INTroDUzIoNE
La figura del politico e quella dell’elettore sono alla base del concetto di
democrazia rappresentativa. Ma chi è il politico? Ed è giusto considerare
quella del politico una professione come tutte le altre? Gli elettori, i
partiti e i politici rappresentano nel settore politico quello che i consumatori, le imprese e i manager rappresentano nel settore economico.
Di fatto, l’analogia è più profonda di quanto non possa sembrare a un
primo sguardo. Nel mercato, i consumatori determinano in gran parte il
successo di un’impresa e, di conseguenza, la sorte di un manager. Tuttavia, i manager sono scelti dalle imprese che generalmente hanno obiettivi diversi rispetto a quelli dei consumatori e a quelli dei manager. Allo
stesso modo, anche se in tutte le democrazie sono gli elettori a decidere
chi viene eletto, generalmente accade che siano i partiti a selezionare i
candidati per una carica pubblica. Inoltre, gli obiettivi degli elettori e
dei partiti nella selezione dei candidati possono essere diversi e sono
influenzati a loro volta dalle ambizioni di chi vuole intraprendere una
carriera politica. Ma allora, che cosa realmente differenzia una carriera
in ambito politico da una carriera in un qualunque ambito economico?
Ci sono almeno tre elementi che caratterizzano il mercato del lavoro
nel settore politico. Primo: i politici sono normalmente «sotto i riflettori»
e attirano l’attenzione dei media e di varie organizzazioni sociali. Ciò fa
della politica una «vetrina», in cui gli eletti possono mettere in mostra la
propria abilità politica; al contrario, per qualsiasi individuo che operi nel
mercato è generalmente più difficile rivelare le proprie abilità. Secondo:
12
Il mercato del lavoro dei politici
la concorrenza fra i partiti per le candidature ha un ruolo secondario
poiché verosimilmente sono le inclinazioni ideologiche ad attrarre i potenziali politici verso un particolare partito quando sono all’inizio della
loro carriera politica. Terzo: accade spesso che i partiti offrano un paracadute ai propri candidati non rieletti, sotto forma di incarichi di partito.
Il risultato è che, nonostante le carriere politiche individuali siano inevitabilmente legate alle opportunità offerte dai partiti, l’entità della correlazione tra l’abilità «politica» ed «economica» individuale, cioè la misura
in cui l’esperienza maturata nel settore politico (o nel mercato) ha anche
valore nel settore economico (o nella politica), crea un nesso tra i rispettivi mercati del lavoro. Questo nesso influisce sulla selezione dei politici,
sulla loro carriera e sulla relazione tra partiti ed elettori. Nella sua famosa
lezione La politica come professione, del 1919, Max Weber scrive:
Vi sono due modi di rendere la politica la propria professione. O si vive
«per» la politica, o si vive «della» politica. […] Chi vive «per» la politica,
ne fa in un senso intimo la propria vita: o gode del nudo possesso del
potere che esercita, oppure alimenta il proprio equilibrio interiore e il
senso della propria dignità con la coscienza di dare un significato alla
propria vita servendo una «causa». [...] «Della» politica come professione
vive chi cerca di farne una fonte duratura di reddito; «per» la politica,
invece, vive colui per il quale ciò non accade.
Questa citazione mette in evidenza l’importanza di analizzare le motivazioni che determinano le carriere dei politici e ha costituito un punto di
partenza per un ampio filone di studi nel campo delle scienze sociali.
Questo libro prende in esame le carriere dei parlamentari italiani
nel secondo dopoguerra. Grazie a una banca dati unica, recentemente
costituita, che contiene informazioni dettagliate su tutti i parlamentari
eletti tra il 1948 e il 2008, sono state elaborate varie informazioni relative ai loro percorsi di carriera prima dell’elezione in Parlamento, alle loro
carriere parlamentari e alle loro attività professionali dopo il mandato
parlamentare. I dati abbracciano due regimi istituzionali: la Prima Re-
Introduzione
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pubblica (1948-1994) e la Seconda Repubblica (dal 1994 a oggi), caratterizzate da sistemi elettorali e strutture partitiche differenti.
Il primo capitolo descrive in sintesi il sistema politico italiano e mette
in evidenza il ruolo dei partiti nella selezione dei politici e il modo in
cui i cambiamenti della legge elettorale hanno influito sul processo di
selezione, sull’organizzazione interna dei partiti e sull’intera struttura
del sistema politico.
Il secondo capitolo offre una visione globale delle carriere dei parlamentari italiani negli anni che vanno dal 1948 al 2008. In particolare,
evidenzia come determinate caratteristiche (età, sesso, educazione, occupazione e retribuzione prima dell’ingresso in Parlamento) siano cambiate nel tempo e mette in luce le principali differenze tra la Prima e la
Seconda Repubblica. Per offrire un termine di paragone, le carriere dei
parlamentari italiani vengono confrontate con quelle dei membri del
Congresso americano nel secondo dopoguerra.
Nel terzo capitolo la banca dati viene utilizzata per analizzare i meccanismi di selezione dei politici italiani, il loro mercato del lavoro e la
loro «qualità» complessiva. Se gli attuali criteri siano efficaci o se, invece,
non sarebbero auspicabili criteri differenti per la selezione e la remunerazione dei parlamentari è il tema affrontato nelle conclusioni.
Prima di entrare nel vivo dell’analisi, è legittimo chiedersi quanto la
carriera dei politici italiani sia rappresentativa nel contesto europeo o,
in altre parole, quanto i legislatori italiani siano simili ai loro colleghi
europei. Per offrire uno sguardo di insieme, la Tabella 1 riporta l’età media, la percentuale di donne e la percentuale di laureati nelle legislature
più recenti di alcuni paesi europei; da essa si desume chiaramente che
nonostante vi siano importanti differenze fra i vari paesi, l’Italia non costituisce un’anomalia nel contesto europeo. Inoltre, per quanto riguarda
la dimensione temporale delle variabili in questione, le Figure 1, 2 e 3
raffigurano le serie storiche di Italia e Germania nelle ultime quindici
legislature ed evidenziano che l’età media e la componente femminile
non si differenziano molto, nei due paesi. Tuttavia, il numero dei parlamentari laureati è diminuito in Italia ed è aumentato in Germania.
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Il mercato del lavoro dei politici
tabella 1 Caratteristiche dei parlamentari in alcuni paesi europei
Paese
anno
età
media
Quota
donne
Quota
laureati
austria
Belgio
Danimarca
finlandia
francia
Germania
Islanda
Italia
paesi Bassi
Svezia
Svizzera
regno Unito
Media
2006
2007
2007
2007
2007
2005
2007
2007
2006
2006
2007
2005
49,1
44,0
45,3
46,2
56,4
49,3
49,7
52,0
42,2
49,0
51,0
48,2
48,5
31,1
37,9
37,7
42,0
18,3
32,5
31,7
16,3
36,6
47,3
28,5
19,8
31,6
36,6
79,3
67,4
66,5
n.d.
86,7
n.d.
68,5
60,0
66,7
n.d.
67,0
66,5
Figura 1 Età media dei parlamentari italiani
60
Italia
Germania
58
56
54
52
50
48
46
44
42
40
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
15
Introduzione
Figura 2 Quota di parlamentari donne per legislature
100
Italia
Germania
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
Figura 3 Quota di parlamentari laureati per legislature
100
90
80
70
60
50
Italia
Germania
40
30
20
10
0
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV