Anno II - Numero 209 - Giovedì 5 settembre 2013 Direttore: Francesco Storace ACCELERAZIONE NELLA CRISI POLITICA I contatti delle ultime ore riaprono il cuore alla speranza I MINISTRI PDL HANNO LE DIMISSIONI PRONTE Decadenza di Berlusconi: prevalgono i “falchi” E al Senato già si profila il tutti contro tutti di Robert Vignola ncontri, telefonate. Spedizioni, ambascerie. E conta, continua, dei voti. Non solo, e non più, alla giunta per le elezioni: anche, e soprattutto dentro il Senato. Il mosaico della scena politica nazionale, quando il 9 settembre bussa alle porte, sarà insomma complesso: ma i tasselli cominciano ormai ad andare al loro posto. E disegnano un quadro in base al quale difficilmente gli equilibri parlamentari resteranno gli stessi. Ieri un’altra giornata drammatica. Ad aprirla le indiscrezioni pubblicate da La Stampa in merito ad una telefonata di fuoco: nel ruolo del ricevente Gianni Letta, noto zio del premier ed eminenza grigia berlusconiana; dall’altra parte della cornetta un Napolitano infuriato per il pressing del Cav sul Colle. Oggetto del contendere: la grazia e le tirate per la giacca de Il Giornale, a maggior ragione dopo la nomina dei quattro senatori a vita col “tatuaggio” del Pd. Tutto lascia capire quindi che la linea del Quirinale sia ormai segnata: che, per la verità, non si sia mai smossa di un millimetro rispetto alla “nota” del 13 agosto scorso. Ricapitolando: l’atto di clemenza è nell’aria, qualora sia chiesto, ma niente agibilità politica, che non è né nelle possi- I bilità né (presumibilmente) nella volontà di Re Giorgio. Berlusconi, dal suo quartier generale ad Arcore, ordina quindi un’altra offensiva. E le colombe hanno poco da tubare sussurranti contestazioni: i falchi volano alto e bombardano ogni obiettivo sensibile, presidente del Senato compreso. D’altronde, il Pdl soffrirà pure di conflitti interni, ma è quello che meno ha problemi, al momento, tra le tre maggiori forze del Parlamento italiano. Il Pd è prossimo alla deflagrazione, perché sa che il solo annunciare di metter fuori L E FA C C E D E L L A C R I S I Senza lavoro: in Italia più suicidi a crisi economica continua inesorabilmente a mietere le sue vittime in tutta Italia (solo ieri l’ultima tragedia, in Abruzzo, come riferiamo a pagina 8). Sono molte, infatti, le persone che versano in difficoltà a causa della perdita del lavoro. O dell’accumulo di debiti. O dell’imminente fallimento delle proprie attività. Ed in tutto ciò, i metodi a volte troppo insistenti delle agenzie di riscossione, non fanno altro che aggravare una situazione già di per sé delicata e precaria. Fino a poco tempo fa non avevamo dati precisi. Ma ora una revisione dell'analisi degli ultimi anni conferma un aumento del 12% dei suicidi, dal 2009 al 20011, nelle persone di 25-64 anni, dunque in età lavorativa, rispetto al periodo 2006-2007. Un fenomeno presumibilmente collegato proprio alla crisi finanziaria. E' il quadro drammatico raccontato da Maurizio Pompili, direttore del Servizio per la prevenzione del suicidio dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, alla vigilia della XI Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio che si celebra C.P. il 10 settembre. In Grecia perdono solo Topolino L Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Berlusconi da Palazzo Madama significa infliggere colpi potenzialmente letali al Governo Letta. Chi, come Violante, predica ragionevolezza, viene fischiato alle feste dell’Unità. Il premier ostenta fiducia: ma (proprio lui che ama i paragoni calcistici) pare l’allenatore della squadramaterasso che sta per giocare sul capo della capolista. E sotto il planetarium a Cinque Stelle, Grillo sa perfettamente che il suo cielo sta per dividersi in due, con truppe pronte ad alimentare il sogno proibito di un Letta-bis, pur di mantenere il seggio che in caso di elezioni non rivedrebbero più. Tutto ciò sembra assolutamente suggerire a Berlusconi di continuare sulla linea dura. Già venerdì potrebbe essere ordinato ai ministri del Pdl di vergare le proprie dimissioni: di qui la “conta”, che avverrebbe in Senato, a scrutinio segreto: una evidente tagliola per il Pd. Ecco perché persino la riunione di ieri della Giunta per le elezioni, che doveva calendarizzare il percorso per il voto sulla decadenza del leader Pdl, non è arrivata ad alcuna decisione. Come dire: lunedì si potrebbe anche discutere ad oltranza. Un evidente colpo di acceleratore. Bisognerà vedere chi, tra il Governo Letta-Alfano o il Pd, finirà investito. Grazia Bontà a pag. 2 S’ODE A DESTRA QUALCHE SEGNALE Forse le prime novità dalle manifestazioni in programma a Orvieto e a Mirabello di Francesco Storace orse si diradano le nubi, le preoccupazioni che abbiamo espresso apertamente e in maniera trasparente sul Giornale d'Italia in queste settimane, cominciano a fare breccia. Nelle ultime ore una girandola di colloqui riapre il cuore alla speranza: si comincia a comprendere che il percorso iniziato a Lecce e che ha avuto momenti importanti al nostro comitato centrale di Orvieto e poi alla convention di Manfredonia può portare a conclusioni positive. Venerdì e sabato andrò di nuovo ad Orvieto e ho la sensazione che Gianni Alemanno sia pronto a lavorare assieme al progetto politico per la costruzione della nuova forza di destra che manca da troppo tempo nel nostro Paese. Se farà quel che si comprende anche leggendo i documenti che sono in circolazione, finalmente si tornerà a parlare di contenuti. E di contenuti seri, forti, culturalmente "nostri". Nella stessa giornata di sabato, poi andrò nel pomeriggio a Mirabello, su invito di Roberto Menia, con il quale ci siamo scambiati molte opinioni durante le vacanze estive, dopo le ruvidezze degli anni scorsi. F L’azienda non lascia l’Italia. Ma investe in Piemonte e dimentica Cassino Futuro Fiat: serve un po’ di chiarezza di Igor Traboni U C i dispiace davvero tanto per i bambini della Grecia, senza ironia, ma quando diventeranno grandi, capiranno che ci sono guai peggiori della perdita di Topolino. Sì, perché in Grecia, dopo 48 anni di pubblicazioni ininterrotte, l’editore che manda in edicola i fumetti del simpatico topastro, ha deciso di interrompere la stampa e la commercializzazione degli albi. C’è la crisi economica ad Atene e dintorni, il potere d’acquisto è calato a dismisura, e figuriamoci quindi se i genitori greci hanno soldini per i giornaletti dei figlioli. Ma la notizia di per sé è addirittura confortante per la stessa Grecia: da lì infatti fino a poco tempo fa arrivavano notizie di suicidi record (ora ce l’abbiamo noi italiani, come scriviamo qui accanto), di ospedali senza medicine, negozi senza cibo. Ora in Grecia stanno recuperando e al massimo tagliano sui fumetti. Lasciando a noi italiani i veri personaggi dei fumetti: quelli al governo. I.T. Ciascuno ha vissuto in maniera diversa il rapporto con la politica del centrodestra negli ultimi anni; ma tutti coltiviamo il sogno di ridare all'Italia una forza politica originale, innovativa, coerente. Gli scettici restino a casa, chi vuol lavorare si rimbocchi le maniche per dimostrare talento e consenso. Sarà un fine settimana importante, che precederà un altro evento significativo, caratterizzato da Atreju 2013, con i suoi ospiti e i messaggi che la formazione di La Russa, Meloni e Crosetto vorrà mandare alla politica nazionale e a quanti si richiamano ai valori della destra. Ascolteremo senza pregiudizi. Ma poi, chi ci sta ci sta, perché non intendiamo più restare fermi. Avanti per una nuova destra, senza egemonie. Ognuno con la propria storia a preparare unitariamente la destra di domani. Con persone e idee. Tutti con il massimo dell'umilta', ma anche con l'orgoglio di rappresentare comunità che in questi anni hanno lottato nel nome di valori incancellabili. Lo sentiamo come un dovere. Per questo non ci interessano le pretese personali. Lo facciano tutti e noi aiuteremo chi lo merita. n giorno prepara il trasloco (in buona parte già avvenuto, almeno a livello amministrativo, sul triplice fronte Detroit-Londra-Olanda), il giorno dopo per fortuna ci ripensa. Per non parlare poi del colpo al cerchio (stavolta quello accontentato è il governatore del Piemonte, Cota) lasciando invece la botte piena di problemi (lo stabilimento di Cassino è sempre più tristemente candidato a seguire la sorte di Termini Imerese). Insomma: alla Fiat non dispiace giocare a rimpiattino, complice anche una certa latitanza dell’attuale governo, incapace di pretendere risposte certe (il ministro Zanonato annuncia incontri a raffica, ma poi l’esito vattelo a pesca, mentre Enrico Letta pare avere altre priorità). Un fondo di buone novità comunque è arrivato dall’incontro di ieri mattina, a Roma, tra l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne e i sindacati. Sul tavolo il tema degli investimenti, a partire dalle fabbriche piemontesi. E su Mirafiori l’accordo è stato raggiunto, così da dare ''inizio immediatamente al piano di investimenti necessario ad assicurare il futuro produttivo ed occupazionale dello stabilimento'', ha detto lo stesso lad della Fiat, Sergio Marchionne. Per Mirafiori la Fiat fara' investimenti appena sotto 1 miliardo. Il suv Maserati, che sarà prodotto a Mirafiori, uscirà nel primo semestre 2015 e sarà destinato al mercato mondiale, hanno affermato i sindacati dopo l'incontro con Marchionne. Altri due modelli Maserati, la Quattroporte e la Ghibli, vengono prodotti nello stabilimento di Grugliasco. Se qualche nube sembra diradarsi, dopo l'ennesimo annuncio della Fiat dei giorni scorsi di lasciare l'Italia, altre invece tornano minacciose, soprattutto per il futuro Fiat nel Meridione. E' infatti ripresa ieri l'attività nello stabilimento Fiat di Cassino, vicino Frosinone. I 3900 operai sono tornati in fabbrica dopo un mese esatto di stop tra ferie e una settimana di cassa integrazione. La ripresa della produzione è accompagnata dai molti dubbi e incertezze sul futuro della fabbrica, la più importante della Ciociaria e del Lazio. L'azienda ieri, durante un incontro con le Rsu, ha infatti comunicato altri giorni di cassa integrazione dal 30 settembre al 7 ottobre e poi ancora il giorno 11. E di rilanciare questa fabbrica, che oramai sforna solo auto fuori mercato, se ne parla solamente – soprattutto da parte del centrosinistra – sotto campagna elettorale. Attualità Economia Esteri Cronaca Pastificio Amato: altro crac a sinistra La benzina aumenta, lo Stato ci guadagna Primo via libera all’attacco in Siria Sanità nel Lazio ancora sotto attacco Federico Colosimo a pag. 2 Cristina Di Giorgi a pag. 3 Federico Campoli a pag. 4 Bruno Rossi a pag. 6 2 Giovedì 5 settembre 2013 Attualità INTANTO LA LOMBARDI “BOMBARDA” DI MAIL I PARLAMENTARI CHE DECIDERANNO DELLE SORTI DEL CAV Braccio di ferro Schifani-Grasso L’ex numero uno del Senato: “La giunta per le elezioni va cambiata”. Secca replica del titolare di Palazzo Madama: “Non è nei miei poteri” di Grazia Bontà enato Schifani contro Piero Grasso. L’ex numero uno di Palazzo Madama contro l’attuale titolare del più alto scranno del Senato. Il motivo del contendere? La giunta delle elezioni. Per il presidente dei senatori del Pdl, i membri che la compongono “hanno violato i principi di riservatezza” e vanno sostituiti. Più precisamente, Schifani ha specificato: “la violazione degli elementari principi di riservatezza da parte di alcuni membri della Giunta, i quali hanno a mezzo stampa dichiarato come voteranno, prima degli adempimenti previsti, richiede la valutazione del presidente Grasso sulla esigenza di procedere alla loro sostituzione, considerata la funzione giurisdizionale che la Giunta medesima assolve”. Non è davvero dello stesso avviso l’ex magistrato antimafia, oggi numero uno di Palazzo Madama. Grasso, in una nota di risposta al suo predecessore ha spiegato come “il presidente del Senato, ha il potere di rinnovare i componenti della Giunta per le elezioni solo in determinati casi tra i quali certamente non rientra l’espressione di R opinioni sulle questioni sottoposte alla valutazione della Giunta”. Il dibattito, però, non si è limitato ai vertici Pd-Pdl del Senato. Per quanto riguarda le opposizioni, vale la pena menzionare l’iniziativa della chiacchieratissima Roberta Lombardi. La deputata a 5 stelle ha “bombardato” di e-mail i membri della giunta per le elezioni. Il contenuto della comunicazione è chiara e cristallina. Recita infatti “che fino a prova contraria in questa misera Italia la legge è uguale per tutti senza se e senza ma ed il signor Berlusconi è giunto al termine di un processo attraverso i 3 gradi di giudizio”. Per concludere, la pentastellata più chiacchierata della Camera ha chiaramente avvisato i senatori che dovranno decidere del destino Cavaliere. O, meglio, della sua eventuale decadenza dallo scranno di Palazzo Madama. “Valutate attentamente le vostre scelte, ponderando con grande attenzione