C HIMICA CLINICA
Droghe ricreazionali: fatti e mitologia.
Francesco Zoppi
Settore di Tossicologia Clinica, Droghe, Monitoraggio Farmaci
Laboratorio di Biochimica Clinica ed Ematologia
AO Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano
3
Parte 1
Francesco Zoppi
Settore di Tossicologia Clinica, Droghe, Monitoraggio Farmaci
Laboratorio di Biochimica Clinica ed Ematologia
AO Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano
Droghe ricreazionali:
fatti e mitologia.
Parte 1
Indice argomenti trattati
• Introduzione del problema
• Classificazione delle droghe d’abuso
• Le Droghe da Discoteca, o ricreazionali, o entactogene
(Club Drugs)
L’Ecstasy
• Bibliografia
Introduzione del problema
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Giorgia B., 17 anni, venne ricoverata, i primi di Novembre 1999,
all’Ospedale di Niguarda Ca’ Granda di Milano per una grave compromissione epatica dovuta, si disse, ad assunzione di ecstasy.
Quando poi Giorgia fu sottoposta ad un importante intervento chirurgico
i mezzi di comunicazione di massa, i “media”, si gettarono con avidità
sull’argomento. Le principali testate sia giornalistiche che televisive si impadronirono del tema, nacque “l’emergenza droga” giornalistica e televisiva.
Giorgia, che raccontava: “io, quasi uccisa da mezza pasticca”, subì un trapianto di fegato. Il suo fegato, si diceva anche da parte delle équipe mediche che l’avevano seguita, era stato gravemente danneggiato dall’uso di
poche dosi di ecstasy, assunto confortato da una florida letteratura scientifica (1-3). Giorgia aveva tenuto un diario nel quale raccontava le sue esperienze con l’ecstasy: dal 24 luglio 1999 al 16 ottobre 1999 aveva assunto non
più di 2–3 “pillole”, di quelle che girano per le discoteche (4). Neppure due
settimane dopo l’ultima assunzione, a Giorgia venne diagnosticata un’epatite. Giorgia si salvò, perché le venne trapiantato un fegato sano, ma
Jannick, un giovane operaio di 18 anni, morì alle 4:30 del 31 ottobre 1999
all’Ospedale di Iseo. “Era stato trovato pochi minuti prima accasciato su
un’aiuola davanti alla discoteca Number One di Brescia. La morte è stata
provocata dall’assunzione di una pasticca di ecstasy” (5).
Scrive il Corriere della Sera di Domenica 7 Novembre 1999 sotto il titoletto “La settimana dell’ecstasy”: “La morte di Jannick, il giovane bresciano
ucciso da una pasticca di ecstasy, ha fatto venire a galla un mondo sommerso di giovani che usano disinvoltamente le nuove (sic!) droghe sintetiche e di spacciatori che gliele vendono, spesso nelle discoteche. Dopo
la testimonianza di Giorgia, che ha subito un trapianto di fegato a causa
di una pasticca e che ha raccontato la sua storia al Corriere, si è finalmente portato alla luce un fenomeno forse sottovalutato. E le forze
dell’ordine hanno messo a segno importati colpi al traffico di ecstasy” (5).
È singolare il finalmente, come se di questo argomento non se ne parlasse da anni. Lo stesso Corriere, in una corrispondenza dall’Inghilterra del
17.Novembre 1995, riferiva infatti della morte di una fanciulla (con tanto
di foto della paziente ancora in respirazione assistita) in seguito ad
assunzione di ecstasy (6).
Il 27 Novembre 2000 alla “Terza Conferenza Nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope”, organizzato a Genova dal “Dipartimento per gli Affari Sociali”, allora retto da Livia
Turco, interviene il ministro della Sanità, Prof. Umberto Veronesi.
La stampa ne sottolineò un’unica affermazione enucleandola da un contesto più ampio che investiva tutto il problema delle tossicodipendenze:
“Il tabacco provoca 80 mila morti l’anno, l’alcol 30 mila, l’eroina mille.
Tra le droghe leggere, l’ecstasy ne provoca poche unità”. Nessuna ulteriore informazione supportata da valide prove scientifiche comparve sulle
prime pagine della stampa ufficiale, salvo i dati riportati dal Ministro della
Sanità.
4
Quando poi egli a Milano, per l’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario,
sabato 13 gennaio 2001, presente quale rappresentante del Governo,
espresse una sua opinione sull’uso dello spinello, il problema droga tornò
in prima pagina, ma, ancora una volta, solo il problema droghe “leggere”.
