Orsoline di Maria V. Immacolata La sfida della vita La vita splende con la sua presenza, con il suo esserci senza se e senza ma. La vita la percepiamo come un grande dono, anzi come il più grande di tutti i doni, il dono per eccellenza. Essa ci sfugge e ci affascina, ci incuriosisce e ci meraviglia. Perché la vita è come è e non come io la vorrei, perché inizia e perché termina, perché a volte è dolorosa? Lo sviluppo straordinario della scienza e della tecnica ha enfatizzato e attualizzato l’interrogativo sulla vita, sulla sua origine, sul suo significato. La vita ha la sua origine ed è polarizzata su Gesù Cristo, Signore della vita. Egli è il verbo della vita (1 Gv 1,1 ), cioè la verità della vita, perché in lui è la vita ed è venuto perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Lui è la via e la verità della vita e senza di lui è impossibile introdursi nella via che porta alla verità della vita. Cristo testimonia che nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15, 13) e proclama così che la vita raggiunge il suo centro, il suo senso e la sua pienezza quando viene donata. In Cristo la vita è progetto. Essa corrisponde a un disegno del creatore, a una precisa vocazione e chiamata. L’esistenza è chiamata a conformarsi a questo disegno; la condizione del successo, e quindi del progresso della vita, è il riconoscere che la libertà della persona umana, uomo, donna è appesa al filo dell’obbedienza a Cristo. Anche in situazioni precarie, la vita è sempre un bene, perché è realtà sacra e inviolabile, perciò la vita va accolta e rispettata, difesa e protetta, servita, contemplata nel suo mistero. La trascendenza della vita e il fatto che appartiene solo a Dio, rivela il suo valore assoluto. La vita va curata per cui ognuno di noi ha l’obbligo morale di custodire la salute del proprio corpo evitando comportamenti nocivi alla salute. La vita va curata migliorandone le condizioni globali; va difesa e promossa. La vita nel suo inizio La scienza oggi, in particolare la genetica, ha evidenziato che l’embrione umano sin dal suo concepimento è una vita umana nascente, con tutte le sue caratteristiche tipiche codificate nel genoma. Tre questioni importanti legati al genoma individualità somatica; unicità e irripetibilità la legge ontogenetica di sviluppo. L’embrione non è un essere umano in potenza, l’embrione è già tutto ciò che è, in potenza è solo il suo sviluppo. Ci troviamo di fronte ad un essere umano che ha già in sé tutte le future potenzialità di sviluppo La vita nel suo termine Oggi siamo in un contesto culturale in cui l’accettazione della morte si fa sempre più difficile; essa appare come un assurdo che occorre in qualche modo controllare e razionalizzare. L’eutanasia rappresenta questo controllo e questa razionalità. Dietro ogni richiesta di eutanasia c’è una richiesta di aiuto, di sollievo, di solidarietà, di non rimanere soli in situazioni tanto dolorose. Qui è interpellata la comunità cristiana a esprimere capacità di vicinanza e a offrire un orizzonte di senso. La vita, come dono di Dio, all’uomo, alla donna è affidata perché la promuova nella sua bellezza e nelle sue risorse, anche quando le apparenze mutano o il dolore bussa alla porta.