quelle che potrebbero essere le conseguenze se il cittadino Berlusconi fosse ulteriormente trattato come un cittadino fuori classe”. Al di là dei battibecchi fra Schifani e Grasso (oltre che delle mail di Roberta Lombardi)che celano, ovviamente, ben più complessi meccanismi politici, sarebbe il caso di spiegare di cosa si occupa questa fantomatica giunta delle elezioni. La giunta è composta da 23 senatori. I quali non vengono scelti, come accade per tutte le commissioni parlamentari, dai componenti dei vari gruppi, ma vengono tutti nominati dal presidente di palazzo Madama a sua discrezione. La giunta viene nominata successivamente alla costituzione dei gruppi parlamentari perché deve tassativamente tenere conto degli equilibri esistenti all’interno dell’assemblea. Il suo compito è quello di verificare la presenza o meno di cause di ineleggibilità e di incandidabilità, di ogni senatore. Insomma, a loro l’ardua sentenza circa la possibilità di Berlusconi di continuare a fare il senatore anche dopo la condanna subita nel processo Mediaset. La “riflessione” della Cancellieri Cautela da parte del Guardasigilli rispetto alla retroattività della norma che farebbe decadere Silvio Berlusconi ubbi. Dubbi di un ministro. Ci si aggrappa perfino a questo quando le sorti del Governo sono in bilico e l’uomo che si è reso protagonista sullo scenario politico nazionale negli ultimi 20 anni rischia di restare fuori dai giochi. “Personalmente non ravvedo profili di incostituzionalità della legge Severino ma credo che, se persone di quel livello si sono espresse, come minimo bisogna rifletterci”. Sono queste le parole del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Tutto ruoterebbe attorno a quel “bisogna riflettere” del Guardasigilli. Vale la pena fermarsi un attimo, per comprendere quali siano i profili applicativi della legge Severino che, se applicata retroattivamente, sbarrerebbe le porte del Senato a Silvio Berlusconi perché condannato in via definitiva. Sono parole ponderate quelle della Cancellieri che –probabilmentesi rivolgono alla pletora di politici “forcaioli” che da giorni non chiedono altro che la testa del Cav. sul piatto d’argento. La Cancellieri sembra aver raccolto la riflessione del vicepremier e segretario D del Pdl, Angelino Alfano che nei giorni scorsi aveva dichiarato: “il Popolo della Libertà ha il diritto di conoscere la posizione del Partito Democratico per potere orientare le proprie decisioni. La non retroattività delle misure afflittive è pilastro fondativo di ogni ordinamento democratico e, come tale, inequivocabilmente riconosciuto dalla giurisprudenza europea, dalla Convenzione europea (art. 7) e dalla Costituzione italiana (art. 25). In base a tali precisi riferimenti giuridici, abbiamo chiesto e chiediamo al Partito Democratico una parola chiara su questo principio”. E, come era prevedibile, su questo punto il Pd si è letteralmente spaccato in due. Vale la pena di ricordare, infatti, che oltre ai politici e parlamentari che invocano la decadenza del Cav da parlamentare, esiste anche una corrente “garantista” rappresentata da soggetti quali Luciano Violante che più volte ha chiesto al suo partito di “ascoltare la difesa di Berlusconi e di concedere al Pdl i dubbi sulla retroattività e la costituzionalità della norma”. G.B. ANCORA GUAI PER GLI UOMINI DEL CENTROSINISTRA. L’IPOTESI DI REATO È DI CONCORSO IN BANCAROTTA FRAUDOLENTA Crac pastificio Amato: indagati Mussari, Ceccuzzi e Del Mese La cena del 2006 in Costiera amalfitana fu galeotta -Quei 17 milioni di euro erogati proprio da Mps … di Federico Colosimo ncora guai per il Pd. Giuseppe Mussari e i due ex deputati Paolo Del Mese e Franco Ceccuzzi, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Salerno per il crac del pastificio Amato. L’ipotesi di reato? Concorso in bancarotta fraudolenta. Accuse pesanti. La notizia era nell’aria … e adesso è arrivata. L’ex Presidente di Mps, Mussari, ora può vantare un nuovo “record”. Il banchiere, infatti, può considerarsi a tutti gli effetti un collezionista di avvisi di garanzia. Dallo scandalo di Siena a quello dell’aeroporto di Ampugnano. Fino al crac Amato. E adesso sono guai. Per tutti e 14 gli indagati si profila infatti una A richiesta di rinvio a giudizio. Costiera Amalfitana, estate del 2006: una cena tra banchieri, politici e imprenditori che, nel suo piccolo, racconta il sistema rosso Mps prima ancora della scellerata acquisizione di Antonveneta. Nella villa del re salernitano della pasta, Peppino Amato, arrivano per banchettare un sindaco in carica (Paolo De Luca) e uno che lo sarebbe diventato (Franco Ceccuzzi, all’epoca dei fatti parlamentare del Pd e poi primo cittadino senese). E ancora: un parlamentare dell’Udeur (Paolo Del Mese) e un banchiere (Mussari). Lo storico pastificio ha bisogno di “piccioli”. Per proseguire un investimento immobiliare e, più precisamente, la trasformazione di un ex stabilimento in un appartamento di lusso. Servono ben 20 milioni di euro. Occorre un finanziamento e Mussari è lì per quello. Ce l’ha portato Del Mese, che ricopre l’incarico di Presidente della Commissione Finanze della Camera. A tavola si beve del buon vino rosso, con il quale viene servito, come secondo piatto, capretto con patate al forno. Pietanza estiva… Sorrisi, chiacchiere e tutti a casa. Passa solo un mese: arriva settembre. Le giornate si accorciano, il sole tramonta sempre prima, ma nelle casse di “Amato RE”, entrano spiragli di luce. Piovono infatti ben 27 milioni di euro. E 17 – forse poco meno – sono erogati da Mps. L’iniezione di fondi serve a poco: il gruppo Amato crolla e lascia un buco di 60 milioni di euro. Il progetto residenziale? Solo un sogno. I soldi concessi con tanta facilità spariscono nel nulla. Poi, entra in Dall’alto, i tre indagati: Del Mese, Mussari e Ceccuzzi scena la Procura di Salerno. E adesso il rinvio a giudizio, sette anni dopo, sembra essere ad un passo. Ancora uno scandalo in piena regola e sempre dello stesso colore: rosso. Non come il fuoco, ma come il Pd. TANTE INSIDIE E FENOMENI ‘DA BARACCONE’. MA ANCHE LA POSSIBILITÀ DI TROVARE FONTI CUI ABBEVERARSI La Rete non conforme: piccola guida ragionata di Alessio Aschelter a rete, sebbene presenti insidie legate all’imprudenza di qualche internauta, offre, per lo più, opportunità. Che per qualcuno hanno rappresentato una cospicua fortuna politica. Il “caso Grillo” è sintomatico, malgrado i più maligni sostengano che il sistema tenda a creare il proprio alter ego. Ringhioso quanto si vuole, ma comunque inoffensivo. Il web, tuttavia, non è un monopolio pentastellato. Il mondo anticonformista ne ha pioneristicamente compreso l’importanza, veicolando principi, elaborando proposte, creando suggestioni. E i siti che a quella Weltanschauung si richiamano rappresentano una fonte a cui abbeverarsi, vista l’aridità che ha essiccato il terreno delle idee. Bussola irrinunciabile per quanti vogliano orientarsi L nella complessità dei fenomeni contemporanei, è “Noreporter” (www.noreporter.org). Curato da Gabriele Adinolfi, il sito oltre ad evidenziare notizie trascurate dal circuito mediatico ufficiale, offre convincenti griglie interpretative per decifrare le dinamiche, e le meccaniche, che muovono la politica interna e le relazioni internazionali, senza ignorare accattivanti letture legate alla cultura, al costume e alla società. Elemento centrale del periodico digitale è la solidità delle radici, rinsaldate da ricorrenze tragiche e da celebrazioni epiche che fugano ogni rimozione. Il passato, anziché costituire un reperto museale, fornisce soluzioni per uscire dal guado. La sintesi peronista, proposta da Adinolfi nelle sue analisi più recenti, emerge dai documenti politici disponibili nella homepage. Altro pregevole strumento è “Arianna editrice” (www.ariannaeditrice.it) che, grazie al portale, se da una parte promuove volumi già distribuiti o prossimi alla divulgazione, ispirati ad una visione comunitaria, antiutilitaristica e sovranista, dall’altra raccoglie articoli, recensioni e interviste catalogate in sette interessanti sezioni. E’ possibile leggere contributi di prestigiosi editorialisti e autorevoli analisti, anche di diversa sensibilità culturale, che dagli esteri all’ecologia, passando per l’economia e la storia, esaminano questioni spinose senza arretrare di fronte ai detentori di verità preconfezionate. Un taglio frizzante caratterizza invece “Barbadillo” (www.barbadillo.it), laboratorio di idee animato da poliedrici interessi, dove la metapolitica sembra lasciare sullo sfondo la politica. Il clan redazionale è attratto dal filone letterario vitalista, che ha in Nicolai Lilin l’esponente contemporaneo più brillante, nutre la passione per il cinema, con “La nostra vita” di Daniele Lucchetti tra le pellicole più apprezzate, e presta attenzione alle sottoculture. «Musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione», sono solo una parte dei temi, citati nella presentazione, per i quali vale la pena digitare il nome dell'ex calciatore dell'Avellino sulla barra degli indirizzi. Di natura più dottrinaria è la versione on line del “Centro studi la runa” (www.centrostudilaruna.it) dove si scoprono pubblicazioni, anche inedite, dell’inesauribile arsenale ideologico riconducibile all’arcipelago non conformista. Autori, tra gli altri, come Mircea Eliade, Knut Hamsun, Alain De Benoist e Robert Steuckers che trattano di religione, letteratura, scienze sociali e geopolitica conferiscono al sito anche per letture accessibili ad anglofoni, francofoni e non solo - un respiro internazionale. 3 Giovedì 5 settembre 2013 Attualità SIRIA, S PE CUL AZ IONI E TAS S E ALLA BAS E DE LL’E NNE S IMO RIALZO DEL COSTO DEI CARBURANTI Benzina sempre più cara. E lo Stato ci guadagna Fare il pieno è diventato un salasso. Ma le cose potrebbero addirittura peggiorare di Cristina Di Giorgi RIVELAZIONE CHOC DELL’OSSERVATORIO MENSILE DI FINDOMESTIC l costo della benzina in Italia continua a salire. Negli ultimi giorni chi è andato a fare rifornimento di carburante si è infatti trovato di fronte all’ennesimo rincaro. Una brutta sorpresa? Forse no (agli aumenti in Italia siamo abituati purtroppo) ma si tratta senz’altro di un fatto che fa abbastanza arrabbiare. Anche perché il prezzo del petrolio è calato (da 112 dollari al barile a 104). E allora perché spendiamo di più per fare il pieno? Gli analisti hanno da tempo messo in guardia a proposito dei possibili effetti della crisi siriana sulle quotazioni del carburante. Ma la minaccia di una guerra (per altro ad oggi non ancora certa né di fatto né quanto ai tempi) non basta a spiegare come mai da noi i prezzi alla pompa sono di nuovo aumentati - è il quarto rialzo consecutivo - raggiungendo la quota record di 2 euro al litro per la benzina verde e 1,99 euro per il gasolio (la media sul territorio nazionale si aggira intorno a 1,88 euro/litro per la benzina e a 1,77 per il diesel). I distributori di tutte le principali Poche ferie, italiani senza soldi I Prosegue la morsa della crisi. Un cittadino su due è stato costretto a rinunciare alle vacanze di Giuseppe Sarra talia a picco. Una tendenza costante, ormai. Parlano i numeri, sempre più negativi. A fotografare il pessimo stato dei consumi, l’Osservatorio Mensile di Findomestic. Il 47% dei cittadini ha rinunciato alle ferie. Come mai? Un’estate all’insegna della sobrietà (tanto sbandierata ai quattro venti dal duo Merkel-Monti)? Neanche per sogno. La verità è un’altra e molto triste: gli italiani non avevano soldi a disposizione. Non sanno dove più sbattere la testa, gli italiani. Sempre più oggetto nella morsa della crisi. Così, sono costretti a cambiare le proprie abitudini. Si tira la cinghia, quindi. Abitudini di consumo sostanzialmente invariate, maggiore attenzione a familiari ed amici e interesse per piccoli e grandi eventi organizzati localmente. E’ questo l’atteggiamento dell’italiano che nel 2013, secondo un’inchiesta condotta sui consumi ad agosto dall’Osservatorio di Findomestic, si è trovato costretto a rinunciare a trascorrere lontano da casa, al mare o in montagna, le proprie ferie. E così un italiano su due è rimasto a casa. “L’hanno fatto per una oggettiva indisponibilità I compagnie petrolifere, i cui titoli a Piazza Affari sembrano essere in rialzo, segnano costi più o meno cresciuti. Giustificati, secondo quanto dichiara l’Unione petrolifera, appunto dall’aggravarsi della situazione internazionale. Non sono per niente d’accordo con questa spiegazione le principali associazioni dei consumatori che, dopo aver sottolineato quanto i rincari del carburante abbiano condizionato le vacanze degli italiani (in molti, dato il costo dei trasporti, hanno scelto ferie a chilometro zero), hanno ribattuto duramente alle spiegazioni dei produttori. Ipotizzando l’ennesima speculazione: “Puntualmente, in occasione del controesodo estivo – ha di- chiarato Carlo