La bagarre suscitata dalle sue osservazioni coinvolse, questa volta, oltre
a farmacologi, clinici, biochimici, psichiatri, anche insegnanti, sindacalisti
della scuola, ministro della Pubblica Istruzione, Primo Ministro. Vittime di
tutto ciò sono alla fine le famiglie, disse però nel “Corriere” del 13 gennaio
2001 Guido Vergani, che da tutte queste notizie contrastanti, riportate
come profferite da eminenti scienziati restano, quantomeno, disorientate.
Gli fece eco il giorno dopo, sempre sul “Corriere”, Angelo Panebianco
che, pur non citando nella fattispecie il “problema droghe”, affermò che
“la scienza parla, nessuno ascolta”.
Poi, puntualmente, in occasione dell’annuale convegno di San Patrignano,
sulla stampa compaiono pagine di informazione sulla droga. Quest’anno
il Corriere (7) evidenzia l’intervento del vicesegretario delle Nazioni Unite e
responsabile dell’ufficio di Vienna che si occupa dei problemi mondiali
della droga, Antonio Maria Costa. “Nelle scuole test per scoprire l’uso di
droga” propone Costa”. Non è dato sapere se Costa esprimesse un’opinione personale, si da il caso che pochi giorni prima Roberta Pacifici,
dell’ISS, al XIV Congresso Internazionale dell’Ordine Nazionale dei
Biologi (Umago-Croazia, 3-6 Ottobre 2002) aveva presentato una relazione dal titolo “La diagnostica delle tossicodipendenze”.
La Pacifici è una grande esperta nel campo e mostra come il laboratorio
moderno possa supportare, dal punto di vista analitico, il problema delle
tossicodipendenze. Ma la giornalista Alessandra Arachi mette in bocca a
Costa queste parole: “basta qualche goccia di sudore, un capello (sic!),
un po’ di saliva e dalle analisi si può capire se una persona ha fatto uso
di droghe“ (7). Un’affermazione del genere, avulsa dal contesto generale,
non può che creare confusione nei lettori. Per fortuna, sempre l’Arachi, il
giorno successivo (8), comunica che il ministro Sirchia boccia quest’ipotesi molto esplicitamente: “non credo sia una strada percorribile, anche
perché ci sarebbero problemi di accettabilità e difficoltà organizzative”.
Nello stesso articolo sono riportate le opinioni del ministro Lunardi
(Infrastrutture) che vuole fare i test antidroga in tutti i morti in incidenti
stradali e della ministra Moratti (Pubblica Istruzione) che, preso atto che il
consumo di ecstasy continua ad aumentare in modo esponenziale, afferma: “si diffondono tra i nostri giovani nuove forme di disagio; ma dei disagi dei nostri ragazzi non è più possibile dare la colpa alla società, così in
astratto. Bisogna impegnarsi concretamente, incidere sulle cause.
….Questo impegno deve essere un compito primario della scuola”.
Ma tutte queste opinioni, più o meno personali, assieme all’affermazione
del Presidente del Consiglio che punta a ribadire la fermezza del suo
Governo sulla droga, contrastando con decisione la politica sulla droga
del precedente Esecutivo (“un sistema fallimentare nella linea dei fatti,
5
basato sulla riduzione del danno, con risposte farmacologiche e assistenzialismo”) suscitano un accorato memorandum di Riccardo Gatti, da
anni in prima linea nel trattamento della tossicodipendenza (9). Afferma
Gatti: “il nostro paese non riesce ancora ad avere una politica ed una
strategia per l'azione antidroga.
Per dimostrare di averla, anziché perfezionare quello che c'è, anche
imparando dall'esperienza e dagli inevitabili errori che sono stati fatti,...lo
abbandona con tutta una serie di scuse: ideali, ideologiche, economiche,
organizzative ecc.. Non è un vero e proprio "smantellamento" di strutture
ed organizzazioni pubbliche e private, ma anche, e soprattutto, uno
smantellamento delle idee delle strategie e delle azioni complessive
sinergiche che rischiano di non essere più costruite. Il rischio di questa
operazione è quello di indebolire l'esistente senza avere, poi, una base
su cui appoggiare progresso e innovazione”.
Riguardo alle proposte di Antonio Maria Costa, Gatti dice: “Così finalmente sapremo quello che già sappiamo: lo proveremo sugli adolescenti per
lasciare in pace gli adulti che non devono essere disturbati. Un affare per
chi produce i kit diagnostici, ma poi? Poi occorrerà supportare le famiglie, curare chi deve essere curato, fare prevenzione, informare, educare,
assistere, decidere che fare con chi continuerà a drogarsi.
