UCRAINA
Informazioni Generali
Superficie: 603.700 Kmq
Popolazione: 46,5 milioni di abitanti (fine 2006).
Città principali e popolazione:
- Kiev (capitale): 2.602.000 abitanti
- Kharkiv: 1.470.000 ab.;
- Dnépropetrovsk: 1.065.000 ab.;
- Odessa: 1.029.000 ab.;
- Donetsk: 1.016.000 ab.;
- Zaporosje: 891.000 ab.;
- L’viv: 732.000 ab.;
- Kryvyy Rih: 717.000 ab.
Clima
Situata nella parte centrale della zona temperata settentrionale, l'Ucraina
ha un clima continentale temperato con quattro distinte stagioni. La
regione litoranea della Crimea ha un clima mediterraneo.
Lingua
La lingua ufficiale è l’ucraino, utilizzato largamente anche a livello
amministrativo. La lingua russa, comunque, è altrettanto largamente
parlata soprattutto nell’Ucraina orientale, a Kiev e in alcune parti
dell’entroterra e rappresenta la lingua commerciale del Paese.
Religione
L'Ucraina è il Paese dell'Europa dell'est in cui i contrasti tra ortodossi e
cattolici, dopo la caduta del comunismo, hanno portato alle maggiori
tensioni. La religione prevalente è quella cristiana ortodossa. Per quanto
riguarda i cattolici, essi fanno capo alla Chiesa greco-cattolica ucraina ed
alla Chiesa cattolica ucraina (latina).
Moneta
L’unità monetaria è la Grivna (UAH).
- tasso di cambio medio 2007: UAH 6,98494 per 1 euro. Tassi di cambio
medi al 31 Gennaio 2008 HRN5.05:US$1.
Principali indicatori economici
2007a
2008b
2009c
2010c
141.2
713
7.7
203.2
1,006
6.5
230.3
1,196
4.7
257.3
1,396
5.2
15.3
2.9
24.9
2.8
20.2
10.9
3.3
13.0
2.3
13.8
7.8
2.2
9.0
1.5
9.9
7.4
2.3
13.0
7.5
12.1
-3.5
6.0
13.1
10.0
5.0
8.5
4.5
5.0
6.3
5.0
5.5
6.9
46.2
7,014
46.0
7,741
45.8
8,391
45.6
9,065
2.3
2.1
2.0
1.9
30.8
31.9
-1.1
11.7
32.0
33.7
-1.7
10.0
30.4
31.9
-1.5
9.9
30.9
32.3
-1.4
9.9
5.05
5.02
5.37
5.48
7.37
7.17
7.40
7.40
16.6
20.8
11.0
9.5
47.4
37.1
23.5
20.3
13.9
17.0
16.0
13.0
PIL
PIL nominale in (milioni di US$)
PIL nominale (miliardi di HRN)
Crescita reale del PIL (%)
Spesa sul PIL (% reale)
Consumi privati
Consumi pubblici
Investimenti lordi fissi
Export di beni e servizi
Import di beni e servizi
Origine del PIL (% reale)
Agricultura
Industria
Servizi
Demografia e reddito
Popolazione (mln)
PIL pro-capite (US$ a PPA)
Tasso di disoccupazione
(media %)
Indicatori fiscali (% del PIL)
Entrate del settore statale
Spese del settore statale
Saldo del bilancio statale
Debito pubblico
Prezzi e indicatori finanziari
Tasso di cambio HRN -US$ (fine
periodo)
Tasso di cambio HRN -€ (fine
periodo)
Prezzi al consumo (fine
periodo; %)
Prezzi alla produzione (fine
periodo; %)
Tasso di interesse sui prestiti
(media; %)
Partite correnti (US$ mln)
Bilancia commerciale
Merci: export fob
-10,572
49,840
Merci: import fob
-60,412
-17,625 -24,148 -26,345
64,892 67,150 76,461
-82517 -91,298
102,806
Bilancia dei servizi
Bilancia dei redditi
Saldo del conto dei trasferimenti
Saldo delle partite correnti
2,696
-2,117
4,075
-5,918
2,586
2,657
3,020
-3,802 -5,504 -6,241
4,622
5,075
5,446
-14,219 -21,920 -24,120
Riserve internazionali
(US$ mld)
Totale delle Riserve internazionali
32,480
36,240
32,670
35,670
a
Attuale. b Stime Economist Intelligence Unit. c Previsioni Economist
Intelligence Unit
.
