M. Clauss, Introduzione alla storia antica, Einaudi, Torino

annuncio pubblicitario
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
Esame: FONDAMENTI DI STORIA ANTICA prof. G. de Cristofaro
LIBRI DI TESTO
Per la parte generale:
M. Clauss, Introduzione alla storia antica, Einaudi, Torino 2002;
oppure:
H. J.Gehrke, Breve storia dell’antichità, Einaudi, Torino 2002.
Per la parte speciale:
G. Daverio Rocchi, Il mondo dei Greci. Profilo di storia, civiltà e costume, Bruno
Mondadori,Milano 2008.
ARGOMENTO DEL CORSO
Ambito cronologico e storia della disciplina – Dalla preistoria alla storia – Civiltà della
Mezzaluna fertile: l’antica Anatolia; la Mesopotamia; il primo Impero babilonese; l’Impero degli
Ittiti; le migrazioni dei popoli indoeuropei; il mondo celtico; l’antico Egitto; le terre dell’antico
popolo d’Israele; la massima espansione dell’Impero assiro (VIII-VII secolo a. C.) – Le civiltà
del Mediterraneo – Fenici e Cartaginesi – L’Impero persiano - La Grecia arcaica – La Grecia
classica – L’agonia della Grecia e le nuove potenze: l’ascesa della Macedonia e di Roma – La
repubblica romana e la sua crisi – Dal principato al dominato – Il tardo antico e la trasformazione
dell’Impero romano.
PARTE SPECIALE
Il mondo greco: sua formazione e identità – Il confronto con i ‘barbari’ e con gli ‘stranieri’–
Dalla memoria alla storia: le fonti storiografiche e le altre basi documentarie – Civiltà minoica e
micenea – La guerra di Troia – L’età “buia” – Dalla regalità alle aristocrazie – Il cittadino
soldato e l’oplitismo – Colonizzazione, tiranni, legislatori - L’età classica: Greci e Persiani; la
pentekontaetìa; l’età di Pericle; l’età della guerra del Peloponneso; il IV secolo - Alessandro
Magno e l’ellenismo - Morfologia della polis – Atene e l’eguaglianza quantitativa – Sparta e
l’eguaglianza selettiva – Luoghi e forme di culto – Lo spazio del privato – Il sistema educativo –
Moda e pratiche educative.
Introduzione
Secondo Nietzsche lo storico è: il guardiano dei cimiteri, mentre il Bloch lo definiva: divoratore
di uomini. Lo storico dove fiuta carne umana, lì fiuta la sua preda perché è sempre alla ricerca
dell’uomo, di sé stesso per ricostruire la storia che è scienza del passato dell’umanità. Lo storico
lavora sui testi scritti dall’uomo, analizza scrupolosamente ogni dettaglio, ogni lettera, visto che
il patrimonio dei testi coevi = (scritti proprio in quell’epoca antica) è piuttosto ridotto. La storia
comincia dove le testimonianze diventano più comprensibili perciò dall’invenzione della
scrittura, ma siccome la scrittura non si è diffusa ovunque contemporaneamente, nello stesso
tempo delle aree risultano appartenere alla preistoria mentre altre vicine alla storia perché capaci
di scrivere. Nell’Umanesimo e Rinascimento (1400-1500) si comincia a dare spazio allo studio
dell’antichità classica da cui trarre modelli di vita morale, spirituale e sociale. Nel 1700 il
classicista Winckelmann rafforzò l’interesse per la civiltà greca e man mano la ricerca rivolge
l’attenzione ad altre testimonianze come: iscrizioni, monete, papiri che portò alla nascita di
discipline ausiliarie quali l’archeologia, la numismatica (studio delle monete), la papirologia,
l’epigrafia ecc…Così si risale alle epoche preistoriche anche dell’Oriente.
1
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
M. Clauss, Introduzione alla storia antica, Einaudi, Torino 2002;
I Capitolo
Le Monarchie Ebraiche
La storia degli Ebrei fu influenzata dalle relazioni con le grandi potenze dell’epoca: Egitto,
Hittiti, Mitanni. La storia ebraica si svolse nell’area tra la Siria e la Palestina lungo i fiumi Tigri
ed Eufrate, la Mesopotamia e l’Egitto lungo il Nilo.
Nell’area Siria-Palestina c’erano i Cananei che erano civilizzati ed organizzati in società con a
capo il re e l’aristocrzia, poi c’erano i commercianti e i proprietari terrieri infine i non sedentari e
le masse cittadine. Gli Ebrei facevano fatica ad espandersi tra i Cananei perché erano
militarmente più deboli, essi vivevano in clan di famiglie, la famiglia era padronale, si
preferivano matrimoni consanguinei e il capo supremo aveva potere di vita e di morte sui
familiari. Gli Ebrei si stanziarono sulle montagne circostanti disabitate in cerca di pascoli e terre
e solo dopo una lunga vita sedentaria cominciarono a tentare di scendere in pianura tra i Cananei.
Nomadismo
C’erano delle differenze tra i nomadi e i sedentari:
I nomadi venivano considerati barbari, uomini della steppa, delle terre alte, estranei ad ogni
forma di civiltà, che si nutrivano di carne cruda, in cerca di bottino, uomini liberi di vagare,
con un’unica lingua
I sedentari erano civilizzati, urbanizzati, legati alla loro terra, con più lingue, edifici, tribù
Dai test dell’Antico Testamento si evidenzia che il nomade vedeva le nuove terre in cui
immigrava come un paese di latte e miele.
Una società segmentaria = non statale ma tribale
Secondo frammenti dell’Antico Testamento Israele conquista il territorio Cananeo al tempo di
Giosuè e dà origine alla monarchia. Chi ha scritto il testo ha messo in evidenza il concetto di
“agire comune di tutti gli Ebrei” dell’unione della tribù di Israele, dello spirito di Nazione che
sotto i diversi capi- eroi porta a termine la conquista dell’intero territorio. La storia di Israele è
piena di capi militari perché ogni volta che il popolo commetteva qualcosa che dispiaceva a
Yahweh (Dio) veniva punito con l’invasione da parte di un nemico. Poi però Dio mandava loro
un capo che li avrebbe salvati, così raggiungevano la pace fino a quando non avrebbero di nuovo
offeso Dio. E’ il caso dell’episodio di Gedeone nel libro dei Giudici: Israele aveva offeso il
Signore e fu attaccata dai Madianiti, un popolo selvaggio che fece razzie e scorrerie di ogni
genere. Gedeone fu l’eroe che Dio mandò, riuscì con uno stratagemma a sorprendere il nemico di
notte, mentre ubriaco dormiva. Così il paese rimase in pace per 40’ anni.
Secondo la teoria dell’anfizionia (coloro che abitano attorno ) di North l’unione di Israele è
spiegata dal fatto che c’erano 12 tribù che, stabilitesi in Palestina, , formarono una lega religiosa
perciò erano molto unite.
Un’altra teoria che spiega l’unione degli Israeliti è dettata dal fatto che le tribù rappresentavano
una : società segmentaria ossia non organizzata in forma statale ma affidata alla guida e alla
difesa del patriarca. Nella società segmentaria si tende ad eliminare le differenze, si tende alla
parità e all’autogestione perciò compaiono di volta in volta figure guida che però escono di scena
quando un problema è risolto.
2
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
Il re Davide
Mentre a Nord Israele era organizzata in tribù, a Sud c’era la regione Giuda che era già una
potenza politica unitaria. Sotto il re Davide conobbe un periodo di grande fortuna, Davide per
allontanare il pericolo di un attacco dei Filistei si mise al loro servizio così riuscì a formarsi un
esercito tra i suoi. Divenuto forte anche militarmente Davide cominciò a combattere i Filistei
fino a conquistare tutte le loro terre, dal confine con l’Egitto fino all’Eufrate. Si formò così la più
vasta compagnie statale che un re ebreo abbia mai ridotto sotto il proprio controllo.
Il re Salomone
A Davide successe Salomone che non riuscì a fare di Israele e Giuda un unico governo ma favorì
il formarsi di una doppia monarchia con capitale Gerusalemme. Salomone rafforzò l’esercito, si
circondò di sfarzo, usò nuovi materiali per le costruzioni, favorì un sapere enciclopedico tanto da
suscitare meraviglia negli Ebrei fino ad allora ignoranti. La divisione interna tra Israele e Giuda
rendeva la regione ancora esposta alle mire espansionistiche dell’Egitto infatti su una stele (lastra
di pietra) trionfale del 926 a.C. sono rappresentati 126 prigionieri legati al collo e ognuno
portava scritto il nome delle città conquistate dal faraone Sheshonk. Dunque la storia si scrive
anche con altre testimonianze oltre al testo dell’Antico Testamento.