Dovremo, insomma, costruire una politica per l'azione antidroga: proprio
quella che manca. Nel frattempo continueremo a non investire su quello
che c'è? I governi che verranno potranno dare ai precedenti la colpa di
non aver fatto quello che avrebbero dovuto fare? Il mercato della droga
andrà avanti.
Un suggerimento. Il sistema occidentale, dopo aver visto la disgregazione dei colossi del blocco socialista, apparentemente senza avversari
realmente consistenti, cerca nemici per compattarsi ed evitare di disgregarsi da solo. In Italia ci vantiamo di essere tra i Grandi dell'economia
mondiale ma, poco per volta, non produciamo più nulla. La grande industria sparisce e quello che potrebbe esserci di buono lo vendiamo, perché non siamo capaci di gestirlo. Investiamo nella droga, non nell'antidroga! Potremmo risanare la nostra economia. I test nelle scuole usiamoli
per monitorare il mercato. La riduzione dei rischi, per non perdere i clienti.
Un paradosso? Può darsi, anche se in molte situazioni la realtà supera la
fantasia. Per questo tira proprio una brutta aria.”
Questa fugace cronistoria è stata posta all’inizio di un tentativo di fare il
punto più obiettivo possibile su quanto oggi si sa (e si dice) sulle sostanze
che i giovani utilizzano in discoteca e con il semplice scopo di mostrare
quanto si riesca a falsare la “notizia vera” quando, da un contesto completo, vengano enucleati soltanto dei concetti, perché…..fanno notizia.
6
Classificazione delle droghe d’abuso
Il termine droghe leggere è la traduzione grossolana della corrispondente
espressione inglese soft drugs, con la quale venivano indicati gli ambienti
(e le modalità) relativi all’utilizzo di certe sostanze.
A queste venivano contrapposte le hard drugs (tradotte, non correttamente, in droghe pesanti) che connotavano gli ambienti e le modalità relativi
all’utilizzo di certe sostanze.
Le “Sostanze Stupefacenti” sono riportate nelle liste delle Sostanze sotto
controllo internazionale , per le quali i paesi dell’ONU devono riferire ogni
anno all’organo di controllo (INCB). Devono essere riportati all’INCB i
quantitativi usati (consuntivo) e i quantitativi necessari per l’anno successivo (preventivo). Ovviamente questo avviene nella più completa legalità.
Esistono due liste: una gialla e una verde:
• Lista gialla: sostanze stupefacenti tradizionali;
• Lista verde: sostanze psicotrope.
La capacità di indurre dipendenza è requisito non-indispensabile per
l’inserimento nelle tabelle.
Le Droghe da Discoteca, o ricreazionali,
o entactogene (Club Drugs)
7
Nonostante ciò che si sente dire in certi ambienti, a livello mondiale, negli
ultimi decenni non è esistita una sostanza considerabile come la Droga
per antonomasia, e quindi, in paesi diversi, hanno avuto diffusione
sostanze diverse.
Nella società del benessere occidentale marijuana e hashish, cocaina,
eroina hanno avuto la diffusione più larga.
Negli Stati Uniti la cocaina ha avuto grande diffusione, a seconda dei
contesti sociali come sostanza da fiuto o da fumo (“crack”), mentre in
Italia ed in Europa si è diffusa maggiormente l’eroina.
All’inizio degli anni ’90, in carenza di una “memoria transnazionale”, la
cocaina tende a diffondersi, sempre di più, in Europa; mentre negli USA
sembrerebbero invece aumentare gli adepti dell’eroina.
Per le amfetamine e sostanze congeneri la storia parte da ancora più
lontano. Le amfetamine comprendono farmaci come la destroamfetamina, la benzedrina, la dexedrina, il metilfenidato (Ritalin) e molti altri.
Erano state inizialmente sviluppate per il trattamento dell’asma, della narcolessia, e, paradossalmente, dell’iperattività (il Ritalin). Nel 1920, un farmaco chiamato “efedrina” fu usato per trattare l’asma.
In Cina la pianta del ma huang (l’Ephedra vulgaris) è stata usata per
secoli per trattare gli affetti da asma. Non c’è da meravigliarsi che funzioni: contiene efedrina! Dal 1932 al 1954 venne venduta come farmaco da
banco, senza ricetta. Durante la II Guerra mondiale le amfetamine vennero distribuite ai soldati e ai piloti per mantenerli vigili e per combattere la
fatica.
