Il NUMERO DI DIO
seconda parte di quattro
Blaise Pascal (1623-1662) possedeva una intelligenza fuori dal comune (costruì perfino una
delle prime macchine da calcolo automatico), fra le numerose considerazioni di fisica, mi
piace ricordare il “triangolo di Pascal” perché non si è trattato di una "scoperta", ma una
"riscoperta" di una antica conoscenza! Si tratta di una disposizione matematica di numeri
(se ne servì per procedere nella scoperta della formula generale della potenza del binomio)
che ci riporta alla successione di Fibonacci e, quindi di nuovo al numero d’oro!
Fig. 9 - (sinistra) Successione di Fibonacci derivata dal triangolo di Pascal e (destra) versione cinese del
triangolo di Pascal, il triangolo di Yanghui (ca. 1200 d.C.)1
Dio fece il corpo dell’universo, si legge, cominciando a costruirlo di «Cielo (o fuoco) e di Terra». Ma,
ci si potrebbe chiedere: di quale fuoco e di quale terra parlano gli Antichi?
Non certo del fuoco del camino né della terra che calpestiamo. Platone, sempre nel Timeo, spiega il
modo in cui a partire da due triangoli, che chiama elementari, l’Artefice (o Demiurgo) forma i 5 solidi
geometrici regolari, il tetraedro, l’ottaedro, l’icosaedro, il cubo e il dodecaedro, dai quali derivano gli
Elementi Fuoco, Aria, Acqua, Terra e lo Spirito Universale (o Quinto Elemento). I solidi regolari, ricordo,
sono cinque e sono inscrivibili regolarmente dentro una sfera in modo tale che tutti i vertici del solido
tocchino la sfera in un punto e, inoltre, una sfera è inscrivibile dentro di loro in modo tale da toccare
tutti i lati in un punto.
Vedremo che sono entrambi triangoli rettangoli perché sono: il primo metà di un triangolo equilatero e
l’altro metà di un quadrato (fig.10). In verità Platone raccomanda la sesta parte del triangolo equilatero
e la quarta parte del quadrato, ma per altri motivi. Leggiamo direttamente nel Timeo di Platone:
Daniele Corradetti, Metafisica del Numero, Il Pavone.
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