FarmaDay - n.175 - Ordine dei Farmacisti di Napoli

Anno II – Numero 175
Lunedì 12 Maggio 2013, S.S. Emma, Roberto
CURIOSITA’
Notizie in Rilievo
Prevenzione e
Salute
1. Gli esami del sangue:
esami del fegato:
Transaminasi.
2. Il plasma arricchito con
piastrine contrasta
l’alopecia.
Alimenti e Salute
3. La cellulite arriva dagli
alimenti.
Scienza e Salute
4. Psicologia: libri con
troppe immagini
ostacolano
apprendimento
5. Ecco i vestiti che
proteggono dalle onde
elettromagnetiche
Donne e Salute
6. La dispareunia.
Domande e
Risposte
7. Perché si dice “salvare
capra e cavoli?”
PERCHÉ SI DICE "SALVARE CAPRA E
CAVOLI"?
Significa salvaguardare due obiettivi
(bisogni,
interessi,
tornaconti)
apparentemente inconciliabili.
Il modo di dire nasce da un famoso gioco di logica: un
contadino deve trasportare sull’altra riva di un fiume
una capra, un lupo e un cesto di cavoli. Ha a
disposizione una barchetta che può contenere, oltre
a lui, solo una di queste cose per volta. Può fare
quanti viaggi desidera, ma deve risolvere un ulteriore
problema: non può lasciare soli sulla riva la capra e i cavoli, e neppure il
lupo e la capra, perché la capra mangerebbe i cavoli, e il lupo la capra.
Ecco la soluzione: Traghettare per prima la capra; tornare indietro e
traghettare i cavoli; riportare indietro la capra (per non lasciarla con i
cavoli); traghettare il lupo (che ora starà coi cavoli); tornare indietro a
prendere la capra. Il gioco è stato inventato da Alcuino di York, teologo e
pedagogo inglese, che nel 782 fu chiamato da Carlo Magno a dirigere la
Schola Palatina di Acuisgrana (Germania), una delle prime scuole pubbliche
al mondo, destinata ai giovani aristocratici. (Focus)
Assemblea Ordinaria 2013 e Giuramento
dei Giovani Farmacisti nel nome di
GALENO
Lunedì 20 Maggio p.v. presso la sede
dell’Ordine si terrà il giuramento di Galeno
per i nuovi iscritti nel 2013 e subito dopo
l’assemblea Ordinaria.
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
iBook Farmaday
E-MAIL:
[email protected];
[email protected]
SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli
PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 175
GLI ESAMI DEL SANGUE
Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto
Esami per il RENE
EMOCROMO
ESAMI PER IL FEGATO
Esami per CUORE e
METABOLISMO
Esami per il FERRO
Esami MalattieInfettive
Azotemia, Creatininemia
MCHC, MCV, RDW, EMOGLOBINA, GLOBULI ROSSI,
EMATOCRITO, GLOBULI BIANCHI, ELETTROFORESI DI PROTEINE
PLASMATICHE
BILIRUBINA, GAMMA GT, FOSFATASI ALCALINA, TRANSAMINASI
Colesterolo, Trigliceridi, Glicemia, Troponina, D-Dimero, NT-proBNP, Proteina C-reattiva, Calcemia, Paratormone, Vitamina D,
Calcitonina
Sideremia, Transferrina serica, Ferritina
Test per l’HIV
GLI ESAMI PER IL FEGATO
Sono diversi i test ematici che possono dare indicazioni sullo stato di salute del
fegato. È importante valutarli nel loro insieme
Uomini
10-40 U/L*
TRANSAMINASI
Donne
5-35 U/L*
Le transaminasi sono enzimi, cioè sostanze proteiche, che si trovano soprattutto nelle cellule del
fegato. I loro livelli nel sangue sono utili per valutare il corretto funzionamento del fegato, ma possono
anche riflettere lo stato di salute del cuore e dell’apparato scheletrico. Negli esami di routine si
misurano: la transaminasi ALT (o GPT), che riguarda soprattutto il fegato, e la transaminasi AST (o
GOT), che riguarda invece il cuore e lo scheletro.
