Mozart 04 - Conservatorio Niccolò Paganini

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Roberto Iovino
Caro Amadeus
4.
I Mozart
Sbaglia chi crede che la mia arte
sia frutto di pura ispirazione. Le posso
assicurare, caro amico, che nessun altro
più di me ha dedicato tanto tempo
ai problemi della composizione
W.A. Mozart
La Famiglia
La famiglia Mozart annovera diversi musicisti.
Leopold
1719 – 1787
Maria Anna
(Nannerl)
1751 - 1829
Wolfgang Amadeus
1756 - 1791
Karl Thomas
1784 - 1858
Franz Xaver
1791 - 1844
Il padre Leopold
Capostipite fu Johann Georg Leopold (Augusta, 14 novembre 1719 – Salisburgo, 28 maggio
1787), violinista e compositore, figlio di un rilegatore. Pare che fosse destinato alla carriera
ecclesiastica, ma alla morte del padre abbandonò questa strada e nel 1737 si iscrisse
all'Università di Salisburgo. Qui il giovane Leopold ebbe un inizio promettente, ma
probabilmente per uno spirito ribelle che avrebbe poi trasmesso all’illustre figlio, non
concluse gli studi e nel 1739, lasciò l’Università. Leopold entrò allora al servizio del conte
Johann Baptist von Thurn und Taxis, un canonico della cattedrale, e gli fu dato il titolo di
Kammerdiener ovvero valletto di camera. Ma il suo incarico era quello di musicista ed
evidentemente lo svolse bene, visto che dopo pochi anni venne ammesso a far parte
dell'orchestra del Principe arcivescovo. Questa nuova occupazione gli assicurò un reddito
regolare. Entrato come violinista presso l'orchestra di corte di Salisburgo nel 1743, compose
diversi lavori orchestrali.
Il 21 novembre 1747 Leopold sposò Anna Maria Pertl nella cattedrale di Salisburgo: lui aveva
ventotto anni, lei ventisette. Sembra che l'unione sia risultata felice: si diceva che «i genitori
di Mozart erano ai loro tempi la coppia più bella di Salisburgo».
In occasione delle nozze d'argento, Leopold, che si trovava in Italia con il figlio, così scrisse
da Milano alla moglie1:
Oggi è l'anniversario del nostro matrimonio. Sono passati, credo, venticinque anni da quando ci
venne la felice idea di sposarci: quest'idea, a dire il vero, ci era venuta molti anni prima. Le cose
ben fatte richiedono tempo!
1
B. Paumgartner, cit.
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Roberto Iovino
Caro Amadeus
L'unione di Leopold con Anna Maria generò sette figli, cinque dei quali morirono
giovanissimi.
I due sopravvissuti (Maria Anna e Wolfgang Amadeus) mostrarono un precoce talento
musicale che spinse Leopold a trascurare la propria carriera per dedicarsi ai figli.
Nel 1756 pubblicò il Versuch einer gründlichen Violinschule, un trattato sugli strumenti ad
arco. Negli ultimi anni, per dissapori con il figlio si allontanò da Amadeus. Morì il 28 maggio
1787.
La sorella
Maria Anna detta Nannerl, sorella di Amadeus, nacque il 30 luglio 1751 e morì il 29 ottobre
1829. Talento musicale precoce e vivace, studiò con il padre clavicembalo e accompagnò il
fratello nei suoi primi viaggi come bambino prodigio. All’epoca una carriera concertistica per
una giovane era quasi impossibile da immaginare e Nannerl finì per lasciare la musica.
Nel 1784 Nannerl sposò il barone Giovanni Battista von Berchtold, di quindici anni più
vecchio, vedovo e con cinque figli. Nel frattempo Amadeus aveva rotto con Salisburgo, si era
allontanato dalla famiglia e nel 1782 aveva sposato Costanza Weber. Una scelta contestata
duramente dal padre e anche dalla sorella Nannerl. I due fratelli rimasero a lungo distanti.
Tuttavia, in occasione delle nozze di Nannerl, Amadeus si riavvicinò alla sorella.
Nannerl diede al marito tre figli, uno solo dei quali sopravvisse. Rimasta vedova nel 1801,
rientrò a Salisburgo dove visse dando lezioni, circondata da una certa venerazione grazie alla
crescente fama di Amadeus. Nel 1820 divenne cieca e morì nel 1829. Al contrario del fratello,
sepolto in una fossa comune, la sua tomba è visibile nel camposanto di San Pietro vicino al
monumento a Michael Haydn.
I figli di Amadeus
Karl Thomas (1784 – 1858) studiò per qualche tempo pianoforte, ma per questioni
finanziarie dovette abbandonare la musica e cercare lavoro. Si stabilì per qualche tempo a
Livorno per poi trasferirsi a Milano. Nel 1850 si ritirò vicino a Como.
