dicembre 2010

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Poste Italiane s.p.a.
Spedizione in Abbonamento Postale
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1, comma 2, DCB BO
numero 30
dicembre 2010
Gerusalemme-Bologna
Un gemellaggio
fra servizi alla prima infanzia
CADIAI acquista
l’immobile della
Casa-residenza
“Sandro Pertini”
di Altedo
I 20 anni di gestione
delle Case-Residenze
di Baricella
e Galliera
Presentato il
tredicesimo
Quaderno CADIAI
numero 30
dicembre 2010
sommario
1
2
Direttore Responsabile:
Mattia Miani
5
Proprietario ed Editore:
CADIAI Cooperativa Sociale
via Boldrini 8 - 40121 Bologna
Direzione e Redazione:
via Boldrini 8 - 40121 Bologna
Tel 051 74 19 001
Fax 051 74 57 288
Coordinatore di redazione:
Roberto Malaguti
Collaboratori:
Cristina Anteghini,Vincenzo Baldari, Monica Bernabiti, Rosy Blanco, Silvia Bonazzi,
Lucia Cardone, Enrico Cerrigone, Nicola
Cucca, Giuseppe Dal Bosco, Francesca De
Fazio, Anna Rita Di Giacomo, Anna Di Lucia, Sonia Liberata Fabiano, Paola Finelli,
Fabio Liistro, Immacolata Massesio, Caterina Mastrosimone, Laura Piana, Maria Angela Piccinelli, Giuseppina Reto, Giada
Roma, Raffaela Rossi, David Rossi, Rosaria
Tessier, Donato Testoni.
Progetto grafico Impaginazione:
Service Group - Galleria dei Notai, 1
40124 Bologna
Stampa:
Casmatipolito
via Provaglia 3/b, 3/c, 3/d
40138 Bologna
18 Servizi
Note in merito alla
realizzazione dei servizi per
la prima infanzia da parte
delle cooperative sociali
Periodico trimestrale di CADIAI
Registrazione Tribunale di Bologna:
n. 7703 del 18/10/2006
Comitato di redazione:
Ornella Montanari, Gloria Verricelli
Editoriale
In copertina
Gerusalemme-Bologna
6
7
8
9
Attività sociale
Ali della Colomba
Premiati i bilanci Sociale e
d’Esercizio 2009 di CADIAI
La certificazione di genere
Accogliere le delegazioni
straniere
Ricordando Simona
Generazioni
Inaugurato il nuovo Polo
Scolastico a San Lazzaro
Di Savena
Inaugurata ad Ozzano
la nuova palazzina
degli uffici comunali
La nuova stanza morbida
di “SpazioAperto”
12 Monografia
Nido d’Infanzia
“Maria Trebbi”
di San Lazzaro di Savena
14 Anniversario
Le Case-residenze
“Il Corniolo” di Baricella
e “La Torre” di Galliera
celebrano i primi vent’anni
di gestione CADIAI
Questa rivista è stata stampata su carta riciclata 100% ecologica che ha ottenuto il
marchio Greenlabel dell’Unione Europea
riservato ai prodotti a minor impatto ambientale.
Gemellaggio Gerusalemme -Bologna
19
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25
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“Comunità, politiche sociali
e servizi di cura:
relazioni che crescono”
CADIAI acquisisce
la proprietà dell’immobile
della casa protetta
“Sandro Pertini” di Altedo
Memoriale sul Natale
Rom e sinti:
stranieri per chi?
RAC-contatto
Assistere Ascoltando
“Portami a ballare”
Il laboratorio dell’ortogiardino al Nido “Gatto
Talete” di Castel Maggiore
Alimenti biologici
Vento dal Bangladesh
tra i rami dell’Albero Blu
“La sindrome di Down
alla corte di Mantova"
28 Liber Libero
Né giusto né sbagliato
Lo strano caso del cane
ucciso a mezzanotte
29 I ritratti di Lele
Paolina
30 Altre realtà
Impronta Etica
31 Lettere
32 Rubriche
Convenzioni e vantaggi
per i Soci
Nati in CADIAI
Pillole Verdi
Dono-Presto-Cerco
La vignetta di Alex
editoriale
Note in merito alla
realizzazione dei servizi per
la prima infanzia da parte
delle cooperative sociali
Si è sviluppato di recente nella nostra
città un acceso dibattito intorno al
tema della cosiddetta“privatizzazione”
dei servizi per la prima infanzia, con
particolare riferimento al ruolo della
cooperazione sociale.
Credo sia giusto su questo tema esprimere la posizione di CADIAI dalle pagine del nostro giornale, a tutela della
qualità dei servizi che noi eroghiamo e
della professionalità dei soci e dipendenti che lavorano in questi servizi.
Questo giornale raggiunge infatti, oltre ai nostri soci e dipendenti, i nostri
più diretti interlocutori: utenti e loro
famiglie, enti committenti, sindacati,
associazioni.
Le riflessioni qui proposte sono quindi
rivolte a tutti e vogliono essere una
esplicitazione pacata ma chiara della
nostra posizione in questo dibattito.
SUSSIDIARIETÀ
• Sono più di 10 anni che nel comune
di Bologna le cooperative sociali, ed
in particolare CADIAI, concorrono alla integrazione della rete dei servizi
comunali per la prima infanzia, esattamente dal 1997/98, primo anno
scolastico di funzionamento di “Progetto 1/6”.
• Da allora ad oggi i servizi di nido d’infanzia gestiti in modo globale da
CADIAI a Bologna e provincia, sulla
base di una concessione o di una
convenzione comunale, sono diventati 14 e un altro è in via di realizzazione. La presa di posizione espressa
recentemente da alcuni esponenti
politici della nostra regione non fa
quindi che portare alla luce una realtà nei fatti già esistente da tempo.
• Ogni anno scolastico questi servizi
gestiti in modo globale da CADIAI accolgono circa 780 bambini, che vi
accedono tramite le graduatorie comunali; le loro famiglie pagano le
stesse rette che pagherebbero se utilizzassero un nido comunale. Si tratta infatti di servizi che fanno parte
integrante dell’offerta educativa del
Comune di Bologna e degli altri comuni del territorio, ne applicano il regolamento di servizio, si relazionano
costantemente con il coordinamento pedagogico del quartiere o comunale; le educatrici e il personale
ausiliario dei servizi accedono alle
stesse offerte formative cui partecipano le dipendenti comunali così come è possibile per le dipendenti
comunali partecipare alle iniziative
formative organizzate da CADIAI; i lavori di documentazione prodotti, se
idonei, vengono collocati nella Rete
Regionale dei Centri di Documentazione dei servizi per l’infanzia.
• Se una delegazione straniera vuole
visitare questi nidi (e accade spesso)
dobbiamo informarne il Quartiere o
l’Ufficio Scolastico del Comune; a
questi uffici vengono inviate le programmazioni annuali e i report di
servizio; siamo regolarmente sottoposti a verifica sul rispetto degli
standard; si sviluppa una collaborazione fattiva che porta alla condivisione di iniziative importanti, come
il progetto “Ali della Colomba” che
da oltre due anni vede coinvolti CADIAI e Comune di Bologna, oltre ad
ARCI e Regione Emilia-Romagna, in
un confronto molto intenso con la
realtà dei servizi per la prima infanzia in Palestina.
QUALITÀ
• Trattandosi in molti casi di nidi nuovi,
costruiti di recente con le più innovative soluzioni architettoniche ed energetiche, questi servizi offrono ai
bambini un ambiente particolarmente confortevole e ricco di stimoli.
• Tutti i servizi hanno il sistema di gestione qualità certificato secondo la
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•
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•
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•
norma ISO 9001/2008 e la normativa
specifica di settore UNI 11034.
Il personale educativo e ausiliario
possiede le qualifiche di base previste dalla normativa regionale: in
molti casi le educatrici possiedono
la laurea triennale specifica; fanno
annualmente una media di 35,28
ore di formazione continua; trattandosi inoltre di personale giovane, ha
al proprio attivo una forte motivazione ed una grande energia.
È costantemente attivo un coordinamento pedagogico interno, che si
confronta con i coordinamenti pedagogici di quartiere e partecipa alle
iniziative del coordinamento pedagogico provinciale.
Annualmente viene sondato il gradimento delle famiglie ed i risultati attestano un grande apprezzamento
del nostro lavoro. Lo scorso anno
scolastico, in una scala di valutazione
da 1 a 10, i nidi gestiti globalmente
da CADIAI hanno riportato l’89% di
voti tra 8 e 10.
I famigliari apprezzano molto anche
la flessibilità e le innovazioni organizzative proposte, come il nido d’inverno (apertura nei giorni feriali durante
le festività natalizie – nido Abba a Bologna e Balenido a Casalecchio) e il nido d’agosto (apertura nel mese di
agosto, con possibilità di frequenza
settimanale al nido Pollicino).
La cooperativa si adopera costantemente per valorizzare e socializzare il
lavoro educativo che viene fatto in
questi servizi, attraverso momenti
pubblici (presentazione del quaderno “Fili di partecipazione” il 15 aprile
2010) e scambi internazionali (Inghilterra, Danimarca, Spagna, Bosnia,
Gerusalemme).
COSTI
• Il costo del personale delle cooperative sociali è indubbiamente più basso,
ma noi applichiamo integralmente il
CCNL di settore più alcune condiziosegue a pagina 2...
1
numero 30
dicembre 2010
in copertina
... segue da pagina 1
•
•
•
•
ni migliorative che garantiscono al
nostro personale il miglior trattamento possibile.
Il lavoro è garantito, con contratti a
tempo indeterminato: nei suddetti
nidi a gestione complessiva, gli assunti a tempo indeterminato sono
217 a fronte di 22 assunti a tempo
determinato.
Il minor costo dei servizi gestiti dalle
cooperative sociali (che si aggira mediamente intorno agli 11.500/12.500
euro annui a bambino contro i
14.500/15.000 di quelli comunali) è
però dovuto anche ad una maggior
efficienza organizzativa, derivata da
un’organizzazione a“matrice”, che dà
autonomia ai singoli servizi (che hanno un coordinamento amministrativo interno) supportandoli però con
servizi centrali molto“vicini”e quindi
capaci di dare risposte rapide.
Non per questo però“facciamo miracoli”: è anzi necessario che ci venga
pienamente riconosciuto il costo di
realizzazione di questi servizi, cosa
non sempre assicurata.
Non siamo certo contrari ad un eventuale innalzamento del livello retributivo dei nostri soci/dipendenti, a patto
però che ci sia pienamente riconosciuto degli enti committenti: attualmente lo stesso Comune di Bologna non
ci ha riconosciuto l’aumentato costo
del lavoro per il servizio di assistenza
domiciliare agli anziani, dovuto dall’applicazione dell’ultimo rinnovo
contrattuale, per altro già scaduto.
Nei servizi nido, che funzionano a
retta omnicomprensiva, riusciamo a
ottenere margini risicati grazie ad
una forte ottimizzazione delle gestioni sui servizi generali, che non ne
compromette la qualità (anzi, da
questo anno scolastico, grazie alla
preziosa collaborazione di Camst, offriamo ai bambini un menù che possiede una percentuale di alimenti
2
biologici tra il 91% e il 98%, nettamente superiore a quella fornita
di norma dalle mense dei servizi
comunali) ma relativamente ai costi del personale gli adeguamenti
tariffari sono stati del tutto insufficienti.
Allora qual è il problema?
A parer mio il problema principale è
la scarsità delle risorse disponibili,
che sta incrinando la tenuta del sistema di welfare complessivo e ci
chiama ad un radicale cambiamento.
In questo contesto il problema non è
la cooperazione sociale, che coniugando efficienza a qualità, può contribuire a trovare una soluzione, ma
sono le politiche di gestione delle risorse definite dal governo centrale e
meccanicamente riportate nel contesto bolognese da un’amministrazione necessariamente priva di vision politica.
Il problema è l’assenza di governo di
questa città.
In questo frangente le cooperative
sociali hanno viceversa dimostrato
un grande senso di responsabilità,
perché se non fosse per il loro impegno molti dei servizi oggi ancora attivi avrebbero chiuso i battenti da un
pezzo. Se non fosse stato per la loro
capacità di progettare e fare investimenti, la rete dei servizi per la prima
infanzia del comune di Bologna e di
altri comuni della provincia non
avrebbe mai raggiunto la capacità di
risposta che ha ora.
Franca Guglielmetti
Presidente di CADIAI
GerusalemmeBologna
Un gemellaggio fra servizi
alla prima infanzia
Se le città potessero parlare chissà quali
storie racconterebbe Gerusalemme… e
la cosa più importante è che quelle storie non sono ancora finite.
Andarci è stato per noi come entrare
nelle pagine della sua storia , non come
semplici turisti, ma come ospiti; tutto
ciò ci ha dato la possibilità di ascoltare
e parlare con le nostre colleghe che lavorano e vivono a Gerusalemme una
realtà molto diversa dalla nostra, ma
che condividono la nostra stessa passione per l’educazione dei bambini,
questa è stata la parte migliore della
nostra visita.
Early Childhood Resource Center
Siamo state accolte in modo molto caloroso dall’associazione ECRC, partner
palestinese del progetto, che ha organizzato la nostra permanenza e la visita a quattro strutture che comprendono nidi, materne, scuole primarie e
secondarie.
La domenica mattina, prima giornata
della nostra permanenza, è stato organizzato un workshop nella sede di
ECRC; erano presenti Nabil Subladan,
responsabile di ECRC, le educatrici delle
scuole con le quali si intendeva dare
avvio al gemellaggio, noi, Miriam Traversi, coordinatrice scientifica del progetto e le colleghe del Comune di Bologna. Questo è stato il momento di
avvio del gemellaggio: dopo una breve
restituzione del lavoro svolto fino a
quel momento, ci siamo divise in due
gruppi, dove le educatrici delle scuole
materne e quelle dei nidi hanno lavorato con le colleghe palestinesi. Ciascun gruppo ha ideato le proposte per
il futuro gemellaggio e le ha condivise
poi in un incontro finale. La proverbiale
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ospitalità araba è stata in questa occasione assolutamente confermata ed ha
aiutato ad instaurare un clima tra noi
molto positivo.