ALT (o GPT)
Che cosa si misura: L’esame misura la concentrazione di ALT (alanino amino transferasi) nel sangue.
L’ALT può essere anche indicata con la sigla GPT (glutammato piruvato transaminasi). ALT è una
transaminasi, cioè un tipo di enzima che si trova in diversi organi e tessuti: è presente soprattutto nel
fegato, ma si trova anche nel cuore, nei muscoli e nei reni. In condizioni normali i suoi livelli nel sangue
sono bassi, ma in presenza di una malattia del fegato, l’enzima viene liberato in circolo e i suoi livelli
aumentano anche prima del manifestarsi di sintomi più ovvi di alterazione epatica.
Quando e perché il test è indicato: Insieme a bilirubina, AST e AlPh, l’ALT fa parte degli esami che
vengono prescritti di routine per valutare la funzionalità epatica e per determinare la presenza di una
malattia del fegato. Viene infatti prescritto a quei pazienti che presentano segni o sintomi di
un’alterazione della funzionalità epatica, come ittero, urine scure, nausea e vomito, dolore e gonfiore
addominali. Il test dell’ALT può essere prescritto anche agli alcolisti, alle persone con una storia
familiare di epatite, in caso di sospetta esposizione a virus dell’epatite o di assunzione di farmaci che
hanno una comprovata tossicità per il fegato. L’ALT può essere anche misurata per valutare l’efficacia
di una terapia in persone affette da una malattia epatica.
Come si fa il test: È sufficiente il prelievo di un campione di sangue dalla vena di un braccio.
Come interpretare i risultati dell’esame: Valori superiori a quelli normali possono essere
determinati da disturbi epatici come steatosi epatica (fegato «grasso»), epatiti, ittero ostruttivo e, nei
casi più gravi, condizioni come cirrosi o metastasi epatiche. In particolare, nell’epatite acuta i livelli
possono aumentare anche di 10 volte rispetto ai valori massimi normali, rimangono elevati per almeno
due mesi e impiegano 3-6 mesi prima di rientrare nella norma. Nelle epatiti croniche e in altre malattie
del fegato, le variazioni di ALT sono più lievi; per questo il medico deve spesso ripetere l’esame prima
di emettere una diagnosi. L’aumento di ALT può dipendere anche da malattie che colpiscono organi e
tessuti diversi dal fegato: per esempio, distrofie muscolari, scompenso circolatorio, traumi, obesità,
pancreatite, distruzione dei globuli rossi (emolisi) e mononucleosi (la cosiddetta malattia del bacio).
Informazioni aggiuntive: I livelli di ALT possono aumentare in seguito a iniezioni intramuscolari di
farmaci o dopo un esercizio muscolare sostenuto.
AST (o GOT)
Che cosa si misura: L’esame misura la concentrazione di AST (aspartato amino transferasi) nel
sangue. L’AST può essere anche indicata con la sigla GOT (glutammico ossalacetico transaminasi).
L’AST è un enzima localizzato per lo più nel cuore e nel fegato; anche se in concentrazioni inferiori,
esso si trova anche nei muscoli, nei reni, nel cervello e nel pancreas. In condizioni normali AST è
presente nel sangue a bassi livelli, ma quando il fegato o il cuore subiscono un danno, esso viene
liberato in circolo e i suoi livelli nel sangue aumentano.
Quando e perché il test è indicato: Insieme a bilirubina, ALT e AlPh, l’AST fa parte degli esami che
vengono prescritti di routine per valutare la funzionalità epatica e per determinare la presenza di una
malattia del fegato. Viene infatti prescritto a quei pazienti che presentano segni o sintomi di
un’alterazione della funzionalità epatica, come ittero, urine scure, nausea e vomito, dolore e gonfiore
addominali. Può essere richiesto anche per alcolisti, persone con una storia familiare di epatite, in caso
di sospetta esposizione a virus dell’epatite o assunzione di farmaci che hanno una comprovata tossicità
per il fegato. Nonostante l’AST sia presente nel cuore e nei muscoli, esso non è di norma utilizzato per
valutare eventuali lesioni del muscolo cardiaco o degli altri muscoli; in questi casi si preferisce infatti
utilizzare un altro enzima, la creatin fosfochinasi (CPK), che è presente a livello muscolare in
concentrazioni più elevate.
