content marketing - Corso di elementi di informatica e web

UNIVERSITÀ
FACOLTÀ
DI
STUDI
DEGLI
SOCIOLOGIA - CORSO
DI
LAUREA
DI
IN
NAPOLI – FEDERICO II
CULTURE DIGITALI
E
DELLA COMUNICAZIONE
Content Marketing Un modello di riferimento per la progettazione e
sviluppo di un sito web
Elementi di informatica e web – a.a. 2012/2013
di Guido Fusco
Outbound marketing VS inbound marketing
L’inbound marketing è basato sul concetto di ottenere l'attenzione dei potenziali clienti
(prospect), facendo in modo di essere trovati facilmente e portare i clienti al proprio sito
web producendo contenuti che i clienti apprezzano. Blog, podcast, video, eBooks,
newsletter, whitepaper, SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca), social media
marketing, ed altre forme di content marketing sono considerate inbound marketing).
Al contrario telemarketing, direct mail, radio, pubblicità televisiva, spam e pubblicità
tradizionale sono considerate attività di outbound marketing.
Definizione di content marketing
Il content marketing è quella strategia che prevede la creazione e la
condivisione di contenuti rilevanti e di qualità al fine di attrarre,
coinvolgere, acquisire e fidelizzare la propria target audience, attuale e
potenziale.
Il content marketing è uno dei punti cardini dell’inbound marketing, in altre parole la capacità
di generare traffico e leads al sito attraverso la diffusione di contenuti di qualità (dai testi alle
slide), che si rivela anche una strategia di gran lunga più economica rispetto all’advertising.
L’idea alla base del content marketing è tanto semplice quanto efficace: trasmettere
informazioni di alta qualità, pertinenti e di valore per clienti e prospect. Fare in modo che
questi associno un prodotto o servzio (o più in generale un brand) come risposta ad una loro
effettiva esigenza, memori di un’esperienza positiva offerta in maniera “disinteressata” dal
brand stesso.
Definizione di architettura informativa (Institute for Information Architecture)
Le “forme” del
contenuto
Le forme del contenuto: white paper
Un white paper, illustra un prodotto o una soluzione nel dettaglio e si
colloca in qualche modo a metà tra una brochure e un manuale.
i white paper argomentano una posizione o una soluzione ad una
specifica problematica (solitamente tra le 10 e le 30 pagine)
Denominato "bianco" perché negli anni Cinquanta la pubblica
amministrazione inglese volle distinguere con la copertina bianca i
fascicoletti più brevi e sintetici da quelli più lunghi e dettagliati, che
avevano la copertina blu.
I principali obiettivi di un white paper:
•  Descrivere un prodotto/soluzione in modo esaustivo e dettagliato, e rilevarne i vantaggi
rispetto ai prodotti della concorrenza;
•  Affermare autorevolezza e competenza in un determinato settore;
•  Attirare l'attenzione su un tema emergente, che gli stessi clienti conoscono poco;
•  Far conoscere meglio un prodotto alla forza vendita;
•  Divulgare informazioni più approfondite ai giornalisti specializzati;
•  Dimostrare che si conoscono a fondo i problemi del cliente.
Le forme del contenuto: E-book
Un E-Book (electronic book) è un libro in un formato elettronico
caratterizzato da un’emulazione avanzata delle modalità di lettura
e consultazione dei libri cartacei.
Può essere scaricato da internet e letto, con agevolezza molto
superiore a quella dei semplici file di testo, su personal computer
da tavolo, su portatili o su computer palmari sui quali è installato
l’apposito programma di lettura (eBook reader).
Anch’essi si presentano come documenti per risolvere i problemi degli acquirenti, ma a
differenza dei white paper sono più accattivanti (stanno come il fratello più giovane e
modaiolo) .
Le forme del contenuto: News letter
La Newsletter un prodotto informativo sugli argomenti più svariati,
inviato via email in formato testo o html, e che abbia una periodicità
definita. Lasciando i propri dati, si accetta il trattamento, e si riceverà
poi nella propria casella email una newsletter gratuita.