Rienzi, presidente del Codacons – i prezzi dei carburanti schizzano al rialzo”. Guerra o speculazione quindi? Probabilmente un po’ entrambe. E in più, a completare il quadro, ci sono anche le tasse che, tra accise, aumento dell’Iva e quant’altro, potrebbero nei prossimi mesi contribuire a rendere la situazione ancora peggiore. A trarre vantaggio da tali circostanze soltanto lo Stato, che grazie agli aumenti del costo carburante solo ad agosto ha visto entrare nelle casse dell’Erario ben 75 milioni di euro. Una cifra destinata ad aumentare. Verrebbe quasi voglia, per la rabbia, di parcheggiare l’auto e di andare a piedi. di denaro”, si legge nel rapporto. E ancora: il 23%, invece, non ha potuto concedersi un periodo di vacanze perché costretto a sostenere spese impreviste. Ma come hanno vissuto il meritato relax – dopo un anno di lavoro - gli italiani? Chi ha trascorso le ferie nello stesso luogo in cui risiede ha preferito stare con gli amici (53%), fare gite fuori porta (45%) o visitare sagre e fiere (39%). Non solo. Nell’inchiesta, non si può non evidenziare come i cittadini hanno anche sollecitato le amministrazioni comunali a rendere più piacevole la permanenza in città tra manifestazioni all’aperto (59%), eventi culturali gratuiti (57%), ma anche attività ludiche in favore di bambini e famiglie (30%). Due terzi di chi è rimasto a casa afferma, tuttavia, di non aver modificato le proprie abitudini di consumo, continuando a frequentare gli stessi negozi. Chi non è andato in ferie nel mese di agosto - invece, colpa dei prezzi da capogiro delle mete turistiche? - ha preferito frequentare centri commerciali (58%), supermercati (51%) ed ipermercati (39%) ma anche gelaterie (29%), mercatini rionali (23%) e negozi di alimentari (19%). A DICIANNOVE ANNI DALL’ATTENTATO ANCORA MOLTE OMBRE SULLA VICENDA DELLA REPORTER UCCISA IN SOMALIA Ilaria Alpi, morire per amore della libertà Giovane, intraprendente ma ‘scomoda’. Un Premio ricorda la giovane giornalista italiana di Francesca Ceccarelli ll’epoca dell’attentato, il 20 marzo 1994, Ilaria Alpi aveva solo 33 anni. Molto portata per le lingue, grazie alla sua ottima conoscenza dell’arabo, dell’inglese e del francese era riuscita ben presto a diventare inviata di guerra per diverse testate giornalistiche e quindi a vincere una borsa di collaborazione in Rai. Seppur giovane, Ilaria divenne subito punto di riferimento della cronaca oltreconfine. Una delle imprese che più la vide coinvolta fu quella in Somalia, dove appunto la giovane romana morì a seguito di un at- A tentato, uccisa assieme a Mirian Hrovatin, giornalista di origini slovene. Un amore spasmodico per la verità e per il proprio lavoro che portò Ilaria ad andare oltre la mera, seppur terribile, guerra civile somala e a scoprire un sotterraneo losco giro di rifiuti tossici armi illegali, che molto probabilmente fu il vero motore dell’efferato delitto. C’era qualcosa di più sotto quella rivelazione che scottava le mani dei piani alti: infatti, secondo quanto riportato dalla stessa Alpi, anche autorità italiane sarebbero state invischiate nel traffico malavitoso. Non millantato spionaggio o macchina del fango, visto che all’indomani della morte di Ilaria, altri “strani” omicidi sono avvenuti negli ambienti strettamente vicina la giovane reporter: su tutti quello di Vittorio Lenzi, operatore della troupe svizzeraitaliana , rimasto vittima di un incidente stradale sul lungolago di Lugano. A nulla è servita fino ad ora la richiesta della famiglia Alpi di fare chiarezza ulteriore sulla vicenda per rendere davvero giustizia alla giovane e al suo impegno. Proprio per ricordarla, ogni anno dal 1995 si assegna a Riccione il Premio Ilaria Alpi alle migliori inchieste televisive italiane dedicate ai temi della pace e della solidarietà. Si replica anche quest’anno, fino all’8 settembre.. La giuria è presieduta da Luca Ajroldi, ex direttore del tg di Telemontecarlo e per molti anni inviato del Tg2. L’evento si struttura in più sezioni: dall’inchiesta di meno di 15 minuti a quella superiore al quarto d’ora, passando per il miglior servizio nei Tg. Un riconoscimento andrà anche alla miglior inchiesta realizzata da una web tv italiana. Al concorso si affiancheranno momenti di dibattito, approfondimento, workshop, mostre, incontri con gli autori, rassegne e retrospettive. on c’è due senza Il Dottor Sottile sarebbe l’uomo voluto da Napolitano per la carica di Presidente della Corte Costituzionale tre. Giuliano Amato è pronto a mettere le mani sulla terza pensione. Il 16 settembre prossimo, infatti, Franco Gallo, attuale presidente della Corte Costituzionale, dovrà lasciare lo scranno per la naturale scadenza dell’incarico. Che dura da 9 anni Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ci sarebbero anche il numero due del Csm, Michele Vietti e non è rinnovabile. Non fa in tempo a liberarsi una pensato nuovamente a lui. Una vera e propria scelta di e il giurista Filippo Satta. Ma l’inclinazione di “Re Giorgio” poltrona, che puntualmente spunta il nome del “dottor rinnovamento e ringiovanimento. D’altronde il capo dello è quella di premiare il dottor Sottile. E così Amato, oltre al Sottile” quale successore. Il bottino, questa volta è troppo Stato lo aveva proposto prima come suo successore e poi vitalizio da parlamentare e quello da Presidente dell’Antitrust ghiotto. come nuovo – o vecchio – Premier. (per un totale di 31.000 euro lordi al mese, questo è quello Sono veramente pochi i ruoli che Amato non ha ricoperto La poltrona di Presidente della Corte Costituzionale vale che dice il giornalista Mario Giordano), potrebbe ottenerne nella sua carriera politica: sottosegretario alla Presidenza oro. L’assegno, a fine mese, è di quelli pesantissimi. Ma in appunto un altro. del Consiglio, due volte Premier, più volte ministro del Tegioco c’è anche la possibilità di ottenere la carica di PreIn tempo di crisi, 31.000 euro al mese sono pochi. Meglio soro, dell’Interno, presidente dell’Antitrust, del comitato sidente Emerito. E’ quella, la partita importante. Che oltre aggiungerne un’altra decina. Così per essere davvero per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, consulente del a garantire una pensione più sostanziosa, offre anche un’insicuri di riuscire ad arrivare a fine mese. Senza stringere governo Monti. E chi più ne ha ne più metta. dennità aggiuntiva in busta paga. In corsa per la nomina la cinghia, naturalmente. F.Co. N Terza pensione in arrivo per Amato Una scelta di rinnovamento e ringiovanimento, quella del Capo dello Stato. E ora l’ex premier punta all’ennesimo vitalizio 4 Giovedì 5 settembre 2013 Esteri Obama e Putin litigano a distanza in vista del G20 di domani. La Casa Bianca: “Il mondo non resti in silenzio” Siria, primo via libera all’attacco I senatori danno il primo sì all’offensiva, a patto che non si vada oltre i 60 giorni. Putin accusa Al Qaeda di essere responsabile dell’utilizzo di armi chimiche e chiede prove certe ed inequivocabili delle colpe di Assad di Federico Campoli embra che la fiducia di Obama nel Congresso sia stata ben riposta. A pochi giorni dall’inizio delle discussioni sull’eventuale intervento armato in Siria, arrivano già i primi sì. I leader della commissione affari esteri statunitense ha raggiunto un accordo sull’offensiva. L’operazione non dovrà andare oltre i 60 giorni, salvo una proroga di 30, previa approvazione di Capitol Hill. Nonostante si stia concretizzando la volontà dell’inquilino della Casa Bianca, i senatori hanno però escluso la possibilità che possano essere inviate delle truppe di terra direttamente sul suolo siriano. L’esame finale, in ogni caso, si terrà il 9 settembre, giorno in cui riprenderanno le attività parlamentari dopo la pausa estiva. Nel frattempo, in vista del G20 di venerdì a San Pietroburgo, Obama ha rivolto un appello dai toni vagamente umanitari al mondo intero. Ovviamente, di umanitario c’è solo il tono. I contenuti sono differenti. “Di fronte alla barbarie che si sta verificando in Siria la comunità internazionale non può restare in silenzio” ha dichiarato il Presidente Usa. Poi ha ag- UCRAINA S Un uomo dietro le Femen l quotidiano inglese The Independent compie rivelazioni imbarazzanti sulle Femen. Dopo che la sede ucraina è stata chiusa per possesso di armi, sulle femministe a seno nudo piomba un altro macigno. A quanto pare, dietro al gruppo “sextremista”, come si autodefinisce, si nasconde un uomo. Si tratta di Victor Svyatski ed è conosciuto come “consulente” del movimento. In pratica, gestisce l’organizzazione pseudo-femminista. E’ lui il fondatore di questo movimento, ed è lui che sceglie anche le ragazze che poi andranno ad esibirsi. Naturalmente dietro compenso. A quanto pare, le donne ucraine che “scelgono” di spogliarsi prendono ben 200 euro per farlo. A quanto pare, però, non tutte le militanti ne sono a conoscenza. Come ha rivelato una Femen, solo avanzando gradualmente all’interno dell’orga- I Barack Obama giunto: “Noi siamo per la difesa dei diritti umani fondamentali". Poi, ha dichiarato di avere “un'elevata certezza che il regime siriano abbia fatto ricorso alle armi chimiche”. Infine ha concluso dicendo: “Io rispetto il processo delle Nazioni Unite, ma crediamo fermamente che sia stato il regime siriano di Assad ad usare le armi chimiche il 21 agosto scorso a Ghouta”. Di diversa opinione è il presidente russo Vladimir Putin. “Ci convincerà solo lo studio molto dettagliato e profondo del problema e la presenza di prove evidenti che dimostrino chi ha usato armi chimiche e con quali mezzi” ha dichiarato il Capo del Cremlino. In realtà, sono però evidenti i passi avanti di Mosca sulla questione siriana. La Russia, infatti, non esclude una “punizione” del governo siriano, ma dichiara che non accetterebbe altra decisione che non sia presa da altri se non dalle Nazioni Unite. “Queste prove, se davvero esistono” dice Putin, “dovrebbero essere presentate al Consiglio di Sicurezza Onu”. Il Presidente russo ha poi aggiunto che le prove “non dovrebbero essere basate su voci e informazioni ottenute dai servizi con intercettazioni". Putin, poi, prova a smentire la responsabilità del regime nella morte dei bambini, avvenuta giorni fa, per il presunto utilizzo di armi chimiche. Il Capo del Cremlino, infatti, ha rivolto le accuse ad Al Qaeda, indicati come i veri responsabili del massacro di innocenti. Infine, ha dichiarato che la Russia, “per agire con decisione” chiede “una prova profonda e specifica che dimostri oltre ogni nizzazione si capisce chi veramente tiri le fila da dietro le quinte. Una delle Femen, inoltre, ha parlato dei rapporti tra alcune attiviste e il loro burattinaio. Si parla di una specie di “sindrome di Stoccolma”. Addirittura, a Victor viene chiesto se abbia avviato l’attività per procurarsi ragazze. “In un certo senso sì” risponde. Intanto, una “sextremista” denuncia: “Siamo psicologicamente dipendenti da lui. Anche se sappiamo e capiamo che potremmo fare tutto questo senza il suo aiuto. Siamo psicologicamente dipendenti da lui”. E’ queste donne dovrebbero essere il nuovo volto della libertà femminile. Intanto, le Antigoni, in Francia, continuano a portare avanti il proprio “femminismo-femminilismo”, senza sovrastrutture o ingannevoli guru. F.C. ragionevole dubbio chi ha usato agenti chimici”. Poi prova a mitigare la propria posizione: “La Russia non difende Assad, ma il diritto internazionale”. L’ultimo avvertimento va all’America. “Se vedremo che si fa qualche passo legato alla violazione delle norme internazionali vigenti, allora dovremo pensare a come agire in futuro, anche con forniture di queste armi sensibili ad altre regioni del mondo". Ariel Castro segregò nella sua abituazione tre ragazze per dieci anni. Le donne furono vittime di violenze ed abusi Il mostro di Cleveland s'impicca in cella L'uomo era stato ritenuto colpevole di 937 diversi capi di imputazione e condannato a più di mille anni di carcere. Aveva scontato solo un mese in completo isolamento di Carola Parisi on sarebbe più uscito da quella cella, dopo la condanna a mille anni di reclusione per rapimento, stupro e sequestro di persona. Ma dopo solo un mese trascorso in isolamento nel carcere ‘Correctional Reception Center di Orient’, in Ohio, il mostro di Cleveland si è impiccato. Il primo agosto il cinquantatreenne Castro era stato condannato all'ergastolo per 937 capi d’imputazione. Le sue tre vittime erano scomparse tra il 2002 e il 2004, quando avevano 14, 16 e 20 anni. Da allora erano state tenute prigioniere nell'abitazione dell'uomo a Cleveland. Erano riuscite a fuggire soltanto nel maggio scorso. Insieme alle tre donne nella casa c'era una bambina di sei anni, risultata figlia di Castro. I medici del carcere hanno tentato la rianimazione, ma senza risultato: l'uomo è stato trasportato quindi all'Ohio State University Wexner Medical Center, dove è stato dichiarato N morto. Il