituzione, considerata
la funzione giurisdizionale che la
Giunta medesima assolve”.
Non è davvero dello stesso avviso
l’ex magistrato antimafia, oggi numero uno di Palazzo Madama.
Grasso, in una nota di risposta al
suo predecessore ha spiegato
come “il presidente del Senato, ha
il potere di rinnovare i componenti
della Giunta per le elezioni solo in
determinati casi tra i quali certamente non rientra l’espressione di
R
opinioni sulle questioni sottoposte
alla valutazione della Giunta”.
Il dibattito, però, non si è limitato
ai vertici Pd-Pdl del Senato. Per
quanto riguarda le opposizioni,
vale la pena menzionare l’iniziativa
della chiacchieratissima Roberta
Lombardi. La deputata a 5 stelle
ha “bombardato” di e-mail i membri della giunta per le elezioni. Il
contenuto della comunicazione è
chiara e cristallina. Recita infatti
“che fino a prova contraria in questa
misera Italia la legge è uguale per
tutti senza se e senza ma ed il signor Berlusconi è giunto al termine
di un processo attraverso i 3 gradi
di giudizio”. Per concludere, la
pentastellata più chiacchierata della
Camera ha chiaramente avvisato i
senatori che dovranno decidere
del destino Cavaliere. O, meglio,
della sua eventuale decadenza dallo scranno di Palazzo Madama.
“Valutate attentamente le vostre
scelte, ponderando con
grande attenzione quelle
che potrebbero essere le
conseguenze se il cittadino
Berlusconi fosse ulteriormente trattato come un cittadino fuori classe”.
Al di là dei battibecchi fra
Schifani e Grasso (oltre che
delle mail di Roberta Lombardi)che celano, ovviamente, ben più complessi meccanismi
politici, sarebbe il caso di spiegare
di cosa si occupa questa fantomatica giunta delle elezioni.
La giunta è composta da 23 senatori. I quali non vengono scelti,
come accade per tutte le commissioni parlamentari, dai componenti dei vari gruppi, ma vengono tutti nominati dal presidente
di palazzo Madama a sua discrezione. La giunta viene nominata
successivamente alla costituzione
dei gruppi parlamentari perché
deve tassativamente tenere conto
degli equilibri esistenti all’interno
dell’assemblea.
Il suo compito è quello di verificare
la presenza o meno di cause di
ineleggibilità e di incandidabilità,
di ogni senatore. Insomma, a loro
l’ardua sentenza circa la possibilità
di Berlusconi di continuare a fare
il senatore anche dopo la condanna
subita nel processo Mediaset.
La “riflessione” della Cancellieri
Cautela da parte del Guardasigilli rispetto alla retroattività
della norma che farebbe decadere Silvio Berlusconi
ubbi. Dubbi di un ministro. Ci si
aggrappa perfino a questo quando
le sorti del Governo sono in bilico
e l’uomo che si è reso protagonista
sullo scenario politico nazionale negli
ultimi 20 anni rischia di restare fuori
dai giochi.
“Personalmente non ravvedo profili di
incostituzionalità della legge Severino
ma credo che, se persone di quel livello
si sono espresse, come minimo bisogna
rifletterci”. Sono queste le parole del
ministro della Giustizia, Anna Maria
Cancellieri. Tutto ruoterebbe attorno a
quel “bisogna riflettere” del Guardasigilli. Vale la pena fermarsi un attimo,
per comprendere quali siano i profili
applicativi della legge Severino che,
se applicata retroattivamente, sbarrerebbe le porte del Senato a Silvio Berlusconi perché condannato in via definitiva. Sono parole ponderate quelle
della Cancellieri che –probabilmentesi rivolgono alla pletora di politici “forcaioli” che da giorni non chiedono altro
che la testa del Cav. sul piatto d’argento.
La Cancellieri sembra aver raccolto la
riflessione del vicepremier e segretario
D
del Pdl, Angelino Alfano che nei giorni
scorsi aveva dichiarato: “il Popolo della
Libertà ha il diritto di conoscere la posizione del Partito Democratico per potere orientare le proprie decisioni. La
non retroattività delle misure afflittive
è pilastro fondativo di ogni ordinamento
democratico e, come tale, inequivocabilmente riconosciuto dalla giurisprudenza europea, dalla Convenzione europea (art. 7) e dalla Costituzione
italiana (art. 25). In base a tali precisi
riferimenti giuridici, abbiamo chiesto
e chiediamo al Partito Democratico una
parola chiara su questo principio”.
E, come era prevedibile, su questo
punto il Pd si è letteralmente spaccato
in due. Vale la pena di ricordare, infatti,
che oltre ai politici e parlamentari che
invocano la decadenza del Cav da parlamentare, esiste anche una corrente
“garantista” rappresentata da soggetti
quali Luciano Violante che più volte ha
chiesto al suo partito di “ascoltare la
difesa di Berlusconi e di concedere al
Pdl i dubbi sulla retroattività e la costituzionalità della norma”.
G.B.
ANCORA GUAI PER GLI UOMINI DEL CENTROSINISTRA. L’IPOTESI DI REATO È DI CONCORSO IN BANCAROTTA FRAUDOLENTA
Crac pastificio Amato: indagati Mussari, Ceccuzzi e Del Mese
La cena del 2006 in Costiera amalfitana fu galeotta -Quei 17 milioni di euro erogati proprio da Mps …
di Federico Colosimo
ncora guai per il Pd. Giuseppe
Mussari e i due ex deputati Paolo
Del Mese e Franco Ceccuzzi, sono
stati iscritti nel registro degli indagati
dalla Procura di Salerno per il crac del
pastificio Amato. L’ipotesi di reato? Concorso in bancarotta fraudolenta. Accuse
pesanti.
La notizia era nell’aria … e adesso è arrivata. L’ex Presidente di Mps, Mussari,
ora può vantare un nuovo “record”. Il
banchiere, infatti, può considerarsi a tutti
gli effetti un collezionista di avvisi di garanzia. Dallo scandalo di Siena a quello
dell’aeroporto di Ampugnano. Fino al
crac Amato. E adesso sono guai. Per
tutti e 14 gli indagati si profila infatti una
A
richiesta di rinvio a giudizio.
Costiera Amalfitana, estate del 2006:
una cena tra banchieri, politici e imprenditori che, nel suo piccolo, racconta il sistema rosso Mps prima ancora della
scellerata acquisizione di Antonveneta.
Nella villa del re salernitano della pasta,
Peppino Amato, arrivano per banchettare
un sindaco in carica (Paolo De Luca) e
uno che lo sarebbe diventato (Franco
Ceccuzzi, all’epoca dei fatti parlamentare
del Pd e poi primo cittadino senese). E
ancora: un parlamentare dell’Udeur (Paolo
Del Mese) e un banchiere (Mussari). Lo
storico pastificio ha bisogno di “piccioli”.
Per proseguire un investimento immobiliare e, più precisamente, la trasformazione di un ex stabilimento in un appartamento di lusso. Servono ben 20 milioni
di euro. Occorre un finanziamento e Mussari è lì per quello. Ce l’ha portato Del
Mese, che ricopre l’incarico di Presidente
della Commissione Finanze della Camera.
A tavola si beve del buon vino rosso,
con il quale viene servito, come secondo
piatto, capretto con patate al forno. Pietanza estiva… Sorrisi, chiacchiere e tutti
a casa. Passa solo un mese: arriva settembre. Le giornate si accorciano, il sole
tramonta sempre prima, ma nelle casse
di “Amato RE”, entrano spiragli di luce.
Piovono infatti ben 27 milioni di euro. E
17 – forse poco meno – sono erogati da
Mps. L’iniezione di fondi serve a poco: il
gruppo Amato crolla e lascia un buco di
60 milioni di euro. Il progetto residenziale?
Solo un sogno. I soldi concessi con tanta
facilità spariscono nel nulla. Poi, entra in
Dall’alto, i tre indagati: Del Mese, Mussari e Ceccuzzi
scena la Procura di Salerno.
E adesso il rinvio a giudizio, sette anni
dopo, sembra essere ad un passo. Ancora
uno scandalo in piena regola e sempre
dello stesso colore: rosso. Non come il
fuoco, ma come il Pd.
TANTE INSIDIE E FENOMENI ‘DA BARACCONE’. MA ANCHE LA POSSIBILITÀ DI TROVARE FONTI CUI ABBEVERARSI
La Rete non conforme: piccola guida ragionata
di Alessio Aschelter
a rete, sebbene presenti insidie legate all’imprudenza di qualche internauta, offre, per lo
più, opportunità. Che per qualcuno hanno rappresentato una cospicua fortuna politica. Il “caso
Grillo” è sintomatico, malgrado i più maligni sostengano che il sistema tenda a creare il proprio
alter ego. Ringhioso quanto si vuole, ma comunque
inoffensivo. Il web, tuttavia, non è un monopolio
pentastellato. Il mondo anticonformista ne ha pioneristicamente compreso l’importanza, veicolando
principi, elaborando proposte, creando suggestioni.
E i siti che a quella Weltanschauung si richiamano
rappresentano una fonte a cui abbeverarsi, vista
l’aridità che ha essiccato il terreno delle idee.
Bussola irrinunciabile per quanti vogliano orientarsi
L
nella complessità dei fenomeni contemporanei, è
“Noreporter” (www.noreporter.org). Curato da
Gabriele Adinolfi, il sito oltre ad evidenziare notizie
trascurate dal circuito mediatico ufficiale, offre convincenti griglie interpretative per decifrare le dinamiche,
e le meccaniche, che muovono la politica interna e
le relazioni internazionali, senza ignorare accattivanti
letture legate alla cultura, al costume e alla società.
Elemento centrale del periodico digitale è la solidità
delle radici, rinsaldate da ricorrenze tragiche e da
celebrazioni epiche che fugano ogni rimozione. Il
passato, anziché costituire un reperto museale, fornisce soluzioni per uscire dal guado. La sintesi peronista, proposta da Adinolfi nelle sue analisi più
recenti, emerge dai documenti politici disponibili
nella homepage.
Altro pregevole strumento è “Arianna editrice”
(www.ariannaeditrice.it) che, grazie al portale, se da
una parte promuove volumi già distribuiti o prossimi
alla divulgazione, ispirati ad una visione comunitaria,
antiutilitaristica e sovranista, dall’altra raccoglie
articoli, recensioni e interviste catalogate in sette interessanti sezioni. E’ possibile leggere contributi di
prestigiosi editorialisti e autorevoli analisti, anche di
diversa sensibilità culturale, che dagli esteri all’ecologia,
passando per l’economia e la storia, esaminano
questioni spinose senza arretrare di fronte ai detentori
di verità preconfezionate.
Un taglio frizzante caratterizza invece “Barbadillo”
(www.barbadillo.it), laboratorio di idee animato da
poliedrici interessi, dove la metapolitica sembra
lasciare sullo sfondo la politica. Il clan redazionale è
attratto dal filone letterario vitalista, che ha in Nicolai
Lilin l’esponente contemporaneo più brillante, nutre
la passione per il cinema, con “La nostra vita” di
Daniele Lucchetti tra le pellicole più apprezzate, e
presta attenzione alle sottoculture. «Musica, film,
calcio, calci, pugni e rivoluzione», sono solo una
parte dei temi, citati nella presentazione, per i quali
vale la pena digitare il nome dell'ex calciatore dell'Avellino sulla barra degli indirizzi.
Di natura più dottrinaria è la versione on line del
“Centro studi la runa” (www.centrostudilaruna.it)
dove si scoprono pubblicazioni, anche inedite, dell’inesauribile arsenale ideologico riconducibile all’arcipelago non conformista. Autori, tra gli altri,
come Mircea Eliade, Knut Hamsun, Alain De Benoist
e Robert Steuckers che trattano di religione, letteratura,
scienze sociali e geopolitica conferiscono al sito anche per letture accessibili ad anglofoni, francofoni
e non solo - un respiro internazionale.
3
Giovedì 5 settembre 2013
Attualità
SIRIA, S PE CUL AZ IONI E TAS S E ALLA BAS E DE LL’E NNE S IMO RIALZO DEL COSTO DEI CARBURANTI
Benzina sempre più cara. E lo Stato ci guadagna
Fare il pieno è diventato un salasso. Ma le cose potrebbero addirittura peggiorare
di Cristina Di Giorgi
RIVELAZIONE CHOC DELL’OSSERVATORIO MENSILE DI FINDOMESTIC
l costo della benzina in
Italia continua a salire. Negli ultimi giorni chi è andato a fare rifornimento
di carburante si è infatti
trovato di fronte all’ennesimo rincaro. Una brutta sorpresa? Forse
no (agli aumenti in Italia siamo
abituati purtroppo) ma si tratta
senz’altro di un fatto che fa abbastanza arrabbiare. Anche perché il prezzo del petrolio è calato
(da 112 dollari al barile a 104). E
allora perché spendiamo di più
per fare il pieno?