Franz Xaver (1791 – 1844) studiò pianoforte con Hummel, canto con Salieri e composizione
con Vogler. Lavorò come pianista, come compositore e come didatta a Vienna e compì
numerose tournée. Nel 1842 si esibì per l’ultima volta come pianista a Salisburgo in
occasione della inaugurazione del monumento al padre Amadeus. Ammalatosi, si rifugiò a
Karlsbad dove morì.
La vita
Wolfgang Amadeus Mozart nacque a Salisburgo il 27 gennaio 1756, settimo figlio di
Leopold. Intuite le attitudini musicali dei due figli, Leopold impostò lucidamente un piano
formativo: una prima fase di studio rigoroso e una seconda, più articolata nel tempo, di viaggi
di conoscenza. Prima nei paesi tedeschi (Monaco, Vienna) e nel nord dell’Europa (fra i
musicisti incontrati, Johann Christian Bach) poi, dal 1769 (anno in cui a Salisburgo andò in
scena La finta semplice), in Italia. Tre i viaggi nel nostro Paese fino al 1773 con visite in varie
città fra le quali Milano, Bologna, Roma, Napoli. Tanti gli artisti conosciuti: Piccinni,
Giovanni Battista Martini, Paisiello. A Milano, tra l’altro fece eseguire la serenata Ascanio in
Alba (su testo di Parini, per le nozze dell'arciduca Ferdinando) e l'opera seria Lucio Silla.
Nel 1772 Amadeus ricevette l’incarico di Konzertmeister dal nuovo arcivescovo di
Salisburgo, il principe Hieronymus Colloredo. I rapporti con il principe si rivelarono sin
dall’inizio difficili, per la rigida severità del nobile e per l’indisciplina congenita del giovane
artista. Nel marzo 1778 (nel frattempo si era dimesso dall’incarico a corte) con la madre si
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Roberto Iovino
Caro Amadeus
recò a Parigi. Accolto con cortesia, non riuscì tuttavia ad affermarsi. Ad aggravare la
situazione, arrivò l’improvvisa morte della madre.
Rientrato a Salisburgo dopo una serie di soggiorni in altre città (Strasburgo, Mannheim,
Monaco), Mozart accettò la nomina ad organista di corte. Nel 1781 il primo appuntamento
teatrale di rilievo. A Monaco debuttò Idomeneo, aprendo l’ultimo straordinario decennio
creativo di Amadeus.
L'evento fondamentale della biografia di Mozart fu nel 1781, l’abbandono del servizio a corte:
dopo un burrascoso litigio con l’arcivescovo fu il conte Arco, gran maestro di cucina del
principe, ad assestare sul fondoschiena mozartiano la più celebre pedata della storia della
musica. Mozart diventò libero professionista!
Il nuovo status sociale, almeno all’inizio riservò qualche soddisfazione ad Amadeus che si
sentiva finalmente nelle condizioni di decidere autonomamente della propria vita e della
propria arte. La sera di Natale del 1781 suonò davanti all'Imperatore e al Granduca di Russia
in gara musicale con Muzio Clementi. A Vienna, nel 1782, entusiasmò il Burgtheater con
l'Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio). Nella città di Giuseppe II iniziò a
frequentare la casa del barone van Swieten, nella cui biblioteca poté leggere le partiture di
Bach e di Haendel. Il 4 agosto 1782 Mozart sposò Costanza Weber2 (1762 – 1842). In realtà il
suo grande amore era la sorella di Costanza, la cantante Aloysia che tuttavia aveva respinto le
sue profferte amorose. Nel 1783 nel salotto del barone israelita Raimund von Wetzlar,
Amadeus conobbe il letterato Lorenzo Da Ponte, suo prezioso collaboratore nella grande
trilogia italiana (Nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte).
Mozart componeva a getto continuo dividendosi fra i vari generi e alternando l’attività
creativa a quella esecutiva e all’insegnamento. Gli ultimi anni videro però la stella di Mozart
in declino. Incomprensioni e invidie gli fecero preferire a Vienna altri musicisti e solo Praga
continuò a riservargli l’accoglienza che meritava.
Nel gennaio 1790 andò in scena Così fan tutte commissionata dalla corte, ma il lutto di Stato
per la morte di Giuseppe II interruppe le recite. Invano, Mozart sperò da parte del successore
Leopoldo II la nomina a secondo maestro di cappella. L’ultimo anno di vita (1791) fu fra i più
densi di creatività. La composizione di un Requiem, richiestogli dal conte Franz WalseggStuppach che volle però mantenere l’anonimato, si intrecciò con la commissione della
Clemenza di Tito per l’incoronazione di Lepoldo II a re di Boemia, con lo splendido Concerto
per clarinetto e orchestra K 622 e soprattutto con Die Zauberflöte composto in collaborazione
con l’estroso librettista Emanuel Schikaneder. Quando sembrava che la fortuna potesse
tornare a sorridergli (un gruppo di nobili ungheresi gli assicurò una sovvenzione annua, da
Amsterdam gli arrivò l’offerta di un incarico redditizio), Amadeus morì, stroncato da una
malattia che aveva avuto facile presa su un fisico da tempo minato.