portavoce del dipartimento di Riabilitazione e correzione dell'Ohio ha affermato che Castro è deceduto per apparente suicidio La storia. Poco prima delle sei del pomeriggio di lunedì 6 maggio Charles Ramsey, di professione lavapiatti in un ristorante, era appena tornato nella sua casa monofamiliare nel quartiere residenziale di Tremont a Cleveland – dove vive da un anno – dopo essersi comprato la cena in un McDonald’s, quando ha sentito delle urla dalla casa vicina. In pigiama e ciabatte, si è avvicinato, e oltre una porta chiusa e parzialmente scardinata ha visto una giovane donna con una bambina in braccio che chiedeva aiuto e di essere liberata. Altri vicini hanno sentito il baccano e si sono avvicinati, e insieme a loro Ramsey è riuscito a forzare la parte inferiore della porta e a far uscire la donna e la bambina, e insieme hanno chiamato il 911, il pronto intervento della polizia: la donna, molto agitata e spaventata, ha detto a Ramsey e agli altri vicini, e poi Ariel Castro alla polizia, di essere Amanda Berry, scomparsa senza più essere ritrovata il 21 aprile 2003, alla vigilia del suo 17mo compleanno, mentre tornava a casa dal fast food dove lavorava. Alla polizia ha dato l’indirizzo della casa da cui era appena scappata – il 2207 di Seymour Avenue – e chiesto rassicurazioni che arrivasse qualcuno in fretta, «prima che lui tornasse». Amanda ha subito fornito per telefono nome ed età dell’uomo che in quel momento non era in casa ma che lei temeva potesse rien- trare da un momento all’altro: Ariel Castro, di 52 anni. La polizia è arrivata e ha trovato altre due donne legate e intrappolate in casa: dopo averle liberate le ha portate in ospedale insieme ad Amanda e alla bambina. L’identità delle tre donne è stata comunicata dalla polizia nel giro di pochi minuti: oltre ad Amanda Berry, di 27 anni, si trovavano nella casa Georgina “Gina” DeJesus, di 23 anni, e Michelle Knight, di 32. Anche loro erano scomparse a Cleveland tra il 2002 e il 2004. La bambina – di sei anni – è la figlia di Amanda Berry, e Castro. La polizia ha confermato che si trovavano nella casa dal giorno della loro scomparsa. Per il loro sequestro sono stati arrestati Ariel Castro – 52 anni, proprietario della casa, di professione autista di scuolabus – e i suoi fratelli Pedro e Onil Castro, di 54 e 50 anni, che non vivevano con il fratello ma che sarebbero coinvolti nel sequestro. Non sono stati forniti dettagli sugli arresti. La scomparsa di Amanda Berry è stata una vicenda molto seguita dai media locali negli ultimi dieci anni, e lei stessa ha confermato nella telefonata al 911 di averne consapevolezza («sono sui telegiornali da dieci anni»). Di Amanda Berry si perse ogni traccia il 21 aprile del 2003, dopo una telefonata in cui avvisava la sorella che stava rientrando a casa sfruttando un passaggio in macchina. Inizialmente l’FBI ritenne che potesse trattarsi di una fuga di casa, ma la settimana seguente una telefonata dal cellulare di Amanda alla madre riaprì il caso. Quella di Georgina DeJesus fu l’altra scomparsa molto nota, avvenuta nella stessa zona di Cleveland: sparì che aveva 14 anni – il 2 aprile del 2004, mentre tornava a casa da scuola – non lontano da dove si persero le tracce di Amanda Berry. L’agente dell’FBI Timothy Kolonick, che aveva già lavorato al caso Berry, non confermò e non escluse collegamenti tra le due scomparse. Michelle Knight era stata la prima delle tre ragazze a scomparire. L’ultima volta che venne vista fu il 23 agosto del 2002 a casa del cugino, a pochi chilometri dalla casa di Ariel Castro: aveva vent’anni. In un’intervista al Plain Dealer di Cleveland la nonna di Michelle disse di credere che la nipote fosse scappata dopo aver perso la custodia della figlia. La madre di Michelle, che intanto si trasferì in Florida, tornò spesso a Cleveland a continuare ad appendere volantini nel quartiere anche dopo che la polizia abbandonò le ricerche. 5 Giovedì 5 settembre 2013 Effetto boomerang per l’uscita romana del prossimo segretario del Pd Renzi e Marino in passerella schivando il traffico dei Fori Il sindaco di Roma accompagna il collega di Firenze sull’area “pedonale” e la ritrova piena di taxi e bus. Quando se ne vanno, si alza il grido: “Viva gli sposi!” di Ugo Cataluddi na passerella, quella di Renzi e Marino, come neanche al recente festival del cinema di Venezia, con i vari divi Hollywoodiani. Una sfilata creata ad hoc per telecamere e giornalisti e, una volta accertato che l’organizzazione lasciava come sempre a desiderare, si è pensato bene di gettare la colpa su questi ultimi accorsi in numero troppo elevato. Un’esibizione quindi tutta “sinistra” quella andata in scena la mattina di mercoledì, sotto il sole cocente e con una folla, tra cronisti, staff dei due sindaci e semplici curiosi che costituiva “un reale problema di ordine pubblico”. Motivo per il quale la passeggiata in bicicletta su via dei Fori Imperiali (originario motivo della visita di Renzi nella Capitale) è saltata e il tutto si è esaurito in una breve passeggiata di poche decine di metri U Matteo Renzi (a sinistra) e Ignazio Marino a ridosso dell’area pedonalizzata. E forse è stato un bene che il programma iniziale sia andato a rotoli. Molto si è detto e molto si è scritto sulla pedonalizzazione di via dei Fori, ma difficilmente alla trincea di telecamere schierate per riprendere i due alleati del piddì, sarebbe sfuggito che di tutto si tratta, tranne che di un’area sgombera dalle auto. Alle ore 12.00, la strada era infatti presa d’assalto da taxi, ncc, bus e open bus. Gran parte di questi, inoltre, transitava totalmente incurante del limite di 30 km/h, nonostante lo spiegamento da guerra degli agenti della municipale in bicicletta, evidentemente troppo intenti a monitorare la marea umana con a capo il sindaco di Roma e il “rottamatore”. “Non posso occuparmi anche degli aspetti tecnici”, ha quindi affermato Marino a margine della conferenza stampa in Campidoglio, in risposta ai giornalisti (un’80ina circa, tra cameramen e cronisti), imbufaliti per la poca professionalità con cui è stato curato l’evento. Unica dichiarazione (evitati i temi caldi del momento) oltre agli elogi alle pacche sulle spalle di rito con Renzi, prima di scendere dalla scalinata di Palazzo Senatorio, tra l’ilarità dei presenti che vedendoli a braccetto hanno intonato un “viva gli sposi”. Italia DA ROMA Ferì due carabinieri: giudizio immediato La sparatoria a Palazzo Chigi: da novembre processo a Preiti La difesa potrebbe tuttavia scegliere di avanzare la richiesta disono ritoi reati alternativo contestati all'uodi Valter Brogino n caso che potrebbe ancora nascondere qualcosa, o una semplice formalità? Difficile capirlo ora: fatto sta che comincerà il 20 novembre prossimo in tribunale il processo a carico di Luigi Preiti, il disoccupato calabrese di 46 anni, che la mattina del 28 aprile scorso, quando si insediò il governo Letta, sparò alcuni colpi di pistola all'indirizzo di quattro carabinieri, in servizio davanti a Palazzo Chigi, ferendo gravemente al collo il brigadiere Giuseppe Giangrande e, in modo più lieve a una gamba, l'appuntato Francesco Negri. Molto meglio andò ad altri due militari: uno si vide perforare il giubbetto antiproiettile e un altro si salvò gettandosi a terra. Quadruplice tentato omicidio, detenzione, porto e ricettazione della Beretta 7.65, U mo. Il gip ha accolto così la richiesta di giudizio immediato, sollecitato il 31 luglio scorso dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal pm Antonella Nespola. Non si esclude, però, che la difesa di Preiti possa formalizzare una richiesta di rito alternativo (come l'abbreviato che, in caso di condanna dell'imputato, prevede uno sconto di pena pari a un terzo). In quel caso, la posizione di Preiti sarebbe esaminata in udienza preliminare da un gup e non più da un collegio di tribunale. Secondo gli inquirenti, Preiti, detenuto a Rebibbia dal giorno dell'arresto, avrebbe agito da solo e senza avere alcun 'input' esterno. Non è stato chiarito però se la Beretta sia stata effettivamente acquistata al mercato nero di Genova, come raccontato dall'uomo al momento dell'arresto . MAGLIANA Ammazza la moglie “per gioco” n omicidio per gioco. È quello che emerge dal racconto di Gaetano Giusto, 73 anni, che martedì sera a Roma in via Pescaglia ha ucciso la moglie Rosa Graziani con un colpo di pistola, un revolver calibro 45, regolarmente detenuta. Secondo la sua versione, la moglie lo avrebbe visto in salone con la pistola in mano e gli avrebbe chiesto se non avesse intenzione di spararsi. Lui a quel punto avrebbe risposto scherzando: “No avrei intenzione di sparare a te”. L'uomo avrebbe poi premuto il grilletto puntando l'arma, che riteneva scarica, verso la moglie: l’ha colpita a un fianco. La donna 63 anni si sarebbe a quel punto rifugiata in bagno. Subito dopo l'anziano, in stato confusionale, si è rivolto a una vicina che ha avvisato il 113. Sul posto sono giunti i sanitari del 118 e una volante della polizia. La donna è stata trasportata al San Camillo, dove è morta intorno all'una. OvV.B. viamente, serrate le indagini della polizia scientifica. U USURA Colf e strozzina, arrestata olf e strozzina. Ma la sua doppia attività non è sfuggita ai carabinieri che, al suo rientro in Italia, hanno arrestato una 69enne cittadina filippina, collaboratrice domestica. È ritenuta il capo di una banda dedita all'usura, estorsione ed esercizio abusivo di attività finanziaria sgominata nel corso di un'operazione denominata ''Usura Filippina'', che lo scorso 7 maggio portò all'arresto di 10 persone da parte degli stessi Carabinieri. Durante l'operazione la donna riuscì a sfuggire alla cattura poiché si trovava all'estero. Martedì, al suo rientro in Italia, è stata arrestata dai Carabinieri che le hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Roma. Dopo l'arresto, la 69enne è stata portata al carcere di Rebibbia. Le indagini hanno permesso di accertare che gli arrestati realizzavano prestiti di denaro a connazionali in difficoltà economiche con tassi che raggiungevano anche l'80% annuo. Un centinaio, Gustavo Lidis finora, le vittime accertate. C BORGO Contraffazione: blitz anti-abusivi rentaduemila euro di multa e oltre 500 pezzi contraffatti sequestrati. È il frutto di sette contravvenzioni amministrative, comminate ad altrettanti commercianti abusivi, e di 6 sequestri amministrativi effettuati dagli agenti del Commissariato Borgo, in collaborazione con i Vigili Urbani di Roma Capitale. Le verifiche, disposte dal questore di Roma, Fulvio Della Rocca, hanno interessato anche altre zone della Capitale e sono tutt’ora in corso. Sul fronte della prostituzione su strada, sempre la Questura di Roma informa che tra Prenestino, San Basilio e Casilino, nella serata di martedì hanno identificato 30 “lucciole”, quasi tutte provenienti dall’ Est Europa, 6 delle quali accompagnate presso gli uffici di via Patini per accertamenti sull’identità personale. I controlli, che ormai da tempo, gli agenti della Questura stanno effettuando a cadenza giornaliera, proseguiranno anche nelle prossime settimane e interesseranno G.L. altre zone della città. T 6 Giovedì 5 settembre 2013 I DIRETTORI GENERALI DA RINNOVARE SCATENANO APPETITI A CENTRO-SINISTRA Il Pd lancia l’assalto alla sanità regionale Italia DA ROMA E DAL LAZIO DISCARICA: BARRICATE SULL’ARDEATINA Comitati inascoltati: ritornano i blocchi “E’ un fatto gravissimo che ci sia questa totale assenza di trasparenza” Il consigliere Agostini: ”I dirigenti nominati dalla Polverini vanno cambiati tutti” La replica di Storace: “Ancora c’è chi pensa di nominarli in base alla tessera di partito” n intervento sulla sanità che sembra volersi scagliare contro l’ancien regime, ma che in verità non può che essere letto come un tentativo di far piazza pulita per mettere in campo una bella lottizzazione vecchio stile. L’attacco parte dal Pd ed è a firma del consigliere regionale Riccardo Agostini. “Credo che nel futuro della sanità del Lazio non possa esserci spazio per la vecchia guardia dei direttori generali nominati dalla precedente Giunta. Il lavoro degli esperti Agenas deve puntare ad un ricambio profondo tenendo conto di chi ha contribuito a creare lo stato di crisi attuale e di chi non ha tenuto conto, invece, delle disposizioni regionali in merito, per esempio, alle gare d'appalto”, ha dichiarato Agostini. Il quale, anima candida, apre anche la vista su uno spaccato un pochino squallido… “Il semplice buon senso dice che il profondo cambiamento necessario a cambiare il sistema non può essere affidato a chi ha oggettivamente contribuito a determinare lo stato di crisi attuale aggiunge - Occorre voltare pagina e non valutare le aderenze politiche dell'ultimo minuto. Troppi sono i direttori nominati dalla Polverini che stanno tentando il riciclaggio. Non si può fare, il modello dg per tutte le stagioni direi che