GENTE VENETA | Primo Piano
Domenica, 13 Dicembre 2009 | Ordo Virginum
La verginità e il senso pieno dell'amore
Hanno consacrato personalmente e pubblicamente tutta la loro vita a Dio, unendosi "in mistiche
nozze a Cristo" per dedicarsi al servizio della Chiesa. Silvia Marchiori, Nella Pavanetto e Katia
Vanin, attraverso un rito antichissimo e suggestivo celebrato in Cattedrale la vigilia
dell'Immacolata, sono state accolte nell'Ordo Virginum appena istituito in Diocesi, frutto di una
riscoperta promossa dal Concilio Vaticano II.
In una Basilica di S. Marco riempita di fedeli, che hanno accolto l'invito a partecipare fatto dal
Patriarca durante la seconda assemblea ecclesiale, le tre donne hanno espresso la loro volontà
di "perseverare nel proposito della santa verginità al servizio del Signore e della Chiesa" fino al
termine della loro vita; di "seguire Cristo come propone il Vangelo", perché la loro vita "sia una
particolare testimonianza di carità e segno visibile del regno futuro"; di "essere consacrate con
solenne rito nuziale a Cristo".
Al fondo dell'esperienza dell'amore. Lo sa il Patriarca, per le mani del quale le tre donne
hanno offerto a Dio il loro proposito, che la via della verginità va controcorrente, non è
compresa nell'attuale società. Eppure, ha detto nel saluto finale, risponde al desiderio di ogni
uomo e ogni donna di andare al fondo dell'esperienza dell'amore. «Ogni donna trova in Maria la
sua autentica fisionomia, quella di essere sorgente dell'amore oggettivo ed effettivo», ha
sottolineato infatti nell'omelia. «Ad imitazione della Vergine, preservata in vista dei meriti di
Cristo da ogni macchia di peccato, la vostra singolare vocazione di consacrate nel mondo indica
una chiara missione: esaltare la dignità della donna testimoniando, nella vita del secolo in cui
resterete immerse, il senso pieno dell'amore che ricevete da Cristo Gesù per donarlo al nostro
"fratello uomo". Per questo il Rito di consacrazione delle vergini connota la vostra scelta
verginale parlando di nozze. Al di là dell'umana fragilità, le vostre nozze mistiche ripropongono
quelle dell'Agnello che, offrendo tutto se stesso sulla croce, ha generato la Chiesa sua Sposa».
Segno potente. La "nuzialità verginale" di Silvia, Nella e Katia «È un segno potente per tutti»,
ha continuato il card. Scola. «Mi preme sottolineare però che va accolto in maniera speciale
dagli sposi della nostra Chiesa. Questo, infatti, ascolteremo nel Rito di consacrazione: "Tu le
chiami a realizzare, al di là dell'unione coniugale, il vincolo sponsale con Cristo di cui le nozze
sono immagine e segno". Si instaura così, nella comunione concretamente vissuta della nostra
Chiesa particolare, una preziosa circolarità tra gli stati di vita. L'amore degli sposi cristiani aiuta
a comprendere l'amore verginale e, a sua volta, quest'ultimo spiega il significato profondo del
matrimonio cristiano. Amare è sempre in ogni caso possedere nel distacco, cioè possedere in
Cristo. Fare spazio a Cristo in ogni rapporto per il vero bene di colui che si ama e di colui che
ama».
Lavoro nella logica del dono. Le tre donne sono chiamate a rendere presente la maternità
della Chiesa: «Come fa ogni madre - ha spiegato il Patriarca - che insegna al figlio la
dimensione essenziale del dono. Non c'è relazione buona senza dono. Per la loro vocazione di
consacrate nel mondo Silvia, Nella e Katia saranno testimoni della vita come dono in ogni
ambiente dell'umana esistenza. La loro scelta avrà allora un'incidenza speciale sul loro lavoro.
Per delle laiche consacrate nel mondo, il lavoro secondo la logica del dono diventa offerta. E
l'offerta è riconoscere che Cristo è la sorgente di ogni azione dell'uomo e, attraverso questa
azione, chiede di essere manifestato come cuore del mondo».
«Per le nostre sorelle e per ciascuno di noi, la vocazione non è un merito, né l'esito di un
progetto, è un dono, pura grazia», ha aggiunto il card. Scola. «Alla gratuità del dono di Dio,
Maria risponde con il sì della fede. (...) Così sia per voi, carissime Silvia, Nella e Katia. Un sì per
sempre, cioè umilmente deciso ad imitare l'amore irrevocabile con cui Dio ama l'uomo. Amore
non è amore - non ci stanchiamo di ripetere - senza la dimensione del per sempre e senza
l'apertura alla fecondità. Qui si situa il valore della verginità nei suoi tre consigli: povertà, castità,
obbedienza. Il Fiat di Maria li contiene tutti e tre. Vi invito, pertanto, ad affidare alla Vergine ogni
sera la Vostra scelta verginale».
La gioia. E se lo scopo della vocazione cristiana è la gloria di Dio e la nostra gioia, «questa
gioia», ha concluso il Patriarca, «è in voi questa sera e per mezzo vostro è in tutti noi a
cominciare dai vostri familiari, dalle comunità parrocchiali, dall'Azione Cattolica e da quanti
accompagnano il vostro cammino e che continueranno a trarre giovamento dalla vostra azione
di apostolato. È la gioia del Patriarca, di tutto il presbiterio, che vi accolgono nella famiglia delle
consacrate e dei consacrati. È di tutti i fedeli che, come constato nella Visita Pastorale, hanno
fame e sete di pienezza di vita cristiana. Questa gioia è quindi di tutta la Chiesa diocesana che
persisterete a servire con cuore indiviso e con ancor più intensa dedizione. Ma questa gioia è
una possibilità per tutti gli uomini e le donne del Patriarcato il cui insopprimibile senso religioso
è un gemito del desiderio di Cristo».
Il rito. Come nel rito dell'ordinazione presbiterale, le tre candidate sono state chiamate a
presentarsi, rispondendo con il loro "Eccomi". Sono state interrogate sul loro proposito e si sono
prostrate durante il canto delle Litanie dei Santi. Dopo la rinnovazione del proposito di castità il
Patriarca ha pronunciato l'intensa preghiera di consacrazione, che rivolgendosi a Dio tra l'altro
recita: "Mentre rimaneva intatto il valore e l'onore delle nozze, santificate all'inizio dalla tua
benedizione, secondo il tuo provvidenziale disegno, dovevano sorgere donne vergini che, pur
rinunziando al matrimonio, aspirassero a possederne nell'intimo la realtà del mistero. Così tu le
chiami a realizzare, al di là dell'unione coniugale, il vincolo sponsale con Cristo di cui le nozze
sono immagine e segno"; e conclude: "In te, Signore, possiedano tutto, poiché hanno scelto te
solo al di sopra di tutto".
Anello e libri di preghiera. I riti esplicativi hanno suggellato e reso evidente il proposito delle
vergini consacrate: la consegna dell'anello "delle mistiche nozze con Cristo" e della Liturgia
delle Ore, con l'invito: "La preghiera delle Chiesa risuoni senza interruzione nel vostro cuore e
sulle vostre labbra come lode perenne al Padre e viva intercessione per la salvezza del
mondo".
Paolo Fusco
Tratto da GENTE VENETA, n.48/2009
Approfondimenti
- Nasce a Venezia l'Ordo Virginum
- "Chiamate non a fare ma a essere"
- Chi è Silvia Marchiori
- Chi è Nella Pavanetto
- Chi è Katia Vanin
Articolo pubblicato su Gente Veneta
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