Il 5 dicembre 1791 Mozart si spense nella sua casa di Vienna. Nella indifferenza generale, il
suo corpo venne sepolto, pare, in una fossa comune.
Stile e influenze
La produzione musicale di Mozart è immensa. La sua opera complessiva rivela la ricchezza e
l’universalità dell’epoca barocca. Non solo in termini quantitativi e di vastità di interessi, ma
anche sotto il profilo dell’influenza, potendosi vedere in lui l’estrema, geniale sintesi delle
esperienze più disparate, come tra poco si ricorderà.
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Costanza (1762 – 1842), cugina di Carl Maria von Weber, era un soprano dilettante, in possesso di buona
cultura musicale. Non sempre è stata dipinta con benevolenza dai biografi di Mozart. Tuttavia, anche dopo la
morte dell’illustre consorte, Costanza si prodigò per preservarne la memoria e se dovette vendere tutti i
manoscritti per mantenere i figli (due dei quali musicisti: Karl Thomas e Franz Xaver), aiutò il secondo marito
Georg Nikolaus Nissen nella stesura della prima completa biografia mozartiana, apparsa nel 1828
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Roberto Iovino
Caro Amadeus
Non c’è forma in uso nel suo tempo che non abbia affrontato, se si eccettuano le forme del
teatro francese. Sconfinato, pertanto, il suo catalogo, ordinato per la prima volta nel 1862 dal
musicologo austriaco Ludwig Alois Friedrich von Köchel, da cui la lettera K anteposta al
numero dell'opera indicata.
Il catalogo parte dal Minuetto in sol maggiore per pianoforte K 1 scritto probabilmente a 5
anni e si ferma al Requiem K 626 lasciato incompiuto al momento della morte.
Profondo assimilatore, Mozart, come si è detto, fece tesoro dei molteplici incontri avuti nei
suoi lunghi viaggi d’apprendistato in giro per l'Europa.
Vale la pena, tra l’altro ricordare che Mozart non ebbe rapporti solo con autorevole
compositori del suo tempo. Conobbe cantanti e strumentisti, ascoltò orchestre di prim’ordine.
E poi fu ricevuto da papi, sovrani, nobili, ma ebbe anche rapporti continui in giro per
l’Europa, con borghesi, commercianti, contadini. Ebbe insomma una visione completa del
“grande teatro del mondo” e questo gli permise di rappresentare nelle sue opere passioni e
personaggi in tutta la loro autentica umanità e profondità.
La sua genialità gli consentì poi di elaborare, attraverso tali conoscenze uno stile del tutto
personale e superiore che rappresenta una straordinaria fusione di più elementi.
Sintetizziamo alcuni aspetti fondamentali dello stile di Mozart:
lo stile galante incentrato su melodie facili sostenute dal basso albertino, frutto, soprattutto,
dell’influenza di Johann Christian Bach, ma non solo;
lo stile empfindsamer il versante serio dello stile galante, di Carl Philip Emanuel Bach che
tendeva al patetico, al contrasto di maggiore/minore, all’uso di dissonanze impreviste,
all’utilizzo del recitativo strumentale;
lo stile osservato, il contrappunto vissuto in tutte le sue esperienze, nel campo sacro ma anche
in quello profano: la lezione è naturalmente quella di Johann Sebastian Bach che costituiva
nonostante fosse stato “pubblicamente” dimenticato, un punto di riferimento essenziale per
tutti i musicisti dell’epoca;
il principio della elaborazione tematica secondo la forma-sonata: qui la lezione era quella di
Haydn e attraverso lui dello stile classico;
lo stile eroico, la declamazione, la tensione drammatica dell’opera seria italiana rivissuta
attraverso Gluck: Mozart risentì certamente di alcune soluzioni drammaturgiche di Gluck,
tuttavia non ebbe la stessa concezione del teatro. Se ad esempio Gluck sosteneva (Prefazione
dall’Alceste) che la musica era al servizio della parola, Amadeus ribaltava totalmente il
rapporto; interessante però il fatto che entrambi realizzano i loro capolavori attraverso una
stretta collaborazione con il librettista in un epoca in cui tale rapporto non era consueto;
lo stile comico italiano, la vivacità dell'azione, l'uso del concertato: il merito di Amadeus è
quello di aver esaltato alcuni aspetti formali e drammaturgici che già esistevano ad esempio
nelle opere di Piccinni, Paisiello e Cimarosa.
L’itinerario artistico mozartiano si compie, grosso modo in tre tappe successive.
Fino al 1772 – E’ la fase della ricettività, dei primi viaggio e delle prime conoscenze “sul
campo”. Mozart è una “carta assorbente” che fa tesoro di ogni incontro.
1772 – 1781 – In questo decennio Mozart procede in maniera sempre più spedita e autonoma
alla definizione di un proprio stile via via liberandosi dalle singole influenze.
1781 – 1791 – E’ il biennio della grande maturità, contenente tutte le più stupefacenti opere
mozartiane nei vari settori.
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