Wolfgang Amadeus Mozart (Nasce a Salisburgo, 1756 - Muore a Vienna, 1791) Prima ancora di saper leggere, a 4 anni, Wolfgang rivela un eccezionale talento musicale: suona disinvoltamente il clavicembalo e compone graziosi minuetti. Il padre Leopold, anch'egli apprezzato compositore, reca Wolfgang e la sorella Nannerl (di cinque anni più grande), in una tournée di concerti per le corti europee. A dodici anni scrive il suo primo melodramma, La finta semplice. L'anno dopo (1769) è in Italia, dove prende lezioni da Padre Martini. I trionfali successi all'estero non sono corrisposti in patria: l'Arcivescovo Colloredo, presso cui presta servizio come maestro di cappella, lo sottopone a umiliazioni e angherie; finché Mozart decide di rompere il rapporto e rischiare la libera professione. Dà lezioni private, fa eseguire i suoi capolavori in Germania, a Parigi,, a Vienna. Nascono qui i suoi melodrammi maggiori: Il ratto del Serraglio (guarda video dal film AMADEUS su Youtube) Le nozze di Figaro (guarda video dal film AMADEUS su Youtube) Don Giovanni (guarda video - in lingua originale - dal film AMADEUS su Youtube) Così fan tutte Il flauto magico (guarda video dal film AMADEUS su Youtube) La morte della madre prima, poi del padre, lo gettano in una profonda costernazione. I favori dei principi gli vengono a mancare e Mozart si trova ridotto in condizioni economiche difficili: reagisce sobbarcandosi un lavoro logorante, che lo porta a morire a soli 35 anni. Ultima opera, rimasta incompiuta, il celebre Requiem: uno sconosciuto glielo aveva commissionato, e Mozart lo scrisse consapevole di comporre la musica per la propria morte. Il catalogo delle composizioni di Mozart, redatto da Ludwig Von Köchel (si usa la sua iniziale K per indicarle) conta ben 626 lavori, tra cui una quarantina di Concerti, 52 Sinfonie (la k40, famosissima...) , Serenate (Piccola Serenata Notturna) , Quartetti e molta altra musica da camera, Sonate e Fantasie per pianoforte. IL GENIO E LE INNOVAZIONI ...Certo è che alcuni suoi lavori si trovano in un gioco di contrapposizione e superamento dei modelli che immediatamente ci conduce a pensarli come segnali di una nuova era. Secondo le testimonianze dell’epoca, le sue musiche dovevano apparire agli esecutori spesso difficili da eseguire. Nella Salisburgo e nella Vienna della Seconda metà del XVIII secolo si suonava molto in casa, e immaginiamo che alcuni passaggi della musica da camera, che allora Mozart componeva per questi scopi (e per guadagnare), dovettero rappresentare scogli difficili da superare per gli interpreti domestici. Anche i suoi lavori operistici, a cominciare da Il Ratto del serraglio, rappresentavano qualcosa di innovativo, di lontano dalla semplicità d’ascolto delle opere di corte. Celebre è l’aneddoto (non storicamente documentato) di un Giuseppe II che, dopo aver udito, peraltro divertendosi, l’esecuzione del Ratto (16 luglio 1782), avrebbe confidato al giovane compositore di aver ascoltato «troppe note». In verità, le opere di Mozart innovavano così profondamente il genere da provocare nell’uditorio uno shock e una disarmante accettazione della novità. .............. ...È probabilmente per i suoi lavori operistici che Mozart è entrato nell’immaginario culturale come portatore di una idea nuova di musica, strumento di solidarietà umana e documento divino. Il suo Don Giovanni, su libretto di Lorenzo Da Ponte, ha alimentato la fantasia di poeti e prosatori, filosofi e uomini di scienza. In verità egli ha portato nell’opera una ventata di novità, a partire dalla sua struttura, dalla lingua dei libretti (che egli curava con Da Ponte, come si deduce dalle testimonianze), dalla capacità di caratterizzare i personaggi e di offrire un’immagine dell’uomo, dei suoi vizi, attraverso una musica che facesse però comprendere la bellezza e la straordinarietà stessa dell’arte: la musica prima di tutto, mai a servizio del protagonismo del canto, vera rivelatrice del senso ultimo. _______________________ Dal 1767 Mozart è assunto dallo stesso Arcivescovo presso cui lavora il padre, ma il ruolo gli sta stretto e la sua situazione di disagio peggiora ulteriormente con la morte dell’Arcivescovo e l’arrivo del suo successore, Geronimo Colloredo, che non lo apprezzerà mai e che gli sarà sempre ostile. Questa condizione frustrante e il successo che, contemporaneamente alla sua attività a Salisburgo, ottenne a Monaco con la sua opera “Idomeneo re di Creta”, nel 1781 lo spinsero a licenziarsi e a trasferirsi a Vienna dove, non riuscendo ad entrare a corte, intraprese la via della libera professione. Questo fu un passo davvero decisivo nella sua carriera. All’epoca, infatti, ogni musicista aveva un “padrone”, riceveva uno stipendio fisso, proprio come camerieri e valletti di corte, sebbene, naturalmente, ad un altro livello. Riferimenti bibliografici: http://www.bottegaeditoriale.it/primopiano.asp?id=55 (di Marco Gatto) http://mariaelettraesteri.com/resources/Il%20genio%20Mozart%20e%20le%20tracce%20delle%20sue%20innovazioni %20nella%20musica%20odierna.pdf (di Maria Elettra Esteri)