Israele e Giuda conquistati dagli Assiri
Le monarchie di Israele erano molto instabili per i conflitti interni alle tribù perciò cambiavano
continuamente capi tra cui Geroboamo I che costruì due nuovi santuari Bethel e Dan; poi ci fu
Omri che fondò la prima dinastia israelita e stabilì la capitale a Samaria. Ma Israele fu presto
conquistata dagli Assiri, una grande potenza militare, con un esercito provvisto di macchine da
guerra, uomini spietati che mutilavano i prigionieri e li esponevano. Gli Assiri fecero allontanare
da Israele tutti i maggiorenni e la popolazione fu ridotta per cui lo stato risultò completamente
cancellato. I superstiti si spinsero allora a sud nella terra di Giuda dove la monarchia era in pace,
così Gerusalemme conobbe un forte incremento demografico. Presto però gli Assiri si rivolsero
anche contro Giuda che fu assediata e dovette cedere contro la forza militare nemica. Gli Ebrei
(Israeliti e Giudei) per la prima volta erano uniti intorno al culto di Yahweh = Dio.
Intorno al 600 Assurbanibal re Assiro arricchì la biblioteca di testi antichi per il recupero del
passato, suo fratello fece scrivere delle iscrizioni in lingua Sumera e Nabucodonosor re di
Babilonia restaurò templi. Giuda si legò al ricordo della figura di Mosé. Era un periodo in cui si
riscoprì l’antica legge, la religione.
I Babilonesi
Agli Assiri successero i Babilonesi che nel 597, dopo la morte del re di Giuda: Giosia,
conquistarono GerusalemmeI Babilonesi deportarono ancora una volta parte della popolazione e
il profeta Geremia lamenterà la disperazione, la morte di fanciulli, giovani euomini. Comincia la
fase dell’esilio degli Ebrei che fu diversa da quella degli Assiri. I babilonesi trasferirono i
prigionieri in zone chiuse, autonome in cui gli Ebrei potevano mantenere una loro integrità di
costumi e religione. Alcuni profeti hanno interpretato questo declino come segno di un nuovo
inizio religioso e sociale esattamente come dopo un diluvio universale, dando così agli Ebrei la
possibilità di sopravvivere come popolo.
3
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
II Capitolo
La Grecia arcaica
L’antico nome dei Greci fu quello di Achei, più tardi Elleni. La storia greca si svolge in un
millennio circa dal 1000 agli anni 30 e per facilitarne lo studio si può dividere in periodi:
Il periodo geometrico dal 1000 all’80/900
Il periodo arcaico tra 800/ 500 (antico)
Il periodo classico tra il 500/336
Il periodo tra il 336/30
Il territorio greco è molto impervio, roccioso, montuoso, frastagliato, con golfi, isole perciò
internamente è suddiviso in tanti piccoli Stati:
 Argolide
 Laconia
 Acacia stretta pianura lungo il mare
 Attica
 Beozia = terra di buoi
 Territorio di Corinto
 Tessaglia
Le fonti scritte che ci danno testimonianza della civiltà greca ci vengono da Omero e Esiodo
storico.
Omero è un nome maschile, l’unica cosa certa che si sa.
Forse non è l’autore di entrambe le opere Iliade ed Odissea però sappiamo che non fu un poeta
ma un narratore di miti, ecco perché i poemi omerici non sono libri di storia. Comunque dietro la
poesia sta una società concreta, che credeva nell’intervento degli déi negli affari terreni, che
combatteva con carri da guerra usati per il trasporto di soldati e morti. Con il tempo, in seguito
alla crescita economica, i carri sono diventati da trasporto. I poemi omerici sono utili dunque per
comunicare le tradizioni della Grecia arcaica.
Esiodo è uno storico di origine contadina fu sia poeta che agricoltore e nelle sue opere parla
appunto della vita in campagna dandoci mole testimonianze sulla vita, gli affanni, economia, riti
dell’età arcaica.
L’economia nella OIKOS = azienda agricola
Attraverso il racconto di Esiodo apprendiamo che
l’oikos o azienda agricola era la base dell’economia agricola. Ne fanno parte il contadino
con la famiglia, una donna comprata, uno schiavo senza famiglia; i mezzi a disposizione
erano un appezzamento di terra, gli attrezzi come l’aratro a mano.
L’oikos era autonoma, e il lavoro era alla base dell’economia, quando gli schiavi non
bastavano si assumeva per breve periodo altro personale.
L’oikos doveva anche essere in grado di difendersi in caso di attacchi, per tutto ciò, avere
una oikos era motivo di onore, stima, prestigio sociale; era questa una delle caratteristiche
della Grecia arcaica che ancora non era organizzata politicamente.
4
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
La polis
La polis era la città, una unità geografica in cui si concentrava l’attività politica. Ma non basta
avere mura e edifici perché si possa parlare di polis, per essere tale era necessario il popolo.
Dunque non si parla di Atene nella Grecia classica ma di Ateniesi, del popolo o ethnos che
condivide leggi, usi, religione della città. La polis deve essere estesa tanto da poter essere
percorsa in un’ora, ma con l’aumento della popolazione del VII secolo le polis si estesero e a
volte si unirono a quelle vicine. In tal modo si unirono politiche e riti religiosi effettuati nei
santuari che successivamente furono fondati. La polis comprende oltre l’acropoli anche la cittàstato ossia tutto il territorio con al centro il nucleo urbano. Vi sono per esempio la polis di atene
che comprende la regione Attica; la polis Argo che comprende la regione Argolide; Sparta che è
la polis della Laconia.La polis aveva due spazi più significativi:
L’agorà dove si amministrava la giustizia, la politica, l’economia, il mercato, il luogo delle
relazioni sociali, delle feste, del teatro, del culto.
L’acropoli= parte più alta della città, che aveva prevalentemente funzione di sede di culto
con il Partenone sede della dea Atena protettrice della città. Il progetto dell’acropoli di Atene
fu affidato a Fidia.
Nella polis il cittadino partecipava alle decisioni comuni e si autogovernava. Il governo della
polis era basato sull’Autonomia e la libertà; l’autorità era posta nell’assemblea di tutti i cittadini
che decideva riguardo alla politica interna ed esterna, non vi erano Re e chi veniva eletto non
doveva avere caratteristiche particolari ma doveva essere un cittadino morale. La polis basava la
sua economia sulla terra e doveva essere autosufficiente ma solo Sparta lo era mentre le altre
dovevano importare i prodotti per sopravvivere. Si ricorreva così al commercio attraverso una
flotta molto attrezzata che dava lavoro a tanti uomini che provenivano dal ceto dei nullatenenti.
Il villaggio era il tipo di residenza dei greci delle comunità montane, tra i boschi, valli, pascoli,
era un insediamento semplice e senza molte attrezzature perché facilmente permetteva gli
spostamenti stagionali. La Grecia era disseminata di villaggi e di etnos= gruppi di popolazioni
che però anche se distanti non erano separati perché si riunivano periodicamente intorno alla
divinità e prendevano decisioni maturando così il senso civico dell’appartenenza. I cittadini della
polis vivevano in stretto rapporto in modo che tutti si conoscessero e si consultassero nel
prendere decisioni amministrative. Vi erano poi residenti liberi che però non avevano diritto al
voto, gli stranieri e gli schiavi, la fascia più numerosa, usati nella manodopera.
La donna non godeva di alcun diritto politico e viveva sotto il controllo maschile del padre,
fratello, marito o parente più stretto. La donna viveva in casa, si occupava della educazione dei
figli, controllava il lavoro dei servile e si dedicava alla procreazione. A Sparta la donna veniva
educata al movimento e a alle relazioni con più uomini, perciò i costumi erano più liberi. In
Grecia la donna aveva un ruolo attivo nel culto dove poteva diventare anche sacerdote, o nei riti
dionisiaci ricoprivano il ruolo di baccanti= donne in preda a frenesie, sfrenate nel piacere di
Bacco. Ci sono altri tipi di donne: donne eteree= colte e raffinate; le donne concubine e le
prostitute, queste ultime erano per lo più schiave.
Le migrazioni
Anche i Greci sentirono la necessità di spostarsi per mancanza di terre da lavorare e pascoli dato
che il loro territorio era montuoso con molti ostacoli naturali.Attraverso gli storici Tucidite e
Erodoto apprendiamo di numerose migrazioni, le prime verso le coste della Libia. Alla fine del
processo migratorio Platone dice che: i Greci sedevano intorno al Mediterraneo come rane
intorno allo stagno. L’espansione sulle coste mediterranee portò al fenomeno di Panellenismo=
diffusione della cultura greca, infatti nelle colonie si diffuse il gusto per la riflessione che porterà
allo studio della filosofia greca.
5
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
Atene
Si può cominciare a parlare di Atene come Stato solo tra l’800 eil 700, dopo che gli abitanti del
territorio cominciarono a vivere una vita politica unitaria. Intorno al 600 però, le grandi casate si
associarono tra loro per accrescere il proprio prestigio ma lentamente la comunità riuscì a
limitare le politiche private a vantaggio degli interessi del popolo. Un problema che sicuramente
minacciava l’ordine e la pace era quello della giustizia, ossia di come regolarsi nei casi di
omicidi, vendette, faida.
 Dragone fissò delle leggi per regolare il tema degli omicidi e ferimenti, successivamente
Solone nel 500 perfezionò il sistema legislativo ma soprattutto
 Solone emanò leggi che regolavano il diritto di famiglia e cercò di risolvere la piaga dei
debiti. In questo periodo non si sa bene perché ma in Atene si diffuse una profonda crisi
che portava i piccoli proprietari terrieri ad indebitarsi e poi a perdere la proprietà perché
non riusciva a pagare i debiti così Solone stabilì la distribuzione di terre in piccole
proprietà e la cancellazione dei debiti.
Ad Atene i cittadini si divisero in 4 classi in base al reddito:
 I più ricchi con reddito di 500 misure di frumento o olio o vino
 I cavalieri con 300
 I zeugiti con 200
 I teti inferiore a tutti
Solone aveva stabilito ordine ma non la pace che era sempre minacciata soprattutto dai tiranno
come Pisistrato che comandò in modo assoluto ma proteggeva i poveri contadini. Con Pisistrato
termina l’età arcaica.
6
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
III Capitolo
La Grecia classica
Sparta
Gli Spartani erano di origine modesta, nel 900 si insediarono nell’alta pianura dell’Eurota e
fondarono villaggi che chiamarono con nome Sparta. Sottomisero gli indigeni e li resero iloti=
schiavi, utilizzati per lavorare le terre degli spartani mentre questi si potevano dedicare all’arte
della guerra. Il rapporto tra Spartani e iloti secondo lo storico Erodoto era di devozione e
collaborazione tra i due; lo storico Tucidite invece racconta che gli Spartani non perdevano
occasione per ricordare la propria superiorità nei confronti degli iloti e che di frequente ne
uccidevano molti per evidenziare la distanza tra i due gruppi. L’educazione veniva impartita
dallo stato dall’età di 7 anni e continuo era l’addestramento alla guerra. Attorno al territorio di
Sparta c’erano i perieci = attorno, questi no godevano gli stessi diritti politici della comunità. Il
governo a Sparta era affidato a 2 Re e la politica tendeva soprattutto a stringere alleanze con le
regioni vicine. La lega più famosa è quella del Peloponneso in cui Sparta era la città più
importante, governata da re valorosi, il più energico fu Cleomene molto devoto e timoroso degli
dèi che finì per uccidersi dopo avere commesso sacrilegio contro le divinità. A Sparta le
previsioni delle divinità venivano ascoltate infatti quando un dio prediceva che un neonato non
avrebbe avuto vita felice e salute, i genitori lo abbandonavano per motivi sociali o economici.
Sparta era una città senza un centro urbano ed era un insieme di 5 villaggi, chiusa verso
l’esterno, ai contatti, propensa a fare pochi viaggi. Lo stile di vita era ispirato alla severità.
Gli abitanti vivevano in Kosmòs = in armonia perfetta regolata dalle famose leggi di Licurgo “ la
Grande Retra”= legislazione che favoriva i principi di uguaglianza, collettività contro
l’individualismo, dettava leggi anche di morale e controllava tutta la vita dei cittadini, perfino
sotto l’aspetto della salute. Massima espressione della vita comune era il pranzo collettivo
I giovani venivano educati al rispetto degli anziani e all’obbedienza, allo spirito di sacrificio e
all’austerità.
La differenza tra Sparta e Atene consiste nel titpo di partecipazione del popolo alla vita pubblica,
mentre Atene favorì la democrazia, la partecipazione dei cittadini Sparta creò una società di
eguali con solo pochi capi.
Le guerre persiane nel 400
Le guerre persiane ci vengono descritte da Erodoto “il padre della storia” come lo definisce
Cicerone.Erodoto nella ricostruzione storica ascoltava i testimoni o i fatti raccontati dai figli,
nipoti che avrebbero potuto riferire su fatti avvenuti fino a 150-200 anni. Nel 559 il re persiano
Ciro che iniziò con successo la conquista della costa occidentale dell’Asia Minore. Tra Greci e
Persiani tre furono i conflitti più importanti:
1. Nella battaglia di Maratona i Persiani furono sconfitti
2. Nella battaglia delle Termopili vincono i Persiani ma eroica fu la resistenza del
comandante spartano Leonida con poche centinaia di uomini
3. Nella battaglia di Salamina 479 vinsero gli Ateniesi guidati dall’eroico Temistocle
Seguì la Pentecontetia = 50 anni
ossia ci fu una pace di 50’anni
In cui si fortificarono le leghe:
Atene restò la più importante città nella lega Delio-attica,
Sparta invece nella lega del Peloponneso.
Tale equilibrio però non dura molto perché qualche città voleva uscire dalla lega delo-attica ma
Atene cercava di impedirlo perché preferiva controllare tutti gli alleati e disporre di forze in caso
di guerra. Ben presto tra Sparta e Atene iniziano tensioni che causeranno la guerra del
Peloponneso descritta dallo storico Tucidite. Sparta e Atene sono due giganti che vengono
7
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
paragonati ad un elefante contro una balena o a una potenza terrestre contro una marittima. La
vittoria sarà degli Spartani a Mantinea nel 418 e poi una definitiva nel 404 con una flotta
superiore costruita grazie ai finanziamenti dei Persiani.
Il IV secolo il 300
Nel corso del 300 si alimenta il desiderio di liberazione dei greci dal potere spartano. In questo
periodo si diffonde la figura dei mercenari, uomini assoldati per combattere, in questo modo si
evitava ai contadini di allontanarsi dalle terre visto che le guerre erano sempre più lunghe.
Tebe fu la prima ad iniziare la lotta di liberazione contro gli spartani, poi seguì una lega di altre
città tra cui Atene e lo scontro tra Epaminonda re di Tebe e Sparta. Epaminonda sperimentò una
nuova tattica di guerra che sorprese gli spartani abituati a combattere con la falange tradizionale.
La tecnica consisteva in uno schieramento obliquo, nuova, che gli spartani non si aspettavano.
Con la sconfitta di Leuttra ( 371 ) Sparta esce per sempre dalla scena della storia greca.
La Democrazia Attica
Non tutti diventavano membri della polis greca ma vi erano dei cittadini che non godevano della
cittadinanza perché i greci non amavano aumentare il numero dei cittadini della polis. Però
anche tra coloro che avevano la cittadinanza vi erano alcuni che non godevano degli stessi diritti
degli altri pur essendo in democrazia. La democrazia per i greci infatti prevedeva che le donne,
gli schiavi, gli stranieri fossero inferiori mentalmente e moralmente. Tutti i cittadini nella politica
ateniese avevano il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni nelle assemblee
pubbliche, e dovevano pagare la misthoforia ossia una diaria- tassa per i magistrati, per gli
spettacoli teatrali, per quelli che partecipavano ai tribunali popolari, ai soldati di guerra e ai
rematori delle flotte. Le cariche in Atene venivano ricoperte per un anno, poi si cambiava il turno
per evitare che coloro che ricoprivano una carica si corrompessero. Tutti i cittadini perciò
potevano ricoprire una carica e ciò avveniva non per elezione ma per sorteggio perché tutti erano
uguali. Per nominare i giudici nei tribunali il sorteggio era molto sofisticato, esisteva proprio una
macchina complessa per evitare che i giudici sapessero in anticipo a quali processi avrebbero
dovuto partecipare per quell’anno. Da questa procedura si evidenzia che la democrazia attica
aveva una tendenza democratica.
La democrazia di Atene= Attica durò circa duecento anni tra il 500 e il 300 e fu resa possibile
grazie alla riforma di Clistene il padre della democrazia. Clistene 322 aveva l’intenzione di
mescolare le popolazioni distribuite nelle diverse tribù e villaggi. Nella democrazia governava
l’ecclesìa = l’assemblea dei cittadini, il governo era così diviso:
Assemblea politica o ecclesia
Assemblea giudiziaria
Le magistrature con a capo gli arconti
Gli strateghi che dovevano pensare ad organizzare le guerre
Le cariche politiche venivano attribuite con il sorteggio e se un cittadino era sospettato di
tirannide veniva allontanato dalla comunità con l’ostracismo= elezione su cocci per allontanarlo.
Nel clima di democrazia fiorisce il teatro e la tragedia di Euripide.
Ad Atene il territorio si divideva in demi= piccole unità territoriali comandate dal demarco dove
tutti conoscevano tutti, c’erano rivalità, tensioni, condivisioni, riti, tutto avveniva in comunione.
8
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
IV Capitolo
Ellenismo
Filippo II il Macedone
Dopo la fine di Sparta la Grecia era frazionata in base a interessi singolari; questa fu una delle
cause che permisero l’ascesa della regione Macedone sotto il re Filippo II, con il quale si fa
cominciare l’Ellenismo. La Macedonia nel 338 cominciò ad espandersi, la prima vittoria la
riportò contro Atene a Cheronea. Filippo II riuscì a trasformare la sua gente da seminomadi a
sedentari, li condusse dalle montagne alla pianura, li civilizzò, li vestì, diede loro capacità di
costruire città e buone leggi, aumento la popolazione accogliendo l’insediamento di altri popoli,
fece costruire dighe, prosciugare paludi, dissodare foreste. Formò un esercito forte basato sulla
tecnica della falange a schieramento obliquo, inoltre impegno in un unico piano tattico: la
cavalleria, la falange e i fanti e ciò era molto efficace in battaglia perché dopo avere sconfitto il
nemico i cavalieri li potevano seguire nella fuga e distruggerli. Dopo la vitto su Atene, le altre
città si coalizzarono a Corinto e nominarono capo della lega Filippo II che morì nel 336.
Alessandro il Macedone
Alessandro nacque a Pella città di residenza dei re macedoni. Successe al padre Filippo e seguì la
sua politica e le sue tattiche militari. Poteva contare su un esercito potente e quando si
spostavano erano molto numerosi perché oltre ai militari c’era anche il re in persona come
comandante supremo, con la sua corte e il suo seguito. Il re era circondato da un personale molto
variegato, da illustri artisti, filosofi, letterati perché amava la cultura. Alessandro presto si trovò a
dover risolvere il problema dei Persiani che in breve tempo distrusse estendendo i propri domini
verso oriente da dove riportò ricchissimi bottini di guerra. Si estese successivamente in Egitto
dove fondò la città di Alessandria, centro culturale del mondo ellenistico. Conquistò Persepoli la
sede dei re persiani e fece incendiare tutti i palazzi. La sua aspirazione era di intraprendere la
guerra in Arabia ma morì nel 323. Le imprese di Alessandro furono giudicate in vario modo,
ebbe il merito di creare nuovi spazi per nuove realtà, favorì gli scambi tra occidente ed
oriente,diffuse la cultura greca, fece della lingua greca la Koiné = lingua parlata da tutti, coniò
monete dell’Attica, creò l’idea di stato universale ed elevò la figura del re a divinità.
Secondo lo storico tedesco Niebuhr ( 1828) ,Alessandro è un bevitore senza misura e un brutale
conquistatore che nelle sue imprese ha considerato gli Orientali alla pari degli Europei, mentre
sono inferiori e devono essere dominati dall’Occidente. Alessandro si era formato nella cultura
classica, sui poemi omerici, si fece elevare a figlio dei dio perciò al di sopra dei mortali. Era
generoso ma anche molto vendicativo, uccise per uno scatto d’ira un suo amico.
Lo storico Droysen (1833) la pensa diversamente perché vede Alessandro come uno splendido
eroe che ha portato la storia del mondo a una nuova fase superando i pregiudizi tra Occidente ed
Oriente.
Diadochi = generali macedoni
Alla morte di Alessandro ci furono contrasti per la successione poiché questo non aveva lasciato
eredi. Tra i generali di Alessandro ci furono tensioni perché c’era chi voleva mantenere l’unione
dei territori e chi invece aspirava solo al potere. Dopo 43 anni di guerre finirono le guerre di
successioni e il grande regno fu diviso in piccole monarchie tre le più importanti: la Macedonia,
l’Egitto, la Siria, Bitinia, Ponto, Pergamo in Asia Minore fino ai confini con l’india. Tutte queste
monarchie adottarono la cultura ellenica perché si sentivano parti del mondo nuovo creato da
Alessandro e rimasero così fino all’arrivo dei Romani.. Le monarchie ellenistiche erano
autonome in economia e politica perciò si può dire mantenevano un alto grado di Autarchia=
autosufficienza, perciò sfruttavano al massimo le risorse del sottosuolo e minerarie, il commercio
e la pesca. Tra le monarchie quella su cui abbiamo più informazioni è l’Egitto.
9
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
L’Egitto
La dinastia monarchica più duratura fu quella Tolemaica che durò tre secoli e ci viene
testimoniata da numerose fonti come papiri riguardanti le tasse regie, informazioni
amministrative, atti ufficiali, sono state rinvenute inoltre lettere private anche nelle bende delle
mummie perché gli egiziani recuperavano i vecchi papiri per la mummificazione. Dopo la morte
di Alessandro l’Egitto Tolomeo I Soter legò a sé la flotta e l’esercito Macedone pagando bene i
militari e garantendo loro una posizione privilegiata, in questo modo aveva bisogno di grandi
quantità di denaro, e di una classe di esperti di economia e finanza soprattutto straniera che
conoscesse bene il sistema commerciale mediterraneo. Perciò l’Egitto conservò la capitale greca
di Alessandria. I Tolomei esercitavano un forte diritto di proprietà su tutto il suolo e sottosuolo,
perciò sfruttarono al massimo con le tecnologie più avanzate il terreno per accrescere la
produzione soprattutto lungo il Nilo, estremamente fertile. Fecero inoltre molte opere di bonifica
come canali di irrigazioni e argini, grazie anche alla enorme manodopera degli schiavi che
venivano controllati durante il lavoro continuamente da funzionari del re. Il re raccoglieva tutti i
prodotti fieno, erba, lino, frumento coltivati, nei granai del governo, disseminati ovunque sul
territorio. Anche gli animali venivano controllati con un censimento durante le piene del Nilo
quando tutto il bestiame era costretto ad affollarsi lungo gli argini. Oltre all’agricoltura,
all’allevamento c’erano le miniere e le cave di pietra che offrivano una gran quantità di materie
prime che venivano lavorate in officine statali come che lavoravano: formaggi, pelli, lana,
papiro, canapa, lino. L’Egitto aveva il monopolio per la produzione dell’olio di: sesamo, ricino,
semi di lino, zucca, cartamo. Tutto ciò serviva a potenziare la produzione interna per poter
acquistare oro e argento. I Tolomei furono i più ricchi sovrani del tempo ma ciò a costo di una
forte pressione sulla popolazione che veniva, sfruttata, perseguitata, oppressa ma, tutto ciò non
appariva agli occhi dei contemporanei che guardavano solo alle grandezze come: il Mausoleo di
Alessandro, la Biblioteca e il famoso Museo di arte e scienza.
La scienza
La scienza era intesa come ricerca e studio dei fenomeni della natura per poter superare la paura
degli dèi. Cominciano ad essere applicati gli strumenti di : esperimento e induzione, si comincia
ad osservare i fenomeni per capirne le leggi, ad osservare il corpo umano, il cielo, nacque
l’interesse per la lingua, le arti, la musica, la geometria. L’influenza delle tecniche moderne
favorì il miglioramento dell’agricoltura e l’allevamento delle api. L’apicoltura divenne
razionalizzata ossia fu osservata la vita, le abitudini e il lavoro delle api che davano miele e cera.
Altra innovazione si ebbe nella produzione dei colori dei tessuti e infine anche nella produzione
di automatismi per allietare i banchetti come: un gioco di uccelli che cantano e si muovono con
la spinta di acqua proveniente da una sorgente artificiale.
10
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
V Capitolo
La Repubblica Romana
Le informazioni sulla repubblica romana iniziano intorno al 300 a.C. e ci dicono che Roma era
stretta tra gli etruschi a nord e la Grecia a sud. Nel 387 Roma sperimentò l’aggressione dei Celti
o Galli, popolo venuto dal nord che, dopo avere incendiato la città e ricevuto un considerevole
pagamento, si ritira. Da questa esperienza Roma rafforza le già esistenti le mura serviane (di
Servio Tullio) e capisce che si può essere attaccati dal nord, cosa che non avevano mai
sperimentato i Greci. Man mano però la città muove guerra contro Veio, i Latini, i Sanniti e si
espande allargando l’ager publicus = il territorio pubblico. Nel 295 comincia la conquista
dell’Italia centrale.
Nel 300 a Roma era censore Appio Claudio Cieco, la popolazione era piuttosto dedita al
commercio e all’artigianato che erano floridi e ciò fa pensare ad una abbondante manodopera di
schiavi e liberti. La società era suddivisa in ricchi proprietari terrieri, artigiani, commercianti,
piccoli contadini, liberti = schiavi liberati e schiavi.appio Claudio costruì tra l’altro la via Appia
che collegava Roma con il meridione e, sotto costui si cominciò a coniare la pecunia= maneta.
Prima si usava come moneta un pezzo di rame fuso, poi vi fu rappresentato sopra un bue, poi
furono introdotte a Roma delle monete coniate a Napoli con la scritta greca “Romaion”; dopo il
300 apparvero le didracme modelli di Cartagine e Taranto(area greca).
Il Senato è l’assemblea degli anziani e a Roma risale a tradizioni molto antiche. Giuridicamente
il senato è formato da magistrati che, con le esperienze accumulate in vita, hanno le capacità di
dare saggi consigli e guidare nelle scelte la classe dirigente. Il senato godeva di auctoritas
nell’esporre le idee, pareri, riusciva ad essere molto influente anche se non potevano avere potere
giuridico. Man mano che Roma si estende il Senato non riesce più ad essere influente e a
controllare la comunità, l’aristocrazia perciò perde importanza.
Le Magistrature
A Roma chi ha potere assoluto in campo militare e civile è la Magistratura. Il magistrato ( deriva
da magister cioè più grande) per accedere a tale carica deve avere il consenso del popolo
romano, deve mantenere l’incarico per un anno, ha autorità completa e illimitata ma può
contrastare gli atti dell’altro perché erano tutti di pari potestà. I Magistrati nei riguardi del
cittadini poteva: fare multe, arrestare, dare pene corporali e perfino esecuzioni capitali. Il
cittadino nelle assemblee poteva solo esprimere parere positivo o negativo su una proposta del
magistrato, poteva solo votare i candidati proposti, nelle assemblee dei tribunali poteva solo
scegliere tra condanna o assoluzione. Dunque il cittadino romano non aveva potere di proporre
né di esprimere pareri.
I Consoli e i Pretori avevano l’imperium cioé il governo dell’esercito.
L’Esercito
La vita militare a Roma era tenuta molto in considerazione e un generale che riportava una
vittoria acquistava prestigio, il bottino di guerra e gli spettava il trionfo= ossia una processione
trionfale fino al Campidoglio per sciogliere il voto di guerra. Il vincitore era assimilato a Giove,
mentre uno schiavo gli sussurrava nell’orecchio: ricordati che sei un uomo! Nel 200 c’era
bisogno di truppe sempre più numerose e Mario ( vincitore dei Cimbri che ottenne molti onori e
cariche) fece la riforma dell’esercito in cui stabiliva il ruolo di soldato di professione a cui
accedevano soprattutto i proletari ossia persone con pochi mezzi economici. Avviene che si
fanno largo nell’esercito figure importanti come Silla ( marcia su Roma e guerra contro Mitridate
del Ponto) che utilizzano il successo militare per imporre il proprio potere. In questo periodo c’è
la figura del cliente, soldati che si legano ad un personaggio in vista e si scambiano reciproci
favori, per esempio i clienti vanno alla ricerca di un sostentamento una volta finito il servizio
militare.
11
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
L’anno 133
Dopo le guerre contro Cartagine il ceto contadini fu colpito duramente a causa delle devastazioni
delle proprietà terriere, dei lunghi periodi di servizio militare e dell’abbandono prolungato del
lavoro nei campi. Tutto ciò portò all’abbandono della vita contadine e al trasferimento in città.
Di conseguenza si diffonde il latifondo perché le terre abbandonate finiscono nelle mani di pochi
ricchi proprietari. Per evitare questo fenomeno e anche per crescere il prestigio personale
Tiberio Gracco, un aristocratico tribuno della plebe, pensa di promuovere una Legge Agraria
con il solo consenso del popolo, scavalcando il potere del Senato. Tiberio Gracco propone una
nuova ridistribuzione delle terre per permettere a tutti di averne un pò. Il motivo di ciò non era
tanto quello di sviluppare l’agricoltura bensì quello di dare un minimo reddito alle famiglie per
potere reclutare proletari nell’esercito ( altrimenti se non si possedeva nulla non ci si poteva
arruolare ). La legge fu approvata dal popolo e tutti i politici che parteciparono furono chiamati
Popolari, mentre chi appoggiava il senato erano gli Ottimati ossia i migliori. L’intraprendenza di
Tiberio preoccupò il senato e tutti gli Ottimati che provocarono tumulti in cui furono uccisi molti
tra cui anche Tiberio. 10 anni dopo finì ucciso anche Caio Gracco che sosteneva la politica del
fratello.
Da Mario a Cesare
Il cammino verso la fine della repubblica e l’inizio della monarchia passa attraverso figure come
Mario che ottenne gli onori di divinità e fu chiamato padre della patria, Silla, che tornato dal
Ponto fu nominato dittatore, Cesare che dopo le straordinarie vittorie in Gallia e nelle guerre
civili fu nominato dittatore perpetuo, Pompeo che si distinse contro la pirateria marittima
ottenendo vasti e un trionfo privato, contro le usanze. Anche l’accordo del I triunvirato di
Pompeo, Crasso e Cesare dimostra che il senato ormai non ha più poteri. Cesare dopo le vittorie
delle guerre civili su Pompeo, tornato a Roma, invece di restaurare il governo repubblicano e
dare forza al senato, delude tutti perché tende a diventare il capo assoluto, dittatore perpetuo,
ecco perché alle idi (15) di marzo del 44 fu ucciso in una congiura dallo stesso figlio Bruto, che
poi coniò una nuova moneta per la liberazione dello stato romano dal pericolo di una monarchia.
12
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
VI Capitolo
L’età imperiale
L’età imperiale è caratterizzata dal problema della estensione territoriale che rendeva difficile
l’unità di lingua, di religione, di moneta, civiltà, economia.
Sintesi
o Augusto primo imperatore, comandò 53 anni e garantì pace e prosperità
o Tiberio che fu allontanato a Capri e sostituito da Seiano, cavaliere che fa stada
o Caligola godette di un potere illimitato, fece ciò che voleva, era pazzo, ritenuto caso
patologico
o Claudio lo sciocco erudito circondato da donne e schiavi
o Nerone eccentrico, volubile e incendiario e cantore
o Vespasiano che governa con rettitudine
o Tito sotto il quale eruttò il Vesuvio 79 d.C.
o Domiziano tiranno
o Nerva che per evitare le lotte per la successione adottò Traiano
o Traiano pace eterna, estese l’impero oltre il Danubio nella Dacia, fu conquistatore
o Adriano omosessuale, perse alcuni territori
o Antonino Pio periodo di pace eterna
o Marco Aurelio che governa con il fratello Lucio Vero (per la prima volta)
o Commodo fu ucciso perché ora è l’esercito che vuole decidere il nuovo imperatore
o Severo proveniente dall’esercito danubiano, entra a Roma e crea una guardia pretoriana
tra scelta tra coloro di sua preferenza e di prevalenz v a orientali.
Gli imperatori che seguono sono molti e muoiono quasi tutti di morte violenta, ci saranno guerre
civili, rivolte di palazzo, ribellioni fra cavalieri e senatori, i comandanti dell’esercito prendono il
posto dei ceti dominanti e aspirano al potere, l’impero era in crisi, rischiava di essere suddiviso
in parti indipendenti. In Oriente avanzano i Persiani, a nord i Goti, si andava diffondendo il
brigantaggio. Valeriano cerca di provvedere dividendo l’impero tra sé ( nelle province europee)
e il padre (nelle province d’oriente). Si preparano i tempi per l’Età Bizantina. In questa età i
confini dell’impero=limes entrano in crisi, subiscono minacce di attacchi.
C’è ancora qualche figura di imperatore che cerca di salvare l’unità dell’impero come Gallieno
che pensò di trasformare il governo secondo il modello dell’Egitto, centralizzando tutti i poteri,
controllando l’amministrazione e l’esercito, ed escludendo il senato. Poi ci sarà Aureliano
(famoso per la costruzione delle mura aureliane intorno a Roma) che vede la figura
dell’imperatore come un dio alla maniera orientale, e scelse il dio solare di Emesa come culto
imperiale. Cambia così anche il patto tra l’imperatore e i suoi seguaci, un patto basato sulla
devozione e fedeltà fino alla morte all’imperatore perché deve il suo potere agli dèi.
La società romana
La società romana era divisa per ceti: inferiori e superiori.
La società contadina aveva una vita dura poiché dovendo nutrirsi dei prodotti della terra, spesso
soffriva per le carestie. L’alimentazione era solo vegetale perché la carne era cara. I prodotti in
gran parte servivano per nutrire la popolazione cittadina perciò i contadini vivevano
continuamente nella scarsità di viveri. Di conseguenza frequentemente si praticava l’abbandono
dei bambini per limitare il numero dei componenti familiari. Dato la carente condizione sociale e
culturale i contadini avevano fede negli oracoli, nella stregoneria e nella magia.
La famiglia cittadina era composta dalla triade padre-madre-figli, questi ultimi lasciavano la
casa nella prima fase dell’età adulta per formare una nuova famiglia. Le donne si sposavano tra i
15-20 anni mentre gli uomini circa a 25. Nella famiglia cittadina la donna secondo le iscrizioni e
le testimonianze reperite poteva dirigere attività proprie, spesso venivano ritratte con in mano
rocche per filare, oppure mentre curavano la propria persona. Da ciò si capisce che vivevano
abbastanza agiatamente con il reddito dei mariti.
