“Enrico IV” secondo Branciaroli

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SPETTACOLO
30 GENNAIO 2015
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IX
Confermato anche a Catania il successo ottenuto a livello nazionale dal capolavoro di Pirandello
“Enrico IV” secondo Branciaroli
In scena al Teatro Stabile fino al primo febbraio
C
onfermato anche a Catania un successo che non si registrava da tempo sulle scene italiane. Acclamato
da mesi in tournée nazionale, il grande
Franco Branciaroli è approdato al Teatro
Stabile di Catania con “Enrico IV” di
Luigi Pirandello, un classico della drammaturgia del Novecento, di cui è regista e interprete.
Branciaroli ha affrontato in maniera
impeccabile una pietra miliare della poetica
pirandelliana, che porta in scena i grandi
temi della maschera, dell'umorismo, dell'identità tra forma e vita, evidenziando nel
contempo la contraddittorietà tragicomica
dell'esistenza umana. Dopo i recenti successi ottenuti con "Servo di scena", "Il Teatrante" e "Don Chisciotte", l’artista continua
la sua indagine sui grandi personaggi del
teatro, portando sulla scena il dramma del
Girgentano, scritto nel 1921 e rappresentato
per la prima volta il 24 febbraio 1922 al
Teatro Manzoni di Milano.
Considerato - insieme a "Sei personaggi
in cerca di autore" - il capolavoro teatrale
di Pirandello, “Enrico IV” è uno studio sul
significato della pazzia e sul tema caro all'autore del rapporto, complesso e alla
fine inestricabile, tra personaggio e uomo,
finzione e verità, come si evince in una lettera che l’autore inviò a Ruggero Ruggeri,
uno degli attori più noti dell'epoca, raccontagli la trama e concludendo che vede in lui
il solo attore in grado d'interpretare e dare
corpo e anima al ruolo del titolo.
Il protagonista, del quale magistralmente
non ci viene mai svelato il vero nome, quasi
a fissarlo nella sua identità fittizia, è descritto minuziosamente da Pirandello. Enrico è
vittima non solo della follia, prima vera poi
cosciente, ma dell'impossibilità di adeguarsi
ad una realtà che non gli si confà più, stri-
Franco Branciaroli
Luigi Pirandello
tolato nel modo di intendere la vita di chi
gli sta intorno e sceglie quindi di "interpretare" il ruolo fisso del pazzo.
Scene e costumi sono firmati da Margherita Palli, le luci da Gigi Saccomandi, altri
nomi di prestigio per la produzione realizzata da CTB Teatro Stabile di Brescia e dal
Teatro de Gli Incamminati. Accanto al protagonista agiscono, in ordine alfabetico,
Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti, Tommaso Cardarelli, Valentina
Violo, Daniele Griggio, e ancora Sebastiano
Bottari, Andrea Carabelli, Pierpaolo D'Alessandro, Mattia Sartoni.
Un progetto performativo ideato da Umberto Naso per Scenario Pubblico in occasione della Giornata della Memoria
Mnemosyne per non dimenticare
Mnemosyne è un progetto performativo sulla memoria dell’Olocausto ideato da Umberto Naso che è
andato in scena in occasione della
giornata della Memoria, martedì 27
gennaio e replicato il giorno dopo,
nella Black Box di Scenario Pubblico, in collaborazione con 11eleven.
Si tratta di un progetto nato dal
desiderio di affrontare il tema della
memoria nella profonda consapevolezza che sia necessario da una parte
anelare emozioni e consentire a esse
di infrangere le difese nei confronti
del dolore per abbandonarci, sia pure per un attimo, all’orrore assoluto
che deve essere altro dall’uomo e
invece alberga, come perpetua possibilità, in ogni individuo e nella
storia. Dall'altra parte propone come
necessario che la percezione della
gravità di quanto è avvenuto non
venga suscitata dall’accumularsi di
prove, dati, documenti e racconti per
non rischiare di provocare un rumore assordante che ci impedisca di
sentire.
Il progetto performativo di Umberto Naso è costituito da un insieme di frammenti di testi, immagini,
suoni e azioni che seguono il flusso
di un pensiero.
Umberto Naso è scenografo, costumista, regista e lighting designer,
nonché docente di Scenografia all’Accademia di belle arti di Catania.
Insieme a Naso, autore di ogni parte
produttiva del progetto performativo, hanno collaborato al processo di
allestimento e a quello organizzativo
alcuni dei suoi allievi del corso di
scenografia all'Accademia.
Testi: Udi Aloni, Saragei Antonini, Hannah Arendt, Rudolf Brazda,
Bertolt Brecht, Heike Brunkhorst,
Paul Celan, Thomas Stern Eliot, Im-
re Kertèsz, Adolf Hitler, Dacia Maraini, Benito Mussolini, Uri Orlev,
Rossana Rossanda, Art Spiegelman,
Alexian Santino Spinelli, Wislawa
Szymborska, Fred Uhlman, Peter
Weiss.
Musiche: J.Sebastian Bach, Bruna D’Amico, Diamanda Galas, Marin Marais,Mnemonists, Evan Par-
ker, Henry Purcell, Richard Strauss,
Kurt Weill.
Performer: Saragei Antonini, Valeria Anzaldo, Massimiliano Giusto,
Roman Herzog, Patrizia Lascari,
Nora Patuzzi, Elena Simona Pauna.