ha fatto il suo tempo”. U a lotta non si ferma, anche se ben pochi ormai ne danno notizia, tra i mass media allineati ne coperti al monocolore Pd che, dal Ministero dell’Ambiente al Campidoglio passando per la Regione Lazio, ha deciso il sacrificio di quella parte di Roma all’emergenza rifiuti. Decine di manifestanti hanno occupato la strada nella notte di martedì, a partire dalle 22,45, in forma di protesta contro l’ipotesi della costruzione di un centro rifiuti vicino al Santuario del Divino Amore. I partecipanti hanno bloccato il traffico costruendo una barricata di fortuna con cassonetti, tavoli e alcune sedie. Si è reso dunque necessario chiudere la strada all’altezza di via della Falcognana. Tutta colpa della mancata convocazione e, ancora una volta, della totale assenza di trasparenza sull’operazione Falcognana. “Per l’ennesima volta le porte per noi restano chiuse”, dichiara in una nota il presidio “No discarica” Divino Amore. “Abbiamo chiesto a gran voce di conoscere L Quanto è bastato per far saltare dalla sedia l’opposizione: troppo evidente, ai limiti della sfacciataggine, il piano per un’occupazione militare della sanità da parte di uomini fidati della sinistra. È Francesco Storace (La Destra), vicepresidente del consiglio regionale, a lanciare un serio monito al riguardo. “Se ci sono direttori capaci, il Pd li vuole mettere alla porta solo perché non hanno la tessera di partito giusta? E’ questa la rivoluzione 09:07 meritocratica che era stata annunciata in campagna elettorale? Spero che Zingaretti voglia smentire le sciagurate dichiarazioni del consigliere del Pd Agostini, al quale la nostalgia di Montino ha fatto perdere la ragione. Credo che il preannuncio sostanziale di una nuova lottizzazione sia davvero sbagliato e che l’Agenzia nazionale di sanità, tanto esaltata dal presidente della Regione, debba far sentire la sua voce. A che serve averla coinvolta se poi prevale il metodo Agostini?”. Bruno Rossi prima il luogo e l’orario della riunione di martedì e poi l’esito dell’incontro, ammesso ci sia stato. Ci siamo mobilitati in un sit in davanti al Ministero dell’Ambiente e neppure in quel frangente si sono degnati di darci una risposta”. “Sul balletto tra Comune, Regione, Ministero e il commissario Goffredo Sottile ancora nulla è dato a sapere. E questo, già di per sé, è un fatto gravissimo perché mette il luce una modalità subdola e ambigua che offende la democrazia e il diritto ad essere informati. Sottile – conclude il presidio – come previsto dal decreto di nomina, è tenuto a produrre piani, programmi e tabelle finanziarie rispetto alla sua azione. Ed è tenuto, altresì, a presentare una relazione mensile sullo stato di avanzamento delle attività svolte. Ci chiediamo se siano mai state presentate queste relazioni, che dovrebbe essere rese pubbliche e non secretate come tutto ciò che riguarda questa vicenda”. Valter Brogino Pieve di Soligo: proposta di Progetto Nazionale Una via per Pasquinelli Ma la sinistra dice ‘no’ La mozione per ricordare l’eroina di Pola verrà discussa in consiglio. È polemica Milano - Il fatto risale al 14 febbraio, ieri sono stati individuati gli aggressori Massacrarono di botte uno studente: arrestate due antagonisti dell’ex Cuem Alla base del pestaggio, discussioni politiche e l’imbrattamento di un manifesto comunista. La vittima ha riportato danni permanenti di Barbara Fruch a imbrattato alcuni manifesti comunisti per questo è stato pestato a sangue riportando lesioni permanenti. È successo lo scorso 14 febbraio all’Università Statale di Milano quando due ‘zecche’ dopo una discussione per motivi politici, hanno massacrato F.C. di 28 anni fratturandogli il cranio e procurandogli danni “estetici e funzionali” irrimediabili, tali da richiedere un importante intervento chirurgico ricostruttivo maxillofacciale. Per questo, informa il Comando provinciale dei carabinieri di Milano, L. M., 30 anni, detto ‘Lollo’, e S. D., detto ‘Simone’, 26 anni, entrambi studenti universitari vicini all’Assemblea di Scienze Politiche, di area antagonista, che occupa l’ex Cuem e l’ex Cuesp dell’Università Statale di Milano, sono stati arrestati ieri mattina, per ordine del gip, dopo un’inchiesta condotta dal pm Piero Basilone e dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, capo del Quarto Dipartimento Antiterrorismo. I due dovranno rispondere di lesioni personali gra- H di Cristina Di Giorgi aria Pasquinelli ha dedicato tutta la sua vita all’Italia. Anche compiendo gesti drammaticamente duri come l’omicidio del generale inglese De Winter nel corso della cerimonia di consegna delle chiavi della sua Pola agli alleati. Una scelta estrema, per la quale ha pagato. Ma che dimostra quanto questa donna, morta recentemente all’età di 100 anni, abbia amato la Patria. Per sottolineare e valorizzare, soprattutto in tempi quasi privi di valori come quelli di oggi, un ideale come quello che ha animato Maria, alcuni consiglieri comunali di Pieve di Soligo (Treviso) hanno proposto di dedicarle una Via o un luogo di pubblico interesse. Firmatari della mozione, che verrà presentata nella prossima seduta consiliare, sono Cristian Gai e Jacopo Beltrame, di Progetto Nazionale. La loro proposta, ancora prima di essere discussa in sede istituzionale, ha già suscitato un vespaio di polemiche. I quotidiani locali scrivono che intitolare una via ad una fascista che uccise a sangue freddo, in tempo di pace, un generale inglese è un’idea choc. Risponde uno dei due promotori dell’iniziativa, secondo il quale “la Pasquinelli è una figura importante, che ha mostrato il suo attaccamento alla Patria. La sua azione, per quanto cruda, si basava su un principio valido: la liberazione dell’Istria e della Dalmazia dai partigiani jugoslavi”. Gli fa eco M Italia DAL NORD 7 Giovedì 5 settembre 2013 il cofirmatario della mozione, che spiega: “Vogliamo risvegliare l’italianità. In un periodo come questo, va rispolverato il senso di appartenenza alla nostra Patria”. A chi fa loro notare che la Pasquinelli non ha alcun legame con Pieve di Soligo, i due consiglieri del Gruppo misto rispondono che non tutte le vie del paese sono dedicate a personaggi locali e ricordano anche che il consiglio aveva approvato l’intitolazione di una strada ai martiri delle foibe, mai realizzata. Il sindaco Fabio Sforza ha dichiarato che la legge impone di prendere in considerazione solo le richieste per soggetti deceduti da più di dieci anni (e la Pasquinelli è morta due mesi fa) e che in ogni caso “la priorità spetta alla gente di Pieve”. Stando alle prime reazioni, è molto probabile che sia maggioranza sia opposizione voteranno contro la proposta di Gai e Beltrame. La discussione si preannuncia comunque molto accesa, anche perché “il Quartier del Piave è stato terra di Resistenza – scrive La Tribuna di Treviso – ed è improponibile una via dedicata ad un’eroina fascista. Sarebbe benzina sul fuoco dello scontro politico: insorgerebbero partigiani, centro sinistra e molti comuni cittadini”. Come dire: è vietato rendere omaggio a chi non è omologato all’ideologia della “vulgata resistenziale”. Date tali premesse, la memoria condivisa – purtroppo per tutti – continuerà a rimanere una chimera. vissime e violenza privata aggravata, commessi in concorso con altri giovani che sono in corso di identificazione. Il 14 febbraio i due ragazzi, nel corso di una festa organizzata per San Valentino dall’Ex Cuem, hanno notato lo studente fuori sede non impegnato in politica, mentre con un pennarello stava facendo scarabocchi su un manifesto che chiedeva la liberazione di alcuni prigionieri politici comunisti. I due antagonisti, secondo le ricostruzioni fatte dai carabinieri, prima lo hanno insultato e poi lo hanno preso a calci e pugni sia all’interno dell’ateneo sia in prossimità del portone di ingresso, dove era stato trascinato, da una ventina di studenti. Era stato lasciato a terra esanime, con una vistosa frattura al cranio, tale da far credere agli assalitori che fosse morto. Dopo due settimane la vittima, che inizialmente non aveva né denunciato l’accaduto né, ha notato un avvallamento nella parte sinistra della fonte ed è stato costretto ad andare al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Milano, dove i chirurghi hanno provato a limitare i danni procurati dalla frattura della parete anteriore Ex Cuem, presidio a palazzo di giustizia (foto:New Press) del seno frontale, con una prognosi di 68 giorni. Le percosse hanno causato al ragazzo una importante deformazione al viso: il giovane potrebbe anche aver subito lesioni permanenti (il rientro della scatola cranica, una grossa cicatrice, l’arretramento dell’occhio e danni funzionali) e potrebbe non riacquistare più la sensibilità della parte sinistra del viso. Le indagini hanno consentito di identificare “inequivocabilmente” i due aggressori, che avevano anche minacciato di gravi ritorsioni altri due studenti, testimoni dell’accaduto, perché non parlassero con le forze dell’ordine. Uno dei due arrestati, ‘Lollo’, è anche imputato a Torino nell’ambito del processo a carico degli esponenti No Tav. Entrambi si trovano nel carcere di San Vittore a Milano. BRESCIA – NUOVI ELEMENTI SULL’OMICIDIO DI MARINA RODRIGUES Grigoletto ammette relazione. Gip convalida il fermo Dubbi sulla paternità del figlio della ragazza L’avvocato difensore: “Lei aveva altre relazioni” puntano altre prove nel delitto di Brescia. Mentre è stato convalidato l’arresto di Claudio Grigoletto, accusato per l’omicidio di Marina Rodrigues, uccisa negli uffici della “Alpi Aviation do Brasil” a Gambara, il presunto assassino ha ammesso per la prima volta la sua relazione con la 29enne davanti al gip bresciano Francesco Nappo. A darne notizia è stato il legale dell’uomo, Elena Raimondi, al termine dell’interrogatorio. Sul fronte delle indagini, i Cara- S binieri hanno travato nell’ufficio di Grigoletto lo scontrino di un supermarket con l’acquisto di candeggina e acido. La ricevuta fiscale, infatti, risale alla mattinata di giovedì, giorno in cui Marilia Rodrigues è stata uccisa. Secondo il quadro accusatorio, con il fine di simulare un suicidio e depistare le indagini degli inquirenti, l’assassino avrebbe cercato di far ingerire acido alla ragazza. Un indizio importante. Ma c’è dell’altro: in un ufficio di Grigoletto a Bedizzole - sempre nel bresciano, nel corso delle indagini - è stata ritrovata dai militari dell’Arma una chiave inglese su cui sono state rinvenute tracce del tubo della caldaia dell’appartamento di Gambara. Il presunto assassino, quindi, avrebbe anche cercato di inscenare una fuga di gas. In base a questi elementi, tuttavia, al bresciano potrebbe essere contestata anche la premeditazione. Intanto, l’uomo ha deciso di collaborare con la Magistratura. “Il mio assistito ha rilasciato dichiarazione spontanee”, ha osservato l’avvocato Raimondi dopo l’in- terrogatorio di convalida del fermo nel carcere di Canton Mombello. Grigoletto, inoltre, ha ammesso la relazione sentimentale con la brasiliana ma a proposito della paternità del figlio che la giovane stava aspettando, il suo legale ha tenuto a precisare che “stiamo attendendo anche noi le risultanze degli esami perché sono emerse altre relazioni”. A Brescia, nel frattempo, sono arrivati dal Brasile i familiari di Marilia che dovranno riportare il corpo della ragazza in patria. G.S. BOLZANO – L’INTERVENTO DEL CONSIGLIERE DE LA DESTRA Minniti contro la Klotz “Il partito separatista mina la serenità altoatesina” Con i suoi referendum inutili la Klotz mina solo la convivenza per un tornaconto personale; questo rappresenta la volgarità della politica poiché ci si serve di essa per interessi elettorali piuttosto che metterla al servizio del cittadino”. Lo afferma il Consigliere provinciale de "La Destra" Mauro Minniti in merito al referendum sull’autodeter- “ minazione organizzato dal partito separatista di Eva Klotz che proprio qualche giorno fa ha preso il via in provincia di Bolzano. “L’iniziativa è tanto più grave se si considera che la stessa non ha alcun valore giuridico, ma alimenterà solo insofferenza e tensioni” aggiunge Minniti secondo il quale “non esistono aggettivi per commentare il comportamen- to di una persona che, pur di fare voti, mette a rischio la serenità altoatesina. Ho Invitato più volte la Klotz ad andarsene dal nostro Paese se i soldi italiani le danno fastidio e reputo incomprensibile ed incoerente il fatto che, nel promuovere l’autodeterminazione, la Klotz continui a sedere in una Istituzione italiana come il Consiglio provinciale”. Roma, via Giovanni Paisiello n.40 Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità su Il Giornale d’Italia rivolgersi al Responsabile Marketing Daniele Belli, tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] 8 Giovedì 5 settembre 2013 ISCHIA – QUANDO I SOLDI NON BASTANO... Offre 45mila euro per una sera il titolare del ristorante rifiuta Q