Gli analisti hanno da tempo messo
in guardia a proposito dei possibili
effetti della crisi siriana sulle quotazioni del carburante. Ma la minaccia di una guerra (per altro
ad oggi non ancora certa né di
fatto né quanto ai tempi) non basta
a spiegare come mai da noi i
prezzi alla pompa sono di nuovo
aumentati - è il quarto rialzo consecutivo - raggiungendo la quota
record di 2 euro al litro per la
benzina verde e 1,99 euro per il
gasolio (la media sul territorio
nazionale si aggira intorno a 1,88
euro/litro per la benzina e a 1,77
per il diesel).
I distributori di tutte le principali
Poche ferie, italiani senza soldi
I
Prosegue la morsa della crisi. Un cittadino su due
è stato costretto a rinunciare alle vacanze
di Giuseppe Sarra
talia a picco. Una tendenza costante, ormai.
Parlano i numeri, sempre più negativi. A
fotografare il pessimo stato dei consumi,
l’Osservatorio Mensile di Findomestic. Il 47%
dei cittadini ha rinunciato alle ferie. Come
mai? Un’estate all’insegna della sobrietà
(tanto sbandierata ai quattro venti dal duo
Merkel-Monti)? Neanche per sogno. La verità
è un’altra e molto triste: gli italiani non
avevano soldi a disposizione.
Non sanno dove più sbattere la testa, gli
italiani. Sempre più oggetto nella morsa della
crisi. Così, sono costretti a cambiare le
proprie abitudini. Si tira la cinghia, quindi.
Abitudini di consumo sostanzialmente invariate, maggiore attenzione a familiari ed amici
e interesse per piccoli e grandi eventi organizzati localmente. E’ questo l’atteggiamento
dell’italiano che nel 2013, secondo un’inchiesta
condotta sui consumi ad agosto dall’Osservatorio di Findomestic, si è trovato costretto
a rinunciare a trascorrere lontano da casa, al
mare o in montagna, le proprie ferie.
E così un italiano su due è rimasto a casa.
“L’hanno fatto per una oggettiva indisponibilità
I
compagnie petrolifere, i cui titoli
a Piazza Affari sembrano essere
in rialzo, segnano costi più o meno
cresciuti. Giustificati, secondo
quanto dichiara l’Unione petrolifera,
appunto dall’aggravarsi della situazione internazionale. Non sono
per niente d’accordo con questa
spiegazione le principali associazioni dei consumatori che, dopo
aver sottolineato quanto i rincari
del carburante abbiano condizionato le vacanze degli italiani (in
molti, dato il costo dei trasporti,
hanno scelto ferie a chilometro
zero), hanno ribattuto duramente
alle spiegazioni dei produttori.
Ipotizzando l’ennesima speculazione: “Puntualmente, in occasione
del controesodo estivo – ha di-
chiarato Carlo Rienzi, presidente
del Codacons – i prezzi dei carburanti schizzano al rialzo”.
Guerra o speculazione quindi?
Probabilmente un po’ entrambe.
E in più, a completare il quadro,
ci sono anche le tasse che, tra accise, aumento dell’Iva e quant’altro,
potrebbero nei prossimi mesi contribuire a rendere la situazione
ancora peggiore. A trarre vantaggio da tali circostanze soltanto lo
Stato, che grazie agli aumenti del
costo carburante solo ad agosto
ha visto entrare nelle casse dell’Erario ben 75 milioni di euro.
Una cifra destinata ad aumentare.
Verrebbe quasi voglia, per la rabbia, di parcheggiare l’auto e di
andare a piedi.
di denaro”, si legge nel rapporto. E ancora: il
23%, invece, non ha potuto concedersi un
periodo di vacanze perché costretto a sostenere spese impreviste.
Ma come hanno vissuto il meritato relax –
dopo un anno di lavoro - gli italiani? Chi ha
trascorso le ferie nello stesso luogo in cui risiede ha preferito stare con gli amici (53%),
fare gite fuori porta (45%) o visitare sagre e
fiere (39%). Non solo. Nell’inchiesta, non si
può non evidenziare come i cittadini hanno
anche sollecitato le amministrazioni comunali
a rendere più piacevole la permanenza in
città tra manifestazioni all’aperto (59%), eventi
culturali gratuiti (57%), ma anche attività ludiche in favore di bambini e famiglie (30%).
Due terzi di chi è rimasto a casa afferma,
tuttavia, di non aver modificato le proprie
abitudini di consumo, continuando a frequentare gli stessi negozi. Chi non è
andato in ferie nel mese di agosto - invece,
colpa dei prezzi da capogiro delle mete
turistiche? - ha preferito frequentare centri
commerciali (58%), supermercati (51%)
ed ipermercati (39%) ma anche gelaterie
(29%), mercatini rionali (23%) e negozi
di alimentari (19%).
A DICIANNOVE ANNI DALL’ATTENTATO ANCORA MOLTE OMBRE SULLA VICENDA DELLA REPORTER UCCISA IN SOMALIA
Ilaria Alpi, morire per amore della libertà
Giovane, intraprendente ma ‘scomoda’. Un Premio ricorda la giovane giornalista italiana
di Francesca Ceccarelli
ll’epoca dell’attentato, il 20
marzo 1994, Ilaria Alpi aveva
solo 33 anni. Molto portata
per le lingue, grazie alla sua ottima
conoscenza dell’arabo, dell’inglese e del francese era riuscita ben
presto a diventare inviata di guerra
per diverse testate giornalistiche
e quindi a vincere una borsa di
collaborazione in Rai. Seppur giovane, Ilaria divenne subito punto
di riferimento della cronaca oltreconfine. Una delle imprese che
più la vide coinvolta fu quella in
Somalia, dove appunto la giovane
romana morì a seguito di un at-
A
tentato, uccisa assieme a Mirian
Hrovatin, giornalista di origini slovene. Un amore spasmodico per
la verità e per il proprio lavoro
che portò Ilaria ad andare oltre
la mera, seppur terribile, guerra
civile somala e a scoprire un sotterraneo losco giro di rifiuti tossici
armi illegali, che molto probabilmente fu il vero motore dell’efferato delitto. C’era qualcosa di più
sotto quella rivelazione che scottava le mani dei piani alti: infatti,
secondo quanto riportato dalla
stessa Alpi, anche autorità italiane
sarebbero state invischiate nel
traffico malavitoso. Non millantato
spionaggio o macchina del fango,
visto che all’indomani della morte
di Ilaria, altri “strani” omicidi sono
avvenuti negli ambienti strettamente vicina la giovane reporter:
su tutti quello di Vittorio Lenzi,
operatore della troupe svizzeraitaliana , rimasto vittima di un incidente stradale sul lungolago di
Lugano.
A nulla è servita fino ad ora la richiesta della famiglia Alpi di fare
chiarezza ulteriore sulla vicenda
per rendere davvero giustizia alla
giovane e al suo impegno. Proprio
per ricordarla, ogni anno dal 1995
si assegna a Riccione il Premio
Ilaria Alpi alle migliori inchieste
televisive italiane dedicate ai temi
della pace e della solidarietà. Si
replica anche quest’anno, fino
all’8 settembre.. La giuria è presieduta da Luca Ajroldi, ex direttore del tg di Telemontecarlo e
per molti anni inviato del Tg2.
L’evento si struttura in più sezioni:
dall’inchiesta di meno di 15 minuti
a quella superiore al quarto d’ora,
passando per il miglior servizio
nei Tg. Un riconoscimento andrà
anche alla miglior inchiesta realizzata da una web tv italiana. Al
concorso si affiancheranno momenti di dibattito, approfondimento, workshop, mostre, incontri
con gli autori, rassegne e retrospettive.
on c’è due senza
Il Dottor Sottile sarebbe l’uomo voluto da Napolitano per la carica di Presidente della Corte Costituzionale
tre. Giuliano Amato è pronto a mettere le mani sulla terza
pensione. Il 16 settembre
prossimo, infatti, Franco
Gallo, attuale presidente
della Corte Costituzionale,
dovrà lasciare lo scranno
per la naturale scadenza dell’incarico. Che dura da 9 anni
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha
ci sarebbero anche il numero due del Csm, Michele Vietti
e non è rinnovabile. Non fa in tempo a liberarsi una
pensato nuovamente a lui. Una vera e propria scelta di
e il giurista Filippo Satta. Ma l’inclinazione di “Re Giorgio”
poltrona, che puntualmente spunta il nome del “dottor
rinnovamento e ringiovanimento. D’altronde il capo dello
è quella di premiare il dottor Sottile. E così Amato, oltre al
Sottile” quale successore. Il bottino, questa volta è troppo
Stato lo aveva proposto prima come suo successore e poi
vitalizio da parlamentare e quello da Presidente dell’Antitrust
ghiotto.
come nuovo – o vecchio – Premier.
(per un totale di 31.000 euro lordi al mese, questo è quello
Sono veramente pochi i ruoli che Amato non ha ricoperto
La poltrona di Presidente della Corte Costituzionale vale
che dice il giornalista Mario Giordano), potrebbe ottenerne
nella sua carriera politica: sottosegretario alla Presidenza
oro. L’assegno, a fine mese, è di quelli pesantissimi. Ma in
appunto un altro.
del Consiglio, due volte Premier, più volte ministro del Tegioco c’è anche la possibilità di ottenere la carica di PreIn tempo di crisi, 31.000 euro al mese sono pochi. Meglio
soro, dell’Interno, presidente dell’Antitrust, del comitato
sidente Emerito. E’ quella, la partita importante. Che oltre
aggiungerne un’altra decina. Così per essere davvero
per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, consulente del
a garantire una pensione più sostanziosa, offre anche un’insicuri di riuscire ad arrivare a fine mese. Senza stringere
governo Monti. E chi più ne ha ne più metta.
dennità aggiuntiva in busta paga. In corsa per la nomina
la cinghia, naturalmente.
F.Co.
N
Terza pensione in arrivo per Amato
Una scelta di rinnovamento e ringiovanimento,
quella del Capo dello Stato. E ora l’ex premier punta all’ennesimo vitalizio
4
Giovedì 5 settembre 2013
Esteri
Obama e Putin litigano a distanza in vista del G20 di domani. La Casa Bianca: “Il mondo non resti in silenzio”
Siria, primo via libera all’attacco
I senatori danno il primo sì all’offensiva, a patto che non si vada oltre i 60 giorni. Putin accusa Al Qaeda di
essere responsabile dell’utilizzo di armi chimiche e chiede prove certe ed inequivocabili delle colpe di Assad
di Federico Campoli
embra che la fiducia di
Obama nel Congresso
sia stata ben riposta. A
pochi giorni dall’inizio
delle discussioni sull’eventuale intervento armato in
Siria, arrivano già i primi sì. I
leader della commissione affari
esteri statunitense ha raggiunto
un accordo sull’offensiva. L’operazione non dovrà andare oltre
i 60 giorni, salvo una proroga
di 30, previa approvazione di
Capitol Hill. Nonostante si stia
concretizzando la volontà dell’inquilino della Casa Bianca, i
senatori hanno però escluso la
possibilità che possano essere
inviate delle truppe di terra direttamente sul suolo siriano.
L’esame finale, in ogni caso, si
terrà il 9 settembre, giorno in
cui riprenderanno le attività
parlamentari dopo la pausa
estiva. Nel frattempo, in vista
del G20 di venerdì a San Pietroburgo, Obama ha rivolto un
appello dai toni vagamente
umanitari al mondo intero. Ovviamente, di umanitario c’è solo
il tono. I contenuti sono differenti.
“Di fronte alla barbarie che si
sta verificando in Siria la comunità internazionale non può
restare in silenzio” ha dichiarato
il Presidente Usa. Poi ha ag-
UCRAINA
S
Un uomo dietro le Femen
l quotidiano inglese
The Independent
compie rivelazioni
imbarazzanti sulle Femen.
Dopo che la sede ucraina
è stata chiusa per possesso di armi, sulle femministe a seno nudo
piomba un altro macigno.
A quanto pare, dietro al
gruppo “sextremista”,
come si autodefinisce,
si nasconde un uomo.