Le newsletter hanno lo scopo di informare i clienti di un nuovo servizio
o prodotto, o di evidenziare le novità pubblicate sul sito, che in questo
modo è valorizzato aumentando il traffico dei visitatori. È quindi uno
strumento utile per le aziende che vogliono informare su prodotti e
servizi, per i professionisti che intendono farsi pubblicità aggiornando i
propri clienti, per coloro che intendono guadagnarci vendendo un
servizio di informazione, per tutti coloro che nutrono una passione o un
hobby e vogliono condividerli con altre persone
Le forme del contenuto: webinar
Webinar (Web-based seminar) è una presentazione, lezione,
workshop o seminario trasmesso sul Web. La caratteristica
chiave del Webinar è l'interattività, la capacità di dare,
ricevere e discutere l'informazione; in questo differiscono dal
Webcast, in cui la trasmissione dei dati avviene in una sola
direzione e non consente interazione tra il presentatore e
l'uditore..
L'utente si registra compilando online un form nel quale è richiesto
l'indirizzo email; poco prima dell'inizio del Webinar l'utente è avvisato, con
una mail, dell'imminente avvio della trasmissione. Nel corso dell'evento i
partecipanti guardano una presentazione (ad esempio una serie di
diapositive o un video) e contemporaneamente ascoltano l'oratore o gli
oratori, possono intervenire tramite videoconferenza, chat o via e-mail.
Le forme del contenuto: wiki
I wiki sono spazi web nei quali non solo è possibile inserire scritti e
materiali, come in form e blog, ma anche modificare contenuti postati
da altri. Essi presentano caratteristiche ipertestuali più “intrinseche” dei
blog e si basano maggiormente sul lavoro collaborativo . Di norma non
esiste una verifica preventiva sulle modifiche e quindi il contributo di
ciascuno è immediato e libero, salvo poi annullare a posteriori da parte
dei gestori le modifiche apportate da malintenzionati, in quanto tutte le
operazioni vengono tracciate.
Proprio per la sua natura collaborativa, le aziende possono
usare i wiki per permettere ai propri utenti di aggiungere delle
FAQ, in modo che altri possono fornire le risposte. Questo fa si
che il consumatore si sente parte integrante della community e
soprattutto trova un luogo dove poter parlare delle proprie
problematiche.
Le forme del contenuto: immagini, foto, video, audio Quando si parla di contenuto, spesso non si pensa a mezzi
alternativi ai testi.
Abbiamo bisogno di “mettere in moto” la nostra mente
multimediale e considerare altri mezzi, diversi dalle semplici parole
per lanciare il nostro messaggio verso un mondo che vuole e
pretende multimedialità.
Le immagini, le foto, e i video sono condivisi a una velocità molto
più elevata rispetto all’umile “parola scritta” che ci ha
accompagnato per millenni.
Entro la fine del 2011, il numero di foto caricate su Facebook ha raggiunto le 250
milioni di unità al giorno.
La crescita di Pinterest è la più alta mai registrata nella storia da un sito privato.
Negli Usa conta ben 10 milioni di visitatori unici al mese, per non parlare dei quasi
11 milioni di utenti registrati. In più, il numero di utenti attivi è cresciuto del 145% nel
giro degli ultimi due mesi.
Un particolare contenuto grafico: infografica
Un posto particolare tra i contenuti sotto forma d’immagine la ricopre
l’infografica. Essa si è affermata negli ultimi dodici mesi come una delle
forme più popolari, e di facile condivisione del contenuto.
L’infografica è la rappresentazione visiva dell’informazione, dei dati o
della conoscenza che presentano informazioni complesse in maniera
rapida e chiara.
I principali tipi di Infografica e di sue applicazioni sono:
•
Le statistiche;
•
I concetti;
•
I modelli di business e processi;
•
I fumetti;
•
L’informazione;
•
Le Timeline.
h#p://pinterest.com/fuscoguido/digital-­‐marke9ng-­‐infographics/ Il blog
Il blog, è un sito web, gestito in modo autonomo, dove è possibile
esprimere liberamente la propria creatività, la propria opinione sui
più svariati argomenti, o trattare contenuti mono-tematici.
Il termine blog è la contrazione di web-log, in altre parole "diario in
rete" Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America
Poiché sono passati di moda i diari adolescenziali, transitati in gran
parte sui vari social network (vedi facebook), i blogs si rilevano per
le aziende un elemento strategico per l’implementazione di una
campagna di content marketing.
I social media ed in particoalre i social network hanno invaso i
meccanismi di comunicazione, rendendo il dialogo con gli
utenti, più immediati.
Sebbene i Blog non sono più le star dei Social Media come un
tempo, tuttavia continuano ad avere una loro valenza, non
tanto dialogica quanto prima, ma funzionale alla creazione e
alla gestione della propria reputazione online.