Dall’ephedra derivano, in un modo o nell’altro, tutte le successive droghe
“di sintesi” spesso definite, con termine anglosassone, “designer drugs”.
L’MDMA, la genuina ecstasy, fu sintetizzata nel 1912 e brevettata nel
1914 dalla Merck, in Germania, ma non fu sottoposta a test sugli umani.
Il progetto era di utilizzarla come soppressore dell’appetito.
Nel 1950 fece parte dei programmi di ricerca sulle armi chimiche della
CIA e dell’Esercito degli Stati Uniti. Negli anni ‘70 venne somministrata a
pazienti in psicoterapia psichedelica perché li aiutava ad aprirsi e parlare
delle loro sensazioni. La mitologia dell’ecstasy si basa su reminiscenze
delle stesse rivendicazioni fatte intorno all’LSD negli anni ’50-’60 che in
seguito si rilevarono fittizie.
Secondo i proponenti (10), l’MDMA fa sì che le persone si fidino le une
delle altre e possano spezzare le barriere tra terapeuta e paziente, tra
amanti, tra membri della famiglia. Ora però hanno “vinto” la loro battaglia:
Novembre 2001, l’FDA ne autorizza la sperimentazione.
Tale pratiche erano state, infatti, ufficialmente dismesse nel 1986 quando
si scoprì che, negli animali, provocava danni cerebrali, ed era divenute
illegale, quando ormai era entrata (Texas, 1980) come nuova droga
entactogena nei circuiti internazionali di distribuzione, appunto col nome
di ecstasy.
8
Quando una nuova droga compare sul mercato si comincia a rumoreggiare che (11):
✔ probabilmente non fa (molto) male,
✔ il suo uso è controllabile,
✔ non da tolleranza o dipendenza,
✔ chi la usa non ha una personalità patologica,
✔ ha effetti favorevoli sulla sessualità,
✔ non è una droga “come le altre”.
La ex ministra Turco riconosceva, nella presentazione di fatti furbo non
farti male (vedi nel paragrafo successivo: “L’ecstasy”), che: “…le nuove
droghe …non vengono percepite o vissute come droghe, da chi le consuma o da chi le vede anche solo circolare nei luoghi del divertimento
notturno.
Numerose indagini ci dicono che chi fa uso di ecstasy o di sostanze analoghe, non si considera tossicodipendente, anzi, molto spesso, tende a
marcare la sua distanza da quanti dipendono invece dall’eroina”.
Siccome quel che succede negli Stati Uniti, normalmente, dopo qualche
tempo, si trasferisce anche in Europa (pur con qualche variazione collegata alle culture nazionali), vediamo come stia evolvendo aldilà
dell’Oceano la situazione droga. Questo tipo di approccio è necessario
perché negli Stati Uniti il “fenomeno droga” è sotto stretto controllo da
parte di competentissime organizzazioni governative come, ad esempio,
il NIDA (National Institute on Drugs Abuse, National Institutes of Health,
sito Internet: www.nida.nih.gov), il SAMHSA (Substance Abuse & Mental
Health Services Administration, sito Internet: www. samhsa.gov), il ben
noto FBI, presso le quali è possibile reperire dati aggiornatissimi.
Anche se negli Stati Uniti la cocaina e l’eroina fanno tuttora sentire pesantemente la presenza della loro diffusione, l’ascesa delle droghe “ricreazionali“ ha modificato in qualche modo la scenario delle sostanze illecite
d’abuso. Questa variegata classe di droghe deve il suo nome anglosassone, “Club Drugs”, al fatto che il loro uso era inizialmente (Inghilterra
anni ‘80) limitato a piccoli gruppi e a contesti privati.
Attualmente, in Europa, dopo la cannabis (marijuana, hashish), le cosiddette ecstasy sono le droghe più popolari tra i giovani da 15 a 25 anni:
infatti la scena “rave” in Gran Bretagna ha culturalmente riformulato l’uso
dell’ecstasy.
Si vedano a tale proposito tre siti Internet che dell’uso delle droghe in
generale e dell’ecstasy in particolare hanno fatto la loro bandiera: www.
dancesafe.org, www. ecstasy.org, www. erowid.org Come recita esplicitamente la connotazione anglosassone, “club drugs” (quella di “droghe
ricreazionali” è più innocentista) gli utilizzatori di tali droghe sono quindi
i partecipanti ai “rave party” e ai balli di massa delle discoteche.
9
È opinione generalizzata che questi siano giovani benestanti appartenenti alla borghesia opulenta e che essi siano monoassuntori. Ma innanzi
tutto, nel nostro paese, la demografia degli utenti è altrettanto variegata
quanto quella dei frequentatori delle discoteche (Janick non era un ricco
borghese benestante!), e diversi studi sociologici hanno dimostrato che
l’assuntore di ecstasy è spesso un poliassuntore di droga, non si limita,
cioè, alla sola ecstasy.
È chiaro che dietro tutto questo fenomeno fiorisce un’industria e un traffico di svariati milioni di dollari, negli Stati Uniti, o di Euro, in Europa.
Sarebbe quantomeno prolisso elencare tutte le sostanze che fanno capo
a questa categoria, ne citiamo alcune solo perché sono le più diffuse:
✔ le ATS (Amfetamine Tipe Substances), le “genuine” ecstasy
delle quali forniremo , di seguito, un elenco più circostanziato;
✔ il GHB (gamma idrossi Butirrato);
✔ la Ketamina;
✔ i Popper (nitrito di isobutile, nitrito di butile, nitrito di amile).
Ad eccezione della Ketamina -un anestetico- e del nitrito di amile –un
vasodilatatore-, tutte le sopra elencate droghe sono incluse nelle tabelle
nazionali delle sostanze il cui uso è illecito.
Le ATS comprendono la “vera” ecstasy, l’MDMA, e le sostanze ad essa
affini che hanno tutte, in comune, la struttura dell’Alfa Metil FenilETil
AMMINA da cui l’acronimo AMFETAMINA. Un altro sinonimo è
Fenetilammina.
Qui di seguito sono elencate alcune tra le ATS di più facile reperimento:
MDMA (3,4-metilendiossimetilamfetamina):
Ecstasy, Adam, X, E, XTC, eccitante ed allucinogena;
MDEA, MDE (3,4-metilendiossietilamfetamina):
Eve, come MDMA senza effetti amfetaminici;
MDA (3,4-metilendiossiamfetamina):
love drug o mellow drug of America, più dispercettiva;
MBDB (N-metil-3,4 metilenendiossifenil-2-butanamina),
meno allucinogena dell’MDMA;
DOM (2,5-dimetossi-4-metilamfetamina),
STP, il primo metossiderivato del mercato illecito, nel 1967 (USA);
DOET (2,5-dimetossi-4-etil amfetamina),
viene “presentata” sul mercato nel 1970;
4-MTA (4-metil-tio-amfetamina), viene sequestrata in Inghilterra nel 1998,
ha provocato almeno un decesso, oltre che gravi disturbi fisici e psichici;
10
2 C-B (4-bromo-2,5-dimetossi fenilamfetamina)
DOB, bromo STP B (4-bromo-2,5-dimetossi amfetamina), parente stretta
del 2 C-B, introdotta nel 1980, come il 2 C-B provoca profondi disturbi
di percezione che durano fino a 18 ore, talché non ha mai goduto grande
probabilità;
e tante, tante altre, forse più di 2000, tant’è che nell’opera simbolo della
ritualità delle ATS, PIHKAL (Phenetylamine I Have Known And Loved)
di Alexander e Ann Shulgin, reperibile integralmente, senza difficoltà,
in Internet, è descritta nei minimi particolari la preparazione di 179 ATS.
Giacomo Amadori, su Panorama del 9 Dicembre 1999 (12), racconta di
opere in lingua inglese “per apprendisti stregoni: da Come costruire un
laboratorio clandestino di Jack B. Nimble a Come farsi la droga, farmacia
psichedelica di Michael Valentie Smith, sino a I segreti delle metamfetamine (le ecstasy): come produrle, scritto dal guru della controcultura, lo
Zio Fester.
Tutti i manuali contengono istruzioni per realizzare in modo semplice le
droghe più raffinate”. Amadori aveva avuto le “preziose” informazioni
intervistando un certo Sandro che gli aveva anche venduto una videoregistrazione di un laboratorio scuola padovano sito (nomen omen) in prossimità di Piazza delle Erbe.
Il “consulente” di Amadori dichiara che le materie prime per la preparazione sono facilmente reperibili.
Si può partire da safrolo (che si distilla dalla corteccia di sassofrasso) o in
alternativa da miristicina e elemicina che si ottengono dalla noce moscata.
E non è difficile neppure trovare chimici o farmacisti disonesti.
