EISENMAN, PETER CONTROPIEDE SKIRA EDITORE MILANO 2005 Indice Soggetto-Oggetto-Complemento. Breve cronistoria di un’architettura “spiazzante” Silvio Cassarà Cos’è comunque un diagramma? Anthony Vidler Analisi critiche Verso una comprensione della forma in architettura Una analisi critica: Giovan Battista Piranesi Una analisi critica: Andrea Palladio Una analisi critica: Luigi Moretti Una analisi critica: Giuseppe Terragni La ricerca progettuale House II Cannaregio Town Square House X Oltre il diagramma. Iconografia, Disciplina, Architettura Pier Vittorio Aureli, Gabriele Mastrigli La casa Guardiola FSM East River Competition The virtual House Monumento in memoria dello sterminio degli Ebrei in Europa Città della cultura della Galizia Guandong Museum Diagrammi di ri-originazione Jeffrey Kipnis Contropiede: The Diagram Peter Eisenman Regesto delle opere costruite Bibliografia essenziale Biografia di Peter Eisenman Interamente dedicata all’opera di Peter Eisenman (1932), Contropiede è il titolo scelto per la mostra inaugurata a Modena nel giugno 2005. Il testo si costruisce attraverso gli interventi di più autori da Silvio Cassarà ad Anthony Vidler a Jeffrey Kipnis, in un intreccio di riflessioni sull’opera e sulla ricerca progettuale di Eisenman. Peter Eisenman, l’architetto intellettuale il cui cervello divora di tutto e indossa il cravattino, da sempre è impegnato nella riconciliazione tra il pragmatismo oltre oceano e l’idealismo europeo. Oltre ai rapporti intrattenuti con la cultura europea all’Università di Cambridge e tramite il “Grand Tour” che lo porta in Italia nel 1961, Eisenman scrive e fa parte di un dibattito architettonico che alla fine degli anni Settanta trovava espressione in riviste come “Oppositions”, “Any” o “Skyline”. Interlocutore e indagatore del fenomeno e del concetto di decostruzione, apportato dalle filosofie e dagli studi di Jacques Derrida e di Gilles Deleuze, Eisenman abbandona nei suoi progetti la sovrapposizione di piani, retaggio del cubismo, a favore della coincidenza che dal punto di vista formale e strutturale porterebbe all’indefinito. In una progettazione che rende “manifesto” il proprio programma, l’architettura si ritrova a non aver più bisogno di un contesto perché purificata nella propria neutralità. L’architettura è ormai oggetto di un metodo d’indagine. In Che cos’è comunque un diagramma Anthony Vidler chiarisce il proprio quesito. Nonostante i diagrammi spesso si presentino come figure composte da linee, in realtà, il loro scopo è quello di rimandare al processo. Così il diagramma diventa un processo mentale con ricadute nel pratico. Le sue potenzialità si ritrovano nel fatto che il suo disegno può portare ad un futuro diverso da quello pianificato. E infatti è Peter Esenman a sostenere che “lo sviluppo di un diagramma critico è potenzialmente destabilizzante per le convenzioni quanto lo è il mantenimento di un diagramma normativo”. In Analisi critiche ritorna il concetto della formal basis (of Modern Architecture), titolo che Eisenman sceglie per la sua tesi di dottorato nel 1963. Riappropriandosi degli strumenti della disciplina architettonica, dal disegno alla geometria, all’architettura intesa come scienza, in Contropiede, vengono restituite alcune analisi di architetture, dalla D. D. Martin House di Frank Lloyd Wright al lavoro del 1762 di Giovan Battista Piranesi sul Campo Marzio. Dall’analisi critica riferita ad Andrea Palladio di cui prende in esame la chiesa del Redentore a Venezia alla Casa del Girasole di Luigi Moretti a Roma. Fino ad arrivare all’architettura di Giuseppe Terragni di cui viene riportato lo studio sulla casa Giuliani Frigerio. La seconda parte di Contropiede avanza La ricerca progettuale di Peter Eisenman. Lo studio sulla House II dove la griglia diventa un “mezzo” concettuale per comporre e pensare criticamente fino all’area di Cannaregio su cui Eisenman fa proprio il lavoro piranesiano sul Campo Marzio a Roma, “slittando” nell’utilizzo della traccia (come aggancio alla filosofia di Derrida). O la House X, il progetto che segna una svolta rispetto ai lavori precedenti poiché “ricerca nella natura di altri modelli in architettura che possano proporre altri rapporti culturali con l’oggetto”. L’intermezzo curato da Pier Vittorio Aureli e Gabriele Mastrigli, Oltre il diagramma. Iconografia, Disciplina, Architettura riflette nuovamente sul concetto di diagramma proponendo un excursus storico che dal Postmoderno conduce al Moderno, in una storia caratterizzata da fatti costituenti in cui il diagramma può diventare la scrittura bianca per rifondare una disciplina dispersa tra i meandri della filosofia-facile e dell’iconografia esasperata. Un intermezzo, appunto, prima della presentazione di altri progetti di Peter Eisenman per la Casa Guardiola, per la Virtual House e per il Monumento in memoria dello sterminio degli Ebrei in Europa che impegna Eisenman a Berlino dal 1998 al 2005. E ancora la città della cultura della Galizia a Santiago de Compostela per chiudere con il progetto per il Guandong Museum. Segue il saggio di Jeffrey Kipnis, Diagrammi di ri-originazion in cui si sostiene che il potere del diagramma, a dire il vero, potrebbe essere quello del ri-originare lo studio dei fenomeni all’interno di una disciplina. Il saggio di chiusura Contropiede: The Diagram di Peter Eisenman chiude questo librocatalogo edito da Skira. Cosa lega una partita di calcio all’architettura? Il contropiede, ovvero il diagramma (e certo la sua natura ri-organizzativa, ri-organizzare il gioco?). Il lavoro sul diagramma, ma allora il diagramma non è più un mezzo, può essere di due tipi: uno teorico e analitico, l’altro operativo e sintetico. Il diagramma, in pratica, è come se si trovasse a metà strada, potrebbe venire fuori dalla lettura di un manufatto così come essere la matrice per l’invenzione. È ri-organizzativo in entrambi i casi, la sua azione è il contropiede. Peter Eisenman (1932) si laurea in architettura presso la Cornell University di New York nel 1955, dopo di che si specializza con un Master alla Columbia University e infine a Cambridge dove ottiene il suo Ph. Doctorate discutendo la propria tesi nel 1963. Nel 1967 fonda lo IAUS (l’Istituto per l’Architettura e gli Studi Urbanistici) e successivamente la rivista “Oppositions”. Legato alle figure di Colin Rowe e Manfredo Tafuri, Peter Eisenman è autore di numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo Diagram Diaries (1999), Giuseppe Terragni: Transformations, Decompositions, Critiques (2003) e il più recente Ten Canonical Buildings 1950-2000 (2008).