Come si fa il test: È sufficiente il prelievo di un campione di sangue dalla vena di un braccio.
Come interpretare i risultati dell’esame: Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere
determinati da malattie del fegato. In particolare nell’epatite acuta i livelli possono aumentare anche
di 10 volte rispetto ai valori massimi normali, rimangono elevati per almeno due mesi e impiegano 3-6
mesi prima di rientrare nella norma. Nelle epatiti croniche e in altre malattie del fegato, le variazioni di
AST sono più lievi; per questo il medico deve spesso ripetere l’esame prima di emettere una diagnosi.
Un aumento di AST si osserva anche in seguito a un infarto cardiaco o a una lesione muscolare. Valori
inferiori rispetto a quelli normali possono essere determinati da: dialisi, diabete, gravidanza. (Corriere)
Il Plasma Arricchito con PIASTRINE Contrasta L’Alopecia
Uno studio condotto da ricercatori israeliani ed italiani, pubblicato sulla rivista di
settore British Journal of Dermatology, ha dimostrato che la somministrazione di
plasma arricchito di piastrine e derivato dal sangue prelevato agli stessi pazienti è
efficace contro l’alopecia.
Gli studiosi hanno prelevato il sangue del paziente e lo hanno trattato in laboratorio per ottenere
plasma arricchito di piastrine per poi reiniettarlo allo stesso direttamente sul cuoio capelluto.
Secondo i ricercatori tutto ciò stimolerebbe il lavoro delle nuove cellule staminali sotto la cute
facilitando in questo modo una ricrescita dei capelli. Per confermare le loro tesi, la squadra di scienziati
ha preso in considerazione 45 persone affette da alopecia areata, patologia per la quale non sono
disponibili trattamenti sia di prevenzione che di cura e che colpisce indistintamente uomini, donne e
bambini. I volontari sono stati divisi in 3 gruppi ai quali sono stati iniettati su metà del proprio cuoio
capelluto o il plasma arricchito, o un altro trattamento o un placebo.
Risultati: Dopo tre trattamenti distribuiti nell’arco di un anno, i pazienti che avevano ricevuto il
prodotto ematico mostravano una ricrescita dei capelli significativa. Gli esperti hanno spiegato che i
risultati positivi registrati dipendono dai fattori di crescita presenti nelle piastrine che vanno a
stimolare le cellule staminali dei bulbi piliferi. La crescita di capelli inizia dopo 1-2 mesi dall’inizio della
terapia e raggiunge il suo picco dopo 6 mesi. (Sn)
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 175
ALIMENTI E SALUTE
LA CELLULITE ARRIVA DAGLI ALIMENTI
Sarebbero delle sostanze contenute negli alimenti, dette Ages, ad avere un ruolo
nella formazione della cellulite. E la quantità presente nei cibi di queste sostanze
dipende dal tempo di cottura, la temperatura e il vapore. Ne parlano gli esperti
Gli specialisti in medicina estetica riuniti a Roma per il XXXIV Congresso
nazionale della Società italiana di medicina estetica, discutono del ruolo degli
Ages (Advanced Glycation End-products) nella formazione del fastidioso
inestetismo estetico conosciuto con il nome di cellulite – una condizione che
affligge la maggioranza delle donne. Questa sorta di inquinamento degli
alimenti cotti è «del tutto sottovalutato», commenta all’ADN Kronos il dottor L.
Rossi, medico specialista in Scienza dell’alimentazione e medicina preventiva e
prof. dell’Univ. di Bologna.
