[email protected] - www.cadiai.it Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BO numero 30 dicembre 2010 Gerusalemme-Bologna Un gemellaggio fra servizi alla prima infanzia CADIAI acquista l’immobile della Casa-residenza “Sandro Pertini” di Altedo I 20 anni di gestione delle Case-Residenze di Baricella e Galliera Presentato il tredicesimo Quaderno CADIAI numero 30 dicembre 2010 sommario 1 2 Direttore Responsabile: Mattia Miani 5 Proprietario ed Editore: CADIAI Cooperativa Sociale via Boldrini 8 - 40121 Bologna Direzione e Redazione: via Boldrini 8 - 40121 Bologna Tel 051 74 19 001 Fax 051 74 57 288 Coordinatore di redazione: Roberto Malaguti Collaboratori: Cristina Anteghini,Vincenzo Baldari, Monica Bernabiti, Rosy Blanco, Silvia Bonazzi, Lucia Cardone, Enrico Cerrigone, Nicola Cucca, Giuseppe Dal Bosco, Francesca De Fazio, Anna Rita Di Giacomo, Anna Di Lucia, Sonia Liberata Fabiano, Paola Finelli, Fabio Liistro, Immacolata Massesio, Caterina Mastrosimone, Laura Piana, Maria Angela Piccinelli, Giuseppina Reto, Giada Roma, Raffaela Rossi, David Rossi, Rosaria Tessier, Donato Testoni. Progetto grafico Impaginazione: Service Group - Galleria dei Notai, 1 40124 Bologna Stampa: Casmatipolito via Provaglia 3/b, 3/c, 3/d 40138 Bologna 18 Servizi Note in merito alla realizzazione dei servizi per la prima infanzia da parte delle cooperative sociali Periodico trimestrale di CADIAI Registrazione Tribunale di Bologna: n. 7703 del 18/10/2006 Comitato di redazione: Ornella Montanari, Gloria Verricelli Editoriale In copertina Gerusalemme-Bologna 6 7 8 9 Attività sociale Ali della Colomba Premiati i bilanci Sociale e d’Esercizio 2009 di CADIAI La certificazione di genere Accogliere le delegazioni straniere Ricordando Simona Generazioni Inaugurato il nuovo Polo Scolastico a San Lazzaro Di Savena Inaugurata ad Ozzano la nuova palazzina degli uffici comunali La nuova stanza morbida di “SpazioAperto” 12 Monografia Nido d’Infanzia “Maria Trebbi” di San Lazzaro di Savena 14 Anniversario Le Case-residenze “Il Corniolo” di Baricella e “La Torre” di Galliera celebrano i primi vent’anni di gestione CADIAI Questa rivista è stata stampata su carta riciclata 100% ecologica che ha ottenuto il marchio Greenlabel dell’Unione Europea riservato ai prodotti a minor impatto ambientale. Gemellaggio Gerusalemme -Bologna 19 20 21 22 24 25 26 27 “Comunità, politiche sociali e servizi di cura: relazioni che crescono” CADIAI acquisisce la proprietà dell’immobile della casa protetta “Sandro Pertini” di Altedo Memoriale sul Natale Rom e sinti: stranieri per chi? RAC-contatto Assistere Ascoltando “Portami a ballare” Il laboratorio dell’ortogiardino al Nido “Gatto Talete” di Castel Maggiore Alimenti biologici Vento dal Bangladesh tra i rami dell’Albero Blu “La sindrome di Down alla corte di Mantova" 28 Liber Libero Né giusto né sbagliato Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte 29 I ritratti di Lele Paolina 30 Altre realtà Impronta Etica 31 Lettere 32 Rubriche Convenzioni e vantaggi per i Soci Nati in CADIAI Pillole Verdi Dono-Presto-Cerco La vignetta di Alex editoriale Note in merito alla realizzazione dei servizi per la prima infanzia da parte delle cooperative sociali Si è sviluppato di recente nella nostra città un acceso dibattito intorno al tema della cosiddetta“privatizzazione” dei servizi per la prima infanzia, con particolare riferimento al ruolo della cooperazione sociale. Credo sia giusto su questo tema esprimere la posizione di CADIAI dalle pagine del nostro giornale, a tutela della qualità dei servizi che noi eroghiamo e della professionalità dei soci e dipendenti che lavorano in questi servizi. Questo giornale raggiunge infatti, oltre ai nostri soci e dipendenti, i nostri più diretti interlocutori: utenti e loro famiglie, enti committenti, sindacati, associazioni. Le riflessioni qui proposte sono quindi rivolte a tutti e vogliono essere una esplicitazione pacata ma chiara della nostra posizione in questo dibattito. SUSSIDIARIETÀ • Sono più di 10 anni che nel comune di Bologna le cooperative sociali, ed in particolare CADIAI, concorrono alla integrazione della rete dei servizi comunali per la prima infanzia, esattamente dal 1997/98, primo anno scolastico di funzionamento di “Progetto 1/6”. • Da allora ad oggi i servizi di nido d’infanzia gestiti in modo globale da CADIAI a Bologna e provincia, sulla base di una concessione o di una convenzione comunale, sono diventati 14 e un altro è in via di realizzazione. La presa di posizione espressa recentemente da alcuni esponenti politici della nostra regione non fa quindi che portare alla luce una realtà nei fatti già esistente da tempo. • Ogni anno scolastico questi servizi gestiti in modo globale da CADIAI accolgono circa 780 bambini, che vi accedono tramite le graduatorie comunali; le loro famiglie pagano le stesse rette che pagherebbero se utilizzassero un nido comunale. Si tratta infatti di servizi che fanno parte integrante dell’offerta educativa del Comune di Bologna e degli altri comuni del territorio, ne applicano il regolamento di servizio, si relazionano costantemente con il coordinamento pedagogico del quartiere o comunale; le educatrici e il personale ausiliario dei servizi accedono alle stesse offerte formative cui partecipano le dipendenti comunali così come è possibile per le dipendenti comunali partecipare alle iniziative formative organizzate da CADIAI; i lavori di documentazione prodotti, se idonei, vengono collocati nella Rete Regionale dei Centri di Documentazione dei servizi per l’infanzia. • Se una delegazione straniera vuole visitare questi nidi (e accade spesso) dobbiamo informarne il Quartiere o l’Ufficio Scolastico del Comune; a questi uffici vengono inviate le programmazioni annuali e i report di servizio; siamo regolarmente sottoposti a verifica sul rispetto degli standard; si sviluppa una collaborazione fattiva che porta alla condivisione di iniziative importanti, come il progetto “Ali della Colomba” che da oltre due anni vede coinvolti CADIAI e Comune di Bologna, oltre ad ARCI e Regione Emilia-Romagna, in un confronto molto intenso con la realtà dei servizi per la prima infanzia in Palestina. QUALITÀ • Trattandosi in molti casi di nidi nuovi, costruiti di recente con le più innovative soluzioni architettoniche ed energetiche, questi servizi offrono ai bambini un ambiente particolarmente confortevole e ricco di stimoli. • Tutti i servizi hanno il sistema di gestione qualità certificato secondo la EDITORIALE numero 30 dicembre 2010 • • • • • norma ISO 9001/2008 e la normativa specifica di settore UNI 11034. Il personale educativo e ausiliario possiede le qualifiche di base previste dalla normativa regionale: in molti casi le educatrici possiedono la laurea triennale specifica; fanno annualmente una media di 35,28 ore di formazione continua; trattandosi inoltre di personale giovane, ha al proprio attivo una forte motivazione ed una grande energia. È costantemente attivo un coordinamento pedagogico interno, che si confronta con i coordinamenti pedagogici di quartiere e partecipa alle iniziative del coordinamento pedagogico provinciale. Annualmente viene sondato il gradimento delle famiglie ed i risultati attestano un grande apprezzamento del nostro lavoro. Lo scorso anno scolastico, in una scala di valutazione da 1 a 10, i nidi gestiti globalmente da CADIAI hanno riportato l’89% di voti tra 8 e 10. I famigliari apprezzano molto anche la flessibilità e le innovazioni organizzative proposte, come il nido d’inverno (apertura nei giorni feriali durante le festività natalizie – nido Abba a Bologna e Balenido a Casalecchio) e il nido d’agosto (apertura nel mese di agosto, con possibilità di frequenza settimanale al nido Pollicino). La cooperativa si adopera costantemente per valorizzare e socializzare il lavoro educativo che viene fatto in questi servizi, attraverso momenti pubblici (presentazione del quaderno “Fili di partecipazione” il 15 aprile 2010) e scambi internazionali (Inghilterra, Danimarca, Spagna, Bosnia, Gerusalemme). COSTI • Il costo del personale delle cooperative sociali è indubbiamente più basso, ma noi applichiamo integralmente il CCNL di settore più alcune condiziosegue a pagina 2... 1 numero 30 dicembre 2010 in copertina ... segue da pagina 1 • • • • ni migliorative che garantiscono al nostro personale il miglior trattamento possibile. Il lavoro è garantito, con contratti a tempo indeterminato: nei suddetti nidi a gestione complessiva, gli assunti a tempo indeterminato sono 217 a fronte di 22 assunti a tempo determinato. Il minor costo dei servizi gestiti dalle cooperative sociali (che si aggira mediamente intorno agli 11.500/12.500 euro annui a bambino contro i 14.500/15.000 di quelli comunali) è però dovuto anche ad una maggior efficienza organizzativa, derivata da un’organizzazione a“matrice”, che dà autonomia ai singoli servizi (che hanno un coordinamento amministrativo interno) supportandoli però con servizi centrali molto“vicini”e quindi capaci di dare risposte rapide. Non per questo però“facciamo miracoli”: è anzi necessario che ci venga pienamente riconosciuto il costo di realizzazione di questi servizi, cosa non sempre assicurata. Non siamo certo contrari ad un eventuale innalzamento del livello retributivo dei nostri soci/dipendenti, a patto però che ci sia pienamente riconosciuto degli enti committenti: attualmente lo stesso Comune di Bologna non ci ha riconosciuto l’aumentato costo del lavoro per il servizio di assistenza domiciliare agli anziani, dovuto dall’applicazione dell’ultimo rinnovo contrattuale, per altro già scaduto. Nei servizi nido, che funzionano a retta omnicomprensiva, riusciamo a ottenere margini risicati grazie ad una forte ottimizzazione delle gestioni sui servizi generali, che non ne compromette la qualità (anzi, da questo anno scolastico, grazie alla preziosa collaborazione di Camst, offriamo ai bambini un menù che possiede una percentuale di alimenti 2 biologici tra il 91% e il 98%, nettamente superiore a quella fornita di norma dalle mense dei servizi comunali) ma relativamente ai costi del personale gli adeguamenti tariffari sono stati del tutto insufficienti. Allora qual è il problema? A parer mio il problema principale è la scarsità delle risorse disponibili, che sta incrinando la tenuta del sistema di welfare complessivo e ci chiama ad un radicale cambiamento. In questo contesto il problema non è la cooperazione sociale, che coniugando efficienza a qualità, può contribuire a trovare una soluzione, ma sono le politiche di gestione delle risorse definite dal governo centrale e meccanicamente riportate nel contesto bolognese da un’amministrazione necessariamente priva di vision politica. Il problema è l’assenza di governo di questa città. In questo frangente le cooperative sociali hanno viceversa dimostrato un grande senso di responsabilità, perché se non fosse per il loro impegno molti dei servizi oggi ancora attivi avrebbero chiuso i battenti da un pezzo. Se non fosse stato per la loro capacità di progettare e fare investimenti, la rete dei servizi per la prima infanzia del comune di Bologna e di altri comuni della provincia non avrebbe mai raggiunto la capacità di risposta che ha ora. Franca Guglielmetti Presidente di CADIAI GerusalemmeBologna Un gemellaggio fra servizi alla prima infanzia Se le città potessero parlare chissà quali storie racconterebbe Gerusalemme… e la cosa più importante è che quelle storie non sono ancora finite. Andarci è stato per noi come entrare nelle pagine della sua storia , non come semplici turisti, ma come ospiti; tutto ciò ci ha dato la possibilità di ascoltare e parlare con le nostre colleghe che lavorano e vivono a Gerusalemme una realtà molto diversa dalla nostra, ma che condividono la nostra stessa passione per l’educazione dei bambini, questa è stata la parte migliore della nostra visita. Early Childhood Resource Center Siamo state accolte in modo molto caloroso dall’associazione ECRC, partner palestinese del progetto, che ha organizzato la nostra permanenza e la visita a quattro strutture che comprendono nidi, materne, scuole primarie e secondarie. La domenica mattina, prima giornata della nostra permanenza, è stato organizzato un workshop nella sede di ECRC; erano presenti Nabil Subladan, responsabile di ECRC, le educatrici delle scuole con le quali si intendeva dare avvio al gemellaggio, noi, Miriam Traversi, coordinatrice scientifica del progetto e le colleghe del Comune di Bologna. Questo è stato il momento di avvio del gemellaggio: dopo una breve restituzione del lavoro svolto fino a quel momento, ci siamo divise in due gruppi, dove le educatrici delle scuole materne e quelle dei nidi hanno lavorato con le colleghe palestinesi. Ciascun gruppo ha ideato le proposte per il futuro gemellaggio e le ha condivise poi in un incontro finale. La proverbiale EDITORIALE numero 30 dicembre 2010 ospitalità araba è stata in questa occasione assolutamente confermata ed ha aiutato ad instaurare un clima tra noi molto positivo. Istituto Rawdat El-Zuhur (gemellato con una scuola del Comune di Bologna) Il lunedì mattina abbiamo visitato la prima scuola, l’istituto Rawdat El-Zuhur, un comprensorio che accoglie una scuola materna e una scuola elementare. All’entrata siamo state subito accolte da questo albero dei valori etici a cui la Direttrice ha rivolto grande attenzione e a cui le educatrici dedicano molto tempo: fratellanza, pace, amicizia, generosità, perdono sono le linee guida della loro educazione. Ogni anno si aggiunge