Si tratta di Victor Svyatski ed è conosciuto come
“consulente” del movimento. In pratica, gestisce
l’organizzazione pseudo-femminista. E’ lui il fondatore
di questo movimento, ed è lui che sceglie anche le
ragazze che poi andranno ad esibirsi. Naturalmente
dietro compenso. A quanto pare, le donne ucraine
che “scelgono” di spogliarsi prendono ben 200 euro
per farlo. A quanto pare, però, non tutte le militanti
ne sono a conoscenza. Come ha rivelato una Femen,
solo avanzando gradualmente all’interno dell’orga-
I
Barack Obama
giunto: “Noi siamo per la difesa
dei diritti umani fondamentali".
Poi, ha dichiarato di avere
“un'elevata certezza che il regime siriano abbia fatto ricorso
alle armi chimiche”. Infine ha
concluso dicendo: “Io rispetto
il processo delle Nazioni Unite,
ma crediamo fermamente che
sia stato il regime siriano di
Assad ad usare le armi chimiche il 21 agosto scorso a Ghouta”.
Di diversa opinione è il presidente russo Vladimir Putin. “Ci
convincerà solo lo studio molto
dettagliato e profondo del problema e la presenza di prove
evidenti che dimostrino chi ha
usato armi chimiche e con quali
mezzi” ha dichiarato il Capo
del Cremlino. In realtà, sono
però evidenti i passi avanti di
Mosca sulla questione siriana.
La Russia, infatti, non esclude
una “punizione” del governo
siriano, ma dichiara che non
accetterebbe altra decisione
che non sia presa da altri se
non dalle Nazioni Unite. “Queste
prove, se davvero esistono”
dice Putin, “dovrebbero essere
presentate al Consiglio di Sicurezza Onu”. Il Presidente russo ha poi aggiunto che le prove
“non dovrebbero essere basate
su voci e informazioni ottenute
dai servizi con intercettazioni".
Putin, poi, prova a smentire la
responsabilità del regime nella
morte dei bambini, avvenuta
giorni fa, per il presunto utilizzo
di armi chimiche. Il Capo del
Cremlino, infatti, ha rivolto le
accuse ad Al Qaeda, indicati
come i veri responsabili del
massacro di innocenti. Infine,
ha dichiarato che la Russia,
“per agire con decisione” chiede “una prova profonda e specifica che dimostri oltre ogni
nizzazione si capisce chi
veramente tiri le fila da
dietro le quinte. Una delle
Femen, inoltre, ha parlato
dei rapporti tra alcune
attiviste e il loro burattinaio. Si parla di una specie di “sindrome di Stoccolma”. Addirittura, a Victor viene chiesto se abbia
avviato l’attività per procurarsi ragazze. “In un
certo senso sì” risponde.
Intanto, una “sextremista” denuncia: “Siamo psicologicamente dipendenti da lui. Anche se sappiamo e
capiamo che potremmo fare tutto questo senza il
suo aiuto. Siamo psicologicamente dipendenti da
lui”. E’ queste donne dovrebbero essere il nuovo
volto della libertà femminile. Intanto, le Antigoni, in
Francia, continuano a portare avanti il proprio “femminismo-femminilismo”, senza sovrastrutture o ingannevoli guru.
F.C.
ragionevole dubbio chi ha usato
agenti chimici”. Poi prova a mitigare la propria posizione: “La
Russia non difende Assad, ma
il diritto internazionale”. L’ultimo
avvertimento va all’America.
“Se vedremo che si fa qualche
passo legato alla violazione
delle norme internazionali vigenti, allora dovremo pensare
a come agire in futuro, anche
con forniture di queste armi
sensibili ad altre regioni del
mondo".
Ariel Castro segregò nella sua abituazione tre ragazze per dieci anni. Le donne furono vittime di violenze ed abusi
Il mostro di Cleveland s'impicca in cella
L'uomo era stato ritenuto colpevole di 937 diversi capi di imputazione e condannato
a più di mille anni di carcere. Aveva scontato solo un mese in completo isolamento
di Carola Parisi
on sarebbe più uscito da quella cella,
dopo la condanna a
mille anni di reclusione per rapimento,
stupro e sequestro di persona.
Ma dopo solo un mese trascorso in isolamento nel carcere ‘Correctional Reception
Center di Orient’, in Ohio, il
mostro di Cleveland si è impiccato. Il primo agosto il cinquantatreenne Castro era stato
condannato all'ergastolo per
937 capi d’imputazione.
Le sue tre vittime erano scomparse tra il 2002 e il 2004,
quando avevano 14, 16 e 20
anni. Da allora erano state tenute prigioniere nell'abitazione
dell'uomo a Cleveland. Erano
riuscite a fuggire soltanto nel
maggio scorso. Insieme alle
tre donne nella casa c'era una
bambina di sei anni, risultata
figlia di Castro.
I medici del carcere hanno
tentato la rianimazione, ma
senza risultato: l'uomo è stato
trasportato quindi all'Ohio State University Wexner Medical
Center, dove è stato dichiarato
N
morto. Il portavoce del dipartimento di Riabilitazione e correzione dell'Ohio ha affermato
che Castro è deceduto per
apparente suicidio
La storia. Poco prima delle
sei del pomeriggio di lunedì
6 maggio Charles Ramsey, di
professione lavapiatti in un ristorante, era appena tornato
nella sua casa monofamiliare
nel quartiere residenziale di
Tremont a Cleveland – dove
vive da un anno – dopo essersi
comprato la cena in un McDonald’s, quando ha sentito delle
urla dalla casa vicina. In pigiama e ciabatte, si è avvicinato, e oltre una porta chiusa
e parzialmente scardinata ha
visto una giovane donna con
una bambina in braccio che
chiedeva aiuto e di essere liberata. Altri vicini hanno sentito il baccano e si sono avvicinati, e insieme a loro Ramsey
è riuscito a forzare la parte
inferiore della porta e a far
uscire la donna e la bambina,
e insieme hanno chiamato il
911, il pronto intervento della
polizia: la donna, molto agitata
e spaventata, ha detto a Ramsey e agli altri vicini, e poi
Ariel Castro
alla polizia, di essere Amanda
Berry, scomparsa senza più
essere ritrovata il 21 aprile
2003, alla vigilia del suo 17mo
compleanno, mentre tornava
a casa dal fast food dove lavorava. Alla polizia ha dato
l’indirizzo della casa da cui
era appena scappata – il 2207
di Seymour Avenue – e chiesto
rassicurazioni che arrivasse
qualcuno in fretta, «prima che
lui tornasse». Amanda ha subito fornito per telefono nome
ed età dell’uomo che in quel
momento non era in casa ma
che lei temeva potesse rien-
trare da un momento all’altro:
Ariel Castro, di 52 anni.
La polizia è arrivata e ha trovato altre due donne legate e
intrappolate in casa: dopo
averle liberate le ha portate
in ospedale insieme ad Amanda e alla bambina. L’identità
delle tre donne è stata comunicata dalla polizia nel giro di
pochi minuti: oltre ad Amanda
Berry, di 27 anni, si trovavano
nella casa Georgina “Gina”
DeJesus, di 23 anni, e Michelle
Knight, di 32. Anche loro erano
scomparse a Cleveland tra il
2002 e il 2004. La bambina –
di sei anni – è la figlia di
Amanda Berry, e Castro.
La polizia ha confermato che
si trovavano nella casa dal
giorno della loro scomparsa.
Per il loro sequestro sono stati
arrestati Ariel Castro – 52 anni,
proprietario della casa, di professione autista di scuolabus
– e i suoi fratelli Pedro e Onil
Castro, di 54 e 50 anni, che
non vivevano con il fratello
ma che sarebbero coinvolti
nel sequestro. Non sono stati
forniti dettagli sugli arresti.
La scomparsa di Amanda Berry è stata una vicenda molto
seguita dai media locali negli
ultimi dieci anni, e lei stessa
ha confermato nella telefonata
al 911 di averne consapevolezza («sono sui telegiornali
da dieci anni»). Di Amanda
Berry si perse ogni traccia il
21 aprile del 2003, dopo una
telefonata in cui avvisava la
sorella che stava rientrando a
casa sfruttando un passaggio
in macchina. Inizialmente l’FBI
ritenne che potesse trattarsi
di una fuga di casa, ma la settimana seguente una telefonata
dal cellulare di Amanda alla
madre riaprì il caso.
Quella di Georgina DeJesus
fu l’altra scomparsa molto nota,
avvenuta nella stessa zona di
Cleveland: sparì che aveva 14
anni – il 2 aprile del 2004,
mentre tornava a casa da
scuola – non lontano da dove
si persero le tracce di Amanda
Berry. L’agente dell’FBI Timothy Kolonick, che aveva già
lavorato al caso Berry, non
confermò e non escluse collegamenti tra le due scomparse.
Michelle Knight era stata la
prima delle tre ragazze a
scomparire. L’ultima volta
che venne vista fu il 23 agosto del 2002 a casa del cugino, a pochi chilometri dalla
casa di Ariel Castro: aveva
vent’anni. In un’intervista al
Plain Dealer di Cleveland la
nonna di Michelle disse di
credere che la nipote fosse
scappata dopo aver perso
la custodia della figlia. La
madre di Michelle, che intanto si trasferì in Florida,
tornò spesso a Cleveland a
continuare ad appendere volantini nel quartiere anche
dopo che la polizia abbandonò le ricerche.
5
Giovedì 5 settembre 2013
Effetto boomerang per l’uscita romana del prossimo segretario del Pd
Renzi e Marino in passerella
schivando il traffico dei Fori
Il sindaco di Roma accompagna il collega di Firenze sull’area “pedonale” e la
ritrova piena di taxi e bus. Quando se ne vanno, si alza il grido: “Viva gli sposi!”
di Ugo Cataluddi
na passerella, quella
di Renzi e Marino,
come neanche al recente festival del cinema di Venezia, con
i vari divi Hollywoodiani. Una
sfilata creata ad hoc per telecamere e giornalisti e, una volta
accertato che l’organizzazione
lasciava come sempre a desiderare, si è pensato bene di
gettare la colpa su questi ultimi
accorsi in numero troppo elevato.
Un’esibizione quindi tutta “sinistra” quella andata in scena
la mattina di mercoledì, sotto il
sole cocente e con una folla, tra cronisti,
staff dei due sindaci e semplici curiosi che
costituiva “un reale problema di ordine
pubblico”. Motivo per il quale la passeggiata
in bicicletta su via dei Fori Imperiali (originario motivo della visita di Renzi nella Capitale) è saltata e il tutto si è esaurito in una
breve passeggiata di poche decine di metri
U
Matteo Renzi (a sinistra) e Ignazio Marino
a ridosso dell’area pedonalizzata. E forse è
stato un bene che il programma iniziale sia
andato a rotoli.
Molto si è detto e molto si è scritto sulla pedonalizzazione di via dei Fori, ma difficilmente alla trincea di telecamere schierate
per riprendere i due alleati del piddì,
sarebbe sfuggito che di tutto si tratta, tranne
che di un’area sgombera dalle
auto. Alle ore 12.00, la strada
era infatti presa d’assalto da
taxi, ncc, bus e open bus. Gran
parte di questi, inoltre, transitava
totalmente incurante del limite
di 30 km/h, nonostante lo spiegamento da guerra degli agenti
della municipale in bicicletta,
evidentemente troppo intenti
a monitorare la marea umana
con a capo il sindaco di Roma
e il “rottamatore”.
“Non posso occuparmi anche
degli aspetti tecnici”, ha quindi
affermato Marino a margine
della conferenza stampa in
Campidoglio, in risposta ai
giornalisti (un’80ina circa, tra cameramen e cronisti), imbufaliti per la poca
professionalità con cui è stato curato l’evento.
Unica dichiarazione (evitati i temi caldi del
momento) oltre agli elogi alle pacche sulle
spalle di rito con Renzi, prima di scendere
dalla scalinata di Palazzo Senatorio, tra
l’ilarità dei presenti che vedendoli a braccetto
hanno intonato un “viva gli sposi”.
Italia
DA ROMA
Ferì due carabinieri: giudizio immediato
La sparatoria a Palazzo Chigi:
da novembre processo a Preiti
La difesa potrebbe tuttavia scegliere di
avanzare la richiesta disono
ritoi reati
alternativo
contestati all'uodi Valter Brogino
n caso che potrebbe
ancora nascondere
qualcosa, o una semplice formalità? Difficile capirlo ora: fatto sta che comincerà il 20 novembre
prossimo in tribunale il processo a carico di Luigi Preiti,
il disoccupato calabrese di
46 anni, che la mattina del
28 aprile scorso, quando si
insediò il governo Letta, sparò alcuni colpi di pistola all'indirizzo di quattro carabinieri, in servizio davanti a
Palazzo Chigi, ferendo gravemente al collo il brigadiere Giuseppe Giangrande
e, in modo più lieve a una
gamba, l'appuntato Francesco Negri. Molto meglio
andò ad altri due militari:
uno si vide perforare il giubbetto antiproiettile e un altro
si salvò gettandosi a terra.