Questo più o meno alto inquinamento da Ages degli alimenti, secondo gli
esperti dipende soprattutto dalla temperatura, tempo di cottura e presenza di vapore. «Alimenti
cotti ad alte temperature, bevande e cibi ricchi di zuccheri raffinati – spiega il dottor Rosssi – sono una
grossa fonte di Ages, complessi molecolari composti dall’unione tra il glucosio e le proteine, in
particolare il collagene, che rendono i tessuti cutanei rigidi e fragili, provocando la comparsa delle
rughe», e della cellulite.
«Il rischio – prosegue Rossi – aumenta del 13% introducendo un milione di unità Age al giorno, in
pratica l’equivalente di una fetta di torta o a 150 g di frittura o a 200 g di carne alla brace.
Le conseguenze dell’accumulo di Ages nell’organismo non si vedono da giovani, ma cominciano a farsi
sentire dopo i 35 anni. Non è possibile azzerare l’introito di Ages, ma è possibile ridurlo seguendo una
dieta a basso contenuto di zuccheri, privilegiando cibi crudi o cotti al vapore, riducendo il consumo di
bevande zuccherate e cibi industriali». Occhio dunque agli Ages, se non vogliamo ritrovarci con una
pelle troppo in là con gli “ages”. (Salute, Stampa)
PSICOLOGIA: LIBRI CON TROPPE IMMAGINI
OSTACOLANO APPRENDIMENTO
Un libro di testo che usa troppe immagini, realizzato per attirare l'attenzione dei
bambini, potrebbe rendere più difficoltoso l'apprendimento.
La ricerca della Ohio State University e' stata pubblicata sul
'Journal of Educational Psychology'. Gli scienziati hanno scoperto
che per i bambini dai 6 agli 8 anni era piu' facile capire un grafico
a barre semplice e che usava un unico colore piuttosto che uno
che usava immagini, come scarpe o fiori.
"I diagrammi con immagini potrebbero essere piu' attraenti
visivamente rispetto a quelli senza figure, tuttavia non garantiscono che l'attenzione dei bambini si
focalizzi sulle informazioni che hanno bisogno di imparare. Al contrario, li fanno concentrare su
elementi superficiali", ha spiegato Jennifer Kaminski, che ha condotto lo studio. Secondo i
ricercatori, queste conclusioni possono applicarsi che ad altri campi oltre i grafici e la matematica.
PAGINA 4
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 175
SCIENZA E SALUTE
ECCO I VESTITI CHE PROTEGGONO
DALLE ONDE ELETTROMAGNETICHE
Casa di moda parigina lancia una linea di abiti maschili con nickel, acciaio,
alluminio e pirite contro le radiazioni
Per combattere le onde elettromagnetiche causate da
collegamenti Wi-Fi, cellulari, apparecchiature elettroniche di
ultima generazione, e proteggersi dai potenziali rischi che da essi
derivano, una casa di moda francese ha studiato, in collaborazione
con alcuni istituti universitari e il Centro nazionale di ricerche
d’Oltralpe, un «tessuto scudo» rubato agli abiti da lavoro di chi
ogni giorno vive in situazione di pericolo esposto a radiazioni. Con
questo, ha confezionato abiti sartoriali in grado di proteggere chi li indossa schermando fino al
90% delle onde causate da oggetti esterni, lanciando una nuova moda e rispondendo a un bisogno
preciso: quello di ripararsi dal bombardamento di radiazioni i cui rischi ancora, dopo molti anni,
non hanno prove certe rispetto alle conseguenze sulla salute umana.
L’ABITO –
I primi modelli di taglio maschile sono stati presentati alle ultime sfilate e fanno già parte della
collezione primavera-estate 2013 della casa di moda parigina Smuggler.
Si tratta di abiti maschili sartoriali, classici ed eleganti, che nascondono però una manifattura
molto diversa dagli altri: i tessuti di cui sono composti infatti sono stati arricchiti da elementi in
nickel non allergico, acciaio inossidabile, alluminio, pirite, tutti elementi in grado di schermare,
opportunamente mixati, dalle onde radio nocive.