a questo albero una parola che accompagnerà la progettualità educativa dell’anno scolastico; quale debba essere la parola non lo decidono solo gli educatori: “L’anno scorso - racconta la direttrice - un bimbo ha trovato dei soldi che qualcuno aveva smarrito per terra, il bambino ha portato a me quei soldi che sono poi stati restituiti al legittimo proprietario...”; all’albero dei valori è stata così aggiunta la parola “onestà” e su questa si è lavorato. Con la Direttrice, abbiamo visitato le classi, la biblioteca, il teatro, la sala computer, abbiamo partecipato ad una lezione di ginnastica, ad una di francese e assistito ad un canto patriottico. Dar El Tifil Al Arabi Institut (gemellato con il nido “Pollicino”) Sempre nella giornata di lunedì, abbiamo visitato questo comprensorio che racchiude tutti i gradi della scuola, dal nido alla scuola superiore, ci sono infatti bambini dai 3 mesi ai 18 anni. Il nido, che ospita dai 20 ai 25 bambini, non esistendo una cultura e una pro- grammazione rivolta a questa fascia di età, viene semplicemente considerato come un luogo dove i bambini sono custoditi da due educatrici con il supporto di tre madri. Gli orari di apertura del nido sono dalle 7 di mattina alle 2 di pomeriggio. Per i bimbi che si fermano a pranzo, i pasti vengono portati da casa e riscaldati a scuola in una piccola cucina. Gli arredi della struttura e i materiali a disposizione dei bambini sono molto semplici e basilari. L’interesse della Direttrice rispetto al gemellaggio è proprio finalizzato a una diversa impostazione del nido dove, accanto al sostegno alla famiglia nell’accudimento del bambino, è presente una progettualità educativa. Princess Basma (gemellato con una scuola del Comune di Bologna) Il martedì mattina siamo state ospitate nell’istituto Princess Basma. Questa struttura è stata la pioniera nell’integrazione dei bambini disabili con programmi di educazione speciale e servizi di “training” rivolti sia ai bambini che alle madri per le quali è possibile seguire programmi personalizzati e rimanere in struttura con i loro figli. In questa grande struttura, oltre alle 3 numero 30 dicembre 2010 attività educative, ci sono delle officine che, con strumenti a basso impatto tecnologico, riescono a realizzare vere e proprie protesi. Poche classi più in là, abbiamo incontrato bambini che utilizzavano invece degli ausili cocleari (apparecchi acustici di ultima generazione). L’obiettivo dell’istituto è quello di inserire, al termine di un percorso personalizzato, i bambini disabili in classi di bambini normodotati e questo è quello che noi abbiamo constatato. Questo istituto è sorretto economicamente anche da sponsor internazionali ed è possibile, per chi lo desidera, trascorrere periodi medio lunghi nei quali fermarsi ad aiutare, in vario modo, a titolo volontario. Arab Women’s Union Charitable Societies/Jerusalem (Gemellato con il nido “Abba”) Il martedì pomeriggio siamo state all’Arab Women’s Union Charitable Societies/Jerusalem, un istituto che ospita sia un asilo nido che una scuola materna. La particolarità di questa struttura è quella di essere stata fondata da donne lavoratrici, e questo naturalmente ci ha fatto sentire molto vicine a loro; alcune mamme danno un loro contributo attraverso la vendita, all’interno della scuola, di vestitini di lana fatti a mano. L’unione delle donne arabe inoltre or4 in copertina ganizza corsi di formazione per insegnanti su una specifica progettualità che vede il bambino e la sua salute al centro dell’educazione. La nostra visita si è conclusa con un ottimo pasto (lo stesso dei bambini) e uno spettacolo danzante che ci ha direttamente coinvolte. Germana (nido “Abba”), Manuela & Annalisa (Artelier/Comune di Bologna) e Michela (nido “Pollicino”)… e una ben augurante colomba della pace, un murales di una scuola. Il progetto Ali della Colomba mira al rafforzamento delle capacità istituzionali dell’Amministrazione e delle organizzazioni della società civile palestinese, alla riduzione del tasso di disoccupazione locale, alla promozione di modelli di partnership tra autorità palestinesi ed italiani e al consolidamento di servizi locali di base nell’ambito della formazione rivolta alla prima infanzia. Si propone di favorire la partecipazione delle donne nei programmi di empowerment e raf- forzare i meccanismi di rappresentazione delle comunità. Cerimonia di chiusura del Progetto “Rafforzare le conoscenze e le capacità del settore della prima infanzia a Gerusalemme Est”. Martedì pomeriggio, con una piacevole cerimonia, si è concluso il progetto “Rafforzare le conoscenze e le capacità del settore della prima infanzia a Gerusalemme Est”. Alla cerimonia sono intervenuti tutti i partner, ECRC, ARCI, CADIAI, Comune di Bologna, il Console italiano ed una rappresentanza delle insegnanti beneficiarie del progetto. L’occasione è servita per consegnare alle educatrici palestinesi l’attestato di partecipazione alla formazione svoltasi in Italia lo scorso anno. Il clima, pur formale, era particolarmente gradevole, ospiti italiani e palestinesi, mescolati tra loro, stavano intorno a dei grandi tavoli rotondi imbanditi a festa per l’occasione. Al termine della cerimonia alcuni bam- numero 30 dicembre 2010 bini della scuola ci hanno allietati con una loro danza tipica. Betlemme Abbiamo concluso il nostro viaggio con una piacevole visita a Betlemme, ospiti di Jamila, una collega educatrice che ogni mattina per recarsi al lavoro affronta due ore di check-point per raggiungere la sua scuola a Gerusalemme Est. Noi, abbiamo impiegato 20 minuti per raggiungere casa sua, dove ci ha “Ali della Colomba” Un progetto concluso bene e nuove idee all’orizzonte Si è concluso lo scorso ottobre il progetto promosso dalla Regione EmiliaRomagna e coordinato da ARCI Bologna, “Rafforzare le conoscenze e le capacità del settore della prima infanzia a Gerusalemme Est” nell'ambito del Palestinian Municipalities Support Program (PMSP), a tutti noto come “Ali della Colomba”. CADIAI e Comune di Bologna, i due partner italiani, insieme a Early Childhood Resource Center (ECRC), il partner palestinese, hanno collaborato nella realizzazione di un percorso di formazione pensato per mettere a confronto due culture che hanno sensibilità e modalità di lavoro a volte molto diverse, ma dove è stato individuato anche un potenziale di arricchimento reciproco molto concreto. La missione a Gerusalemme ha visto questa volta come principali protagoniste le educatrici dei nidi CADIAI, Michela Corticelli e Germana Grandi, insieme a Annalisa Bonazzi e Manuela Caselli, colleghe del Comune di Bologna; dopo un incontro con le educatrici palestinesi, dove si sono condivisi finalità ed obiettivi, hanno avuto avvio i cinque gemellaggi tra nidi/scuole dell’infanzia di offerto tè alla menta raccolta direttamente dal suo bel giardino. Malgrado l’ora di chiusura, grazie a lei, siamo riusciti a visitare la Chiesa della Natività. Porteremo a casa il ricordo di un’ospitalità genuina, sincera a cui speriamo di poter presto ricambiare. Michela Corticelli Germana Grandi Gerusalemme e nidi/scuole dell’infanzia di Bologna. Un secondo gruppo, composto da Daria Balestrazzi del Comune di Bologna, Daria Quaglia e Lara Furieri di CADIAI, arrivato a Gerusalemme per il World Educational Forum, ha avuto modo di partecipare ai diversi eventi organizzati per l’occasione a Gerusalemme e nelle zone circostanti: Ramallah, Haifa e Gaza. Le attività del Word Educational Forum erano finalizzate ad individuare, attraverso un confronto multiculturale di diverse professionalità, le principali problematiche educative e a promuovere la riflessione sulle possibili modalità di intervento: educatori, insegnanti, docenti universitari ed altre persone coinvolte nel mondo educativo, si sono incontrate per scambiarsi pareri ed ideare strategie. Quello che noi abbiamo percepito è stato che parlare di educazione in una terra di popoli “in guerra” non è cosa facile, il diritto all’educazione spesso viene prevaricato dal diritto di potersi muovere liberamente in un territorio, piuttosto che di avere la serenità che nessuno decida di compiere gesti estremi pur di danneggiare l’altro e questo, nei diversi interventi, emergeva con chiarezza. Eppure, pur tra timore ed incertezza per un futuro che, per nessuno, sembra promettere buone nuove, nascono e crescono esperienze belle e ricche: scuole, istituti per l’integrazione dei bimbi disabili, programmi, progetti e, nel suo piccolo, anche la nostra presenza. Durante la permanenza è stato possibile incontrare il console italiano, il dottor La Rocca, e con lui condividere i risultati del progetto che sono sicuramente stati soddisfacenti: oltre al miglioramento delle condizioni strutturali di alcuni nidi, attraverso la fornitura di nuovo materiale, è stato fatto un prezioso lavoro di formazione con le educatrici di Gerusalemme attraverso workshop, lezioni frontali e stage nei nidi/scuole di Bologna. A giugno è stato fatto un seminario a Bologna “Infanzia, Educazione, Diritti in Emilia-Romagna e Palestina”, e si sono realizzate due visite di studio a Gerusalemme Est. Tra i risultati più concreti di questo progetto c’è stato l’instaurarsi di un rapporto di stima e fiducia tra le educatrici; mondi apparentemente così “lontani” sono riusciti a condividere esperienze, competenze e riflessioni sul tema dell’educazione. Ora, l’esperienza più attuale è quella del gemellaggio. Si sono già mossi i primi passi creando contatti con le educatrici del luogo, spedendo foto e presentando le scuole, ma molto rimane da fare, sia in termini di formazione che rispetto ad altre nuove idee… Lara Furieri 5 attività sociale numero 30 dicembre 2010 La certificazione di genere Premiati i bilanci Sociale e d’Esercizio 2009 di CADIAI Un impegno formale di CADIAI per le Pari Opportunità Si tratta del premio BEST nel concorso QUADROFEDELE 2010 indetto da AIRCES per premiare i migliori bilanci delle cooperative aderenti a Legacoop CADIAI ha ricevuto il premio BEST nell’ambito del concorso PREMIO QUADROFEDELE 2010, indetto da AIRCES (Associazione Italiana Revisori Contabili dell'Economia Sociale) in collaborazione con Coopfond. Il PREMIO QUADROFEDELE 2010, giunto alla dodicesima edizione, ha selezionato, fra le cooperative aderenti a Legacoop, il miglior Bilancio Sociale e il miglior Bilancio di Esercizio riferiti all’anno 2009. La categoria BEST premia la cooperativa con i migliori bilanci d’Esercizio e Sociale. CADIAI si era aggiudicata nel 2007 il primo premio per la categoria miglior Bilancio Sociale e in altre cinque edizioni aveva ricevuto la menzione speciale. I vincitori del PREMIO QUADROFEDELE 2010 per ogni categoria: Errata corrige: Nello scorso numero, in uno degli strilloni di copertina abbiamo erroneamente scritto: “accreditamento provvisorio” invece di: “accreditamento transitorio”. Ce ne scusiamo con i lettori. 6 BILANCIO D’ESERCIZIO (12ª edizione) Vincitore: CPL di Concordia sul Secchia (MO) Menzione speciale a: CESI di Imola, AUPREMA di Cinisello Balsamo (MI), 3 ELLE di Imola, Coop Edificatrice Ansaloni di Bologna, UNIPEG di Reggio Emilia. Premio Speciale “NEW ENTRY”: CONSORZIO CTM ALTROMERCATO di Bolzano e COOP PLACIDO RIZZOTTO LIBERA TERRA di San Giuseppe Iato (PA) BILANCIO SOCIALE (11ª edizione) Vincitore: COOP ADRIATICA di Villanova di Castenaso (BO). Menzione speciale a: CADIAI, CAMST e CCC di Bologna, COOPSELIOS di Reggio Emilia. Premio Speciale “NEW ENTRY”: EMISFERA di Verbania BEST: PREMIO ALLA COOPERATIVA CON I MIGLIORI BILANCI D’ESERCIZIO E SOCIALE (3ª edizione) Vincitore: CADIAI CADIAI nasce nel 1974 come cooperativa di donne, l’attenzione e la sensibilità nei confronti del genere femminile è sempre stata un prerogativa importante. Da risultati di numerose ricerche si evince come una cultura attenta al potenziale femminile all’interno di una struttura, sia essa azienda o cooperativa, risulta premiante. Questo lo spirito con cui Dora Iacobelli, presidente della Commissione per le Pari Opportunità di Legacoop, ha chiesto a CADIAI di aderire al progetto di formazione: “La Qualità nella gestione delle risorse umane: interventi formativi a supporto del percorso finalizzato alla certificazione di genere”. Il progetto rientra in una serie di numerose azioni previste dal progetto “Women in action”, che ha come finalità principale l’orientamento cooperativo alle pari opportunità. Il progetto, presentato da CADIAI e finanziato con le risorse di FonCoop, avrà inizio il prossimo gennaio. Il percorso formativo si articolerà su quattro moduli e porterà come risultato finale il riconoscimento di un “Marchio di qualità” nella gestione delle risorse umane che garantisca uno sviluppo orientato alle pari opportunità. Tra i principali obiettivi del progetto, quello di migliorare le performance aziendali attraverso un approccio culturale e manageriale orientato alla valorizzazione del potenziale femminile, oltre che l’inserimento nei processi direzionali e gestionali, definiti dal Si- numero 30 dicembre 2010 Accogliere le delegazioni straniere Un’occasione per confrontarsi e riflettere Lara Furieri Svedesi, Bosniaci e Serbi, Coreani e Giapponesi, Palestinesi e Israeliani, binomi a volte difficili da accostare ma che hanno trovato tutti, in questo 2010, in CADIAI uno spazio prezioso di scambio e arricchimento con la nostra cooperativa. Già da parecchi anni CADIAI accoglie delegazioni provenienti da diversi paesi, questi incontri diventano momenti di scambio significativi dove si mettono a confronto diverse