Istituto Rawdat El-Zuhur
(gemellato con una scuola del Comune di
Bologna)
Il lunedì mattina abbiamo visitato la
prima scuola, l’istituto Rawdat El-Zuhur, un comprensorio che accoglie
una scuola materna e una scuola elementare. All’entrata siamo state subito
accolte da questo albero dei valori etici
a cui la Direttrice ha rivolto grande attenzione e a cui le educatrici dedicano
molto tempo: fratellanza, pace, amicizia, generosità, perdono sono le linee
guida della loro educazione. Ogni
anno si aggiunge a questo albero una
parola che accompagnerà la progettualità educativa dell’anno scolastico;
quale debba essere la parola non lo
decidono solo gli educatori: “L’anno
scorso - racconta la direttrice - un
bimbo ha trovato dei soldi che qualcuno aveva smarrito per terra, il bambino ha portato a me quei soldi che
sono poi stati restituiti al legittimo
proprietario...”; all’albero dei valori è
stata così aggiunta la parola “onestà” e
su questa si è lavorato.
Con la Direttrice, abbiamo visitato le
classi, la biblioteca, il teatro, la sala computer, abbiamo partecipato ad una lezione di ginnastica, ad una di francese
e assistito ad un canto patriottico.
Dar El Tifil Al Arabi Institut
(gemellato con il nido “Pollicino”)
Sempre nella giornata di lunedì, abbiamo visitato questo comprensorio
che racchiude tutti i gradi della scuola,
dal nido alla scuola superiore, ci sono
infatti bambini dai 3 mesi ai 18 anni. Il
nido, che ospita dai 20 ai 25 bambini,
non esistendo una cultura e una pro-
grammazione rivolta a questa fascia
di età, viene semplicemente considerato come un luogo dove i bambini
sono custoditi da due educatrici con il
supporto di tre madri. Gli orari di apertura del nido sono dalle 7 di mattina
alle 2 di pomeriggio. Per i bimbi che si
fermano a pranzo, i pasti vengono portati da casa e riscaldati a scuola in una
piccola cucina.
Gli arredi della struttura e i materiali a
disposizione dei bambini sono molto
semplici e basilari. L’interesse della Direttrice rispetto al gemellaggio è proprio finalizzato a una diversa impostazione del nido dove, accanto al
sostegno alla famiglia nell’accudimento del bambino, è presente una
progettualità educativa.
Princess Basma
(gemellato con una scuola del Comune di
Bologna)
Il martedì mattina siamo state ospitate
nell’istituto Princess Basma. Questa
struttura è stata la pioniera nell’integrazione dei bambini disabili con programmi di educazione speciale e servizi
di “training” rivolti sia ai bambini che
alle madri per le quali è possibile seguire programmi personalizzati e rimanere in struttura con i loro figli.
In questa grande struttura, oltre alle
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attività educative, ci sono delle officine che, con strumenti a basso impatto tecnologico, riescono a realizzare vere e proprie protesi. Poche
classi più in là, abbiamo incontrato
bambini che utilizzavano invece degli
ausili cocleari (apparecchi acustici di
ultima generazione).
L’obiettivo dell’istituto è quello di inserire, al termine di un percorso personalizzato, i bambini disabili in classi di
bambini normodotati e questo è quello
che noi abbiamo constatato.
Questo istituto è sorretto economicamente anche da sponsor internazionali
ed è possibile, per chi lo desidera, trascorrere periodi medio lunghi nei quali
fermarsi ad aiutare, in vario modo, a titolo volontario.
Arab Women’s Union Charitable
Societies/Jerusalem
(Gemellato con il nido “Abba”)
Il martedì pomeriggio siamo state all’Arab Women’s Union Charitable Societies/Jerusalem, un istituto che ospita
sia un asilo nido che una scuola materna. La particolarità di questa struttura è quella di essere stata fondata da
donne lavoratrici, e questo naturalmente ci ha fatto sentire molto vicine a
loro; alcune mamme danno un loro
contributo attraverso la vendita, all’interno della scuola, di vestitini di lana
fatti a mano.
L’unione delle donne arabe inoltre or4
in copertina
ganizza corsi di formazione per insegnanti su una specifica progettualità
che vede il bambino e la sua salute al
centro dell’educazione.
La nostra visita si è conclusa con un ottimo pasto (lo stesso dei bambini) e
uno spettacolo danzante che ci ha direttamente coinvolte.
Germana (nido “Abba”), Manuela & Annalisa (Artelier/Comune di Bologna) e Michela (nido “Pollicino”)… e una ben augurante colomba della pace, un murales
di una scuola.
Il progetto Ali della Colomba mira al
rafforzamento delle capacità istituzionali dell’Amministrazione e delle organizzazioni della società civile palestinese,
alla riduzione del tasso di disoccupazione locale, alla promozione di modelli
di partnership tra autorità palestinesi ed
italiani e al consolidamento di servizi locali di base nell’ambito della formazione
rivolta alla prima infanzia. Si propone di
favorire la partecipazione delle donne
nei programmi di empowerment e raf-
forzare i meccanismi di rappresentazione delle comunità.
Cerimonia di chiusura del Progetto
“Rafforzare le conoscenze e le capacità del settore della prima infanzia a
Gerusalemme Est”.
Martedì pomeriggio, con una piacevole
cerimonia, si è concluso il progetto
“Rafforzare le conoscenze e le capacità
del settore della prima infanzia a Gerusalemme Est”. Alla cerimonia sono intervenuti tutti i partner, ECRC, ARCI, CADIAI, Comune di Bologna, il Console
italiano ed una rappresentanza delle
insegnanti beneficiarie del progetto.
L’occasione è servita per consegnare
alle educatrici palestinesi l’attestato di
partecipazione alla formazione svoltasi
in Italia lo scorso anno. Il clima, pur formale, era particolarmente gradevole,
ospiti italiani e palestinesi, mescolati
tra loro, stavano intorno a dei grandi tavoli rotondi imbanditi a festa per l’occasione.
Al termine della cerimonia alcuni bam-
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bini della scuola ci hanno allietati con
una loro danza tipica.
Betlemme
Abbiamo concluso il nostro viaggio con
una piacevole visita a Betlemme, ospiti
di Jamila, una collega educatrice che
ogni mattina per recarsi al lavoro affronta due ore di check-point per raggiungere la sua scuola a Gerusalemme
Est. Noi, abbiamo impiegato 20 minuti
per raggiungere casa sua, dove ci ha
“Ali della Colomba”
Un progetto concluso bene
e nuove idee all’orizzonte
Si è concluso lo scorso ottobre il progetto promosso dalla Regione EmiliaRomagna e coordinato da ARCI Bologna, “Rafforzare le conoscenze e le
capacità del settore della prima infanzia a Gerusalemme Est” nell'ambito
del Palestinian Municipalities Support
Program (PMSP), a tutti noto come
“Ali della Colomba”.
CADIAI e Comune di Bologna, i due
partner italiani, insieme a Early Childhood Resource Center (ECRC), il partner palestinese, hanno collaborato
nella realizzazione di un percorso di
formazione pensato per mettere a
confronto due culture che hanno
sensibilità e modalità di lavoro a volte
molto diverse, ma dove è stato individuato anche un potenziale di arricchimento reciproco molto concreto.
La missione a Gerusalemme ha visto questa volta come principali protagoniste le educatrici dei nidi CADIAI, Michela Corticelli e Germana
Grandi, insieme a Annalisa Bonazzi e
Manuela Caselli, colleghe del Comune di Bologna; dopo un incontro
con le educatrici palestinesi, dove si
sono condivisi finalità ed obiettivi,
hanno avuto avvio i cinque gemellaggi tra nidi/scuole dell’infanzia di
offerto tè alla menta raccolta
direttamente dal suo bel giardino. Malgrado l’ora di chiusura, grazie a lei, siamo riusciti a visitare la Chiesa della
Natività. Porteremo a casa il
ricordo di un’ospitalità genuina, sincera a cui speriamo
di poter presto ricambiare.
Michela Corticelli
Germana Grandi
Gerusalemme e nidi/scuole dell’infanzia di Bologna.
Un secondo gruppo, composto da Daria Balestrazzi del Comune di Bologna,
Daria Quaglia e Lara Furieri di CADIAI,
arrivato a Gerusalemme per il World
Educational Forum, ha avuto modo di
partecipare ai diversi eventi organizzati per l’occasione a Gerusalemme e
nelle zone circostanti: Ramallah, Haifa
e Gaza.
Le attività del Word Educational Forum
erano finalizzate ad individuare, attraverso un confronto multiculturale di
diverse professionalità, le principali
problematiche educative e a promuovere la riflessione sulle possibili modalità di intervento: educatori, insegnanti,
docenti universitari ed altre persone
coinvolte nel mondo educativo, si sono
incontrate per scambiarsi pareri ed
ideare strategie. Quello che noi abbiamo percepito è stato che parlare di
educazione in una terra di popoli “in
guerra” non è cosa facile, il diritto all’educazione spesso viene prevaricato
dal diritto di potersi muovere liberamente in un territorio, piuttosto che di
avere la serenità che nessuno decida di
compiere gesti estremi pur di danneggiare l’altro e questo, nei diversi interventi, emergeva con chiarezza. Eppure,
pur tra timore ed incertezza per un futuro che, per nessuno, sembra promettere buone nuove, nascono e crescono esperienze belle e ricche: scuole,
istituti per l’integrazione dei bimbi disabili, programmi, progetti e, nel suo
piccolo, anche la nostra presenza.
Durante la permanenza è stato possibile incontrare il console italiano, il
dottor La Rocca, e con lui condividere
i risultati del progetto che sono sicuramente stati soddisfacenti: oltre al
miglioramento delle condizioni strutturali di alcuni nidi, attraverso la fornitura di nuovo materiale, è stato fatto
un prezioso lavoro di formazione con
le educatrici di Gerusalemme attraverso workshop, lezioni frontali e
stage nei nidi/scuole di Bologna.
A giugno è stato fatto un seminario a
Bologna “Infanzia, Educazione, Diritti in
Emilia-Romagna e Palestina”, e si sono
realizzate due visite di studio a Gerusalemme Est.
Tra i risultati più concreti di questo progetto c’è stato l’instaurarsi di un rapporto di stima e fiducia tra le educatrici; mondi apparentemente così
“lontani” sono riusciti a condividere
esperienze, competenze e riflessioni
sul tema dell’educazione.
Ora, l’esperienza più attuale è quella
del gemellaggio. Si sono già mossi i
primi passi creando contatti con le educatrici del luogo, spedendo foto e presentando le scuole, ma molto rimane
da fare, sia in termini di formazione che
rispetto ad altre nuove idee…
Lara Furieri
5
attività sociale
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dicembre 2010
La certificazione
di genere
Premiati i bilanci
Sociale e d’Esercizio
2009 di CADIAI
Un impegno formale
di CADIAI
per le Pari Opportunità
Si tratta del premio
BEST nel concorso
QUADROFEDELE 2010
indetto da AIRCES per
premiare i migliori bilanci
delle cooperative aderenti
a Legacoop
CADIAI ha ricevuto il premio BEST nell’ambito del concorso PREMIO QUADROFEDELE 2010, indetto da AIRCES
(Associazione Italiana Revisori Contabili dell'Economia Sociale) in collaborazione con Coopfond.
Il PREMIO QUADROFEDELE 2010,
giunto alla dodicesima edizione, ha
selezionato, fra le cooperative aderenti
a Legacoop, il miglior Bilancio Sociale
e il miglior Bilancio di Esercizio riferiti
all’anno 2009.
La categoria BEST premia la cooperativa con i migliori bilanci d’Esercizio
e Sociale.
CADIAI si era aggiudicata nel 2007 il
primo premio per la categoria miglior
Bilancio Sociale e in altre cinque edizioni aveva ricevuto la menzione speciale.
I vincitori del PREMIO QUADROFEDELE
2010 per ogni categoria:
Errata corrige:
Nello scorso numero, in uno degli strilloni di copertina abbiamo erroneamente scritto:
“accreditamento provvisorio”
invece di:
“accreditamento transitorio”.
Ce ne scusiamo con i lettori.
6
BILANCIO D’ESERCIZIO (12ª edizione)
Vincitore:
CPL di Concordia sul Secchia (MO)
Menzione speciale a:
CESI di Imola, AUPREMA di Cinisello
Balsamo (MI), 3 ELLE di Imola, Coop
Edificatrice Ansaloni di Bologna, UNIPEG di Reggio Emilia.
Premio Speciale “NEW ENTRY”:
CONSORZIO CTM ALTROMERCATO di
Bolzano e COOP PLACIDO RIZZOTTO
LIBERA TERRA di San Giuseppe Iato
(PA)
BILANCIO SOCIALE (11ª edizione)
Vincitore:
COOP ADRIATICA di Villanova di Castenaso (BO).
Menzione speciale a:
CADIAI, CAMST e CCC di Bologna, COOPSELIOS di Reggio Emilia.
Premio Speciale “NEW ENTRY”:
EMISFERA di Verbania
BEST: PREMIO ALLA COOPERATIVA
CON I MIGLIORI BILANCI D’ESERCIZIO E SOCIALE (3ª edizione)
Vincitore:
CADIAI
CADIAI nasce nel 1974 come cooperativa di donne, l’attenzione e la sensibilità nei confronti del genere femminile è sempre stata un prerogativa
importante.
Da risultati di numerose ricerche si
evince come una cultura attenta al potenziale femminile all’interno di una
struttura, sia essa azienda o cooperativa, risulta premiante. Questo lo spirito con cui Dora Iacobelli, presidente
della Commissione per le Pari Opportunità di Legacoop, ha chiesto a CADIAI di aderire al progetto di formazione: “La Qualità nella gestione
delle risorse umane: interventi formativi a supporto del percorso finalizzato alla certificazione di genere”.
Il progetto rientra in una serie di numerose azioni previste dal progetto
“Women in action”, che ha come finalità principale l’orientamento cooperativo alle pari opportunità.
Il progetto, presentato da CADIAI e finanziato con le risorse di FonCoop,
avrà inizio il prossimo gennaio.
Il percorso formativo si articolerà su
quattro moduli e porterà come risultato finale il riconoscimento di un
“Marchio di qualità” nella gestione
delle risorse umane che garantisca
uno sviluppo orientato alle pari opportunità.
Tra i principali obiettivi del progetto,
quello di migliorare le performance
aziendali attraverso un approccio culturale e manageriale orientato alla valorizzazione del potenziale femminile,
oltre che l’inserimento nei processi direzionali e gestionali, definiti dal Si-
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dicembre 2010
Accogliere le
delegazioni straniere
Un’occasione per
confrontarsi e riflettere
Lara Furieri
Svedesi, Bosniaci e Serbi, Coreani e
Giapponesi, Palestinesi e Israeliani, binomi a volte difficili da accostare ma
che hanno trovato tutti, in questo
2010, in CADIAI uno spazio prezioso di
scambio e arricchimento con la nostra
cooperativa.