13
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
Servi e liberti
A Roma lo schiavo era considerato una cosa, non una persona. Obiettivo di ogni schiavo era
l’affrancatura ossia il riscatto della libertà. Durante la schiavità allora metteva da parte dei
risparmi per poter un giorno raggiungere la condizione di liberto. I figli dei liberti avevano tutti i
diritti di un cittadino romano, anche se dopo aver raggiunto la libertà lo schiavo doveva sempre
prestare delle opere al suo padrone come gratitudine per averlo liberato.
All’interno dello stato romano le persone si dividono in:
 Liberi
 Nati liberi
 Nati non liberi
 Liberi cittadini romani
 Liberi cittadini stranieri
A Roma gli stranieri erano ben accolti infatti da uno scritto di Tito Livio si racconta che già al
tempo di Romolo fu costruito un asylum per accogliere gli stranieri schiavi o liberi.
Anche uno straniero poteva ottenere la cittadinanza romana o con le raccomandazioni, o
prestando il servizio militare o dichiarandosi schiavo di un padrone e poi affrancarsi.
I militari avevano un vantaggio: quello di ricevere uno stipendio regolare da cui si detraevano le
spese per l’alimentazione,per un animale da tiro, il vestiario, e una trattenuta obbligatoria per la
buonuscita. Il militare inoltre poteva ottenere parte del bottino di guerra, perciò molti militari
hanno fatto progressi nella società. Inoltre il militare apprendeva la cultura dello stato romano
così si superavano le differenze etniche e culturali. Molti veterani sono diventati uomini di
prestigio e portarono il costume romano e la lingua in tutto l’impero.
A Roma c’erano tre Ordini. Dei Decurioni, dei Cavalieri, dei Senatori.
1. I decurioni (funzionari che curavano le finanze dello stato nelle colonie lontane da Roma
e comandavano 10 cavalieri) La carica di decurione era concessa ai cittadini abbienti che
avevano superato il 25 anno, e con il tempo divenne ereditaria.
2. L’ordine equestre non era ereditario perché era il singolo cittadino che riceveva l’onore
di cavaliere. La carriera cominciava con un servizio da ufficiale di 10 anni, i cav. più
qualificati venivano poi assunti nelle alte cariche amministrative e finanziarie e facevano
carriera. A partire da Augusto cavalieri più prestigiosi cercarono di raggiungere l’ordine
senatorio.
3. L’ordine senatorio . La carica di senatore era aperta ai cittadini di ceto elevato e di
solido senso economico non era ereditaria perché le famiglie si estinguevano, spesso i
figli morivano giovani perciò occorreva che il senato fosse continuamente integrato con
altre figure e famiglie. Nell’ordine senatorio entrarono anche gli “uomini nuovi” che non
appartenevano a famiglie aristocratiche ma che si erano distinti per meriti personali.
14
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
VII Capitolo
Il Tardoantico (ossia il basso impero)
Nel 286 l’impero romano era già in crisi perché non si riusciva a gestire un territorio così vasto
perciò l’imperatore Diocleziano fondò la tetrarchia ossia du imperatori ancora in vita cedevano
la carica ad altri due uomini di fiducia così
 Diocleziano nomina Galerio e governa l’Oriente,
 Massimiano nomina Costanzo e governa l’Occidente
In questo modo si garantiva la successione e la scelta dei migliori successori.
Il sistema tetrarchico fallì dopo un anno perché gli imperatori non erano disposti ancora in vita a
cedere il titolo al proprio successore e poi si tendeva a conservare l’ereditarietà del titolo. Nel
312 Costantino tornò ad essere l’unico imperatore e dopo aver conquistato Bisanzio la
ricostruisce arricchendola di edifici e facendone una seconda Roma, la città si chiamerà
Costantinopoli ed avrà anche il suo senato. Da ciò si capisce che l’impero tende a dividersi in
Oriente ed Occidente. Seguirono molte riforme: nell’esercito, nella finanza, i militari tornarono
ad occuparsi solo di cose militari mentre le finanze furono curate da amministratori competenti,
fu introdotto un nuovo sistema di tassazione semplice ma efficace.
Il cerimoniale a corte
Diocleziano trasformò il cerimoniale di corte inserendo gesti e rituali che mettevano in evidenza
la superiorità del sovrano rispetto anche ai sudditi di ceto più elevato. Dal saluto infatti si passa
all’adorazione perché il sovrano viene considerato come un dio, quando viene adorato non si
muove, resta muto, seduto, mentre tutti gli altri sono in piedi. I successori di Diocleziano
crearono ambienti sfarzosi, con troni in alto rispetto ai sudditi, lussuosi drappi, pavimenti
decorati, statue, oggetti d’oro, pietre preziose. Adorare la porpora del sovrano era testimonianza
di legame stretto con il sovrano il quale non si concedeva che a pochi scelti, anche la distanza era
significativa, più si era inferiori nella gerarchia e più si doveva restare distanti.
Costantino fu il primo imperatore cristiano che successe al padre secondo il sistema della
tetrarchia. Egli assunse come simbolo del sovrano il dio Sole che illumina ed esprime l’essere
supremo, la maestà. La cristianità di Costantino non si sa bene se derivi da devozione o calcolo
ma si sa che, prima della battaglia di ponte Milvio nel 312 ricevette in sogno un ordine divino,
fece disegnare sugli scudi una croce, così vinse e ottenne il controllo dell’Occidente. Costantino
desiderava farsi seppellire tra i 12 apostoli poiché si sentiva un dio e come Cristo fu batezzato
nel fiume Giordano. A Roma i cittadini erano liberi di praticare i culti che preferivano ma
dovevano rispettare il sovrano. Quando però si diffuse la concezione che il sovrano era Dio
allora i Cristiani si rifiutarono di accettare il culto dello stato perché respingevano l’idolatria.
Intorno alle tematiche religiose si diffusero varie idee: per Origene Dio era l’essere supremo e
Cristo era stato da lui creato con essenza divina, mediatore tra il mondo e Dio. Lo Spirito Santo
discende dal figlio ed è manifestazione di Dio. Per l’eretico Ario c’è da fare una distinzione tra
dio e il figlio. Saranno gli imperatori Graziano e poi Teodosio a favorire la definitiva
affermazione del cristianesimo come religione di stato, con l’opera evangelica del vescovo di
Milano S. Ambrogio che combattè contro ariani e pagani. Teodosio per questo sarà
soprannominato il “Grande”.
15
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
L’impero d’Occidente verso la fine fu governato fino al 455 dai discendenti di Teodosio
e l’ultimo imperatore fu Romolo detto Augustolo. In questi anni l’Italia fu vittima di due
pesanti incursioni di barbari tra cui i Visigoti e i Vandali che saccheggiarono due volte
Roma.
Nell’impero d’Oriente a partire dalla metà del 400 ci furono molti spostamenti di massa
per motivi religiosi come a Gerusalemme ed Antiochia dove arrivarono monaci a migliaia. In
politica l’Oriente dovette difendersi dalle mire di Germani, Unni, Goti, Persiani.
L’imperatore Giustiniano formulò il Corpus iuris civilis ossia il fondamento del diritto valido
ancora oggi. Giustinaiano aspirava ad un unico impero e unica chiesa anche se voleva
sottomettere questa ai suoi decreti. Ma l’impero che si era esteso fino alla spagna e la
Dalmazia, man mano perde territori sottratti dai Longobardi che conquistano Milano, i
Visigoti si stabiliscono in Spagna e sotto l’imperatore Maurizio si persero altri possedimenti.
Intanto sul piano religioso c’è chi dichiara che sta per venire Satana nelle vesti di un falso
profeta: Maometto che porterà l’Islam.
FINE
16
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
G. Daverio Rocchi, Il mondo dei Greci Profilo di storia civiltà e
costume
Il nome dei Greci è di origine incerta forse è riconducibile ad una regione Graikà della Beozia,
mentre il nome Elleni deriva dal mito Hellenos, figlio di Deucalione: Prima di Elleni i Greci si
chiamavano Achei come dice lo storico Tucidite. Sulla origine indoeuropea della Grecia non si
riesce a sapere nulla di certo, perciò la storia di questi popoli si racchiude tra la guerra di Troia e
la conquista dell’impero persiano.
Il territorio della grecia si può dividere in tre zone sulla terraferma e una insulare. La Grecia fu
un paese di mare, l’attività principale era il commercio e la pesca perciò i Greci spostarono
facilmente fino in Francia ( Marsiglia) e Spagna sulle cui coste stabilirono gli empòria= punti
base per il commercio si estendeva dall’Adriatico al Mar nero e i prodotti che commerciavano
erano: olio, vino, che producevano in abbondanza, mentre i cereali scarseggiavano a causa
dell’aridità del suolo. Intensi furono anche i contatti con le terre interne alla costa con le quali ci
furono contatti ma anche conflitti.I Greci che risiedevano nelle colonie assumevano nuovi modi
di fare , più aperti rispetto a quelli della polis così inizia il processo di ellenizzazione. Legato
all’agricoltura era l’allevamento di ovini, caprini, bovini, e in Tessaglia cavalli. Mentre sulla
costa proliferavano le città con economia marittima, verso l’interno il territorio diventa montuoso
e dà origine ad una economia silvo-pascolica, e per necessità si diffonde il brigantaggio e la
pirateria.
I Greci e i Barbari
I Greci considerano “barbari”ossia estranei, tutti coloro che avevano costumi, lingua, usi diversi
da quelli della polis. Erano considerati barbari non solo le genti lontane dalla Grecia ma anche i
popoli interni come i Macedoni, gli Epiri, gli Etoli che usavano pratiche di vita primitive, non
usavano le leggi e non vivevano in armonia come nelle polis. La superiorità dei Greci sui barbari
è evidenziata dalle tragedie di Euripide, dallo storico Tucidite e dal filosofo Aristotele. Aristotele
darà addirittura una spiegazione biologica della inferiorità dei barbari. Nonostante le diversità
culturali i barbari rappresentano però una risorsa economica perché ricchi di giacimenti minerari,
oro, e schiavi. Lo storico Erodoto evidenziò che la diversità corrisponde ad arricchimento
culturale e non sempre vuol dire arretratezza. Successivamente nella fase dell’ellenismo, quando
la mappa politica verrà estesa, le diversità saranno accolte nell’ambito di una società multietnica
e pluriculturale.
Altra figura estranea è “lo straniero” ossia chi non ha legami, leggi e focolare= xenos= straniero,
nei confronti dello straniero i Greci erano molto più tolleranti e ospitali infatti da xenos deriva
xenia= lo scambio dei doni.
XIII-XII
1300-1200
1200-700
Età Micenea
700-490
Dark Age= età oscura, medioevo ellenico, fase di
povertà sociale e culturale, in cui scompare anche la
scrittura e l’agricoltura
Età arcaica
490-325.
Età classica , età di massimo splendore
323-31
Età ellenistica, si intende la nuova politica e cultura
che nasce dall’incontro con le terre conquistate da
Alessandro Magno nel Mediterraneo, durerà fino al
31 a.C. con Augusto che sconfigge Cleopatra regina
d’Egitto.
17
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
I documenti e le storie p. 23
Le fonti per ricostruire la grecità del passato consistono in:
testi scritti
materiali archeologici
edifici
manufatti
artefatti.
I testi scritti delle origini sono in prosa e risalgono alla cultura della regione Ionia del VI secolo
a.C. con i filosofi Talete, Anassimandro, Anassimene che fecero frutto della eredità Sumera e
Babilonese.
Le prime testimonianze storiche si ebbero con i lògoi= discorsi sulle origini della terra e delle
divinità. Il padre della storia è Erodoto che visse durante lo splendido periodo di Pericle (444 a.
C.). Scrisse “Storie” composto di 9 libri dedicati alle 9 muse. Nell’opera Erodoto esaminò il
mondo dei cittadini liberi della polis e il popolo dei sudditi, esaminò la società delle leggi, la
tirannide e le differenze tra Greci e barbari.
Altro storico fu Tucidite, ateniese del 460, appartenente ai ceti superiori, scrisse la storia della
trentennale guerra del Peloponneso combattuta tra Sparta e Atene e che coinvolse un po’ tutta la
Grecia, che portò epidemie e carestie.
Altro storico fu Senofonte allievo di Socrate.
Gli storici del periodo di Alessandro Magno avevano lo scopo di esaltare le sue imprese e di
lodarlo, tra questi lo storico Tolomeo della famiglia regia egizia, poi abbiamo Polibio, lo storico
greco che fu trasferito a Roma come ostaggio e scrisse la superiorità di militare e politica Roma.
Gli storici greci d’occidente scrivevano invece storie piuttosto locali, trattavano culti, riti, miti,
leggende di eroi, l’ordinamento e la costituzione dello stato soprattutto nel IV secolo quando i
Greci persero la libertà e furono sottomessi dai Macedoni.
Anche l’Oratoria ossia i discorsi politici e giudiziari rappresenta una fonte interessante, famosi
erano i discorsi di Demostene, Lisia e Isocrate che trattano i problemi interni alla polis, i
conflitti, la tirannia.
Vi sono poi le Biografie dei “Grandi”uomini: lo storico Plutarco scrisse le Vite parallele, ossia
mise a confronto la vita di un personaggio grande greco con uno romano. Lo storico Pausania
parla delle descrizioni di paesaggi e monumenti delle terre che lui visita nella Grecia centrale.
Altra testimonianza sono le epigrafi su pietra e metalli, contenenti leggi, trattati e decreti e
davano testimonianza del linguaggio dell’amministrazione. L’epigrafe era molto usata nella sfera
pubblica, privata e religiosa, nelle iscrizioni funebri e commemorative.
I testi scritti erano in papiro, poi nel II secolo a.C. in pelle di pecora, capra,vitelli nella città di
Pergamo da cui il nome Pergamena. Altra fonte è rappresentata dalla Numismatica= studio delle
monete che offre validi testimonianze sul commercio, traffici, scambi di prodotti. L’archeologia
offre testimonianze materiali, poggetti legati agli usi e costumi, abitudini che si conservano nel
suolo, gli edifici sacri e profani, tombe, offrono informazioni sullo stile di vita degli antichi
greci. Le immagini scolpite, le statue, i bassorilievi, i dipinti, le decorazioni della ceramica,
offrono una diretta rappresentazione della realtà con scene di caccia, gare, guerre, banchetti…
A cosa serve la storia?
Secondo Erodoto serve ad impedire che la memoria andasse perduta, a raccontare la verità e ciò
risulta un lavoro difficile che richiede sforzo, impegno, integrità morale, senso di giustizia e
amore per la verità.
L’isola di Creta e il re Minosse
18
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
Talassocrazia= forma di governo basato sul dominio dei mari
Minosse era il signore di Creta che risiedeva nel palazzo ben fornito di locali ma senza mura,
perché non temevano guerre.La civiltà di Minosse o Minoica durò fino al 1400 a.C. e fu molto
evoluta, nel commercio, nello sfruttamento delle risorse tessili e artistiche. Creta fu ricca di città
e palazzi tra cui il più famoso quello di Cnosso costruito secondo la mitologia da Dedalo. La
civiltà di Creta scomparve nel 1400 non si sa per quale motivo, forse cataclisma o tzunami,e fu
inglobata nella civiltà greca.
I Micenei
A Creta arrivarono i Micenei che si stabilirono nel palazzo di Cnosso che però avrà le mura e
sarà una roccaforte militare a differenza del primo. La società è piramidale con al vertice il re e i
suoi subalterni, capi militari, sacerdoti, poi man mano troviamo la massa di lavoratori liberi,
contadini, fabbri, artigiani, pastori. I Micenei furono grandi mercanti e navigatori e tutta la loro
economia era controllata dal palazzo. I Micenei sostennero la guerra contro Troia e ciò offrì il
materiale per la composizione dell’Iliade = Ilo= altro nome di Troia. Nel 1200 il mondo miceneo
crollò forse per invasione o incendi o lotte interne.
DarKè age= L’età buia 1100-1000
L’età buia segna una profonda crisi, arretratezza, decadimento sociale, culturale ed economico,
scomparve la scrittura e i palazzi furono abbandonati. Decadde l’agricoltura e si sviluppò la
pastorizia. L’alimentazione sarà più scadente perciò si riscontra un calo demografico.
Arcaismo 800
Nell’800 si registra una radicale ripresa economico- sociale- culturale che porterà alla
formazione della polis soprattutto nella Grecia meridionale e nelle isole. L’aggregazione delle
polis nacque dapprima come aggregazione intorno al culto di una divinità e poi portò alla identità
civile. La società della polis arcaica vedeva due classi opposte: il Dèmos= piccoli proprietari
terrieri contro l’aristocrazia= grandi proprietari terrieri.
I valori dell’aristocrazia erano ispirati dalle opere dell’Iliade e dall’Odissea, valore di ospitalità
(con i doni= xenia), amicizia, su cui si basa poi la vita delle polis. La vita della polis va verso una
organizzazione basata sulle istituzioni in cui man mano si supera l’individualismo, l’eroismo
personale per raggiungere un comportamento di vita comunitaria, di solidarietà, collaborazione
fino a giungere a costituire l’esercito di massa, la Falange. Nella polis nacque il cittadinosoldato, l’oplita armato di scudo e lancia. Alla fine del periodo arcaico la storia dei Greci vive un
periodo negativo dovuto alla crisi agraria che interruppe la produttività e provocò tensioni tra
gruppi di aristocratici. Tutto ciò scatenò il fenomeno della colonizzazione, flussi migratori si
diressero ad occupare le coste dl Mediterraneo soprattutto siciliane. Nelle colonie i greci
mantennero relazioni religiose con la madrepatria ma divennero più aperti alle innovazioni e alle
nuove esperienze, nasce così l’interesse per la riflessione filosofica. Intanto i conflitti interni tra
gli aristocratici della polis portano alla Tirannide ossia alla concentrazione dei poteri su una sola
persona. La Tirannide non è un fatto negativo, spesso rappresenta una sicurezza per i piccoli
proprietari terrieri, artigiani e contadini in contrasto con gli aristocratici. Tra i tiranni ricordiamo:
Clistene, Pisistrato.