culture e modalità di lavoro, con un vivace interesse verso la realtà cooperativa. Gli ambiti più investigati si sono rivelati essere il welfare italiano ed emiliano in particolare, oltre che la modalità di lavoro pubblico/privato che caratterizza le nostre cooperative; proprio per la particolarità del nostro rapporto con l’ente pubblico, non sempre è stato facile spiegare (e tradurre con parametri da tutti comprensibili) quali siano le modalità di collabora- Alla data del 20 dicembre 2010 solo 71 soci dovevano ancora sottoscrivere l’aumento del Capitale sociale. Questo significa che l’ha fatto l’89,5% dei 677 soci che dovevano integrare la quota (al momento della deliberazione 7 soci avevano una quota già pari o superiore a € 1.800). Di questi 71, due hanno posto particolari difficoltà e con questi il Consiglio di Amministrazione sta cercando una soluzione. Venti soci, adducendo chiare e documentate motivazioni, hanno richiesto e ottenuto dal Consiglio di Amministrazione una deroga riguardo all’importo della trattenuta in busta paga. Il numero complessivo dei soci ha visto un incremento annuo negli ultimi due esercizi di circa il 19,5%: da maggio 2008 a novembre 2010 il numero dei soci è passato da 480 a 726 con un aumento del 51,25%. stema Qualità, di procedure che garantiscano l’attuazione di politiche di pari opportunità. Una parte significativa del percorso è dedicata alla formazione dei coordinatori dei Servizi, in un’ottica di individuazione delle criticità e delle capacità che portano ad un rafforzamento delle competenze in un “empowerment” al femminile. Nella consapevolezza che CADIAI ha già attuato nei confronti dei propri lavoratori politiche di tutela per le pari opportunità, l’obiettivo di questo percorso è quello di implementare e rendere più strutturato un impegno che da sempre caratterizza la nostra cooperativa. Sottoscrizione quota sociale e ampliamento base sociale zione, ma l’interesse suscitato è sempre stato molto significativo. La visita, tendenzialmente di un giorno, si articola in due momenti: si accoglie la delegazione nella sede centrale e successivamente ci si reca in uno dei nostri servizi. A seconda dell’ambito di interesse abbiamo visitato nidi, oppure centri residenziali o diurni, per disabili o anziani; andare nelle strutture significa, oltre che vederne il funzionamento, anche respirarne il “clima”, e questi si sono sempre rivelati incontri molto belli. Le tante riflessioni e le numerose domande, a volte complesse, a volte più ingenue, o meglio genuine, ci aiutano a ricordare le nostre origini: “CADIAI nasce nel 1974 con la volontà e l’impegno di 27 persone, 24 donne e 3 uomini, che desiderano regolarizzare il loro lavoro… fino al Project Financing per la costruzione di nuovi nidi”. Ogni volta che raccontiamo questa storia, la ri-raccontiamo anche a noi... Lara Furieri Da maggio 2010, mese in cui è stata aumentata la quota minima di Capitale Sociale, al 30 novembre 2010, il numero complessivo dei soci è aumentato del 6,14%, passando da 684 a 726 soci di cui 706 dipendenti pari al 58,02% di tutti gli occupati (dipendenti e libero professionisti) e del 63,71 % dei dipendenti a tempo indeterminato. Dei nuovi soci ammessi da maggio 2010 il 78% erano stati assunti prima del 2010. 7 numero 30 dicembre 2010 attività sociale Ricordando Simona Una targa in memoria di Simona Onofri, già responsabile della Casa Residenza “San Biagio” di Casalecchio, ad un anno dalla scomparsa. glielmetti, presidente di CADIAI, e i famigliari di Simona. Simona ha svolto gran parte del proprio percorso professionale in CADIAI, dove lavorava dal 1985. Dal gennaio 2002, è stata responsabile della Casa Residenza e Centro Diurno “San Biagio” e in precedenza aveva aperto la Casa Residenza “Sandro Pertini” di Altedo. Ma prima di dedicarsi agli anziani fragili si era occupata di gravi disabili psichici e di ex lungodegenti psichiatrici. Sabato 30 ottobre presso la Casa Residenza e Centro Diurno per anziani “San Biagio” di Casalecchio di Reno, è stata scoperta una targa in memoria di Simona Onofri, già responsabile della struttura, ad un anno dalla scomparsa. Alla cerimonia sono intervenuti Massimo Bosso, assessore alle Politiche Sociali e Sanità del Comune di Casalecchio di Reno, Francesca Isola, direttore del distretto di Casalecchio di Reno dell’Azienda USL di Bologna, Franca Gu- 8 Simona ha costantemente lavorato per coinvolgere i famigliari degli utenti e integrare la struttura al territorio. Ne sono dimostrazione le tante iniziative che ha promosso, come i weekend al mare, le polentate e le gite in Appennino con anziani, familiari e operatori, i pranzi di Natale e le feste nella Casa. Rifacendosi a questo spirito, CADIAI ha pensato, in concomitanza di questa giornata in memoria di Simona, di inaugurare, quale ulteriore attività della re- Al centro, il marito e la mamma di Simona. Nella foto sotto: da destra Franca Guglielmetti, Massimo Bosso, Francesca Isola sidenza “San Biagio”, una piccola biblioteca nella sala polivalente della struttura. Si tratta di uno spazio a disposizione degli anziani ospiti, dei loro famigliari e di tutti coloro i quali frequentano il servizio. La biblioteca parte con un fondo di libri già disponibile, ma viene lasciata a tutti la possibilità di arricchirla portando un libro da mettere a disposizione degli altri. Foto di Paolo Righi – Meridiana Immagini numero 30 dicembre 2010 Generazioni Il 3 dicembre a Ferrara l’incontro annuale dei giovani di Legacoop Emilia Romagna Il 3 dicembre scorso si è tenuto a Ferrara l’annuale appuntamento di Generazioni, il network dei giovani cooperatori di Legacoop Emilia Romagna. Fin dall'inizio del suo percorso Generazioni ha cercato di declinare idee e progettualità intorno al nucleo critico del mondo di oggi: il rapporto tra economia, ambiente, welfare e ricambio generazionale. Il convegno di Ferrara è stato l'occasione per addentrarsi ancora tra le pieghe di questa complessità economica e sociale a partire dal suo elemento centrale: il lavoro. Residenza per Anziani Parco del Navile Federica Protti, portavoce di Generazioni La giornata è stata ricca di contributi e momenti di scambio, a partire dalla mattina con la relazione “Spunti di riflessione sul lavoro che sarà”, tenuta dal professor Francesco Daveri, della facoltà di Economia dell’Università di Parma, fino ai tre workshop tematici del pomeriggio: “I modelli per il ricambio generazionale, dentro e fuori le cooperative”, “Il secondo pilastro della previ- denza sociale” e “Giovani e organizzati: la struttura di Generazioni”. In particolare da questi ultimi sono emerse varie proposte che verranno portate al Congresso di Legacoop Emilia Romagna che si terrà a marzo. A partecipare per CADIAI: Roberto Malaguti, Alessandro Micich, Venere Nitopi e Andrea Veronesi. Il cantiere in via Sostegnazzo (zona Arcoveggio) a Bologna - 15 dicembre 2010 I lavori continuano a rispettare la tabella di marcia. I due edifici hanno già gli infissi. All’interno si sta procedendo con le pavimentazioni e la posa dei vari impianti. 9 numero 30 dicembre 2010 Pubblicate le scelte e gli importi del 5 per mille del 2008 A CADIAI destinati 5.270 euro Sono state pubblicate dall’Agenzia delle Entrate le scelte e gli importi relativi al 5 per mille dell’anno finanziario 2008. Ecco i dati relativi alla nostra cooperativa: - numero di scelte: 192 - importo scelte espresse: € 4.732,73 - importo proporzionale per le scelte generiche: € 537,66 attività sociale Inaugurato il nuovo Polo Scolastico a San Lazzaro Di Savena Sabato 6 novembre è stato inaugurato il nuovo Polo Scolastico di San Lazzaro in via della Fornace, presenti all’avvenimento il Sindaco Marco Macciantelli e la Presidente della Provincia Beatrice Draghetti. Il complesso contempla due edifici con cucina in comune, il primo ospita il nido “Di Vittorio” ed il secondo 9 classi delle scuole primarie “Pezzani” (aule, aula informatica, laboratorio musicale, atelier, teatro, palestra, ecc.). In ambo due le strutture lavorano operatori Cadiai, collaboratori ed educatrici, che fanno parte dell’appalto dei Servizi generali che gestiamo nel territorio. Lo sforzo dell’Amministrazione Comunale nel fornire alla cittadinanza questo nuovo servizio è stato encomiabile, considerando anche il periodo che stiamo attraversando di ingenti difficoltà economiche. Non possiamo far altro che ammirare il lavoro svolto, complimentarci e parteciparvi al meglio con la nostra professionalità. Totale: € 5.270,39 I fondi raccolti contribuiranno alla realizzazione di progetti rivolti agli utenti dei nostri servizi. È doveroso un ringraziamento a tutti coloro i quali hanno scelto la destinazione del cinque per mille a CADIAI, sostenendo così la cooperativa nella realizzazione di ulteriori iniziative utili al perseguimento dei propri scopi sociali. Inaugurata ad Ozzano la nuova palazzina degli uffici comunali Fa parte di un complesso di edifici, costruito dal consorzio Karabak Sette, che contiene anche il polo dell’infanzia Si è tenuta sabato 20 novembre ad Ozzano l’inaugurazione del nuovo edificio comunale, situato di fianco 10 allo storico municipio, realizzato per ospitare la polizia municipale e gli uffici dell’istituzione comunale “Anna Frank” che gestisce i servizi alla persona. L’edificio, realizzato con finanza di progetto, fa parte di un complesso che comprende anche il polo dell’infanzia e il centro famiglia. Il costo dei nuovi uffici inaugurati è di poco oltre 1,4 milioni di euro; il Comune acquisirà il complesso corrispondendo un canone annuo per 18 anni al consorzio cooperativo Karabak Sette, costituito da Società Dolce, CADIAI, Camst, Manutencoop e Cipea. numero 30 dicembre 2010 La nuova stanza morbida di “SpazioAperto” Grazie alla generosità di una famiglia di Crevalcore Un ambiente di tre metri per quattro, il parquet sul pavimento, il legno prosegue anche sulle pareti racchiuso da una cornice dello stesso materiale. Un lato è coperto quasi interamente da uno specchio in cui si riflette il soffitto affrescato, ricordo di un passato lontano. Illuminato da file di neon che corrono su tutto il perimetro e separato dal “restante esterno” da una grande vetrata, l’ambiente viene protetto dalla luce esterna con delle tende che mantengono l’atmosfera di magia al suo interno. In fondo alla stanza, una piscina di plastica rigida, colorata, dalla forma irregolare, una grande nuvola che copre metà dello spazio; al suo interno trovano rifugio cinquemila palline gialle, rosse, verdi, blu e trasparenti, così tante che è impossibile toccare il fondo. All’esterno, poggiati sul pavimento, ci sono quattro materassini e su questi un cuscino enorme, “il grande morbido”, ripieno di palline di polistirolo assieme a diversi blocchi psicomotori di forme e colori vari che prendono vita ogni giorno come castelli, torri... case... Dov’è questa stanza? A SpazioAperto! Centro diurno per minori disabili a San Giovanni in Persiceto. L’entusiasmo che ha accompagnato la progettazione e l’assemblaggio della stanza ha coinvolto operatori e ra- gazzi/e, come un giorno di festa... di quelle che si ricordano per molto tempo. Tutto questo è stato possibile grazie ad una famiglia che è diventata parte della nostra storia e che cogliamo l’occasione di ringraziare. Grazie di cuore ad Annita, Tiziano, Federico e Riccardo Anna Pellicelli 11 numero 30 dicembre 2010 monografia Nido d’Infanzia “Maria Trebbi” di San Lazzaro di Savena Mai come in questo caso il nome di un servizio fu più azzeccato! Prima di descrivere il nostro nido, è doveroso accennare brevemente al personaggio a cui è intitolato. Maria Trebbi fu per più di cinquant’anni ostetrica comunale a San Lazzaro. Nacque nel 1909 e, nel 1932, alla morte della madre, Letizia Onofri, la sostituì nella professione di ostetrica condotta a San Lazzaro fino al ’74, anno in cui andò in pensione. Maria ha fatto nascere più di ottomila bambini, mostrando una dedizione e un impegno esemplari nel suo lavoro negli anni difficili della guerra e in quelli estremamente impegnativi del grande incremento demografico, dal ’61 al ’71, quando la popolazione di San Lazzaro raddoppiò. La sua vita è stata di recente raccontata in un bellissimo libro, patrocinato dal Comune di San Lazzaro, intitolato “Maria Trebbi, ostetrica comunale dal 1932 al 1974, una vita per San Lazzaro” pubblicato nel 2009, in occasione del centenario della sua nascita e del ventennale della sua scomparsa, avvenuta il 13 agosto 1989. Non potevamo quindi avere un imprinting migliore! Il nido d’infanzia Maria Trebbi è situato nel Comune di San Lazzaro di Savena, in via Martiri di Pizzocalvo n° 61; fa parte dei servizi che l’Istituzione Comunale “Sophia” ha affidato a CADIAI. È stato il primo nido ad essere gestito dalla cooperativa in questo territorio e la prima gara d’appalto risale al 2000; proprio quest’anno quindi abbiamo raggiunto il traguardo dei 10 anni… ma non ci sentiamo vecchi! 12 Le sezioni da due sono diventate tre. Accogliamo 60 bambini dai 12 ai 36 mesi, suddivisi in 3 sezioni eterogenee: sezione MAGA MAGÒ, sezione MAGO MERLINO e sezione ANACLETO. Attualmente l’organico è composto da 6 educatrici a tempo pieno: Laura Z., Laura M., Denise, Veronica, Rossella, Stefania e Carlotta (che è in maternità); 2 educatrici part time: Lucia, Alice e Chiara (che è in maternità); 4 collaboratrici part-time: Lisa, Anna, Ivana e Stefania; 1 coordinatore Pedagogico, Enrico Mantovani e 1 coordinatrice gestionale, Katia Boschini. All’interno del Maria Trebbi una parte dei locali è adibita a cucina comunale dove lavorano due cuochi, Angelo e Vincenzo, coi quali nel corso del tempo si è instaurato un rapporto di fiducia reciproca, che concorre al buon clima tra le varie professionalità. Nel solco tracciato da Maria Trebbi, alla ricerca del ben-essere dei bambini ci rendiamo conto oggi, a dieci anni dall’apertura del servizio, di essere cresciute professionalmente ed emotivamente. Nel corso degli anni sono cambiate le modalità d’inserimento dei nostri pic- coli utenti, da individuali sono diventati inserimenti di gruppo, con una presenza maggiore e meglio strutturata dei genitori in sezione. Negli ultimi tempi ha preso “corpo e consapevolezza” la figura dell’educatrice di riferimento, che è molto importante per il ruolo che ha nell’accompagnare bambini e genitori nell’avventura numero 30 dicembre 2010 dell’ambientamento al nido, sperimentando la prima vera “separazione”. La maggior parte delle operatrici del Maria Trebbi ha una buona anzianità di servizio, alcune di loro lavorano nel nido fin dalla sua apertura; questa stabilità del gruppo si traduce in continuità educativa, ed è grazie a questa che riusciamo a creare un clima tranquillo e rassicurante per i bambini e le famiglie che frequentano un nido dove l’esperienza, e la serenità che ne consegue, vanno di pari passo. Negli ultimi due-tre anni ci capita di fare inserimenti dei secondo o terzogeniti di famiglie che hanno già frequentato il nido negli anni precedenti. È molto bello ri-trovarsi e ri-conoscersi, e per i genitori è meno faticoso affidare il proprio bambino a persone già conosciute, verso le quali è più facile riporre la propria fiducia. gnativo, talvolta faticoso, che tutti noi cerchiamo di “alimentare”, prendendo insieme decisioni, ascoltando il punto di vista di tutti, mediando tutte le proposte. Durante la giornata ci sono molti momenti comuni durante i quali le educatrici e i bambini delle 3 sezioni interagiscono: ci si guarda, ci si ascolta e ci si confronta, spesso è utile rivedersi attraverso l’operato degli altri. Questo modus operandi ci ha portato verso uno stile educativo che, pur restando personale per ognuna di noi, è piuttosto simile per ciò che riguarda le modalità che utilizziamo coi bambini: l’uso della voce e dei toni, gli sguardi, i sorrisi, il capire quando e come dire NO, quando fermarsi e lasciar fare, quando sorprendere e cambiare strategia. Ci supportano in questo i nostri coordinatori e la formazione di qualità che ci viene proposta di anno in anno, che ci aiuta a mantenere alta e costante la nostra attenzione sulle esigenze dei bambini. Crediamo molto che l’umiltà che porta a confrontarci sia un volano che crea quel pensiero critico che deve essere per ogni educatrice la piattaforma di ogni decisione presa per il bambino. Questo pensiamo che sia ciò che ci caratterizza come gruppo di lavoro. A cura del gruppo di lavoro del nido “Maria Trebbi” Nel tempo, durante il lavoro quotidiano, si è sviluppata una collaborazione molto articolata tra educatrici e collaboratrici, sempre nel rispetto dei ruoli, che ora ci risulta indispensabile per la buona riuscita del nostro lavoro. Questo è potuto accadere solo grazie ad un lavoro d’equipe molto impe- 13 numero 30 dicembre 2010 anniversario Le Case-residenze “Il Corniolo” di Baricella e “La Torre” di Galliera celebrano i primi vent’anni di gestione CADIAI Casa Residenza “Il Corniolo” Sabato 20 Novembre 2010 sono stati festeggiati i vent’anni di attività svolti da CADIAI alla Casa Residenza“Il Corniolo”. È stata una giornata piena di appuntamenti iniziata alla 10 nella Sala Consiliare del Comune di Baricella. Oltre al Sindaco, Andrea Bottazzi, che ha aperto con un discorso di benvenuto, donando poi alla Presidente della Cadiai, Franca Guglielmetti, un piatto con lo stemma del Municipio, sono intervenuti: l’attuale Presidente dell’ASP“Poveri Vergognosi” Paolo Ceccardi, già Sindaco del Comune nel periodo in cui Cadiai iniziò la gestione della struttura negli anni ottanta; il dottor Angelo Masi, Medico di Medicina Generale e della Casa Residenza “Il Corniolo”; il Parroco del paese don Giancarlo Martelli; i signori Milva Frignani e Giorgio Tugnoli in rappresentanza dei familiari degli ospiti; Cinzia Mistri e Patrizia Sorren- tino in rappresentanza degli operatori della struttura e Marie Christine Melon, Psicologa di Cadiai. Gli interventi che si sono susseguiti sono stati coordinati dal Responsabile della residenza, Nicola Sisto che ha infine dato la parola ad alcuni ospiti presenti e concluso con i ringraziamenti la mattinata. I banchi dei consiglieri erano tutti occupati e molta gente si è trovata a dover restare in piedi fin fuori le porte: importante per noi la presenza di don Dante, precedente Parroco di Baricella che ha vissuto la nostra Struttura per tantissimi anni benedicendo l’apertura della nuova ala dieci anni fa. Presenti anche l’ex sindaco, Luigi Zanardi, il Segretario dello Spi del territorio Gianluigi Baldi, diverse ex colleghe che prestavano servizio ancora prima che la Struttura passasse come gestione alla Cadiai e tanti familiari, Responsabili di altre strutture e la figlia e il genero di Olimpia Tramontano, precedente Responsabile del Corniolo. Ai presenti è stata donata una pubblicazione, stampata per l’occasione all’interno della quale si trovano, la storia della struttura, dalla sua comparsa ad oggi, magistralmente raccolta dal sig. Gastone Quadri, testimonianze, foto e attività svolte nel corso degli anni. La giornata è proseguita poi all’interno del Corniolo, dove i parenti, gli amici e le diverse autorità hanno pranzato. Il banchetto si è concluso con una grande torta, sulla quale era impressa l’immagine del Corniolo. Al pomeriggio due sono stati gli appuntamenti musicali in entrambi i sog- In alto, da sinistra: Paolo Ceccardi, Angelo Masi, Don Giancarlo Martelli, Cinzia Mistri; nella fila sotto: Milva Frignani, Patrizia Sorrentino, Andrea Bottazzi, Marie Christine Melon. 14 numero 30 dicembre 2010 giorni: Quartetto d’archi con musiche di Mozart e un trio per Pianoforte, Voce e Clarinetto con brani di Chopin, Schubert, Beethoven. I clown della Croce Rossa hanno intrattenuto ospiti e familiari con giochi di vario genere. Inutile dire che è stata una bellissima giornata... e la novità non poteva mancare! Per la prima volta infatti al Corniolo, sono stati strutturati due Concerti di 40 minuti l’uno circa, in due ambienti diversi e in due momenti diversi. Non più quindi, come di consueto, riunire gli ospiti e i visitatori in un unico ambiente, ma far sì che ad essere itinerante fosse la musica, con ambienti meno affollati, con ospiti liberi di aggirarsi, perché no... anche tra i concertisti, creando un ambiente più familiare... più salottiero... più intimo. La struttura in questo modo è stata vissuta appieno, ed è stato piacevole vedere gruppetti di ospiti con i loro familiari, o di amici nei diversi angoli o nei corridoi, adornati per l’occasione con colorati e freschi ciclamini, conversare piacevolmente magari ascoltando la musica in lontananza. Chi invece ha assistito ai concerti nei soggiorni, lo ha fatto con l’interesse e il piacere di ascoltare brani noti e meno noti di autori intramontabili, con attenzione, trasporto ma con l’atmosfera tipica dei salotti. Grazie a tutti... ai tanti che erano presenti in Comune... a chi ha pranzato con noi... a chi ha suonato... a chi ci ha fatto sorridere con giochi di prestigio... ai nostri ospiti... a chi non ha potuto esserci... Grazie... a tutti coloro che hanno reso unica questa giornata. Buon Compleanno Corniolo! Monica Bondioli Animatrice Nicola Sisto Responsabile di Struttura Foto di Esaù Lauritano 15 numero 30 dicembre 2010 anniversario Casa Residenza “La Torre” La Sala Consigliare meravigliosamente affrescata ha accolto i numerosi presenti, ospiti, operatori, familiari e cittadini alle 10 del 27 novembre 2010. La Responsabile di Struttura Pia Accardi ha introdotto gli interventi raccontando la storia della struttura, della trasformazione da scuola elementare a Casa-residenza, di come la realtà de“La Torre” sia intrecciata con la storia personale di tanti operatori e di tanti cittadini al tempo scolari e attualmente operatori, ospiti o familiari della Casa Residenza. Gli interventi del Sindaco di Galliera Anna Vergnana, della Presidente di CADIAI Franca Guglielmetti e di Fausto Neri Sindaco di Galliera nel periodo di apertura della Casa Residenza, hanno ben illustrato quanto la collaborazione tra CADIAI e Comune di Galliera sia stata fin da principio importante e produttiva e di quanto sia auspicabile per entrambe le parti una continuità di intervento. A seguire sono intervenuti Roberta Francia, Geriatra, Medico di Medicina Generale e della Casa Residenza “La Torre”; Silvano Garuti, Presidente di Croce Italia; Don Simone Zanardi, par- Il sindaco Anna Vergnana roco di Galliera; Luigi Orsini, familiare e volontario che ha spiegato il percorso intenso e coinvolgente che ha portato tutta la sua famiglia a scegliere di diventare volontari della Casa-residenza e a rinnovare questo impegno nonostante non sia più presente il loro familiare in struttura. Molto commovente il contributo di Roberta Meotti operatore socio-sanitario fin dall’apertura della Struttura che, oltre a raccontare le motivazioni che l’hanno portata vent’anni fa a scegliere di lavorare come operatore del sociale, ha ringraziato tutti gli ospiti per aver reso speciale e unico il suo lavoro ed ha ricordato le colleghe Viviana Guidetti, Gianna Cristofori e Micaela Maestri alle quali tutti i presenti hanno dedicato un lungo e sentito applauso. A chiusura della celebrazione in Comune l’intervento di Marie Christine Melon, psicologa CADIAI che ha for- nito una chiave di lettura interessante e particolare della Casa-residenza: la struttura con tutti gli operatori come memoria storica del paese. Ogni anziano in questi vent’anni ha lasciato una traccia nella memoria degli operatori che a loro volta ricordandolo creano un ponte tra passato e presente fungendo da vero e proprio archivio storico. I festeggiamenti si sono poi trasferiti a “La Torre”dove era allestito un invitante buffet e un dilettevole artista che ha affascinato ospiti e visitatori creando magie ed illusioni e portando il suo spettacolo fra i tavoli ed in ogni angolo della struttura. La Torre: Imparare, ascoltare, accogliere... queste parole scritte con il cioccolato su una foto di zucchero della Torre Medievale di Galliera erano impresse sulla torta che ha accompagnato il brindisi a conclusione della In alto, da sinistra: Franca Guglielmetti, Fausto Neri, Roberta Francia con Silvano Garuti, Don Simone Zanardi, Luigi Orsini, Roberta Meotti, Marie Christine Melon. 16 numero 30 dicembre 2010 della Dance Street School di S.Giovanni che hanno allietato tutti i presenti con coreografie di hip-pop e breack-dance ed è con questa ventata di freschezza ed allegria che ringraziando tutti i presenti si è giunti ai saluti finali e all’augurio di ritrovarci tutti per il festeggiamento dei prossimi vent’anni. celebrazione del ventennale. Ma le sorprese non erano finite... subito dopo il dolce sono arrivati i ragazzi Valentina Gualandi Psicologa della Casa Residenza “La Torre” Foto Studio Anna Il presepe della Casa Residenza “Sandro Pertini” Una stella che arde e risplende nella notte della vita, portatrice di pace e gioia. Che la sua luce possa illuminare il volto dei nostri anziani e delle loro famiglie, donare luce e conforto ad ogni cuore. Con questo presepe realizzato in struttura dagli operatori insieme agli ospiti si vuole augurare un sereno Natale. Il gruppo di lavoro della Casa Residenza “Sandro Pertini” di Altedo 17 numero 30 dicembre 2010 servizi “Comunità, politiche sociali e servizi di cura: relazioni che crescono” È il titolo del tredicesimo Quaderno CADIAI: ripercorre la storia delle case residenze “Il Corniolo” di Baricella e “La Torre” di Galliera, a vent’anni dall’inizio della gestione da parte della Cooperativa. È fresco di stampa il tredicesimo Quaderno CADIAI, la collana che raccoglie le esperienze della cooperativa e dei suoi servizi. È intitolato “Comunità, politiche sociali e servizi di cura: relazioni che crescono” e ripercorre la storia delle case residenze per anziani “Il Cor- CADIAI acquisisce la proprietà dell’immobile della casa protetta “Sandro Pertini” di Altedo delle altre gestioni Cadiai, modificherà il proprio nome in“Casa Residenza per anziani” candidandosi ad accreditare un numero di posti superiore a quello di quelli attualmente convenzionati. Si tratta di una scelta importante, volta non tanto ad espandere l’offerta ed il fatturato, ma a consolidare il lavoro maturato nel corso degli anni (dieci operatrici, una coordinatrice, una psicologa, una animatrice, una terapista della riabilitazione, una logopedista) e garantire la continuità di un servizio in qualche modo messo in discussione dalla alienazione pubblica della struttura. A questo proposito, come in altre circostanze, sono state fatte scelte oculate misurando gli impegni finanziari con la sostenibilità del servizio nel lungo periodo. Le prime due aste (in agosto ed in settembre) con valori dell’immobile superiore ad un milione di euro sono andate deserte. La proposta di acquisizione da parte di CADIAI investe nuovamente sui “muri” ed in seguito ad un’asta pubblica ha acquisito nel mese di dicembre, con decorrenza dal primo gennaio 2011, la proprietà dell’immobile in cui si svolge il servizio di casa protetta“Sandro Pertini” di Altedo. Autorizzata