Già da parecchi anni CADIAI accoglie
delegazioni provenienti da diversi
paesi, questi incontri diventano momenti di scambio significativi dove si
mettono a confronto diverse culture e
modalità di lavoro, con un vivace interesse verso la realtà cooperativa.
Gli ambiti più investigati si sono rivelati essere il welfare italiano ed emiliano in particolare, oltre che la modalità di lavoro pubblico/privato che
caratterizza le nostre cooperative; proprio per la particolarità del nostro rapporto con l’ente pubblico, non sempre è stato facile spiegare (e tradurre
con parametri da tutti comprensibili)
quali siano le modalità di collabora-
Alla data del 20 dicembre 2010 solo
71 soci dovevano ancora sottoscrivere l’aumento del Capitale sociale.
Questo significa che l’ha fatto l’89,5%
dei 677 soci che dovevano integrare
la quota (al momento della deliberazione 7 soci avevano una quota già
pari o superiore a € 1.800).
Di questi 71, due hanno posto particolari difficoltà e con questi il Consiglio di Amministrazione sta cercando
una soluzione.
Venti soci, adducendo chiare e documentate motivazioni, hanno richiesto
e ottenuto dal Consiglio di Amministrazione una deroga riguardo all’importo della trattenuta in busta paga.
Il numero complessivo dei soci ha visto un incremento annuo negli ultimi
due esercizi di circa il 19,5%: da maggio 2008 a novembre 2010 il numero
dei soci è passato da 480 a 726 con un
aumento del 51,25%.
stema Qualità, di procedure che garantiscano l’attuazione di politiche di
pari opportunità. Una parte significativa del percorso è dedicata alla formazione dei coordinatori dei Servizi, in
un’ottica di individuazione delle criticità e delle capacità che portano ad
un rafforzamento delle competenze
in un “empowerment” al femminile.
Nella consapevolezza che CADIAI ha
già attuato nei confronti dei propri lavoratori politiche di tutela per le pari
opportunità, l’obiettivo di questo percorso è quello di implementare e rendere più strutturato un impegno che
da sempre caratterizza la nostra cooperativa.
Sottoscrizione
quota sociale e
ampliamento
base sociale
zione, ma l’interesse suscitato è sempre stato molto significativo.
La visita, tendenzialmente di un
giorno, si articola in due momenti: si
accoglie la delegazione nella sede centrale e successivamente ci si reca in
uno dei nostri servizi.
A seconda dell’ambito di interesse abbiamo visitato nidi, oppure centri residenziali o diurni, per disabili o anziani;
andare nelle strutture significa, oltre
che vederne il funzionamento, anche
respirarne il “clima”, e questi si sono
sempre rivelati incontri molto belli.
Le tante riflessioni e le numerose domande, a volte complesse, a volte più
ingenue, o meglio genuine, ci aiutano
a ricordare le nostre origini: “CADIAI
nasce nel 1974 con la volontà e l’impegno di 27 persone, 24 donne e 3 uomini,
che desiderano regolarizzare il loro lavoro… fino al Project Financing per la
costruzione di nuovi nidi”.
Ogni volta che raccontiamo questa
storia, la ri-raccontiamo anche a noi...
Lara Furieri
Da maggio 2010, mese in cui è stata
aumentata la quota minima di Capitale Sociale, al 30 novembre 2010, il
numero complessivo dei soci è aumentato del 6,14%, passando da 684 a
726 soci di cui 706 dipendenti pari al
58,02% di tutti gli occupati (dipendenti e libero professionisti) e del
63,71 % dei dipendenti a tempo indeterminato.
Dei nuovi soci ammessi da maggio
2010 il 78% erano stati assunti prima
del 2010.
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numero 30
dicembre 2010
attività sociale
Ricordando Simona
Una targa in memoria
di Simona Onofri, già
responsabile della Casa
Residenza “San Biagio” di
Casalecchio, ad un anno
dalla scomparsa.
glielmetti, presidente di CADIAI, e i famigliari di Simona.
Simona ha svolto gran parte del proprio percorso professionale in CADIAI,
dove lavorava dal 1985.
Dal gennaio 2002, è stata responsabile
della Casa Residenza e Centro Diurno
“San Biagio” e in precedenza aveva
aperto la Casa Residenza “Sandro Pertini” di Altedo. Ma prima di dedicarsi
agli anziani fragili si era occupata di
gravi disabili psichici e di ex lungodegenti psichiatrici.
Sabato 30 ottobre presso la Casa Residenza e Centro Diurno per anziani
“San Biagio” di Casalecchio di Reno, è
stata scoperta una targa in memoria di
Simona Onofri, già responsabile della
struttura, ad un anno dalla scomparsa.
Alla cerimonia sono intervenuti Massimo Bosso, assessore alle Politiche Sociali e Sanità del Comune di Casalecchio di Reno, Francesca Isola, direttore
del distretto di Casalecchio di Reno dell’Azienda USL di Bologna, Franca Gu-
8
Simona ha costantemente lavorato per
coinvolgere i famigliari degli utenti e integrare la struttura al territorio. Ne sono
dimostrazione le tante iniziative che ha
promosso, come i weekend al mare, le
polentate e le gite in Appennino con
anziani, familiari e operatori, i pranzi di
Natale e le feste nella Casa.
Rifacendosi a questo spirito, CADIAI ha
pensato, in concomitanza di questa
giornata in memoria di Simona, di inaugurare, quale ulteriore attività della re-
Al centro, il marito e la mamma di Simona.
Nella foto sotto:
da destra Franca Guglielmetti, Massimo Bosso,
Francesca Isola
sidenza “San Biagio”, una piccola biblioteca nella sala polivalente della
struttura.
Si tratta di uno spazio a disposizione
degli anziani ospiti, dei loro famigliari e
di tutti coloro i quali frequentano il servizio. La biblioteca parte con un fondo
di libri già disponibile, ma viene lasciata
a tutti la possibilità di arricchirla portando un libro da mettere a disposizione degli altri.
Foto di Paolo Righi – Meridiana Immagini
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dicembre 2010
Generazioni
Il 3 dicembre a Ferrara
l’incontro annuale dei
giovani di Legacoop
Emilia Romagna
Il 3 dicembre scorso si è tenuto a Ferrara l’annuale appuntamento di Generazioni, il network dei giovani cooperatori di Legacoop Emilia Romagna.
Fin dall'inizio del suo percorso Generazioni ha cercato di declinare idee e progettualità intorno al nucleo critico del
mondo di oggi: il rapporto tra economia, ambiente, welfare e ricambio generazionale.
Il convegno di Ferrara è stato l'occasione per addentrarsi ancora tra le pieghe di questa complessità economica
e sociale a partire dal suo elemento
centrale: il lavoro.
Residenza per Anziani
Parco del Navile
Federica Protti, portavoce di Generazioni
La giornata è stata ricca di contributi e
momenti di scambio, a partire dalla
mattina con la relazione “Spunti di riflessione sul lavoro che sarà”, tenuta dal
professor Francesco Daveri, della facoltà di Economia dell’Università di
Parma, fino ai tre workshop tematici
del pomeriggio: “I modelli per il ricambio
generazionale, dentro e fuori le cooperative”, “Il secondo pilastro della previ-
denza sociale” e “Giovani e organizzati:
la struttura di Generazioni”.
In particolare da questi ultimi sono
emerse varie proposte che verranno
portate al Congresso di Legacoop Emilia Romagna che si terrà a marzo.
A partecipare per CADIAI: Roberto Malaguti, Alessandro Micich, Venere Nitopi e Andrea Veronesi.
Il cantiere in via Sostegnazzo (zona Arcoveggio)
a Bologna - 15 dicembre 2010
I lavori continuano a rispettare la tabella di marcia.
I due edifici hanno già gli infissi. All’interno si sta procedendo con le pavimentazioni e la posa dei vari impianti.
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numero 30
dicembre 2010
Pubblicate le scelte e
gli importi del 5 per
mille del 2008
A CADIAI destinati
5.270 euro
Sono state pubblicate dall’Agenzia
delle Entrate le scelte e gli importi relativi al 5 per mille dell’anno finanziario 2008. Ecco i dati relativi alla nostra
cooperativa:
- numero di scelte: 192
- importo scelte espresse: € 4.732,73
- importo proporzionale per le scelte
generiche: € 537,66
attività sociale
Inaugurato il nuovo
Polo Scolastico a San
Lazzaro Di Savena
Sabato 6 novembre è stato inaugurato
il nuovo Polo Scolastico di San Lazzaro
in via della Fornace, presenti all’avvenimento il Sindaco Marco Macciantelli
e la Presidente della Provincia Beatrice
Draghetti.
Il complesso contempla due edifici
con cucina in comune, il primo ospita
il nido “Di Vittorio” ed il secondo 9
classi delle scuole primarie “Pezzani”
(aule, aula informatica, laboratorio
musicale, atelier, teatro, palestra, ecc.).
In ambo due le strutture lavorano operatori Cadiai, collaboratori ed educatrici, che fanno parte dell’appalto dei
Servizi generali che gestiamo nel territorio.
Lo sforzo dell’Amministrazione Comunale nel fornire alla cittadinanza questo nuovo servizio è stato encomiabile, considerando anche il periodo
che stiamo attraversando di ingenti
difficoltà economiche.
Non possiamo far altro che ammirare
il lavoro svolto, complimentarci e parteciparvi al meglio con la nostra professionalità.
Totale: € 5.270,39
I fondi raccolti contribuiranno alla realizzazione di progetti rivolti agli utenti
dei nostri servizi.
È doveroso un ringraziamento a tutti
coloro i quali hanno scelto la destinazione del cinque per mille a CADIAI, sostenendo così la cooperativa nella realizzazione di ulteriori iniziative utili al
perseguimento dei propri scopi sociali.
Inaugurata ad
Ozzano la nuova
palazzina degli uffici
comunali
Fa parte di un complesso
di edifici, costruito dal
consorzio Karabak Sette,
che contiene anche
il polo dell’infanzia
Si è tenuta sabato 20 novembre ad
Ozzano l’inaugurazione del nuovo
edificio comunale, situato di fianco
10
allo storico municipio, realizzato per
ospitare la polizia municipale e gli
uffici dell’istituzione comunale
“Anna Frank” che gestisce i servizi
alla persona.
L’edificio, realizzato con finanza di
progetto, fa parte di un complesso
che comprende anche il polo dell’infanzia e il centro famiglia.
Il costo dei nuovi uffici inaugurati è
di poco oltre 1,4 milioni di euro; il
Comune acquisirà il complesso corrispondendo un canone annuo per
18 anni al consorzio cooperativo
Karabak Sette, costituito da Società
Dolce, CADIAI, Camst, Manutencoop e Cipea.
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La nuova stanza
morbida di
“SpazioAperto”
Grazie alla generosità di
una famiglia di Crevalcore
Un ambiente di tre metri per quattro,
il parquet sul pavimento, il legno prosegue anche sulle pareti racchiuso da
una cornice dello stesso materiale.
Un lato è coperto quasi interamente
da uno specchio in cui si riflette il soffitto affrescato, ricordo di un passato
lontano. Illuminato da file di neon che
corrono su tutto il perimetro e separato dal “restante esterno” da una
grande vetrata, l’ambiente viene protetto dalla luce esterna con delle
tende che mantengono l’atmosfera di
magia al suo interno.
In fondo alla stanza, una piscina di plastica rigida, colorata, dalla forma irregolare, una grande nuvola che copre
metà dello spazio; al suo interno trovano rifugio cinquemila palline gialle,
rosse, verdi, blu e trasparenti, così
tante che è impossibile toccare il
fondo. All’esterno, poggiati sul pavimento, ci sono quattro materassini e
su questi un cuscino enorme, “il
grande morbido”, ripieno di palline di
polistirolo assieme a diversi blocchi psicomotori di forme e colori vari che
prendono vita ogni giorno come castelli, torri... case... Dov’è questa stanza?
A SpazioAperto! Centro diurno per minori disabili a San Giovanni in Persiceto.
L’entusiasmo che ha accompagnato la
progettazione e l’assemblaggio della
stanza ha coinvolto operatori e ra-
gazzi/e, come un giorno di festa... di
quelle che si ricordano per molto
tempo.
Tutto questo è stato possibile grazie
ad una famiglia che è diventata parte
della nostra storia e che cogliamo l’occasione di ringraziare.
Grazie di cuore ad Annita, Tiziano,
Federico e Riccardo
Anna Pellicelli
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monografia
Nido d’Infanzia
“Maria Trebbi”
di San Lazzaro
di Savena
Mai come in questo caso il nome di un
servizio fu più azzeccato!
Prima di descrivere il nostro nido, è doveroso accennare brevemente al personaggio a cui è intitolato.
Maria Trebbi fu per più di cinquant’anni
ostetrica comunale a San Lazzaro.
Nacque nel 1909 e, nel 1932, alla morte
della madre, Letizia Onofri, la sostituì
nella professione di ostetrica condotta
a San Lazzaro fino al ’74, anno in cui
andò in pensione.
Maria ha fatto nascere più di ottomila
bambini, mostrando una dedizione e
un impegno esemplari nel suo lavoro
negli anni difficili della guerra e in quelli
estremamente impegnativi del grande
incremento demografico, dal ’61 al ’71,
quando la popolazione di San Lazzaro
raddoppiò.
La sua vita è stata di recente raccontata in un bellissimo libro, patrocinato
dal Comune di San Lazzaro, intitolato
“Maria Trebbi, ostetrica comunale dal
1932 al 1974, una vita per San Lazzaro”
pubblicato nel 2009, in occasione del
centenario della sua nascita e del ventennale della sua scomparsa, avvenuta
il 13 agosto 1989.
Non potevamo quindi avere un imprinting migliore!
Il nido d’infanzia Maria Trebbi è situato
nel Comune di San Lazzaro di Savena,
in via Martiri di Pizzocalvo n° 61; fa
parte dei servizi che l’Istituzione Comunale “Sophia” ha affidato a CADIAI.
È stato il primo nido ad essere gestito
dalla cooperativa in questo territorio e
la prima gara d’appalto risale al 2000;
proprio quest’anno quindi abbiamo
raggiunto il traguardo dei 10 anni…
ma non ci sentiamo vecchi!
12
Le sezioni da due sono diventate tre.
Accogliamo 60 bambini dai 12 ai 36
mesi, suddivisi in 3 sezioni eterogenee:
sezione MAGA MAGÒ, sezione MAGO
MERLINO e sezione ANACLETO.