I RICERCATORI –
Vi hanno lavorato per oltre tre anni i ricercatori francesi dell’istituto Xilm.
Il loro risultato è stato testato con tutti i dispositivi comunemente usati per lavoro o svago nella
vita quotidiana: i tablet, gli smartphone, i cellulari di vecchia e nuova generazione, i Pc portatili
collegati via Wi-Fi e così via. I loro risultati hanno dimostrato che, arricchendo gli abiti di quei
materiali respingenti a far da scudo, si riesce a riparare gli organi vitali dal 90% delle radiazioni.
ONDE ELETTROMAGNETICHE –
Dopo anni di ricerche, non esistono prove certe dei rischi che l’esposizione più o meno prolungata
alle onde elettromagnetiche causi sull’uomo. Per lo Iarc, International Agency for Research on
Cancer, l’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Lione che classifica il rischio relativo ai tumori di
agenti fisici e chimici, i campi elettromagnetici sono «potenzialmente cancerogeni per l’uomo».
L’ente ha infatti rilevato già nel 2011 come l’esposizione a tali onde grazie all'uso dei telefonini
abbia fatto aumentare il rischio di glioma, cancro maligno del cervello. (Salute, Corriere)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 175
DONNA E SALUTE
LA DISPAREUNIA
Parliamo della DISPAREUNIA, del dolore che
alcune donne avvertono in occasione dei
rapporti sessuali.
Amare, fare l'amore, avere rapporti sessuali fa bene.
Sembra inoltre che gli effetti benefici di una buona
attività sessuale non siano soltanto psicologici ma anche
fisici; alcuni studi hanno dimostrato infatti che addirittura può allungare la vita e qualcuno si è
sforzato di quantizzare questa "life extension" sulla base del numero di rapporti settimanali;
l'effetto benefico si manifesterebbe a qualsiasi età.
Purtroppo non sempre questa funzione fisiologica è così piacevole e stimolante per l'organismo.
Talvolta infatti i rapporti sessuali posso essere dolorosi (DISPAREUNIA) creando di conseguenza
riduzione della frequenza, ansia, depressione, anorgasmia, sterilità, crisi della coppia.
Questo dolore avvertito durante una normale attività sessuale a livello dell'introito vaginale, della
vagina o a livello pelvico (la parte bassa dell'addome) viene chiamato in termine medico
dispareunia. E' un problema che spesso si presenta in forma episodica e di lieve entità (gran parte
delle donne hanno avuto almeno un episodio di questo tipo); talvolta invece è cronico e può
essere talmente intenso da richiedere una immediata consultazione medica. Tra questi due
estremi si colloca una grande varietà di situazioni intermedie che affliggono dal 4 al 40 % delle
donne, secondo stime differenti che variano in funzione dell'età, delle condizioni sociali e del
livello culturale. Cause di dispareunia
cicatrici conseguenti a traumi, episiotomie o lacerazioni da parto, interventi chirurgici vaginali
diminuita elasticità delle pareti vaginali e distrofia, alterazione dei tessuti legate all'età
infiammazioni delle ghiandole del Bartolino
vaginiti e vulviti
ridotta lubrificazione vaginale
endometriosi
flogosi pelviche, aderenze
gravidanze extrauterine
infezioni urinarie e malattie croniche intestinali
malattie dell'utero e delle ovaie
alterazioni psicologiche
vaginismo
Sulla base della localizzazione del dolore comunemente si parla di dispareunia superficiale
quando i disturbi sono localizzati all'introito vaginale e/o alla vagina e di dispareunia profonda
quando il dolore è localizzato internamente, a livello pelvico. Le cause vengono generalmente
distinte in psicogene e fisiche (legate ad una malattia organica) anche se un esatto confine tra
questi due gruppi non è sempre demarcabile.