Quadruplice tentato omicidio, detenzione, porto e ricettazione della Beretta 7.65,
U
mo. Il gip ha accolto così la
richiesta di giudizio immediato, sollecitato il 31 luglio
scorso dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e
dal pm Antonella Nespola.
Non si esclude, però, che la
difesa di Preiti possa formalizzare una richiesta di rito
alternativo (come l'abbreviato che, in caso di condanna dell'imputato, prevede
uno sconto di pena pari a
un terzo). In quel caso, la
posizione di Preiti sarebbe
esaminata in udienza preliminare da un gup e non più
da un collegio di tribunale.
Secondo gli inquirenti, Preiti,
detenuto a Rebibbia dal giorno dell'arresto, avrebbe agito da solo e senza avere alcun 'input' esterno. Non è
stato chiarito però se la Beretta sia stata effettivamente
acquistata al mercato nero
di Genova, come raccontato
dall'uomo al momento dell'arresto .
MAGLIANA
Ammazza la moglie “per gioco”
n omicidio per gioco. È quello che emerge dal racconto di Gaetano
Giusto, 73 anni, che martedì sera a Roma in via Pescaglia ha ucciso la
moglie Rosa Graziani con un colpo di pistola, un revolver calibro 45,
regolarmente detenuta. Secondo la sua versione, la moglie lo avrebbe visto
in salone con la pistola in mano e gli avrebbe chiesto se non avesse
intenzione di spararsi. Lui a quel punto avrebbe risposto scherzando: “No
avrei intenzione di sparare a te”. L'uomo avrebbe poi premuto il grilletto
puntando l'arma, che riteneva scarica, verso la moglie: l’ha colpita a un
fianco. La donna 63 anni si sarebbe a quel punto rifugiata in bagno. Subito
dopo l'anziano, in stato confusionale, si è rivolto a una vicina che ha avvisato
il 113. Sul posto sono giunti i sanitari del 118 e una volante della polizia. La
donna è stata trasportata al San Camillo, dove è morta intorno all'una. OvV.B.
viamente, serrate le indagini della polizia scientifica.
U
USURA
Colf e strozzina, arrestata
olf e strozzina. Ma la sua doppia attività non è sfuggita ai
carabinieri che, al suo rientro in Italia, hanno arrestato una 69enne
cittadina filippina, collaboratrice domestica. È ritenuta il capo di una
banda dedita all'usura, estorsione ed esercizio abusivo di attività finanziaria
sgominata nel corso di un'operazione denominata ''Usura Filippina'', che
lo scorso 7 maggio portò all'arresto di 10 persone da parte degli stessi
Carabinieri. Durante l'operazione la donna riuscì a sfuggire alla cattura
poiché si trovava all'estero. Martedì, al suo rientro in Italia, è stata
arrestata dai Carabinieri che le hanno notificato un'ordinanza di custodia
cautelare emessa dal GIP di Roma. Dopo l'arresto, la 69enne è stata
portata al carcere di Rebibbia. Le indagini hanno permesso di accertare
che gli arrestati realizzavano prestiti di denaro a connazionali in difficoltà
economiche con tassi che raggiungevano anche l'80% annuo. Un centinaio,
Gustavo Lidis
finora, le vittime accertate.
C
BORGO
Contraffazione: blitz anti-abusivi
rentaduemila euro di multa e oltre 500 pezzi contraffatti sequestrati.
È il frutto di sette contravvenzioni amministrative, comminate ad altrettanti commercianti abusivi, e di 6 sequestri amministrativi
effettuati dagli agenti del Commissariato Borgo, in collaborazione con i
Vigili Urbani di Roma Capitale. Le verifiche, disposte dal questore di
Roma, Fulvio Della Rocca, hanno interessato anche altre zone della
Capitale e sono tutt’ora in corso. Sul fronte della prostituzione su strada,
sempre la Questura di Roma informa che tra Prenestino, San Basilio e
Casilino, nella serata di martedì hanno identificato 30 “lucciole”, quasi
tutte provenienti dall’ Est Europa, 6 delle quali accompagnate presso gli
uffici di via Patini per accertamenti sull’identità personale. I controlli, che
ormai da tempo, gli agenti della Questura stanno effettuando a cadenza
giornaliera, proseguiranno anche nelle prossime settimane e interesseranno
G.L.
altre zone della città.
T
6
Giovedì 5 settembre 2013
I DIRETTORI GENERALI DA RINNOVARE SCATENANO APPETITI A CENTRO-SINISTRA
Il Pd lancia l’assalto
alla sanità regionale
Italia
DA ROMA E DAL LAZIO
DISCARICA: BARRICATE SULL’ARDEATINA
Comitati inascoltati:
ritornano i blocchi
“E’ un fatto gravissimo che ci sia
questa totale assenza di trasparenza”
Il consigliere Agostini: ”I dirigenti nominati dalla Polverini vanno cambiati tutti”
La replica di Storace: “Ancora c’è chi pensa di nominarli in base alla tessera di partito”
n intervento sulla sanità che
sembra volersi scagliare contro
l’ancien regime, ma che in verità non può che essere letto
come un tentativo di far piazza
pulita per mettere in campo una bella
lottizzazione vecchio stile. L’attacco parte
dal Pd ed è a firma del consigliere regionale Riccardo Agostini. “Credo che
nel futuro della sanità del Lazio non
possa esserci spazio per la vecchia
guardia dei direttori generali nominati
dalla precedente Giunta. Il lavoro degli
esperti Agenas deve puntare ad un ricambio profondo tenendo conto di chi
ha contribuito a creare lo stato di crisi
attuale e di chi non ha tenuto conto, invece, delle disposizioni regionali in merito, per esempio, alle gare d'appalto”,
ha dichiarato Agostini.
Il quale, anima candida, apre anche la
vista su uno spaccato un pochino squallido… “Il semplice buon senso dice che
il profondo cambiamento necessario a
cambiare il sistema non può essere affidato a chi ha oggettivamente contribuito
a determinare lo stato di crisi attuale aggiunge - Occorre voltare pagina e
non valutare le aderenze politiche dell'ultimo minuto. Troppi sono i direttori
nominati dalla Polverini che stanno tentando il riciclaggio. Non si può fare, il
modello dg per tutte le stagioni direi
che ha fatto il suo tempo”.
U
a lotta non si ferma, anche
se ben pochi ormai ne danno
notizia, tra i mass media allineati ne coperti al monocolore
Pd che, dal Ministero dell’Ambiente
al Campidoglio passando per la
Regione Lazio, ha deciso il sacrificio
di quella parte di Roma all’emergenza rifiuti. Decine di manifestanti
hanno occupato la strada nella
notte di martedì, a partire dalle
22,45, in forma di protesta contro
l’ipotesi della costruzione di un
centro rifiuti vicino al Santuario
del Divino Amore. I partecipanti
hanno bloccato il traffico costruendo una barricata di fortuna con
cassonetti, tavoli e alcune sedie.
Si è reso dunque necessario chiudere la strada all’altezza di via
della Falcognana. Tutta colpa della
mancata convocazione e, ancora
una volta, della totale assenza di
trasparenza sull’operazione Falcognana. “Per l’ennesima volta le
porte per noi restano chiuse”, dichiara in una nota il presidio “No
discarica” Divino Amore. “Abbiamo
chiesto a gran voce di conoscere
L
Quanto è bastato per far saltare dalla
sedia l’opposizione: troppo evidente, ai
limiti della sfacciataggine, il piano per
un’occupazione militare della sanità da
parte di uomini fidati della sinistra. È
Francesco Storace (La Destra), vicepresidente del consiglio regionale, a lanciare
un serio monito al riguardo. “Se ci sono
direttori capaci, il Pd li vuole mettere alla
porta solo perché non hanno la tessera
di partito giusta? E’ questa la rivoluzione
09:07
meritocratica
che era stata annunciata in
campagna elettorale? Spero che Zingaretti
voglia smentire le sciagurate dichiarazioni
del consigliere del Pd Agostini, al quale
la nostalgia di Montino ha fatto perdere
la ragione. Credo che il preannuncio sostanziale di una nuova lottizzazione sia
davvero sbagliato e che l’Agenzia nazionale di sanità, tanto esaltata dal presidente
della Regione, debba far sentire la sua
voce. A che serve averla coinvolta se poi
prevale il metodo Agostini?”.
Bruno Rossi
prima il luogo e l’orario della riunione di martedì e poi l’esito dell’incontro, ammesso ci sia stato.
Ci siamo mobilitati in un sit in davanti al Ministero dell’Ambiente e
neppure in quel frangente si sono
degnati di darci una risposta”.
“Sul balletto tra Comune, Regione,
Ministero e il commissario Goffredo Sottile ancora nulla è dato a
sapere. E questo, già di per sé, è
un fatto gravissimo perché mette
il luce una modalità subdola e
ambigua che offende la democrazia
e il diritto ad essere informati.
Sottile – conclude il presidio –
come previsto dal decreto di nomina, è tenuto a produrre piani,
programmi e tabelle finanziarie
rispetto alla sua azione. Ed è
tenuto, altresì, a presentare una
relazione mensile sullo stato di
avanzamento delle attività svolte.
Ci chiediamo se siano mai state
presentate queste relazioni, che
dovrebbe essere rese pubbliche
e non secretate come tutto ciò
che riguarda questa vicenda”.
Valter Brogino
Pieve di Soligo: proposta di Progetto Nazionale
Una via per Pasquinelli
Ma la sinistra dice ‘no’
La mozione per ricordare l’eroina di Pola
verrà discussa in consiglio. È polemica
Milano - Il fatto risale al 14 febbraio, ieri sono stati individuati gli aggressori
Massacrarono di botte uno studente:
arrestate due antagonisti dell’ex Cuem
Alla base del pestaggio, discussioni politiche e l’imbrattamento di
un manifesto comunista. La vittima ha riportato danni permanenti
di Barbara Fruch
a imbrattato alcuni manifesti comunisti per
questo è stato pestato
a sangue riportando
lesioni permanenti. È
successo lo scorso 14 febbraio
all’Università Statale di Milano
quando due ‘zecche’ dopo una
discussione per motivi politici,
hanno massacrato F.C. di 28 anni
fratturandogli il cranio e procurandogli danni “estetici e funzionali” irrimediabili, tali da richiedere un importante intervento
chirurgico ricostruttivo maxillofacciale.
Per questo, informa il Comando
provinciale dei carabinieri di Milano, L. M., 30 anni, detto ‘Lollo’,
e S. D., detto ‘Simone’, 26 anni,
entrambi studenti universitari vicini all’Assemblea di Scienze Politiche, di area antagonista, che
occupa l’ex Cuem e l’ex Cuesp
dell’Università Statale di Milano,
sono stati arrestati ieri mattina,
per ordine del gip, dopo un’inchiesta condotta dal pm Piero
Basilone e dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, capo
del Quarto Dipartimento Antiterrorismo. I due dovranno rispondere di lesioni personali gra-
H
di Cristina Di Giorgi
aria Pasquinelli
ha dedicato tutta
la sua vita all’Italia. Anche compiendo gesti
drammaticamente duri come
l’omicidio del generale inglese De Winter nel corso
della cerimonia di consegna
delle chiavi della sua Pola
agli alleati. Una scelta estrema, per la quale ha pagato.
Ma che dimostra quanto
questa donna, morta recentemente all’età di 100 anni,
abbia amato la Patria.
Per sottolineare e valorizzare, soprattutto in tempi quasi
privi di valori come quelli
di oggi, un ideale come quello che ha animato Maria, alcuni consiglieri comunali di
Pieve di Soligo (Treviso) hanno proposto di dedicarle una
Via o un luogo di pubblico
interesse. Firmatari della mozione, che verrà presentata
nella prossima seduta consiliare, sono Cristian Gai e
Jacopo Beltrame, di Progetto
Nazionale. La loro proposta,
ancora prima di essere discussa in sede istituzionale,
ha già suscitato un vespaio
di polemiche.
I quotidiani locali scrivono
che intitolare una via ad una
fascista che uccise a sangue
freddo, in tempo di pace, un
generale inglese è un’idea
choc. Risponde uno dei due
promotori dell’iniziativa, secondo il quale “la Pasquinelli
è una figura importante, che
ha mostrato il suo attaccamento alla Patria. La sua
azione, per quanto cruda, si
basava su un principio valido: la liberazione dell’Istria
e della Dalmazia dai partigiani jugoslavi”. Gli fa eco
M
Italia DAL NORD
7
Giovedì 5 settembre 2013
il cofirmatario della mozione,
che spiega: “Vogliamo risvegliare l’italianità. In un
periodo come questo, va rispolverato il senso di appartenenza alla nostra Patria”.