Riferisce Riccardo Gatti (11):
• l’Olanda è uno dei principali produttori di MDMA e anche di MDEA;
• esistono laboratori mobili su camper e container,
• nel 1994 è stato sequestrato in Olanda uno stabilimento in grado
di produrre 12 milioni di pastiglie di MDMA al giorno,
• in Germania è normale trovare laboratori, capaci di produrre 100.000
compresse/ora;
• la Polonia ed i paesi dell’Est forniscono una discreta quantità di MDMA,
• i trafficanti puntano su MDMA perché ha una miglior resa di prodotto
rispetto ai precursori chimici impiegati,
• i precursori sono importati da Danimarca e Germania e costano meno
che negli USA,
• la produzione, una volta artigianale e rozza, è oggi sempre più accurata.
11
L’Ecstasy
Come si presenta
Viene assunta in forma di compresse con dosaggi compresi tra 100 e
150 mg.
Ma questa è la migliore delle ipotesi.
Nelle compresse si è trovato di tutto: dalla caffeina ai cumarinici (farmaci
anticoagulanti usati come veleno per topi), dalla lana di vetro alla stricnina (comunicazione del London Toxicology Group, 28 gennaio 2000).
I fornitori “onesti”, di solito, non forniscono prodotti eccessivamente adulterati, ma esiste un’infinità di balordi che, per mettere insieme i soldi per
la loro dose, e non solo di ecstasy, ammanniscono di tutto. Persino sul
sito dancesafe.org compaiono avvertimenti in proposito. Per esempio gli
utenti sono stati recentemente avvertiti di non usare compresse contenenti Destrometorfano (DMX), un banale preparato antitosse se a basse
dosi, ma agente dissociativo simile alla ketamina, se in alte dosi. Dosi
elevate (125-250 mg) provocano nausea, prurito cutaneo, allucinazioni
visive ed auditive, perdita del controllo motorio, colpi di calore e sindrome
serotoninergica. Per evitare “spiacevoli sorprese” sullo stesso sito vengono proposti, al prezzo di 25 $, kit per effettuare test speditivi che riconoscono i componenti attivi delle compresse.
Ma si prendono anche le debite distanze e si afferma:
Questo test ha prodotto una reazione normale
✔ Ciò significa che la compressa contiene dell’Ecstasy “genuina”.
(MDMA, MDA, MDE, o una loro combinazione)
✔ Ciò NON significa che la compressa è “pura”.
(potrebbe contenere qualcos’altro)
✔ Ciò NON significa che la compressa è “sicura”.
(nessuna droga è sicura, ancorché pura
✔ NON vi dice qual è la sua concentrazione nella compressa.
(ce ne potrebbe essere sia tanta che poca. Non lo saprete mai)
Anche su ecstasy.org compare un’analoga proposta. I kit possono essere
comperati , solo nel Regno Unito però, al prezzo di 15 sterline (comprensive di spese postali) per il kit base o di 35 sterline per il kit avanzato (che
comprende anche un calibro per misurare le dimensioni esatte della
compressa) al Green Party Drougs Group di cui vengono forniti indirizzo
e numero di telefono. Stessa cosa fa in Olanda la Spank Products.
Sempre a dancesafe.org possono essere inviate le compresse acquistate, che, gratis, vengono analizzate con metodi più sofisticati (spettrometria di massa?) ed i risultati delle analisi vengono pubblicati sul sito con
cadenza, di solito, bi- o tri-mestrale.
In Germania delle associazioni private acquisiscono compresse all’esterno delle discoteche e le inviano in Svizzera per essere analizzate. I risultati delle analisi ritornano in poco più di due settimane.
12
Un’analoga iniziative è stata intrapresa a livello ufficiale a Vienna.
Laboratori mobili vengono installati, per conto dell’Istituto di Medicina
Legale, all’esterno delle discoteche ed analizzano le compresse che vengono loro consegnate. Lo stesso tipo di iniziativa, se intrapreso in Italia,
sarebbe passibile di denuncia penale, perché si configurerebbe un reato
di detenzione e possesso di sostanze illegali. Si innesterebbe, però, su
un contesto di riduzione del danno, il tipo di azione caldeggiato da diverse regioni, l’Emilia-Romagna in testa, e dal precedente Dipartimento per
gli Affari Sociali, nella cui campagna su internet, fatti furbo non farti male
compariva questa dichiarazione:
Occhio: usare qualsiasi tipo di DROGA comporta rischi.
Abusarne e mescolarle li aumenta.
L'unico modo per evitare i rischi è NON usare droga.
Se comunque pensi di prendere le droghe di cui stiamo parlando,
ecco qualche consiglio per FARTI MENO MALE.
(vedansi, per confronto, le più recenti campagne promosse in internet
dagl’attuali Dipartimento e Ministero: www. iononcalo.it, www. ilverosballo.it, www.ociseiotifai.it).
Un’analoga dichiarazione compare nel sito dancesafe.org:
Disclaimer: This website provides health and safety information only. We
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that recreational drug use is a permanent part of our society, and that
there will always be people who use drugs, despite prohibition.
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making informed decisions about their use. We do not make the claim,
nor do we imply, that the use of any drug can ever be completely safe.
All drug use contains inherent risks.
We assume no responsibility for how the information on this site is used.
Le compresse, generalmente con diametro compreso tra 7 e 12 mm e
spessore da 3,5 a 6 mm, hanno colori dal bianco al verde pisello, dal
grigio al rosso porpora, e sono quasi sempre marcate con un logo, dal
quale deriva il nome che connota la particolare compressa.
I logo vanno da quella della Motorola allo Yin e Yang, dal cavallino della
Ferrari al triangolo composito della Mitsubishi, alle sigle di note griffe
della moda (KC, D&G), ecc, ecc. Il loro costo, di solito non supera i
35 Euro per compressa (vedasi in http://www.fuoriluogo.it, rubrica Cow
Jones). Parleremo qui di seguito quasi esclusivamente di MDMA, perché
è questa la droga ricreazionale a maggior diffusione.
Se assunta per via orale ha effetto in circa 20-45 minuti, e produce uno
stato di rilassatezza accompagnato ad euforia, con esaltanti sensazioni
di calore emozionale e d’empatia (13). Sono riportati esperienza di benessere e di pace “felice”, sentimento di vicinanza emozionale, sensazione
di possedere il controllo dei propri problemi, lievi distorsioni visive, distorsioni del tatto, dell’olfatto, del gusto, ma dopo un certo numero di volte gli
effetti desiderati appaiono meno forti (11).
13
Effetti fisici e mentali
L’effetto fisico dura circa 8 ore, alcuni effetti “mentali” durano 1-2 giorni,
se inalata fumata, iniettata la durata dell’effetto è ridotta, ma non sembra
aumentare l’intensità degli effetti mentali. Gli utilizzatori riferiscono di non
subire alcuna perdita di controllo e d’essere capaci di svolgere mansioni
impegnative sotto l’effetto dell’MDMA. La distorsione sensoriale rende
molte attività più piacevoli: mangiare, bere, annusare fiori e persino andare al gabinetto può essere molto piacevole con l’MDMA (11). Comunque la
memoria e la capacità di eseguire operazioni di calcolo sono più basse
di quelle degli utilizzatori di alcol (14) ed aumentano anche gli incidenti (15).
Gli effetti fisici sono simili a quelli delle amfetamine (11):
• paradossalmente i sintomi fisici possono accompagnarsi
al senso di rilassamento, sopra citato, a causa degli effetti psichici;
• euforia, ipereccitabilità, nervosismo;
• tachicardia, sudorazioni, movimento senza riposo, parlare continuo,
insonnia, digrignamento dei denti (bruxismo) e delle mascelle
(triasmo), (16).
Questi ultimi fenomeni costringono alcuni a succhiare ciucci o leccalecca per mitigare l’irritazione associata al digrignamento (17) ed è stato
evidenziata una marcata usura dei denti negli utilizzatori di ecstasy
rispetto ai controlli
di eguale età (18,19).
Le due tabelle successive sono tratte da un recente lavoro(20) e si commentano da sole.
Placebo
Pressione sistolica
(mm Hg)
Maschi
Femmine
n
54
20
Pressione diastolica
(mm Hg)
Battito cardiaco
(battiti/min)
Temperatura
corporea (°C)
Maschi
Femmine
Maschi
Femmine
Maschi
Femmine
54
20
34
11
44
14
MDMA
Basale
125 ± 12
114 ± -8
Picco
124 ± 13
112 ± 10
Basale
123 ± 12
116 ± 12
78 ± 11
75 ± -8
64 ± 10
67 ± -11
36.6 ± 0.3
36.7 ± 0.3
80 ± 12
75 ± 10
60 ± 8
70 ± 9
36.5 ± 0.3
36.8 ± 0.4
77 ± 11
76 ± 10
64 ± 11
70 ± 14
36.6 ± 0.4
36.7 ± 0.4
La colonna “n” rappresenta il numero di soggetti coinvolti nel test
* p<0.001, test post hoc per l’MDMA contro placebo basato
sul principale effetto significativo della droga
** p<0.05 significativa interazione della droga per sesso
I dati nelle due Tabelle sono espresse in percentuale sulle popolazioni.
Picco
157 ± 21*–, —
**
138 ± 14*–, —
**
*
95 ± 14 –
86 ± 11*–
73 ± 14 *–
83 ± 15
36.9 ± 0.4*
37 ± 0.4
14
Effetti acuti indesiderati
MDMA (Placebo)
Effetti ritardati 24 h dopo
MDMA (Placebo)
Tutti
n=74
Femmine
n=20
Maschi
n=54
Tutti
n=74
Femmine
n=20
Maschi
n=54
59 (15)
75 (15)
54 (15)
28 (8)
30 (10)
28 (7)
58 (0)
65 (0)
56 (0)
20 (0)
25 (0)
19 (0)
Tipo di Effetto
Difficoltà di concentrazione
Bruxismo* e/o Triasmo**
Perdita di appetito
54 (4)
75 (5)
46 (4)
39 (3)
50 (0)
35 (4)
Secchezza delle fauci/sete
53 (3)
65 (5)
48 (2)
34 (4)
60 (10)
24 (2)
Mancanza di equilibrio
49 (0)
50 (0)
48 (0)
7 (0)
5 (0)
7 (0)
Gambe agitate
41 (1)
40 (0)
41 (2)
11 (1)
5 (0)
13 (2)
Sensibilità al freddo
41 (11)
50 (15)
37 (9)
12 (3)
10 (10)
13 (0)
Vertigini
38 (1)
40 (0)
37 (2)
7 (0)
10 (0)
6 (0)
Palpitazioni
35 (1)
50 (0)
30 (2)
7 (0)
15 (0)
4 (0)
Agitazione
34 (1)
35 (0)
33 (2)
12 (1)
15 (5)
11 (0)
Sensazione di freddo
34 (7)
45 (15)
30 (4)
9 (3)
20 (10)
6 (0)
Sudorazione/mani sudate
31 (0)
20 (0)
35 (0)
12 (0)
5 (0)
15 (0)
Smemoratezza
28 (1)
40 (5)
24 (0)
11 (1)
10 (0)
11 (2)
Gambe pesanti
27 (1)
50 (0)
19 (2)
12 (0)
20 (0)
9 (0)
Stanchezza
26 (47)
35 (45)
22 (48)
41 (26)
55 (25)
35 (26)
Debolezza
26 (1)
35 (5)
22 (0)
24 (1)
35 (5)
20 (0)
Vampate di calore
24 (3)
40 (5)
19 (2)
15 (1)
20 (5)
13 (0)
Tremori
23 (0)
25 (0)
22 (0)
8 (0)
10 (0)
7 (0)
Parestesie
22 (9)
25 (15)
20 (7)
1 (8)
5 (10)
0 (7)
Tensione interiore
20 (5)
15 (5)
22 (6)
8 (5)
10 (5)
7 (6)
Pensieri incombenti
16 (3)
20 (0)
15 (4)
18 (1)
20 (0)
17 (2)
Nausea
15 (3)
10 (5)
17 (2)
1 (0)
0 (0)
2 (0)
Perdita di energia
15 (8)
25 (10)
11 (7)
24 (4)
40 (5)
19 (4)
Spossatezza
15 (4)
15 (10)
15 (2)
19 (1)
30 (0)
15 (2)
14 (5)
10 (10)
15 (4)
15 (5)
15 (10)
15 (4)
12 (12)
15 (20)
11 (9)
27 (7)
35 (10)
24 (6)
Stimolo frequente ad urinare
Mal di testa
Insonnia
-
-
-
24 (0)
30 (0)
22 (0)
11 (1)
15 (5)
9 (0)
1 (1)
5 (0)
0 (2)
Irritabilità
8 (1)
15 (5)
6 (0)
5 (0)
15 (0)
2 (0)
Aumento dell’appetito
4 (7)
0 (5)
6 (7)
1 (3)
0 (0)
2 (4)
Dolori muscolari
1 (3)
5 (5)
0 (2)
3 (3)
5 (0)
2 (4)
-
-
-
7 (3)
15 (5)
4 (2)
Ansietà
Brutti sogni
* digrignamento dei denti
** digrignamento delle mascelle
Sono in verde le sintomatologie per le quali le differenze tra le due popolazioni
(assuntori di Ecstasy o di placebo) son più marcate, almeno in una situazione
(subito e/o dopo 24 ore).
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