Nella dispareunia superficiale è frequente il riscontro di infezioni flogistiche della vulva della
vagina o delle vie urinarie, anomalie anatomiche dell'imene, esiti cicatriziali di interventi,
lacerazioni da parto od episiotomie, vaginismo, alterazioni distrofiche dei tessuti vulvo-vaginali; in
quella profonda è più facile riscontrare malattie dell'utero (fibromatosi, adenomiosi) o delle ovaie
(cisti),flogosi pelviche, endometriosi, aderenze pelviche post-operatorie.
PAGINA 6
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 175
Nelle età giovanili prevalgono le anomalie anatomiche dell'imene e della vagina, le cause
flogistiche e quelle psicogene mentre con il passare degli anni prevalgono le patologie pelviche,
quelle uterine ed ovariche, la distrofia delle mucose vulvo-vaginali, il deficit di lubrificazione, gli
esiti cicatriziali dei parti o di precedenti interventi chirurgici.
Se il dolore è evocato da particolari posizioni sessuali è difficile che si tratti di una causa infettiva
vaginale o dell'introito mentre è più probabile una patologia degli organi pelvici.
Tra le cause psicogene rientra il vaginismo, una condizione certamente non rara e più tipica come
già accennato delle giovani donne.
E' caratterizzato da spasmo dei muscoli peri-vaginali, perineali, su base ansiosa; questo spasmo
anticipa la penetrazione e può renderla anche impossibile; spesso si accompagna anche ad una
scarsa o nulla lubrificazione.
Talvolta questo disturbo può essere scatenato da una forma infiammatoria e quindi assume
carattere secondario.
Vorrei comunque soffermarmi su alcune forme molto diffuse di dispareunia: quella legata a
distrofia delle mucose vulvo-vaginali e quella dipendente da deficit di lubrificazione.
La distrofia è tipica della menopausa e dell'età post-menopausale è legata al deficit degli estrogeni
ma non solo; probabilmente anche l'età, fattori costituzionali ed immunologici hanno una grande
importanza: le mucose diventano rigide, sottili, anelastiche, scarsamente resistenti ai traumi,
biancastre.
Nelle distrofie vaginali l'uso di estrogeni locali, fitoestrogeni, prodotti idratanti, lubrificanti e
lenitivi, vitamina E hanno dimostrato una buona efficacia. Nelle distrofie vulvari viceversa hanno
trovato maggior impiego prodotti a base di androgeni e cortisone; anche in quest'ultime forme
comunque prodotti idratanti e lubrificanti facilitano il rapporto.
Tenete presente che a parte i prodotti di pronto impiego (da banco), come i gel lubrificanti che di
solito non hanno nessuna controindicazione e posso essere utilizzati per tutto il tempo che volete,
le altre terapie necessitano di alcuni mesi di applicazione, si utilizzano sempre su prescrizione
medica e possono avere controindicazioni ed effetti collaterali
La lubrificazione vaginale è molto importante per rendere un rapporto sessuale piacevole. La
sensazione di bagnato che avvertite poco prima e durante il rapporto dipende dalle secrezioni di
due piccole ghiandole poste in prossimità dell'introito vaginale, le Ghiandole del Bartolino.
Malattie infiammatorie, deficit degli estrogeni , la loro asportazione parziale possono determinare
un'ipofunzione.
Ma la causa più frequente è una scarsa stimolazione nervosa: infatti queste ghiandole secernono
sotto stimoli nervosi conseguenti all'eccitazione, al desiderio sessuale; in mancanza di questa
importantissima componente la loro secrezione sarà scarsa o assente.
Rapporti non desiderati, con scarso coinvolgimento emotivo, rapporti che avvengono senza un
sufficiente tempo di preparazione (preamboli amorosi) si dimostrano infatti più frequentemente
dolorosi.
I preamboli amorosi diventano particolarmente importanti dopo i 50 anni quanto il tempo di
latenza tra eccitazione e picco massimo delle secrezioni vaginali è progressivamente allungato.
La stretta relazione tra queste secrezioni e l'innervazione nervosa spiega anche la scarsa
lubrificazione si intersechi spesso con problemi psicologici e sessuologici più complessi.
(Donna, Salute)