Questa storia racconta il legame tra un figlio, un

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“Re di tremenda maestà,
che ci salvi gratuitamente,
salva me, fonte di pietà.
Mi dispero in quanto reo,
il mio volto arrossisce per la colpa,
pietà, o Dio, per chi supplica.
Giorno d'ira, quel giorno
si dissolverà il mondo nelle fiamme
come predissero Davide e la Sibilla.”
Questa storia racconta il legame tra un figlio, un padre violento affetto da depressione bipolare
maniacale e una donna morta anni prima in un manicomio. Racconta di un “Un labirinto”
umano dove i personaggi si incontrano. Un labirinto dove il figlio si nasconde sin da bambino
dalle violenze, da una paura antica ed ereditata, una paura che si incarna nella figura epica del
Minotauro. La vicenda si svolge nella notte in cui il padre muore. Una notte in cui il figlio
correndo in macchina verso l’ospedale ripercorrerà in un flusso di coscienza e ricordi il
labirinto fino ad affrontare il suo Minotauro per trovare un'uscita da sempre cercata.
Un attore/danzatore e pochi oggetti in scena è il linguaggio espressivo che ho scelto per
raccontare questa storia per me necessaria.
L’uso del corpo, della musica e della voce saranno i costumi e gli ambienti in questo lavoro.
Alessandro Stellacci
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