uando la clientela vale più dei soldi. Il titolare di un suggestivo e rinomato ristorante di Ischia (Napoli) è riuscito a rifiutare l’offerta di un magnate russo che, con insistenza e proposte crescenti, era arrivato a promettergli 45mila euro per avere l’intero locale per una sera. Così sull’isola partenopea, che si è giocata facoltosi ospiti a suon di tasse e multe da brivido, arriva un alto ‘ben servito’. Venerdì scorso il titolare del noto ristorante “Il Gabbiano” sulla spiaggia di Citara di Forio d’Ischia, Gianfranco D’Ambra, ha ricevuto una proposta che in pochi avrebbero avuto il coraggio di rifiutare: 45mila euro per una serata nel suo locale, naturalmente senza altri clienti tra i piedi. “Mi hanno chiamato venerdì per sabato, giornata in cui avevo quasi tutto il locale prenotato. Ho spiegato che la mia è una clientela prestigiosa e non potevo chiudere le porte ai nostri clienti. Gli ho offerto una metà del ristorante ma a questo punto hanno cominciato ad alzare la posta fino a offrire 45.000 euro. Una cifra che fa gola certamente, ma la loro richiesta era irricevibile: volevano l’uso esclusivo del locale”. Di fronte alla cifra in ballo il proprietario del ristorante avrà fatto le sue considerazioni, e tra una notte da leone e il rischio di perdere i suoi ‘affezionati clienti’ non ha avuto dubbi. Ma a infastidire il titolare è stato anche lo scarso preavviso e l’atteggiamento supponente del magniate russo “Per la verità avevano un modo di fare che non mi è piaciuto Volevano imporsi con un diktat: compro e basta! Ma la dignità non è in vendita – conclude D’Ambra – Gli ho fatto capire che, anche se sono ricchi, non possono pensare di poter comprare sempre tutto”. Insomma mentre piovono rubli su Ischia, c’è anche chi riesce a dire no al vil denaro. Barbara Fruch Italia DAL SUD L’omicidio è avvenuto nei locali del centro di igiene mentale della Asl Bari: psichiatra accoltellata a morte da un suo paziente Fermato l’assassino, ex tossicodipendente con problemi anche di abuso di alcol a dottoressa Paola Labriola, in servizio presso la sede del centro di igiene mentale del quartiere Libertà a Bari, è stata aggredita da un utente della struttura, che l’ha più volte colpita all’addome, al collo e alle spalle con un coltello da cucina dalla lama lunga dodici centimetri. I colpi inferti hanno provocato alla psichiatra altrettante ferite, alcune delle quali tanto gravi da provocarne la morte. Al momento dell’omicidio nel centro c’erano una decina di dipendenti. Il corpo senza vita della donna è stato rinvenuto nello studio medico in cui lavorava dalle forze dell’ordine, che hanno subito avviato le indagini. La dottoressa, in servizio dal 1994 presso varie strutture cittadine, aveva 53 anni e lascia una famiglia e due figli di dodici anni. “Sono sconvolto. Non l’ho vista mia moglie – ha detto il marito, psicologo, accorso sul luogo dell’omicidio non appena appresa la notizia - non me l’hanno fatta vedere”. L’uomo, visibilmente provato, non è riuscito a fare altre dichiarazioni né ipotesi sul tragico fatto di sangue che ha avuto come vittima la consorte. Il presunto assassino è un uomo di quarantaquattro anni, Vincenzo Poliseno, ex tossicodipendente con problemi anche L di abuso di alcol, accusato di omicidio volontario e attualmente sotto interrogatorio. A quanto si apprende l’uomo, già fermato dagli agenti e condotto in questura, era stato soltanto un’altra volta nella struttura sanitaria di via Tenente Casale. Nelle prime ore del mattino è andato in un altro centro di igiene mentale (quello di San Paolo) e, avendolo trovato chiuso, si è diretto verso la sede della circoscrizione Libertà pretendendo di avere dei soldi. immediatamente allontanato, ha raggiunto il vicino centro nei cui locali operava la dottoressa Labriola e ha atteso per circa mezz’ora il suo turno di essere visitato, sedendo in sala d’attesa senza mostrare alcun segno di nervosismo. Sul luogo del fatto si è recato il direttore dell’Asl di Bari Domenico Colasanto, contestato da alcuni dei presenti che hanno ricordato che non è la prima volta che nei centri di igiene mentale si verificano aggressioni agli operatori. “Qui succede spesso che qualcuno va fuori di testa racconta Mario, residente nella via del centro Sim di Libertà - e in più di qualche occasione i medici rischiano seriamente. Credo che sia una tragedia annunciata perché non è il primo caso di aggressioni Eurosky Tower . Entrare in casa e uscire dal solito. subite”. Dello stesso tenore le dichiarazioni di una paziente della dottoressa, che ha confermato: “Non è la prima volta che accadono aggressioni nel centro e che spesso arrivano pazienti violenti”. Presenti sul posto anche l’assessore regionale alla Salute Elena Gentile e il sindaco di Bari Michele Emiliano, che ha proclamato il lutto cittadino. “Ho già chiesto al prefetto – ha inoltre dichiarato – di considerare la situazione critica delle strutture dell’Asl. Quello di oggi è un incidente sul lavoro dovuto alle condizioni di pericolo a cui sono sottoposti questi operatori. Finché non sarà trovata una soluzione, i vigili urbani sorveglieranno il centro, perché le dottoresse vogliono continuare a lavorare”. Cristina Di Giorgi PESCARA – DIETRO LA TRAGEDIA DIFFICOLTÀ ECONOMICHE La crisi uccide ancora: si impicca commerciante L a crisi continua a mietere vittime. Un commerciante di 51 anni di Cappelle sul Tavo (Pescara) si è impiccati all'interno del suo furgone, nel territorio comunale di Spoltore. L’uomo, titolare di un negozio di ortofrutta, ieri mattina, dopo essere andato a ritirare della merce al mercato ortofrutticolo di Villanova di Cepagatti, ha accostato il mezzo, lungo la strada che percorreva tutte le mattine per lavoro, e ha deciso di farla finita. A scoprire il cadavere, nel pomeriggio, sono stati alcuni passanti che hanno notato il furgone fermo in località Cavaticchi. Dentro il corpo ormai senza vita. Inutili i soccorsi. Sul posto sono subito intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Pescara e della stazione di Spoltore. L’uomo non ha lasciato biglietti. Comunque sembra ci siano pochi dubbi sull’origine del gesto: in base alla ricostruzione delle forze dell’ordine che hanno ascoltato i familiari l’uomo alla base della tragedia ci sono le difficoltà economiche incontrate negli ultimi tempi. Insomma, è l’ennesimo dramma di un Italia C.B. in crisi. REGGIO CALABRIA – L’OPERAZIONE DELLA POLIZIA ‘Ndrangheta: 7 arresti tra cui un ex sindaco Il relax ha una nuova casa. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building ex sindaco di San Procopio è finito in manette insieme ad altre sette persone tra cui due imprenditori ed un commerciante (quest'ultimo accusato di intestazione fittizia di beni). Nell’ambito dell’operazione contro la cosca Alvaro condotta dalla squadra Mobile di Reggio Calabria e dallo Sco di Roma. Rocco Palermo, di 52 anni, era già stato arrestato nel giugno del 2010 nell'operazione 'Meta', condotta contro le cosche reggine del capoluogo e della provincia. L'ex sindaco è ritenuto dagli investigatori un uomo di fiducia di Cosimo Alvaro, figlio di Mico ritenuto L’ UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it il capo del clan. In seguito all'arresto di Palermo, il Comune di San Procopio fu poi sciolto per infiltrazioni mafiose, nel dicembre 2010, dal Consiglio dei ministri. I due imprenditori arrestati, secondo quanto si è appreso, sono accusati di essere inseriti a pieno titolo nella cosca degli Alvaro. In particolare sarebbe stato proprio grazie alla loro attività che la 'ndrina riusciva ad ottenere gli appalti. I provvedimenti restrittivi eseguiti stamani sono stati emessi dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia che ha coordinato le indagini. C.B. Sport 9 Giovedì 5 settembre 2013 Prandelli, al termine del Mondiale in Brasile, lascerà la Nazionale IL CITTÌ: “TROPPI STRANIERI NEL NOSTRO CALCIO” Il toto-allenatore è già partito: Allegri, Ma intanto convoca Conte, Spalletti e Mancini i nomi caldi Thiago Motta… Possibilità anche per Ranieri, adesso alla guida del Monaco, e Zaccheroni “ di Paolo Signorelli O rmai è ufficiale. Cesare Prandelli, al termine del Mondiale in Brasile, lascerà la guida della Nazionale italiana. Il tecnico ha deciso, qualunque sia l’esito della competizione. Vuole tornare ad allenare in un club, gli manca il lavoro quotidiano sul campo. Inoltre, ci sarebbe anche una questione economica: in Nazionale non arriva a prendere 1 milione e mezzo di euro, mentre con il prestigio che ha acquisito, ne percepirebbe almeno il doppio in una squadra di club. L’annuncio lo farà a qualificazione ottenuta. Probabilmente martedì, quando gli azzurri sfideranno la Repubblica Ceca e, in caso di vittoria, sarebbero qualificati. Altrimenti ad ottobre, in occasione del sorteggio dei gironi mondiali. Sia la Federcalcio che Prandelli vogliono gestire i prossimi mesi nella massima trasparenza, per evitare che si ricada in un tormentone come accadde nel 2008 per il rinnovo, poi saltato, di Donadoni. Il toto-allenatori già è partito. Molti i nomi per il dopo Prandelli. L’idea è di andare su un tecnico di esperienza. L’epoca in cui si Cesare Prandelli promuoveva dal basso, come fu con Bearzot, Vicini e Maldini che avevano guidato l’Under 21, è finita. La lista, in primis, comprende Massimiliano Allegri, Luciano Spalletti, Antonio Conte e Roberto Mancini. In lizza ci sono anche Claudio Ranieri ed Alberto Zaccheroni, il cui contratto con il Giappone scade l’anno prossimo. Il più gettonato sembrerebbe l’attuale tecnico rossonero. È giovane, ha già vinto in Italia al suo primo anno in panchina. Il suo rapporto con il Milan è stato messo spesso in discussione e la guida della Nazionale sarebbe per Allegri un’esperienza prestigiosa. In più, al “diavolo”, piace molto Prandelli. Uno scambio di allenatori, dunque. Ma è davvero presto per dirlo. Anche perché ad Abete, Albertini & co, piace moltissimo il gioco di Luciano Spalletti, in rotta con lo Zenit. Antonio Conte è sotto contratto con la Juventus fino al 2015, ma accetterebbe volentieri la nuova avventura azzurra Poi c’è il “Mancio”, anche se il suo passato da calciatore in veste azzurra è sempre stato problematico, e i compensi che ha ricevuto da Inter e soprattutto Manchester City (8 milioni a stagione), sono lontanissimi dai supporti economici della Federcalcio. Ranieri e Zaccheroni sembrano più indietro rispetto agli altri. Le sorprese, da qui ad un anno, potrebbero essere ancora molte. Fabio Capello per esempio, chissà. L’unica certezza adesso è che, Cesare Prandelli, l’uomo che ha guidato la ricostruzione dell’Italia dopo lo sfacelo del 2010, sente di aver esaurito la missione. È una Serie A col record di stranieri. E se io fossi un presidente di club, penserei a lavorare sui giovani per cercare di portarli in prima squadra, e completerei il programma inserendo qualche giocatore straniero bravo”. Ha parlato così Cesare Prandelli dal ritiro della Nazionale a Coverciano, in vista degli impegni contro Bulgaria e Repubblica Ceca. Preoccupato per il futuro del calcio italiano, che quest’anno ha fatto registrare l'arrivo record stranieri nel nostro calcio, ha lanciato l’allarme: “all'inizio si pensava potesse essere uno stimolo, ma non abbiamo avuto grandi riscontri perché i nostri giovani fanno fatica”. Prendiamo esempio dalla Spagna e dal Brasile che valorizzano i propri vivai e puntano sui ragazzi”, ha concluso il cittì. Parole importanti quelle di Prandelli, che però vanno in controtendenza con il ritorno in nazionale di Thiago Motta. Il centrocampista del Psg, reduce da un’annata molto sfortunata dove ha collezionato più infortuni che presenze, è brasiliano, (anche se naturalizzato italiano) ed ha 31 anni, non più un giovincello. E il suo ritorno in Nazionale è sembrato davvero un controsenso. Almeno vedendo il percorso intrapreso fin qui dal tecnico di Orzinuovi ,che ha cercato di lanciare i giovani in maglia azzurra. Almeno a parole. Un Prandelli che forse predica bene e razzola male. “Ha tanta qualità e ci servono giocatori così”, ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto il perché di questa convocazione che ha lasciato tutti un po’ perplessi. Dal canto suo, il giocatore brasiliano è entusiasta. E di certo non poteva essere altrimenti. A un anno dagli Europei, Thiago Motta si riprende infatti un posto in azzurro e si prepara a dare il proprio contributo nei prossimi impegni, decisivi per la nostra Nazionale. “Sto bene –le parole del calciatore- e sono pronto a P.S. fare la mia parte”. 