I blog come strumento di marketing e non solo
Da semplice modalità di pubblicazione di articoli e
comunicati stampa, il blog è oggi un vero e proprio hub
della presenza di un azienda sul social web
La vera innovazione che i blog rappresentano, è la gestione
che le aziende fanno del personal brand.
Attraverso il blog, scrivendo in maniera informale e diretta di argomenti professionali,
si possono condividere molto più che idee, si può far capire chi siamo, quali
competenze abbiamo e quali sono le nostre capacità professionali. Non è un caso
che i recruiter controllino sempre di più i blog dei loro potenziali candidati e la loro
influenza in rete prima di valutare una possibile assunzione
OSSERVAZIONE:
Il sito web mostra il prodotto o servizio che si promuove, mentre Il blog mostra quanta
conoscenza e competenza, si ha su quel prodotto o servizio.
Sul blog aziendale non bisogna convincere i potenziali clienti che i propri prodotti sono i
migliori o i più convenienti. Bisognerà invece saper comunicare le conoscenze.
Il post
Il singolo contenuto pubblicato dal blogger è chiamato post.
Un messaggio testuale, con funzione di opinione o commento, inviato in uno
spazio comune su Internet per essere pubblicato.
Tali spazi possono essere newsgroup, forum (o board), blog, guestbook,
shoutbox e qualunque altro tipo di strumento telematico (con esclusione delle
chat e dei sistemi di messaggistica istantanea) che consenta a un utente
generico di Internet di lasciare un proprio messaggio pubblico. L'azione del
lasciare (o affiggere) un messaggio in italiano spesso è espressa con il
neologismo postare, ma molti usano più semplicemente il termine "pubblicare",
che rende ugualmente l'idea e appare più conforme alla lingua italiana.
L'etimologia della parola deriva dall'inglese "to post" ovvero spedire, inviare.
Fonte: wikipedia Indicazioni per un blog aziendale di successo
Meglio pubblicare bene e non spesso.
Scrivere per i lettori sul web
Non cercare di vendere qualcosa.
Porre domande
Fidelizza con gli RSS
Commenti facili
Rendere rintracciabile il contenuto
Condividere e rendere condivisibile i post per i vari social media
Obiettivi del content marketing
L’obiettivo primario del content marketing è di produrre e condividere
informazioni pertinenti, che attraggono gli utenti e creino fiducia, affidabilità e
autorevolezza, in modo tale da convertire i “curiosi” o i clienti occasionali in clienti
fidelizzati o addirittura in brand evangelist .
Nello specifico una campagna di content marketing può conseguire i seguenti effetti
q  Attrarre i clienti;
q  Informare gli utenti sui prodotti che s’intende acquistare o addirittura spingere agli acquisti
d’impulso ;
q  Favorisce l’incremento della brand loyalty che si traduce in aumento delle vendite;
q  Permette un aumento dell’engagement sulle pagine web e un aumento della costruzione
dell’immagine di marca (brand identity);
q  Incremento del brand awareness ;
q  Generare buzz attraverso i vari social media;
q  Creare prestigio, credibilità e affidabilità nell’ambito specifico del proprio settore
(leadership di pensiero)
Tipologia e motivazioni per cui si implementa una campagna
di Content Marketing
La ricerca evidenzia che i marketer, stanno sempre più
investendo fondi per la produzione di contenuti e che il
podio per le strategie più utilizzate se li aggiudicano:
Gli obiettivi per i quali si attua una strategia di content
marketing, con percentuali abbastanza omogenee, sono:
Maggiori difficoltà che s’incontra ad attuare un piano di content marketing
Inoltre ai marketer è stato chiesto di spiegare quali sono state le
particolari difficoltà incontrate all’interno durante l’attuazione del
piano di content marketing durante l’anno, e le motivazioni sono le
seguenti:
q  Risultati non immediati. Le operazioni di content marketing richiedono tanta pazienza. E
che bisogna riconosce che nell’ambiente B2B di oggi ci vuole tempo per coinvolgere i
potenziali clienti;
q  Trovare aiuto interno. Individuare delle persone interne all’azienda per contribuire con le
loro competenze ai contenuti condivisi in modo che fossero pertinenti con il core
aziendale. E il fatto che nessuno al di fuori del reparto marketing, sembra riconoscere il
reale valore nel condividere il know-how aziendale con il mercato attraverso
commercializzazione dei contenuti;
q  Tempo. La sfida maggiore sembra la mancanza di tempo per creare i contenuti.
Creazione di un processo sostenibile. La creazione di contenuto emotivo avvincente e il
mantenimento di un ritmo di pubblicazione costante, che richieda anche disciplina, e
disporre di risorse sufficienti per creare e gestire il contenuto giusto per il target di
riferimento.