Fonte: IMF, International Financial Statistics. Novembre 2008
Rischio paese
La SACE colloca l’Ucraina nella categoria OCSE 5 su 7 (dove 0
rappresenta il rischio minore e 7 il rischio massimo).
Condizioni di assicurabilità
1) Rischio sovrano: apertura;
2) Rischio bancario: apertura;
3) Rischio corporate: apertura.
Plafond: 200 milioni.
N.B. Le categorie OCSE sono 8: alla categoria 0 corrisponde il rischio
minore; alla 7a categoria corrisponde il rischio maggiore. La
classificazione dei Paesi da parte di SACE, dunque, coincide di norma con
quella OCSE per tutti quei Paesi classificati da tale organismo.
Le classi SACE corrispondono alle seguenti:
— Classe A (categorie 1 e 2 OCSE) – Paesi assicurabili con o senza
particolari restrizioni: questo gruppo comprende tutti i Paesi
industrializzati e i Paesi emergenti che non presentano particolari aspetti
di rischiosità.
— Classe B (categorie 3-6 OCSE) – Paesi verso i quali si adotta un
atteggiamento di “apertura con restrizioni: l’atteggiamento nei confronti
di tali paesi è definito partendo dal presupposto che occorre verificare, in
relazione alla situazione politica e/o economico-finanziaria di ogni singolo
Paese, l’opportunità di prevedere restrizioni specifiche per determinate
tipologie di operazioni.
— Classe C – Paesi per i quali è prevista o è stata realizzata la
cancellazione del debito: si tratta dei Paesi considerati dalla Legge
209/2000 per i quali SACE adotta un atteggiamento di particolare
cautela, limitando la propria operatività ad alcune tipologie di operazioni,
con l’obiettivo di evitare interventi che possano contribuire a ricreare le
condizioni per un nuovo aggravamento dell’onere debitorio.
— Classe D (categoria 7) – Paesi in sospensiva e in pausa di riflessione:
nei confronti di tali paesi, l’operatività di SACE è particolarmente limitata
in considerazione del fatto che essi non sono in grado di ripagare prestiti
a condizioni prevalentemente di mercato o presentano particolari
problemi di instabilità politica ed economica.
Categoria Consensus - In base alla “categoria Consensus” (stabilita
dall’omonimo Accordo internazionale in ambito OCSE), vengono definiti i
termini massimi di dilazione di pagamento per le operazioni di credito
all’esportazione con dilazione di pagamento di due anni e oltre. Tali
dilazioni massime sono:
• di 5 anni – con possibile estensione fino a 8,5 – per i Paesi di Prima
categoria Consensus (ovvero i Paesi a reddito medio-alto, secondo le
classificazioni della Banca Mondiale);
• di 10 anni per quelli di Seconda categoria Consensus (ovvero tutti gli
altri, a reddito basso);
• da 8,5 a 15 anni per le operazioni riguardanti la costruzione di navi,
aerei, centrali elettriche
convenzionali e nucleari, che sono disciplinate da specifica
regolamentazione;
• fino a 14 anni per le operazioni di project finance.
Prospettive future
Gli ultimi dati disponibili indicano una crescita del PIL reale del 7,5% nel
2007, rispetto al 5,7% del 2006. In particolare la crescita reale del PIL è
nettamente aumentata nel periodo gennaio-agosto 2008, al 7,1% anno
su anno, rispetto al 6,5% nel periodo gennaio-luglio, riflettendo una
ripresa nel settore agricolo. Tuttavia, tutti gli altri settori chiave hanno
invece subito un ulteriore rallentamento. Negli ultimi mesi del 2008 si è
manifestato un rallentamento della crescita del PIL, attestatosi al 6,5%.
Si prevede un ulteriore calo per il biennio 2009-2010, in cui si attesterà
al 4,7% nel 2009, per poi risalire lievemente al 5,2% nel 2010. Il ritmo
di crescita medio più lento atteso per il 2009, riflette un consumo delle
famiglie meno vivace, ciò a causa di una crescita dei salari e della spesa
sociale che benché elevati dovrebbero, comunque, diminuire
gradualmente. Nello stesso periodo un calo della crescita è previsto
anche per quel che riguarda gli investimenti lordi fissi, sebbene ancora
elevata rispetto agli standard.