10 Giovedì 5 settembre 2013 Teatro Le repliche fino all’8 settembre a Campo Imperatore, nell’albergo in cui il Mussolini fu tenuto prigioniero fino alla liberazione “Operazione Quercia” torna a grande richiesta Luca Biagini interpreta superbamente le ansie e lo stato d’animo del Duce nelle ore che precedettero l’intervento dei Tedeschi di Emmma Moriconi A grande richiesta torna, fino all’8 settembre, il dramma teatrale “Operazione Quercia – Mussolini a Campo Imperatore” di Pier Francesco Pingitore. Location dell’evento, anche questa volta, l’albergo di Campo Imperatore, dove il Duce fu tenuto prigioniero nel settembre del ’43 e dove fu poi liberato dai Tedeschi. L’appuntamento è per le 20, è organizzato e prodotto dall’associazione Attori Animati in collaborazione con la Fondazione Cantieri Abruzzo – Italia e patrocinato dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia dell’Aquila, dal Comune dell’Aquila, dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e dal Centro Turistico del Gran Sasso, con la messa in scena a cura del Teatro Stabile d’Abruzzo. Dopo il successo riportato nelle repliche di luglio, ecco che Pingitore riporta in scena lo spettacolo nel luogo dove realmente si svolsero i fatti, e questa volta anche nel periodo in cui avvennero, a settembre appunto. In una nota gli organizzatori spiegano che “questo spettacolo vuole essere una ricostruzione psicologica delle ore drammatiche che precedettero la liberazione del Duce. I suoi timori, le sue angosce, i ricordi che affiorano in disordine dall’anima Nella foto, una scena del felm “Operazione Quercia” di un uomo in balia degli eventi, che però ha tenuto in pugno per vent’anni un grande Paese”. In realtà “Operazione Quercia” si potrebbe definire il seguito di “Quel venticinque luglio a Villa Torlonia” dello stesso Pingitore, andato in scena nel 2010, in cui Benito Mussolini, appena tornato dall’incontro con il Gran Consiglio, confida alla moglie Rachele le sue perplessità. Nel corso dello spettacolo – messo in scena proprio a Villa Torlonia – i ricordi del Duce si affollano, davanti ai suoi occhi riprendono vita personaggi della sua vita, suo fratello, suo figlio morto in guerra, la sua ex amante, la bella ed appassionata Claretta, e tutti hanno qualcosa da dirgli. E il pensiero di Mussolini scende nel profondo della propria anima, analizza il passato, gli errori, le pulsioni di una vita intensa e varia. E si fa domande, si interroga sul senso delle cose, affronta un calvario interiore rendendo uomo il mito. Perché Be- nito Mussolini, il virile Duce d’Italia, il sogno che faceva trepidare le donne di tutto il mondo e che faceva tremare le piazze, in fondo era soprattutto un uomo. Con i suoi dubbi, i suoi timori, le sue debolezze, le sue passioni, la preoccupazione per la sorte dei suoi cari prima ancora che per la sua. Come in “Quel venticinque luglio a Villa Torlonia”, anche in “Operazione Quercia” Luca Biagini, nel ruolo di Mussolini (al quale somiglia, peraltro, in maniera sorprendente), soffre, ricorda, riflette, esprime i suoi dubbi sul futuro, le sue preoccupazioni. Incontra personaggi che lo costringono a prendere atto di tutto, e che rappresentano in fondo gli Italiani, che fino al giorno prima lo avevano adorato ed innalzato e che ora lo costringevano ad una resa dei conti, atteggiandosi come se fossero stati sempre suoi oppositori e negando l’evidenza di aver, invece, sempre inneggiato a lui e al Fascismo. Anche in “Operazione Quercia”, come nel dramma precedente, la colonna sonora è suonata da un grammofono che di volta in volta riproduce le note che hanno caratterizzato l’Italia di quegli anni, mentre i fantasmi danzano, a simboleggiare qualcosa di cui rimane solo l’anima, ma è un’anima palpitante che ha ancora tanto da dire e da fare, uno spirito indomito che sa che deve compiere l’opera, che non può lasciarla a metà. È una delle notti più lunghe di Mussolini, quella del 12 settembre 1943. Al mattino arrivano i Tedeschi, e con loro la libertà. Ma il Duce non ne gioisce più di tanto. Sorride, ma la piega delle sue labbra è amara. Sa che non può fare diversamente, il suo destino è scritto, e ineluttabile. È ben conscio di quali sono le responsabilità di un capo, e non si tirerà indietro, fino alla fine. Avrebbe potuto scegliere diversamente, e forse ci aveva anche provato. Testimoni raccontano di un suo tentato suicidio: sarebbe stata una morte più tranquilla, e probabilmente il suo corpo non avrebbe subito l’oltraggio di piazzale Loreto, e la sua salma non sarebbe rimasta per 12 anni vagante in indegne sepolture. Ma il destino di un capo, per decenni venerato, amatissimo, osannato, non poteva essere questo. Sul libro del destino c’era scritto un epi- logo diverso, e quel calvario, il Duce, doveva viverlo tutto, fino in fondo, donare all’Italia fino all’ultima goccia del suo sangue, il suo ultimo anelito di vita. Sapendo che lo aspettavano giorni terribili. Che il suo corpo non avrebbe facilmente trovato pace dopo la morte, che sarebbe stato il fulcro dello biasimo di quegli stessi Italiani per i quali, fino ad allora, era stato il fulcro di un amore smisurato, pieno, totalizzante. È sempre così, quando si ama molto. Dopo, si odia molto. Ma di certo non ci si distacca mai. L’oggetto dell’amore prima e dell’odio poi rimane totalizzante, il legame è inscindibile, malgrado tutto. “Operazione Quercia” racconta l’intimità dell’essere umano, scava nella sua anima, ci presenta un Mussolini uomo fino in fondo, con tutte le paure di un uomo. Analizza il bilancio di vent’anni di governo, di scelte non facili, di gloria e di polvere, e lo fa attraverso l’interpretazione eccezionale di Biagini, che ne sa percepire le sfumature, ne vive il dolore e le emozioni, come se fossero le sue. La somiglianza fisica con il Duce, la mascella squadrata e protesa, il fisico asciutto, gli occhi penetranti lo aiutano di certo, ma l’interpretazione è superba anche nelle intenzioni, nelle movenze, nel dramma interiore, nell’amarezza del momento. Interpretazione prorompente e coinvolgimento a 360 gradi nel dramma umano dell’uomo, conferiscono ad “Operazione Quercia” il sapore di quei giorni, il luogo rende perfetta l’immedesimazione nei fatti e nelle emozioni di quelle ore. Con Biagini in scena Mauro Mandolini, Marco Simeoli, Federico Perrotta, Barbara Lo Gaglio, Valentina Olla e Morgana Giovannetti. E poi i due ballerini, Leonardo Bizzarri e Raffaella Saturni, danno al dramma una dimensione onirica, trascinando gli spettatori in una specie di sogno, dai contenuti reali ma dai contorni sfumati, in un’atmosfera a metà tra il corpo e la mente, tra la terra e il cielo. MULTIMEDIALITÀ NELLO SPETTACOLO DI FINAZZER FLORY, IN TOUR DA ALCUNI MESI “Grande serata futurista” contro le mummie della cultura contemporanea di Cristina Di Giorgi l lavoro di Massimiliano Finazzer Flory, intitolato Grande serata futurista, è un omaggio all’innovazione rivoluzionaria del movimento marinettiano nelle varie manifestazioni dell’arte e non solo, a cent’anni dalla pubblicazione di alcuni degli scritti principali di Marinetti e altri, della nascita della rivista Lacerba e della Prima Esposizione di Pittura Futurista (1913). In tour da alcuni mesi lo spettacolo, andato in scena in diversi teatri italiani, unisce alla recitazione dei Manifesti futu- I risti e delle poesie di Palazzeschi, testi di Papini e Marinetti. Vi saranno inoltre proiezioni di immagini dei quadri di Boccioni e coreografie di danza contemporanea su musiche (eseguite dal vivo) di Russolo, Casella, Stravinski e Sakamoto. Tema conduttore della pièce è l’esaltazione dell’immaginazione senza fili, dell’elettricità, delle parole in libertà. Che, insieme ai valori dei Futuristi quali temerarietà, velocità, energia, libertà, audacia e originalità, devono es- sere uno stimolo per combattere i “passatisti” di oggi. E per rinnovare l’Italia. L’autore, regista e interprete dedica infatti questo suo lavoro a coloro che “come moribondi e prigionieri, ammirano il passato come balsamo dei loro mali. Per uscire dalla saggezza come da un orribile guscio, come frutti pigmentati d’orgoglio. Per tornare a cantare l’abitudine all’energia”. Di questi spunti secondo Finazzer Flory c’è ancora decisamente bisogno per sconfiggere il conformismo in cui si è adagiata la cultura nostrana. Che è “accademica, autoreferenziale e decrepita. Una fetida cancrena di professori, archeologi, ciceroni e antiquari” dichiara l’attore. Nessuna novità, nessuna innovazione in ambienti artistici e culturali che sono “cimiteriali”. Non manca – ed è uno degli aspetti più interessanti e suggestivi dell’opera – un riferimento alla tecnologia e alla rivoluzione digitale. “L’uomo più vicino a Marinetti – dice Finazzer Flory – è Steve Jobs”. Insomma, le “mummie” della cultura italiana contemporanea, bloccate da pastoie burocratiche e passatismo di maniera, farebbero bene a farsi da parte. Il loro tempo, che sa di stantio e di schiavitù da pensiero unico omologato, è finito. Così almeno si augura l’autore. E speriamo che abbia ragione. 11 Giovedì 5 settembre 2013 Teatro Al Teatro Romano di Lecce Euripide protagonista di “Colpi di Genio” con la compagnia La Busacca La Medea in scena contro il femminicidio La tragedia mette a nudo, oggi come ieri, le pulsioni dell’animo umano, fendendo i secoli e mettendo l’uomo di fronte a se stesso di Emma Moriconi a Medea di Euripide va in scena sabato 7 al Teatro Romano di Lecce, nel corso di una tappa della rassegna itinerante “Colpi di Genio”. La regia è di Francesco Piccolo, con Claudia Mancino, Salvatore Cezza, Stefania Bocco e Rosario Piccolo, della compagnia teatrale La Busacca. La scelta del testo ha un doppio fine: quello culturale di portare in scena una tragedia di livello, certamente. L’analisi dell’animo umano, dei sensi di colpa, della sofferenza, quell’infinito e drammatico universo di sentimenti contrastanti tratteggiato magistralmente nella tragedia euripidea, è l’essere/personaggio vivo e vero. Il fine sociale, poi, della lotta al femminicidio, tema di drammatica attualità e che attiene indubbiamente alla complessità dell’essere umano. Il teatro, dunque, diventa un momento di riflessione e di profonda introspezione, toccando le corde più intime dell’anima, anche a rischio di ferirle, spesso indelebilmente. I concetti anticamente espressi da Euripide, dunque, trascinatisi attraverso i secoli, restano attuali, a dimostrare che l’uomo si evolve, la civiltà progredisce, ma gli L anfratti più profondi e nascosti dell’animo rimangono inalterati, si fanno beffe del tempo che passa e dell’uomo stesso, che da secoli, suo malgrado, ritrova nei drammi antichi pezzi di sé. Si sforza di comprenderli e di gestirli, ma non vi riesce mai fino in fondo, prigioniero di se stesso e delle sue pulsioni, oggi come ieri. Ed ecco la ragione dell’immortalità del teatro: esso è lo specchio di ciascuno, mostra senza pietà ciò che troppe volte si finge di non vedere e di non capire. Il palcoscenico è la trasposizione dell’interiorità, l’esaltazione degli umori. La verità della finzione non fa sconti a nessuno: semplicemente “è”, e pone ciascuno di fronte a se stesso, oltre che di fronte agli altri. Accadeva ieri, accade oggi: è l’eternità del teatro, dove la finzione è, in realtà, quanto di più vero si possa trovare, quando si è alla ricerca di se stessi e anche, e forse di più, quando si fugge da questa ricerca. La rassegna, patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità della Provincia di Lecce, si ricollega al Piano Provinciale Antiviolenza su Donne e Minori ideato con i dieci Ambiti Territoriali Sociali. L’evento è organizzato dall’Assessorato all’Am- biente del Comune, con la collaborazione dell’Unione Casalinghe e Lavoratrici Europee, che tra i suoi obbiettivi ha anche quello di favorire la valorizzazione della cultura e della professionalità della donna, per il superamento delle diseguaglianze tra i sessi, ma anche la famiglia, l’ambiente, il lavoro, la tutela dei diritti umani. “Que- sta iniziativa – ha detto l’assessore Andrea Guido – è un omaggio alla grande cultura classica in un momento di grande smarrimento etico, sociale e politico sul piano nazionale e, soprattutto, internazionale. Come sempre succede in questi periodi decadenti che spesso si ripetono durante il corso della storia dell’umanità, si ar- riva sempre al punto in cui l’unica via da seguire per andare avanti e progredire è trovare ispirazione e nuova linfa riscoprendo quanto di buono il passato ci ha lasciato in eredità. Arriva sempre il momento in cui forte ed essenziale diventa l’esigenza di riscoprire i classici (nel senso vero del termine). E’ successo tante volte IL REGISTA BILLI PER I GIOVANI IN CARICO AI SERVIZI DELLA GIUSTIZIA MINORILE Teatro e carcere: il reinserimento sociale passa anche per la cultura nella storia dell’arte, nella letteratura, nella filosofia morale estetica e metafisica. Forse oggi è tempo di trarre ispirazione dagli antichi anche per ciò che concerne gli altri campi del sapere e del vivere umano”. Lo spettacolo va in scena al Teatro Romano, splendida e suggestiva cornice, che ben si sposa con il dramma scelto. PUGLIA PROTAGONISTA Trani di scena Con la direzione artistica di Francesco Saverio Sasso, torna la kermesse