ad ospitare 21 posti letto, di cui 9 al momento convenzionati con il distretto sanitario, la struttura opera dal 1999 in stretto raccordo con gli attori sociali ed istituzionali del territorio con un buon livello di soddisfazione da parte di utenti e famiglie. La struttura, oggetto di provvedimento di accreditamento transitorio al pari 18 niolo” di Baricella e “La Torre” di Galliera, a vent’anni dall’inizio della gestione da parte di CADIAI. Si tratta di due storie peculiari, a partire dall’origine delle strutture: “Il Corniolo, nell’Ottocento “Casa di riposo del Cooperatore”, che ha visto tra l’altro sostarvi Andrea Costa, e "La Torre", nata come scuola e riconvertita vent’anni fa in servizio per anziani. Alla realizzazione del quaderno hanno collaborato in tanti: gli operatori che da vent’anni lavorano nelle residenze, quelli che ci hanno lavorato e sono passati ad altri incarichi; gli anziani che le abitano, i familiari che le frequentano, gli amministratori locali, i sindaci dell’epoca dell’apertura, i cittadini di Baricella e di Galliera che si sono prestati con entusiasmo, per il puro piacere di partecipare alla vita della loro comunità. Cadiai si è fermata a 901.000 euro con un vincolo di destinazione d’uso per almeno 15 anni. Il servizio, insieme alla Casa Residenza “Il Corniolo” di Baricella acquisita già 12 anni fa e alle numerose partecipazioni societarie nei diversi ambiti di attività (dall’infanzia all’area anziani), si pone, dunque, come ulteriore investimento di stabilità per il lavoro dei soci ed i servizi rivolti alla cittadinanza nel tempo. Alessandro Micich Responsabile Servizio Gare e Progetti numero 30 dicembre 2010 Memoriale sul Natale per Natale si mangiava solo un po’ meglio degli altri giorni. Però mi ricordo un particolare per me bello: la mamma andava a raccogliere un ramo di quella pianta che punge e fa i pallini rossi e la metteva sopra il camino della cucina; la notte di Natale attaccava ai rametti degli zuccherini o delle caramelle per noi bambini” - Maria Z. I ricordi degli anziani di “San Biagio” raccolti durante l’attività di reminiscenza Il Centro Diurno per anziani“San Biagio” di Casalecchio è specializzato nel trattamento di patologie legate alle demenze e, nell’ambito di un’attività che si svolge al suo interno, la reminiscenza, abbiamo raccolto una serie di ricordi legati alle festività natalizie. Dalla raccolta di queste testimonianze parte l’idea di un giornalino interno che contenga i racconti degli utenti, le loro esperienze di vita e gli enormi sacrifici fatti per poter sopravvivere in quei tempi, dove il necessario non era il superfluo. Il primo memoriale è relativo ai ricordi di com’era il Natale “una volta”, in uno scenario particolare e difficile come quello della fine della Grande Guerra. Da questo raccontarsi è emerso così un punto fondamentale: il Natale era inteso come una festa religiosa e il riunirsi della famiglia voleva dire stare insieme con gioia, anche con poco, senza regali per i bambini, a cui bastavano due noci o due mandarini e la felicità era assicurata a tutti. Nel raccontarsi si è messo in gioco tutto lo staff del Centro Diurno, gli operatori Fabio e Tina, l’animatrice Brunella, da poco operante nella Struttura, il tutto con la supervisione della psicologa Sabrina. Riportiamo qui di seguito qualche traccia del memoriale: “... Il mio babbo per farci felici, con dei pezzi di legno e un coltellino faceva dei bambolotti che ci regalava per Natale. A dire il vero ne faceva anche durante il resto dell’anno ma quelli di Natale erano i più belli. Allora non c’erano molti soldi e si spendevano solo per cose più importanti” - Riccardo G. “... Del Natale da bambino mi ricordo solo il panone della mamma. I giochi NO, boh! ... c’erano?... non c’erano mica vèh...” - Alcide M. Lo staff del Centro Diurno “San Biagio” di Casalecchio di Reno “... Non avevamo mica tanti soldi, così Rom e sinti: stranieri per chi? Una mostra fotografica di Mario Rebeschini al Centro “Alessandro Ancona” Dal 26 al 31 ottobre scorso si è tenuta, presso il Centro Sperimentale Polifunzionale“Alessandro Ancona”di via Portazza a Bologna, la mostra fotografica "Rom e sinti: stranieri per chi?" realizzata da Mario Rebeschini Organizzata dal laboratorio Ergoterapico, in collaborazione con CADIAI, Anffas, Aias e Società Dolce, la mostra è stata allestita all’interno del Centro “Alessandro Ancona” in cui convivono diversi servizi per disabili: il laboratorio Ergoterapico, il Centro diurno “Azzurroprato”, il Centro residenziale per disabili “Albero Blu” ed il gruppo appartamento “S. Isaia”. Questa iniziativa ha rappresentato un momento di incontro tra il mondo della disabilità e le culture sinti e rom, spesso considerate, nella rappresentazione comune, "straniere" e "diverse". Nelle foto esposte, Rebeschini raccontava il pro- prio incontro con Floriano Debar, artigiano Sinti, e la sua famiglia, avvenuto negli anni Ottanta. Mario Rebeschini, giornalista e fotoreporter Airf (Associazione Italiana Reporter Fotografi), collabora con giornali, riviste, editori e agenzie fotografiche. Vive e lavora a Bologna. 19 numero 30 dicembre 2010 servizi RAC-contatto Il mosaico Quando abbiamo iniziato questa storia, non sapevamo che avremmo realizzato un mosaico, ce ne siamo accorte strada facendo. All’inizio avevamo in mente il massaggio ai bambini. Abbiamo pensato allo spazio morbido di un nido, il “Gianni Rodari” di Anzola. Poi tassello dopo tassello, ci siamo rese conto che l’esperienza stava diventando corale. La coordinatrice che riceve le telefonate di iscrizione delle mamme. Le dade che cuciono i materassini, aiutano nell’allestimento della stanza e nell’accoglienza alle mamme e ai loro bimbi. L’insegnante che sorride ad ogni genitore che entra e invita al contatto mostrando le sequenze del massaggio sulla bambola. La pedagogista che racconta del legame di attaccamento tra ogni bambino e la sua mamma, le gioie e le fatiche della maternità. I pianti dei bimbi, i loro sorrisi, le pipì, i gorgoglii, i sonni, i loro corpi cosparsi di olio di mandorle, i loro corpi massaggiati. Le mamme che scrivono le loro emozioni nel taccuino al loro fianco. Le educatrici del nido “Gianni Rodari” che entrano a passi felpati con la macchina fotografica e fermano alcune immagini. Gli scritti condivisi attraverso la rete [email protected] La condivisione dell’esperienza del con- 20 tatto con le educatrici dei due nidi. L’insegnante che elabora le foto al computer. L’idea della mostra. La stanza nella biblioteca comunale. Le educatrici del nido “Bolzani” che costruiscono le cornici e abbinano le frasi delle mamme alle foto. L’insegnante e la coordinatrice che montano la video installazione. L’allestimento della stanza. Le parole che narrano questa storia. La condivisione con i visitatori della mostra. Il contatto. Il mosaico. Dal 30 ottobre, giorno dell’inaugurazione, al 17 novembre è stata aperta al pubblico la mostra RACcontatto, allestita nel bellissimo spazio della biblioteca del Comune di Anzola. Le immagini installate su dei pannelli mobili posti in semicerchio, erano molto suggestive, il video proiettato in un grande schermo creava un’atmosfera particolarmente “morbida” e rilassante. In un angolo erano stati disposti materassini, cuscini e bambole per ricreare l’ambiente tipico dei corsi di massaggio infantile. Tra i tanti visitatori anche i bimbi e le mamme protagonisti del progetto, che hanno vissuto l’iniziativa con grande emozione. Come ha scritto una visitatrice sul quadernone:“ ho ripescato dalla memoria ricordi che ritenevo sepolti: odori, gesti, tenerezza”. Dalla biblioteca di Anzola la mostra, itinerante, si è spostata all’interno del nido “Rodari” dove resterà fino alla fine dell’anno. Ci piacerebbe che RACcontatto continuasse a girare, non solo nei nidi. Per questo, chiunque sia interessato ci contatti!! Annalita Bellei e Silvia Travaglini numero 30 dicembre 2010 Assistere Ascoltando Qualità della cura e sostenibilità economica: una sfida per il futuro Venerdì 19 novembre 2010 Sala Conferenze del Mambo Via Don Minzoni 14 - Bologna Sono intervenuti: Francesco Cossentino Economista Raffaele Tomba Responsabile dell’Agenzia Sanitaria e Sociale della Regione Emilia-Romagna Monica Minelli Direttore del Dipartimento Attività Socio-sanitarie dell’Azienda Usl di Bologna Marco Domenicali Geriatra, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Bologna Valeria Cortesi Dottorato di ricerca in Psicologia Generale e Clinica, Università di Bologna Paola Menetti Presidente di Legacoopsociali Franca Guglielmetti Presidente di CADIAI Assistere Ascoltando si è allontanato quest’anno dai temi che gli sono abituali per dare spazio ad una riflessione sugli sviluppi prossimi futuri del welfare locale e sull’impatto economico del lavoro di cura. Lo stimolo è venuto dalla ricorrenza del ventennale di due residenze per anziani, Il Corniolo di Baricella e La Torre di Galliera, fortemente radicate nei loro territori, per i quali rappresentano non soltanto un presidio qualificato della rete dei servizi di sostegno alla non autosufficienza, ma anche un significativo sbocco occupazionale. Francesco Cossentino ha attivamente Dall’alto a sinistra: Francesco Cossentino, Raffaele Tomba, Monica Minelli, Marco Domenicali, Valeria Cortesi, Paola Menetti, Franca Guglielmetti. collaborato alla costruzione del programma e illustrato il quadro teorico di riferimento. Raffaele Tomba e Monica Minelli hanno presentato il punto di vista, rispettivamente, della Regione e dell’Azienda Usl, Marco Domenicali e Valeria Cortesi quello degli specialisti del settore. Franca Guglielmetti ha dato voce al privato sociale e ai lavoratori della cura. Discussant d’eccezione Paola Menetti, che con l’intelligenza e la capacità che tutti le conosciamo ha commentato e integrato i diversi interventi mantenendo vivo l’interesse del pubblico fino all’ultimo minuto. L’affluenza dei partecipanti è stata, come ogni anno, molto gratificante. Marie Christine Melon Foto di Luciano Nadalini - Camera Chiara In ricordo della collega Micaela Maestri della Casa Residenza “La Torre” di Galliera Micaela, per noi sei sempre stata Paola… …custodiamo gelosamente nel nostro cuore ogni attimo passato insieme. Non riusciamo a definire bene ciò che ti rendeva così speciale…la tua forza, il tuo rigore, il tuo alto senso di lealtà e giustizia accompagnato meravigliosamente da una profonda dolcezza e da una contagiosa allegria… Ti abbracciamo nel ricordo e speriamo che il nostro affetto arrivi forte alla tua famiglia e a tua sorella Patrizia. Con affetto I colleghi della Casa Residenza “La Torre” di Galliera 21 numero 30 dicembre 2010 servizi “Portami a ballare” Le danze popolari del rinascimento emiliano tradotte per gli anziani in carrozzina dell’RSA “Virginia Grandi” di San Pietro in Casale Iole è la figlia di Giuseppina, una delle anziane che da più tempo abitano Virginia Grandi. “Clienti” affezionate e attente consumatrici entrambe, dal 15 giugno 2001: un bel pezzo di vita attraversato insieme! Iole è una maestra. Una brava maestra, dicono in paese gli ex-allievi e i genitori dei suoi scolari. Insegnare le piace, a lei come al fratello che ogni sera trascorre parte del suo tempo leggendo per la madre libri di storia o brevi racconti, che spesso anche altri anziani ascoltano con attenzione quando si trovano a passare dall’angolino del corridoio che dà sul Nucleo Giallo. Iole e il fratello amano anche la musica e il ballo. Da ragazzini si divertivano con il rock and roll, oggi lei balla e insegna le antiche danze popolari. La terapista della riabilitazione Monica Gamberoni e l’animatrice Lucia Cardone hanno avuto un'idea. A loro succede così, ogni tanto si incrociano nel corridoio e ti scodellano il giardinaggio da tavolo o il gioco di riattivazione multidimensionale. Pare che questa volta si siano guardate e abbiano deciso che era proprio ora di far ballare gli anziani in carrozzina. La maestra era disponibile, mancava solo un progetto e un bel nome da dargli. Il progetto l’hanno costruito insieme, Iole, Monica e Lucia. Il nome l’abbiamo rubato a Luca Barbarossa. Il progetto ha obiettivi seri: • avviare un esperimento di integrazione dei familiari nelle attività della struttura, nella progettazione di un intervento riabilitativo e nella relazione operativa con diverse figure 22 professionali; • migliorare la percezione corporea degli anziani (ma anche, perché no?, degli operatori coinvolti nell’attività); • stimolare il recupero di vissuti emotivi rilevanti sia per gli anziani che per chi se ne prende cura. I suoni e i movimenti impiegati nell’attività sono parte integrante della memoria storica delle popolazioni della ‘bassa’ padana e trovano una loro continuità anche nelle feste paesane, nelle serate popolari alle Grotte e nei piccoli ballerini delle scuole di ballo figurato che si esibiscono ogni anno per i nostri anziani; • migliorare la relazione fra anziani, operatori e familiari; • stimolare l'attenzione degli anziani coinvolti e l'orientamento spaziotemporale. È un progetto che costa poco, bastano uno spazio sufficientemente ampio, un lettore CD, nastri colorati, tamburelli, nacchere, una videocamera o macchina fotografica e, naturalmente, la disponibilità di Iole e di qualche altro raro volontario: regali che non hanno prezzo. Gli incontri hanno una frequenza settimanale e durano un'ora. Le coreografie sono preparate per piccoli gruppi (4 o 5 coppie). Iole sceglie i brani che meglio si numero 30 dicembre 2010 possono riadattare come metrica e tempi ai danzatori in carrozzina. Può sembrare facile, ma significa, per esempio, evitare tutti i movimenti laterali perché con le carrozzine non si possono eseguire e ripensare numerose altre figure difficili da eseguire, che non vengono eliminate, ma ‘tradotte’ tenendo conto dei vincoli. Gli anziani vengono stimolati a muovere i nastri e a battere le mani o i piedi seguendo il ritmo e i movimenti della musica. È importante anche il coinvolgimento del pubblico, altri anziani e possibilmente familiari, che viene invitato a segnare il tempo e ad interagire con il gruppo dei ballerini. In un secondo momento è stato introdotto l’uso di semplici strumenti a percussione che gli anziani facenti parte del pubblico impiegavano per accompagnare le danze. I primi risultati sono confortanti: • è evidente dalla documentazione audio-video che questo tipo di attività riesce a rompere le barriere che l'istituzione erige suo malgrado e a creare un'atmosfera serena e giocosa che contribuisce ad alleggerire i momenti difficili vissuti in struttura; • tutte le componenti professionali presenti in struttura hanno collaborato con piacere ed entusiasmo non appena l’occasione si è presentata, senza bisogno di imporlo; • lo staff ha favorito lo sviluppo dell’esperienza e la sua massima condivisione liberando risorse nei momenti di incontro programmati. Questo è un dato fondamentale che non va sottovalutato: per dare impulso a questo tipo di esperienze bisogna crederci. Altri importanti risultati sono il contenimento dei disturbi comportamentali soprattutto negli anziani affetti da demenza coinvolti nell’attività anche come semplici spettatori; la sedazione degli stati d'ansia; il recupero di emozioni e di vissuti personali che grazie alla presenza dei familiari sono emersi in modo ancor più efficace; il trovare una motivazione per guardare oltre il presente. Molti degli anziani coinvolti chiedono al termine dell'incontro: ˝Quando ci troviamo ancora?