A partire dal 2007 si è avuta una accelerazione dell’inflazione, la cui
crescita annuale ad agosto ha raggiunto il 14,2%, rispetto al valore di
partenza del 9,5%. Negli ultimi mesi dell'anno i prezzi sono stati
sostenuti dai crescenti costi dei generi alimentari, in seguito alla grave
siccità che ha colpito il paese nel mese di maggio. L’aspettativa è che il
governo adotti misure specifiche al fine di contenere i prezzi dei generi
alimentari, della benzina e del gas. Nonostante ciò, date le difficoltà del
settore agricolo e l’incremento della spesa pubblica legato al periodo preelettorale, l’inflazione è stata elevata per tutto il 2008, raggiungendo un
picco di 31,1%, e si prevede rimarrà elevata per tutto il 2009
attestandosi a 14,4% e per il 2010, attestandosi a 10,2%.
Nel biennio 2009-10, una crescita più lenta dell’offerta di moneta
determinata da un abbassamento dei prezzi dell’acciaio, associata ad una
riduzione della spesa governativa, dovrebbero generare un calo
dell’inflazione, sebbene contenuto da ulteriori incrementi dei prezzi delle
importazioni di gas e prezzi elevati dei generi alimentari.
Per quanto riguarda il settore estero, nell’arco del periodo di previsione,
si attende un netto incremento del deficit della bilancia commerciale,
dovuto ad un ulteriore aumento dei costi di importazione del gas dalla
Russia ed un calo dei prezzi delle esportazioni dell’acciaio nel 2008.
L'Ucraina tuttavia non ha ancora raggiunto un accordo con la Russia sul
prezzo delle importazioni di gas naturale; ogni decisione è rimandata al
2009. Inoltre le relazioni con la Russia sono drasticamente peggiorate in
seguito al sostegno dell’Ucraina alla Georgia nel suo conflitto con la
Russia. Un ulteriore aumento del deficit si ipotizza in relazione alla forte
crescita del volume delle importazioni, legata al continuo aumento dei
redditi.
Da ciò si attende un ampliamento del deficit delle partite correnti,
soprattutto nel biennio 2008-2009. In particolare si prevede che il deficit
possa estendersi ad una media annua del 9,5%
del PIL nel 2009-10. È, invece, improbabile che possa espandersi il
surplus della partita dei servizi, in mancanza di un incremento dei prezzi
applicati alla Russia per il transito delle esportazioni energetiche su larga
scala verso i paesi dell’Europa occidentale.
Anche il deficit della partita dei redditi dovrebbe continuare ad ampliarsi,
in virtù di crescenti pagamenti degli interessi sul debito estero e dei
dividendi sugli IDE presenti in Ucraina.
Il governo ha approvato un progetto di bilancio per il 2009, che si pone
l’obiettivo di ridurre lo stato di disavanzo di bilancio all’1,4% del PIL, dal
2,1% stimatosi nel 2008.
Anche se l'adesione all'Unione europea resta una prospettiva remota,
dall’integrazione dell'Ucraina con l'Unione europea potrebbe trarre
vantaggio l’Occidente, desideroso di sviluppare i legami senza provocare
uno scontro con la Russia. Sono in corso lavori su un nuovo "accordo
rafforzato" con l'Unione europea, che potrebbe includere un libero
scambio, con l’intento di sostituire l'attuale partenariato e cooperazione
(APC -accordo di partenariato e di cooperazione concluso tra le Comunità
europee e i suoi Stati membri, da un lato, e l'Ucraina) e di promuovere
l’adesione dell'Ucraina all’Organizzazione mondiale del commercio
(OMC), avvenuta a settembre 2008.
Per quanto concerne il commercio estero, i dati relativi al 2008
confermano la notevole accelerazione sia delle importazioni che delle
esportazioni rispetto al 2007. Le esportazioni si sono attestate a 64,892
miliardi US$ rispetto ai 49,840 miliardi US$ del 2007. Invece le
importazioni si sono attestate a 82,517 rispetto al valore di 60412
miliardi US$ del 2007. Il deficit del 2008 ammonta a circa l’11% del PIL.
Si prevede che nel 2009 le esportazioni raggiungeranno quota 76461
miliardi US$, mentre le importazioni si attesteranno a 102,806 miliardi
US$.