Linee guida del content marketing
1.  Conoscere i propri utenti;
2.  Individuazione del managing editor;
3.  Produzione dei contenuti
4.  Usare un linguaggio semplice;
5.  Ottimizzare, diffondere, condividere, interagire, conversare;
6.  Ricreare, non riciclare: content curation;
7.  Misurazioni e conversioni.
Conoscere i propri utenti;
Conoscere i problemi più pressanti dei propri utenti, è una
condizione necessaria per una buona content strategy, è
indubbio il fatto che non ci si può rivolgere a tutti gli utenti in
modo indiscriminato, altrimenti si rischia di pescare un
mucchio di pesci , ma non saranno del tipo giusto.
Configurare un piano per la strategia di content marketing che parta dall’obiettivo; il piano è
idealmente chiamato “The Grid Content” (griglia di contenuto) dove su un’ asse vi sono tutti i
tuoi potenziali utenti, sull’altro asse invece ci sono le varie fasi del ciclo di acquisto.
Il contenuto iniziale non dovrebbe mai promuovere direttamente il prodotto/servizio o il brand,
la promozione dovrebbe avvenire solo in seguito.
I contenuti, infatti, dovrebbero essere più esaustivi nelle informazioni da dare man mano che
l’utente sceglie di avviarsi alle fasi successive dell’acquisto: manifestando interesse avrà
anche bisogno di più informazioni al riguardo.
Individuazione del managing editor
Per mettere in piedi una vera strategia di content marketing,
abbiamo bisogno di una figura costante: il managing editor
(content manager, content strategist, content curator, copywriter)
che così come nelle redazioni giornalistiche, è il responsabile della
coordinazione della pubblicazione dei contenuti, e si rivela una
figura chiave soprattutto per blog complessi e portali.
Idealmente, il managing editor dovrebbe avere esperienza nella
scrittura web e conoscere anche le modalità di ricerca, i
meccanismi di condivisione social e la link-building. Inoltre, il
managing editor dovrebbe avere familiarità con gli obiettivi di
marketing per incanalare traffico e le conversioni.
Produzione dei contenuti
La sezione più ostica in una campagna di content marketing sono
le Idee, o meglio, la creatività impiegata per produrre testi di
qualità, difficoltà rilevata anche da una ricerca del Content
Marketing Istitute
Secondo la ricerca 2 sono le migliori pratiche da seguire per
produrre testi di qualità:
1.  In primo luogo c’è l’ascolto delle conversazioni sociali: usare Twitter, Facebook, LinkedIn,
per scoprire i trend e gli interessi del momento.
2.  Sfruttare le impressioni dei colleghi dei servizi supporto o vendite del brand o del
prodotto per il quale si sta lavorando per stilare delle linee d’azione.
Il fulcro della produzione di contenuti è dettato da un calendario editoriale, che dovrebbe
specificare i vari compiti assegnati, ovvero chi è responsabile della stesura dell’articolo e il
timing di esecuzione e consegna. Dovrebbe poi anche indicare, per una strategia di content
ad ampio raggio, su quale canale sarà pubblicato il contenuto (sito web, YouTube, Slideshare,
siti di comunicati stampa, ecc… etc .).
Usare un linguaggio semplice
“I mercati sono fatti da esseri umani, non di segmenti demografici.”
Così recita la seconda delle novantacinque tesi del Cluetrain manifesto , un
insieme appunto di tesi organizzato e presentato come un manifesto, o invito
all'azione, per tutte le imprese che operano all'interno del marketing digitale.
Proprio perché i mercati son fatti da essere umani, il modo di pensare i contenuti non deve
essere orientato alla pesantezza e complessità dei periodi troppo lunghi e pieni di incisi, o
ancora peggio un linguaggio tecnico ricco di eccessiva formalità.
Inoltre, giri di parole, messaggi subliminali e doppi sensi è meglio che restino fuori dai
contenuti e, in generale, dal qualsiasi piano di marketing e comunicazione. Se è vero che il
cliente è via via più profilato e ha bisogni specifici, è vero anche che ha sempre meno
tempo a disposizione.
L’uso di un contenuto chiaro e semplice permette di evitare, o limitare, sprechi di tempo sia
per l’utente/consumatore, sia per l’azienda. In tal modo si riducono le richieste di chiarimenti
o come spesso capita, di abbandono verso altri lidi, ricordando che i propri competitor sono
a un “click” di distanza.
Ottimizzare, diffondere, condividere, interagire, conversare
Da un lato occorre scrivere in modo che l'utente ci legga e comprenda
l'argomento che stiamo trattando, dall'altro occorre scrivere per il motore di
ricerca, affinché identifichi correttamente il contenuto della pagina web e lo
offra nei risultati delle ricerche attinenti l'argomento.
Nonostante tutto il peso che oggi ha l’inbound marketing, il
traffico a pagamento e il SEM rimane sempre una buona
strategia. Che si tratti di Adwords, Facebook Ads o le inserzioni su
Twitter gli annunci sponsorizzati sono sempre di grande aiuto
soprattutto per il lancio di prodotto.
Ogni contenuto va pensato come oggetto sociale, che esiste anche al di
fuori della piattaforma su cui viene pubblicato.
Un metodo per la condivisione dei post è tramite i ”social button“, quei
bottoni/icone, solitamente posti al termine degli articoli, che consentono
di condividere/diffondere il post su varie piattaforme sociali.
Content Curation
Definizione di content curation
“La content curation è l’arte di chi continuamente trova, raggruppa, organizza e
condivide i contenuti migliori e più pertinenti riguardo problematiche specifiche
online..”
Sin da subito, si distingue - attraverso le sue fasi - il flusso di questa nuova attività. In più, vi è
l’introduzione della locuzione ''continuamente''. Infatti, sul web, dove le informazioni si
aggiornano incessantemente in tempo reale, la continuità è fondamentale.
Se proprio vogliamo rendere più specifica la definizione, in un’ottica di strategia aziendale,
possiamo aggiungere che la cura dei contenuti è finalizzata all’intercettare un interesse
specifico, un problema o una passione particolare del proprio target di riferimento.
Perché la content curation?
Quest'attività nasce si dall'esigenza di filtrare e dare un
senso all'enorme quantità di informazioni disponibili che
aumentano di ora in ora – l’utente pur essendo un
animale informivoro , in realtà si trova difronte molto più
“cibo” di quello che riesce a mangiare – ma vi sono altre
motivazioni che ci spingono a fare affidamento su
poche fonti di fiducia.
Si pensi:
•  Alla crescente quantità di contenuti personali, fortuiti,
distraenti e colloquiali;
•  Al gran numero di informazioni non verificate e di
bassa qualità e alla mancanza di competenze
specifiche fra gli utenti per potersi orientare: Crap
detection.
real-time news curation – newsmaster - newsradar
“La real-time news curation, che chiamo anche newsmastering, è l'arte di trovare, aggregare,
selezionare, curare e ripubblicare notizie di alta qualità su un argomento specifico, intercettando
un interesse specifico, un problema od una passione particolare del pubblico.
Quest'attività nasce dall'esigenza di filtrare e dare un senso all'enorme quantità di informazioni
disponibili che aumentano di ora in ora.
La real-time news curation fa spazio anche ad una nuova ed emergente figura professionale
online, quella del news curator o newsmaster, che classifica, edita, arricchisce e raccoglie le notizie e
gli articoli più rilevanti che riguardano argomenti e temi specifici. […] ”
[…] I risultati finali prodotti dai newsmaster sono i newsradar, cioè flussi di notizie raccolte
manualmente su un argomento specifico.
Il newsradar può focalizzarsi su qualsiasi cosa: argomenti, persone, opinioni, prodotti, nuovi
articoli, eventi o passioni.
Luigi Canali de Rossi in arte Robin Good Content curation: grazie la giusto mix di soluzione automatiche
e intervento umano
Il valore più grande di un processo di content curation, può essere offerto solo grazie alle
capacità umane di scelta. Se quest’ultime si escludono a favore di una soluzione automatica,
si scopre che gli algoritmi fanno scelte ed esclusioni che un curator non avrebbe mai fatto.
Il curator può far affidamento su una molteplicità di mezzi e di canali d'informazione che
normalmente non sono a disposizione di un curator automatico. Può raccogliere informazioni
dai suoi contatti e dai suoi amici, esperti di un determinato settore, contattare una società
commerciale per appurare la veridicità della notizia, può seguire le novità attraverso i
messaggi istantanei o utilizzare le informazioni di valore attraverso canali off line.
“Il newsmaster non solo seleziona le notizie migliori e più rilevanti tra tutte le altre.