A chi fa loro notare che la
Pasquinelli non ha alcun legame con Pieve di Soligo, i
due consiglieri del Gruppo
misto rispondono che non
tutte le vie del paese sono
dedicate a personaggi locali
e ricordano anche che il
consiglio aveva approvato
l’intitolazione di una strada
ai martiri delle foibe, mai
realizzata.
Il sindaco Fabio Sforza ha
dichiarato che la legge impone di prendere in considerazione solo le richieste
per soggetti deceduti da più
di dieci anni (e la Pasquinelli
è morta due mesi fa) e che
in ogni caso “la priorità spetta alla gente di Pieve”. Stando alle prime reazioni, è
molto probabile che sia
maggioranza sia opposizione voteranno contro la proposta di Gai e Beltrame. La
discussione si preannuncia
comunque molto accesa, anche perché “il Quartier del
Piave è stato terra di Resistenza – scrive La Tribuna
di Treviso – ed è improponibile una via dedicata ad
un’eroina fascista. Sarebbe
benzina sul fuoco dello scontro politico: insorgerebbero
partigiani, centro sinistra e
molti comuni cittadini”.
Come dire: è vietato rendere
omaggio a chi non è omologato all’ideologia della
“vulgata resistenziale”. Date
tali premesse, la memoria
condivisa – purtroppo per
tutti – continuerà a rimanere
una chimera.
vissime e violenza privata aggravata, commessi in concorso
con altri giovani che sono in corso
di identificazione.
Il 14 febbraio i due ragazzi, nel
corso di una festa organizzata
per San Valentino dall’Ex Cuem,
hanno notato lo studente fuori
sede non impegnato in politica,
mentre con un pennarello stava
facendo scarabocchi su un manifesto che chiedeva la liberazione di alcuni prigionieri politici
comunisti. I due antagonisti, secondo le ricostruzioni fatte dai
carabinieri, prima lo hanno insultato e poi lo hanno preso a
calci e pugni sia all’interno dell’ateneo sia in prossimità del portone di ingresso, dove era stato
trascinato, da una ventina di studenti. Era stato lasciato a terra
esanime, con una vistosa frattura
al cranio, tale da far credere agli
assalitori che fosse morto.
Dopo due settimane la vittima,
che inizialmente non aveva né
denunciato l’accaduto né, ha notato un avvallamento nella parte
sinistra della fonte ed è stato costretto ad andare al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di
Milano, dove i chirurghi hanno
provato a limitare i danni procurati
dalla frattura della parete anteriore
Ex Cuem, presidio a palazzo di giustizia (foto:New Press)
del seno frontale, con una prognosi di 68 giorni. Le percosse
hanno causato al ragazzo una
importante deformazione al viso:
il giovane potrebbe anche aver
subito lesioni permanenti (il rientro della scatola cranica, una grossa cicatrice, l’arretramento dell’occhio e danni funzionali) e potrebbe non riacquistare più la
sensibilità della parte sinistra del
viso. Le indagini hanno consentito
di identificare “inequivocabilmente” i due aggressori, che
avevano anche minacciato di gravi ritorsioni altri due studenti, testimoni dell’accaduto, perché non
parlassero con le forze dell’ordine. Uno dei due arrestati, ‘Lollo’,
è anche imputato a Torino nell’ambito del processo a carico
degli esponenti No Tav. Entrambi
si trovano nel carcere di San Vittore a Milano.
BRESCIA – NUOVI ELEMENTI SULL’OMICIDIO DI MARINA RODRIGUES
Grigoletto ammette relazione. Gip convalida il fermo
Dubbi sulla paternità del figlio della ragazza L’avvocato difensore: “Lei aveva altre relazioni”
puntano altre prove nel delitto di Brescia. Mentre è
stato convalidato l’arresto
di Claudio Grigoletto, accusato
per l’omicidio di Marina Rodrigues, uccisa negli uffici della
“Alpi Aviation do Brasil” a Gambara, il presunto assassino ha
ammesso per la prima volta la
sua relazione con la 29enne davanti al gip bresciano Francesco
Nappo. A darne notizia è stato il
legale dell’uomo, Elena Raimondi, al termine dell’interrogatorio.
Sul fronte delle indagini, i Cara-
S
binieri hanno travato nell’ufficio
di Grigoletto lo scontrino di un
supermarket con l’acquisto di
candeggina e acido. La ricevuta
fiscale, infatti, risale alla mattinata
di giovedì, giorno in cui Marilia
Rodrigues è stata uccisa. Secondo il quadro accusatorio, con
il fine di simulare un suicidio e
depistare le indagini degli inquirenti, l’assassino avrebbe cercato di far ingerire acido alla
ragazza. Un indizio importante.
Ma c’è dell’altro: in un ufficio di
Grigoletto a Bedizzole - sempre
nel bresciano, nel corso delle
indagini - è stata ritrovata dai
militari dell’Arma una chiave inglese su cui sono state rinvenute
tracce del tubo della caldaia
dell’appartamento di Gambara.
Il presunto assassino, quindi,
avrebbe anche cercato di inscenare una fuga di gas. In base
a questi elementi, tuttavia, al bresciano potrebbe essere contestata anche la premeditazione.
Intanto, l’uomo ha deciso di collaborare con la Magistratura. “Il
mio assistito ha rilasciato dichiarazione spontanee”, ha osservato
l’avvocato Raimondi dopo l’in-
terrogatorio di convalida del fermo nel carcere di Canton Mombello. Grigoletto, inoltre, ha ammesso la relazione sentimentale
con la brasiliana ma a proposito
della paternità del figlio che la
giovane stava aspettando, il suo
legale ha tenuto a precisare che
“stiamo attendendo anche noi
le risultanze degli esami perché
sono emerse altre relazioni”.
A Brescia, nel frattempo, sono
arrivati dal Brasile i familiari di
Marilia che dovranno riportare
il corpo della ragazza in patria.
G.S.
BOLZANO – L’INTERVENTO DEL CONSIGLIERE DE LA DESTRA
Minniti contro la Klotz
“Il partito separatista mina la serenità altoatesina”
Con i suoi referendum
inutili la Klotz mina solo
la convivenza per un tornaconto personale; questo rappresenta la volgarità della politica poiché ci si serve di essa
per interessi elettorali piuttosto
che metterla al servizio del
cittadino”. Lo afferma il Consigliere provinciale de "La Destra" Mauro Minniti in merito
al referendum sull’autodeter-
“
minazione organizzato dal partito separatista di Eva Klotz
che proprio qualche giorno
fa ha preso il via in provincia
di Bolzano. “L’iniziativa è tanto
più grave se si considera che
la stessa non ha alcun valore
giuridico, ma alimenterà solo
insofferenza e tensioni” aggiunge Minniti secondo il quale “non esistono aggettivi per
commentare il comportamen-
to di una persona che, pur di
fare voti, mette a rischio la serenità altoatesina. Ho Invitato
più volte la Klotz ad andarsene
dal nostro Paese se i soldi italiani le danno fastidio e reputo
incomprensibile ed incoerente
il fatto che, nel promuovere
l’autodeterminazione, la Klotz
continui a sedere in una Istituzione italiana come il Consiglio provinciale”.
Roma, via Giovanni Paisiello n.40
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Giovedì 5 settembre 2013
ISCHIA – QUANDO I SOLDI NON BASTANO...
Offre 45mila euro per una sera
il titolare del ristorante rifiuta
Q
uando la clientela
vale più dei soldi.
Il titolare di un suggestivo e rinomato ristorante di Ischia (Napoli) è
riuscito a rifiutare l’offerta
di un magnate russo che,
con insistenza e proposte
crescenti, era arrivato a
promettergli 45mila euro
per avere l’intero locale
per una sera. Così sull’isola
partenopea, che si è giocata facoltosi ospiti a suon
di tasse e multe da brivido,
arriva un alto ‘ben servito’.
Venerdì scorso il titolare
del noto ristorante “Il Gabbiano” sulla spiaggia di Citara di Forio d’Ischia, Gianfranco D’Ambra, ha ricevuto una proposta che in
pochi avrebbero avuto il
coraggio di rifiutare: 45mila
euro per una serata nel suo
locale, naturalmente senza
altri clienti tra i piedi. “Mi
hanno chiamato venerdì
per sabato, giornata in cui
avevo quasi tutto il locale
prenotato. Ho spiegato che
la mia è una clientela prestigiosa e non potevo chiudere le porte ai nostri clienti. Gli ho offerto una metà
del ristorante ma a questo
punto hanno cominciato ad
alzare la posta fino a offrire
45.000 euro. Una cifra che
fa gola certamente, ma la
loro richiesta era irricevibile: volevano l’uso esclusivo del locale”.
Di fronte alla cifra in ballo
il proprietario del ristorante avrà fatto le sue considerazioni, e tra una notte
da leone e il rischio di perdere i suoi ‘affezionati clienti’ non ha avuto dubbi. Ma
a infastidire il titolare è
stato anche lo scarso preavviso e l’atteggiamento
supponente del magniate
russo “Per la verità avevano
un modo di fare che non
mi è piaciuto Volevano imporsi con un diktat: compro
e basta! Ma la dignità non
è in vendita – conclude
D’Ambra – Gli ho fatto capire che, anche se sono
ricchi, non possono pensare di poter comprare
sempre tutto”.
Insomma mentre piovono
rubli su Ischia, c’è anche
chi riesce a dire no al vil
denaro.
Barbara Fruch
Italia
DAL SUD
L’omicidio è avvenuto nei locali del centro di igiene mentale della Asl
Bari: psichiatra accoltellata
a morte da un suo paziente
Fermato l’assassino, ex tossicodipendente con problemi anche di abuso di alcol
a dottoressa Paola Labriola, in servizio
presso la sede del centro di igiene
mentale del quartiere Libertà a Bari,
è stata aggredita da un utente della struttura,
che l’ha più volte colpita all’addome, al
collo e alle spalle con un coltello da cucina
dalla lama lunga dodici centimetri. I colpi
inferti hanno provocato alla psichiatra altrettante ferite, alcune delle quali tanto
gravi da provocarne la morte. Al momento
dell’omicidio nel centro c’erano una decina
di dipendenti. Il corpo senza vita della
donna è stato rinvenuto nello studio medico
in cui lavorava dalle forze dell’ordine, che
hanno subito avviato le indagini.
La dottoressa, in servizio dal 1994 presso
varie strutture cittadine, aveva 53 anni e
lascia una famiglia e due figli di dodici
anni. “Sono sconvolto. Non l’ho vista mia
moglie – ha detto il marito, psicologo, accorso sul luogo dell’omicidio non appena
appresa la notizia - non me l’hanno fatta
vedere”. L’uomo, visibilmente provato, non
è riuscito a fare altre dichiarazioni né
ipotesi sul tragico fatto di sangue che ha
avuto come vittima la consorte.
Il presunto assassino è un uomo di quarantaquattro anni, Vincenzo Poliseno, ex
tossicodipendente con problemi anche
L
di abuso di alcol, accusato di omicidio
volontario e attualmente sotto interrogatorio.
A quanto si apprende l’uomo, già fermato
dagli agenti e condotto in questura, era
stato soltanto un’altra volta nella struttura
sanitaria di via Tenente Casale. Nelle prime
ore del mattino è andato in un altro centro
di igiene mentale (quello di San Paolo) e,
avendolo trovato chiuso, si è diretto verso
la sede della circoscrizione Libertà pretendendo di avere dei soldi. immediatamente allontanato, ha raggiunto il vicino
centro nei cui locali operava la dottoressa
Labriola e ha atteso per circa mezz’ora il
suo turno di essere visitato, sedendo in
sala d’attesa senza mostrare alcun segno
di nervosismo.
Sul luogo del fatto si è recato il direttore
dell’Asl di Bari Domenico Colasanto, contestato da alcuni dei presenti che hanno
ricordato che non è la prima volta che nei
centri di igiene mentale si verificano aggressioni agli operatori. “Qui succede
spesso che qualcuno va fuori di testa racconta Mario, residente nella via del
centro Sim di Libertà - e in più di qualche
occasione i medici rischiano seriamente.
Credo che sia una tragedia annunciata
perché non è il primo caso di aggressioni
Eurosky Tower .
Entrare in casa e uscire dal solito.
subite”. Dello stesso tenore le dichiarazioni
di una paziente della dottoressa, che ha
confermato: “Non è la prima volta che accadono aggressioni nel centro e che
spesso arrivano pazienti violenti”.