Settori produttivi
Negli ultimi anni l’Ucraina ha attuato cambiamenti che hanno permesso
una rapida crescita economica. Le spinte alla crescita dell’economia sono
derivate principalmente dal settore dell’acciaio, i cui prezzi hanno
raggiunto i massimi storici, e dall’incremento dei consumi privati, indotto
dalla crescita del reddito reale. Particolarmente dinamici sono stati i
comparti del commercio, trasporti, edilizia e costruzioni e, nell’industria,
il settore cartiero, delle macchine di lavorazione legno ed il comparto
alimentare. La crescita della produzione industriale nel 2007 e’ stata del
10,2%. Si e’ invece registrato un calo nel settore agricolo (-5,6%), a
causa di raccolti minori. Nel corso del primo semestre 2008, l’economia
dell’Ucraina ha conosciuto una crescita del PIL del 6,3%. I settori
industriali trainanti dell’economia ucraina sono stati quelli metallurgico,
carbosiderurgico e chimico. In particolare il settore dell’acciaio, i cui
prezzi hanno raggiunto i massimi storici, e l’incremento dei consumi
privati, hanno indotto una forte crescita economica.
L’Ucraina ha ereditato dal passato sovietico una struttura economica
basata sull’industria pesante e sulla tecnologia, largamente superata ad
occidente. La principale sfida dell’Ucraina indipendente è stata quella di
diversificare l’economia rispetto alle industrie tradizionali come acciaio,
chimica, costruzione navale, carbone, macchinari ed armi, che
dipendevano dai sussidi governativi e che sono diventate ancora più
critiche dopo il collasso dei tradizionali mercati di esportazione.
La ristrutturazione comunque, è stata ostacolata dagli interessi costituiti
sia burocratici che economici, contrari a modificare il sistema di
pianificazione centrale. Il risultato è stato un processo di diversificazione
molto graduale e, nonostante la crescita di settori con minore
interferenza statale, come quello della trasformazione alimentare, il peso
di queste industrie nell’economia nazionale è ancora meno importante
rispetto ai settori più tradizionali. Anche la privatizzazione e gli
investimenti esteri hanno avuto un andamento molto lento rispetto ad
altri Paesi ex-comunisti, come Polonia ed Ungheria.
Le maggiori difficoltà che l’Ucraina si trova a fronteggiare restano legate
al completamento del processo di privatizzazione e ristrutturazione del
settore industriale, alle dimensioni del deficit pubblico e alla dipendenza
del paese dalle fonti energetiche esterne.
L’Ucraina è divisa in due parti: quella di lingua russa ed industrializzata
(regioni meridionali ed orientali) e quella di lingua ucraina e rurale
(regioni centrali ed occidentali). Tra le regioni più avvantaggiate
economicamente ci sono quelle di Dnepropetrovsk e Zaporizhzhya ad
est, dove le industrie di acciaio e prodotti chimici dell’era sovietica hanno
trovato subito mercati di esportazione.
Kiev ha anche beneficiato dell’attività finanziaria occidentale e
dell’attività del governo, concentrata soprattutto nella capitale.
Lo stipendio medio a Kiev negli ultimi cinque anni ha superato la media
nazionale di quasi due terzi.
Le regioni produttrici di carbone nel Donbass (regioni di Donetsk e
Luhansk) sono state le più colpite dal collasso economico del paese,
poiché le miniere sono state costrette a chiudere in seguito al taglio dei
sussidi ed al minore costo delle importazioni. Tuttavia, la forte base
industriale della regione è stata ben sfruttata dall’inizio dell’indipendenza
ed ha compensato la crisi dell’industria del carbone. Il livello degli
stipendi nella regione di Donetsk, per esempio, è secondo solo a quello
di Kiev. La repubblica autonoma meridionale di Crimea è ricca di risorse
ricreative ed ha registrato un certo revival economico, grazie al flusso
crescente di turisti (specie russi) negli ultimi anni.
Interscambio
L’Italia nel 2007 si annovera al terzo posto come cliente dell’Ucraina
(materie prime e semilavorati, prodotti agricoli, conserve e carne), dopo
la Russia e la Turchia, ed al sesto come fornitore (abbigliamento,
calzature, accessori, oreficeria, tessuti, mobili ed elettrodomestici), dopo
Russia, Germania, Turkmenistan, Cina e Polonia.
Le relazioni economico- commerciali tra Italia ed Ucraina si sono
intensificate soprattutto negli ultimi anni. Nel periodo 2001-2007
l’interscambio tra i due Paesi è cresciuto ad un tasso medio annuo del
26%, attestandosi nel 2007 sui 4,4 miliardi di euro (+12,5% rispetto
all’anno precedente). In particolare nel 2007 le esportazioni si sono
attestate a 1.281.355.919 €, rispetto a 1.665.331.899 € del 2006,
invece le importazioni sono state pari a 1.874.072.323 €, rispetto a
2.163.478.249 € del 2006.
In Ucraina sono attive inoltre circa 380 aziende italiane, di cui circa 100
con una presenza consolidata. Secondo i dati parziali dei primi quattro
mesi del 2006, il saldo commerciale continua ad essere negativo per
l'Italia, rispetto allo stesso periodo del 2005; infatti nonostante una lieve
variazione delle importazioni (5,16%), le esportazioni continuano ad
essere consistenti e superare le importazioni, registrando una variazione
del 32,91%. C'è da notare che si tratta di un trend che ha caratterizzato
gli ultimi quattro anni, a partire dal 2002.
Nel 2007 la principale voce merceologica dell’import italiano risultava
essere “Prodotti della siderurgia”, seguita da “Carburanti per motori,
combustibili minerali e gassosi (escluso gas naturale)” e “Cuoi e pelli,
scamosciati; cuoi e pelli, verniciati o laccati; cuoi e pelli artificiali o
ricostruiti”. In diminuzione rispetto all’anno precedente la quarta voce
“Argilla e caolino”, mentre in costante calo nel triennio di riferimento
sono stati “Petrolio greggio e gas naturale”, “Carbon fossile” e “Carne,
non di volatili e prodotti della macellazione”. Diversamente una crescita
esponenziale rispetto all’anno precedente si è registrata nella voce
“Alluminio e semilavorati”.
Le principali voci dell’export italiano risultano essere gli elettrodomestici,
“Accessori per l'abbigliamento” e “Altri mobili in legno per arredo
domestico”. Tutte le categorie merceologiche sono state interessate da
un costante aumento, ad eccezione di “Macchine per la lavorazione dei
prodotti alimentari, delle bevande e del tabacco (compresi parti e
accessori)” e “Attrezzature industriali per la refrigerazione e la
ventilazione (per uso non domestico)” in calo rispetto al 2005.
Interscambio commerciale
Interscambio Italia - Ucraina
2006
Trend 2006-2007-2008
valore in €
Esportazioni
1.665.331.899
Importazioni
2.163.478.249
Saldo
-498.146.350
Fonte dati Istat Gen-Dic 2008 (agg. giugno 2008)
2007
valore in €
1.965.804.566
2.386.625.477
-420.820.911
Principali trattati
Convenzione per evitare la
doppia imposizione fiscale
Convenzione firmata il 26 febbraio
1997 ed entrata in vigore il 25
febbraio 2003 (in GU n. 70 del 25
marzo 2003)
Accordo tra il Governo italiano
Accordo stipulato a Roma il 2 maggio
ed il Governo dell’Ucraina sulla
1995 (in GUCE n. 100 del 2 maggio
promozione e protezione degli
1997)
investimenti
Informazioni di viaggio
Prefissi internazionali
00 380 prefisso per il Paese;
44 Kiev;
322 Lvov;
482 Odessa.
Fuso orario
2 ore avanti rispetto al Meridiano di Greenwich; 1 avanti rispetto all’Italia
(stesso orario con l’ora legale)
Documenti e visti
Passaporto con validità residua di almeno tre mesi al momento della
partenza.
Il Ministero degli Affari Esteri ucraino ha reso noto che tutti i cittadini dei
2008
valore in €
2.359.887.445
2.489.170.123
-129.282.678
Paesi dell'Unione Europea sono esentati dall'obbligo di visto in entrata
per soggiorni brevi e in ogni caso non superiori a 90 giorni.
Settimana lavorativa
UFFICI E BANCHE: dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8.00/9.00 alle ore
17.00/18.00 con intervallo dalle ore 13.00 alle ore 14.00
NEGOZI: alimentari dalle ore 8.00 alle ore 19.00 con intervallo dalle ore
13.00 alle ore 14.00; Negozi di beni di consumo e altri prodotti non
commestibili dalle ore 10.00 alle ore 19.00 con intervallo dalle ore 14.00
alle ore 15.00
Principali festività:
1° gennaio (Capodanno);
7 gennaio (Natale ortodosso);
8 marzo (Festa della donna);
8-9 aprile (Domenica - Lunedì di Pasqua);
1-2 maggio (Festa del Lavoro);
9 maggio (Anniversario della vittoria nella guerra contro la Germania
nazista);
7 giungo Santissima Trinità;
28 giugno (giorno della Costituzione)
24 agosto (Indipendenza).
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