Il newsmaster ordina, modifica, ri-titola, aggiunge o ri-scrive introduzioni e sinossi, aggiunge
commenti, tag, immagini, link di riferimento, da credito e ridistribuisce le notizie più rilevanti
sull'argomento o sul tema che è di suo interesse attraverso le sue stesse reti.”
Luigi Canali de Rossi in arte Robin Good Carta d’identità di un content curator (1)
q  Identifica la Nicchia: Identifica l’argomento o il tema specifico. Più specifico è, meglio
sarà. Più ampio sarà la gamma d’interessi che va a coprire, meno sarà rilevante per lettori
q  Individua e sceglie le Fonti: Cerca, esplora e individua le fonti principali di notizie. Queste
fonti dovrebbero comprendere i siti di notizie specifiche, i blog, i feed RSS, le ricerche
persistenti aperte, i canali di Twitter, le pagine di Facebook e molto altro ancora. È un dato
di fatto che questo dovrebbe essere un processo "continuo", per cui queste fonti
andrebbero periodicamente riviste, rinfrescate e aggiornate con fonti nuove.
q  Imposta la struttura della ricerca: Imposta e configura un numero di ricerche iniziali sui più
importanti motori di ricerca, su Twitter, sui siti di social media, per controllare, raggruppare
e trovare nuovo materiale rilevante sull'argomento di tuo interesse. Queste ricerche
coprono i sotto-argomenti principali, le persone ed i problemi "caldi" nella nicchia da te
scelta. È meglio creare "ricerche persistenti aperte" per ognuna di queste nicchie, in modo
che una persona possa facilmente iscriversi ai feed RSS che ognuna di queste ricerche
genera.
Carta d’identità di un content curator (2)
q  Contatta: Contatta gli utenti appassionati, gli opinion leader e gli esperti sull’argomento di
nicchia. Espone il lavoro di curation a queste persone e cerca di capire come dare loro
feedback e supporto prezioso ai loro progetti. Da loro l'opportunità di contribuire al lavoro
di curation, citandoli e dando loro credito tutte le volte possibili.
q  Aggrega e filtra: Mette insieme tutti i feed RSS provenienti dalle fonti di notizie che ha scelto
e dalle ricerche persistenti del "newsmastering”.Crea e applica filtri personalizzati ai feed
dei contenuti in arrivo per eliminare i contenuti spazzatura ed altri contenuti indesiderati ed
inappropriati.
q  Verifica: Verifica sempre la fonte di tutte le storie che ha selezionato e delle informazioni
contenute al loro interno. Verifica i link principali e l'autore originale.
q  Attribuisce: Attribuisce completamente la paternità delle fonti usate. Si preoccupa di
fornire riferimenti e citare fonti personali (quando appropriato) e da credito per ogni
suggerimento ricevuto.
Carta d’identità di un content curator (2)
q  Titola, modifica e contestualizza: Utilizza il titolo per "incorniciare" e offrire un contesto
immediato e prezioso a tutte le notizie che cura. Evita gli approcci giornalistici tradizionali e
i titoli accattivanti. Spesso il titolo originale non rende giustizia in questo senso, perché
magari la notizia era diretta ad un pubblico differente o strutturato per evidenziare altri
elementi della storia.
Modifica, corregge, rettifica. Aggiunge un'introduzione se
necessaria, riassume il contenuto principale che è stato analizzato, esamina gli errori e le
sviste. Fornisci riferimenti e commenti. Contestualizza ogni volta che è possibile. Maggior
contesto può essere fornito anche assegnando ogni notizia ad un gruppo di notizie
specifiche, ad un canale, ad un gruppo di categorie o ad una serie di post.
q  Da un suo punto di vista: Aggiunge un punto di vista, la sua opinione sulle informazioni o
sulla storia che sta condividendo ed evidenzia il motivo per cui è importante per il suo
stesso "contesto" (nicchia, pubblico, interessi). Fornire un tuo punto di vista ad ogni
informazione ha davvero molto valore. L’opinione del curator, è spesso il delta, la
differenza, tra chi ripubblica / retwitta semplicemente e il vero curator - newsmaster.
Carta d’identità di un content curator (4)
q  Crea una sequenza: Crea una sequenza delle notizie che ha selezionato per offrire una
migliore esperienza di lettura dell'informazione ai lettori. Il tempo non è sempre la variabile
di classificazione migliore. Tutto dipende dall'argomento che si vuol coprire e dal tipo di
storie che si ha a disposizione. Per esempio, per offrire un canale di notizie curate su un
evento tragico, sarebbe meglio riordinare continuamente le storie in modo che le prime in
ordine cronologico forniscano le informazioni principali, mentre quelle maggiormente
approfondite facciano da storie di sfondo, anche se in realtà questi due tipi di storie
potrebbero apparire in tempi molto diversi.
q  Formatta: Formatta i contenuti curati con precisione microscopica utilizzando gli stili dei
caratteri, le spaziature, l'uso di liste puntate / numerate, per fornire maggior leggibilità e
comunicare in maniera più efficace i concetti chiave presenti nel contenuto originale.
q  Aggiorna: Aggiorna periodicamente le tue pagine con contenuti freschi.
Carta d’identità di un content curator (5)
q  Organizza, classifica e ottimizza per i motori di ricerca:
Ordina le notizie in categorie
rilevanti ed usa parole chiave o tag per poterle trovare più facilmente e poterle riutilizzare
in un secondo momento. Aggiunge metadati rilevanti o mancanti quando è necessario.
Comprende il valore delle ricerche di parole chiave dalla coda lunga e di contenuti di
nicchia per l'ottimizzazione sui motori di ricerca. Ha buone familiarità con i servizi di analisi
delle parole chiave, come lo strumento di analisi delle parole chiave di Google ed altri
servizi simili. E’ consapevole dei vantaggi e degli effetti negativi delle tecniche di
ottimizzazione per i motori di ricerca.
q  Rende Pubblico: E’ schietto su tutto ciò che riguarda il suo focus, gli obiettivi ed il profilo
personale d'informazione. Rende queste informazioni il più possibile pubbliche lasciando
che i tuoi lettori-iscritti sappiano qual è l’argomento, il punto di vista o la sua opinione
editoriale, le sue esperienze passate e le sue competenze specifiche. Stringe accordi
commerciali e sponsorizzali, rendendoli pubblicamente noti.
q  DIstribuisce: Diffonde e distribuisce i canali di notizie curate ("newsradar") sui canali rilevanti
online, compresi i social network, i canali di notizie aggregate, blog / newsletter / sito e gli
altri canali di distribuzione di contenuti a tua disposizione.
Carta d’identità di un content curator (6)
q  Da Feedback – Risponde: Chiede e presta attenzione ai feedback, ai suggerimenti e ai
contributi che arrivano dagli iscritti, dai lettori e da chi segue il newsradar. Integra i loro
consigli migliori, da visibilità e premia coloro che aiutano a trovare ed a curare meglio le
informazioni. Crea una sinergia e una collaborazione con loro. Sviluppa redazioni distribuite
online su argomenti specifici.
q  Traccia – Monitora: Traccia e monitora i tuoi visitatori, le preferenze, il tempo speso, i link
seguiti e ridistribuiti dai lettori. Analizza i dati ed individua le tendenze. Migliora di
conseguenza il tuo servizio di curation.
q  Perfeziona e Migliora: Perfeziona e migliora tutti questi compiti cominciando con
l'aggiornamento delle fonti di notizie di volta in volta, fino all'aggiornamento e alla
revisione delle risposte e dei feedback degli utenti. Rivede tutto e ripete il processo dal
punto 1.
I contenuti del sito web
Carta d’identità di un content curator (6)
La scrittura sul web dovrebbe differenziarsi da quella di tipo cartaceo soprattutto perché il
“lettore sul web” non è un lettore nel senso tradizionale del termine.
Nella maggior parte dei casi, infatti, l’utente Web ha bisogno di trovare ciò che cerca in
modo veloce, e quando lo trova, proprio per la natura del supporto (video e non carta!), non
si sofferma leggendo riga per riga il contenuto, ma “scorre” la pagina alla ricerca di ciò che
più gli interessa.
In più sul web, rispetto alla norma su carta,
Lunghezza abbiamo un grado di libertà in più rispetto ai
due classici (larghezza e lunghezza).
Sul web il testo acquista una nuova
dimensione: cresce e si espande in profondità
Larghezza Gradi di libertà di le#ura sul web attraverso i link. Uno dei massimi studiosi
dell'ipertesto, George Landow, chiama "la
retorica della partenza e dell'arrivo": il testo del
link dovrebbe annunciare con chiarezza dove
stiamo andando e, una volta arrivati,
dovremmo trovare esattamente ciò che ci era
stato annunciato.
Utilizzare i concetti brevi, sintetici e coincisi
q  Utilizzare i concetti brevi, sintetici e coincisi:
“[…] togliere il 50% delle parole da un testo da pubblicare on line e, dopo questa scrematura, di
togliere un altro 50% delle parole rimaste”
Brevità non significa sacrificare contenuti ma saperli organizzare in modo opportuno. E cioè:
Mettere i concetti più importanti in cima. Il lettore vuole capire fin da subito cosa sta
leggendo e se gli interessa. Jakob Nielsen, guru della web usability consiglia l’ordine della
cosiddetta “piramide invertita” ovvero iniziare dalla conclusione per scendere via via verso
maggiori dettagli.
In pratica, il primo paragrafo di un articolo deve essere un riassunto del contenuto, il resto del
testo un approfondimento. In questo modo qualora la lettura venisse troncata a metà (ipotesi
plausibile in rete!) l’utente avrà già incontrato i concetti principali.
“In qualunque punto si fermi il lettore deve sempre aver letto le informazioni più importanti”
Suddividere il testo in singoli paragrafi
q  Suddividere il testo in singoli paragrafi:
Non utilizzare lunghi paragrafi. Suddividere in piccoli paragrafi dedicando ad ognuno di esso
paragrafo un solo concetto importante per facilitare visivamente e concettualmente il
processo di comprensione del lettore, anche attraverso l’utilizzo di titoli e sottotitoli..
“Lasciate che i vostri utenti, sfiorano e saltano. I lunghi paragrafi riempiono lo schermo [...] come
una barricata nella strada, che spesso ne rallenta la lettura. I lunghi paragrafi si comportano come
i posti di blocco, ci si deve necessariamente fermare a leggere e se qualcuno li salta, si rischia di
perdere il senso del contenuto.
[...] i paragrafi brevi aiutano a tuffarsi, dare un occhiata veloce e se questo non suscita interesse, si
può saltare al paragrafo successivo”
….un esempio da non seguire
1745 parole senza nessun paragrafo Stile chiaro
q  Stile chiaro
Già in precedenza abbiamo affermato il principio che il tono e la scrittura sul web hanno
acquisito peculiarità e specificità, legate alle modalità di utilizzo di questo strumento, molto
più simili alla comunicazione orale e informale rispetto a quella scritta e formale.
“Stop thinking of your product, thinking of your customers”
Il linguaggio deve riferirsi il più possibile all’utente, non a noi e alla nostra organizzazione.
•  Utilizzare parole semplici e comuni: Riduciamo quindi i tecnicismi e le parole straniere.
La domanda da porsi è se il nostro lettore capisce o non capisce il mio messaggio
•  Scegliere la concretezza e le espressioni dirette: Evitiamo le costruzioni linguistiche
complesse e l'utilizzo di modi come il congiuntivo, in linea di massima sconveniente
per la comunicazione diretta di Internet. Evitiamo di essere troppo letterari e eleganti.
•  Togliere tutte le parole superflue: Evitiamo la ridondanza di aggettivi, e le espressioni
vaghe.
•  Evitare i gerghi aziendali e le abbreviazioni incomprensibili al di fuori del proprio
ambiente.
Stile chiaro (II)
•  Evitare titoli molto creativi ma ambigui o criptici: Già dal titolo il lettore deve capire
quale sarà il contenuto dell’informazione.
•  Usare il “punto e a capo” il più possibile per evitare la monotonia di periodi lunghi e
dare varietà visiva alla pagina..
•  Non contrarre le parole: l’abusato ecc.. e affini, danno l’impressione che non si sia
voluto perdere tempo nello scrivere
Percezione visiva del testo •  Evidenziare le parole chiave utilizzando il grassetto o il colore;
•  Evitare il sottolineato perché si confonde con i link e genera confusione negli utenti;
•  Centellinare il corsivo perché la disposizione dei caratteri in diagonale è di difficile
lettura.
•  Utilizzare elenchi numerati o con puntatore, perché le voci risultano divise e spaziate
in modo chiaro (naturalmente è sempre meglio mettere in alto quelle più importanti)
Collegamenti ipertestuali
I link sono l'essenza dell'ipertesto, il meccanismo interno che fa
funzionare la macchina comunicativa del sito.
Scegliere i link, titolarli, recensirli, inserirli al punto giusto e nel
contesto giusto, fa quindi parte del talento editoriale dello
scrittore online
E perché il meccanismo funzioni bene, un buon link dovrebbe
sempre:
1.  Anticipare le attese del lettore e accompagnarlo nel suo
percorso;
2.  Essere molto specifico, in altre parole linkare non a una
home page, ma a una pagina precisa;
3.  Avere un titolo che sia un vero concentrato di contenuto e
che invogli il lettore a cliccare.
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