˝. Il “corpo di ballo” Virginia Grandi si è esibito giovedì 16 dicembre per la gioia di anziani, familiari, operatori e visitatori, indossando i costumi tradizionali. Il progetto è stato recentemente presentato da Monica Gamberoni e da Iole Benelli al corso“Buone pratiche nelle relazioni tra operatori e familiari nelle strutture protette per anziani”, organizzato dall’Azienda USL di Bologna il 25 novembre 2010, presso l’Aula Magna dell’Ospedale Maggiore. Non è la prima volta che un familiare collabora con noi alla presentazione di un’esperienza promossa dalla cooperativa, ma la presenza di Iole è stata in questo caso provvidenziale. Commentando a braccio con un piglio degno del miglior Mentana un video ingovernabile e praticamente privo di audio, la signora Iole ci ha salvati da un gap tecnico dell’impianto audio-video messo a disposizione dagli organizzatori. Allo stesso incontro erano presenti Sabrina Stinziani, psicologa della Casa-residenza San Biagio, che insieme alla signora Irene Amadori, familiare partecipe, ha presentato l’esperienza del “Caffè San Biagio” (esordendo in un buio quasi assoluto e resistendo eroicamente all’azione di disturbo di un manutentore del Maggiore che cercava di attivare il “parco luci” della sala) e Manuela Maini, psicologa della Casaresidenza Simiani di Loiano, che ha presentato l’esperienza dello “Sportello d’ascolto” per i familiari, attivato in quella sede e documentato a distanza di un anno circa dall’apertura. Le presentazioni, i video e altre informazioni utili sono disponibili, per chi fosse interessato, all’indirizzo: [email protected]. Marie Christine Melon 23 numero 30 dicembre 2010 servizi Il laboratorio dell’orto-giardino al Nido “Gatto Talete” di Castel Maggiore Il nostro nido sorge all’interno di uno spazio verde piuttosto ampio (parco pubblico e parco del complesso nidomaterna). Il giardino è molto bello, gli alberi piantati da qualche anno stanno crescendo; si tratta di tigli, prunus, aceri, liriodendri e cercis. Frequentando il giardino abbiamo già avuto l’occasione di toccarne la corteccia, abbracciare il piccolo tronco, giocare con le foglie e semi caduti. Vogliamo offrire ai bambini emozioni dirette e naturali per questo favoriamo ogni volta possibile, l’uscita in giardino permettendo loro di stare all’aria aperta. Qui abbiamo ricavato da qualche anno una piccola zona adibita ad orto; i nonni del centro sociale “Sandro Pertini” si sono offerti di vangarlo e, grazie a loro, i bambini sin da ora hanno a disposizione terra da scavare, sminuzzare, ripulire dalle radici e dai sassi. La terra è la materia a noi più familiare e ha sui bambini un grande potere attrattivo, è un elemento primitivo e potente. L’orto è per noi una sorta di sfondo inte- gratore, luogo affascinante, ricco di stimoli e scoperte. Il contatto diretto con la terra permette loro di fare l’esperienza della profondità, provoca emozioni e riflessioni autonome: la terra è spessore, ha un sopra e un sotto, svela e nasconde, risponde alla necessità del bambino di vedere all’interno delle cose. L’esperienza diretta è tale solo se è“vera”, utile ed efficace. Sono i bambini a seminare in primavera: la terra nascondendo ciò che succede al seme introduce l’esperienza dell’intimità e del mistero insito in ogni nascita. I bambini vedranno gli stessi semi germogliare e crescere, dovranno occuparsi della loro cura innaffiando e sarchiando. Chiuderà il ciclo la raccolta e il consumo diretto dei prodotti, esperienza questa che dà molta soddisfazione e di cui i bambini vanno molto fieri. La partecipazione è aperta a tutti, le attività nell’orto si svolgeranno a piccoli gruppi di due-tre bambini alla volta. Nel giardino e nell’orto vive un mondo ricco da scoprire: insetti, lumache, lombrichi e larve, merli e gazze curiose; si possono osservare con attenzione e impariamo a trattare con delicatezza e rispetto la vita intorno a noi, superando il timore di ciò che non si conosce. Con questa attività hanno modo di sviluppare il senso dell’olfatto: la possibilità di sentire l’odore della terra in primavera, le erbe officinali che lo circondano ci inebrieranno con i loro diversi profumi. I bimbi sono ormai esperti nello stropicciare le foglie di lavanda, salvia, rosmarino, timo, menta, origano, azione che fa sprigionare con più intensità l’odore. Anche durante gli inserimenti, i bambini sono entrati nell’orto alla ricerca degli ultimi pomodorini maturi e hanno raccolto carote e patate. Abbiamo visto le foglie ingiallire e cadere, giocato a rincorrerci tra le foglie secche. Durante i mesi invernali giocheremo col ghiaccio e la neve e, in sezione, scopriremo e manipoleremo l’argilla. Se aggiungiamo acqua l’argilla diventa fango, diventa materia molle, avvolgente, che si lascia penetrare. Attraverso azioni spontanee esploreranno il materiale per conoscerne le qualità, le molteplici funzioni, il suo profumo di vita. Paola Cavallini 24 numero 30 dicembre 2010 Alimenti biologici I perché del loro aumento sulle tavole dei bambini nei nostri nidi Nell’ultimo anno all’interno del Settore Educativo abbiamo iniziato un percorso molto delicato, ma molto importante, che, come tutte le cose importanti, si è rivelato impegnativo e ricco di imprevisti. Nel mese di Ottobre 2009, è iniziato un confronto con Camst, la ditta che rifornisce la maggior parte dei nidi d’infanzia Cadiai e del Consorzio Karabak, riguardo all’aumento dei prodotti biologici, DOP, all’interno dei menù proposti ai bambini e alle bambine. L’esigenza che ci ha portato a lavorare sempre di più su questo fronte, è dovuta fondamentalmente a due fattori che sono strettamente correlati fra loro: 1. Esiste una legge Regionale (n. 29 del 2002) dove viene specificato che i prodotti di origine biologica, prodotti tipici, tradizionali, DOP forniti all’interno delle mense dei nidi, scuole dell’infanzia ed elementari, non deve essere inferiore al 70%. - Prodotti tipici: affondano le loro radici nella storia. È un prodotto di un luogo, di uno spazio ben definito che custodisce i legami con le proprie origini e con la storia, che racconta l’evoluzione della fruizione, da parte della popolazione con riferimento specifico al territorio. - Prodotti tradizionali: le cui metodiche di lavorazione, conservazione sono consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali. - Denominazione d’Origine Protetta (DOP): è un marchio che viene attribuito per legge agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono dal territorio in cui sono prodotti. Un prodotto è DOP se le sue fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono in un’area geografica delimitata e di conseguenza non riproducibile al di fuori di quell’area. 2. L’importanza del prendersi cura del cibo che viene distribuito all’interno dei servizi che gestiamo, garantisce qualità, sicurezza e nutrizione. Portare sui tavoli dei bambini i cibi biologici vuol dire avere cibi che durante il loro ciclo produttivo non sono stati trattati con sostanze chimiche sintetiche e organismi geneticamente modificati. A tal fine il Settore Educativo da tempo persegue un obiettivo di forte attenzione all’utilizzo, nei servizi, di prodotti di origine biologica, eco compatibili, ed equo compatibili, che oltre la ristorazione, sono utilizzati per l’igiene dei bambini e le pulizie degli ambienti. Gli incontri avvenuti in questi mesi con la direzione di Camst, ci hanno portato a costruire un menù estivo ed invernale trasversale a tutti i nidi d’infanzia. Le proposte elaborate, sono state create tenendo in considerazione le tabelle dei LARN (Livelli di Assunzione giornalieri Raccomandati di energia e Nutrienti per la popolazione italiana) che in base all’età e al sesso dei bambini, indicano l’apporto giornaliero dei principali principi nutritivi (acqua, lipidi, glucidi, sali minerali, proteine); in aggiunta a questo ci sono le indicazioni dell’Azienda USL stessa. Il procedimento per l’autorizzazione comporta la creazione da parte del dietista di Camst di un menù bilanciato che viene presentato al Dipartimento di Igiene degli Alimenti e Nutrizione agli uffici competenti che lo analizzano e controllano che le tabelle bromatologiche siano ben equilibrate e che tutti gli alimenti presenti siano in armonia tra di loro. Il risultato è un menù ricco di verdure e frutta fresca di stagione, consumo mag- giore di pesce. I nidi interessati al cambiamento sono in totale 8, 4 di Cadiai e 4 del Consorzio Karabak. Le percentuali medie dei prodotti provenienti da coltivazioni biologiche, prodotti tipici, tradizionali, DOP disponibili presenti nei menù varia tra il 90% e il 98%. In elenco sono riportate le percentuali dei prodotti biologici/Dop presenti nei diversi menù: Nidi d’infanzia sul territorio del Comune di Bologna: - Menù invernale 91% - Menù estivo 90% Nidi d’infanzia sul territorio del Comune di Casalecchio di Reno - Menù invernale 98% - Menù estivo 94% Nidi d’infanzia sul territorio del Comune di San Lazzaro di Savena - Menù invernale 98% - Menù estivo 94% Reputo importante effettuare un ringraziamento particolare alla Direzione di Cadiai che ha creduto e gestito la trattativa economica, che si è poi rivelata estremamente vantaggiosa per la nostra Cooperativa, ed a Camst per la collaborazione ricevuta nella ricerca di soluzioni. Antonia Piazzi Referente Qualità e Fornitori Settore Educativo di Cadiai 25 numero 30 dicembre 2010 Vento dal Bangladesh tra i rami dell’Albero Blu Una serata alla residenza per disabili del centro “Ancona” di via Portazza dedicata ai colori e alle atmosfere del paese asiatico In un grigio sabato di novembre un arcobaleno di colori ha invaso l’”Albero Blu” di via Portazza… i colori delle sete 26 servizi e delle stoffe portati da Happy. Happy è una delle OSS che lavorano nella residenza e ha organizzato, con l’aiuto dei colleghi e l’attentissima supervisione dei ragazzi che vi abitano, una serata ispirata al suo paese d’origine. È stata una festa in stile bangladese con tanto di abiti tipici e musica. I ragazzi hanno particolarmente gradito noi operatrici vestite di tutto punto, con orecchini, braccialetti e collane, avvolte in abiti luccicanti mentre la musica tipica orientaleggiante riempiva la sala. Qualcuno non credeva ai propri occhi alla vista di così tante belle “signorine” vestite elegantemente e “quasi” ha dimenticato di aver fame… Ci è sembrato di essere all’improvviso catapultati in un altro paese: un viaggio nel continente asiatico che purtroppo è durato una sola serata, noi speriamo però di tornarci presto e intanto facciamo tanti ringraziamenti ad Happy, una nuova ventata di freschezza dall’est che soffia direttamente tra i rami dell’Albero. Ilaria Delvecchio numero 30 dicembre 2010 “La sindrome di Down alla corte di Mantova" Una performance artistica in piazza Galvani in occasione della Giornata Nazionale della persona con sindrome di Down Domenica 10 ottobre si è tenuta una interessante performance artistica intitolata “La sindrome di Down alla corte di Mantova”, promossa da Ceps e Coop Attività Sociali e a cura del laboratorio protetto di Coop Attività Sociali “MARAKANDA”. In una sua relazione del 1981, Brian Stratford (docente in educazione speciale, scuola di educazione, Università di Nottingham e di Surrey) avanzava l'ipotesi che il Mantegna, avendo avuto l’incarico dalla famiglia Gonzaga di produrre il quadro, avesse scelto una madre con un bimbo con la Sindrome di Down. All’artista Fausto Beretti, professore all’Istituto d’Arte “Toschi” di Parma, è stata affidata la realizzazione della copia fedele del quadro del Mantegna ingrandito in proporzione fino a tre metri per due (misure originali cm.48x35). L’artista ha dipinto il quadro ad olio secondo le antiche tecniche rinascimentali. L’opera è stata realizzata nel laboratorio per disabili “Marakanda” di Coop Attività Sociali, dove gli operatori hanno affiancato l’artista e seguito gli utenti durante la realizzazione pratica del progetto. L’originalità dell’evento stava nella scomposizione a moduli del quadro (11 telai in legno con particolari del quadro dipinti su ciascuno di essi) e della sua ricomposizione a conclusione della performance. Ogni cooperativa e associazione aderente all’iniziativa, è arrivata in piazza Galvani portando un modulo che, unito agli altri, ha ricomposto l’immagine originale del famoso quadro del Mantegna. Anche Anna, Lara e Giorgio del nostro centro “Arboreto” di Bologna hanno contribuito all’iniziativa portando il proprio tassello del quadro. le foto sono gentilmente fornite da MARAKANDA Grazie agli Orbini In occasione delle festività natalizie, i centri diurni Le Farfalle, Accanto, SpazioAperto e la residenza La Corte del Sole vogliono ringraziare il gruppo di volontariato gli Orbini di San Giovanni in Persiceto, i cui membri, come tutti gli anni, hanno provveduto a far recapitare un regalo ad ogni utente inserito. Nella speranza di poter continuare a lungo ad usufruire della loro disponibilità, i tre centri augurano agli Orbini i migliori auguri di Natale e di un felice 2011. 