memantina attenzione e memoria migliorate in parkinson

MEMANTINA ATTENZIONE E MEMORIA
MIGLIORATE IN PARKINSON-DEMENZA E
DEMENZA A CORPI DI LEWY
26 aprile 2014
Per la prima volta uno studio – pubblicato online sull’International Journal of Geriatric Psychiatry – dimostra un
consistente miglioramento dei test cognitivi relativi all’attenzione e alla memoria episodica in pazienti affetti da
Parkinson-demenza (PDD) e demenza a corpi di Lewy (DLB) trattati con memantina.
«Si ritiene che la DLB e la PDD condividano importanti similitudini e insieme giungano a costituire fino al 25%
dell’incidenza globale di demenza» affermano gli autori dello studio, condotto sotto la supervisione di Elisabet
Londos dell’Unità di ricerca clinica sulla memoria dell’Università di Lund (Svezia). «È stato inoltre dimostrato
che i pazienti con DLB hanno maggiori deficit di attenzione rispetto a soggetti con malattia di Alzheimer (AD) di
pari gravità, ma minori disturbi della memoria episodica».
Come è noto la memantina – farmaco di provata efficacia nel trattamento dei sintomi dell’AD - è un antagonista
del recettore dell’N-metil-D-aspartato (NMDA) che influisce sulla trasmissione neuronale glutamatergica e
previene gli effetti tossici delle aumentate concentrazioni del glutamato, neurotrasmettitore eccitatorio.
Sono stati effettuati vari trial utilizzando la memantina per verificarne l’efficacia anche in DLB e PDD –
ricordano gli autori. Il primo, risalente al 2009, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, aveva
coinvolto per 24 settimane 72 pazienti (32 DLB e 40 PDD). L’outcome primario, costituito dall’Alzheimer’s
Diseases Cooperative Study Clinical Impression of Change (ADCS-CGIC), aveva fatto registrare un significativo
miglioramento nei pazienti trattati con memantina, senza differenze tra DLB e PDD.
Ci sono stati in seguito altri 2 trial con memantina in DLB e 1 in PDD. «In questi studi» osservano Londos e
colleghi «vi è evidenza di modificazioni dovute alla memantina che i clinici sono in grado di riconoscere ma che
non sono in gran parte supportate da cambiamenti misurabili nelle funzioni cognitive».
Il metodo ritenuto più adatto è il CDR System, un set automatico di test per valutare l’attenzione – compresi i
classici parametri del tempo di reazione semplice (SRT) e del tempo di reazione di scelta (CRT) – e la memoria,
sviluppato per un utilizzo ripetuto nei trial clinici e validato per l’impiego nella demenza.
In realtà il primo trial del 2009, spiegano gli autori, «aveva anche utilizzato i test cognitivi del CDR System, ma le
analisi dei dati non erano disponibili al momento della pubblicazione. Questi test hanno poi contribuito ai criteri di
consenso per entrambe le forme di demenza e si sono inoltre dimostrati sensibili nell’identificazione dei
miglioramenti cognitivi nei principali trial randomizzati in doppio cieco controllati con placebo con rivastigmina
in DLB e PDD». Pertanto il gruppo di Londos ha ripreso tali dati per verificare l’efficacia della memantina nelle
due demenze.
Il trial, già descritto sopra nelle sue linee essenziali, prevedeva la somministrazione di 20 mg/die di memantina. I
test per l’attenzione (SRT e CRT) e di riconoscimento di parole (immediato e differito), sono stati somministrati
tramite il metodo automatico prima dell’inizio del trattamento, poi nuovamente alla 12ma e alla 24ma settimana.
Si è avuta disponibilità dei dati di 51 pazienti (21 DLB e 30 PDD). In entrambe le popolazioni, rispetto al placebo
la memantina ha determinato un effetto favorevole sulle misure rilevate da tutti e 4 i test, anche se nel caso di SRT
non si è raggiunta la significatività statistica.
I miglioramenti rilevati nei rimanenti 3 test (CRT e riconoscimento di parole immediato e differito) «hanno
raggiunto effetti di ampie dimensioni e pertanto sono verosimilmente rilevanti dal punto di vista clinico e per le
attività quotidiane del paziente» sostengono i ricercatori.
«La relazione verificata in questo studio tra la migliorata attenzione con la memantina (dimostrata dal CRT) e
l’ADCS-CGIC a 24 settimane indica che questa funzione ha giocato un ruolo importante nell’aumento
complessivo dei punteggi clinici» sottolineano gli autori, aggiungendo che altri studiosi hanno dimostrato come i
test dell’attenzione sono fortemente predittivi circa lo svolgimento dell’attività quotidiana sia in DLB che in PDD.
Circa il meccanismo con cui la memantina determina un miglioramento dell’attenzione (CRT) e della memoria
episodica, gli autori ritengono sia dovuto principalmente alla capacità del farmaco di prevenire il declino che si
riscontra invece nel gruppo placebo nell’arco delle 24 settimane. Un effetto ritenuto compatibile con le proprietà
neuroprotettive della memantina. In particolare si ipotizza che gli antagonisti NMDA a bassa affinità possano
proteggere dalla neurotossicità influenzando favorevolmente i processi attentivi.
Arturo Zenorini
Wesnes KA, Aarsland D, Ballard C, Londos E. Memantine improves attention and episodic memory in
Parkinson's disease dementia and dementia with Lewy bodies. Int J Geriatr Psychiatry, 2014 Apr 16. [Epub ahead
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