La diffusione del marxismo in Russia. Il `materialismo

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La diffusione del marxismo in Russia. Il 'materialismo economico' di P.N. Tkacëv
"Michajlovskij concordava con Marx sul fatto che le forme di lavoro, cioè i rapporti di
produzione, abbiano un'influenza decisiva sulla personalità e la cultura di una data epoca. In
effetti quest'opinione fu condivisa dalla maggior parte dei populisti, con la notevole eccezione di
Pëtr Lavrov, che attribuiva maggiore importanza allo sviluppo del pensiero critico. Il primo
pensatore populista che abbracciò questa tesi fu Pëtr Tkacëv, il maggiore ideologo della
corrente "blanquista" del movimento populista inteso in senso lato. Già nel 1865, prima cioè che
fosse pubblicato il primo libro del 'Capitale', scriveva: "La vita sociale con tutte le sue
manifestazioni, ivi comprese la letteratura, la scienza, la religione e le forme politiche e
giuridiche, non è che il risultato di principi economici ben definiti, che stanno alla radice di tutti
questi fenomeni sociali. I principi economici dati, nel loro sviluppo graduale e conseguente,
creano un intersecarsi di rapporti umani, e danno nascita all'industria e al commercio, alla
scienza e alla filosofia, al diritto e alle forme politiche; in poche parole, suscitano l'intera nostra
civiltà, e il suo progresso" (7). E' facile individuare in questa citazione una parafrasi dello scritto
di Marx 'Per la critica dell'economia politica' (1859). L'idea di "materialismo economico sosteneva Tkacëv - è stata trapiantata nella nostra stampa, come ogni altra cosa in essa degna
di nota, dalla cultura dell'Europa occidentale. Già nel 1859 il noto esule tedesco Karl Marx
l'aveva espressa in modo chiaro e esatto... Quest'idea è ormai diffusa tra tutti gli uomini onesti e
raziocinanti e non esiste persona intelligente che possa opporvi serie obiezioni" (8). Occorre
sottolineare che Tkacëv era ben lontano da una comprensione sofisticata del materialismo
storico. Il suo "materialismo economico", in effetti, era una curiosa commistione di taluni
elementi del marxismo con un utilitarismo piuttosto primitivo, caratteristico del "padre del
nichilismo russo", Dmitrij Pisarëv. E' interessante osservare inoltre che Tkacëv fondeva il suo
"materialismo economico" - una teoria che, di regola, non può essere disgiunta da un
determinismo concepito in termini meccanicistici - con la convinzione "volontaristica" che l'intero
futuro della Russia dipendesse dalla volontà e dall'azione decisa dall'avanguardia
rivoluzionaria. Era una convinzione in contrasto con la tesi di Marx, formulata nella prefazione a
'Per la critica dell'economia politica', secondo cui "una formazione sociale non perisce finché
non si siano sviluppate tutte le forze produttive a cui può dare corso". I liberali russi, e più tardi
anche i marxisti russi, ne traevano in genere la conclusione che in Russia la rivoluzione
socialista dovesse essere preceduta dal pieno sviluppo del capitalismo, e su questo punto si
verificheranno , come vedremo, disaccordi e conflitti tra il populismo e il marxismo in Russia.
Quello che ora è interessante cercare di capire è come fu possibile a Tkacëv dichiararsi
completamente (e non solo in parte) d'accordo con il "materialismo economico" di Marx,
rifiutando al tempo stesso il determinismo storico, ad esso strettamente legato" [Andrzej
Walicki, Socialismo russo e populismo. (in) 'Storia del marxismo', Torino, 1979] [(7) P.N.
Tkacëv, Izbrannye socinenija, vol. V, Moskva, 1935, p. 93; (8) Ibid., vol I, p., 70]
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