27 numero 30 dicembre 2010 Da questo numero parte la rubrica dedicata ai suggerimenti di lettura. Si tratta di uno spazio a disposizione di tutti. Chiunque volesse scrivere un commento o un’impressione su un libro che si è apprezzato e che si vuol condividere con gli altri, può contattare la redazione allo 051 7419001 o scrivendo a [email protected] Né giusto né sbagliato Paul Collins, Adelphi 2004 Questo romanzo racconta la storia di Morgan, il figlio dell’autore. Morgan è un bambino autistico, e, come tutti gli autistici, appare come un mistero. Il bambino è come un rompicapo, un abitante di un mondo estraneo a quello che conosciamo. Collins racconta i primi anni di vita di Morgan, in modo toccante, disincantato, pieno d’amore e di curiosità per “il mondo” in cui abita il figlio. Collins, mantenendo il suo approccio giornalistico, ci mostra cosa accade nella quotidianità con il figlio, e nello stesso tempo indaga e descrive da dove arrivi Morgan, quali siano i primi abitanti di questo paese sconosciuto, che è l’autismo, come il famoso Ragazzo Selvaggio, il primo caso di autismo conosciuto nell’Inghilterra del 1700, da cui il film omonimo di François Truffaut. Così Collins racconta, indaga, e non indulge mai in sentimentalismi o pietismi. Il fatto che sia un padre a raccontare del figlio, dà alle parole lette un valore aggiunto, senza mai superare la soglia di un pudore e di una intimità familiare e personale che chiede di essere solo ascoltata, mai giudicata. Laura Draghetti 28 liber libero Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte Mark Haddon, Einaudi 2003 "Mezzanotte e 7 minuti. Il cane era disteso sull'erba in mezzo al prato di fronte alla casa della signora Shears. Gli occhi erano chiusi. Sembrava stesse correndo su un fianco, come fanno i cani quando sognano di dare la caccia a un gatto. Il cane però non stava correndo, e non dormiva. Il cane era morto". Questo è l'incipit de "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" dell'inglese Mark Haddon. Un giorno Christopher, il protagonista, trova Wellington ucciso nel giardino della sua vicina, la signora Shears. Wellington é il cane della vicina, che il nostro giovane amico trova infilzato con un forcone da giardino. Christopher ama i cani e si chiede sgomento chi possa aver compiuto una simile atrocità. Così decide di emulare Sherlock Holmes, il protagonista dei suoi libri preferiti, i gialli di Arthur Conan Doyle, i cui metodi investigativi diventeranno il suo punto di riferimento per risolvere questo curioso caso. Metterà insieme gli indizi e li distinguerà dalle false piste. Con metodo logico e fanciullesco insieme, assemblerà il suo puzzle per trovare l'assassino di Wellington. Dovrà combattere contro i pregiudizi, sarà ostacolato dal padre, che gli chiede di "non ficcare il naso negli affari degli altri"... ma la sua caparbietà non troverà chi riesca a fermarlo. Nel corso delle indagini incontrerà per- sonaggi di ogni tipo e scoprirà verità scomode. Sarà messo di fronte a segreti sconcertanti che metteranno in discussione i suoi principi: le sue abitudini, la sua vita di tutti i giorni, la sua famiglia, le sue manie. Dovrà superare le difficoltà derivanti dalla sua diversità: Christopher ha 15 anni ed è affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo. Christopher sa di essere un ragazzo diverso dagli altri e sa che sarà molto difficile per lui farsi strada nella vita, ma “dovrà imparare”. Christopher sa di avere "problemi comportamentali" (ne fa un elenco dettagliato nel corso del romanzo): non sorride mai, non ama essere toccato, non sopporta i colori giallo e marrone, non capisce le espressioni del viso delle persone né le metafore che utilizzano, è incapace di dire bugie di qualunque tipo (anche a fin di bene). Necessita di tutta una serie di comportamenti e situazioni abituali e di routines che lo aiutano a tranquillizzarsi. Può anche non parlare per giorni interi chiudendosi nel suo mondo. È intelligente, ha una memoria eccezionale, adora la matematica e ne risolve con estrema facilità i problemi. Infatti, pur iscritto ad una scuola riservata a ragazzini con problemi di relazione, si sta preparando per sostenere l'esame di ammissione all'università in matematica. Christopher, inoltre, sogna di fare l'astronauta e, come si diceva prima, ama i libri di Sherlock Holmes. Possiede un topolino addomesticato di due anni a cui è molto affezionato e si dedica con enorme cura. Il libro si snoda attraverso le azioni ed i pensieri di Christopher stesso che decide di raccontare ciò che gli è accaduto in prima persona. Lo stile del romanzo, del tutto particolare, apparirà semplice, quasi fanciullesco, appunto come se scritto di proprio pugno non solo da un ragazzo, ma di Lele da un ragazzo autistico così ad esempio i capitoli si susseguono non in base alla tradizionale numerazione decimale ma secondo un elenco di numeri primi. A capitoli alterni narrerà l'evoluzione del suo giallo, descriverà se stesso, la sua storia, la sua personalità, la sua diversità. Mi sembrò strano quando durante un collettivo, parlando di un caso sospetto di autismo, la pedagogista ci consigliò di leggere questo libro, un giallo?! Ora invece, anche se si tratta di un romanzo di qualche anno fa, lo consiglio vivamente. Tratta l’autismo, un tema complesso e ancora in gran parte incompreso, con delicatezza ed efficacia. Ci mostra cos’è da un punto di vista medico: disturbo pervasivo dello sviluppo il cui effetto più eclatante è la dissociazione del soggetto dalle persone che lo circondano. Descrive attraverso i comportamenti ed i pensieri del protagonista la sua psicologia, narrandoci quanto difficile sia la vita di chi è cosciente della propria diversità e deve comunque confrontarsi con il resto del mondo. Evidenzia i possibili conflitti fra i genitori nel modo di affrontare la disabilità del proprio figlio, un ulteriore motivo di difficoltà nel rapporto fra di essi quando ad esempio uno di loro non riesce a metabolizzare il fatto di avere un figlio diverso, o non riesce ad imparare il modo migliore di rapportarsi a lui, di confrontarsi con quel figlio che in fondo si fa fatica ad accettare. Il libro mette a nudo, infine, quali comportamenti negativi e quanti pregiudizi, spesso, la gente comune abbia nei confronti della diversità: la finta compassione, il pietismo, la difficoltà a rapportarsi o addirittura la repulsione per un ragazzo che non è perfetto come vorremmo fossero gli amici dei nostri figli... Laura Piana I ritratti di Lele Paolina Ogni volta che entro in casa sua so come mi accoglierà. Avrà quella fascia tra i capelli che la fa sentire in ordine. Fingerà anche stavolta di essere piacevolmente stupita, sorriderà e stringerà gli occhi. Entrare in casa di Paolina mi fa sempre lo stesso effetto. Pile di scatole di latta, dorate e con figure che si abbracciano. Ovunque ceste e cestini, la tovaglia colma di limoni, la macchina da cucire che sembra eternamente in pausa. Al sole ci saranno le spugne e i burazzi (strofinacci per i non indigeni) e sui muri quadri di paesaggi che odorano tanto di Appennino. Mi siederò da un lato del tavolo e lei dall’altro. E mentre lo farò fisserò sempre lo stesso oggetto. Un manichino coperto da un vecchio telo trasparente che fa intravedere della stoffa rossa. C’è sempre qualche secondo in cui ci guardiamo prima di parlare, in silenzio, semplicemente con un sorriso. Paolina ha passato le 80 primavere e, oltre agli acciacchi di una vita, soffre di una malattia oramai rara. La “bolognesite” la chiama lei. Quando Paolina ti parla di Bologna è come quando sfogliavi un libro fisicamente più grande di te, magari sul tappeto in salotto, tra una macchinina e il pallone. E lo vedi che la tua città era così. Come un salotto elegante ma generoso. Come un posto in cui ogni strada, anche quella a te più familiare, ti sembra un libro di Jack London. E lo sai che te lo dirà anche questa volta. Ti dirà di andare al tramonto sotto il portico di via Farini verso Collegio di numero 30 dicembre 2010 Spagna e di guardare quando il sole si appoggia sulle colonne rosso bolognese. Ti dirà di come s’irradia quel bagliore e di come, volenti o nolenti, ti entrerà nelle vene. Rosso bolognese, oltre che un colore, è un simbolo. Un rosso con 100 sfumature gentili. Rassicurante. Anche stavolta ti dirà che essere vecchi è una fregatura. E anche stavolta fingerai di arrabbiarti e le dirai che essere giovani oggi, senza la guida dei nonni, sarebbe ancora più difficile. Paolina ha passato le 80 primavere e, anche se si trascina gli acciacchi di una vita, non ha paura di soffrire e tanto meno di morire. Paolina ha solo paura che le sue dita non possano più lavorare per finire la vestaglia rossa che c’è nascosta sotto il telo del manichino. Una vestaglia che cuce da troppi anni. La cuce un po’ alla volta, fino a che gli occhi reggono, fino a che le nocche non scricchiolano. Una vestaglia rossa, non per lei. Paolina dice che è troppo elegante per lei. Ma è rossa e le ricorda quel portico che non vede da 30 anni. E quel negozio che c’era tanto tempo fa dove, mano nella mano con suo padre, vedeva la sarta cucire con magia, pizzi sulle vestaglie. Anche stavolta mi alzerò tristemente per andare via. E anche stavolta si vergognerà di chiedermi un bacio. E io la bacerò su quella ruga sotto lo zigomo e lei diventerà rossa. Bolognese. Toc-toc… Paolina son Lele! Raffaele Montanarella Operatore del SAD Anziani di San Lazzaro di Savena 29 numero 30 dicembre 2010 Impronta Etica Impronta Etica è un’associazione senza scopo di lucro che nasce nel settembre del 2001 con l’obiettivo di diffondere una cultura di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), di comportamenti sostenibili. In quel periodo, il contesto europeo viveva un momento di rapida diffusione della RSI e di sviluppo di nuovi modelli e strumenti, in cui Impronta Etica si collocò come un partner italiano del CSR Europe, network europeo di imprese per la diffusione della RSI. In particolare, dal dibattito europeo emerse che la Responsabilità Sociale d’Impresa stava entrando a pieno titolo nella politica europea (strategia di Lisbona) e stava uscendo dai confini della Cooperazione. Sin dalla sua nascita, l’Associazione ha avuto il ruolo di “finestra sull’Europa”: attraverso la partecipazione al CSR Europe e al Forum Multistakeholder, Impronta Etica porta le esperienze e le riflessioni dei soci e del Movimento Cooperativo emiliano in uno scenario internazionale ed europeo in cui queste trovano legittimazione. Tra i soci fondatori dell’Associazione vi sono imprese espressione del Movimento Cooperativo (Granarolo, Camst, Conad, Coop Adriatica), delle utilities (ATC-Bologna) e di imprese private (SCSazioninnova): un mix delle componenti che ancora oggi contraddistinguono Impronta Etica. Ad oggi l’Associazione conta 26 imprese socie. CADIAI è socio dal 2009, e la sua adesione ha segnato una importante apertura dell’associazione verso un mondo, quello del welfare e dei servizi sociali, che fino a quel momento era stato assente. L’Associazione svolge un’attività di ricerca che si suddivide su due livelli: - Uno, più accademico, che produce pubblicazioni che prevedono una ricostruzione del contesto teorico di ri- 30 altre realtà ferimento seguita da un’analisi empirica. Ne sono un esempio la pubblicazione “Il ruolo degli stakeholder nelle organizzazioni socialmente responsabili”, “Il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni e del movimento cooperativo nella diffusione della RSI per la sostenibilità dei territori”. - Un altro livello che mira a definire degli strumenti pratici per le imprese, ricordiamo in particolare: la guida pratica sulla mobilità sostenibile, il vademecum sulla gestione della diversità in azienda, nonché quello per la realizzazione di eventi sostenibili. Ai progetti di ricerca, si affianca l’attività di servizi ai soci, che comprende, tra gli altri, momenti di confronto su strumenti di RSI, attività di formazione e di scambio con docenti o altre aziende, che valorizzano la potenzialità dell’Associazione di fare incontrare esperienze e soggetti diversi e costruire reti nazionali ed internazionali. Inoltre, l’Associazione svolge un’attività di informazione ed aggiornamento sul dibattito e gli eventi in ambito di Responsabilità Sociale d’Impresa. Nel 2010 si sono conclusi tre progetti europei in cui Impronta Etica era coinvolta: il progetto BRC sul tema della responsabilità sociale nel settore delle costruzioni; il progetto TRAIN4CSR, cui CADIAI ha partecipato, che ha visto lo sviluppo di formazioni sulla CSR con metodologie innovative ed interattive, e il progetto LACRe, che mira a contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici attraverso la realizzazione di partnership pubblico-privato. Nel 2011 l’Associazione sarà partner del progetto europeo GAIA, che mira a contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici attraverso la realizzazione di partnership pubblico-privato che promuovano la piantumazione di nuovi alberi nelle aree del territorio del Comune di Bologna. Un altro ambito di ricerca sul quale Impronta Etica intende lavorare è la sicu- rezza alimentare. Inoltre, l’associazione ha promosso un progetto, che coinvolgerà alcuni Soci, fra cui anche CADIAI, che mira a definire un modello per la valutazione degli impatti positivi sul territorio dell’attività dell’impresa gestita in modo responsabile. Il 2011 segna un momento importante poiché rappresenta il decennale dell’Associazione, che Impronta Etica intende celebrare con l’organizzazione di un evento a Bologna in settembre 2011. L’evento vorrà essere un momento per fare il punto sull’attività svolta in questi dieci anni e sulle prospettive che si apriranno nei prossimi dieci. In particolare, il contesto concettuale sarà rappresentato dalle recenti evoluzioni in ambito europeo, ed in particolare dalla strategia Europa 2020, lanciata negli scorsi mesi dalla Commissione europea, che mira a creare una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Già nel 2009, Impronta Etica è stata protagonista di un grande evento, in occasione del quale ha presentato il documento “La Responsabilità sociale come lettere strumento per superare la crisi pensando al futuro”, da cui è stato pubblicato il volume “Siamo tutti stakeholder”, che approfondisce il tema dei circoli della responsabilità, un modello in cui ogni stakeholder e attore sociale contribuisce con le proprie competenze allo sviluppo e al consolidamento di una cultura della responsabilità sociale. Il documento del 2009 ha rappresentato un altro passo nella riflessione iniziata con il Manifesto pubblicato nel 2003, che si basava sull’idea di fondo che l’adozione di comportamenti socialmente responsabili comporti l’adesione a valori che debbono necessariamente essere condivisi a livello sia locale che globale con la comunità. Con l’evento del 2011, si vuole ulteriormente stimolare e far evolvere la riflessione sui temi della responsabilità sociale. Lo si farà coinvolgendo direttamente i soci, secondo l’approccio di Impronta Etica, e stimolando lo scambio ed il confronto che può emergere dalla loro ricchezza e diversità di esperienze, tenendo come quadro di riferimento i contenuti e gli input che l’Unione europea ha lanciato per sviluppare un nuovo modello di crescita e di impresa entro il 2020. I soci di Impronta Etica sono: Argon Sette; Cadiai; Camst; CCC; CMB Carpi; Conad, Coop Adriatica; Coop Ansaloni; Coop Consumatori Nordest; Coop Costruzioni; Coopfond; Coop Murri; EmilBanca; Gam Edit; Granarolo; Gruppo Hera; Homina PDC; Indica; Manutencoop; Nordiconad; Obiettivo Lavoro; Mediagroup98; Palm Spa; SCSazioninnova; Tetra Pak; Unipol Gruppo Finanziario. Per informazioni: www.improntaetica.org [email protected] numero 30 dicembre 2010 Un grazie dai centri diurni “I Tulipani” e “Cà Mazzetti” alla Casa Residenza “Il Corniolo” Il 23 ottobre scorso si è tenuta presso la Sala Consigliare del Comune di Baricella la premiazione dei vincitori del 10° concorso di Poesia e racconti brevi indetto dalla Casa Residenza “Il Corniolo” di Baricella. Alla presenza delle Autorità comunali sono stati premiati: • il centro diurno “Tulipani” di Bologna che si è aggiudicato il 3° premio per la poesia scritta da Giuseppina Barbieri; • il centro diurno “Cà Mazzetti” di Casalecchio che si è aggiudicato il 1° premio per la poesia di Anna Bendini, il 1° premio per il racconto di Anna Bendini, il 2° premio per il racconto di Franca Ungarelli. Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, questa lettera di una famigliare di un’ospite della Casa-residenza “La Torre” di Galliera 03 dicembre 2010 Una grande NAVE, ecco cosa mi è sembrata questa struttura quando ho accompagnato la mia mamma presso di Voi, e Voi siete la ciurma che accompagna nel lungo viaggio gli “ospiti” verso la LUCE… Sono certa che lo fate nel migliore dei modi, con AMORE e SEMPLICITÀ, la semplicità e l’amore delle parole più semplici e dei gesti più cari che Vi ho visto usare verso i Vostri “ospiti”. Vi ringrazio col cuore e in questo ringraziarVi credo di interpretare anche il pensiero della Laura, la mia mamma, che anche se per breve tempo avete curato, rimarrete sempre nel suo cuore… e NEL MIO!!! GRAZIE Sandra Alla premiazione ha partecipato una rappresentanza del centro diurno “Tulipani” a nome anche del centro “Cà Mazzetti”. Questo concorso è stato molto sentito da alcuni anziani, che anche nel periodo estivo, in cui essi non erano presenti al centro diurno, si sono sentiti in grado di portare i “compiti” a casa in modo da poter presentare qualche riflessione al momento del loro rientro. Grande è stata la sorpresa ed in seguito la contentezza nell’apprendere la loro “vittoria”, con la consapevolezza che non è mai troppo tardi anche per diventare poeti e scrittori!!! Un sentito grazie da parte di tutti noi alla Casa Residenza “Il Corniolo” per averci ancora invitato a partecipare. Paola Pettazzoni Coordinatrice dei centri diurni “Tulipani” e “Cà Mazzetti” Lettera da una mamma Con queste righe vorrei ringraziare la responsabile della Cooperativa CADIAI, signora Sarti, e tutte le persone che hanno accolto la mia richiesta di aumentare la presenza di prodotti biologici nella preparazione dei pasti per i bambini che frequentano l’asilo “Balenido” e non solo. Ringrazio per l’attenzione riservata a questo importante argomento, purtroppo normalmente ancora poco considerato, e alla fattiva collaborazione riscontrata nella realizzazione di questo progetto. Colgo l’occasione per ringraziare anche le educatrici, le dade Anna e Cristiana, e prima la dada Titti, per la serenità, l’affetto e la competenza con cui accompagnano ogni giorno il mio bambino sul sentiero di una crescita ricca di emozioni, stimoli, creatività e divertimento. Grazie di cuore. Manuela Barbieri Casalecchio di Reno, 08/11/2010 31 numero 30 dicembre 2010 Convenzioni in favore dei soci Assicoop Sicura - Agente UNIPOL UGF assicurazioni - UGF Banca Convenzione assicurativa e bancaria per i soci CADIAI e familiari conviventi. Condizioni di miglior favore e di sconti sulle principali polizze (ad esempio: R.C. Auto, polizze per la persona, la famiglia e la casa, polizze vita e gestione del risparmio, Unisalute - piani di assistenza sanitaria) e sui prodotti e servizi bancari UGF Banca (conti correnti, mutui, prestiti personali). Per ulteriori informazioni contattare: il Centro Servizi Telefonici UNIPOL allo 051 28 18 888 o la consulente Assicoop Sig.ra Rossana Peritore al cell. 320 78 58 357 “Le Coccinelle” Calzature per Bimbi Via Toscana 8/b a Bologna (zona Mulino Parisio) Telefono 051 44 23 36 Chiuso il lunedì mattina. Sconto del 20% su tutte le calzature, non cumulabile con altre offerte o promozioni. rubriche Fini Sport Nei punti vendita di Bologna: via Indipendenza 52, Centro Borgo, viaSanGiuseppe1/C,piazzaVIIIAgosto4/D Sconto del 10% in tutti i punti vendita sugli articoli non scontati, in promozione o saldo. novità Farmacie Comunali di Bologna Dall’inizio di dicembre è cambiata la convenzione con le Farmacie Comunali. Non si ha più lo sconto alla cassa mostrando la tessera socio CADIAI. Le Farmacie Comunali infatti hanno istituito la CARTA CLUB, che per varie soglie di spesa consente di accumulare dei punti che si convertono in sconti. I soci CADIAI, a pari punti accumulati, hanno diritto a degli sconti più alti. Per avere questo vantaggio bisogna mostrare la tessera socio CADIAI nel momento in cui si compila il modulo per richiedere la CARTA CLUB. Farmacia S. Anna Via Don Minzoni,1 - Bologna Tel. 051 252452 / 051 252273 -15% su parafarmaco -10% e 20% su prodotti da banco. Ferred - Prodotti sostenibilità per l’infanzia e la collettività In tutti i servizi è consultabile un listino con tutti i prodotti e i prezzi vantaggiosi espressamente rivolti ai soci di CADIAI. Trattamenti di Shiatsu Per le socie e i soci il costo è di 25 euro (inclusa tessera associazione “Spaziovita”) per un trattamento della durata di un’ora. Per informazioni e appuntamenti: Annalita Bellei: 339 8878831 Roberto Rinaldi: 349 6460655 Disco Frisco Negozio di dischi Via De’ Monari 1/A/1B a Bologna (all’angolo con via Indipendenza). Sconto del 10% su tutti gli acquisti. Nuovo Ambulatorio Felsineo via F.lli Cairoli 2 a Bologna Tel 051 42 10 644 Ai soci che si rivolgeranno all’ambulatorio per attività diagnostiche e di terapia fisico-riabilitativa, verrà applicato un prezzo vantaggioso rispetto a quello di listino. Libreria “Mel Books” via Rizzoli a Bologna Si applicano i seguenti sconti: 7% sui libri scolastici, 10% sui libri nuovi, 15% sui dizionari, 10% sui dvd. Teatro “Arena del Sole” di Bologna Viene applicato lo stesso sconto del 20% sui biglietti di ingresso così come previsto per tutti gli associati delle cooperative aderenti a Legacoop. Nati in CADIAI Pillole verdi Congratulazioni alle neo mamme Carlotta Cantelli Katarzina Dawidowicz Alba Shirin Pipoli Fanny Adela Riofrio Piccoli consigli di sostenibilità ambientale Usare le giuste dosi di prodotti per la sanificazione degli ambienti. È la pubblicità che ci spinge ad abbondare. 32 numero 30 dicembre 2010 Dono-Presto-Cerco La rete di CADIAI per mettere in contatto le persone e incrociare i loro bisogni. Il DONO-PRESTO-CERCO è una modalità di donazione e/o prestito, fra i soci e i dipendenti della cooperativa, di quegli oggetti che hanno per i singoli terminato la propria utilità. È prevista anche la possibilità di CHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’è qualcuno che ce l’ha?”), perché il bisogno di qualcuno può far ricordare ad altri di avere degli oggetti inutilizzati e magari sollecitare la disponibilità a prestarli o donarli. Come funziona? Chi vuole donare, prestare o cercare, fa la propria segnalazione ad uno dei seguenti referenti*, contattandoli direttamente presso i servizi in cui lavorano: • Cristina Anteghini, Monica Bernabiti, Eudochia Smochina (Residenza per disabili“La Corte del Sole”di San Giovanni in Persiceto); • Anna di Lucia (Casa Protetta“San Biagio” di Casalecchio); • Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gatto Talete” di Castel Maggiore); • Cinzia Capecchi (Nido “Pollicino” di Bologna); • Roberto Malaguti (uffici della sede); • Roberta Meotti (Casa protetta “Torre di Galliera”); • Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bologna); • Giuseppina Reto (“Balenido” di Casalecchio). Questa lista di persone è naturalmente aperta ad altre che vi si volessero aggregare. Le segnalazioni vengono esposte nelle bacheche dei servizi e riportate in una apposita pagina del sito www.cadiai.it Il DONO-PRESTO-CERCO è una rete informativa che mette in contatto le persone e le loro disponibilità ed esigenze. Non è prevista alcuna modalità di stoccaggio o deposito degli oggetti: le persone si accordano autonomamente per le consegne. Il DONO-PRESTO-CERCO cerco è partito esattamente un anno fa. Questa iniziativa, proposta dai soci, è andata, forse anche in modo un po’inaspettato, decisamente bene… Non servono chissà quali commenti. Basta riportare la lista completa degli oggetti andati a buon fine. Un frigorifero, un fornello, quattro sedie, un giaccone da donna, un mobile vetrina per soggiorno, due piastre per capelli, una scopa elettrica, dei vestitini per bimbo, un paracolpo per lettino, un seggiolino da auto per bimbo, due monitor per computer, tastiera e casse per computer, una bicicletta, una libreria blu in bambù, un mobile per stereo con anta in cristallo, un trio Peg Perego, un armadio azzurro a due ante, un assortimento di personaggi Playmobil a tema medievale, un assortimento di cavalieri in Lego tipo bionicle, un assortimento di costruzioni in legno, armi medievali in legno, un trenino in legno, uno stereo anni '70, un raccoglitore per audiocassette, 7 casacche da calcio, una scatola con alcune centinaia di pennarelli, una chitarra, una bilancia elettronica per bimbo, una alzata per bimbo per sedia, un seggiolino senza schienale per automobile per bambino, un lettino pieghevole da campeggio per bimbo, una mountain bike e un caschetto per bambino, un assortimento di videocassette VHS film e cartoni per bambini, un assortimento di animaletti di plastica. Tanti auguri per un buon Per ricevere ogni mese la nostra newsletter nella tua casella di posta elettronica, iscriviti inserendo il tuo indirizzo nell’apposito spazio della pagina principale del sito www.cadiai.it Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all'indirizzo [email protected] o per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna