Ensemble Duomo Stagione Concertistica 2005-2006 Roberto Porroni, chitarra Luigi Arciuli, flauto Silvia Pauselli, violino Flavio Ghilardi, viola Tatiana Patella, violoncello Musiche di F. Schubert, A. Vivaldi, N. Rota, E. Morricone Bruno Canino Pianoforte Musiche di: Mozart, Schubert, Gottschalk, Copland, Corea, Gershwin Aula Magna Venerdì 13 gennaio 2006 ore 18 Artestampa - Galliate Lombardo (VA) PROSSIMO CONCERTO Università dell’Insubria Università degli Studi dell’Insubria Via Ravasi, 2 - 21100 Varese e-mail: [email protected] Direzione artistica: Corrado Greco Aula Magna Venerdì 16 dicembre 2005 - ore 18 Con il patrocinio Comune di Varese Comitato per lo sviluppo in Varese dell’Università dell’Insubria Programma WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791) 10 Variazioni sopra un tema di Gluck Kv 455 (Unser dummer Pöbel meint) FRANZ SCHUBERT (1797-1828) Drei Klavierstücke D946 allegro assai - andante - allegro assai allegretto allegro LOUIS MOREAU GOTTSCHALK (1829-1869) Le bananier Union (parafrasi da concerto) AARON COPLAND (1900-1990) Four Piano Blues CHICK COREA (1941) Nove brani dai Children’s Songs GEORGE GERSHWIN (1898-1937) Tre Preludi L’interprete Bruno Canino, nato a Napoli, si è diplomato in pianoforte e composizione al Conservatorio di Milano, dove poi ha insegnato per 24 anni pianoforte. Come solista e pianista da camera, ha suonato nelle principali sale da concerto e festival europei, in America, Sud America, Russia, Australia, Giappone, Cina, Canada. Da quarant’anni suona in duo pianistico con Antonio Ballista, e da 30 fa parte del Trio di Milano. Collabora con illustri violinisti come Accardo, Ughi, Perlman, Amoyal. Ha suonato con importanti orchestre (Filarmonica della Scala, Berliner Philarmoniker, Santa Cecilia, Verdi di Milano, New York Philarmonia ecc.) sotto la direzione di Abbado, Muti, Sawallisch, Chailly, Boulez, Berio. Spesso ha eseguito opere in prima esecuzione assoluta. Insegna Pianoforte e musica da camera al Conservatorio di Berna, e tiene corsi e masterclass sia in Italia che all’estero. È stato dal 1999 al 2001 Direttore della sezione musica della Biennale di Venezia. Il suo libro “Vademecum del pianista da camera” è edito da Passigli Editore. Note al programma Dei 15 Temi con Variazioni che Mozart compose, questi, Kv 455, sopra un tema di Gluck sono certamente i più nobili, e che più si emancipano dallo schema un po’ convenzionale (Dio ci perdoni!) con cui Mozart trattò questa forma: e che comunque anche qui è presente: successive diminuzioni ritmiche; l’immancabile variazione in minore; la penultima variazione è sempre lenta ed estesa, qui un Adagio, e quella finale, vivace, muta il metro del tema, che poi viene comunque riascoltato a mo’ di commiato. Mozart le improvvisò, durante un suo concerto, in cui Gluck era presente, per metterle successivamente sulla carta. I 3 Klavierstücke di Schubert sono spesso assimilati agli Impromptus: questi sono raggruppati in gruppi di 4, nelle due raccolte delle opere 90 e 142; mentre i Klavierstücke sono appunto soltanto 3. Il primo e il terzo sono nella forma A B A, mentre nel secondo l’episodio principale (che ripete la stessa melodia di un coro dell’opera Fierrabras) è intercalato da 2 differenti intermezzi. Louis Moreau Gottschalk, creolo, nato a New Orleans nel 1829, pianista brillante e apprezzato da Chopin e da Liszt, è probabilmente il primo compositore yankee, con un tocco di colore locale antillano. Gottschal portò il pianismo virtuoso di Liszt su materiali folcloristici e popolari: pur essendo del Sud, era patriotticamente favorevole ai Nordisti e agli Unionisti, come testimonia questo pezzo Union, parafrasi da concerto, che combina con genialità temi che ancora oggi conosciamo, come Yankee Doodle, Hail Columbia, lo stesso inno americano, qui presentato con un tocco di malinconia; fa da materiale di introduzione e di collegamento, una specie di tumultuoso frammento di Marseillèse. Dopo Gottschalk ci sono stati Foster, Scott Joplin, Ives, il rag e il blues; ma certamente l’ebreo russo Aaron Copland (come ebreo è Gershwin) è quello che ha individuato quel tipo di stile che riconosciamo inconfondibilmente come americano, e che fonde la musica rurale, il blues, il folklore ispano-americano di frontiera. I 4 Piano blues raccolgono pagine composte fra il 1934 e il 1948 e sono dedicati ad altrettanti pianisti. Chick Corea, dagli avi calabresi, è un famoso Jazzista, che però ha sempre frequentato e amato la musica classica: si ricorda la sua registrazione, in coppia con Friedrick Gulda, del Concerto K 365 di Mozart. I Children’s Songs, dedicati a quel Hubbard miliardario, fondatore e guru di Dianethics, si ispirano con semplicità al mondo fantastico dell’infanzia; l’armonia, con qualche debito forse a Ravel, è assai raffinata e toccante. Di George Gershwin, non occorre dire nulla: certamente il più noto compositore americano, che ha trovato una collocazione speciale (non per nulla nè i jazzisti, né i musicisti classici gli concedono piena cittadinanza), con genialità creativa straordinaria. Il primo e il terzo di questi Preludi sono basati sullo stesso modello ritmico; il secondo è un blues. Bruno Canino