e propone un cartellone d’eccezione A Pratello otto spettacoli incentrati sulla povertà: prosa, concerti ed incontri fino all’8 settembre i chiama “Teatri mirabili di povertà” ed è la VI edizione di “Pratello. Rassegna teatro musica”, a cura del Teatro del Pratello e Tra un atto e l’altro. Iniziata il 29 agosto al Quartiere Saragozza, si conclude l’8 settembre: la direzione artistica e di Angela Malfitano e del regista Paolo Billi. La rassegna rientra nel cartellone di “bè bolognaestate 2013”. Sostenuta dal Comune e dalla Provincia di Bologna, dal Centro Giustizia Minorile per l’Emilia-Romagna, è stata realizzata grazie alla ferrea volontà di Billi, che da anni lavora con i ragazzi. Al centro dell’attenzione, quest’anno, la povertà: dramma antico ma sempre attuale, che coinvolge spesso anche il settore dello spettacolo. I ragazzi, adolescenti dell’area penale esterna sottoposti a misure non detentive, alternative alla detenzione, sono l’asse portante di tutto l’evento: sono attori, tecnici, collaboratori. La manifestazione di articola in tre sezioni: “Sulle povertà. Concerti e teatro” porta in scena “La scena dei miserabili”, ispirato al capolavoro di S Victor Hugo e a cura della Compagnia del Pratello diretta da Paolo Billi, già andata in scena il 31 agosto e in replica il 7 settembre, e due concerti. “No Job, No Peace, No Rest” e “Mute Povertà”. La sezione “Teatri poveri/Teatri solidali” portano in scena, invece, quattro gruppi aderenti alla rete dei Teatri Solidali, progetto nato in seno alla Provincia e al quale hanno aderito già 18 gruppi, dedicato a persone soggette a fragilità personale o sociale. “Si tratta di spettacoli che non hanno una grande visibilità perché nascono all’interno di laboratori teatrali – ha detto Paolo Billi – La presenza all’interno di “Teatri mirabili di povertà” è un’occasione per vedere il lavoro fatto da tante compagnie con persone in situazioni di disagio o svantaggio”. La sezione “Le Rappresentazioni della Povertà” propone invece alcuni incontri su come si è modificata la povertà dal dopoguerra ad oggi, facendo il punto sulla solidarietà sociale che va scomparendo, attraverso cinema, fotografia e letteratura. Lo scorso anno la rassegna fu dedicata allo scottante tema del lavoro: ancora un argomento sociale, e drammaticamente attuale. L’iniziativa è sostenuta dal Comune di Bologna e dalla Provincia, e si propone come strumento di riscatto e di reintegrazione nella società dei minori detenuti. Il tema, la povertà, è attualissimo: coinvolge tutte le fasce di età e, in un momento come quello attuale, è tema sentito e sofferto. La rassegna è realizzata con la collaborazione dell’Istituto storico Parri Emilia – Romagna e di alcuni sponsor . “Si tratta di un’attività che rientra nella progressione del percorso del minore e non di un semplice riempitivo – ha detto la direttrice della Comunità pubblica per i minori Immacolata Pisano – attività che mira al reinserimento sociale e che ha valore di verifica della tenuta progettuale e dell’acquisizione di un maggior grado di autonomia nelle relazioni con il gruppo dei pari e con gli adulti”. E.M. ppuntamento a Trani fino al 19 settembre per una rassegna eccezionale: teatro d’autore, teatro popolare, omaggio a Mariangela Melato, Franca Rame e Rossella Falk, film del calibro di Jesus Christ Superstar e L’Esorcista, teatro musicale, canzoni della tradizione classica napoletana. C’è un po’ di tutto, in questo ventesimo compleanno di Mimesis. Direttore artistico della rassegna Francesco Saverio Sasso, che ha detto: “La caratteristica principale di questa edizione non è solo la varietà di genere ma anche la multimedialità. Abbiamo scelto il mese di settembre per evitare sovrapposizioni con altri eventi e per una esigenza A di tipo simbolico: settembre è il mese del solstizio d'autunno, il periodo in cui la luce abbacinante e totalizzante del sole cede il passo al ritorno di sfumature di colore, di erba verde, di profumi d'uva e di nuove fioriture. In armonia con la natura, il teatro Mimesis offre al suo pubblico occasioni di svago e di riflessione, momenti di divertente intrattenimento e di leggero approfondimento. Il nostro intento è che queste "Impressioni di settembre" diventino un ulteriore tassello nella formazione di un pubblico attento, critico e appassionato verso il teatro e le altre forme di espressione artistica dell'uomo». E.M. Destra 12 Giovedì 5 settembre 2013 Ecco l’Appello per l’unità della destra, con alcuni principi irrinunciabili Il Manifesto degli intellettuali È tempo di tornare alla Politica. Quella grande, viva e vera, che accompagna il destino dei popoli. La politica ha due compiti essenziali: uno è governare e decidere, amministrare gli interessi generali, cambiare le cose e incidere sulla realtà. L'altro è far sentire un individuo dentro una comunità, mutare la massa in popolo, dare simboli, inserire la vita del presente dentro una storia: è la politica come anima civile e passione ideale. E' necessario che sorga un movimento che non offra solo promesse contabili o esprima rancori e invettive. Ma che incarni principi ideali e chiami a raccolta tutti coloro che vogliono scrivere insieme una storia. I nostri punti fermi non sono negoziabili: saranno il volto e l'anima della destra che nasce. - Il nostro punto di partenza e la nostra priorità è l'Italia e resta l'Italia. Nell'Europa e fuori d'Europa, nel locale come nel globale. L'Italia come civiltà prima che come nazione. Amor patrio. Di conseguenza la nostra prima battaglia sarà la tutela della sovranità italiana. Sovranità nazionale e popolare, politica e monetaria. Sovranità degli interessi generali degli italiani su ogni altro interesse privato o internazionale per arginare lo strapotere della finanza e dei tecnocrati. Piena integrazione all'immigrazione in regola. Intransigenza con l'immigrazione clandestina. 1 - La sovranità politica esige l'avvento di uno Stato autorevole, che promuova la Repubblica presidenziale, la rivoluzione meritocratica, l'ordine e la riforma delle istituzioni. Elezione diretta del Capo del governo, così come alla guida di ogni ente locale, in modo che chi governa sia nelle condizioni piene di decidere e di rispondere al popolo in un rap- 2 porto fiduciario d'investitura diretta. Grande riforma meritocratica ad ogni livello e uno Stato più autorevole dimezzato nei suoi organismi, nelle sue strutture e nel personale politico. - L'Europa per noi è civiltà prima che mercato comune, è integrazione delle Patrie e non disintegrazione degli Stati nazionali. E' l'Europa dei popoli. Vorremmo un'Europa più unita e coesa verso l'esterno, in politica estera, nelle difesa o per fronteggiare l'immigrazione e la concorrenza globale, e più duttile al suo interno, che riconosca le differenze tra aree, popoli e Nazioni, a cominciare dall'Europa mediterranea rispetto all'Europa del nord. E che faccia valere un criterio: quando c'è da scegliere tra l'assetto contabile della finanza e la vita reale dei popoli, la priorità è la seconda, non la prima. Nessun debito può sopprimere una Nazione o far fallire uno Stato sovrano. Rinegoziare l'euro. Rinegoziare il fisco con l’obiettivo di dar vita ad una politica fiscale dialogante con le famiglie e con le imprese. 3 - Dopo le esperienze tramontate dello statalismo parassitario e invadente e poi del liberismo basato sul primato assoluto del mercato e del privato, è tempo di aprire una terza fase incentrata sull'economia sociale di mercato, fondata sull'economia reale e sul primato del lavoro, sul valore sociale dell'iniziativa privata e della proprietà privata, sulla protezione del marchio italiano, con la mediazione di uno Stato autorevole che non gestisce ma guida i processi. E' necessario che si realizzi in Italia, come già avviene in Germania, la società partecipativa, attraverso nuove forme cooperative, comunitarie e di cogestione sociali in nome dell’azienda-comunità. L’orizzonte 4 sociale di questa destra nuova deve assumere la lotta alle nuove povertà, alla decrescita demografica, allo “sviluppismo” come alibi delle oligarchie economico-finanziarie per l’impossessamento delle risorse elementari delle Nazioni. - Davanti al diffuso desiderio di farsi e disfarsi la vita a proprio piacere, noi siamo dalla parte della vita, della nascita e della famiglia, nel loro inscindibile intreccio di diritti e di doveri. Non tuteliamo la vita ad ogni costo ma la sua dignità. E non confondiamo il matrimonio che è un bene comune, con altre unioni che attengono alla sfera privata. La nostra proposta Bioetica è scommettere su ciò che nasce, che costruisce, che liberamente si lega e si assume responsabilità, e non sul suo rovescio. Saremo dunque al fianco di tutte le battaglie per la tutela e l'affermazione della vita, della famiglia come struttura naturale e culturale su cui si basa ogni civiltà e sul sacro rispetto 5 I PROMOTORI DI QUESTO APPELLO SONO: Marcello Veneziani, Gennaro Malgieri, Massimo Magliaro, Renato Besana, Primo Siena, Luca Gallesi, Marco Cimmino, Gianfranco de Turris, Luciano Garibaldi, Pierfranco Bruni, Nino Benvenuti. Hanno già aderito: “La Destra” di Francesco Storace, la "Fondazione Nuova Italia" dell'on. Gianni Alemanno, "Io sud" della sen. Adriana Poli Bortone, "Azione popolare" dell'on. Silvano Moffa, "Mezzogiorno Nazionale" del sen. Pasquale Viespoli, il sen. Giovanni Collino, il centro di politica e cultura "Controcorrente" del sen. Domenico Benedetti Valentini, "Pronti per l'Italia!" dell'on. Mario Landolfi, "Iniziativa Meridionale" di Bruno Esposito, "Italia 2 punto zero" di Pierangiola Cattaneo, "Nuova Alleanza' del sen. Domenico Nania, Guido Paglia, Direttore editoriale de “Il Giornale d’Italia”, sen. Nando Signorelli, prof.Vincenzo Pacifici, Ordinario di Storia contemporanea, Mauro Minniti, consigliere regionale del Trentino Alto Adige - Oreste Tofani e gli amici del gruppo di Frosinone. della morte, che non è smaltimento delle vite di scarto. - L'Italia ha bisogno di riscoprire l'abc della civiltà, la grammatica elementare dei rapporti umani. Da qui dunque la necessità di riportare al centro della vita pubblica il tema dell'Educazione. Vogliamo una società educata, che recuperi stile, decoro e rispetto, e riteniamo che il compito principale di una famiglia, ottemperate le necessità primarie, sia quello di educare e formare i figli. Occorre un grande progetto che passi dai nuovi media, dalla scuola e dalla tv, per la crescita civile e culturale del nostro Paese, che salvaguardi la ricchezza della nostra cultura anche con la tutela delle differenze contro il pensiero unico che mira ad omologare i principii, i comportamenti, i linguaggi, le scelte. La difesa della cultura nazionale ed europea anche per aprirsi e dialogare con le altre identità, sopratutto nel Mediterraneo. 6 - Come vogliamo un’Italia sovrana e dignitosa nei rapporti internazionali (politici, economici, culturali), così siamo per la tutela dei diritti dei popoli a forgiarsi il loro destino, in piena libertà, secondi i principii riconosciuti di indipendenza e autodeterminazione. 7 - Noi siamo eredi della Tradizione. Ci sentiamo figli di una civiltà che viene da lontano e vogliamo tutelare, affermare e rinnovare la tradizione di cui siamo continuatori. L'Italia ha radici antiche, romane e cattoliche, rinascimentali e risorgimentali. Il nostro amor patrio si lega al paesaggio e al linguaggio, alla vita e alla Storia, alle città e all'anima italiana. E' difesa della natura, dell'agricoltura e dei beni artistici, memoria storica e tutela dell'eccellenza italiana. La Tradizione è il senso della continuità e delle cose che durano, amore del passato e voglia del futuro, rispetto delle origini e fedeltà innovativa, patto tra le generazioni, l'ono- 8 re dei padri e l'impegno dei figli, comune sentire, patrimonio di esperienze e valori trasmessi in politica come in famiglia, nello Stato come nella società. La Tradizione è connessione, durata e primato della comunità sugli egoismi. Tradizione nella Modernità, Modernità con la Tradizione: questa è la sfida del futuro. Una forza politica e civile così oggi manca in Italia; è tempo di colmare il vuoto. La politica miserabile dei nostri giorni che promette solo vantaggi pratici e rimuove principi ideali, non parla al cuore degli italiani, non mantiene nemmeno le promesse concrete e accompagna il degrado che stiamo vivendo. Quanto più cresce il peso della tecnica e dell'economia, tanto più urge il contrappeso di una visione spirituale della politica e della comunità. Quanto più viviamo nell'era globale, tanto più sentiamo il bisogno di un luogo eletto che sentiamo come la nostra casa. ADERITE ALL’ APPELLO Per aderire scrivete a: “Il Giornale d’Italia” via Giovanni Paisiello, 40 00198 Roma, oppure mandate una mail a: [email protected] indicando il vostro nome, cognome, indirizzo, un numero di telefono fisso o un numero di cellulare.