Coro: Doulce Memoire diretto da
Bruna D’Amico. Musicisti: pianoforte Stefano Campanella, viola da
gamba Roberto De Santis. Danza:
Veronica Giuffrida e Marco Santangelo. Coreografie: Marco Santangelo. Assistente alla coreografia: Sebina Maugeri. Tecnico luci: Sammi
Torrisi. Gli studenti dell’Accademia
del corso di Scenografia: Fabio
Marroncelli: tecnico audio e assistente del processo digitale e luci,
Alessandra Garofalo e Janina Recke: assistenti all’allestimento e coordinamento palcoscenico, Marilyn
Garofalo: direttore di scena e segretaria di produzione 11eleven
11eleven: food e integrazione sociale a Scenario Pubblico
Ma cos’è 11eleven? Il mese scorso
hanno presentato un progetto di imprenditoria sociale in cui si sposano
cucina e integrazione che si sviluppa
in tre dimensioni: locale, internazionale e una sfida sulle risorse. Ed è
l’unico caso in Sicilia che coniuga, in
modo alternativo, inclusione sociale,
integrazione culturale e lotta allo
spreco alimentare.
A presentare l’idea è stata Barbara
Sidoti, esperta di politiche migratorie
di origini messinesi che da molti anni
lavora in programmi di lotta alla tratta
di esseri umani e al traffico di migranti. Dopo l’incontro con Giovanni Assenza e Ezio Canfarelli, gli altri soci,
e grazie a Daniele Zappalà che ha
fatto da trade union, è nato 11eleven
che ha facilitato l'unione tra due progetti differenti e complementari. Il primo punta al non spreco e alla colla-
Sono aperte le iscrizioni gratuite per partecipare alla quinta edizione de Lo Spiraglio
FilmFestival della salute mentale, evento di
corti e lungometraggi, che si terrà a Roma
dal 9 all’11 aprile 2015 presso il MAXXI
– Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. Promosso da ROMA CAPITALE –
Dipartimento Salute Mentale, ASL RMA –
Roma Centro e MAXXI – Museo Nazionale
delle Arti del XXI secolo, in partenariato
con Fondazione Roma Solidale onlus, il festival è nato con lo scopo di superare le diffidenze nei confronti del disagio e della malattia mentale e di mostrare nelle sue molteplici varietà, il mondo della salute mentale
borazione con chi a Catania si occupa di assicurare un pasto a persone
indigenti, donando ciò che non viene
venduto al ristorante, impiegando
giovani in situazione di disagio e dando un'opportunità a chi ne ha bisogno; l'altro punta all'integrazione per
rifugiati e minori stranieri che arrivano
in Sicilia via mare senza genitori, che
in numeri crescenti rimangono nei
centri di prima accoglienza per mesi
senza riuscire ad avviare percorsi di
vita dignitosi.
11eleven è l'undicesimo comandamento del nostro tempo: non sprecare.
E proprio questo è l'obiettivo che si
vuole perseguire in senso lato: dal
Al via il bando 2015 per corti e lungometraggi
Lo Spiraglio, FilmFestival della Salute Mentale
raccontato per immagini.
Il bando è aperto ai lavori realizzati sia
dai centri di produzione integrata (centri che
lavorano sul disagio psichico) che dai videomaker ed è diviso in una sezione dedicata ai cortometraggi (durata max 30’) e una
riservata ai medio e lungometraggi (oltre i
30’).
La partecipazione è aperta a tutti i generi
(fiction, documentario, animazione, ecc.),
purché l’opera tratti il tema della salute mentale, in modo esplicito o simbolico, con risultati validi e originali. La scadenza per la
presentazione dei lavori è fissata al 2
marzo 2015 e tutta la documentazione per
partecipare al festival – a iscrizione gratuita
– è scaricabile dal sito ufficiale all’indirizzo
www.lospiragliofilmfestival.org.
Una Giuria composta da addetti ai lavori
appartenenti all’ambito sociale, psichiatrico
non spreco del cibo che viene donato
ai più indigenti quando non venduto,
grazie anche ad una collaborazione
con la Comunità di Sant'Egidio, al
non spreco dei talenti e delle possibilità di crescita personale e sociale.
“Secondo obiettivo: integrazione afferma Barbara Sidoti - viviamo nel
cambiamento sociale e il flusso dei
migranti è costante. Se siamo bravi
riusciremo a trasformare il problema
in un'opportunità. Il primo approccio
all’imprenditoria sociale”.
In squadra i nomi sono italiani e
stranieri, Tamba, Yahya, Abdul, Tijania, Francesco, Piero, Carla e Abramo, e nei piatti proposti dal menù si
trovano ricette internazionali in chiave siciliana. Il risultato è gustosissimo
e i prezzi modici. Tocca provare. La
prenotazione è consigliata.
Map
e cinematografico assegnerà il Premio
“Fausto Antonucci” di 1.000 euro al miglior
cortometraggio e il Premio “Jorge Garcia
Badaracco - Fondazione Maria Elisa Mitre”
di 1.000 euro al miglior lungometraggio. Il
festival, inoltre, premierà un personaggio
particolarmente significativo del mondo cinematografico che abbia raccontato vita,
sentimenti ed emozioni di persone e gruppi
legati al mondo della salute mentale. Nelle
edizioni passate sono stati premiati Carlo
Verdone, Alba Rohrwacher, Marco Bellocchio e Giulio Manfredonia.
Per maggiori informazioni: [email protected], cell 393.5 46858.
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