Attualmente l’organico è composto da
6 educatrici a tempo pieno: Laura Z.,
Laura M., Denise, Veronica, Rossella,
Stefania e Carlotta (che è in maternità);
2 educatrici part time: Lucia, Alice e
Chiara (che è in maternità); 4 collaboratrici part-time: Lisa, Anna, Ivana e
Stefania; 1 coordinatore Pedagogico,
Enrico Mantovani e 1 coordinatrice gestionale, Katia Boschini.
All’interno del Maria Trebbi una parte
dei locali è adibita a cucina comunale
dove lavorano due cuochi, Angelo e
Vincenzo, coi quali nel corso del tempo
si è instaurato un rapporto di fiducia
reciproca, che concorre al buon clima
tra le varie professionalità.
Nel solco tracciato da Maria Trebbi, alla
ricerca del ben-essere dei bambini ci
rendiamo conto oggi, a dieci anni dall’apertura del servizio, di essere cresciute professionalmente ed emotivamente.
Nel corso degli anni sono cambiate le
modalità d’inserimento dei nostri pic-
coli utenti, da individuali sono diventati
inserimenti di gruppo, con una presenza maggiore e meglio strutturata
dei genitori in sezione.
Negli ultimi tempi ha preso “corpo e
consapevolezza” la figura dell’educatrice di riferimento, che è molto importante per il ruolo che ha nell’accompagnare bambini e genitori nell’avventura
numero 30
dicembre 2010
dell’ambientamento al nido, sperimentando la prima vera “separazione”.
La maggior parte delle operatrici del
Maria Trebbi ha una buona anzianità di
servizio, alcune di loro lavorano nel
nido fin dalla sua apertura; questa stabilità del gruppo si traduce in continuità educativa, ed è grazie a questa
che riusciamo a creare un clima tranquillo e rassicurante per i bambini e le
famiglie che frequentano un nido dove
l’esperienza, e la serenità che ne consegue, vanno di pari passo.
Negli ultimi due-tre anni ci capita di
fare inserimenti dei secondo o terzogeniti di famiglie che hanno già frequentato il nido negli anni precedenti.
È molto bello ri-trovarsi e ri-conoscersi,
e per i genitori è meno faticoso affidare
il proprio bambino a persone già conosciute, verso le quali è più facile riporre la propria fiducia.
gnativo, talvolta faticoso, che tutti noi
cerchiamo di “alimentare”, prendendo
insieme decisioni, ascoltando il punto
di vista di tutti, mediando tutte le proposte.
Durante la giornata ci sono molti momenti comuni durante i quali le educatrici e i bambini delle 3 sezioni interagiscono: ci si guarda, ci si ascolta e ci si
confronta, spesso è utile rivedersi attraverso l’operato degli altri.
Questo modus operandi ci ha portato
verso uno stile educativo che, pur restando personale per ognuna di noi, è
piuttosto simile per ciò che riguarda le
modalità che utilizziamo coi bambini:
l’uso della voce e dei toni, gli sguardi, i
sorrisi, il capire quando e come dire NO,
quando fermarsi e lasciar fare, quando
sorprendere e cambiare strategia.
Ci supportano in questo i nostri coordinatori e la formazione di qualità che
ci viene proposta di anno in anno, che
ci aiuta a mantenere alta e costante la
nostra attenzione sulle esigenze dei
bambini.
Crediamo molto che l’umiltà che porta
a confrontarci sia un volano che crea
quel pensiero critico che deve essere
per ogni educatrice la piattaforma di
ogni decisione presa per il bambino.
Questo pensiamo che sia ciò che ci caratterizza come gruppo di lavoro.
A cura del gruppo di lavoro del nido
“Maria Trebbi”
Nel tempo, durante il lavoro quotidiano, si è sviluppata una collaborazione molto articolata tra educatrici e
collaboratrici, sempre nel rispetto dei
ruoli, che ora ci risulta indispensabile
per la buona riuscita del nostro lavoro.
Questo è potuto accadere solo grazie
ad un lavoro d’equipe molto impe-
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dicembre 2010
anniversario
Le Case-residenze
“Il Corniolo” di
Baricella e “La Torre”
di Galliera celebrano
i primi vent’anni di
gestione CADIAI
Casa Residenza “Il Corniolo”
Sabato 20 Novembre 2010 sono stati festeggiati i vent’anni di attività svolti da
CADIAI alla Casa Residenza“Il Corniolo”.
È stata una giornata piena di appuntamenti iniziata alla 10 nella Sala Consiliare
del Comune di Baricella.
Oltre al Sindaco, Andrea Bottazzi, che
ha aperto con un discorso di benvenuto,
donando poi alla Presidente della Cadiai, Franca Guglielmetti, un piatto con
lo stemma del Municipio, sono intervenuti: l’attuale Presidente dell’ASP“Poveri
Vergognosi” Paolo Ceccardi, già Sindaco del Comune nel periodo in cui Cadiai iniziò la gestione della struttura negli anni ottanta; il dottor Angelo Masi,
Medico di Medicina Generale e della
Casa Residenza “Il Corniolo”; il Parroco
del paese don Giancarlo Martelli; i signori Milva Frignani e Giorgio Tugnoli
in rappresentanza dei familiari degli
ospiti; Cinzia Mistri e Patrizia Sorren-
tino in rappresentanza degli operatori
della struttura e Marie Christine Melon, Psicologa di Cadiai.
Gli interventi che si sono susseguiti sono
stati coordinati dal Responsabile della residenza, Nicola Sisto che ha infine dato
la parola ad alcuni ospiti presenti e concluso con i ringraziamenti la mattinata.
I banchi dei consiglieri erano tutti occupati e molta gente si è trovata a dover restare in piedi fin fuori le porte: importante per noi la presenza di don Dante,
precedente Parroco di Baricella che ha
vissuto la nostra Struttura per tantissimi
anni benedicendo l’apertura della nuova
ala dieci anni fa. Presenti anche l’ex sindaco, Luigi Zanardi, il Segretario dello
Spi del territorio Gianluigi Baldi, diverse
ex colleghe che prestavano servizio ancora prima che la Struttura passasse
come gestione alla Cadiai e tanti familiari, Responsabili di altre strutture e la figlia e il genero di Olimpia Tramontano,
precedente Responsabile del Corniolo.
Ai presenti è stata donata una pubblicazione, stampata per l’occasione all’interno della quale si trovano, la storia
della struttura, dalla sua comparsa ad
oggi, magistralmente raccolta dal sig.
Gastone Quadri, testimonianze, foto e
attività svolte nel corso degli anni.
La giornata è proseguita poi all’interno
del Corniolo, dove i parenti, gli amici e le
diverse autorità hanno pranzato.
Il banchetto si è concluso con una
grande torta, sulla quale era impressa
l’immagine del Corniolo.
Al pomeriggio due sono stati gli appuntamenti musicali in entrambi i sog-
In alto, da sinistra: Paolo Ceccardi, Angelo Masi, Don Giancarlo Martelli, Cinzia Mistri; nella fila sotto: Milva Frignani, Patrizia Sorrentino,
Andrea Bottazzi, Marie Christine Melon.
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dicembre 2010
giorni: Quartetto d’archi con musiche di
Mozart e un trio per Pianoforte, Voce e
Clarinetto con brani di Chopin, Schubert, Beethoven.
I clown della Croce Rossa hanno intrattenuto ospiti e familiari con giochi di
vario genere.
Inutile dire che è stata una bellissima
giornata... e la novità non poteva mancare!
Per la prima volta infatti al Corniolo, sono
stati strutturati due Concerti di 40 minuti
l’uno circa, in due ambienti diversi e in
due momenti diversi.
Non più quindi, come di consueto, riunire gli ospiti e i visitatori in un unico
ambiente, ma far sì che ad essere itinerante fosse la musica, con ambienti
meno affollati, con ospiti liberi di aggirarsi, perché no... anche tra i concertisti,
creando un ambiente più familiare... più
salottiero... più intimo.
La struttura in questo modo è stata vissuta appieno, ed è stato piacevole vedere gruppetti di ospiti con i loro familiari, o di amici nei diversi angoli o nei
corridoi, adornati per l’occasione con colorati e freschi ciclamini, conversare piacevolmente magari ascoltando la musica in lontananza.
Chi invece ha assistito ai concerti nei
soggiorni, lo ha fatto con l’interesse e il
piacere di ascoltare brani noti e meno
noti di autori intramontabili, con attenzione, trasporto ma con l’atmosfera tipica dei salotti.
Grazie a tutti... ai tanti che erano presenti in Comune... a chi ha pranzato con
noi... a chi ha suonato... a chi ci ha fatto
sorridere con giochi di prestigio... ai nostri ospiti... a chi non ha potuto esserci...
Grazie... a tutti coloro che hanno reso
unica questa giornata.
Buon Compleanno Corniolo!
Monica Bondioli
Animatrice
Nicola Sisto
Responsabile di Struttura
Foto di Esaù Lauritano
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dicembre 2010
anniversario
Casa Residenza “La Torre”
La Sala Consigliare meravigliosamente
affrescata ha accolto i numerosi presenti, ospiti, operatori, familiari e cittadini alle 10 del 27 novembre 2010.
La Responsabile di Struttura Pia Accardi
ha introdotto gli interventi raccontando la storia della struttura, della trasformazione da scuola elementare a
Casa-residenza, di come la realtà de“La
Torre” sia intrecciata con la storia personale di tanti operatori e di tanti cittadini al tempo scolari e attualmente
operatori, ospiti o familiari della Casa
Residenza.
Gli interventi del Sindaco di Galliera
Anna Vergnana, della Presidente di
CADIAI Franca Guglielmetti e di Fausto Neri Sindaco di Galliera nel periodo
di apertura della Casa Residenza,
hanno ben illustrato quanto la collaborazione tra CADIAI e Comune di Galliera sia stata fin da principio importante e produttiva e di quanto sia
auspicabile per entrambe le parti una
continuità di intervento.
A seguire sono intervenuti Roberta
Francia, Geriatra, Medico di Medicina
Generale e della Casa Residenza “La
Torre”; Silvano Garuti, Presidente di
Croce Italia; Don Simone Zanardi, par-
Il sindaco Anna Vergnana
roco di Galliera; Luigi Orsini, familiare
e volontario che ha spiegato il percorso
intenso e coinvolgente che ha portato
tutta la sua famiglia a scegliere di diventare volontari della Casa-residenza
e a rinnovare questo impegno nonostante non sia più presente il loro familiare in struttura.
Molto commovente il contributo di Roberta Meotti operatore socio-sanitario fin dall’apertura della Struttura che,
oltre a raccontare le motivazioni che
l’hanno portata vent’anni fa a scegliere
di lavorare come operatore del sociale,
ha ringraziato tutti gli ospiti per aver
reso speciale e unico il suo lavoro ed ha
ricordato le colleghe Viviana Guidetti,
Gianna Cristofori e Micaela Maestri
alle quali tutti i presenti hanno dedicato un lungo e sentito applauso.
A chiusura della celebrazione in Comune l’intervento di Marie Christine
Melon, psicologa CADIAI che ha for-
nito una chiave di lettura interessante
e particolare della Casa-residenza: la
struttura con tutti gli operatori come
memoria storica del paese. Ogni anziano in questi vent’anni ha lasciato
una traccia nella memoria degli operatori che a loro volta ricordandolo
creano un ponte tra passato e presente fungendo da vero e proprio archivio storico.
I festeggiamenti si sono poi trasferiti a
“La Torre”dove era allestito un invitante
buffet e un dilettevole artista che ha
affascinato ospiti e visitatori creando
magie ed illusioni e portando il suo
spettacolo fra i tavoli ed in ogni angolo
della struttura.
La Torre: Imparare, ascoltare, accogliere... queste parole scritte con il cioccolato su una foto di zucchero della
Torre Medievale di Galliera erano impresse sulla torta che ha accompagnato il brindisi a conclusione della
In alto, da sinistra:
Franca Guglielmetti,
Fausto Neri,
Roberta Francia
con Silvano Garuti,
Don Simone Zanardi,
Luigi Orsini,
Roberta Meotti,
Marie Christine Melon.
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della Dance Street School di S.Giovanni
che hanno allietato tutti i presenti con
coreografie di hip-pop e breack-dance
ed è con questa ventata di freschezza
ed allegria che ringraziando tutti i presenti si è giunti ai saluti finali e all’augurio di ritrovarci tutti per il festeggiamento dei prossimi vent’anni.
celebrazione del ventennale.
Ma le sorprese non erano finite... subito dopo il dolce sono arrivati i ragazzi
Valentina Gualandi
Psicologa della Casa Residenza
“La Torre”
Foto Studio Anna
Il presepe della Casa
Residenza “Sandro Pertini”
Una stella che arde e risplende
nella notte della vita,
portatrice di pace e gioia.
Che la sua luce possa illuminare
il volto dei nostri anziani
e delle loro famiglie,
donare luce e conforto ad ogni cuore.
Con questo presepe realizzato in struttura dagli operatori insieme agli ospiti
si vuole augurare un sereno Natale.
Il gruppo di lavoro
della Casa Residenza
“Sandro Pertini” di Altedo
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dicembre 2010
servizi
“Comunità,
politiche sociali
e servizi di cura:
relazioni che crescono”
È il titolo del tredicesimo
Quaderno CADIAI:
ripercorre la storia delle
case residenze “Il Corniolo”
di Baricella e “La Torre”
di Galliera, a vent’anni
dall’inizio della gestione
da parte della Cooperativa.
È fresco di stampa il tredicesimo Quaderno CADIAI, la collana che raccoglie
le esperienze della cooperativa e dei
suoi servizi.
È intitolato “Comunità, politiche sociali e servizi di cura: relazioni che
crescono” e ripercorre la storia delle
case residenze per anziani “Il Cor-
CADIAI acquisisce
la proprietà
dell’immobile della
casa protetta “Sandro
Pertini” di Altedo
delle altre gestioni Cadiai, modificherà il
proprio nome in“Casa Residenza per anziani” candidandosi ad accreditare un
numero di posti superiore a quello di
quelli attualmente convenzionati.
Si tratta di una scelta importante, volta
non tanto ad espandere l’offerta ed il
fatturato, ma a consolidare il lavoro maturato nel corso degli anni (dieci operatrici, una coordinatrice, una psicologa,
una animatrice, una terapista della riabilitazione, una logopedista) e garantire
la continuità di un servizio in qualche
modo messo in discussione dalla alienazione pubblica della struttura.
A questo proposito, come in altre circostanze, sono state fatte scelte oculate misurando gli impegni finanziari
con la sostenibilità del servizio nel
lungo periodo.
Le prime due aste (in agosto ed in settembre) con valori dell’immobile superiore ad un milione di euro sono andate
deserte.
La proposta di acquisizione da parte di
CADIAI investe nuovamente sui “muri”
ed in seguito ad un’asta pubblica ha acquisito nel mese di dicembre, con decorrenza dal primo gennaio 2011, la proprietà dell’immobile in cui si svolge il
servizio di casa protetta“Sandro Pertini”
di Altedo.
Autorizzata ad ospitare 21 posti letto, di
cui 9 al momento convenzionati con il
distretto sanitario, la struttura opera dal
1999 in stretto raccordo con gli attori
sociali ed istituzionali del territorio con
un buon livello di soddisfazione da parte
di utenti e famiglie.
La struttura, oggetto di provvedimento
di accreditamento transitorio al pari
18
niolo” di Baricella e “La Torre” di Galliera, a vent’anni dall’inizio della gestione da parte di CADIAI.
Si tratta di due storie peculiari, a partire dall’origine delle strutture: “Il Corniolo, nell’Ottocento “Casa di riposo
del Cooperatore”, che ha visto tra l’altro sostarvi Andrea Costa, e "La Torre",
nata come scuola e riconvertita vent’anni fa in servizio per anziani.
Alla realizzazione del quaderno hanno
collaborato in tanti: gli operatori che
da vent’anni lavorano nelle residenze,
quelli che ci hanno lavorato e sono
passati ad altri incarichi; gli anziani che
le abitano, i familiari che le frequentano, gli amministratori locali, i sindaci
dell’epoca dell’apertura, i cittadini di
Baricella e di Galliera che si sono prestati con entusiasmo, per il puro piacere di partecipare alla vita della loro
comunità.
Cadiai si è fermata a 901.000 euro
con un vincolo di destinazione d’uso
per almeno 15 anni.
Il servizio, insieme alla Casa Residenza
“Il Corniolo” di Baricella acquisita già
12 anni fa e alle numerose partecipazioni societarie nei diversi ambiti di
attività (dall’infanzia all’area anziani),
si pone, dunque, come ulteriore investimento di stabilità per il lavoro
dei soci ed i servizi rivolti alla cittadinanza nel tempo.
Alessandro Micich
Responsabile Servizio Gare e Progetti
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Memoriale sul Natale
per Natale si mangiava solo un po’ meglio degli altri giorni. Però mi ricordo un
particolare per me bello: la mamma andava a raccogliere un ramo di quella
pianta che punge e fa i pallini rossi e la
metteva sopra il camino della cucina; la
notte di Natale attaccava ai rametti degli zuccherini o delle caramelle per noi
bambini” - Maria Z.
I ricordi degli anziani
di “San Biagio” raccolti
durante l’attività
di reminiscenza
Il Centro Diurno per anziani“San Biagio”
di Casalecchio è specializzato nel trattamento di patologie legate alle demenze e, nell’ambito di un’attività che
si svolge al suo interno, la reminiscenza,
abbiamo raccolto una serie di ricordi
legati alle festività natalizie.
Dalla raccolta di queste testimonianze
parte l’idea di un giornalino interno
che contenga i racconti degli utenti, le
loro esperienze di vita e gli enormi sacrifici fatti per poter sopravvivere in
quei tempi, dove il necessario non era
il superfluo.
Il primo memoriale è relativo ai ricordi
di com’era il Natale “una volta”, in uno
scenario particolare e difficile come
quello della fine della Grande Guerra.
Da questo raccontarsi è emerso così
un punto fondamentale: il Natale era
inteso come una festa religiosa e il riunirsi della famiglia voleva dire stare insieme con gioia, anche con poco,
senza regali per i bambini, a cui bastavano due noci o due mandarini e la
felicità era assicurata a tutti.
Nel raccontarsi si è messo in gioco
tutto lo staff del Centro Diurno, gli
operatori Fabio e Tina, l’animatrice
Brunella, da poco operante nella Struttura, il tutto con la supervisione della
psicologa Sabrina.
Riportiamo qui di seguito qualche
traccia del memoriale:
“... Il mio babbo per farci felici, con dei
pezzi di legno e un coltellino faceva dei
bambolotti che ci regalava per Natale. A
dire il vero ne faceva anche durante il
resto dell’anno ma quelli di Natale erano
i più belli. Allora non c’erano molti soldi
e si spendevano solo per cose più importanti” - Riccardo G.
“... Del Natale da bambino mi ricordo
solo il panone della mamma. I giochi
NO, boh! ... c’erano?... non c’erano mica
vèh...” - Alcide M.
Lo staff del Centro Diurno
“San Biagio” di Casalecchio di Reno
“... Non avevamo mica tanti soldi, così
Rom e sinti:
stranieri per chi?
Una mostra fotografica
di Mario Rebeschini
al Centro “Alessandro
Ancona”
Dal 26 al 31 ottobre scorso si è tenuta,
presso il Centro Sperimentale Polifunzionale“Alessandro Ancona”di via
Portazza a Bologna, la mostra fotografica "Rom e sinti: stranieri per
chi?" realizzata da Mario Rebeschini
Organizzata dal laboratorio Ergoterapico, in collaborazione con CADIAI,
Anffas, Aias e Società Dolce, la mostra è stata allestita all’interno del
Centro “Alessandro Ancona” in cui
convivono diversi servizi per disabili: il laboratorio Ergoterapico, il Centro diurno
“Azzurroprato”, il Centro residenziale per
disabili “Albero Blu” ed il gruppo appartamento “S. Isaia”.
Questa iniziativa ha rappresentato un
momento di incontro tra il mondo della
disabilità e le culture sinti e rom, spesso
considerate, nella rappresentazione comune, "straniere" e "diverse". Nelle foto
esposte, Rebeschini raccontava il pro-
prio incontro con Floriano Debar, artigiano Sinti, e la sua famiglia, avvenuto
negli anni Ottanta.
Mario Rebeschini, giornalista e fotoreporter Airf (Associazione Italiana Reporter Fotografi), collabora con giornali, riviste, editori e agenzie fotografiche.
Vive e lavora a Bologna.
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servizi
RAC-contatto
Il mosaico
Quando abbiamo iniziato questa storia,
non sapevamo che avremmo realizzato
un mosaico, ce ne siamo accorte strada
facendo. All’inizio avevamo in mente il
massaggio ai bambini. Abbiamo pensato allo spazio morbido di un nido, il
“Gianni Rodari” di Anzola. Poi tassello
dopo tassello, ci siamo rese conto che
l’esperienza stava diventando corale.
La coordinatrice che riceve le telefonate
di iscrizione delle mamme.
Le dade che cuciono i materassini, aiutano nell’allestimento della stanza e nell’accoglienza alle mamme e ai loro bimbi.
L’insegnante che sorride ad ogni genitore
che entra e invita al contatto mostrando le
sequenze del massaggio sulla bambola.
La pedagogista che racconta del legame
di attaccamento tra ogni bambino e la
sua mamma, le gioie e le fatiche della maternità.
I pianti dei bimbi, i loro sorrisi, le pipì, i gorgoglii, i sonni, i loro corpi cosparsi di olio di
mandorle, i loro corpi massaggiati.
Le mamme che scrivono le loro emozioni
nel taccuino al loro fianco.
Le educatrici del nido “Gianni Rodari” che
entrano a passi felpati con la macchina fotografica e fermano alcune immagini.
Gli scritti condivisi attraverso la rete
[email protected]
La condivisione dell’esperienza del con-
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tatto con le educatrici dei due nidi.
L’insegnante che elabora le foto al computer.
L’idea della mostra.
La stanza nella biblioteca comunale.
Le educatrici del nido “Bolzani” che costruiscono le cornici e abbinano le frasi
delle mamme alle foto.
L’insegnante e la coordinatrice che montano la video installazione.
L’allestimento della stanza.
Le parole che narrano questa storia.
La condivisione con i visitatori della mostra.
Il contatto.
Il mosaico.
Dal 30 ottobre, giorno dell’inaugurazione, al 17 novembre è stata aperta al
pubblico la mostra RACcontatto, allestita nel bellissimo spazio della biblioteca del Comune di Anzola. Le immagini installate su dei pannelli mobili posti
in semicerchio, erano molto suggestive,
il video proiettato in un grande schermo
creava un’atmosfera particolarmente
“morbida” e rilassante.
In un angolo erano stati disposti materassini, cuscini e bambole per ricreare
l’ambiente tipico dei corsi di massaggio
infantile.
Tra i tanti visitatori anche i bimbi e le
mamme protagonisti del progetto, che
hanno vissuto l’iniziativa con grande
emozione.
Come ha scritto una visitatrice sul quadernone:“ ho ripescato dalla memoria ricordi che ritenevo sepolti: odori, gesti,
tenerezza”.
Dalla biblioteca di Anzola la mostra, itinerante, si è spostata all’interno del nido
“Rodari” dove resterà fino alla fine dell’anno. Ci piacerebbe che RACcontatto
continuasse a girare, non solo nei nidi.
Per questo, chiunque sia interessato ci
contatti!!
Annalita Bellei e Silvia Travaglini
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Assistere Ascoltando
Qualità della cura e
sostenibilità economica:
una sfida per il futuro
Venerdì 19 novembre 2010
Sala Conferenze del Mambo
Via Don Minzoni 14 - Bologna
Sono intervenuti:
Francesco Cossentino
Economista
Raffaele Tomba
Responsabile dell’Agenzia Sanitaria e
Sociale della Regione Emilia-Romagna
Monica Minelli
Direttore del Dipartimento Attività Socio-sanitarie dell’Azienda Usl di Bologna
Marco Domenicali
Geriatra, Facoltà di Medicina e Chirurgia,
Università di Bologna
Valeria Cortesi
Dottorato di ricerca in Psicologia
Generale e Clinica, Università di Bologna
Paola Menetti
Presidente di Legacoopsociali
Franca Guglielmetti
Presidente di CADIAI
Assistere Ascoltando si è allontanato
quest’anno dai temi che gli sono abituali per dare spazio ad una riflessione
sugli sviluppi prossimi futuri del welfare locale e sull’impatto economico
del lavoro di cura.
Lo stimolo è venuto dalla ricorrenza del
ventennale di due residenze per anziani, Il Corniolo di Baricella e La Torre di
Galliera, fortemente radicate nei loro
territori, per i quali rappresentano non
soltanto un presidio qualificato della
rete dei servizi di sostegno alla non autosufficienza, ma anche un significativo sbocco occupazionale.
Francesco Cossentino ha attivamente
Dall’alto a sinistra: Francesco Cossentino, Raffaele Tomba, Monica Minelli, Marco Domenicali,
Valeria Cortesi, Paola Menetti, Franca Guglielmetti.
collaborato alla costruzione del programma e illustrato il quadro teorico
di riferimento.
Raffaele Tomba e Monica Minelli hanno
presentato il punto di vista, rispettivamente, della Regione e dell’Azienda Usl,
Marco Domenicali e Valeria Cortesi
quello degli specialisti del settore.
Franca Guglielmetti ha dato voce al privato sociale e ai lavoratori della cura.
Discussant d’eccezione Paola Menetti,
che con l’intelligenza e la capacità che
tutti le conosciamo ha commentato e
integrato i diversi interventi mantenendo vivo l’interesse del pubblico fino
all’ultimo minuto.
L’affluenza dei partecipanti è stata,
come ogni anno, molto gratificante.
Marie Christine Melon
Foto di Luciano Nadalini - Camera Chiara
In ricordo della collega Micaela Maestri
della Casa Residenza “La Torre” di Galliera
Micaela, per noi sei sempre stata Paola…
…custodiamo gelosamente nel nostro cuore ogni attimo
passato insieme.
Non riusciamo a definire bene ciò che ti rendeva così speciale…la tua forza, il tuo rigore, il tuo alto senso di lealtà e giustizia accompagnato meravigliosamente da una profonda
dolcezza e da una contagiosa allegria…
Ti abbracciamo nel ricordo e speriamo che il nostro affetto arrivi forte alla tua famiglia e a tua sorella Patrizia.
Con affetto
I colleghi della Casa Residenza “La Torre” di Galliera
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servizi
“Portami a ballare”
Le danze popolari del
rinascimento emiliano
tradotte per gli anziani
in carrozzina dell’RSA
“Virginia Grandi”
di San Pietro in Casale
Iole è la figlia di Giuseppina, una delle
anziane che da più tempo abitano Virginia Grandi. “Clienti” affezionate e attente consumatrici entrambe, dal 15 giugno 2001: un bel pezzo di vita
attraversato insieme! Iole è una maestra.
Una brava maestra, dicono in paese gli
ex-allievi e i genitori dei suoi scolari. Insegnare le piace, a lei come al fratello
che ogni sera trascorre parte del suo
tempo leggendo per la madre libri di
storia o brevi racconti, che spesso anche
altri anziani ascoltano con attenzione
quando si trovano a passare dall’angolino del corridoio che dà sul Nucleo
Giallo. Iole e il fratello amano anche la
musica e il ballo. Da ragazzini si divertivano con il rock and roll, oggi lei balla e
insegna le antiche danze popolari.
La terapista della riabilitazione Monica
Gamberoni e l’animatrice Lucia Cardone hanno avuto un'idea. A loro succede così, ogni tanto si incrociano nel
corridoio e ti scodellano il giardinaggio da tavolo o il gioco di riattivazione
multidimensionale. Pare che questa
volta si siano guardate e abbiano deciso che era proprio ora di far ballare gli
anziani in carrozzina. La maestra era disponibile, mancava solo un progetto e
un bel nome da dargli. Il progetto
l’hanno costruito insieme, Iole, Monica
e Lucia. Il nome l’abbiamo rubato a
Luca Barbarossa.
Il progetto ha obiettivi seri:
• avviare un esperimento di integrazione dei familiari nelle attività della
struttura, nella progettazione di un
intervento riabilitativo e nella relazione operativa con diverse figure
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professionali;
• migliorare la percezione corporea degli anziani (ma anche, perché no?, degli operatori coinvolti nell’attività);
• stimolare il recupero di vissuti emotivi rilevanti sia per gli anziani che
per chi se ne prende cura. I suoni e i
movimenti impiegati nell’attività sono parte integrante della memoria
storica delle popolazioni della ‘bassa’ padana e trovano una loro continuità anche nelle feste paesane,
nelle serate popolari alle Grotte e nei
piccoli ballerini delle scuole di ballo
figurato che si esibiscono ogni anno
per i nostri anziani;
• migliorare la relazione fra anziani,
operatori e familiari;
• stimolare l'attenzione degli anziani
coinvolti e l'orientamento spaziotemporale.
È un progetto che costa poco, bastano
uno spazio sufficientemente ampio, un
lettore CD, nastri colorati, tamburelli,
nacchere, una videocamera o macchina
fotografica e, naturalmente, la disponibilità di Iole e di qualche altro raro volontario: regali che non hanno prezzo.
Gli incontri hanno una frequenza settimanale e durano un'ora. Le coreografie
sono preparate per piccoli gruppi (4 o 5
coppie). Iole sceglie i brani che meglio si
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possono riadattare come metrica e
tempi ai danzatori in carrozzina. Può
sembrare facile, ma significa, per esempio, evitare tutti i movimenti laterali perché con le carrozzine non si possono
eseguire e ripensare numerose altre figure difficili da eseguire, che non vengono eliminate, ma ‘tradotte’ tenendo
conto dei vincoli.
Gli anziani vengono stimolati a muovere
i nastri e a battere le mani o i piedi seguendo il ritmo e i movimenti della musica. È importante anche il coinvolgimento del pubblico, altri anziani e
possibilmente familiari, che viene invitato a segnare il tempo e ad interagire
con il gruppo dei ballerini. In un secondo
momento è stato introdotto l’uso di
semplici strumenti a percussione che gli
anziani facenti parte del pubblico impiegavano per accompagnare le danze.
I primi risultati sono confortanti:
• è evidente dalla documentazione audio-video che questo tipo di attività
riesce a rompere le barriere che l'istituzione erige suo malgrado e a creare
un'atmosfera serena e giocosa che
contribuisce ad alleggerire i momenti difficili vissuti in struttura;
• tutte le componenti professionali
presenti in struttura hanno collaborato con piacere ed entusiasmo non
appena l’occasione si è presentata,
senza bisogno di imporlo;
• lo staff ha favorito lo sviluppo dell’esperienza e la sua massima condivisione liberando risorse nei momenti
di incontro programmati. Questo è un
dato fondamentale che non va sottovalutato: per dare impulso a questo tipo di esperienze bisogna crederci.
Altri importanti risultati sono il contenimento dei disturbi comportamentali soprattutto negli anziani affetti da
demenza coinvolti nell’attività anche
come semplici spettatori; la sedazione
degli stati d'ansia; il recupero di emozioni e di vissuti personali che grazie
alla presenza dei familiari sono emersi
in modo ancor più efficace; il trovare
una motivazione per guardare oltre il
presente. Molti degli anziani coinvolti
chiedono al termine dell'incontro:
˝Quando ci troviamo ancora?˝.
Il “corpo di ballo” Virginia Grandi si è esibito giovedì 16 dicembre per la gioia di
anziani, familiari, operatori e visitatori, indossando i costumi tradizionali.
Il progetto è stato recentemente presentato da Monica Gamberoni e da Iole
Benelli al corso“Buone pratiche nelle relazioni tra operatori e familiari nelle
strutture protette per anziani”, organizzato dall’Azienda USL di Bologna il 25
novembre 2010, presso l’Aula Magna
dell’Ospedale Maggiore.
Non è la prima volta che un familiare
collabora con noi alla presentazione di
un’esperienza promossa dalla cooperativa, ma la presenza di Iole è stata in
questo caso provvidenziale. Commentando a braccio con un piglio degno
del miglior Mentana un video ingovernabile e praticamente privo di audio, la
signora Iole ci ha salvati da un gap tecnico dell’impianto audio-video messo a
disposizione dagli organizzatori. Allo
stesso incontro erano presenti Sabrina
Stinziani, psicologa della Casa-residenza San Biagio, che insieme alla signora Irene Amadori, familiare partecipe, ha presentato l’esperienza del
“Caffè San Biagio” (esordendo in un
buio quasi assoluto e resistendo eroicamente all’azione di disturbo di un
manutentore del Maggiore che cercava
di attivare il “parco luci” della sala) e
Manuela Maini, psicologa della Casaresidenza Simiani di Loiano, che ha presentato l’esperienza dello “Sportello
d’ascolto” per i familiari, attivato in
quella sede e documentato a distanza
di un anno circa dall’apertura.
Le presentazioni, i video e altre informazioni utili sono disponibili, per chi
fosse interessato, all’indirizzo:
[email protected].
Marie Christine Melon
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servizi
Il laboratorio
dell’orto-giardino al
Nido “Gatto Talete”
di Castel Maggiore
Il nostro nido sorge all’interno di uno
spazio verde piuttosto ampio (parco
pubblico e parco del complesso nidomaterna). Il giardino è molto bello, gli alberi piantati da qualche anno stanno
crescendo; si tratta di tigli, prunus, aceri,
liriodendri e cercis.
Frequentando il giardino abbiamo già
avuto l’occasione di toccarne la corteccia, abbracciare il piccolo tronco, giocare con le foglie e semi caduti. Vogliamo offrire ai bambini emozioni
dirette e naturali per questo favoriamo
ogni volta possibile, l’uscita in giardino
permettendo loro di stare all’aria aperta.
Qui abbiamo ricavato da qualche anno
una piccola zona adibita ad orto; i nonni
del centro sociale “Sandro Pertini” si
sono offerti di vangarlo e, grazie a loro,
i bambini sin da ora hanno a disposizione terra da scavare, sminuzzare, ripulire dalle radici e dai sassi.
La terra è la materia a noi più familiare e
ha sui bambini un grande potere attrattivo, è un elemento primitivo e potente.
L’orto è per noi una sorta di sfondo inte-
gratore, luogo affascinante, ricco di stimoli e scoperte.
Il contatto diretto con la terra permette
loro di fare l’esperienza della profondità,
provoca emozioni e riflessioni autonome: la terra è spessore, ha un sopra e
un sotto, svela e nasconde, risponde alla
necessità del bambino di vedere all’interno delle cose.
L’esperienza diretta è tale solo se è“vera”,
utile ed efficace. Sono i bambini a seminare in primavera: la terra nascondendo
ciò che succede al seme introduce
l’esperienza dell’intimità e del mistero
insito in ogni nascita. I bambini vedranno gli stessi semi germogliare e crescere, dovranno occuparsi della loro cura
innaffiando e sarchiando. Chiuderà il ciclo la raccolta e il consumo diretto dei
prodotti, esperienza questa che dà
molta soddisfazione e di cui i bambini
vanno molto fieri. La partecipazione è
aperta a tutti, le attività nell’orto si svolgeranno a piccoli gruppi di due-tre bambini alla volta. Nel giardino e nell’orto
vive un mondo ricco da scoprire: insetti,
lumache, lombrichi e larve, merli e gazze
curiose; si possono osservare con attenzione e impariamo a trattare con delicatezza e rispetto la vita intorno a noi, superando il timore di ciò che non si
conosce.
Con questa attività hanno modo di sviluppare il senso dell’olfatto: la possibilità
di sentire l’odore della terra in primavera, le erbe officinali che lo circondano
ci inebrieranno con i loro diversi profumi. I bimbi sono ormai esperti nello
stropicciare le foglie di lavanda, salvia,
rosmarino, timo, menta, origano, azione
che fa sprigionare con più intensità
l’odore. Anche durante gli inserimenti, i
bambini sono entrati nell’orto alla ricerca
degli ultimi pomodorini maturi e hanno
raccolto carote e patate. Abbiamo visto
le foglie ingiallire e cadere, giocato a rincorrerci tra le foglie secche.
Durante i mesi invernali giocheremo col
ghiaccio e la neve e, in sezione, scopriremo e manipoleremo l’argilla. Se aggiungiamo acqua l’argilla diventa fango,
diventa materia molle, avvolgente, che si
lascia penetrare. Attraverso azioni spontanee esploreranno il materiale per conoscerne le qualità, le molteplici funzioni, il suo profumo di vita.
Paola Cavallini
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Alimenti biologici
I perché del loro aumento
sulle tavole dei bambini
nei nostri nidi
Nell’ultimo anno all’interno del Settore
Educativo abbiamo iniziato un percorso molto delicato, ma molto importante, che, come tutte le cose importanti, si è rivelato impegnativo e ricco di
imprevisti.
Nel mese di Ottobre 2009, è iniziato un
confronto con Camst, la ditta che rifornisce la maggior parte dei nidi d’infanzia Cadiai e del Consorzio Karabak,
riguardo all’aumento dei prodotti biologici, DOP, all’interno dei menù proposti ai bambini e alle bambine.
L’esigenza che ci ha portato a lavorare
sempre di più su questo fronte, è dovuta fondamentalmente a due fattori
che sono strettamente correlati fra loro:
1. Esiste una legge Regionale (n. 29 del
2002) dove viene specificato che i
prodotti di origine biologica, prodotti tipici, tradizionali, DOP forniti
all’interno delle mense dei nidi,
scuole dell’infanzia ed elementari,
non deve essere inferiore al 70%.
- Prodotti tipici: affondano le loro
radici nella storia. È un prodotto di
un luogo, di uno spazio ben definito che custodisce i legami con le
proprie origini e con la storia, che
racconta l’evoluzione della fruizione,
da parte della popolazione con riferimento specifico al territorio.
- Prodotti tradizionali: le cui metodiche di lavorazione, conservazione
sono consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali.
- Denominazione d’Origine Protetta (DOP): è un marchio che viene attribuito per legge agli alimenti
le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono dal territorio in cui
sono prodotti. Un prodotto è DOP se
le sue fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono in
un’area geografica delimitata e di
conseguenza non riproducibile al di
fuori di quell’area.
2. L’importanza del prendersi cura del
cibo che viene distribuito all’interno
dei servizi che gestiamo, garantisce
qualità, sicurezza e nutrizione. Portare sui tavoli dei bambini i cibi biologici vuol dire avere cibi che durante il
loro ciclo produttivo non sono stati
trattati con sostanze chimiche sintetiche e organismi geneticamente
modificati. A tal fine il Settore Educativo da tempo persegue un obiettivo
di forte attenzione all’utilizzo, nei servizi, di prodotti di origine biologica,
eco compatibili, ed equo compatibili, che oltre la ristorazione, sono utilizzati per l’igiene dei bambini e le
pulizie degli ambienti.
Gli incontri avvenuti in questi mesi con
la direzione di Camst, ci hanno portato
a costruire un menù estivo ed invernale trasversale a tutti i nidi d’infanzia.
Le proposte elaborate, sono state
create tenendo in considerazione le tabelle dei LARN (Livelli di Assunzione
giornalieri Raccomandati di energia e
Nutrienti per la popolazione italiana)
che in base all’età e al sesso dei bambini, indicano l’apporto giornaliero dei
principali principi nutritivi (acqua, lipidi, glucidi, sali minerali, proteine); in
aggiunta a questo ci sono le indicazioni
dell’Azienda USL stessa.
Il procedimento per l’autorizzazione
comporta la creazione da parte del dietista di Camst di un menù bilanciato
che viene presentato al Dipartimento
di Igiene degli Alimenti e Nutrizione
agli uffici competenti che lo analizzano
e controllano che le tabelle bromatologiche siano ben equilibrate e che tutti
gli alimenti presenti siano in armonia
tra di loro.
Il risultato è un menù ricco di verdure e
frutta fresca di stagione, consumo mag-
giore di pesce.
I nidi interessati al cambiamento sono
in totale 8, 4 di Cadiai e 4 del Consorzio Karabak.
Le percentuali medie dei prodotti provenienti da coltivazioni biologiche,
prodotti tipici, tradizionali, DOP disponibili presenti nei menù varia tra il
90% e il 98%.
In elenco sono riportate le percentuali
dei prodotti biologici/Dop presenti nei
diversi menù:
Nidi d’infanzia sul territorio del Comune di Bologna:
- Menù invernale 91%
- Menù estivo 90%
Nidi d’infanzia sul territorio del Comune di Casalecchio di Reno
- Menù invernale 98%
- Menù estivo 94%
Nidi d’infanzia sul territorio del Comune di San Lazzaro di Savena
- Menù invernale 98%
- Menù estivo 94%
Reputo importante effettuare un ringraziamento particolare alla Direzione
di Cadiai che ha creduto e gestito la
trattativa economica, che si è poi rivelata estremamente vantaggiosa per la
nostra Cooperativa, ed a Camst per la
collaborazione ricevuta nella ricerca di
soluzioni.
Antonia Piazzi
Referente Qualità e Fornitori
Settore Educativo di Cadiai
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Vento dal Bangladesh
tra i rami
dell’Albero Blu
Una serata alla residenza
per disabili del centro
“Ancona” di via Portazza
dedicata ai colori e alle
atmosfere del paese asiatico
In un grigio sabato di novembre un
arcobaleno di colori ha invaso l’”Albero
Blu” di via Portazza… i colori delle sete
26
servizi
e delle stoffe portati da Happy.
Happy è una delle OSS che lavorano
nella residenza e ha organizzato, con
l’aiuto dei colleghi e l’attentissima supervisione dei ragazzi che vi abitano, una
serata ispirata al suo paese d’origine.
È stata una festa in stile bangladese
con tanto di abiti tipici e musica.
I ragazzi hanno particolarmente gradito noi operatrici vestite di tutto
punto, con orecchini, braccialetti e collane, avvolte in abiti luccicanti mentre
la musica tipica orientaleggiante riempiva la sala.
Qualcuno non credeva ai propri occhi
alla vista di così tante belle “signorine”
vestite elegantemente e “quasi” ha dimenticato di aver fame…
Ci è sembrato di essere all’improvviso
catapultati in un altro paese: un viaggio nel continente asiatico che purtroppo è durato una sola serata, noi
speriamo però di tornarci presto e intanto facciamo tanti ringraziamenti ad
Happy, una nuova ventata di freschezza dall’est che soffia direttamente tra i rami dell’Albero.
Ilaria Delvecchio
numero 30
dicembre 2010
“La sindrome
di Down alla corte
di Mantova"
Una performance artistica
in piazza Galvani
in occasione della Giornata
Nazionale della persona
con sindrome di Down
Domenica 10 ottobre si è tenuta una interessante performance artistica intitolata “La sindrome di Down alla
corte di Mantova”, promossa da Ceps
e Coop Attività Sociali e a cura del laboratorio protetto di Coop Attività Sociali “MARAKANDA”.
In una sua relazione del 1981, Brian
Stratford (docente in educazione speciale, scuola di educazione, Università
di Nottingham e di Surrey) avanzava
l'ipotesi che il Mantegna, avendo
avuto l’incarico dalla famiglia Gonzaga
di produrre il quadro, avesse scelto
una madre con un bimbo con la Sindrome di Down.
All’artista Fausto Beretti, professore all’Istituto d’Arte “Toschi” di Parma, è
stata affidata la realizzazione della copia fedele del quadro del Mantegna
ingrandito in proporzione fino a tre
metri per due (misure originali
cm.48x35). L’artista ha dipinto il quadro ad olio secondo le antiche tecniche rinascimentali. L’opera è stata realizzata nel laboratorio per disabili
“Marakanda” di Coop Attività Sociali,
dove gli operatori hanno affiancato
l’artista e seguito gli utenti durante la
realizzazione pratica del progetto.
L’originalità dell’evento stava nella
scomposizione a moduli del quadro
(11 telai in legno con particolari del
quadro dipinti su ciascuno di essi) e
della sua ricomposizione a conclusione della performance.
Ogni cooperativa e associazione aderente all’iniziativa, è arrivata in piazza
Galvani portando un modulo che,
unito agli altri, ha ricomposto l’immagine originale del famoso quadro del
Mantegna.
Anche Anna, Lara e Giorgio del nostro
centro “Arboreto” di Bologna hanno
contribuito all’iniziativa portando il proprio tassello del quadro.
le foto sono gentilmente fornite
da MARAKANDA
Grazie agli Orbini
In occasione delle festività natalizie, i
centri diurni Le Farfalle, Accanto, SpazioAperto e la residenza La Corte del Sole
vogliono ringraziare il gruppo di volontariato gli Orbini di San Giovanni in Persiceto, i cui membri, come tutti gli anni,
hanno provveduto a far recapitare un
regalo ad ogni utente inserito.
Nella speranza di poter continuare a
lungo ad usufruire della loro disponibilità, i tre centri augurano agli Orbini i migliori auguri di Natale e di un felice 2011.
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numero 30
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Da questo numero parte la rubrica dedicata ai suggerimenti di lettura. Si tratta di
uno spazio a disposizione di tutti. Chiunque volesse scrivere un commento o
un’impressione su un libro che si è apprezzato e che si vuol condividere con gli
altri, può contattare la redazione allo 051
7419001 o scrivendo a [email protected]
Né giusto né sbagliato
Paul Collins, Adelphi 2004
Questo romanzo
racconta la storia
di Morgan, il figlio
dell’autore.
Morgan è un bambino autistico, e,
come tutti gli autistici, appare come
un mistero. Il bambino è come un
rompicapo, un abitante di un mondo
estraneo a quello che conosciamo.
Collins racconta i primi anni di vita di
Morgan, in modo toccante, disincantato,
pieno d’amore e di curiosità per “il
mondo” in cui abita il figlio.
Collins, mantenendo il suo approccio
giornalistico, ci mostra cosa accade nella
quotidianità con il figlio, e nello stesso
tempo indaga e descrive da dove arrivi
Morgan, quali siano i primi abitanti di
questo paese sconosciuto, che è l’autismo, come il famoso Ragazzo Selvaggio, il primo caso di autismo conosciuto
nell’Inghilterra del 1700, da cui il film
omonimo di François Truffaut.
Così Collins racconta, indaga, e non indulge mai in sentimentalismi o pietismi.
Il fatto che sia un padre a raccontare del
figlio, dà alle parole lette un valore aggiunto, senza mai superare la soglia di
un pudore e di una intimità familiare e
personale che chiede di essere solo
ascoltata, mai giudicata.
Laura Draghetti
28
liber libero
Lo strano caso
del cane ucciso
a mezzanotte
Mark Haddon, Einaudi 2003
"Mezzanotte e 7 minuti. Il cane era disteso sull'erba in
mezzo al prato di
fronte alla casa della
signora Shears. Gli
occhi erano chiusi.
Sembrava stesse correndo su un fianco,
come fanno i cani
quando sognano di dare la caccia a un
gatto. Il cane però non stava correndo, e
non dormiva. Il cane era morto".
Questo è l'incipit de "Lo strano caso del
cane ucciso a mezzanotte" dell'inglese
Mark Haddon.
Un giorno Christopher, il protagonista,
trova Wellington ucciso nel giardino
della sua vicina, la signora Shears.
Wellington é il cane della vicina, che il
nostro giovane amico trova infilzato
con un forcone da giardino.
Christopher ama i cani e si chiede sgomento chi possa aver compiuto una simile atrocità.
Così decide di emulare Sherlock Holmes, il protagonista dei suoi libri preferiti, i gialli di Arthur Conan Doyle, i cui
metodi investigativi diventeranno il suo
punto di riferimento per risolvere questo curioso caso.
Metterà insieme gli indizi e li distinguerà dalle false piste. Con metodo logico e fanciullesco insieme, assemblerà
il suo puzzle per trovare l'assassino di
Wellington.
Dovrà combattere contro i pregiudizi,
sarà ostacolato dal padre, che gli chiede
di "non ficcare il naso negli affari degli
altri"... ma la sua caparbietà non troverà
chi riesca a fermarlo.
Nel corso delle indagini incontrerà per-
sonaggi di ogni tipo e scoprirà verità
scomode. Sarà messo di fronte a segreti sconcertanti che metteranno in
discussione i suoi principi: le sue abitudini, la sua vita di tutti i giorni, la sua famiglia, le sue manie.
Dovrà superare le difficoltà derivanti
dalla sua diversità: Christopher ha 15
anni ed è affetto dalla sindrome di
Asperger, una forma di autismo.
Christopher sa di essere un ragazzo diverso dagli altri e sa che sarà molto difficile per lui farsi strada nella vita, ma
“dovrà imparare”.
Christopher sa di avere "problemi comportamentali" (ne fa un elenco dettagliato nel corso del romanzo): non sorride mai, non ama essere toccato, non
sopporta i colori giallo e marrone, non
capisce le espressioni del viso delle persone né le metafore che utilizzano, è incapace di dire bugie di qualunque tipo
(anche a fin di bene). Necessita di tutta
una serie di comportamenti e situazioni
abituali e di routines che lo aiutano a
tranquillizzarsi. Può anche non parlare
per giorni interi chiudendosi nel suo
mondo.
È intelligente, ha una memoria eccezionale, adora la matematica e ne risolve con estrema facilità i problemi.
Infatti, pur iscritto ad una scuola riservata a ragazzini con problemi di relazione, si sta preparando per sostenere
l'esame di ammissione all'università in
matematica.
Christopher, inoltre, sogna di fare
l'astronauta e, come si diceva prima,
ama i libri di Sherlock Holmes.
Possiede un topolino addomesticato di
due anni a cui è molto affezionato e si
dedica con enorme cura.
Il libro si snoda attraverso le azioni ed i
pensieri di Christopher stesso che decide di raccontare ciò che gli è accaduto in prima persona.
Lo stile del romanzo, del tutto particolare, apparirà semplice, quasi fanciullesco, appunto come se scritto di proprio pugno non solo da un ragazzo, ma
di Lele
da un ragazzo autistico così ad esempio
i capitoli si susseguono non in base alla
tradizionale numerazione decimale ma
secondo un elenco di numeri primi.
A capitoli alterni narrerà l'evoluzione
del suo giallo, descriverà se stesso, la
sua storia, la sua personalità, la sua diversità.
Mi sembrò strano quando durante un
collettivo, parlando di un caso sospetto
di autismo, la pedagogista ci consigliò
di leggere questo libro, un giallo?!
Ora invece, anche se si tratta di un romanzo di qualche anno fa, lo consiglio
vivamente.
Tratta l’autismo, un tema complesso e
ancora in gran parte incompreso, con
delicatezza ed efficacia.
Ci mostra cos’è da un punto di vista
medico: disturbo pervasivo dello sviluppo il cui effetto più eclatante è la
dissociazione del soggetto dalle persone che lo circondano.
Descrive attraverso i comportamenti
ed i pensieri del protagonista la sua psicologia, narrandoci quanto difficile sia
la vita di chi è cosciente della propria diversità e deve comunque confrontarsi
con il resto del mondo.
Evidenzia i possibili conflitti fra i genitori nel modo di affrontare la disabilità
del proprio figlio, un ulteriore motivo di
difficoltà nel rapporto fra di essi
quando ad esempio uno di loro non
riesce a metabolizzare il fatto di avere
un figlio diverso, o non riesce ad imparare il modo migliore di rapportarsi a
lui, di confrontarsi con quel figlio che in
fondo si fa fatica ad accettare.
Il libro mette a nudo, infine, quali comportamenti negativi e quanti pregiudizi, spesso, la gente comune abbia
nei confronti della diversità: la finta
compassione, il pietismo, la difficoltà a
rapportarsi o addirittura la repulsione
per un ragazzo che non è perfetto
come vorremmo fossero gli amici dei
nostri figli...
Laura Piana
I ritratti di Lele
Paolina
Ogni volta che entro in casa sua so
come mi accoglierà.
Avrà quella fascia tra i capelli che la fa
sentire in ordine.
Fingerà anche stavolta di essere piacevolmente stupita, sorriderà e stringerà gli occhi.
Entrare in casa di Paolina mi fa sempre
lo stesso effetto.
Pile di scatole di latta, dorate e con figure che si abbracciano.
Ovunque ceste e cestini, la tovaglia
colma di limoni, la macchina da cucire
che sembra eternamente in pausa.
Al sole ci saranno le spugne e i burazzi
(strofinacci per i non indigeni) e sui
muri quadri di paesaggi che odorano
tanto di Appennino.
Mi siederò da un lato del tavolo e lei
dall’altro.
E mentre lo farò fisserò sempre lo
stesso oggetto.
Un manichino coperto da un vecchio
telo trasparente che fa intravedere
della stoffa rossa.
C’è sempre qualche secondo in cui ci
guardiamo prima di parlare, in silenzio, semplicemente con un sorriso.
Paolina ha passato le 80 primavere e,
oltre agli acciacchi di una vita, soffre
di una malattia oramai rara.
La “bolognesite” la chiama lei.
Quando Paolina ti parla di Bologna è
come quando sfogliavi un libro fisicamente più grande di te, magari sul
tappeto in salotto, tra una macchinina e il pallone.
E lo vedi che la tua città era così.
Come un salotto elegante ma generoso.
Come un posto in cui ogni strada, anche quella a te più familiare, ti sembra
un libro di Jack London.
E lo sai che te lo dirà anche questa volta.
Ti dirà di andare al tramonto sotto il
portico di via Farini verso Collegio di
numero 30
dicembre 2010
Spagna e di guardare quando il sole si appoggia sulle colonne rosso bolognese.
Ti dirà di come s’irradia quel bagliore e di
come, volenti o nolenti, ti entrerà nelle
vene.
Rosso bolognese, oltre che un colore, è
un simbolo.
Un rosso con 100 sfumature gentili.
Rassicurante.
Anche stavolta ti dirà che essere vecchi
è una fregatura.
E anche stavolta fingerai di arrabbiarti e
le dirai che essere giovani oggi, senza la
guida dei nonni, sarebbe ancora più difficile.
Paolina ha passato le 80 primavere e,
anche se si trascina gli acciacchi di una
vita, non ha paura di soffrire e tanto
meno di morire.
Paolina ha solo paura che le sue dita
non possano più lavorare per finire la
vestaglia rossa che c’è nascosta sotto il
telo del manichino.
Una vestaglia che cuce da troppi anni.
La cuce un po’ alla volta, fino a che gli
occhi reggono, fino a che le nocche non
scricchiolano.
Una vestaglia rossa, non per lei. Paolina
dice che è troppo elegante per lei.
Ma è rossa e le ricorda quel portico che
non vede da 30 anni.
E quel negozio che c’era tanto tempo fa
dove, mano nella mano con suo padre,
vedeva la sarta cucire con magia, pizzi
sulle vestaglie.
Anche stavolta mi alzerò tristemente per
andare via.
E anche stavolta si vergognerà di chiedermi un bacio.
E io la bacerò su quella ruga sotto lo zigomo e lei diventerà rossa.
Bolognese.
Toc-toc…
Paolina son Lele!
Raffaele Montanarella
Operatore del SAD Anziani
di San Lazzaro di Savena
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Impronta Etica
Impronta Etica è un’associazione senza
scopo di lucro che nasce nel settembre del 2001 con l’obiettivo di diffondere una cultura di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), di comportamenti
sostenibili.
In quel periodo, il contesto europeo viveva un momento di rapida diffusione
della RSI e di sviluppo di nuovi modelli e
strumenti, in cui Impronta Etica si collocò come un partner italiano del CSR
Europe, network europeo di imprese
per la diffusione della RSI.
In particolare, dal dibattito europeo
emerse che la Responsabilità Sociale
d’Impresa stava entrando a pieno titolo
nella politica europea (strategia di Lisbona) e stava uscendo dai confini della
Cooperazione.
Sin dalla sua nascita, l’Associazione ha
avuto il ruolo di “finestra sull’Europa”:
attraverso la partecipazione al CSR Europe e al Forum Multistakeholder, Impronta Etica porta le esperienze e le riflessioni dei soci e del Movimento
Cooperativo emiliano in uno scenario
internazionale ed europeo in cui queste
trovano legittimazione.
Tra i soci fondatori dell’Associazione vi
sono imprese espressione del Movimento Cooperativo (Granarolo, Camst,
Conad, Coop Adriatica), delle utilities
(ATC-Bologna) e di imprese private
(SCSazioninnova): un mix delle componenti che ancora oggi contraddistinguono Impronta Etica. Ad oggi l’Associazione conta 26 imprese socie.
CADIAI è socio dal 2009, e la sua adesione ha segnato una importante
apertura dell’associazione verso un
mondo, quello del welfare e dei servizi
sociali, che fino a quel momento era
stato assente.
L’Associazione svolge un’attività di ricerca che si suddivide su due livelli:
- Uno, più accademico, che produce
pubblicazioni che prevedono una ricostruzione del contesto teorico di ri-
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altre realtà
ferimento seguita da un’analisi empirica. Ne sono un esempio la pubblicazione “Il ruolo degli stakeholder nelle
organizzazioni socialmente responsabili”, “Il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni e del movimento cooperativo
nella diffusione della RSI per la sostenibilità dei territori”.
- Un altro livello che mira a definire degli strumenti pratici per le imprese, ricordiamo in particolare: la guida
pratica sulla mobilità sostenibile, il vademecum sulla gestione della diversità in azienda, nonché quello per la
realizzazione di eventi sostenibili.
Ai progetti di ricerca, si affianca l’attività
di servizi ai soci, che comprende, tra
gli altri, momenti di confronto su strumenti di RSI, attività di formazione e di
scambio con docenti o altre aziende,
che valorizzano la potenzialità dell’Associazione di fare incontrare esperienze
e soggetti diversi e costruire reti nazionali ed internazionali.
Inoltre, l’Associazione svolge un’attività
di informazione ed aggiornamento sul
dibattito e gli eventi in ambito di Responsabilità Sociale d’Impresa.
Nel 2010 si sono conclusi tre progetti
europei in cui Impronta Etica era coinvolta: il progetto BRC sul tema della responsabilità sociale nel settore delle costruzioni; il progetto TRAIN4CSR, cui
CADIAI ha partecipato, che ha visto lo
sviluppo di formazioni sulla CSR con metodologie innovative ed interattive, e il
progetto LACRe, che mira a contribuire
alla lotta ai cambiamenti climatici attraverso la realizzazione di partnership
pubblico-privato.
Nel 2011 l’Associazione sarà partner
del progetto europeo GAIA, che mira
a contribuire alla lotta ai cambiamenti
climatici attraverso la realizzazione di
partnership pubblico-privato che promuovano la piantumazione di nuovi
alberi nelle aree del territorio del Comune di Bologna.
Un altro ambito di ricerca sul quale Impronta Etica intende lavorare è la sicu-
rezza alimentare. Inoltre, l’associazione
ha promosso un progetto, che coinvolgerà alcuni Soci, fra cui anche CADIAI,
che mira a definire un modello per la
valutazione degli impatti positivi sul territorio dell’attività dell’impresa gestita
in modo responsabile.
Il 2011 segna un momento importante
poiché rappresenta il decennale dell’Associazione, che Impronta Etica intende celebrare con l’organizzazione di
un evento a Bologna in settembre 2011.
L’evento vorrà essere un momento per
fare il punto sull’attività svolta in questi
dieci anni e sulle prospettive che si apriranno nei prossimi dieci. In particolare, il
contesto concettuale sarà rappresentato dalle recenti evoluzioni in ambito
europeo, ed in particolare dalla strategia
Europa 2020, lanciata negli scorsi mesi
dalla Commissione europea, che mira a
creare una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva.
Già nel 2009, Impronta Etica è stata protagonista di un grande evento, in occasione del quale ha presentato il documento “La Responsabilità sociale come
lettere
strumento per superare la crisi pensando
al futuro”, da cui è stato pubblicato il volume “Siamo tutti stakeholder”, che approfondisce il tema dei circoli della responsabilità, un modello in cui ogni
stakeholder e attore sociale contribuisce
con le proprie competenze allo sviluppo
e al consolidamento di una cultura della
responsabilità sociale.
Il documento del 2009 ha rappresentato un altro passo nella riflessione iniziata con il Manifesto pubblicato nel
2003, che si basava sull’idea di fondo
che l’adozione di comportamenti socialmente responsabili comporti l’adesione a
valori che debbono necessariamente essere condivisi a livello sia locale che globale con la comunità.
Con l’evento del 2011, si vuole ulteriormente stimolare e far evolvere la riflessione sui temi della responsabilità
sociale.
Lo si farà coinvolgendo direttamente i
soci, secondo l’approccio di Impronta
Etica, e stimolando lo scambio ed il confronto che può emergere dalla loro ricchezza e diversità di esperienze, tenendo
come quadro di riferimento i contenuti e
gli input che l’Unione europea ha lanciato per sviluppare un nuovo modello di
crescita e di impresa entro il 2020.
I soci di Impronta Etica sono:
Argon Sette; Cadiai; Camst; CCC; CMB
Carpi; Conad, Coop Adriatica; Coop
Ansaloni; Coop Consumatori Nordest;
Coop Costruzioni; Coopfond; Coop
Murri; EmilBanca; Gam Edit; Granarolo;
Gruppo Hera; Homina PDC; Indica;
Manutencoop; Nordiconad; Obiettivo
Lavoro; Mediagroup98; Palm Spa;
SCSazioninnova; Tetra Pak; Unipol
Gruppo Finanziario.
Per informazioni:
www.improntaetica.org
[email protected]
numero 30
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Un grazie dai centri diurni
“I Tulipani” e “Cà Mazzetti”
alla Casa Residenza
“Il Corniolo”
Il 23 ottobre scorso si è tenuta presso la
Sala Consigliare del Comune di Baricella la premiazione dei vincitori del
10° concorso di Poesia e racconti brevi
indetto dalla Casa Residenza “Il Corniolo” di Baricella.
Alla presenza delle Autorità comunali
sono stati premiati:
• il centro diurno “Tulipani” di Bologna
che si è aggiudicato il 3° premio per la
poesia scritta da Giuseppina Barbieri;
• il centro diurno “Cà Mazzetti” di Casalecchio che si è aggiudicato il 1°
premio per la poesia di Anna Bendini,
il 1° premio per il racconto di Anna
Bendini, il 2° premio per il racconto di
Franca Ungarelli.
Riceviamo, e volentieri
pubblichiamo, questa lettera
di una famigliare di un’ospite
della Casa-residenza
“La Torre” di Galliera
03 dicembre 2010
Una grande NAVE, ecco cosa mi è sembrata questa struttura quando ho accompagnato la mia mamma presso
di Voi, e Voi siete la ciurma che accompagna nel lungo viaggio gli
“ospiti” verso la LUCE…
Sono certa che lo fate nel migliore dei
modi, con AMORE e SEMPLICITÀ, la
semplicità e l’amore delle parole più
semplici e dei gesti più cari che Vi ho visto usare verso i Vostri “ospiti”.
Vi ringrazio col cuore e in questo ringraziarVi credo di interpretare anche il
pensiero della Laura, la mia mamma,
che anche se per breve tempo avete
curato, rimarrete sempre nel suo
cuore… e NEL MIO!!!
GRAZIE
Sandra
Alla premiazione ha partecipato una
rappresentanza del centro diurno
“Tulipani” a nome anche del centro
“Cà Mazzetti”.
Questo concorso è stato molto sentito
da alcuni anziani, che anche nel periodo estivo, in cui essi non erano presenti al centro diurno, si sono sentiti
in grado di portare i “compiti” a casa in
modo da poter presentare qualche riflessione al momento del loro rientro.
Grande è stata la sorpresa ed in seguito la contentezza nell’apprendere
la loro “vittoria”, con la consapevolezza
che non è mai troppo tardi anche per
diventare poeti e scrittori!!!
Un sentito grazie da parte di tutti noi
alla Casa Residenza “Il Corniolo” per
averci ancora invitato a partecipare.
Paola Pettazzoni
Coordinatrice dei centri diurni
“Tulipani” e “Cà Mazzetti”
Lettera da una mamma
Con queste righe vorrei ringraziare la
responsabile della Cooperativa CADIAI, signora Sarti, e tutte le persone
che hanno accolto la mia richiesta di
aumentare la presenza di prodotti
biologici nella preparazione dei pasti
per i bambini che frequentano l’asilo
“Balenido” e non solo.
Ringrazio per l’attenzione riservata a
questo importante argomento, purtroppo normalmente ancora poco
considerato, e alla fattiva collaborazione riscontrata nella realizzazione
di questo progetto.
Colgo l’occasione per ringraziare anche le educatrici, le dade Anna e Cristiana, e prima la dada Titti, per la serenità, l’affetto e la competenza con
cui accompagnano ogni giorno il mio
bambino sul sentiero di una crescita
ricca di emozioni, stimoli, creatività e
divertimento.
Grazie di cuore.
Manuela Barbieri
Casalecchio di Reno, 08/11/2010
31
numero 30
dicembre 2010
Convenzioni in
favore dei soci
Assicoop Sicura - Agente UNIPOL
UGF assicurazioni - UGF Banca
Convenzione assicurativa e bancaria
per i soci CADIAI e familiari conviventi. Condizioni di miglior favore e
di sconti sulle principali polizze (ad
esempio: R.C. Auto, polizze per la
persona, la famiglia e la casa, polizze
vita e gestione del risparmio, Unisalute - piani di assistenza sanitaria) e
sui prodotti e servizi bancari UGF
Banca (conti correnti, mutui, prestiti
personali).
Per ulteriori informazioni contattare:
il Centro Servizi Telefonici UNIPOL
allo 051 28 18 888
o la consulente Assicoop
Sig.ra Rossana Peritore
al cell. 320 78 58 357
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(zona Mulino Parisio)
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non cumulabile con altre offerte o
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rubriche
Fini Sport
Nei punti vendita di Bologna:
via Indipendenza 52, Centro Borgo,
viaSanGiuseppe1/C,piazzaVIIIAgosto4/D
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sugli articoli non scontati, in promozione o saldo.
novità
Farmacie Comunali di Bologna
Dall’inizio di dicembre è cambiata la
convenzione con le Farmacie Comunali. Non si ha più lo sconto alla cassa
mostrando la tessera socio CADIAI.
Le Farmacie Comunali infatti hanno
istituito la CARTA CLUB, che per varie
soglie di spesa consente di accumulare dei punti che si convertono in
sconti. I soci CADIAI, a pari punti accumulati, hanno diritto a degli sconti
più alti.
Per avere questo vantaggio bisogna
mostrare la tessera socio CADIAI nel
momento in cui si compila il modulo
per richiedere la CARTA CLUB.
Farmacia S. Anna
Via Don Minzoni,1 - Bologna
Tel. 051 252452 / 051 252273
-15% su parafarmaco
-10% e 20% su prodotti da banco.
Ferred - Prodotti sostenibilità per
l’infanzia e la collettività
In tutti i servizi è consultabile un listino con tutti i prodotti e i prezzi vantaggiosi espressamente rivolti ai soci
di CADIAI.
Trattamenti di Shiatsu
Per le socie e i soci il costo è di 25
euro (inclusa tessera associazione
“Spaziovita”) per un trattamento della
durata di un’ora.
Per informazioni e appuntamenti:
Annalita Bellei: 339 8878831
Roberto Rinaldi: 349 6460655
Disco Frisco
Negozio di dischi
Via De’ Monari 1/A/1B a Bologna
(all’angolo con via Indipendenza).
Sconto del 10% su tutti gli acquisti.
Nuovo Ambulatorio Felsineo
via F.lli Cairoli 2 a Bologna
Tel 051 42 10 644
Ai soci che si rivolgeranno all’ambulatorio per attività diagnostiche e di
terapia fisico-riabilitativa, verrà applicato un prezzo vantaggioso rispetto a quello di listino.
Libreria “Mel Books”
via Rizzoli a Bologna
Si applicano i seguenti sconti:
7% sui libri scolastici, 10% sui libri nuovi,
15% sui dizionari, 10% sui dvd.
Teatro “Arena del Sole” di Bologna
Viene applicato lo stesso sconto del
20% sui biglietti di ingresso così come
previsto per tutti gli associati delle
cooperative aderenti a Legacoop.
Nati in CADIAI
Pillole verdi
Congratulazioni alle neo mamme
Carlotta Cantelli
Katarzina Dawidowicz
Alba Shirin Pipoli
Fanny Adela Riofrio
Piccoli consigli di sostenibilità ambientale
Usare le giuste dosi di prodotti per
la sanificazione degli ambienti.
È la pubblicità che ci
spinge ad abbondare.
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numero 30
dicembre 2010
Dono-Presto-Cerco
La rete di CADIAI
per mettere in contatto
le persone e incrociare
i loro bisogni.
Il DONO-PRESTO-CERCO è una modalità di donazione e/o prestito, fra
i soci e i dipendenti della cooperativa, di quegli oggetti che hanno per
i singoli terminato la propria utilità.
È prevista anche la possibilità di
CHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’è
qualcuno che ce l’ha?”), perché il bisogno di qualcuno può far ricordare
ad altri di avere degli oggetti inutilizzati e magari sollecitare la disponibilità a prestarli o donarli.
Come funziona?
Chi vuole donare, prestare o cercare,
fa la propria segnalazione ad uno dei
seguenti referenti*, contattandoli direttamente presso i servizi in cui lavorano:
• Cristina Anteghini, Monica Bernabiti,
Eudochia Smochina (Residenza per
disabili“La Corte del Sole”di San Giovanni in Persiceto);
• Anna di Lucia (Casa Protetta“San Biagio” di Casalecchio);
• Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gatto Talete” di Castel Maggiore);
• Cinzia Capecchi (Nido “Pollicino” di
Bologna);
• Roberto Malaguti (uffici della sede);
• Roberta Meotti (Casa protetta “Torre
di Galliera”);
• Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bologna);
• Giuseppina Reto (“Balenido” di Casalecchio).
Questa lista di persone è naturalmente
aperta ad altre che vi si volessero aggregare.
Le segnalazioni vengono esposte nelle
bacheche dei servizi e riportate in una
apposita pagina del sito www.cadiai.it
Il DONO-PRESTO-CERCO è una rete informativa che mette in contatto le
persone e le loro disponibilità ed esigenze.
Non è prevista alcuna modalità di
stoccaggio o deposito degli oggetti:
le persone si accordano autonomamente per le consegne.
Il DONO-PRESTO-CERCO cerco è
partito esattamente un anno fa.
Questa iniziativa, proposta dai soci,
è andata, forse anche in modo un
po’inaspettato, decisamente bene…
Non servono chissà quali commenti.
Basta riportare la lista completa degli oggetti andati a buon fine.
Un frigorifero, un fornello, quattro sedie, un giaccone da donna, un mobile vetrina per soggiorno, due piastre per capelli, una scopa elettrica,
dei vestitini per bimbo, un paracolpo
per lettino, un seggiolino da auto per
bimbo, due monitor per computer,
tastiera e casse per computer, una bicicletta, una libreria blu in bambù,
un mobile per stereo con anta in cristallo, un trio Peg Perego, un armadio
azzurro a due ante, un assortimento
di personaggi Playmobil a tema medievale, un assortimento di cavalieri
in Lego tipo bionicle, un assortimento
di costruzioni in legno, armi medievali in legno, un trenino in legno, uno
stereo anni '70, un raccoglitore per
audiocassette, 7 casacche da calcio,
una scatola con alcune centinaia di
pennarelli, una chitarra, una bilancia elettronica per bimbo, una alzata
per bimbo per sedia, un seggiolino
senza schienale per automobile per
bambino, un lettino pieghevole da
campeggio per bimbo, una mountain
bike e un caschetto per bambino, un
assortimento di videocassette VHS
film e cartoni per bambini, un assortimento di animaletti di plastica.
Tanti auguri per un buon
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nell’apposito spazio della pagina principale del sito www.cadiai.it
Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all'indirizzo [email protected]
o per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna
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