Presenti sul posto anche l’assessore regionale alla Salute Elena Gentile e il sindaco
di Bari Michele Emiliano, che ha proclamato
il lutto cittadino. “Ho già chiesto al prefetto
– ha inoltre dichiarato – di considerare la
situazione critica delle strutture dell’Asl.
Quello di oggi è un incidente sul lavoro
dovuto alle condizioni di pericolo a cui
sono sottoposti questi operatori. Finché
non sarà trovata una soluzione, i vigili urbani
sorveglieranno il centro, perché le dottoresse
vogliono continuare a lavorare”.
Cristina Di Giorgi
PESCARA – DIETRO LA TRAGEDIA DIFFICOLTÀ ECONOMICHE
La crisi uccide ancora:
si impicca commerciante
L
a crisi continua a mietere vittime. Un commerciante di 51 anni
di Cappelle sul Tavo (Pescara) si è impiccati all'interno del suo furgone, nel
territorio comunale di Spoltore. L’uomo, titolare di un
negozio di ortofrutta, ieri
mattina, dopo essere andato
a ritirare della merce al
mercato ortofrutticolo di
Villanova di Cepagatti, ha
accostato il mezzo, lungo la
strada che percorreva tutte
le mattine per lavoro, e ha
deciso di farla finita. A scoprire il cadavere, nel pomeriggio, sono stati alcuni
passanti che hanno notato
il furgone fermo in località
Cavaticchi. Dentro il corpo
ormai senza vita. Inutili i
soccorsi. Sul posto sono subito intervenuti i Carabinieri della Compagnia di
Pescara e della stazione di
Spoltore. L’uomo non ha lasciato biglietti. Comunque
sembra ci siano pochi dubbi sull’origine del gesto: in
base alla ricostruzione delle
forze dell’ordine che hanno
ascoltato i familiari l’uomo
alla base della tragedia ci
sono le difficoltà economiche incontrate negli ultimi
tempi. Insomma, è l’ennesimo dramma di un Italia
C.B.
in crisi.
REGGIO CALABRIA – L’OPERAZIONE DELLA POLIZIA
‘Ndrangheta: 7 arresti
tra cui un ex sindaco
Il relax ha una nuova casa.
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RE AWARDS
Premio Speciale
Smart Green Building
ex sindaco di San Procopio
è finito in manette insieme
ad altre sette persone tra
cui due imprenditori ed un commerciante (quest'ultimo accusato
di intestazione fittizia di beni).
Nell’ambito dell’operazione contro
la cosca Alvaro condotta dalla
squadra Mobile di Reggio Calabria
e dallo Sco di Roma. Rocco Palermo, di 52 anni, era già stato
arrestato nel giugno del 2010
nell'operazione 'Meta', condotta
contro le cosche reggine del capoluogo e della provincia. L'ex
sindaco è ritenuto dagli investigatori un uomo di fiducia di Cosimo Alvaro, figlio di Mico ritenuto
L’
UFFICIO VENDITE
Roma EUR
Viale Oceano Pacifico
(ang. viale Avignone)
Numero Verde 800 087 087
www.euroskyroma.it
il capo del clan. In seguito all'arresto di Palermo, il Comune di
San Procopio fu poi sciolto per
infiltrazioni mafiose, nel dicembre
2010, dal Consiglio dei ministri.
I due imprenditori arrestati, secondo quanto si è appreso, sono
accusati di essere inseriti a pieno
titolo nella cosca degli Alvaro. In
particolare sarebbe stato proprio
grazie alla loro attività che la
'ndrina riusciva ad ottenere gli
appalti. I provvedimenti restrittivi
eseguiti stamani sono stati emessi
dal gip del Tribunale di Reggio
Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia che
ha coordinato le indagini. C.B.
Sport
9
Giovedì 5 settembre 2013
Prandelli, al termine del Mondiale in Brasile, lascerà la Nazionale
IL CITTÌ: “TROPPI STRANIERI NEL NOSTRO CALCIO”
Il toto-allenatore è già partito: Allegri, Ma intanto convoca
Conte, Spalletti e Mancini i nomi caldi Thiago Motta…
Possibilità anche per Ranieri, adesso alla guida del Monaco, e Zaccheroni “
di Paolo Signorelli
O
rmai è ufficiale. Cesare
Prandelli, al termine del
Mondiale in Brasile, lascerà la guida della Nazionale italiana. Il tecnico ha deciso, qualunque sia l’esito della competizione. Vuole tornare ad allenare
in un club, gli manca il lavoro
quotidiano sul campo. Inoltre, ci
sarebbe anche una questione
economica: in Nazionale non
arriva a prendere 1 milione e
mezzo di euro, mentre con il
prestigio che ha acquisito, ne
percepirebbe almeno il doppio
in una squadra di club. L’annuncio lo farà a qualificazione
ottenuta. Probabilmente martedì,
quando gli azzurri sfideranno
la Repubblica Ceca e, in caso
di vittoria, sarebbero qualificati.
Altrimenti ad ottobre, in occasione del sorteggio dei gironi
mondiali. Sia la Federcalcio che
Prandelli vogliono gestire i prossimi mesi nella massima trasparenza, per evitare che si ricada
in un tormentone come accadde
nel 2008 per il rinnovo, poi saltato, di Donadoni.
Il toto-allenatori già è partito.
Molti i nomi per il dopo Prandelli.
L’idea è di andare su un tecnico
di esperienza. L’epoca in cui si
Cesare Prandelli
promuoveva dal basso, come fu
con Bearzot, Vicini e Maldini
che avevano guidato l’Under 21,
è finita. La lista, in primis, comprende Massimiliano Allegri, Luciano Spalletti, Antonio Conte e
Roberto Mancini. In lizza ci sono
anche Claudio Ranieri ed Alberto Zaccheroni, il cui contratto
con il Giappone scade l’anno
prossimo.
Il più gettonato sembrerebbe
l’attuale tecnico rossonero. È
giovane, ha già vinto in Italia al
suo primo anno in panchina. Il
suo rapporto con il Milan è stato
messo spesso in discussione e
la guida della Nazionale sarebbe
per Allegri un’esperienza prestigiosa. In più, al “diavolo”,
piace molto Prandelli. Uno scambio di allenatori, dunque. Ma è
davvero presto per dirlo. Anche
perché ad Abete, Albertini &
co, piace moltissimo il gioco di
Luciano Spalletti, in rotta con lo
Zenit.
Antonio Conte è sotto contratto
con la Juventus fino al 2015, ma
accetterebbe volentieri la nuova
avventura azzurra
Poi c’è il “Mancio”, anche se il
suo passato da calciatore in
veste azzurra è sempre stato
problematico, e i compensi che
ha ricevuto da Inter e soprattutto
Manchester City (8 milioni a
stagione), sono lontanissimi dai
supporti economici della Federcalcio.
Ranieri e Zaccheroni sembrano
più indietro rispetto agli altri. Le
sorprese, da qui ad un anno,
potrebbero essere ancora molte.
Fabio Capello per esempio, chissà.
L’unica certezza adesso è che,
Cesare Prandelli, l’uomo che ha
guidato la ricostruzione dell’Italia
dopo lo sfacelo del 2010, sente
di aver esaurito la missione.
È una Serie A col record
di stranieri. E se io fossi
un presidente di club, penserei a lavorare sui giovani per
cercare di portarli in prima squadra, e completerei il programma
inserendo qualche giocatore
straniero bravo”. Ha parlato così
Cesare Prandelli dal ritiro della
Nazionale a Coverciano, in vista
degli impegni contro Bulgaria e
Repubblica Ceca. Preoccupato
per il futuro del calcio italiano,
che quest’anno ha fatto registrare l'arrivo record stranieri
nel nostro calcio, ha lanciato
l’allarme: “all'inizio si pensava
potesse essere uno stimolo, ma
non abbiamo avuto grandi riscontri perché i nostri giovani
fanno fatica”. Prendiamo esempio dalla Spagna e dal Brasile
che valorizzano i propri vivai e
puntano sui ragazzi”, ha concluso il cittì.
Parole importanti quelle di Prandelli, che però vanno in controtendenza con il ritorno in nazionale di Thiago Motta. Il centrocampista del Psg, reduce da
un’annata molto sfortunata dove
ha collezionato più infortuni che
presenze, è brasiliano, (anche
se naturalizzato italiano) ed ha
31 anni, non più un giovincello.
E il suo ritorno in Nazionale è
sembrato davvero un controsenso. Almeno vedendo il percorso intrapreso fin qui dal tecnico di Orzinuovi ,che ha cercato
di lanciare i giovani in maglia
azzurra. Almeno a parole. Un
Prandelli che forse predica bene
e razzola male. “Ha tanta qualità
e ci servono giocatori così”, ha
risposto ai giornalisti che gli
hanno chiesto il perché di questa
convocazione che ha lasciato
tutti un po’ perplessi. Dal canto
suo, il giocatore brasiliano è
entusiasta. E di certo non poteva
essere altrimenti. A un anno
dagli Europei, Thiago Motta si
riprende infatti un posto in azzurro e si prepara a dare il proprio contributo nei prossimi impegni, decisivi per la nostra Nazionale. “Sto bene –le parole
del calciatore- e sono pronto a
P.S.
fare la mia parte”.
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Giovedì 5 settembre 2013
Teatro
Le repliche fino all’8 settembre a Campo Imperatore, nell’albergo in cui il Mussolini fu tenuto prigioniero fino alla liberazione
“Operazione Quercia” torna a grande richiesta
Luca Biagini interpreta superbamente le ansie e lo stato d’animo del Duce nelle ore che precedettero l’intervento dei Tedeschi
di Emmma Moriconi
A
grande richiesta torna, fino all’8 settembre, il dramma teatrale “Operazione
Quercia – Mussolini
a Campo Imperatore” di Pier
Francesco Pingitore. Location
dell’evento, anche questa volta,
l’albergo di Campo Imperatore,
dove il Duce fu tenuto prigioniero
nel settembre del ’43 e dove fu
poi liberato dai Tedeschi. L’appuntamento è per le 20, è organizzato e prodotto dall’associazione Attori Animati in collaborazione con la Fondazione
Cantieri Abruzzo – Italia e patrocinato dalla Regione Abruzzo,
dalla Provincia dell’Aquila, dal
Comune dell’Aquila, dal Parco
Nazionale del Gran Sasso e
Monti della Laga e dal Centro
Turistico del Gran Sasso, con la
messa in scena a cura del Teatro
Stabile d’Abruzzo.
Dopo il successo riportato nelle
repliche di luglio, ecco che Pingitore riporta in scena lo spettacolo nel luogo dove realmente
si svolsero i fatti, e questa volta
anche nel periodo in cui avvennero, a settembre appunto.
In una nota gli organizzatori
spiegano che “questo spettacolo
vuole essere una ricostruzione
psicologica delle ore drammatiche che precedettero la liberazione del Duce. I suoi timori,
le sue angosce, i ricordi che affiorano in disordine dall’anima
Nella foto, una scena del felm “Operazione Quercia”
di un uomo in balia degli eventi,
che però ha tenuto in pugno
per vent’anni un grande Paese”.
In realtà “Operazione Quercia”
si potrebbe definire il seguito
di “Quel venticinque luglio a
Villa Torlonia” dello stesso Pingitore, andato in scena nel 2010,
in cui Benito Mussolini, appena
tornato dall’incontro con il Gran
Consiglio, confida alla moglie
Rachele le sue perplessità. Nel
corso dello spettacolo – messo
in scena proprio a Villa Torlonia
– i ricordi del Duce si affollano,
davanti ai suoi occhi riprendono
vita personaggi della sua vita,
suo fratello, suo figlio morto in
guerra, la sua ex amante, la
bella ed appassionata Claretta,
e tutti hanno qualcosa da dirgli.
E il pensiero di Mussolini scende
nel profondo della propria anima, analizza il passato, gli errori,
le pulsioni di una vita intensa e
varia. E si fa domande, si interroga sul senso delle cose, affronta un calvario interiore rendendo uomo il mito. Perché Be-
nito Mussolini, il virile Duce
d’Italia, il sogno che faceva trepidare le donne di tutto il mondo
e che faceva tremare le piazze,
in fondo era soprattutto un uomo.
Con i suoi dubbi, i suoi timori,
le sue debolezze, le sue passioni,
la preoccupazione per la sorte
dei suoi cari prima ancora che
per la sua. Come in “Quel venticinque luglio a Villa Torlonia”,
anche in “Operazione Quercia”
Luca Biagini, nel ruolo di Mussolini (al quale somiglia, peraltro,
in maniera sorprendente), soffre,
ricorda, riflette, esprime i suoi
dubbi sul futuro, le sue preoccupazioni. Incontra personaggi
che lo costringono a prendere
atto di tutto, e che rappresentano
in fondo gli Italiani, che fino al
giorno prima lo avevano adorato
ed innalzato e che ora lo costringevano ad una resa dei
conti, atteggiandosi come se
fossero stati sempre suoi oppositori e negando l’evidenza
di aver, invece, sempre inneggiato a lui e al Fascismo. Anche
in “Operazione Quercia”, come
nel dramma precedente, la colonna sonora è suonata da un
grammofono che di volta in volta
riproduce le note che hanno
caratterizzato l’Italia di quegli
anni, mentre i fantasmi danzano,
a simboleggiare qualcosa di cui
rimane solo l’anima, ma è un’anima palpitante che ha ancora
tanto da dire e da fare, uno
spirito indomito che sa che deve
compiere l’opera, che non può
lasciarla a metà. È una delle
notti più lunghe di Mussolini,
quella del 12 settembre 1943.
Al mattino arrivano i Tedeschi,
e con loro la libertà. Ma il Duce
non ne gioisce più di tanto. Sorride, ma la piega delle sue labbra è amara. Sa che non può
fare diversamente, il suo destino
è scritto, e ineluttabile. È ben
conscio di quali sono le responsabilità di un capo, e non si
tirerà indietro, fino alla fine.
Avrebbe potuto scegliere diversamente, e forse ci aveva anche provato. Testimoni raccontano di un suo tentato suicidio:
sarebbe stata una morte più
tranquilla, e probabilmente il
suo corpo non avrebbe subito
l’oltraggio di piazzale Loreto, e
la sua salma non sarebbe rimasta per 12 anni vagante in
indegne sepolture. Ma il destino
di un capo, per decenni venerato, amatissimo, osannato, non
poteva essere questo. Sul libro
del destino c’era scritto un epi-
logo diverso, e quel calvario, il
Duce, doveva viverlo tutto, fino
in fondo, donare all’Italia fino
all’ultima goccia del suo sangue,
il suo ultimo anelito di vita. Sapendo che lo aspettavano giorni
terribili. Che il suo corpo non
avrebbe facilmente trovato pace
dopo la morte, che sarebbe
stato il fulcro dello biasimo di
quegli stessi Italiani per i quali,
fino ad allora, era stato il fulcro
di un amore smisurato, pieno,
totalizzante. È sempre così,
quando si ama molto. Dopo, si
odia molto. Ma di certo non ci
si distacca mai. L’oggetto dell’amore prima e dell’odio poi
rimane totalizzante, il legame
è inscindibile, malgrado tutto.
“Operazione Quercia” racconta
l’intimità dell’essere umano, scava nella sua anima, ci presenta
un Mussolini uomo fino in fondo,
con tutte le paure di un uomo.
Analizza il bilancio di vent’anni
di governo, di scelte non facili,
di gloria e di polvere, e lo fa attraverso l’interpretazione eccezionale di Biagini, che ne sa
percepire le sfumature, ne vive
il dolore e le emozioni, come
se fossero le sue. La somiglianza
fisica con il Duce, la mascella
squadrata e protesa, il fisico
asciutto, gli occhi penetranti lo
aiutano di certo, ma l’interpretazione è superba anche nelle
intenzioni, nelle movenze, nel
dramma interiore, nell’amarezza
del momento. Interpretazione
prorompente e coinvolgimento
a 360 gradi nel dramma umano
dell’uomo, conferiscono ad
“Operazione Quercia” il sapore
di quei giorni, il luogo rende
perfetta l’immedesimazione nei
fatti e nelle emozioni di quelle
ore. Con Biagini in scena Mauro
Mandolini, Marco Simeoli, Federico Perrotta, Barbara Lo Gaglio, Valentina Olla e Morgana
Giovannetti. E poi i due ballerini, Leonardo Bizzarri e Raffaella Saturni, danno al dramma
una dimensione onirica, trascinando gli spettatori in una
specie di sogno, dai contenuti
reali ma dai contorni sfumati,
in un’atmosfera a metà tra il
corpo e la mente, tra la terra e
il cielo.
MULTIMEDIALITÀ NELLO SPETTACOLO DI FINAZZER FLORY, IN TOUR DA ALCUNI MESI
“Grande serata futurista” contro le mummie della cultura contemporanea
di Cristina Di Giorgi
l lavoro di Massimiliano Finazzer Flory, intitolato
Grande serata futurista, è
un omaggio all’innovazione rivoluzionaria del movimento
marinettiano nelle varie manifestazioni dell’arte e non
solo, a cent’anni dalla pubblicazione di alcuni degli scritti
principali di Marinetti e altri,
della nascita della rivista Lacerba e della Prima Esposizione di Pittura Futurista
(1913).
In tour da alcuni mesi lo spettacolo, andato in scena in diversi teatri italiani, unisce alla
recitazione dei Manifesti futu-
I
risti e delle poesie di
Palazzeschi, testi di Papini e Marinetti. Vi saranno inoltre proiezioni
di immagini dei quadri
di Boccioni e coreografie di danza contemporanea su musiche (eseguite dal vivo)
di Russolo, Casella,
Stravinski e Sakamoto.
Tema conduttore della
pièce è l’esaltazione
dell’immaginazione
senza fili, dell’elettricità, delle parole in libertà. Che, insieme ai valori
dei Futuristi quali temerarietà,
velocità, energia, libertà, audacia e originalità, devono es-
sere uno stimolo per combattere i “passatisti” di oggi. E
per rinnovare l’Italia.
L’autore, regista e interprete
dedica infatti questo suo lavoro
a coloro che “come moribondi
e prigionieri, ammirano il passato come balsamo dei loro
mali. Per uscire dalla
saggezza come da un
orribile guscio, come
frutti pigmentati d’orgoglio. Per tornare a
cantare l’abitudine all’energia”. Di questi
spunti secondo Finazzer Flory c’è ancora decisamente bisogno per
sconfiggere il conformismo in cui si è adagiata la cultura nostrana.
Che è “accademica, autoreferenziale e decrepita. Una fetida cancrena di professori, archeologi,
ciceroni e antiquari” dichiara
l’attore. Nessuna novità, nessuna innovazione in ambienti
artistici e culturali che sono
“cimiteriali”. Non manca – ed
è uno degli aspetti più interessanti e suggestivi dell’opera
– un riferimento alla tecnologia
e alla rivoluzione digitale.
“L’uomo più vicino a Marinetti
– dice Finazzer Flory – è Steve
Jobs”.
Insomma, le “mummie” della
cultura italiana contemporanea, bloccate da pastoie burocratiche e passatismo di maniera, farebbero bene a farsi
da parte. Il loro tempo, che sa
di stantio e di schiavitù da
pensiero unico omologato, è
finito. Così almeno si augura
l’autore. E speriamo che abbia
ragione.
11
Giovedì 5 settembre 2013
Teatro
Al Teatro Romano di Lecce Euripide protagonista di “Colpi di Genio” con la compagnia La Busacca
La Medea in scena contro il femminicidio
La tragedia mette a nudo, oggi come ieri, le pulsioni dell’animo umano, fendendo i secoli e mettendo l’uomo di fronte a se stesso
di Emma Moriconi
a Medea di Euripide
va in scena sabato 7
al Teatro Romano di
Lecce, nel corso di
una tappa della rassegna itinerante “Colpi di Genio”. La regia è di Francesco
Piccolo, con Claudia Mancino,
Salvatore Cezza, Stefania Bocco
e Rosario Piccolo, della compagnia teatrale La Busacca.
La scelta del testo ha un doppio
fine: quello culturale di portare
in scena una tragedia di livello,
certamente. L’analisi dell’animo
umano, dei sensi di colpa, della
sofferenza, quell’infinito e drammatico universo di sentimenti
contrastanti tratteggiato magistralmente nella tragedia euripidea, è l’essere/personaggio
vivo e vero. Il fine sociale, poi,
della lotta al femminicidio, tema
di drammatica attualità e che
attiene indubbiamente alla complessità dell’essere umano. Il
teatro, dunque, diventa un momento di riflessione e di profonda introspezione, toccando
le corde più intime dell’anima,
anche a rischio di ferirle, spesso
indelebilmente. I concetti anticamente espressi da Euripide,
dunque, trascinatisi attraverso
i secoli, restano attuali, a dimostrare che l’uomo si evolve,
la civiltà progredisce, ma gli
L
anfratti più profondi e nascosti
dell’animo rimangono inalterati,
si fanno beffe del tempo che
passa e dell’uomo stesso, che
da secoli, suo malgrado, ritrova
nei drammi antichi pezzi di sé.
Si sforza di comprenderli e di
gestirli, ma non vi riesce mai
fino in fondo, prigioniero di se
stesso e delle sue pulsioni, oggi
come ieri. Ed ecco la ragione
dell’immortalità del teatro: esso
è lo specchio di ciascuno, mostra senza pietà ciò che troppe
volte si finge di non vedere e
di non capire. Il palcoscenico
è la trasposizione dell’interiorità,
l’esaltazione degli umori. La
verità della finzione non fa sconti
a nessuno: semplicemente “è”,
e pone ciascuno di fronte a se
stesso, oltre che di fronte agli
altri. Accadeva ieri, accade
oggi: è l’eternità del teatro,
dove la finzione è, in realtà,
quanto di più vero si possa trovare, quando si è alla ricerca
di se stessi e anche, e forse di
più, quando si fugge da questa
ricerca.
La rassegna, patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità
della Provincia di Lecce, si ricollega al Piano Provinciale Antiviolenza su Donne e Minori
ideato con i dieci Ambiti Territoriali Sociali. L’evento è organizzato dall’Assessorato all’Am-
biente del Comune, con la collaborazione dell’Unione Casalinghe e Lavoratrici Europee,
che tra i suoi obbiettivi ha anche
quello di favorire la valorizzazione della cultura e della professionalità della donna, per il
superamento delle diseguaglianze tra i sessi, ma anche la
famiglia, l’ambiente, il lavoro,
la tutela dei diritti umani. “Que-
sta iniziativa – ha detto l’assessore Andrea Guido – è un
omaggio alla grande cultura
classica in un momento di grande smarrimento etico, sociale
e politico sul piano nazionale
e, soprattutto, internazionale.
Come sempre succede in questi periodi decadenti che spesso si ripetono durante il corso
della storia dell’umanità, si ar-
riva sempre al punto in cui
l’unica via da seguire per andare avanti e progredire è trovare ispirazione e nuova linfa
riscoprendo quanto di buono
il passato ci ha lasciato in eredità. Arriva sempre il momento
in cui forte ed essenziale diventa l’esigenza di riscoprire i
classici (nel senso vero del termine). E’ successo tante volte
IL REGISTA BILLI PER I GIOVANI IN CARICO AI SERVIZI DELLA GIUSTIZIA MINORILE
Teatro e carcere: il reinserimento
sociale passa anche per la cultura
nella storia dell’arte, nella letteratura, nella filosofia morale
estetica e metafisica. Forse oggi
è tempo di trarre ispirazione
dagli antichi anche per ciò che
concerne gli altri campi del
sapere e del vivere umano”.
Lo spettacolo va in scena al
Teatro Romano, splendida e
suggestiva cornice, che ben si
sposa con il dramma scelto.
PUGLIA PROTAGONISTA
Trani di scena
Con la direzione artistica di Francesco Saverio Sasso,
torna la kermesse e propone un cartellone d’eccezione
A Pratello otto spettacoli incentrati sulla povertà: prosa, concerti ed incontri fino all’8 settembre
i chiama “Teatri mirabili
di povertà” ed è la VI edizione di “Pratello. Rassegna teatro musica”, a cura del
Teatro del Pratello e Tra un
atto e l’altro. Iniziata il 29 agosto
al Quartiere Saragozza, si
conclude l’8 settembre: la direzione artistica e di Angela
Malfitano e del regista Paolo
Billi.
La rassegna rientra nel cartellone di “bè bolognaestate
2013”. Sostenuta dal Comune
e dalla Provincia di Bologna,
dal Centro Giustizia Minorile
per l’Emilia-Romagna, è stata
realizzata grazie alla ferrea
volontà di Billi, che da anni lavora con i ragazzi.
Al centro dell’attenzione,
quest’anno, la povertà: dramma antico ma sempre attuale,
che coinvolge spesso anche
il settore dello spettacolo. I ragazzi, adolescenti dell’area
penale esterna sottoposti a
misure non detentive, alternative alla detenzione, sono l’asse
portante di tutto l’evento: sono
attori, tecnici, collaboratori.
