Provincia di Vicenza Nido: necessità o opportunità? Fabio Comunello [email protected] Il nido è il primo contesto sociale in cui il bambino viene immerso dopo aver vissuto qualche mese in un “habitat” affe<vo: quindi gli aspe< sociali dello sviluppo possono essere considera? fondamentali nel processo ontogene?co cioè dell’evoluzione personale del piccolo essere. La legge regionale del Veneto cerca una sintesi fra le due concezioni: Da una parte “promuove e sos+ene l’a0vità educa+vo-­‐assistenziale degli asili nido, onde realizzare il pieno sviluppo fisico-­‐psichico-­‐ relazionale dei bambini sino a tre anni di età”. Dall’altra vuole “assicurare alla famiglia un sostegno adeguato, che consenta e agevoli anche l’accesso della donna al lavoro nel quadro di un sistema di sicurezza sociale”. Ha evidenza scien?fica considerare il periodo di vita 0-­‐3 anni di fondamentale importanza per lo sviluppo globale del bambino. Nella valutazione delle sue capacità, il bambino è visto non più come essere passivo da s?molare o “manifesto” di bisogni da soddisfare: egli è in realtà un protagonista a<vo dell’interazione con l’altro e con il contesto. La rilevazione più o meno cosciente dei segni che il bambino invia, avviene aNraverso l’osservazione direNa e partecipata: il che presuppone una capacità dell’adulto di essere aNento ai par?colari e alle variazioni ma sopraNuNo poiché l’”oggeNo” da osservare è un essere vivente inserito in un determinato ambiente (lo stesso dell’osservatore), si a<va sempre e comunque un flusso di informazioni fra osservatore e osservato e viceversa. L’osservazione del comportamento umano (e animale) è soggeNa all’interpretazione cioè all’intuizione delle intenzioni e conseguente aNribuzione di significato con una valenza altamente intera<va per cui si traNa di un processo altamente indiziario e pertanto rischioso che trasforma i segni in segnali. I modi delle azioni dell’educatrice sono fondamentali nella comunicazione : la postura che assume, il tono con cui entra in contaNo ed esercita pressioni più o meno for? in alcune par? del corpo, il tono di voce sono i segni recepi? e sviluppa? dal bambino. Perché l’esperienza del nido sia un’esperienza di crescita, è necessario che la relazione famiglia-­‐educatori-­‐bambini svolgano un’azione sinergica finalizzata prima di tuNo al raggiungimento di una rassicurazione condizione base perché si sviluppi la propensione alla relazione e all’apprendimento. Gli studi neurofisiologici hanno messo in evidenza una correlazione tra gioco e sviluppo della corteccia cerebrale: le due curve di crescita coincidono e toccano il culmine nell’adolescenza. • La s?molazione, l’esercizio delle capacità senso-­‐motorie e, par?colarmente, il gioco in gruppo hanno un effeNo evidente sulla crescita della corteccia cerebrale. • C’è una streNa relazione fra lo sviluppo della corteccia cerebrale e l’a<vità ludica. • Nei giochi di gruppo e di movimento i bambini vivono sensazioni, percezioni, emozioni, movimen? e ... apprendimen?.