Industria culturale:
generi e Storytelling
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angelo
Introduzione al corso
  Testo di riferimento: K. Thompson, Storytelling.
Forme del racconto tra cinema e televisione,
Soveria Mannelli, Rubbettino, 2012.
  Verifica finale: elaborato
Perché Industria
culturale?
  Partiamo con il concetto di cultura:
  La nozione di cultura appartiene alla storia
occidentale e non ha sempre equivalenti nelle altre
civiltà e società.
  Nella ricostruzione della sua genesi sociale si
possono distinguere due concezioni
fondamentalmente diverse:
Ø  umanistica o classica à cultura come ideale di
formazione individuale, attività che consente di
“coltivare” l’animo umano (dal verbo latino colere);
Ø  antropologica o moderna à cultura come insieme
variegato dei costumi e delle abitudini delle
popolazioni del mondo (non riguarda soltanto
l’individuo, ma anche le collettività in cui è inserito).
Ø  ciò che gli individui pensano: complessi di norme e di
credenze esplicite, più o meno formalizzati;
Ø  ciò che gli individui fanno: costumi e abitudini acquisite,
comprese le azioni ordinarie della vita quotidiana (ad es.:
preparare il cibo, abbigliarsi…);
Ø  ciò che gli individui producono: artefatti delle attività
umane (dalle opere d’arte vere agli oggetti di uso
quotidiano).
Ø  la cultura è appresa e non è riducibile alla
dimensione biologica dell’esistenza umana;
Ø  la cultura rappresenta la totalità dell’ambiente
sociale e fisico che è opera dell’uomo;
Ø  la cultura è condivisa all’interno di un gruppo o
di una società.
  La cultura è al centro degli interessi di tre
tradizioni sociologiche di inizio Novecento:
Ø  la Scuola di Chicago
Ø  la Scuola francese di sociologia
Ø  la tradizione tedesca
I teorici di Chicago
Ø  sono interessati alla vita culturale nelle città
americane;
Ø  studiano i nuovi processi di integrazione, di
comunicazione e mobilità sociale delle realtà urbane;
Ø  subiscono molto l’influenza dell’antropologia
culturale.
I teorici di Chicago
Ø  spostano l’attenzione su realtà urbane diverse dalle metropoli;
Ø  utilizzano metodi etnografici, come l’osservazione
partecipante;
Ø  evidenziano l’isolamento tra le persone e la distruzione dei
legami tradizionali di vicinato;
Ø  scoprono la resistenza al cambiamento culturale nelle piccole
città.
G. H. Mead
Ø  sviluppa una teoria della socialità della mente;
Ø  ritiene che il “sé” si formi nella relazione con gli
altri;
Ø  attribuisce molta importanza al linguaggio.
  I fenomeni culturali sono indagabili come tutti gli altri fenomeni
sociologici?   Tra i vari paradigmi teorici: Ø  “svolta linguistica”: concezione costruttivista della società,
secondo cui la società è una costruzione linguistico-culturale e il
linguaggio l’oggetto di studio privilegiato. Utilizzo di metodi
qualitativi, in particolare quelli basati sull’interpretazione
soggettiva
Ø  orientamento pragmatico (si tende a privilegiare questo):
pluralismo metodologico, ossia la scelta dei metodi con cui
studiare la cultura in funzione degli obiettivi specifici della
ricerca
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Alcune questioni di metodo. Rilevare il significato
Domanda di ricerca
Perché configurazioni di valori si
presentano in società diverse?
Quali sono i fattori che spiegano il
loro formarsi e la loro influenza su
aspetti dell’azione sociale?
Esempio
Uso di metodi quantitativi
(tecniche survey)
Analisi transnazionale dei valori (Triandis 1995): è
la prima ricerca empirica interculturale sui valori. Mette
in luce il contrasto tra due configurazioni di valori:
l’individualismo e il collettivismo.
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Alcune questioni di metodo. Rilevare il significato
Vantaggi dei metodi quantitativi
-  cogliere la dimensione soggettiva
della cultura
-  trasformare le informazioni in dati
mediante la standardizzazione
delle rilevazione di atteggiamenti
-  individuazione di strutture latenti e
connessioni semantiche per
l’organizzazione di questi valori
Svantaggi dei metodi quantitativi
-  difficoltà di andare in profondità, di
“scavare” nelle motivazioni delle
scelte morali dei soggetti
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Alcune questioni di metodo. Rilevare il significato
Domanda di ricerca
Perché un dato fenomeno sociale
si è evoluto nel tempo fino a
raggiungere la forma attuale?
Esempio
Uso di metodi qualitativi
(documentazione storica)
Analisi del cambiamento normativo à ricerca di Max
Weber sull’origine dello spirito del capitalismo (1904);
ricerca di Norbert Elias (1969) sull’evoluzione delle
norme dell’etichetta dal Medioevo all’Ottocento
nell’Europa occidentale
Come la cultura diventa
Industria?
  Quando nasce il concetto di Industria culturale?
  Cultura di massa = industria culturale
  I principali fondamenti teorici
Teoria/Ricerca critica e
ricerca amministrativa
Di che contrapposizione si parla?
  La ricerca amministrativa sui media ha come obiettivo
quello di soddisfare i bisogni delle organizzazioni
mediali e dei suoi dirigenti.
  La ricerca critica sui media esamina i media
all’interno dei contesti storici, sociali, politici,
economici e culturali. Il suo obiettivo principale
è quello di servire bene pubblico generale.
(cfr. S. Bentivegna, 2007)
La Teoria Critica
  “L’identità della teoria critica si configura da un
lato come costruzione analitica dei fenomeni
che essa indaga, dall’altro,
contemporaneamente, come capacità di riferire
tali fenomeni alle forze sociali che li
determinano.”
  (M. Wolf,1985)
Quindi :
  “ la ricerca sociale praticata dalla teoria critica si
propone come teoria della società intesa come
tutto: di qui la polemica costante contro le
discipline settoriali, che si specializzano e che
differenziano progressivamente distinti campi di
competenza.”
  Non c’è ricerca critica
senza una applicazione alla
società intesa come tutto.
  Infatti affermano Adorno e Horkheimer :
  “la sociologia diventa critica della società nel momento
stesso in cui non si restringe a descrivere e ponderare
le istituzioni e i processi sociali, per confrontarli, invece
con questo sostrato, la vita di coloro cui le istituzioni si
sovrappongono e con cui esse stesse, nei più vari modi,
vengono a coesistere.”
Cultura di massa
Industria - culturale. Perché?
  “Agli inizi parlavamo di cultura di massa. Abbiamo
abbandonato tale espressione per sostituirla con
Industria culturale, al fine di escludere da subito
l’interpretazione che piace ai suoi sostenitori: essi
pretendono infatti che si tratti di qualcosa simile a
una cultura che scaturisce spontaneamente dalle
masse stesse, insomma, una forma attuale dell’arte
popolare”. (Adorno, 1961, p.141)
Invece
  “… film e radio non hanno più bisogno di
spacciarsi per arte. Essi si autodefiniscono
industrie, e le cifre pubblicate dei redditi dei loro
direttori generali troncano ogni dubbio circa la
necessità sociale dei loro prodotti”.
(Adorno, 1961, p.141)
Storytelling ovvero l’arte
del raccontare