La manifestazione di articola
in tre sezioni: “Sulle povertà.
Concerti e teatro” porta in
scena “La scena dei miserabili”, ispirato al capolavoro di
S
Victor Hugo e a cura della
Compagnia del Pratello diretta
da Paolo Billi, già andata in
scena il 31 agosto e in replica
il 7 settembre, e due concerti.
“No Job, No Peace, No Rest”
e “Mute Povertà”. La sezione
“Teatri poveri/Teatri solidali”
portano in scena, invece, quattro gruppi aderenti alla rete
dei Teatri Solidali, progetto
nato in seno alla Provincia e
al quale hanno aderito già 18
gruppi, dedicato a persone
soggette a fragilità personale
o sociale. “Si tratta di spettacoli
che non hanno una grande visibilità perché nascono all’interno di laboratori teatrali –
ha detto Paolo Billi – La presenza all’interno di “Teatri mirabili di povertà” è un’occasione per vedere il lavoro fatto
da tante compagnie con persone in situazioni di disagio o
svantaggio”.
La sezione “Le Rappresentazioni della Povertà” propone
invece alcuni incontri su come
si è modificata la povertà dal
dopoguerra ad oggi, facendo
il punto sulla solidarietà sociale
che va scomparendo, attraverso cinema, fotografia e letteratura.
Lo scorso anno la rassegna fu
dedicata allo scottante tema
del lavoro: ancora un argomento sociale, e drammaticamente attuale.
L’iniziativa è sostenuta dal Comune di Bologna e dalla Provincia, e si propone come strumento di riscatto e di reintegrazione nella società dei minori detenuti. Il tema, la povertà, è attualissimo: coinvolge
tutte le fasce di età e, in un
momento come quello attuale,
è tema sentito e sofferto.
La rassegna è realizzata con
la collaborazione dell’Istituto
storico Parri Emilia – Romagna e di alcuni sponsor . “Si
tratta di un’attività che rientra
nella progressione del percorso del minore e non di un
semplice riempitivo – ha detto
la direttrice della Comunità
pubblica per i minori Immacolata Pisano – attività che
mira al reinserimento sociale
e che ha valore di verifica
della tenuta progettuale e
dell’acquisizione di un maggior grado di autonomia nelle
relazioni con il gruppo dei
pari e con gli adulti”. E.M.
ppuntamento a Trani fino
al 19 settembre per una
rassegna eccezionale: teatro d’autore, teatro popolare,
omaggio a Mariangela Melato,
Franca Rame e Rossella Falk, film
del calibro di Jesus Christ Superstar e L’Esorcista, teatro musicale, canzoni della tradizione
classica napoletana. C’è un po’
di tutto, in questo ventesimo
compleanno di Mimesis. Direttore
artistico della rassegna Francesco
Saverio Sasso, che ha detto: “La
caratteristica principale di questa
edizione non è solo la varietà di
genere ma anche la multimedialità.
Abbiamo scelto il mese di settembre per evitare sovrapposizioni
con altri eventi e per una esigenza
A
di tipo simbolico: settembre è il
mese del solstizio d'autunno, il
periodo in cui la luce abbacinante
e totalizzante del sole cede il
passo al ritorno di sfumature di
colore, di erba verde, di profumi
d'uva e di nuove fioriture. In armonia con la natura, il teatro Mimesis offre al suo pubblico occasioni di svago e di riflessione,
momenti di divertente intrattenimento e di leggero approfondimento. Il nostro intento è che
queste "Impressioni di settembre"
diventino un ulteriore tassello
nella formazione di un pubblico
attento, critico e appassionato
verso il teatro e le altre forme di
espressione artistica dell'uomo».
E.M.
Destra
12
Giovedì 5 settembre 2013
Ecco l’Appello per l’unità della destra, con alcuni principi irrinunciabili
Il Manifesto degli intellettuali
È
tempo di tornare alla
Politica. Quella grande,
viva e vera, che accompagna il destino
dei popoli. La politica
ha due compiti essenziali: uno
è governare e decidere, amministrare gli interessi generali,
cambiare le cose e incidere
sulla realtà. L'altro è far sentire
un individuo dentro una comunità, mutare la massa in popolo,
dare simboli, inserire la vita del
presente dentro una storia: è la
politica come anima civile e
passione ideale. E' necessario
che sorga un movimento che
non offra solo promesse contabili o esprima rancori e invettive.
Ma che incarni principi ideali
e chiami a raccolta tutti coloro
che vogliono scrivere insieme
una storia. I nostri punti fermi
non sono negoziabili: saranno
il volto e l'anima della destra
che nasce.
- Il nostro punto di partenza e la nostra priorità
è l'Italia e resta l'Italia. Nell'Europa e fuori d'Europa, nel
locale come nel globale. L'Italia
come civiltà prima che come
nazione. Amor patrio. Di conseguenza la nostra prima battaglia sarà la tutela della sovranità italiana. Sovranità nazionale
e popolare, politica e monetaria.
Sovranità degli interessi generali
degli italiani su ogni altro interesse privato o internazionale
per arginare lo strapotere della
finanza e dei tecnocrati. Piena
integrazione all'immigrazione
in regola. Intransigenza con l'immigrazione clandestina.
1
- La sovranità politica esige
l'avvento di uno Stato autorevole, che promuova la
Repubblica presidenziale, la rivoluzione meritocratica, l'ordine
e la riforma delle istituzioni.
Elezione diretta del Capo del
governo, così come alla guida
di ogni ente locale, in modo
che chi governa sia nelle condizioni piene di decidere e di
rispondere al popolo in un rap-
2
porto fiduciario d'investitura diretta. Grande riforma meritocratica ad ogni livello e uno
Stato più autorevole dimezzato
nei suoi organismi, nelle sue
strutture e nel personale politico.
- L'Europa per noi è civiltà
prima che mercato comune, è integrazione delle
Patrie e non disintegrazione
degli Stati nazionali. E' l'Europa
dei popoli. Vorremmo un'Europa
più unita e coesa verso l'esterno,
in politica estera, nelle difesa o
per fronteggiare l'immigrazione
e la concorrenza globale, e più
duttile al suo interno, che riconosca le differenze tra aree, popoli e Nazioni, a cominciare
dall'Europa mediterranea rispetto all'Europa del nord. E
che faccia valere un criterio:
quando c'è da scegliere tra l'assetto contabile della finanza e
la vita reale dei popoli, la priorità
è la seconda, non la prima.
Nessun debito può sopprimere
una Nazione o far fallire uno
Stato sovrano. Rinegoziare l'euro. Rinegoziare il fisco con
l’obiettivo di dar vita ad una
politica fiscale dialogante
con le famiglie e con le imprese.
3
- Dopo le esperienze tramontate dello statalismo
parassitario e invadente
e poi del liberismo basato sul
primato assoluto del mercato
e del privato, è tempo di aprire
una terza fase incentrata sull'economia sociale di mercato,
fondata sull'economia reale e
sul primato del lavoro, sul valore
sociale dell'iniziativa privata e
della proprietà privata, sulla
protezione del marchio italiano,
con la mediazione di uno Stato
autorevole che non gestisce ma
guida i processi. E' necessario
che si realizzi in Italia, come
già avviene in Germania, la
società partecipativa, attraverso nuove forme cooperative, comunitarie e di cogestione sociali in nome dell’azienda-comunità. L’orizzonte
4
sociale di questa destra nuova
deve assumere la lotta alle
nuove povertà, alla decrescita
demografica, allo “sviluppismo” come alibi delle oligarchie economico-finanziarie
per l’impossessamento delle
risorse elementari delle Nazioni.
- Davanti al diffuso desiderio di farsi e disfarsi
la vita a proprio piacere,
noi siamo dalla parte della
vita, della nascita e della famiglia, nel loro inscindibile
intreccio di diritti e di doveri.
Non tuteliamo la vita ad ogni
costo ma la sua dignità. E non
confondiamo il matrimonio
che è un bene comune, con
altre unioni che attengono alla
sfera privata. La nostra proposta Bioetica è scommettere
su ciò che nasce, che costruisce, che liberamente si lega
e si assume responsabilità, e
non sul suo rovescio. Saremo
dunque al fianco di tutte le
battaglie per la tutela e l'affermazione della vita, della
famiglia come struttura naturale e culturale su cui si basa
ogni civiltà e sul sacro rispetto
5
I PROMOTORI DI QUESTO APPELLO SONO:
Marcello Veneziani, Gennaro Malgieri, Massimo Magliaro,
Renato Besana, Primo Siena, Luca Gallesi, Marco Cimmino,
Gianfranco de Turris, Luciano Garibaldi, Pierfranco Bruni,
Nino Benvenuti.
Hanno già aderito: “La Destra” di Francesco Storace, la "Fondazione
Nuova Italia" dell'on. Gianni Alemanno, "Io sud" della sen. Adriana Poli
Bortone, "Azione popolare" dell'on. Silvano Moffa, "Mezzogiorno Nazionale"
del sen. Pasquale Viespoli, il sen. Giovanni Collino, il centro di politica e
cultura "Controcorrente" del sen. Domenico Benedetti Valentini, "Pronti
per l'Italia!" dell'on. Mario Landolfi, "Iniziativa Meridionale" di Bruno
Esposito, "Italia 2 punto zero" di Pierangiola Cattaneo, "Nuova Alleanza'
del sen. Domenico Nania, Guido Paglia, Direttore editoriale de “Il
Giornale d’Italia”, sen. Nando Signorelli, prof.Vincenzo Pacifici, Ordinario
di Storia contemporanea, Mauro Minniti, consigliere regionale del
Trentino Alto Adige - Oreste Tofani e gli amici del gruppo di Frosinone.
della morte, che non è smaltimento delle vite di scarto.
- L'Italia ha bisogno di
riscoprire l'abc della
civiltà, la grammatica
elementare dei rapporti umani. Da qui dunque la necessità di riportare al centro
della vita pubblica il tema
dell'Educazione. Vogliamo
una società educata, che recuperi stile, decoro e rispetto, e riteniamo che il compito
principale di una famiglia,
ottemperate le necessità primarie, sia quello di educare
e formare i figli. Occorre un
grande progetto che passi
dai nuovi media, dalla scuola
e dalla tv, per la crescita civile e culturale del nostro
Paese, che salvaguardi la ricchezza della nostra cultura
anche con la tutela delle differenze contro il pensiero
unico che mira ad omologare
i principii, i comportamenti,
i linguaggi, le scelte. La difesa della cultura nazionale
ed europea anche per aprirsi
e dialogare con le altre identità, sopratutto nel Mediterraneo.
6
- Come vogliamo un’Italia sovrana e dignitosa
nei rapporti internazionali (politici, economici, culturali), così siamo per la tutela
dei diritti dei popoli a forgiarsi
il loro destino, in piena libertà,
secondi i principii riconosciuti
di indipendenza e autodeterminazione.
7
- Noi siamo eredi della
Tradizione. Ci sentiamo
figli di una civiltà che
viene da lontano e vogliamo
tutelare, affermare e rinnovare
la tradizione di cui siamo
continuatori. L'Italia ha radici
antiche, romane e cattoliche,
rinascimentali e risorgimentali. Il nostro amor patrio si
lega al paesaggio e al linguaggio, alla vita e alla Storia,
alle città e all'anima italiana.
E' difesa della natura, dell'agricoltura e dei beni artistici, memoria storica e tutela
dell'eccellenza italiana. La
Tradizione è il senso della
continuità e delle cose che
durano, amore del passato e
voglia del futuro, rispetto delle
origini e fedeltà innovativa,
patto tra le generazioni, l'ono-
8
re dei padri e l'impegno dei
figli, comune sentire, patrimonio di esperienze e valori
trasmessi in politica come in
famiglia, nello Stato come
nella società. La Tradizione
è connessione, durata e primato della comunità sugli
egoismi. Tradizione nella Modernità, Modernità con la Tradizione: questa è la sfida del
futuro.
Una forza politica e civile così
oggi manca in Italia; è tempo
di colmare il vuoto. La politica
miserabile dei nostri giorni
che promette solo vantaggi
pratici e rimuove principi
ideali, non parla al cuore degli
italiani, non mantiene nemmeno le promesse concrete
e accompagna il degrado
che stiamo vivendo. Quanto
più cresce il peso della tecnica e dell'economia, tanto
più urge il contrappeso di
una visione spirituale della
politica e della comunità.
Quanto più viviamo nell'era
globale, tanto più sentiamo il
bisogno di un luogo eletto
che sentiamo come la nostra
casa.
ADERITE ALL’ APPELLO
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“Il Giornale d’Italia”
via Giovanni Paisiello, 40
00198 Roma, oppure mandate una mail a:
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