Le prime leggi furono scritte da Solone che con la Riforma sociale divise la cittadinanza in 4
classi in base alle proprietà terriere = censo.
I Persiani p. 68
19
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
Nel 550 a. C. (età arcaica) i Persiani di Ciro conquistarono il vasto territorio del vicino oriente e
il suo successore Dario rivolse la sua attenzione anche ai Greci d’occidente. Da ciò scaturirono le
guerre persiane dopo di che seguirà la Pentekonta= 50 anni di pace.
Successivamente c’è l’età di Pericle che vedrà la superiorità di Atene in campo politicoculturale- artistico, architettonico. Si distinse in questa età l’architetto Fidia che progettò l’intera
“Acropoli”. E’ il periodo della tragedia e della commedia che ripropongono nella finzione i temi
della società della polis, le sue tradizioni, pregiudizi, religioni.
Nel 431 Sparta e Atene inizieranno la guerra del Peloponneso che durò 30 anni e che si
trasformerà in “guerra mondiale” perché coinvolse tutte le città della Grecia. I danni furono
esagerati, eccessive furono le perdite di uomini e flotte, poi seguì un’epidemia in cui morì anche
Pericle. Dopo Pericle la democrazia fu minacciata più volte, soprattutto dai 30 tiranni, ma alla
fine sarà restaurata. La guerra del Peloponneso termina con la sconfitta di Atene per la mancanza
di cibo e la perdita della flotta ma la polis saprà risollevarsi e ritornare ai vecchi valori di Platone
e Aristotele e all’oratoria.
Dal 300 si fa largo una nuova regione: la Macedonia di Filippo II (vedi sopra)
La Grecia e Roma p. 91
Intorno al 146 è la volta di Roma che dopo aver distrutto Cartagine espande i suoi territori fino al
vicino oriente sottomettendo l’Egitto di Cleopatra e la Grecia. Ma la “Grecia catturata a sua volta
catturò con la cultura Roma” dove si diffuse una cultura filoellenica.
La polis
La polis era una entità territoriale e ideale (vedi sopra)
Il culto
Ogni polis aveva i suoi santuari, sedi sacre dove si veneravano gli dèi e dove si riunivano i fedeli.
Prima in struttura di legno poi in pietra, i templi ospitavano la statua della divinità mentre i rituali
venivano fatti davanti , esternamente. Tra i culti abbiamo quello di Dionisio il dio delle orgie e
del vino, culto che veniva praticato di notte con balli di donne e ubriacature. Poi c’è l’Orfismo
dal dio Orfeo legato all’oltretomba (mito di Orfeo e Euridice). I santuari panellenici sono quelli
di Zeus a Olimpia, a Delfi quello di Apollo che aveva ucciso il serpente. Da Apollo si andava
per chiedere responsi riguardanti fatti politici o privati, riguardanti l’esito delle guerre. I culti
includevano le feste periodiche che duravano vari giorni, le fasi della festa erano: il sacrificio, il
banchetto, la processione, i giochi. Il senso della collettività era molto sviluppato e in quei giorni
veniva interrotta ogni attività, anche le guerre.
I giochi rappresentavano un momento importante della vita sociale e di attrazione, ci si
confrontava nello sport, nella musica, poesia, teatro. Alla fine della gara c’era un vincitore che
raggiungeva la gloria e la fama. Famosi erano i giochi Olimpici, di Apollo… I giochi olimpici
furono soppressi con l’imperatore Teodosio (392 d.C.) perché spingevano al paganesimo. I
giochi avvenivano in strutture sportive che erano: lo stadio e l’ippodromo, poi fu introdotta la
palestra e il ginnasio. Il premio era una corona d’olivo, o di pino, o d’alloro e la vincita
rappresentava un onore per il cittadino. In onore delle divinità si facevano anche gare di
spettacoli teatrali.
In Grecia il teatro era una struttura a cielo aperto, a pianta circolare, con gradinate, al centro
l’orchestra e il coro. Il primo teatro fu quello di Dioniso
20
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
Il periodo più splendido per il teatro ateniese si ebbe con la democrazia quando lo spettacolo
rappresentava i valori, le tradizioni, la politica della comunità. Fu un teatro di massa, che
accoglieva molti spettatori e il governo incoraggiava la partecipazione anche dei più poveri. Fu
inoltre un teatro di Stato perché le spese erano sostenute dal governo della polis.
L’attività sportiva in Grecia era fondamentale nella paideia (educazione) dei giovani perché
formava al coraggio e alla forza. La classe che si dedicava di più alla cura del corpo era quella
degli aristocratici. Lo sport inizialmente era a livello amatoriale, successivamente cominciarono
ad affermarsi atleti professionisti che facevano carriera. In seguito lo sport servì per formare i
guerrieri così finirono per praticarlo anche i non aristocratici che si arruolavano.
A Sparta anche le donne facevano sport a livello di gioco, gare o riti. In gran parte però a Sparta
l’atletica servì per irrobustire il corpo e preparare alla maternità.
OIKOS = CASA p. 195
La casa in Grecia aveva al centro il focolare, era semplice, a piano terra, ricoperta di legname, i
più ricchi la coprivano con tegole. Dall’ingresso si passava all’androne= andropos-uomo-luogo
in cui gli uomini si riunivano. Vi erano poi i ginecei=luoghi per donne. Altri locali erano: la
cucina, la camera da letto e dei posti letto improvvisati nell’androne. Ci si riscaldava con
bracieri, le finestre erano poche e strette perché le strade erano puzzolenti. Le case dell’Attica
erano più spaziose e confortevoli. Per OIKOS s’intende anche tutta la proprietà con prodotti,
bestiame, servi. Oikos vuol dire anche famiglia costituita da: marito che trascorreva la giornata
fuori di casa, verso l’esterno, nel pubblico, mentre la donna era destinata al privato, non
partecipava neanche agli spettacoli e ai banchetti. I figli dopo la nascita se venivano riconosciuti
dal padre, entravano a far parte della OIKOS, altrimenti venivano esposti ossia rifiutati; le
femmine erano rifiutate più dei maschi, i figli gracili venivano gettati dalla rupe del monte
Taigeto. Le cure dei bambini erano affidate alla madre o alle balie soprattutto a quelle spartane, i
bambini giocavano con palla, cerchio, ascoltavano storie e recitavano.
La paideia
A 6 anni iniziava l’istruzione presso un maestro, si apprendeva a leggere e scrivere, la
grammatica, musica, ginnastica, aritmetica. In prevalenza si leggevano i poemi omerici, la
musica veniva imparata a scopo ricreativo, spirituale, non per il lavoro perché non era decoroso
per l’uomo libero lavorare. Il canto aveva lo scopo di incitare a imprese nobili e gloriose, nella
democrazia si sviluppò anche la retorica, l’uso della parola allo scopo di convincere, di
contrastare le idee dei rivali politici. La ginnastica tendeva a potenziare le gambe, il corpo, le
braccia e si esercitava sotto il controllo di un istruttore, in palestra o nel ginnasio.
Successivamente la ginnastica servì soprattutto a formare il soldato.
L’abbigliamento
L’abbigliamento consisteva in tuniche larghe e comode. La moda ionica era però più sfarzosa,
con stoffe pregiate e accessori preziosi mentre quella dorica più austera, con stoffe povere e a
piedi scalzi.
Le donne indossavano il peplo e in base al colore si capiva se erano ricche o povere perché
tingere una stoffa era costoso. Per coprirsi il capo si usava un velo, per truccarsi prodotti
cosmetici rudimentali, le calzature andavano dal sandalo con strisce di cuoio allo stivaletto.
Alimentazione
21
Scaricato da: http://formazione.forumcommunity.net/
I cibi erano semplici e genuini, in quantità misurata: i pasti erano 3: al mattino una focaccia, a
mezzogiorno un pranzo leggero, a cena un pasto principale. In prevalenza si consuma verdura e
pesce, la carne bovina era un lusso riservato ai ricchi mentre il povero la consumava solo in
particolari riti religiosi.
Nella vita sociale e montana il banchetto + il simposio= (bevuta alla fine del pasto) ricopriva un
ruolo importante, come momento di festa con amici o per ricorrenze religiose. Iniziava al
tramonto e durava fino a notte inoltrata, alla fine si sparecchiava e si brindava con vini pregiati=
simposio. Ci si intratteneva con giochi, scherzi, lettura di poesie, canti, conversazioni, riflessioni.
Il simposio diventa man mano centro di vita sociale per gli aristocratici della polis.
FINE
22
Scarica